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Racconti di Dominazione

Appuntamento

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Un racconto che raccoglie le emozioni di una piacevole….amicizia complice, dedicato a D. dolce slave e adorabile compagna con cui condividere emozioni e sensazioni ed a tutte le slave che sentiranno, leggendolo, rinascere in loro emozioni note e vissute.

Un grazie a chi vorrà inviarmi commenti o giudizi

Il nostro primo incontro, senza esserci mai visti prima, neppure in fotografia, certi che le nostre menti e le nostre sensazioni sono in sintonia assoluta, ti ho dato appuntamento in un pub, chiedendoti di indossare una gonna leggera ed una camicetta, e… senza slip.

Entri nel pub, ti siedi e ti guardi intorno, nervosamente, molte facce, molti uomini, ci sarò? chi sarò?

Improvvisamente il tuo cellulare squilla, lo guardi, &egrave il mio nr rispondi guardandoti intorno la mia voce nelle tue orecchie

“Ciao, bene arrivata, sei intrigante, molto”

ti guardi intorno nervosa, chi sarò?quell’uomo che ti guarda le gambe di nascosto? quello che finge di leggere il giornale osservandoti?

“NON CERCARMI DANIELA, NON PER ORA”

ti blocchi vedo il tuo viso leggermente arrossato il respiro un po più rapido per la situazione e forse per una lieve eccitazione, dovuta anche al fatto di essere senza intimo, con la sensazione che tutti lo sappiano, che tutti ti guardino

“accavalla le gambe daniela, lascia che ti guardi”

lo fai in silenzio, so che la situazione ti sta intrigando “ora posa le tue mani in grembo dani, premi leggermente tra le tue gambe, un po’ più forte”

vedo che fai cio che ti ho chiesto

imbarazzata, timorosa di essere vista ma non riuscendo a dirmi di no piacevolmente sorpresa dalla sensazione di languore che ti coglie … senti un intenso calore tra le gambe, le stringi forte, hai una voglia incredibile di toccarti, io lo so… e forse anche gli altri uomini che ti stanno guardando.

Vorresti poter allargare le gambe e lasciare che le tue dita soddisfino la tua voglia, accarezzando le labbra.. il clito.. fino a spingersi in fondo alla tua figa bagnata, inumidendosi dei tuoi umori, sotto il mio sguardo serio, determinato che esprime quanto tu mi appartenga.

Il barista appoggia una coppa di vino bianco ghiacciato con 2 grosse ciliegie rosse… pensi ai tuoi capezzoli tra le mie dita…

“Questo signorina le &egrave gentilmente offerto da un signore”

lo guardi “Quale signore?”

senza risponderti ti dà un biglietto, lo leggi

c’&egrave scritto “Non ancora… ogni cosa a suo tempo… fatti guardare”

Un brivido lungo la schiena, la sensazione viva dei miei occhi su di te.

Prendi il calice, sorseggi il vino… ti piace il contrasto determinato dalla freschezza del liquido con il calore dentro di te

Una goccia di vino scende lungo il bicchiere, con la punta della lingua la raccogli facendola risalire fino al bordo, esattamente come faresti con una goccia di sperma lungo il mio cazzo… lo stai pensando anche tu, ed io lo so.

Con due dita raccogli una ciliegia, l’osservi… e la passi sulle labbra socchiudendole, la lambisci con la lingua lentamente prima di risucchiarla nella bocca… esattamente come faresti con le mie palle… lo stai pensando anche tu, ed io lo so.

Fai lo stesso con l’altra ciliegia… ancora il cellulare, rispondi senza guardare il numero, sai che sono io.

“Esci dal locale, nel parcheggio troverai un’auto (…….) aspettami lì

gambe aperte mani sopra il cofano. Non voltarti mai”

La mia voce, il tono che ho usato, la situazione in generale, ti fanno provare ansia ma anche una forte eccitazione, non sai cosa io abbia in mente… temi di saperlo… ma vuoi anche saperlo, soprattutto vuoi provarlo!

Ti chiedi per un attimo cosa stai facendo… se sei pronta… se puoi fidarti, le risposte ti si affollano nella mente, sono contrastanti, per una attimo pensi di allontanarti, ma sai benissimo che farai esattamente ciò che ti ho chiesto. La tua volontà &egrave la mia ormai, questa consapevolezza rende notevolmente difficile il percorso fino all’auto, alla quale ti appoggi secondo le istruzioni, e resti in attesa, con mille pensieri che ti turbano.

Dopo un tempo che non sai quantificare, ma che ti &egrave sembrato interminabile, senti una mano appoggiarsi al tuo collo con decisione, scendere lungo la schiena, sul culo, e insinuarsi tra le tue gambe, senti dita che ti frugano senza delicatezza… “sei bagnata troia”…

“ti ho portato un regalo.. aprilo sempre senza girarti”

Con mani tremanti apri la scatolina che ti porgo… e osservi due grosse palline nere legate da un filo che termina con un anello

“Succhiale e passamele attraverso le tue gambe… aprile di più dai! muoviti!”

Esegui… senti la figa larga, pulsante, bagnata che non smetto di tormentare… le gambe ti tremano per l’eccitazione, incontri le mie dita che afferrate le palline, le inseriscono di prepotenza nella tua figa, fino in fondo… provi un senso di fastidio, ma quello che sfugge dalle tue labbra &egrave un gemito di piacere… e sei ancora più mia.

Senti le mie mani scorrerti sul ventre, palparti, fino ai seni sui quali si serrano come una morsa, trattieni il fiato… i capezzoli turgidi sono tra le mie dita, li stringo, li tiro… ti sfugge un lamento, senti il mio corpo aderire con forza al tuo, avverti la mia eccitazione che intensifica la tua… istintivamente inizi a muovere il bacino per strusciarti contro di me… vuoi il mio cazzo, lo vuoi maledettamente, e per ora non lo avrai, lo sai… questo &egrave solo un altro dei diabolici tormenti che ho in serbo per te.

Una mano lascia il tuo seno, afferro i tuoi capelli ti faccio voltare la testa, la mia bocca &egrave sul tuo collo, risale fino all’orecchio

“Ti muovi come una cagna in calore… puttana”, un’altro strattone e la mia lingua ti trafigge la bocca dissetandoti con la mia saliva… adori già il mio sapore… il mio odore.

Mi stacco, e ti faccio girare di fronte a me, finalmente puoi vedermi, sei ansimante, accaldata, il tuo respiro &egrave intenso, leggo chiaramente nei tuoi occhi che hai voglia di essere sbattuta, ti vergogni di non riuscire a nascondermelo… arrossisci un po’. Ti piaccio, ma soprattutto, ti piace il mio essere, il mio modo di farti sentire femmina, braccata, posseduta… non riesci a parlare, anche questo t’infastidisce e t’imbarazza. Scosto una ciocca di capelli dalla tua guancia accarezzandola con un dito, l’unico gesto di tenerezza fino ad ora, ed ho colto esattamente che ne avevi bisogno.

Apro la portiera posteriore “Siediti al centro, solleva la gonna, gambe completamente aperte”… ti lego i polsi alle maniglie interne poi mi siedo alla guida.

Mi volto verso di te, ho un guinzaglio in mano, lo aggancio all’anellino delle palline che sporge dalla tua figa spalancata, faccio passare l’impugnatura nella leva del cambio, avvio il motore inserisco la prima e parto, ad ogni cambio di marcia senti le palline muoversi… e i tuoi umori colare.

Incrocio il tuo sguardo nello specchietto retrovisore, e per la prima volta azzardi una domanda: “Dove stiamo andando Padrone?”

….

I miei occhi ti fissano severi dallo specchietto, la mia unica risposta &egrave un brusco cambio di marcia che ti fa sussultare sentendo le palline muoversi in te. Guido veloce, nel traffico, cambio rapidamente marcia, quasi con rabbia, osservandoti ogni volta, vedendoti sussultare; i tuoi occhi esprimono desiderio, timore, vergogna. Afferro con una mano il guinzaglio ed inizio a muoverlo, lentamente, dosando i movimenti a secondo di cio’ che leggo in te. Vedo il tuo viso accendersi, gli occhi farsi liquidi, il respiro rapido, frequente, il tuo seno si solleva velocemente. Posso vedere il piacere che sta lentamente colmando il tuo corpo, sempre piu’ intenso, sempre piu forte. Ormai stai gemendo spudoratamente dichiarandomi il tuo piacere, implorandomi con gli occhi di continuare, di non smettere, sapendo di non potermelo chiedere, di non dovermelo chiedere. Improvvisamente trattieni il respiro, il tuo corpo si irrigidisce, si tende, senti l’orgasmo vicino, hai gli occhi spalancati, la bocca aperta, desidereresti sentire il mio cazzo tra le labbra, gonfiarsi contro il tuo palato, soffocarti in gola, lo so, e sai che io lo so; vorresti liberare le tue mani e portarle tra le gambe, premere con forza il clitoride sentendo il piacere partire dalla tua figa fradicia e scoppiarti nel cervello, lo so e tu sai che io lo so; Vorresti sentire le mie mani stringerti i capezzoli, con forza, con rabbia, mescolando in te piacere e dolore, lo so e tu sai che io lo so; improvvisamente stringi le gambe, ora il piacere sta per coglierti, l’agognato orgasmo sta per esplodere, ORA la mia voce, improvvisa “APRI LE GAMBE TROIA” accompagnata da uno strappo violento al guinzaglio che sfila le palline cinesi da te. Un urlo, di dolore, di disappunto. Mi guardi con odio per un istante, ti ho negato l’orgasmo, sei tesa, arrabbiata, ma subito incontri i miei occhi e abbassi i tuoi. Il tuo corpo si rilassa. Sorrido, so di averti in mio potere, e tu sai che io lo so. E sai che io so quanto ami sentirti in mio potere, usata, dominata. L’auto si ferma, sei immobile, il capo chino, piccole gocce di sudore imperlano la tua fronte, dovute alla tensione che si sta allentando. Scendo, ti sciolgo le braccia, mi siedo accanto a te, la mia mano sui tuoi capelli, una tenera carezza mentre ti stringo a me. Sollevi piano il tuo viso, le nostre labbra si sfiorano, un dolce e tenero bacio, quasi da innamorati, ti sento rilassata tra le mie braccia, quasi ti rifugi in me, a cercare protezione, anche se nel tuo inconscio ti dici che forse &egrave da me che dovresti proteggerti. Ma sai che io da te, per te, per me, voglio solo piacere ed emozioni, sensazioni, e sai, sei certa che non ti farò mai del male. La mia mano accarezza le tue gambe, risale piano all’interno delle tue cosce, sale piano; sento i tuoi umori bagnarmi le dita, sento immediatamente il tuo corpo reagire alle mie carezze, muovi in avanti il bacino, a cercare un maggior contatto con le mie mani. Improvvisamente, senza più alcuna traccia di dolcezza, senti entrare in te, di prepotenza, le palline cinesi che ti avevo strappato. Un gemito di dolore ed una vampata di piacere ti colgono, improvvisi. Mi allontano da te “SCENDI” lentamente scivoli sul sedile, vergognandoti della scia di umori che lasci, esci dall’auto, sei in piedi di fronte a me, siamo su una strada in centro, molte persone passeggiano, senti i loro sguardi e ti sembra che ognuno sappia cio’ che hai fatto che ognuno possa leggerti in viso il piacere che hai sfiorato, l’attesa per l’orgasmo negato “cammina al mio fianco, in silenzio, con lo sguardo a terra, sempre al mio fianco” inizio a passeggiare, una camminata tranquilla, osservandoti so che le palline si muovono in te, ad ogni passo, procurandoti fitte di piacere so che sei tesa temendo che qualcuno si accorga di qualcosa senti i tuoi umori colare copiosi, bagnarti le gambe aumento il passo, devi seguirmi, e la nuova andatura aumenta il tuo piacere ed il tuo disagio vedo che respiri a fatica, che ti muovi cercando di trarre il massimo piacere da quegli oggetti inseriti in te ti cingo la vita con un braccio e quel contatto ti fa rabbrividire la mia bocca vicino al tuo viso, ti sussurro “piacevole vero cagna?” La tua figa pulsa, lo so, posso quasi sentire il tuo odore di femmina in calore, posso vedere la tua figa contrarsi in spasmi piacevoli, i tuoi peli coperti da gocce di piacere, posso sentire le palline in te che, muovendosi, ti accarezzano, ti stimolano” la mia mano scende sul tuo sedere, accarezza le natiche tonde, sode, le stringe con forza, strappandoti un gemito, ti blocchi, immobile, colta da spasmi di piacere “Muoviti puttana, accanto a me” entro in un portone, saliamo nell’ascensore, premo un pulsante, parte, ti spingo contro la parete di fondo, la mia mano tra le tue cosce fradice, rovesci il capo, offrendomi il collo, mentre un lungo rantolo ti sfugge dalla gola senti le mie dita frugarti, premere il clitoride, gonfio, eccitato sensibile, accarezzarlo, stimolarlo senti il mio cazzo, attraverso i pantaloni, premere su di te lo vuoi, lo so e tu sai che io lo so; blocco l’ascensore mi allontano da te mi guardi implorante le mie mani sui tuoi capelli “IN GINOCCHIO” obbedisci immediatamente, un lampo di gioia e desiderio in te, hai la testa abbassata, le mani sul pavimento scosto i tuoi capelli e senti che ti cingo la gola con un collare di cuoio, lo stringo, lo chiudo. Fisso il guinzaglio al collare e ti costringo a sollevare il capo Vedi il mio cazzo spuntare dai pantaloni, duro, eccitato Lo avvicino piano al tuo viso, ora ne senti l’odore, intenso, la mia eccitazione diventa la tua, ti entra nel cervello, ti fa contrarre il ventre Lo vuoi, lo so, e tu sai che io lo so “leccalo troia, ma non toccarlo mai con le mani, tienile a terra, usa solo la bocca e la lingua, come la piccola cagna che sei e sai di essere, che ami essere, VERO?” un timido “..ssi..” detto a fior di labbra sorrido vedo a tua lingua sporgere, sfiorare la mia cappella turgida, leccare quasi con devozione, assaporando il mio sapore, i tuoi colpi di lingua ora si fanno leggermente piu’ decisi, sicuri “guardami negli occhi ora Puttana” sollevi lentamente lo sguardo, sai che amo leggere nei tuoi occhi il desiderio che aumenta in te, il piacere che ti assale muovi lentamente il bacino, contrai i muscoli muovendo le palline in te la lingua scorre sul mio cazzo, lo assapora, il guinzaglio guida la tua testa con piccoli colpetti decisi, le tue labbra si chiudono sulle mie palle, le succhi, le assapori, “non lasciare mai i miei occhi cagna” di nuovo la lingua sull’asta, risale al glande, ora le labbra si aprono, spingo, lentamente, entro in te chiudi gli occhi colta dal piacere di sentirmi, gonfio, teso, eccitato tra le tue labbra un colpo deciso e giungo fino alla tua gola, quasi soffocandoti, ed inizio a muovermi rapido “ti piace essere scopata in bocca vero cagna? Mugoli un “ssssccci” a bocca piena e, quasi fosse un segnale esco da te, mi ricompongo, resti una volta di piu’ delusa, accenni ad alzarti mentre faccio ripartire l’ascensore “CHE FAI TROIA? CHI TI HA DETTO DI ALZARTI?” accompagno le mie parole con uno strattone violento al guinzaglio ed una sculacciata sonora sulle natiche. L’ascensore si ferma. Esco tirando il guinzaglio, mi segui, atterrita all’idea che qualcuno possa vederti così, a quattro zampe, la gonna ormai bagnata dai tuoi copiosi umori. Mi fermo davanti ad una porta, inserisco la chiave, con una lentezza esasperante apro, mentre tu guardi attorno timorosa, entriamo. Un ingresso buio “alzati, togli le scarpe, le mie cagnette devono stare a piedi nudi” obbedisci mi porto alle tue spalle, senti qualcosa sfiorarti i capelli, ed una benda nera ti copre gli occhi hai un attimo di terrore, ti sfugge un “NO”, mi fermo immobile, in silenzio, per lunghi interminabili secondi, poi la mia voce decisa all’orecchio “sai che puoi interrompere il gioco quando vuoi, ma sappi che, se lo interrompi non potrai mai più riprenderlo, ed ora SCEGLI, ORA, vuoi andartene?” “la tua risposta, sussurrata, &egrave immediata “..nnno p..pppadrone” bene, sapevo che lo avresti detto termino di bendarti gli occhi, il buio ti circonda ed aumenta la tue ansia e, soprattutto la tua eccitazione “ora ti consegnerò una SAFE WORD, una frase che potrai pronunciare in ogni istante e che immediatamente porrà termine a tutto, la tua safe word sarà MI TOLGO IL COLLARE, ricorda, in ogni istante potrai pronunciarla e tutto finirà, ma bada, FINIRA’ PER SEMPRE, hai capito piccola cagna?” un tremante “ssssi” “Vuoi pronunciarla ora?” “no padrone” senza esitazioni, so che lo vuoi, che lo desideri, che vuoi essere completamente mia, e tu sai che io lo so Ti prendo per mano, ti conduco in un’altra stanza, il buio assoluto, il freddo pavimento sotto i tuoi piedi nudi, il contatto con la mia mano, le palline che si muovono in te, tutto cio’ porta a livelli parossistici la tua eccitazione, un fiume ti scorre tra le gambe, ti mordi le labbra, sentendo ancora il sapore del mio cazzo su di te, ti inebria, lo vuoi, lo desideri piu di ogni altra cosa, vorresti urlarlo, ma sai che non devi, non puoi. Mi fermo, dolcemente ti faccio sedere, senti il freddo acciaio di una sedia sulle tue gambe, la gonna bagnata dei tuoi umori si appiccica alle cosce, la mia mano dolce ti accarezza il collo, scende, lenta, tenera slaccia il primo bottone della tua camicetta, il secondo, il terzo, senti le mie dita sfiorare quasi casualmente i tuoi capezzoli, fremi, respiri a fatica, il quarto, il quinto, le mie dita sul tuo ventre, l’ultimo bottone. La apro, i tuoi seni gonfi di desiderio, i tuoi capezzoli eccitati, anche se non puoi vedermi senti il mio sguardo deciso su di te, intrigante, DOMINANTE; passi la lingua sulle tue labbra per riassaporare il sapore del mio cazzo, un brivido ti scuote, la mia voce, dura, “STAI SEDUTA DIRITTA ED ALLARGA LE GAMBE PUTTANA”

Di scatto spalanchi le gambe e protendi il busto in avanti inarcando la schiena, senti un rumore .. sto avvicinando qualcosa alla sedia dietro di te, “MANI DIETRO LA NUCA” obbedisci consapevole che i tuoi seni pieni e turgidi mi vengono offerti.

Senti il tintinnio di catene e subito dopo, una cavigliera impadronirsi della tua caviglia, poi dell’altra, entrambi gli arti inferiori vengono bloccati. La stessa sorte subiscono i polsi, obbligandoti ad alzare e spalancare le braccia all’indietro,ed a tenere il busto eretto.

Sai che ti sto fissando, non puoi vedermi ma senti il mio sguardo sul tuo corpo, inquietante ma estremamente eccitante, istintivamente provi a muovere le gambe e le braccia, nulla .. sei bloccata, prenderne coscienza ti sconvolge, i timori hanno il sopravvento ma non riesci a parlare.

Intuisco il tuo stato d’animo, ed ecco che le mie mani scendono sensualmente e carezzevolmente sulle braccia, sulle spalle sul collo, sul viso… incredibile il contrasto del mio tocco delicato ed il contesto della situazione in cui ti trovi… ti tranquillizzi un po’.

Senti che mi sto versando da bere, e il rumore di alcuni cubetti di ghiaccio… “HAI SETE CAGNA?”

“sì Padrone” la voce &egrave poco più di un sussurro… mi avvicino

“BEVI!” senti la mia cappella bagnata sulle tue labbra “ASCIUGALO PER BENE TROIA” esegui quasi famelica mentre continuo a far colare questo strano liquido dolciastro sul mio cazzo… più lo asciughi, più lo bagno e più la tua eccitazione sale, come la mia.

Ti afferro i capelli e spingo con forza il cazzo nella tua bocca…

gemi, senza smettere di succhiare … spingendo con la lingua contro il palato, serrando forte le labbra come se non volessi più farmi uscire… sento che sei al limite, speri di ricevere il mio fiotto caldo… so quanto lo vuoi.. ma anche questa volta te lo nego staccandomi di colpo

Ti tiro indietro i capelli obbligandoti a sollevare il mento…

“HAI ANCORA SETE VERO CAGNA?”

“sì Padrone”..

“DIMMI COSA VUOI BERE!”

…… “Lo sai… voglio te”

“ME??? ALLORA CHIEDIMELO COME SI DEVE PUTTANA”

“Voglio la tua sborra calda, densa… voglio sentirla schizzarmi in bocca, impastarsi con la mia saliva, scendere nella gola”

“SPALANCA LA BOCCA!”

esegui, nella speranza che io soddisfi il tuo desiderio… invece

senti il liquido freddo e dolciastro di prima scendere in bocca, lo faccio colare direttamente dalla mia… provi un certo disappunto, ma anche questo ti eccita incredibilmente.

Rumore di ghiaccio… e immediatamente ne senti il contatto freddo sui capezzoli, sobbalzi … sono talmente turgidi da essere doloranti… li tormento a lungo così.. poi li prendo tra le dita… li pizzico… li tiro… facendoti gemere di piacere e dolore.. ed ecco qualcosa di metallico imprigionarli, urli inarchi la schiena spingendoli ancor più verso di me.

Tiro la catenella che collega i due morsetti… altri gemiti… alternati a flebili lamenti, mentre le dita s’impossessano dell’anello delle palline e con un colpo secco le sfilo, contestualmente ad uno strattone dei morsetti… urli, questa volta di dolore…

Ecco allora le mie dita sulla tua figa consolarti… ti sembra d’impazzire… sei in estasi… le senti dentro di te esplorarti frugarti… sei nuovamente alle soglie di un orgasmo, che anche stavolta non ti concederò.

“SEI FRADICIA CAGNA”… “PULISCIMI LA MANO”… lecchi le dita che spingo brutalmente in bocca, le succhi come succhieresti e leccheresti il mio cazzo… l’odore ed il sapore dolciastro e salato dei tuoi umori ti fanno impazzire… la figa, il culo, la bocca, bramano prepotentemente di essere riempiti.

Le dita tirano le tue labbra, imprigionandole in altri morsetti… sono pesanti, intuisci che ho applicato dei pesi… eccole ora tormentarti il clito, con carezze e colpetti decisi che ti fanno sussultare e mugulare.. urli quando ti applico una pinza anche lì…

Mi avvicino al tuo viso

“SEI UNA SPLENDIDA CAGNA ORA..” ti bacio con prepotenza frugandoti con la lingua.. il tuo corpo e la tua mente sono in fiamme, e mi appartengono completamente… lo sappiamo entrambi… e questa consapevolezza ci fa impazzire di desiderio… ti sento una cagna in calore, una puttana, una troia ti sento MIA … VUOI essere MIA…

solo IO riesco a farti sentire così, ad appagarti completamente, ad usarti per il mio piacere che &egrave anche il tuo… a far scaturire la vera essenza della tua femminilità… “Grazie Padrone”.

Senti qualcosa accarezzarti le cosce… &egrave un frustino di quelli con la punta larga… t’irrigidisci… lo temi… lo so… continuo per un tempo interminabile a passarlo sulla tua pelle… non sai quando, se deciderò di colpire… sei tesa come una corda di violino… immagini che io stia sorridendo per questo.

Lo senti sui morsetti della figa… trattieni il fiato, istintivamente cerchi di chiudere le gambe… ma non puoi.

Ed ecco il primo colpo… sulla coscia destra… urli… la pelle colpita brucia

Un altro colpo.. sulla coscia sinistra… un altro urlo, ancora bruciore

continuo a colpire, risalendo sulle cosce… il primo colpo sulla figa ti fa urlare più forte… i morsetti acuiscono il dolore… eppure continui a bagnarti

“CONTA TROIA .. FINO A 5”

“1..2..3…4…5” ad ogni numero un colpo

“CHIEDINE ANCORA!”

“Ti supplico Padrone… colpiscimi ancora”

“CONTA!”

“1…2..3..4..5” Altrettanti colpi tutti sulla .. la tua figa in fiamme… ed tu mi vuoi come non mai

Ti slego

“METTITI CARPONI CAGNA… ALLARGA LE GAMBE”

“subito Padrone”

Sono dietro di te e con un colpo deciso ti penetro nella figa martoriata… ti dimeni come una cagna in calore, gemi, urli… ne chiedi ancora… impazzisci sotto le mie spinte brutali, con una mano tiro la catenella che collega i morsetti dei capezzoli… mentre i pesi che ho applicato alla figa oscillano e ti sbattono sulle cosce…

tiro il guinzaglio… ti sculaccio… e sotto i miei colpi raggiungi un orgasmo animalesco.

Esco da te… e tu sfinita ti stendi a terra

“GIRATI APRI LE GAMBE”

Esegui… ti tolgo la benda, ti osservo, in piedi davanti a te

“HAI LE GAMBE BAGNATE DEI TUOI UMORI.. HAI GODUTO COME UNA TROIA” e mentre dico questo inizio a pisciarti addosso… e la tua eccitazione riprende… guardi il mio cazzo… t’inginocchi mi guardi come per chiedere il permesso… e inizi a leccarmelo

La cappella… l’asta.. le palle… la mano si muove chiusa a pugno sul mio cazzo….

Afferro con rabbia i tuoi capelli, li tiro con forza allontanando da me la tua testa “LURIDA SCHIFOSA PUTTANA, SEI LERCIA E PUZZI DI PISCIO COME UNA VACCA E VORRESTI TOCCARMI?” ti getto a terra, ti vedo smarrita, sai che ti desidero, vedi il mio cazzo teso, eccitato, so che mi desideri di nuovo, che la mia, la nostra perversione porta la tua eccitazione ed il tuo desiderio a vette impensabili. Allaccio il guinzaglio al collare, lo tiro, “vieni cagnolina”, ti rimetti a quattro zampe, mi segui in silenzio, la testa bassa; mi dirigo verso il bagno, entriamo, tolgo il guinzaglio, quasi non respiri nell’attesa di cio’ che potrà succedere, di cio’ che vorresti succedesse pur temendolo, di cio’ che SAI succederà. “ALZATI, siediti sul water, a gambe larghe cagna, voglio vederti pisciare, davanti a me” hai un attimo di esitazione, resti ferma, ma appena incontri i miei occhi non puoi che obbedirmi, ti siedi sulla tazza, allarghi le gambe, mi guardi “piscia troia, apriti con le dita e fallo qui, davanti a me” vedo che inizi a spingere, l’imbarazzo e la vergogna ti bloccano, ti senti umiliata, stranamente più umiliata per questo che non per tutto ciò che &egrave successo fino ad ora, eppure’. Senti che devi obbedire, e, lentamente, le prime goccioline escono, mentre le tue dita ti aprono, poi un getto, sempre piu’ forte sgorga rumorosamente da te, ti bagna i polpastrelli. Vorresti non sentirlo, vorresti non vedermi, eppure ami quel rumore ed ami guardare i miei occhi che fissano il tuo imbarazzo. Le ultime goccioline escono da te, mi avvicino a te, accarezzandoti dolcemente i capelli, “povera piccola, sei stremata, ti senti sporca, vieni”. Ti faccio alzare dolcemente, ci avviciniamo alla doccia, mi sei grata di queste piccole attenzioni, ti senti quasi coccolata teneramente; apro la doccia, entri “tieni la porta aperta, voglio vederti”, mi rispondi con un sorriso tenero, inizia ad insaponarti, lentamente, l’acqua tiepida scorre sul tuo corpo, le tue mani lo accarezzano insaponandolo e ti accorgi, odiandoti, di sentire crescere nuovamente l’eccitazione in te. Ti piace sentire il mio sguardo sul tuo corpo, attento ed indagatore, ti piace soffermarti ad insaponare il seno, la figa, guardandomi. Improvvisa la mia voce “VOLTATI CAGNA, APPOGGIA LE MANI ALLA PARETE E RESTA FERMA”, obbedisci prontamente, resti immobile, l’acqua ti scorre sulla schiena, scivola nel solco tra le natiche, ti provoca brividi finch&egrave”….una violenta scudisciata ti colpisce le natiche bagnate, il colpo &egrave reso ancora piu duro e doloroso dall’acqua che bagna le tue carni “questo volevi vero troia?” un secondo colpo “vero puttana che lo aspettavi?” sussurri un “sssiii” a fior di labbra “ed allora ringraziami contando i miei colpi troia,” inizi a contare 1-2-3-4-5 e ad ogni colpo la tua voce, tremante ed eccitata sussurra “grazie padrone” mi fermo improvvisamente, ti trascino fuori dalla doccia, di nuovo a quattro zampe, ora sono dietro te, sei tesa, eccitata, senti il mio cazzo pulsante appoggiato alle tue chiappe, ci batte sopra, ti spingo in avanti finch&egrave il tuo viso &egrave sopra la tazza del water e li, di colpo, ti senti lacerare le carni mentre entro brutalmente nel tuo culo un colpo rapido deciso, che ti strappa un urlo di dolore che presto lascia posto al piacere. Il tuo viso sopra la tazza, nelle tue narici l’odore acre della tua pipi che sale dal water, un leggero senso di nausea, ma poi, sotto i miei colpi sempre piu veloci, potenti, anche quella sensazione diventa erotizzante, ogni odore, ogni sensazione aumentano la nostra eccitazione “muovi il tuo culone sfondato puttana, lo so che ti piace, ora sei completamente mia, la mia cagna, ora sei tutta mia, ho posseduto tutto il tuo fisico ed ora ho la tua mente”. “So che l’odore della tua urina ti fa schifo ma ti eccita cagna, ti odi per questo ma non puoi evitarlo” L’acre odore ti entra nel cervello, vi esplode eccitante, insolito. Colpi sempre più veloci, il piacere aumenta, in entrambi, sempre di piu sempre piu forte urliamo insieme, la tua voce “godi con me Padrone”, senza rispondere accelero i miei colpi, ti stringo forte il seno, tiro i tuoi capezzoli, martoriandoli, un lungo urlo di dolore e di piacere esce da te, il tuo viso quasi cade nella tazza, ma ormai non importa, stai godendo, stiamo godendo. Senti il mio cazzo scivolare in te, senti il tuo culo aprirsi, accogliermi, senti i miei colpi, il mio cazzo nelle viscere, ti sfonda ti apre, lo vuoi “DILLO PUTTANA CHE E’ CIO CHE HAI SEMPRE SOGNATO, DILLO TROIA CHE E’ CIO CHE DESIDERI, ESSERE INCULATA COME UNA PUTTANA, CON LA TESTA SU UN WATER LERCIO ANNUSANDO IL TUO PISCIO” “si Padrone, amo essere una TROIA, la tua Troia, essere usata, umiliata da te, godere del tuo piacere Padrone”. La mia mano sulla tua figa ora, accarezza il tuo clitoride mentre ti inculo con violenza, come piace a te, come so che ami. Muovo velocemente la mano sul clito mentre accelero i colpi, sei tesa, quasi immobile, trattieni il respiro mentre un rantolo continuo ti esce dalla gola Un fiotto caldo ti riempie le viscere, mentre l’orgasmo ti coglie, restiamo immobili, appagati, aspettando che il nostro respiro torni normale, quasi teneramente abbracciati, e so quanto tu desiderassi questo ora. Ti sfioro i capelli, il viso con teneri baci, restiamo li, fermi, per quanto non importa. Poi mi senti uscire da te, sei rilassata, tranquilla. Mi senti alzare, fare la doccia, non ti muovi, stai godendo del piacere che hai avuto. Ti sorprende la mia voce ed il mio tono “COME HAI OSATO CHIEDERMI DI VENIRE CON TE PUTTANA?” Ti volti improvvisamente, mi guardi e ti odi per il fatto che il mio tono di voce ti abbia fatto provare una fitta alla figa, inumidendola, “SAI CHE MERITI UNA PUNIZIONE VERO?” sussurri un “sssiii, tutto cio che lei vuole Padrone.” In silenzio ti faccio alzare, torniamo nella stanza di prima, senti il mio sperma colare dal tuo culo, tra le tue natiche, arrossisci. “INGINOCCHIATI” obbedisci, afferro le tue mani e le lego dietro la tua schiena, fissandole poi alle tue caviglie. Sei costretta a rimanere immobile, in ginocchio e seduta sui talloni. Mi guardi, evito il tuo sguardo e, passando dietro te, ti bendo di nuovo, il buio ti circonda. “sei pronta ad essere punita cagna? Sai di meritartelo?” sussurri “ssiii Padrone” senti le mie mani tra le cosce, un oggetto duro, di metallo o plastica si insinua tra le cosce, appoggiato sulla figa, contro il clitoride, non capisci cosa sia, sei impaurita e’.assurdamente eccitata. “ora esco a cena PUTTANA, tu resterai li, immobile ad aspettarmi e…GUAI A TE SE LASCERAI CADERE CIO CHE HAI TRA LE GAMBE, CAPITO? OBBEDIRAI CAGNA?” la tua risposta &egrave pronta “si Padrone” mi senti camminare nella stanza, una porta si apre, si chiude, ed &egrave il silenzio ed il buio. Sei scomoda, ti senti sola, ti incuriosisce e ti spaventa quell’oggetto tra le gambe, ed ecco che, di colpo, l’oggetto si mette a vibrare, li sulla tua figa, contro i tuo clito e capisci di colpo che si tratta del tuo cellulare nel quale ho inserito il vibracall, sai che sono io che ti sto chiamando, che ti sto eccitando da lontano, che ti do piacere senza esserci, e cio’ ti fa impazzire. Stringi forte le gambe, gemi, allarghi la bocca cercando più aria, senti un nuovo orgasmo che sta per arrivare, aumenta, di più, eccolo”..d’improvviso, proprio mentre stai per godere, la vibrazione si interrompe, resti immobile, tesa, mordendoti le labbra, immagini il mio sorriso, chissà dove, ti sembra di sentire le mie parole, “non ancora puttana, non ancora”. Ti rilassi pian piano, le ginocchia ti dolgono, i muscoli, costretti in una posizione innaturale, si lamentano, il tuo corpo si rilassa, ed ecco, di nuovo, la vibrazione tra le tue gambe, insistente, ancor piu eccitante perch&egrave sai che &egrave provocata da me, inizi a gemere, a mugolare, vorresti che l’orgasmo ti cogliesse subito, ora, prima che io chiuda, ma sai che non &egrave cio’ che io voglio, e di nuovo, al limite del piacere, tutto si ferma, di nuovo ti rilassi, ed ecco ancora ed ancora ed ancora la vibrazione li, sul tuo clitoride, come se fossero le mie dita a premerlo. Hai perso ogni nozione del tempo, non sai quante volte sei giunta al limite del piacere e quante volte te l’ho negato, quasi come se potessi vederti, come se percepissi esattamente il momento in cui il piacere sta per coglierti e fossi pronto a negartelo. Godi come una pazza, senti la vibrazione aumentare, il tuo piacere crescere, i tuoi umori bagnano le tue cosce, colano sui tuoi talloni, sui tuoi piedi, sei in attesa dell’orgasmo e’..della mia interruzione, m’… Questa volta la vibrazione non smette, continua, tu urli, piu’ forte, il piu grande orgasmo che tu abbia mai provato urli ancora, il corpo teso, i muscoli rigidi, la pelle sudata, boccheggi cercando aria ed infine, spossata e felice, cadi a terra e’…il cellulare ti sfugge dalle gambe. Il terrore ti coglie improvviso. Senti un rumore, passi, la mia mano decisa ti strappa la benda e mi vedi li, davanti a te, in piedi, il mio cazzo duro, teso, eccitato come non mai e capisci, in un lampo che io non mi sono mai mosso, che ti ho guardata, che ti ho osservata, seduto davanti a te, che ho assistito ai tuoi gemiti, alla tua attesa del piacere, alla tua rabbia quando te lo negavo Ho sapientemente dosato, osservandoti, piacere e negazione dello stesso, Sai che io ho voluto che tu godessi, ma sai che non lo ammetterò mai, sai che ho fatto in modo che tu mi disobbedissi facendo cadere il cellulare, ma non lo ammetterò mai, e”..assurdamente, innaturalmente quasi, ti senti bagnare di nuovo, mi avvicino a te, ti sollevo di nuovo in ginocchio, il mio cazzo pulsante si avvicina al tuo viso, ne senti di nuovo l’odore, acre, penetrante, eccitante, lo muovo piano sulle tue labbra, che si aprono, la tua lingua spunta, mi guardi, quasi implorante, e.’

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