Amelia, venticinque anni, infermiera dalle belle forme, si era ritrovata in autobus in un torrido pomeriggio estivo, trascinando pesanti borse colme di acquisti. Aveva trascorso la giornata a risolvere faccende noiose e a fare compere, saltando persino il pranzo. Il suo corpo madido di sudore, il caldo umido e l’aria afosa dell’autobus non facevano che amplificare il suo desiderio di tornare a casa e lasciarsi andare a una lunga doccia rinfrescante. Ma la stanchezza che la pervadeva non era solo fisica. Il suo pensiero, sempre più ossessivo, andava alla sua vita sentimentale, ormai ridotta a una relazione vuota con un uomo che la usava solo per i propri capricci. Si sentiva sfruttata, svuotata, e la frustrazione le scavava dentro.
Con il bus affollato che sobbalzava tra frenate e accelerazioni, i corpi dei passeggeri venivano spinti l’uno contro l’altro. Ad ogni scossone, Amelia percepiva qualcuno dietro di lei che la toccava, inizialmente con un leggero sfioramento, poi con un’aderenza crescente. Decise di non voltarsi subito, ma quando l’uomo dietro di lei si fece più audace, il suo respiro sul collo, le sue mani che parevano sfiorarle di proposito il fianco, Amelia sentì il calore salirle al viso. Un brivido, di disagio o forse di eccitazione, le percorse la schiena.
Alla prima occasione si voltò, e i suoi occhi incontrarono quelli di un quarantenne affascinante. Il suo sorriso era disarmante, le sue intenzioni non del tutto chiare.
Appena Amelia si avvicinò, lui percepì qualcosa che lo colpì nel profondo. Non era solo la vista del suo corpo, ma un odore, una scia intensa e primordiale che proveniva da lei. Era l’afrore delle sue ascelle, un profumo selvaggio, caldo, intriso di vita. Gli riempì i sensi, risvegliando in lui un desiderio che non aveva mai conosciuto in quel modo.
Senza pensarci, si avvicinò ancora di più, attirato dal magnetismo di quel profumo naturale, inebriato dalla sua intensità. Si chinò lentamente verso di lei, inspirando a fondo, lasciando che quel sentore speziato e ferroso lo invadesse completamente.
Amelia sentì il battito del suo cuore accelerare mentre le sue labbra sfioravano appena la curva della sua ascella, la pelle leggermente umida, viva sotto il suo tocco.
Lei guardò l’uomo, un misto di sorpresa e curiosità nei suoi occhi, mentre lui continuava a respirarla, affondando il viso nella sua pelle, abbandonandosi a quel richiamo irresistibile. In quel momento non c’era nient’altro che l’odore di lei, l’afrore che raccontava la sua essenza più vera, più cruda.
– Mi scusi -, le sussurrò all’orecchio – ma il suo odore è… irresistibile -.
Amelia, sorpresa, imbarazzata non riuscì a pronunciare una sola parola. Lui continuò: «Ho una proposta per lei. Scenda con me alla prossima fermata e le spiegherò tutto. Se preferisce non farlo, me ne farò una ragione». Con un sorriso enigmatico, le mise tra le mani una busta. «In ogni caso, queste sono le mie scuse per l’intrusione».
Alla fermata successiva, l’uomo si avviò verso l’uscita e, inaspettatamente, Amelia lo seguì. La curiosità l’aveva sopraffatta. Una volta giù, aprì la busta: cinque banconote da cinquanta euro. Non poteva crederci. Per cosa, esattamente? Il gioco? L’invito?
– Arturo -, si presentò l’uomo porgendole un biglietto da visita. Lei lo fissò, incerta, ma intrigata.
– Va bene, voglio correre il rischio. Accetterò la sua proposta.
– Mi segua, non siamo lontani -. Arturo la guidò verso un quartiere elegante, e dopo pochi minuti si trovarono davanti a una villa in stile liberty. La invitò a entrare, e la casa, silenziosa e fresca, sembrava un altro mondo rispetto all’afa della strada.
– Che cosa posso offrirle, Amelia? Qualcosa di fresco? – Ma l’atmosfera era già carica di un’altra tensione. Arturo non perse tempo, si avvicinò a lei, il suo sguardo affilato come una lama. – C’è qualcosa in lei, oltre la bellezza, che mi attrae profondamente. È il suo odore. Lo sento fin da quando ci siamo sfiorati. Non è solo questione di pelle, ma qualcosa di più primordiale. Mi scuso per la franchezza, ma i suoi effluvi sono… irresistibili -.
Amelia, pur sorpresa dalla confessione insolita, avvertiva un brivido di eccitazione. Qualcosa in lei si stava risvegliando. – Se pensa che sia strano, la capisco -, continuò Arturo. – Ma ci sono sensazioni che vanno oltre la razionalità. Voglio esplorare il suo corpo, i suoi odori, ogni segreto nascosto…-. La sua voce era un sussurro basso, ipnotico.
Amelia si trovava di fronte a una proposta che avrebbe considerato assurda fino a qualche minuto prima, eppure il corpo le rispondeva con un fremito incontrollabile. Quell’uomo sapeva come toccare corde che nemmeno lei sapeva di avere.
Arturo, senza attendere oltre, le prese delicatamente la mano e la condusse al piano superiore. La fece accomodare sul letto, la sua mano sicura che la sfiorava leggera. Poi, con gesti lenti e decisi, le sollevò il braccio, inspirando profondamente l’odore del suo corpo accaldato.
– Perfetto -, sussurrò, con un’espressione di pura soddisfazione. Amelia, sorpresa da quanto quel gesto intimo potesse sembrare eccitante, si abbandonò ai suoi sensi, ai brividi che le correvano lungo la schiena. Le mani di Arturo erano ovunque, e mentre la spogliava con calma, ogni tocco sembrava elettrico.
Quando lui le sfilò le scarpe, Amelia, imbarazzata per il sudore che si era accumulato durante la giornata, fece per protestare. Ma Arturo la zittì con un sorriso complice. – Non avere vergogna, adoro tutto di te -. Poi, baciò i suoi piedi con devozione, facendola fremere di piacere.
Era l’inizio di una notte senza freni, di desiderio sfrenato, dove ogni inibizione si sciolse come cera sotto il calore della loro passione. Amelia sentì il suo corpo bruciare mentre lui la esplorava, i loro respiri si intrecciavano, le parole non dette si trasformavano in gemiti, in richieste disperate. – Portami al limite -, sussurrò lei, mentre lui rispondeva con una furia animale. Non c’era più controllo, solo istinto, un selvaggio bisogno di consumarsi l’uno nell’altra.
Quando il piacere finalmente esplose, fu come se tutto il mondo fosse svanito, lasciando solo i loro corpi esausti e soddisfatti, immersi in un silenzio complice. Amelia, sdraiata accanto a lui, sentì una sensazione nuova: quella di aver trovato finalmente un uomo capace di risvegliare qualcosa di profondo, di inesplorato dentro di lei.
Arturo, sempre più convinto di aver raggiunto ciò che da tempo ricercava, afferrò con forza i seni di Amelia, i suoi polpastrelli che tormentavano i capezzoli già induriti dal piacere. La giovane gemette di sorpresa, il piacere si mescolava a una leggera sensazione di dolore che la faceva godere.
Con una mossa decisa, le sfilò lentamente le mutandine, rivelando la sua intimità ormai inumidita, completamente esposta al suo desiderio. Amelia lo guardò, il cuore che le batteva forte in gola, la carne viva di un’eccitazione primordiale. Lui, senza preamboli, si abbassò, il suo respiro caldo e affamato che sfiorava la sua pelle, fino a immergersi nella sua fessura umida. Arturo affondò la lingua, affamato, divorandola come un animale. Lei ansimò, il corpo che si tendeva sotto di lui, incapace di controllare l’ondata di piacere che le attraversava la spina dorsale.
– Sei perfetta, Amelia… tutta mia -, mormorò lui con un sorriso crudele mentre sollevava il viso, i suoi occhi che bruciavano di desiderio.
Arturo si alzò, il suo membro duro che premeva contro di lei con un’urgenza animale. Le prese le mani e la costrinse a posarsi sui gomiti, il corpo di lei piegato in una posa di sottomissione. – Apriti per me -, le sussurrò all’orecchio, la voce roca e imperiosa. Lei non poté fare a meno di obbedire, spalancando le gambe, offrendosi a lui senza riserve.
Lui la penetrò con forza, il suo cazzo che si affondava in lei con una veemenza che la fece gridare. Ogni spinta era un colpo profondo, selvaggio, che la faceva vibrare di piacere. Amelia, gemette, le mani dell’uomo che afferravano i suoi fianchi, attirandola verso di lui. Il rumore umido dei loro corpi che si incontravano riempiva la stanza, il letto che scricchiolava sotto il peso dei loro movimenti.Amelia lo sentiva sempre più dentro di sé, ogni colpo che la faceva bruciare di desiderio, ma poi rallentò , il volto percorso da un ghigno, si chinò su di lei, il fiato caldo sul suo collo sibilò: – Voglio di più… ogni parte di te -, sussurrò, stringendo i suoi glutei. La mano di lui si insinuò tra le sue natiche, il dito che esplorava la sua apertura posteriore. Amelia rabbrividì, una scarica di piacere misto a vergogna la invase, ma non si tirò indietro. Sentiva la pressione crescere mentre lui forzava la sua entrata, il suo dito che scivolava dentro lentamente, invadendola. Arturo si prese il tempo di assaporare ogni istante, mentre il suo respiro si faceva più affannoso.
– E ora ti prendo tutta, qui -, le disse, la sua voce quasi un ringhio di desiderio.Amelia gemette, il corpo che si piegava a quell’atto invasivo. Lui spinse dentro di lei con forza, il suo membro che la penetrava dall’ano con una brutalità che le mozzava il fiato. Ogni movimento la riempiva completamente, il piacere mescolato al dolore la faceva tremare sotto di lui. Arturo affondava sempre più profondamente, ogni spinta che le strappava un gemito selvaggio.
– Ti piace, vero -, aumentando il ritmo. – Sono tutto dentro di te, ti possiedo -.
Amelia annaspava, incapace di parlare, i suoi gemiti che riempivano l’aria. Si abbandonò a quella sensazione totale, ad Arturo che la prendeva con tutta la sua furia, come una bestia affamata. Si sentiva sciogliere, il piacere che la attraversava con un’intensità devastante, fino a quando l’orgasmo esplose dentro di lei, lasciandola senza fiato.
Arturo non si fermava, il suo membro che si muoveva ancora più veloce, fino a che non sentì anche lui il culmine. Con un gemito rauco, si svuotò dentro di lei, il suo seme che inondava ogni parte del suo corpo sottomesso.
Amelia si rivestì senza fretta questa volta, lasciando che il silenzio fra loro parlasse più delle parole. Sentiva ancora il calore delle sue mani sulla pelle, ma il vero fuoco ardeva dentro di lei, un fuoco che non era solo desiderio, ma complicità, gioco concorde di dominazione e sottomissione, . Non c’era stato solo piacere: c’era stata una connessione, un’affinità che non si poteva negare. Mentre si voltava verso di lui, lo trovò già in piedi, lo sguardo saldo nel suo. Nessun rimorso, nessun dubbio. Solo la consapevolezza che quello che avevano trovato insieme non si sarebbe spento.
– Non finisce qui, è impossibile -. mormorò lei, sentendo che le parole scivolavano leggere, come una promessa non detta.
Lui sorrise, un sorriso appena accennato che parlava di intesa, di qualcosa di molto più profondo che non avevano bisogno di spiegare e a cui non avrebbe più voluto rinunciare. Perché una volta trovate, certe anime non si lasciano andare.
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Complimenti per la facile lettura e presa diretta
ciao cara,ho letto attentamente il tuo racconto ad alto contenuto erotico, e debbo dirti, per quanto possa sembrare raro, che…
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
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