(continua da parte 1)
Avevo fatto ad Alberto un pompino sul divano di casa e ci eravamo spostati in camera sua, sdraiandoci nudi sul suo letto facendoci le coccole e baciandoci fino a quando i nostri piselli non tornarono duri.
Si porgendomi il suo pisello, che mi reinfilai subito in bocca e ripresi a succhiare, da una posizione diversa rispetto a prima. Da sdraiato era più complesso, ma il tutto era molto eccitante, così come era eccitante sentire sul suo pisello ancora il sapore salato della sua venuta precedente, mentre lui cominciò a dedicarsi al mio. Ci sapeva fare e sentire il mio pisello dentro la sua bocca mi provocò una sensazione elettrizzante. Restammo così messi a 69 per alcuni istanti, non so quanto, ma volevo che quel momento non finisse mai. Si mise seduto sulla mia faccia facendosi leccare le palle cosa che lo fece gemere di piacere. Ormai i nostri piselli erano durissimi e la mia eccitazione era a mille, lui capì subito quale fosse il passo successivo. Si staccò, si alzò dal letto e tirò fuori un flacone di lubrificante e un preservativo da un cassetto, palesando così le sue intenzioni.
– Lo vuoi?
– Sì.
– Allora mettiti a pecora, cagna
Quest’ultima frase la disse con un tono autoritario che mai gli avevo sentito usare, ma aveva capito perfettamente cosa volevo ed era entrato nella parte. Quel “cagna” detto con finto disprezzo mi fece eccitare ancora di più ed eseguii immediatamente il suo ordine, mettendomi carponi sul bordo del letto, con le gambe larghe e la schiena e il culo inarcati verso l’alto. Lui mi infilò un dito coperto di gel nel buco e cominciò a massaggiare delicatamente, prima con un dito, poi con due. Sentii alle mie spalle la bustina del preservativo rompersi, capii dai movimenti che se lo era infilato e si stava posizionando con la cappella sul mio buco.
– Non è la prima volta che prendi un cazzo, ma è la prima volta che prendi il mio, Vediamo se ne sei degna, zoccoletta
– Sarò degno, sono tutto tuo, fottimi
La mia ultima frase cercai di dirla con il tono più sottomesso possibile, non so se era credibile, ma non era un problema. Alberto spinse il suo cazzo dentro il mio buco e sentii dolore, sentivo il suo cazzo dentro il mio retto come un corpo estraneo. Provavo dolore e mi scappò un “ahia” che lo fece eccitare ancora di più
– Lo so che fa male, ma ora ti passa
Ed era vero, non era la prima volta. All’inizio fa male, ma poi il dolore passa e inizia la goduria ed avenne esattamente così. Cominciò a spingere con affondi regolari, prima lenti e profondi, per far abituare il canale alla nuova presenza, poi sempre più martellanti. Ormai la fase del dolore era passata, sentivo il suo bastone che faceva avanti e indietro nel mio canale provocando vampate di calore in tutto il mio corpo ad ogni passaggio. Mi prendeva da dietro e cambiava anche lui postura, prima in piedi afferrandomi i fianchi con le mani per darsi la spinta, poi a cavalcioni sul mio culo, per scendere più in profondità e poggiando il suo peso sul mio bacino, costringendomi a sforzare con le gambe per non crollare sotto il suo peso. Lui spingeva e ansimava, io stringevo le dita nelle lenzuola gemendo e mugolando, mentre mi fotteva con decisione. Sfilava quasi interamente il suo cazzo per poi reinfilarlo di colpo, una cosa che inizialmente mi provocava dolore, ma poi cominciai ad apprezzare tanto da chiedergli di farlo ancora, cosa in cui lui era ben felice di accontentarmi.
Il mio organismo era scosso di piacere, era una cosa che non avevo mai provato prima. Come ho raccontato, avevo già preso dei cazzi in culo, ma sempre da trans a pagamento che, per quanto potessero simulare passione, erano comunque delle persone professioniste pagate per farlo. Qua per la prima volta avevo a che fare con un uomo, con tutta l’energia di un uomo eccitato e che mi scopava perché voleva farlo, solo quest’idea provocava in me una grandissima eccitazione mentre Alberto continuava ad affondare il suo cazzo nel mio culo e a insultarmi, a darmi della cagna, della troia, a dirmi che ero solo una custodia per il cazzo: aveva capito perfettamente la mia indole sottomessa perché questa cosa mi faceva eccitare ancora di più.
Uscì dal mio culo lasciandomi quasi deluso, perché volevo che quel momento durasse ancora a lungo.
– Ho bisogno di una posizione più rilassante, mettiti un cuscino sotto la schiena
Obbedii subito e mi trovai disteso sulla schiena, con il culo tenuto in alto dal cuscino e le gambe aperte, con lui che si accostò e mi rimise subito il cazzo nel culo. Ora lo potevo vedere bene, vedevo il suo torace sudato che spingeva contro il mio bacino mentre mi teneva i piedi con le mani. Continuava a spingere mentre io ansimavo, alternava gli insulti di prima con momenti di estrema dolcezza in cui scendeva, univa il suo petto al mio e mi baciava mentre continuava a scoparmi. Mi accorsi che stava per venire e cominciò a smanettare il mio cazzo durissimo, non gli fu necessario smanettare troppo: bastarono pochi affondi e, emettendo un “ahhhh” soddisfatto, venni inondando la pancia di sperma, con alcuni getti che mi raggiunsero fino alla gola. Anche lui ormai era finito, tolse il cazzo dal mio culo, si sfilò il preservativo e si mise a cavalcioni sul mio petto cominciando a masturbarsi: nel giro di pochi secondi mi inondò, per la seconda volta in meno di un’ora, la faccia di sperma emettendo anche lui un grande gemito di soddisfazione. Questa volta un fiotto finì direttamente dentro la mia bocca aperta e me lo gustai bene, caldo, salato e un po’ meno denso di quello di prima (era la seconda venuta in un’ora) prima di ingoiarlo.
Alberto era sfinito e si buttò sul letto accanto a me, baciandomi. Non ci dicemmo nulla per alcuni minuti mentre stavamo lì a carezzarci e scambiarci bacetti. Fui io a rompere quel silenzio meraviglioso
– E’ stato bellissimo
– Ti è piaciuto tanto?
– Sì e lo desideravo
– Sono contento che ti sia piaciuto
Si accorse che il preservativo si era un po’ sporcato, nella foga dell’eccitazione non avevamo pensato alla buona regola di presentarsi con il retto ben pulito prima di farsi ingroppare, ma la prendemmo sul ridere.
– La prossima volta però prima facciamo dei bei giochini per presentarci puliti puliti
– Certo…mi farai provare il tuo culo un giorno?
– Forse…forse un giorno ti concederò questo onore, ma te lo dovrai meritare.
Quel “te lo dovrai meritare” mi fece capire che avrei dovuto fare tante cose prima di assaporare anche io le gioie del suo sfintere, ed ero pronto e desideroso di farle.
Complimenti per la facile lettura e presa diretta
ciao cara,ho letto attentamente il tuo racconto ad alto contenuto erotico, e debbo dirti, per quanto possa sembrare raro, che…
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?