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OrgiaRacconti di Dominazione

Due per uno (parte quarta)

By 23 Dicembre 2024No Comments

Durante la settimana della moda di Milano si svolge da anni, parallelamente, una serata speciale per coppie bdsm.
Scrivo sulla chat comune che è mio desiderio condurre Alice ad un evento particolare. Sarà la prima volta che Marco non sarà presente all’uso di sua moglie, ma l’incontro ha delle regole precise. Alice risponde quando sarà l’evento? Giovedì rispondo. C’è un dress code? Non preoccuparti, ti sarà fornito tutto quello che ti sarà necessario.
La passo a prendere si presenta con un tubino nero, scarpe con tacco di 10 cm decolté, con una giacca corta blu scuro, elegante come sempre. In autostrada inizia a farmi delle domande sulla serata. Che tipo di evento è? E’ una serata a cui partecipano coppie bdsm di vario genere, master e mistress con i loro slave. Sto guidando per cui non vedo bene ma mi sembra di cogliere una luce nei suoi occhi. Tipo Eyes Wide Shut, mi chiede. Tipo rispondo, è organizzato durante il salone della moda, partecipano molte modelle, che sono strapagate dai loro accompagnatori, alcune professioniste e poi da coppie come noi due. Allora io e te siamo una coppia? Particolare, ma sì direi che master e slave sono una coppia. Cosa dovrò fare? Non molto, è la tua prima partecipazione così ho richiesto che tu fossi ammessa come candidata. Tale ruolo impedisce ai partecipanti di poterti usare liberamente senza il mio consenso. Rimane in silenzio. Cosa ti ha detto Marco? Mi ha girato intorno mentre mi preparavo, mi è sembrato un po’ nervoso ma anche elettrizzato, prima di uscire mi ha detto sei bella. E’ vero, ho aggiunto io.
Il luogo dell’incontro è una villa settecentesca a metà strada tra Milano e Como, circondata da un ampio parco. All’ingresso mostro l’invito alla security, è sempre la stessa persona da anni, è l’unico sorvegliante che si vede, ma sono sicuro che ci siano altre persone che lo aiutano pressoché invisibili agli ospiti. Una navetta fa la spola tra il parcheggio e la villa. Saliamo con altre due coppie. I saluti non vanno oltre ad un cenno. Avevo avvisato Alice di non fissare nessuno, di mantenere un atteggiamento riservato. Giunti alla villa mostro nuovamente l’invito ad una hostess, chiamiamola così, che esaminato il cartoncino chiede ad Alice di seguirla, nel contempo mi consegna una fiche con un numero, mi servirà per riprenderla. Alice viene condotta in una saletta che è adibita a spogliatoio. La hostess le dice di spogliarsi completamente e di appoggiare gli abiti su un ripiano. Resta nuda con solo le scarpe ai piedi, la hostess le consegna un mantello verde e una mascherina da indossare subito e un collare da consegnare a me.
Per gli uomini la procedura è molto più semplice, si può restare vestiti, di solito si rimane in camicia e si indossa una maschera. Mi reco davanti all’uscita dei camerini delle slave e consegno la mia fiche. Attendo qualche minuto ed ecco che esce Alice coperta dal suo mantello verde e mascherata. Mi faccio consegnare il collare e glielo metto. Come ti senti, le chiedo. Eccitata e spaventata, cosa succederà adesso? Sinceramente non lo so, rispondo. Dipenderà da chi incontreremo e da cosa mi sarà proposto. Entriamo nel salone principale, dove ci sono già diverse persone. Le donne indossano mantelli e mascherine come Alice o dei cappucci di pelle che lasciano scoperte solo occhi e bocche, i mantelli sono di colori diversi: bianchi. blu, verdi. Le mistress come gli uomini non hanno un dress code e quindi sono ben riconoscibili, anche se non conducono nessuno a guinzaglio.
Cosa significano i colori dei mantelli, mi chiede Alice. I verdi sono per le schiave alle prime armi, i blu per quelle che si possono usare solo sessualmente e quelli bianchi per quelle a cui si può far di tutto, nel rispetto delle regole del party. Quindi mi reputi una alle prime armi? Ha un tono quasi risentito. Penso che tu potresti anche indossare un mantello bianco, ma mi fa piacere averti sotto il mio controllo. Nel salone principale ci saranno quasi un centinaio di persone, ma il rumore di fondo è molto contenuto. Ci si ferma a parlare con i pochi che si riconosce, ovviamente solo tra master. Sembra che non succeda niente, una riunione bizzarra, ma l’azione si svolge al piano superiore, dove si accede da una doppia scala. Saliamo. Un lungo corridoio con salette che si aprono una dopo l’altra, come nei palazzi del ‘600 o ‘700, una porta introduce nella sala successiva.
Su una pedana posta al centro della stanza ci sono 6 cavalletti su cui sono legate 5 donne e un uomo. La scena è completata da una dozzina di persone che agiscono. Un paio di donne sono scopate in bocca e nella vulva o nel culo, da qui non si capisce. Un’altra è blandamente frustata sulle natiche mentre un uomo corpulento le sta scopando la bocca vigorosamente. C’è quasi una competizione tra l’uomo legato e la donna sul cavalletto vicino. Sono disposti in modo che le loro terga si affaccino, intorno ci sono quattro persone, tre donne, che sembra facciano a gara nel dilatarli sempre più con l’uso di dildi, che vengono via via introdotti. L’uomo ha una ball-gag, ma si sentono distintamente i suoi mugolii, dà l’impressione di essere al limite. Effettivamente il dildo con cui una signora minuta lo sta prendendo sembra enorme, saranno almeno 6 centimetri di larghezza. Alice mi si fa più vicina, mi aderisce quasi, sta guardando la scena con la massima attenzione. La tocco per vedere il suo grado di eccitazione, è bagnata. Decido di passare oltre.
Dopo pochi passi entriamo in una sala divisa da un separè che fa da gloryhole. Cinque donne sono su delle panche a quattro zampe da un lato, dall’altro altrettanti uomini, su dei gradini, che sporgono i loro cazzi attraverso i fori e li offrono alle bocche delle slave. Il motivo per cui le donne sono sulle panche diventa evidente quando un uomo si avvicina ad una di esse, le umidifica il culo con la saliva ed inizia a scoparla. E’ lui che dà il ritmo al pompino dell’altro. Gli uomini dietro al separé si susseguono con regolarità, nessuna delle ragazze resta a bocca asciutta.
Se ti mandassi al loro posto? Mi guarda, ma non colgo la sua espressione. Sono la tua umile schiava, se lo desideri lo farò. Non ancora rispondo. Voglio condurla nella sala delle mistress e affidarla ad una di loro. La conduco ignara verso la mia meta. Entriamo. Ci sono molte poltrone e dormeuse, occupate da coppie o da trii. Per lo più ci sono uomini incappucciati con il collare impegnati a soddisfare le loro signore. Faccio un rapido giro con lo sguardo e sono attirato da rossa giunonica che si sta facendo leccare i piedi da uno slave. Mi avvicino con Alice per mano e le chiedo se fosse interessata a una sessione con lei. Si alza, sarà quasi uno e ottanta, slaccia il mantello di Alice, l’afferra alla base della nuca e la spinge in ginocchio. Alice si ritrova la sua figa a due centimetri dal viso. Non mi ha mai guardato, non so se per la velocità dell’azione o perché presa dalla situazione. Fino a dove posso spingermi mi chiede la rossa. Fino a dove ritieni giusto, è la sua prima esperienza pubblica, quindi sei fortunata fanne buon uso. Mi sorride, poi intima ad Alice leccamela, voglio vedere tutti i centimetri della tua lingua. Alice esegue, lecca la figa come fosse un cono gelato, lenta, percorrendo tutto il solco tra le piccole labbra. Mi chiedo se l’avesse mai fatto prima. La rossa sembra apprezzare. Vedo le mani scendere verso i capezzoli di Alice e poi un urletto, smette di leccare, il dolore deve essere forte. La rossa le assesta uno schiaffo sul viso altrettanto rumoroso. Non ti ho detto di smettere di leccare. Alice riprende a leccargliela, ma con un ritmo più rapido. Mi sembra di vedere una lacrima scendere sul suo volto. La rossa la conduce a quattro zampe verso la poltrona dove si accomoda e riavvicina il viso di Alice alla sua figa. Brava puttanella. Se continui così mi farai venire. Tu verme, rivolgendosi al suo slave, lubrificale il culo. L’uomo si accosta al culo di Alice e inizia a leccarla. Voglio che sia colante, se trovo resistenza quando la inculo ti punirò duramente e tu adesso infilami due dita dentro senza smettere di leccare che voglio venire. Dopo alcuni secondi, la vedo inarcare la schiena e gemere forte. Si alza. Dal tavolino di fianco alla poltrona prende uno strap-on con un dildo lungo una ventina di centimetri, tu verme vieni qui, infila il cazzo di plastica nella bocca del sub e lo spinge avanti e indietro più volte, su da bravo sbava sul cazzo della tua padrona, il sub è quasi soffocato e ovviamente sbava copiosamente. Soddisfatta si posiziona dietro ad Alice. Le dico aspetta, prendo il suo posto sulla poltrona. Adesso puoi continuare le dico. Con fare esperto vedo che gioca con le dita. Non so quanto delicatamente e poi la vedo armeggiare con il dildo. Guardami dico ad Alice, che alza gli occhi verso di me. Voglio assaporare il momento. Sgrana gli occhi, apre la bocca, il dildo è entrato, esce un piccolo gemito. offro il mio cazzo ad Alice. Continua a guardarmi le dico. Non voglio perdere il contatto con lei, con la sua volontà, con la sua mente. La rossa continua a pomparla nel culo aumentando il ritmo, Alice non può far altro che seguire quel ritmo con la sua bocca sul mio cazzo. Non voglio venire, mi sfilo e le prendo il mento con una mano. La rossa si sfila anche lei, ma solo per cambiare buco. Lo sai che questa puttanella è un lago? Credo che in attimo verrà. Ma se lo farà senza il mio consenso sarà punita come merita. Alice non segue l’ordine e viene rumorosamente, poi si lascia andare a terra. Ti avevo detto di aspettare le dice la rossa con un sorriso malizioso, adesso il tuo padrone dovrà punirti. E’ giusto dico. Hai una frusta da darmi? Ovvio. Mi porge un frustino di quelli fatti di striscioline di pelle. No questo non va bene, accarezza voglio qualcosa che la segni. Rivedo il sorriso di prima. Allora usa questo, porgendomi un frustino da equitazione. E’ il tipo di frusta che preferisco, preciso, può lasciare diversi tipi di segni. Dimmi un numero verme. Venti. Brutto bastardo interviene la rossa quello sarà il numero dei colpi che riceverai tu, otto ben assestati potranno essere sufficienti. Alice conta i colpi e ad ognuno di essi ringrazia. Non saranno colpi leggeri, Ahhh, uno grazie signore. I primi colpi si alternano sulle natiche, ma gli ultimi tre colpiscono sempre la stessa. Otto grazie. Non lacrima anche se ha ricevuto una punizione robusta, ma sembra quasi esausta. Alzati Alice. Le dice la rossa, prendi il frustino, lascio a te il compito di punire questo verme traditore. Alice mi rivolge uno sguardo veloce e poi rianimata dalla richiesta si alza, impugna il frustino e selvaggiamente sfoga le sue emozioni sul sub. I colpi sono disordinati dati con rabbia quasi un rito liberatorio. E’ ora del commiato, ringrazio la rossa e la faccio ringraziare anche da Alice. Mi prende la mano e la stringe forte. Grazie padrone, la prossima volta saprò fare meglio.
La conduco in un’altra stanza. Qui una ragazza è inginocchiata in mezzo a otto uomini, lei ne sta masturbando due, uno le sta scopando la bocca gli altri si masturbano. Il fine è quello di riempirla di sborra. Cosa che avviene regolarmente. Il gruppo si scioglie. Adesso tocca a te le dico, spingendola verso il centro della stanza. Non se lo aspettava. Fa scivolare il mantello e si inginocchia. Il circolo si compone. Gli uomini le menano i cazzi tutto intorno. Uno si avvicina di più per farsi segare, Alice lo prende in mano ed inizia a masturbarlo. Ben presto anche l’altra mano impugna un secondo cazzo. Gli uomini si alternano tra le sue mani o si segano da soli. Uno le si pianta davanti con l’intenzione di farsi spompinare, tenendosi aggrappata a due cazzi sconosciuti ne ingoia un terzo. Adesso gli uomini intorno a lei sono molti di più, almeno dodici e la sborrata collettiva inizia. Il primo è quello che esce dalla sua bocca e con due colpi le viene sui capelli, gli altri si stringono intorno a lei ed iniziano a ricoprirla del liquido lattiginoso. In un attimo, viso e seni son ricoperti di sperma di sconosciuti. Resta sola, inginocchiata, bellissima. Mi avvicino. La rialzo, le porgo il mantello, le do un bacio sulle labbra, unica parte non ricoperta da sperma.
Scendiamo le scale, la accompagno verso lo spogliatoio. Non farti la doccia, ti farai pulire da Marco una volta tornata a casa, gli racconterai tutto di questa serata. Esce dopo pochi minuti. Il viaggio verso casa durerà un’ora e trenta, sono curioso di sapere cosa mi dirà… Resta in silenzio per un bel po’, mi chiedo cosa le stia passando per la testa. Glielo chiedo. Penso che sono tua, la tua schiava, la tua puttana o quello che vuoi che io sia per te.
Per commenti valentinois.2015@yahoo.it

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