La sera e tutto giorno dopo la folle avventura in quella casa d’appuntamento rimasi a letto a riposare. Ero cosciente che Romeo sapeva, ma non mi sentivo in grado di reggere il suo sguardo anche se era stato lui a volere tutto ciò. Quando decisi d’alzarmi era notte fonda e lui non era ancora venuto a letto. Così mi recai silenziosamente in cucina per paura di disturbarlo e lo vidi parlare con Tamara. La curiosità mi bloccò, volevo sapere cosa si dicevano ma, soprattutto, se fosse stato possibile conoscere il suo giudizio su di me.
Ma quello che udì andò oltre ogni mia più cupa previsione.
‘Romeo ma quand’è che ce ne liberiamo, ormai è una troia a tutti gli effetti ?’
‘Presto amore mio, non devi avere fretta, la settimana prossima la spedirò a farsi scopare da qualche arabo che di certo saprà pagarmi bene per la puttana che gli vendo.’
‘Pensavo potevamo lasciarla a Madame Etoille.’
‘Sai benissimo che quella non ci pagherebbe che le briciole, poi è una questione di sicurezza meglio mandarla in Arabia da dove non potrebbe più tornare.’
Rimasi immobile, non riuscivo neanche più a respirare, paura e rabbia mi fermarono quasi il cuore. Così era questo il suo progetto, vendermi alla tratta delle bianche ! Sul momento avrei voluto uscire allo scoperto e cercare d’ucciderli entrambi, ma presi fiato e rimasi ancora ad ascoltarli.
‘Certo che sei proprio bravo a reclutare giovani donne e ad imputtanirle per bene.’
‘E non dimenticare quanto rende, inoltre non è certo un lavoro spiacevole…’
‘Stronzo sai quanto ti ami e come soffra quando te le scopi, a me lasci solo gli avanzi.’
‘Amore è solo per lavoro, anzi dopo che ci siamo liberati di Alice e le altre ci prendiamo una settimana solo per noi, in questa stagione la Costa Azzurra è splendida.’
Non ero dunque sola nella mia disgrazia ! E neanche la prima !
Nella mia mente si accese solo una luce con la scritta ‘VENDETTA!!’ a caratteri cubitali, chissà quante ragazze sfortunate mi avevano preceduta e dovevo fare giustizia anche per loro. Inoltre era giovedì e quindi avevo tutto il tempo per preparare un piano d’azione a prova d’errore, dovevo solo fare in modo che la mia parte razionale vincesse su quella istintiva che avrebbe voluto farli fuori e subito. Tornai a letto fingendo di dormire, il bastardo mi raggiunse poco dopo senza degnarmi di nessuna attenzione.
La mattina mi svegliai presto e non trovai Tamara, così ebbi modo di dare un’occhiata alla casa sotto una prospettiva diversa. La scoperta più interessante fu un armadietto di medicinali, avevo fatto la commessa in una farmacia con un contratto interinale e ora quel poco che avevo imparato mi era davvero utile. Fra vari farmaci generici trovai un sonnifero che di certo usavano per mettere in pratica i loro rapimenti, la cui particolarità era che fosse completamente incolore ed inodore, giusto quello che mi serviva.
Lo presi per nasconderlo in un altro posto giusto in tempo per vedere Tamara aprire la porta di casa.
‘Alice finalmente in piedi !’
‘Amica mia vieni qui che ho proprio voglia di darti un bacio.’
L’abbracciai riuscendo a non far trapelare il mio odio verso di lei, anzi le feci i complimenti le l’abito facendole capire che nel pomeriggio avrei voluto fare sesso.
‘Sei proprio una porcellina, ma chi sa resisterti.’ fu la sua risposta.
Poco dopo arrivò Romeo e anche con lui ebbi lo stesso atteggiamento da oca svampita preparandogli la colazione. Finché non ebbi il colpo di fortuna che attendevo.
‘Tamara ti dispiacerebbe fare un salto in banca per me ?’ le chiese Romeo col suo solito tono gentile.
‘Certo, hai dei problemi ?’
‘No è che on-line non riesco a fare alcune operazioni, dammi solo il tempo di preparare la delega.’
‘E tu Alice vieni con me ?’
‘Preferirei di no, vorrei preparare un bel pranzo per tutti e tre.’
‘Ma sei un Angelo.’ mi disse Romeo baciandomi la fronte ‘Non capisco come mai ti abbia trovata senza una schiera di pretendenti al seguito.’
‘Sei troppo buono amore.’ gli risposi cercando anche d’arrossire per rendere il tutto più credibile, ma dentro sentivo solo una forte rabbia verso quei due bastardi.
Poco dopo Romeo consegnò la lettera a Tamara e se ne andò nel suo studio, così ebbi modo di prepararmi al meglio. I due avevano l’abitudine di bere solo acqua minerale naturale in bottigliette da mezzo litro, con una siringa iniettai il sonnifero nell’acqua e misi le due confezioni da parte.
Quando preparai il vassoio per Romeo ne presi una senza dare nell’occhio, successivamente diedi l’altra bottiglietta a Tamara che non sospettò di nulla. Lei, subito dopo aver finitodi pranzare cominciò ad avere sonno e ben presto crollò sul divano. Attesi una mezz’ora prima di salire da Romeo che trovai sdraiato sulla poltrona davanti al computer. Con tanta fatica, ma ancor più determinazione, lo portai di sotto dove ammanettai entrambi mani e piedi prima di risalire nel suo ‘ufficio’.
Non ci misi molto a trovare quello che cercavo, la coppia maledetta aveva schiavizzato quasi un centinaio di ragazze vendendole sul mercato arabo come puttane per i ricconi locali. Feci diverse copie di Cd con tutto quello che c’era per incastrali a dovere, una la misi in tasca prima di scendere di nuovo da loro decisa a fuggire da quella casa prima dell’arrivo della polizia che avrei chiamato appena fuori.
Ma quando li rividi la rabbia s’impadronì di me e così decisi che la giustizia avrebbe aspettato la mia vendetta. Sapevo che il sonnifero avrebbe fatto effetto per altre sei ore come minimo e così li portai di sotto dove preparai loro il giusto risveglio. Tolsi le manette e li spogliai del tutto prima di rimetterle e legarli ulteriormente ai capi opposti del letto. Poi presi tutte le scatole coi ‘giochi’ e le rovesciai sul letto, c’era in pratica un sexy-shop ben fornito e mi misi a separare i vari oggetti per tipo fino a creare tre zone ben distinte,una per i falli e simili, una per le fruste e infine una per le stranezze che di certo non mancavano.
Se avevo pochi dubbi sul trattamento da riservare a Tamara, molti ne ebbi per Romeo, ma decisi che li avrei sciolti al momento giusto e che vedere la sua donna trattata come meritava sarebbe stata di certo una gran tortura.
Tamara mi aveva fatto sfondare il culo dai due neri e quindi mi sarei vendicata riservandole qualcosa di molto peggio. Le tolsi di nuovo le manette dai piedi per metterle una barra che le tenesse le gambe ben aperte, poi salì di sopra e presi due brocche d’acqua che gettai sulle loro facce appena scesa.
Lei fu la prima a riprendersi, e subito s’accorse d’essere nelle mie mani.
‘Alice che gioco è questo ? Liberami subito o ti faccio vedere io..’
La feci smettere dandole uno schiaffo in piena faccia.
‘Taci puttana, tu non mi farei vedere più niente.’
In quel momento anche Romeo si riprese e non tardò a capire cosa stava succedendo solo, come tutti gli uomini in trappola, cercò di negare l’evidenza fino in fondo.
‘Alice amore mio, ma cosa stai combinando.’
‘Ben svegliato amorino mio, mi dispiace dirti che i tuoi sporchi affari con gli arabi sono finiti.’
‘Ma di che stai parlando ?’
Presi il cd dalla tasca e glielo misi davanti alla faccia.
‘Vedi brutto bastardo qui dentro ci sono tutte le prove dei tuoi lerci traffici, ragazze vendute come se fossero bestie e che di certo non sono trattate meglio di quelle.’
‘Ma cosa hai capito, io non..’
Gli tirai un calcio nella bocca dello stomaco con tutta la rabbia che avevo in corpo.
‘Taci bastardo tanto non ci casco più nelle tue cazzate.’
A quel punto entrambi si resero conto che il loro gioco era finito, ma Romeo cercò una via di fuga, la più classica.
‘Dimmi quanto vuoi per andartene e lasciarci liberi.’
‘Vedo che non hai capito un cazzo, io me ne frego dei tuoi soldi.’
‘Anche di un milione di euro ?’
‘Anche di dieci, voglio solo divertirmi con voi per l’ultima volta prima di lasciarvi nelle mani della giustizia, sai in galera quelli come voi non se la passano bene, mi sa che finirete col fare le puttane di tutti i carcerati.’
‘Alice tu non sei capace di fare del male, quindi piantala !’
‘A la pensi così ? Ora ti faccio vedere come riduco la tua puttana !’
Mi diressi verso Tamara che aveva perso tutta la sua sicurezza, in faccia le potevo leggere la paura e ciò mi stava eccitando oltre ogni limite possibile.
‘Sdraiati faccia a terra.’
‘Alice ti prego io…’
‘T’ho detto a terra !’ le urlai dopo averle dato un altro schiaffo in faccia.
Tamara goffamente m’ubbidì e si sdraiò come volevo, ma non era certo così che immaginavo di torturarla, lei e quel suo bel culo che ora volevo mio nel peggiore dei modi.
‘Ora alza il tuo culo di merda e mettilo ben in alto, e non fare storie sennò ti prendo a calci in faccia.’
Mentre lei eseguiva il mio ordine andai sul letto e misi velocemente un oggetto nella tasca senza farmi vedere, poi presi un lungo laccio di cuoi e con quello m’avvicinai a lei. Tamara aveva i capelli legati a coda di cavallo, cosa che mi aiutò non poco nei miei intenti, presi il laccio e ne legai un capo sopra il suo fermacapelli e inizia a tirale indietro la testa. Lei non aprì bocca se non quando vide uscire dalla mia tasca un gancio che al posto della solita punta aveva un pallina di ferro.
‘Cosa vuoi farmi maledetta !’
‘Stai zitta troia, ora te lo ficco nel tuo bel culo e poi vediamo che succede.’
Senza alcuna esitazione comincia a farlo entrare nel suo buchetto ancora stretto, Tamara strinse i denti finchè non capì che così facendo le avrei fatto ancora più male. Comunque con un po’ di fatica riuscì ad infilarlo del tutto, poi ripresi il laccio e lo feci passare nell’anello del gancio e cominciai a tirare.
‘Ahi, mi stai aprendo brutta stronza.’
‘Ti consiglio di tirare indietro quella testa di cazzo che hai, tanto farai quello che dico io.’
Alla fine l’avevo messa ben in trazione impedendole di fatto ogni movimento, quindi feci un paio di nodi sull’anello del gancio per impedire che si potesse anche minimamente sciogliere. Tornai vicino al letto e presi alcune fruste di diverso tipo e dimensione che buttai vicino a lei.
‘Dimmi con quale vuoi essere frustata, sai in questo momento mi sento particolarmente buona.’
Il mio tono di voce era ironico e sprezzante e la solo risposta che mi potevo aspettare era ‘fanculo’, che infatti arrivò ben presto.
‘Vedo che non apprezzi la mia clemenza, va bene deciderò io, iniziamo con questo.’
Raccolsi un frustino da equitazione e la colpì subito su una chiappa, Tamara urlò subito di dolore anche perché nel farlo inarcò la schiena mettendo ancora di più in trazione il gancio che aveva nel culo.
‘Prendi questo, e questo…e anche questo…’
La colpii ripetutamente sul culo facendole sempre più male, anche se non ero certo una donna forte, l’odio che avevo dentro faceva si che le mie frustate fossero di una violenza unica, irripetibile. Quando mi fermai diedi un’occhiata a Romeo, era immobile e silenzioso, ma anche lui con una grande paura dentro.
‘Allora brutto maiale, cos’hai da dirmi adesso ?’
‘Alice ti prego lei non c’entra è solo colpa mia…’
‘Certo Tamara è un angioletto che cercava di convertire un diavolo come te.’
‘Alice ascoltami…’
‘Ascoltami tu, ora conterai i colpi e a voce ben alta chiaro ?’
‘Si.’
Presi un lungo gatto a nove code e mi posizionai ad un metro circa da Tamara.
‘Conta bastardo.’
Con quella frusta potevo colpirla su tutto il corpo facendo aumentare il riflesso d’inarcare la schiena con tutte le sue conseguenze. Così comincia a colpirla ascoltando il mio amante contare i colpi.
‘Uno…due…tre…..quarantanove…cinquanta.’
Dopo quelle frustate Tamara era ridotta davvero male, la schiena era quasi viola, mentre il culo ormai tendeva al nero. Ma soprattutto non urlava più, ed io invece volevo sentirla soffrire. Lasciai cadere a terra la frusta e andai a prendere un barattolo di vaselina sotto lo sguardo furioso di Romeo. M’inginocchiai vicino a lei per accarezzarle le chiappe, come se volessi dar loro un po’ di sollievo, ma le mie intenzioni erano ben altre.
‘Tamara tu non puoi immaginare quanto abbia goduto con quei due cazzi nel culo. Ora io non posso renderti ugual favore, ma posso farti sentire piena come non ti era mai successo.’
‘Cosa vuoi farmi, non ti è bastato frustarmi.’
Era il suo orgoglio a farla parlare, il che m’eccitava ancora di più.
‘Te l’ho detto, voglio solo farti godere usando il tuo bel culetto, peccato che ti bruci, ma sono certa che apprezzerai il mio favore.’
Misi la mano a cucchiaio e presi quanta più vaselina fosse possibile, poi la spinsi dentro il suo buco ormai ben aperto dal gancio con un paio di dita.
‘Vedi che ti voglio bene, te lo sto lubrificando, mica voglio farti male.’
Tamara per un attimo si rilassò, ma le fu fatale. Con un gesto rapido le ficcai tre dita nel culo, poi quattro ed infine tutta la mano fino al polso senza aver prima tolto il gancio.
‘Ahh mi spacchi…smetti ti prego.’
‘Certo che smetto…quando non sento più niente !’
Presi a scoparla con tutta la mano, ormai pensai che il dolore del gancio fosse per lei nulla in confronto a quello che le stavo dando io. Ad un certo punto, quando le ero dentro, chiusi la mano a pugno e presi a incularla in quel modo, fino a farci entrare mezzo braccio. Neanche la vista del sangue mi fermò, ma solo il vederla ormai inerme, insensibile a qualunque dolore.
Così lasciandola a terra segnata nel corpo e col culo oscenamente sfondato diressi le mie attenzioni verso quello che credevo fosse l’uomo della mia vita.
‘Allora Romeo io credo che così ridotta neanche gli arabi vorrebbero la tua puttana.’
‘Sei diventata pazza ! Alice ti prego prendi i soldi e vattene.’
Il suo tono era un misto di terrore per il presente e paura per il futuro, sapeva fin troppo bene che se quel dischetto fosse finito in mano ad un magistrato per loro non ci sarebbe potuta essere altra via se non la galera.
‘Certo che me ne andrò ma prima voglio occuparmi del mio grande amore, ah ah ah.’
Come lui cercò di muoversi gli sferrai una ginocchiata in piena faccia che quasi lo fece svenire, così andai a riempire la brocca per farlo riprendere.
‘Guardalo il grand’uomo ! Sviene prima della sua donna !’
‘Falla finita troia !’ m’urlo carico d’odio.
‘T’accontento subito bastardo.’
Lo slegai dal letto lasciandogli però le manette, poi presi la frusta più grande che avevo sul letto e iniziai a colpirlo senza pietà, non miravo a nessuna parte del corpo in particolare, ma mi bastava vedere i segni che gli lasciavo. Non so quante volte la frusta lasciò una riga rossa su di lui, alla fine ero esausta, completamente incapace di dare un altro colpo. Avevo scaricato tutta la rabbia, l’odio, la delusione su di lui, e m’andai a sedere sul letto in cerca di nuove energie. Guardavo Tamara, la bellissima donna che m’aveva colpito fin dal primo momento era ridotta ad uno schifo inguardabile e provai quasi pena nonostante l’odio che avevo per lei. Pensai d’andarmene e lasciarli li così quando Romeo s’alzo in piedi, il suo sguardo era rabbia pura, e per un attimo ebbi paura. Non so come ma riuscì a salire sul letto per poi lanciarsi contro di me, riuscii però ad evitarlo e lui cadde vicino a me. Probabilmente nel cadere qualcosa doveva aver colpito i genitali perché si blocco senza fiato. Così presi una corda, feci un cappio che gli feci passare intorno al collo per poi legarlo alla testata del letto in modo da immobilizzarlo ulteriormente. Dalla sua bocca uscì qualcosa che non capii, di certo non dovevano essere dei complimenti, ma non gli diedi nessuna importanza. Altri pensieri giravano per la mia mente.
‘Sai amore pensavo a quando gli altri carcerati sapranno che passavi la vita a scopare belle ragazze che poi vendevi. Magari li non vedono una donna da anni e non avendo altro useranno te per sfogare i loro cazzi, così diventerai la puttana di tutti, chissà quanta bella sborra dovrai bere e quanta d’entrerà nel tuo bel culetto vergine. Anzi magari lo metteranno all’asta o ti faranno aprire da quello che ce l’ha più grosso. Perchè tu dietro sei vergine vero ?’
Lui rimase in silenzio, sentivo solo il suo respiro regolarizzarsi il che mi mando su tutte le furie.
‘Allora bastardo l’hai mai preso nel culo ?’ gli chiesi dandogli un sonoro ceffone.
‘No.’
‘Beh allora penso che è meglio che sia a sverginarti, come tu del resto hai fatto con me. Inutile che ti dica quanto oggi apprezzi la cosa e spero tanto che anche per te sia lo stesso.’
Lo stavo irridendo senza tregua mentre con una mano gli accarezzavo una chiappa. Per tutta risposta lui mi sputò in faccia mandandomi al diavolo.
‘Non sei carino per nulla.’ gli dissi ripulendomi il viso ‘Io penso a te e tu mi ripaghi in questa maniera. No no, proprio non ci siamo, vorrà dire che invece di sverginarti lentamente ti romperò il culo, come ho fatto con la tua zoccola.’
Mentre indossavo uno strap-on con un bel fallo realistico da trenta centimetri, vidi Tamara che si stava riprendendo, così la liberai del gancio che ancora aveva nel culo e la spinsi verso Romeo.
‘Se vuoi un po’ di bene a questo bastardo vedi di leccargli bene il culo perché la tua saliva sarà l’unica cosa che userò come lubrificante prima di aprirglielo, quindi lecca troia !’
Lei, anche se ancora visibilmente malridotta, cominciò a far passare la lingua intorno all’ano di Romeo, poi presa da compassione iniziò a leccarlo sempre più velocemente, fino a bagnarlo del tutto.
‘Ora basta o mi togli tutto il piacere.’ le dissi trascinandola via per i capelli e la legai vicino al letto.
‘Che tu sia maledetta !’ mi rispose cercando di ribellarsi prima che la colpissi con un pugno in faccia.
‘Pensa a quante ragazze vi stanno maledicendo dai bordelli dove le avete mandate.’
Romeo cercò di divincolarsi ma lo rimisi in posizione a colpi di frustino, ora era mio.
‘Sei pronto a diventare un bel frocetto ?’
‘Fai in fretta ma falla finita.’
‘Quanta fretta ! Vorrà dire che ti renderò il momento indimenticabile.’
Passai una mano sul solco delle chiappe portando via buona parte della saliva che Tamara c’aveva lasciato, poi puntai dritta l’enorme cappella sul suo buchetto e cominciai a spingere. Lui iniziò ad urlare dal dolore, cercava anche di divincolarsi ma inutilmente, ogni volta che si spostava anche di poco il frustino che avevo vicino a me calava impietoso sul suo culo. Quando la cappella fu del tutto dentro lo afferrai per i fianchi e spinsi con tutta la forza che mi era rimasta, ficcandone dentro più di metà. Lui urlò in maniera disumana, ma non ebbi alcuna pietà, tirai fuori quella bestia per pochi centimetri per poi tornare a spingere con ancora più forza di prima, mettendolo tutto dentro. Sentii il caldo del suo sangue arrivarmi sulla coscia, ma ciò non fece altro che darmi ulteriori energie, presi a scoparlo con rabbia, incurante di tutto ciò che usciva dalla sua bocca, fino ad avere un’incredibile orgasmo che mi svuotò del tutto.
Quando mi ripresi tornai a guardarli, facevano davvero schifo, soprattutto lui col corpo segnato dalle frustate ancor più di lei, ed il culo sfondato e sanguinante. Ma non ebbi nessun ripensamento, così andai di sopra dove mi rivestì e feci un veloce bagaglio, presi tutto il contante che trovai, le chiavi della macchina di Tamara ed uscì da quella casa per me maledetta.
Mentre mi dirigevo verso il confine mi fermai ad un commissariato, e fingendomi una Pony-express, lasciai il dischetto con tutte le prove a loro carico ad un funzionario.
Il giorno dopo su tutti i giornali c’erano ampi servizi sull’organizzazione appena sgominata grazie a lunghe indagini, io mi misi a ridere leggendo quegli articoli, ma allo stesso tempo godevo nel farlo.
Ora dovevo solo trovare la mia vera dimensione, avevo si dei soldi ma non abbastanza per vivere di rendita. Così passai un mesetto a decidere che fare ‘da grande’, poi presi la macchina e mi diressi senza indugi verso la villa di Madame Etoille.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Complimenti per la facile lettura e presa diretta
ciao cara,ho letto attentamente il tuo racconto ad alto contenuto erotico, e debbo dirti, per quanto possa sembrare raro, che…
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?