Un giorno dovetti lasciare la città per passare qualche settimana in Sardegna. Mi dispiaceva staccarmi da Alberto, ormai la nostra relazione stava diventando qualcosa di più di una semplice amicizia scopereccia e mi dispiaceva anche allontanarmi dalla trans Chiara, con la quale dopo quella meravigliosa prima scopata a tre era iniziato un rapporto decisamente godurioso con incontri regolari che prevedevano anche “ospiti” d’eccezione, di cui racconterò un’altra volta.
Dovendo restare in Sardegna per qualche settimana e contando di aver bisogno della macchina, trovai naturale fare il viaggio in nave e fu in questo viaggio che feci la mia prima esperienza fuori dalla “comfort zone” di Alberto e Chiara che ormai mi ero creato.
Notai subito quel ragazzo all’imbarco e alla fila per le cabine, più giovane di me, apparentemente sulla ventina, alto, capelli ricci scuri, fisico scolpito che si intravedeva perfettamente sotto la camicia attillata: mi limitai a spogliarlo con gli occhi e spompinarlo col cervello, respingendo subito qualsiasi idea, non ero pratico di approcci “avventurosi” e mi sembrava di tradire Alberto, anche se non ci eravamo mai posti certi paletti.
Lo rividi qualche ora dopo, a nave già salpata, mentre cenavo nel ristorante di bordo. Non era un periodo di flussi turistici, quindi la nave era quasi vuota e non c’erano problemi nel trovare un tavolo nel ristorante, eppure si sedette lui in un tavolo vicino a me. Cercavo di non guardarlo, ma ero attratto da lui e a un certo punto mi resi conto che pure lui mi guardava. Finita la cena, eccitato dalla cosa mi alzai per cercare di calmare i miei bollori con una sigaretta all’esterno. Mi raggiunse lui, tirò fuori una sigaretta e mi chiese se poteva accendere, la scusa più vecchia del mondo, ma sempre efficace. Gli passai l’accendino e cominciammo a parlare del più e del meno, si presentò, si chiamava Marco, aveva 22 anni e stava andando in Sardegna per motivi di lavoro come me.
Mentre parlavamo con leggerezza, a un certo punto mi accarezzò il culo con una mano: io mi irrigidii subito e lo guardai, lui rispose con uno sguardo pieno di malizia
– Mi stai puntando da quando siamo saliti a bordo – disse –
– Impossibile non notarti, sei bellissimo – gli risposi –
Si avvicinò a me e mi diede un bacio a stampo sulle labbra, da cui si staccò subito
– Vuoi venire da me in cabina?
– Andiamo – Gli risposi sussurrando
Ci incamminammo nel corridoio ed entrammo nella sua cabina: aveva preso una lusso, con letto matrimoniale e salottino, ma in realtà non riuscii a guardare bene la cabina perché appena chiusa la porta alle nostre spalle mi ritrovai avvinghiato a lui con le nostre lingue che si incrociavano avidamente dentro le nostre bocche. Gli sfilai rapidamente la camicia e rimasi a bocca aperta, altro che “fisico scolpito”, era una vera e propria statua greca: due pettorali rigidi e armoniosi incorniciavano un petto del tutto glabro e, come a sostenere quel ben di Dio, al di sotto si trovava una muraglia di addominali. Completavano il tutto due braccia possenti, toniche e muscolose. Aveva tatuaggi su petto e braccia e la cosa mi eccitava ancora di più, il mio cazzo diventò subito durissimo e già pregustavo cosa poteva esserci ancora più in basso. Ci staccammo un attimo e decidemmo di andare a darci, uno alla volta, una rinfrescata nel bagno della cabina: mi sarebbe piaciuto starci insieme, ma era abbastanza angusto per una persona sola, figuriamoci due.
Lo ritrovai seduto sul letto, ancora a torso nudo e rimasi qualche secondo a contemplare quella specie di bronzo di Riace pregustando quello che avremmo fatto.
Mi accostai a lui sul letto e ripresi a baciarlo, lui mi accarezzava e cominciava a spogliarmi
– Stasera vuoi essere la mia fidanzatina? – Disse, evidentemente già comprendendo che sarebbe stato lui a comandare le danze
– Sì…e cosa gli vuoi fare alla tua fidanzatina stasera? – Gli risposi
– Stasera ho tanta voglia
– La voglio aprire in due, voglio farla godere
Gli palpavo la patta dei pantaloni e sentivo lì dentro una dimensione importante, sfilai tutto e altro che importanza: era un palo, lungo, grosso, già durissimo. Non saprei quantificare in centimetri, sicuramente più grosso di Alberto (che, come detto tante volte, non è “piccolo” ma nemmeno un superdotato), più a livello Chiara, però conformato in modo diverso. Marco aveva un cazzo che era un vero e proprio palo dalla larghezza uniforme e una cappella molto pronunciata. Lo scroto era grosso, soppesai le palle con una mano mentre cominciavo a maneggiare quel cazzo con l’altra. Una particolarità è che se tutto il corpo lo aveva depilato, pube e scroto erano al naturale, ma non troppo folto, quindi la cosa non mi dava fastidio, anzi, lo trovavo ancora più eccitante. Cominciai a succhiare quel cazzo come sapevo fare, in ginocchio accanto al letto, mentre lui si era già coricato e mugolava di piacere a ogni mio affondo. Andammo avanti così per qualche minuto, nel frattempo entrambi avevamo finito di spogliarci ed eravamo nudi, lui coricato nel letto, io inginocchiato in mezzo alle sue gambe intento a succhiare quel magnifico palo di carne.
A un certo punto mi fece girare e cominciammo un meraviglioso 69, io sopra di lui continuavo a succhiare quel cazzo e lui, sotto di me, si dedicava al mio: ogni tanto mi dava delle leggere strisciate coi denti, forse non era espertissimo di pompini, ma la cosa non mi diede fastidio e mi limitai a godermi il tutto, un cazzo nella mia bocca e il mio cazzo nella bocca di un altro, per qualche minuto. Lui poi passò a leccarmi il buco del culo e a penetrarlo con le dita, chiara preparazione al momento clou
– Sei bello largo noto, ci entrano due dita con appena un po’ di saliva – Disse, notando il mio “allenamento” anale
– Lo vuoi allargare ancora un po’ di più? – Gli risposi in quel modo provocante che ormai avevo imparato ad avere con Alberto
– Adesso ci pensiamo – Rispose
Si alzò lasciandomi a pancia in giù nel letto e frugò tra le sue cose, vederlo così scolpito, nudo, con quel cazzo meraviglioso eretto e parallelo al pavimento, continuai ad eccitarmi. Mi disse di non avere del lubrificante, ma di aver preso del burro nel ristorante. Rimasi perplesso, lo avevo sempre fatto utilizzando lubrificanti specifici e senza mai risparmiare, ma quell’aria da avventura improvvisata che dava l’uso del burro mi eccitava particolarmente e gli dissi che non c’erano problemi.
Mi mise un cuscino sotto la schiena e cominciò a spalmarmi il burro nel buco del culo, ormai si era sciolto e quindi scorreva senza troppi problemi. L’odore del burro di solito non mi piace troppo, ma in quel contesto di eccitazione, mentre lui frugava con una, due, tre dita dentro mio culo spalmandone il più possibile, mi sembrava la miglior essenza del mondo. Mentre lui continuava a frugare nella mia intimità anale, io ero abbandonato al piacere, con le braccia alzate sopra la mia testa. Si alzò, mi baciò di nuovo sulla bocca e decise che era giunto il momento. Prese un preservativo (fortuna che quelli li aveva, non avrei mai accettato altrimenti), se lo infilò, si accostò tra le mie gambe aperte e puntò la cappella sul mio buco. La cappella era, come detto, la parte più grossa e pronunciata, ma entrò abbastanza facilmente e non mi fece male. Forse incoraggiato dal mio mugolio soddisfatto con l’ingresso della cappella, pensando quindi di avere il via libera, affondò con un colpo secco di reni che mi tolse il fiato e mi fece reprimere un urlo di dolore: va bene avere il culo allenato, ma tra il cazzo grosso e la lubrificazione che era quel che era, con il burro come soluzione artigianale alla mancanza di lubrificante, prendere un palo così nel culo fa comunque male. Lui se ne accorse
– Ohi scusa…ti ho fatto male??
– Sì, stai attento per favore – Gli risposi ansimando
– Lo levo??
– No….se lo levi è peggio, ora lascia lì e aspetta che mi abitui
In effetti piano piano il dolore si attenuava con lui, forse sinceramente preoccupato, che si preoccupava di restare il più fermo possibile mentre io piano piano gli dicevo che poteva cominciare a muoversi. Cominciò infatti a scorrere, piano, avanti e indietro seguendo fedelmente ogni mia indicazione, mentre il mio dolore iniziale veniva gradualmente sostituito dal piacere. Gli diedi il via libera a un certo punto, poteva andare col ritmo che preferiva e, dopo avermi baciato e sorriso, cominciò a pompare dentro il mio culo. Dentro quella cabina si sentivano solo i nostri gemiti e affanni e il “ciaff ciaff” della sua scopata dentro il mio culo, lui si appoggiava alle braccia accanto a me, mentre io incrociavo le gambe sulla sua schiena come ad accoglierlo meglio nel mio corpo. Passato qualche minuto così lo invitai a cambiare posizione, si sfilò quindi dal mio culo e mi misi a pecora sul bordo del letto. Lui si mise in piedi, mi rimise il cazzo nel culo, ormai aperto e bagnato, quindi senza difficoltà, e riprese a fottermi da dietro tenendomi stretti i fianchi con le sue mani e dandosi la spinta con le sue gambe muscolose. Vedevo la scena da uno specchio accanto al letto, io a quattro zampe sul letto e alle mie spalle il suo corpo muscoloso e sudato che spingeva e sudava, con il suo sguardo totalmente stravolto dal godimento: capii che non aveva ancora per molto, ma volevo godermela ancora, quindi mi staccai da quella posizione e lo feci mettere supino. Gli salii a cavalcioni, mi imboccai il cazzo nel buco e cominciai a cavalcarlo con la schiena buttata all’indietro e col mio cazzo sempre più duro e bagnato di precum che sbatteva sulla sua tartaruga addominale durissima: come ben sapeva Alberto era una delle mie specialità, infatti dopo solo qualche colpo lui mi strinse forte le mani sui fianchi, il suo sguardo cominciò a trasformarsi in una maschera di piacere e con un semplice “ohhhhhh” mi accorsi che stava venendo, riempiendo di sperma il preservativo in un orgasmo che durò parecchi secondi, lo avevo veramente fatto godere. Finito quel momento crollò esausto e sudato, mentre io mi appoggiai al suo torace cominciando a leccare i suoi pettorali, salati dal sudore, per poi baciarlo avidamente. Lui, mentre ci baciavamo, afferrò con le mani il mio cazzo e cominciò a segarlo piano piano. Era una sega dolce, delicata, quasi fuori luogo per la dominanza maschile vista fino a pochi secondi prima. Non durò molto perché anche io, sospirando, venni ricoprendo quegli addominali bellissimi con spruzzate del mio sperma caldo.
Ci ritrovammo sdraiati a letto, abbracciati, a goderci quelle classiche sensazioni post scopata
– E’ stato bellissimo – Disse –
– Sei stato bravo, oltre che bello – Gli risposi
– Scusa se ti ho fatto male prima, non ho molta esperienza nello scopare i culi…sai, le ragazze non me lo danno mai perché dicono che è troppo grosso
– Le ragazze? – Gli dissi ridacchiando
– Eh sì…anche la mia attuale ragazza, ha già difficoltà a fare pompini, solo missionaria o al massimo lei sopra e io sotto, niente pecorina, di culo ovviamente manco se ne parla…che palle
– Quindi hai una ragazza, vai a dire in giro di essere etero e scopi con uno sconosciuto in viaggio?
– Eh sì, a volte mi piace fare nuove esperienze…ti offende questa cosa?
– No, per carità, figurati
Non tornammo sull’argomento, in fondo mi sentivo un po’ usato, ma la cosa mi aveva eccitato da morire. Ci lavammo rapidamente, andammo a fumarci un’altra sigaretta sul ponte e ci salutammo dandoci la buonanotte prima di ritirarci entrambi nelle nostre cabine.
La mattina dopo in porto, mentre mi trovavo in macchina appena sbarcato, lo vidi sul marciapiede (lui viaggiava senza macchina). Una ragazza gli venne incontro e lo abbracciò baciandolo, lui replicò al bacio e la abbracciò dolcemente. Io, casualmente per il traffico, mi fermai accanto a loro. Incrociammo gli sguardi, io sorrisi, lui replicò con un mezzo sorriso imbarazzato, lei non si accorse di nulla, credo.
Pensai povera ragazza, piena di corna perché sarà bono, ma se va a scoparsi di tutto in giro, non ci potrà essere chissà quale futuro, ma in fondo non erano affari miei.
Non lo rividi mai più, non ho il suo numero, non sapevo nemmeno il suo cognome, ma in fondo meglio così: ne ho visti altri, tanti altri, e un giorno racconterò anche queste storie.



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
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Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...