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Racconti di DominazioneRacconti Erotici

Doppelgänger. L’oscena dualità di mia moglie.

By 17 Dicembre 2024No Comments

Quella volta era accaduto qualcosa di incredibile, al limite dell’immaginazione. Ancora oggi, ripensandoci, mi chiedo se la stessa donna che avevo conosciuto e amato per anni fosse diventata un’altra. Sandra si era trasformata in una creatura selvaggia, una femmina di mammifero in calore, spogliata di ogni inibizione.
Non c’erano stati segni premonitori di ciò che sarebbe accaduto. Forse uno sguardo più intenso del solito, un riflesso, forse neppure questo. Ma poi, senza preavviso, emergendo dal sonno, una furia nascosta dentro si era manifestata, travolgendo ogni cosa. Le neuroscienze avrebbero potuto tentare una spiegazione: una tempesta neuro ormonale, una scarica di dopamina, ossitocina e adrenalina, tutte mescolate in un cocktail che aveva acceso il suo cervello limbico. Ma in quel momento, la scienza era lontana. Eravamo solo due corpi, trascinati dalla passione.
La notte estiva, calda e afosa, sembrava gravida di un’energia primitiva, come se l’aria fosse satura di qualcosa di invisibile in agguato. Ci svegliammo simultaneamente, carichi di un’oscena voglia ma in Sandra era tutto amplificato, come se un suo doppelgänger erotico avesse preso il sopravvento alterandone i comportamenti.
Il mio volto affondava tra le sue cosce, il profumo della sua eccitazione riempiva l’aria densa. Le sue gambe mi stringevano forte, imprigionandomi. La sua schiena si inarcava mentre affondavo la lingua in quel frutto maturo e bagnato, stillante un nettare quintessenza di pura lussuria e ogni leccata era un assaggio di passione, dolce come il miele e piccante come il peperoncino. Il suo sapore mi inebriava, come se stessi bevendo direttamente dalla fonte del suo desiderio.
– Leccami meglio… sul clitoride…bravo -, gemette, la sua voce roca, distorta. – Sì, lì… la mia figa brucia… mangiamela… voglio sentirti!…Infilami un dito nel culo… fallo! –
Quelle parole, così cariche di una volgarità inconsueta per lei, così misurata anche nei momenti più intimi, mi fecero tremare di eccitazione. Il cuore mi batteva all’impazzata, e la mente si perdeva in quella tempesta di sensi. Il suo corpo, risuonava come un diapason alla nota giusta, ogni suo gemito era un invito a proseguire. Il profumo della sua eccitazione si mescolava all’aria calda, – Chiavami adesso e fami godere. Succhiami, mordimi le tette che mi piace.
La scopai con una foga inconsueta, spinto dal suo comportamento senza freni. La sua figa era un vulcano e provavo sensazioni esaltanti. Il suono del suo respiro affannoso, dei suoi mugolii si mescolava al crepitio del letto, creando una melodia primordiale e selvaggia.
Improvvisamente mi respinse. Si girò senza esitazione: sollevando il bacino e piegando il torace stava offrendomi il suo didietro con una sfrontatezza tale che mi meravigliò.
– Prendimi, voglio che me lo metti in culo… non posso più resistere, ne ho una voglia folle -, sussurrò, voltandosi a guardarmi con occhi spiritati. La sua fame di sesso continuava a stupirmi e mi coinvolgeva. Mi avvicinai, accarezzando le sue natiche tese, le allargai, carpendone il calore umido. La vista del suo buchetto stretto, che pulsava di fronte a me, era ipnotizzante.
– Sei sicura? – le chiesi, incredulo. Non aveva mai accettato quella pratica, avendone timore e ritenendola immorale.
– Si inculami, te l’ho già detto e sbrigati -, sibilò, scuotendo i suoi glutei. – Voglio sentirti dentro di me, fino in fondo.
Con mano ferma, spalmavo del lubrificante su quel buco che sembrava chiamarmi, impaziente, pronto ad accogliermi. Appoggiai il glande alla sua apertura. Sentii la resistenza iniziale, ma con un colpo più deciso, cominciai a penetrarla. Il suo sfintere si allargava attorno a me, per poi stringermi in una morsa di piacere.
-Oh sì… così! -, gridò, la sua voce intrisa di pura voluttà. Ogni spinta era un affondo deciso e sentivo le sue pareti strette e calde, pulsare attorno a me. Ogni centimetro guadagnato era un turbine di sensazioni. La percepivo vibrare sotto di me, rivoli di sudore le scorrevano sul dorso. La sua sensualità mi sovrastava.
– Scopami più forte il culo -, ansimò, e quelle parole mi fecero impazzire. – Prendimi…ficcamelo tutto su…fino in fondo, non fermarti, porco!
Con le mie mani aggrappate alle sue tette con forza, cominciai a pompare con più foga. Ogni urto era più profondo del precedente era un atto di dominio, e lei lo accoglieva, chiedendo ancora di più, schiacciandosi contro di me; le volgarità che uscivano dalla sua bocca si trasformarono in gemiti, in un miagolio di puro godimento.
– Sei così stretta, il tuo buchetto mi sta facendo impazzire -, le sussurravo baciandole il collo, insistendo nella mia azione. – Oh sì, sto venendo! -, urlò, la voce spezzata dal piacere. La sua carne tremava in preda a spasmi, poi, completamente abbandonata, la sentii cedere sotto di me.
Fu come un’esplosione incontrollabile. Le sue pareti si contrassero, stringendomi ancora profondamente, mentre la riempivo del mio seme.
– Stupendo -, sussurrò appagata e finalmente quieta.
Poi nella stanza ci fu il silenzio sottolineato da nostri respiri affannati. I nostri corpi, prima uniti in un vortice di piacere, immobili. Restammo lì, per un istante che sembrava infinito, a respirare l’aria olezzante di sesso consumato. Non riuscivo a credere allo stato di esaltazione in cui fluttuavo: non era solo un appagamento fisico ma un’ubriacatura dei sensi, un erotismo spregiudicato e feroce, inatteso e proprio per questo più inebriante e meraviglioso.
Mia moglie, la cui essenza ritenevo di conoscere, mi aveva rivelato osceni abissi insondabili. In quel momento, tutto sembrava irreale e ora nel buio, non potevo fare a meno di chiedermi se avessimo mai varcato la soglia di un mondo arcano, incrociato per incanto, capace di evocare emozioni e sensazioni stupefacenti.
– Che notte…- Ciò che era accaduto mi lasciava insonne. Lei nel frattempo dormiva tranquilla, serena, con la sua dualità nascosta, suo mistero e mia ossessione,

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