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Racconti di DominazioneRacconti Erotici

I RACCONTI DELL’AVVOCATO La terza vendetta Prima parte

By 11 Agosto 2023No Comments

Per suggerimenti, critiche o altro, potete contattarmi a: fabridm77_2022@libero.it
cerco inoltre una donna scrittrice con cui impostare un racconto “a due mani”, se ci fosse qualcuna interessata…potremmo parlarne!

“ti sei divertito questo weekend vero?” mi chiese R. entrando nel mio ufficio.
Si era messo bene in tiro per l’occasione, una camicetta sbottonata al punto giusto, un paio di pantaloni attillati e due belle scarpe col tacco, a risaltare il bel culo che si ritrova.
“beh, direi proprio di si” risposi “anzi, ti devo ringraziare, mi ha detto F. che c’è sotto il tuo zampino”
“ah, la povera F., chissà che le hai fatto?” sussurrò maliziosa lei, avvicinandosi al sottoscritto.
“prova ad immaginare, me l’hai concessa per un fine settimana, chissà che le avrò fatto!”
Non so come, ma dopo quello che avevo subito, per riequilibrare la situazione R. aveva convinto F. a mettersi a mia completa disposizione per un weekend intero: sarebbe diventata la mia schiava sessuale e proprio per questo l’avevo portata in una casa al mare che usavo proprio per queste esigenze, e debbo dire che non avevamo visto tanto la luce del sole, impegnato come ero io a soddisfare alle mie voglie e lei a soddisfarle.
R. si sedette sulle mie gambe, dopo aver spostato un po’ la sedia.
“mi sa che vi siete divertiti parecchio” rise indicando il mio cazzo che stava avendo un’erezione al ricordo del fine settimana marino.
“beh” ammisi “non è solo il ricordo a farmelo diventar duro, lo sai che anche tu mi fai questo effetto”
“ah si” sussurrò lei.
“sempre” risposi, iniziando a toccarle quei meravigliosi seni che aveva.
“ma io lo so che avete fatto, cosa credi?” mi disse lei maliziosa.
“ah si? E come lo sapresti?” chiesi.
R. si tolse il telefonino dalla tasca del sedere e me lo sventolò davanti.
“F. mi ha fatto una telecronaca di cosa stavi facendo, caro mio” mi spiegò.
“vedi” continuò davanti alla mia faccia perplessa “ho ordinato a F. di mandarmi un bel messaggino ogni volta che succedeva qualcosa di sessualmente rilevante fra di voi”
“e l’ha fatto?”
“certo, cosa credi, i patti erano questi”.
R. mi guardò.
“li hai già letti?” chiesi
“cosa credi?” rispose R. facendomi l’occhiolino.
“credo che li vuoi leggere con me” le dissi.
La presi per la vita e me la misi comoda sulle mie gambe, di modo che il suo culo fosse proprio sopra il mio cazzo già bello turgido, poi le misi le mani su entrambe le tette e la tirai forte verso di me.
“leggili, porca, tanto lo so che è quello che vuoi” le sussurrai all’orecchio, passandole poi la lingua su tutto il collo e mordicchiandogli le orecchie.
R. aprì le gambe, si sistemò in modo che il suo culo fosse proprio sopra in mio cazzo e tirò fuori il cellulare.
“ore 18.30, CIB subito entrati in casa, messa in ginocchio” lesse
“CIB?” chiesi
“Cazzo In Bocca” mi spiegò “sai, abbiamo usato alcuni acronimi per far prima. ore 19.30, dopo CIB bagnato, cammino a quattro gambe come una cagna fino alla cucina, CIF all’ingresso, io a col culo per aria il Porco sopra di me a stantuffare, venuta”
“CIF sarebbe…”
“Cazzo In Figa, ovviamente, ed il Porco sei tu”
Mi strizzò l’occhio, io le palpai le tette.
“ore 20.00, CIB duro mentre il porco cucina, testa appoggiata sul mobile sotto i fornelli, il Porco prepara la cena e nel mentre mi scopa in bocca”
“ore 20.15, il Porco mi fa sedere sulle sue gambe, CIF con mutandine messe di lato, mi imbocca il cibo, il Porco passa il cibo sulla mia figa bagnata, poi me lo fa mangiare o lo mangia lui, dice che è più buono così”
R. mi guardò.
“non mi ringrazi? L’idea te l’ho dato io o sbaglio?”
“grazie grazie, ma la tua figa ha un sapore migliore, fidati” le dissi, mettendole una mano dentro i pantaloni e portandomela alla bocca.
“scemo” mi canzonò “ore 20.30, CIC lui fermo sulla sedia, io mi impalo senza pietà”
R. mi guardò.
“CIC sarà Cazzo In Culo no?” le dissi.
“ma che intuito, bravo! Ma si tratta così una povera Collega?” fece finta di rimproverarmi.
Le strizzai i capezzoli, poi scesi con le mani verso le sue gambe e le allargai per bene, in modo che la figa fosse ben aperta.
“continua continua, che ti stai eccitando, la sento da quassù che hai la figa calda”
“ore 21.00, messa a pecora sul divano, mi ordina di mettermi due dita nel culo, eseguo, lui CIF, poi toglie il cazzo dalla figa e ci mette dentro la mano, ho la figa bagnatissima e la mano entra tutta, mio primo fisting godo come una troia. Davvero le hai messo la mano nella figa?”
Io annuii “era tutta bagnata è entrata tutta senza particolare problemi”
R. scosse la testa, poi continuò.
“ore 21.30, CIC duro e forte, una mezzora di inculata molto severa, poi mi viene dentro. Prende un bicchiere, verso la sborra dal culo al bicchiere e bevo. Lecco il cazzo del porco e lo pulisco per bene”
R. strofina il culo sul mio cazzo, ormai completamente eretto, mentre io le ho messo una mano dentro i pantaloni e le accarezzo la figa, già bella bagnata.
“non venire” le sussurro
“non venire tu” mi risponde.
Ci sorridiamo a vicenda, questi giochetti ci sono sempre piaciuti.
“come te la sei inculata, sempre a pecora?” mi chiede.
“sul divano? Si sempre a pecora, prima normale, poi sono salito sopra e me la scopavo di brutto mentre si sditalinava per bene, dovevi vedere come urlava la troietta, certo gliel’ho quasi rotto il culo, ma le piaceva fidati”
R. ansima.
“come lo rompi a me, porco? Gliel’hai rotto così?” mi chiese.
“finisci di leggere, che fra un po’ arriva anche a te, tranquilla”.
“ore 22.00, il porco è seduto a gambe larghe sul divano, io in ginocchio davanti sempre a pecorina, dice che una cagnetta come me deve stare così, comunque CIB, lecco e succhio per bene il cazzo già dritto, secondo me il porco si è imbottito di viagra”
R. mi guarda ed io sorrido
“lo sai che non ne ho bisogno” scherzo.
R. alza gli occhi al cielo, poi urla quando gli pizzico il clitoride.
“stronzo” mi fa “ore 22.30, CIC verso la camera da letto, io sempre a quattro zampe a metà strada mi incula a tradimento, culo ormai rotto”
“ore 23.00, a dormire, dopo un brutale CIB, stesa sul letto, con la testa fuori dal materasso, il cazzo del porco mi scopava la gola, mi teneva ferma la testa per fottermi meglio, poi è venuto direttamente in gola, ingoiato tutto”
Io ero ormai fuori controllo per l’eccitazione, tiro fuori il cazzo già bello dritto, poi R. come se nulla fosse si divincola dal mio abbraccio e se ne va.
“ma mi lasci così? Sei scema?” le urlo dietro.
“questa è solo la prima giornata” mi risponde come se fosse la cosa più ovvia del mondo “vediamo come ti sei comportato domenica, poi decido se scoparti oppure no”
“cazzo R., ma sei crudele, dai, puoi mica lasciarmi così” la imploro indicando il cazzo bello dritto.
R. alza le spalle, si volta ed esce dalla stanza, lasciandomi solo come il cretino che sono, seduto sulla scrivania con il cazzo di fuori, eccitato come un quindicenne per aver letto dei messaggi su whatsapp.
Certo, il protagonista dei messaggi sono io e questo mi consola, ma resta sempre la vaga sensazione che R. sia più avanti di me, in questo momento.

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