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La mia esperienza con una coppia cuckold – Capitolo 40

By 5 Febbraio 2020No Comments

Capitolo 40

 

La mattina successiva fui svegliato dalle labbra di Simona, era dolce, bellissima e decisamente su di giri:

– “Buongiorno amore mio, non volevo svegliarti, dormivi così bene…”;

– “Mi sono fatto una dormita spettacolare stanotte. E tu come stai?”;

– “Io ho dormito male invece…”;

– “Mi dispiace, come mai?”;

– “Ho paura che tu ti stia stufando di me…”;

– “Cosa te lo fa pensare?”;

– “Ieri sera non hai voluto fare sesso con me, non capita spesso, vorrei capire il perché…”;

– “Non è successo niente di che, non vedo perché sei arrivata a questa ipotesi? Ero semplicemente stanco, punto e basta, ti desidero come il primo giorno, non devi preoccuparti.”;

– “Davvero? Secondo me c’è dell’altro, posso sapere perché ieri sera mi hai costretta a fare sesso con Paolo?”;

– “Ad essere sincero l’ho fatto perché volevo sapere fino a che punto eri disposta ad arrivare per me.”;

– “Capisco, hai chiaro in mente adesso che sono disposta a qualunque cosa?”;

– “Credo di si…”.

Mi baciò con passione, la sua mano scivolò immediatamente sul cazzo, dovevo andare in bagno quindi la avvisai:

– “Scusa ma devo andare in bagno”;

– “Ok, fai in fretta però…”.

Mi alzai dirigendomi verso il bagno, poco prima di entrarci mi disse:

– “Non te lo sciacquare, voglio sentire il tuo odore…”.

Tornai poco dopo, mi stava aspettando a quattro zampe sul letto, mi avvicinai, mi venne incontro gattonando, mi sfilò gli slip e si prese in bocca il cazzo con foga, scese a leccarmi le palle ed il buco del culo, era eccitatissima, in quel momento sentimmo bussare alla porta che comunicava con la camera di Paolo, lo invitò ad entrare, appena entrato nella camera gli fece segno di sedersi sulla sedia:

– “Siediti e guarda come si fa a far godere una donna sfigato!”.

Senza dire una parola si accomodò guardandoci eccitato, Simona riprese la sua opera, la punizione della sera precedente era servita a renderla ancora più calda del solito, mentre mi succhiava il cazzo prese il dildo nero da sotto le lenzuola, evidentemente lo aveva messo li mentre ero andato in bagno, conficcandoselo con violenza nel culo, senza nemmeno bagnarlo, una smorfia di dolore comparve sul suo voto ma non si fermò, cominciò a stantuffarselo con decisione, gemeva insalivandomi abbondantemente il cazzo, guardava spesso il marito con aria di sfida, poco dopo la guardai e dissi:

– “Girati, fammi vedere quanto hai il buco del culo rotto!”.

Sorrise, si mise con il culo rivolto verso di me, estrasse il dildo e si aprì le chiappe con le mani, il buco si dilatò moltissimo, mostrandosi slabbrato ed arrossato, sapeva che quel gesto mi faceva perdere la testa, senza aggiungere altro la inculai con decisione:

– “Wow, cazzo che male, ti prego non ti fermare…”;

– “Stringi le chiappe che ti voglio fare male davvero!”.

Sentii le sue chiappe stringersi così forte che facevo fatica a farlo scorrere, riprese a gemere incitandomi nel contempo a scoparla più forte, era davvero una pazza scatenata. Mi alzai in piedi sul bordo del letto riprendendo ad incularla ancora più forte, chiuse le gambe unendole per far stringere meglio il buco, in quel modo l’attrito del cazzo che la penetrava lo sentiva in maniera davvero devastante:

– “Mi stai facendo malissimo tesoro, non ti fermare ti prego sto venendo!”.

Bastarono pochi altri colpi per farle avere un orgasmo intensissimo, squirtò sulle lenzuola in maniera abbondante, lo sfilai scendendo dal letto, si girò, si sedette sul bordo e me lo prese in bocca con foga, intanto continuava ad ansimare sgrillettandosi il clitoride, stavo per esplodere, lo intuì, cominciò a segarlo direzionandolo verso la bocca aperta, appena partì il primo schizzo se lo conficcò il gola lasciandolo sborrare senza estrarlo, lo sperma la fece tossire ma nemmeno quello la convinse a desistere, ingoiò a fatica per poi succhiarlo a lungo, passava il pollice lungo il canale per farlo risalire fino all’ultima goccia, era soddisfatta, si vedeva chiaramente quanto le fosse piaciuto, guardò verso il marito e gli sussurrò:

– “Così si fa godere una donna…”.

Quando si alzò notai del sangue sulle lenzuola, la guardai e dissi:

– “Simona perdi sangue?”.

Guardò con distacco verso le macchie, mi baciò teneramente e sussurrò:

– “Lo immaginavo tesoro, non ti preoccupare, mi hai spaccato il culo oggi, credo sia normale che perda un po’ di sangue, non è niente…”;

– “Ok, contenta te…”;

– “Sono molto contenta, grazie…”.

Passammo la giornata in spiaggia, le vacanze erano ormai finite, era successo davvero di tutto in quei 15 giorni.

Il momento in cui si rifanno le valigie un po’ di tristezza compare sempre, il pensiero di tornare al lavoro non mi attirava un granché, però avevo voglia di rivedere i miei genitori, i colleghi e gli amici, in un angolo dei miei pensieri c’era anche Roberta, ero curioso di scoprire se la mia assenza l’aveva raffreddata, oppure era sempre convinta di voler essere la mia compagna di giochi. Era stata di parola, non mi aveva mai telefonato e nemmeno mi aveva inviato messaggi, proprio come le avevo chiesto, restava da capire se aveva semplicemente resistito, oppure se aveva perso interesse nei miei confronti.

La mattina successiva ci svegliammo verso le 9,00 e dopo aver fatto colazione aspettammo il bus navetta che ci avrebbe portato all’aeroporto, il volo era in orario perfetto ed atterrammo in Italia verso le due del pomeriggio. Pranzammo in un ristorante sulla strada ed arrivammo a casa verso le 16, io e Simona andammo a salutare i miei genitori mentre Paolo ripartì subito per tornarsene alla loro abitazione, il giorno successivo avrebbe ricominciato a lavorare, io invece mi ero preso ancora due giorni di ferie e sarei rientrato il mercoledì.

La serata la passammo al bar, era bello rivedere gli amici, raccontarsi come erano andate le ferie e farsi una bevuta con loro. Incontrammo Marco e Sabrina, poi verso le 22,00 arrivò anche Roberta, ci salutammo affettuosamente, cercava di tenere un giusto distacco, vista la presenza di Simona, ma si vedeva che era molto felice di rivedermi. Ad un certo punto andai in bagno, percorsi il corridoio con la sensazione di essere seguito, mi girai senza vedere nessuno, speravo ci fosse Roberta in realtà dietro di me, ma purtroppo ero solo, mentre pisciavo pensavo a lei, avevo una gran voglia di baciarla, avevo pensato spesso a noi, l’avevo osservata mentre parlava ed i nostri sguardi si erano incrociati spesso, scambi di occhiate complici mi avevano eccitato a dismisura.

Appena uscii dal bagno mi sentii tirare per un braccio, era lei, mi trascinò fuori nel vicolo chiudendo la porta velocemente, senza dire una parola ci baciammo con una passione travolgente, abbracciati uno all’altra, un bacio lungo, di quelli che tolgono il fiato, sentivo solo il suo respiro, era come essere richiusi in una campana di vetro, il resto non aveva importanza in quel momento. Non saprei quantificare il tempo che restammo avvinghiati, ad un certo punto entrambi eravamo senza fiato, mi guardò intensamente e disse con un tono di voce sensualissimo:

– “Quanto mi sei mancato Gianluca…”;

– “Pensavo ti fossi raffreddata nei miei confronti, non ti ho sentita per 15 giorni…”;

– “Ho mantenuto la promessa che ti avevo fatto, ma è stata dura, sapessi quante volte ho preso in mano il cellulare per scriverti un sms, li ho anche salvati come bozza, senza avere il coraggio di inviarteli.”;

– “Anch’io sono stato tentato molte volte, però non voglio complicare le cose tra noi…”;

– “Le cose sono chiare Gianluca, ho accettato il mio ruolo, sono felice così, non è cambiato nulla per me…”;

– “Per me si…”;

– “In che senso?”;

– “Non voglio che tu sia la mia amante, non te lo meriti…”;

– “Ma sono felice così, ne abbiamo già parlato Gianluca, ti assicuro che non ti creerò il minimo problema, lo giuro…”;

– “Ma lo capisci che non ha senso? Davvero, lasciami riflettere, mi sembrerebbe di umiliarti in questo, credo di provare un sentimento particolare per te Roberta e non è compatibile con un ruolo del genere…”;

– “Dici sul serio? Cosa mi stai dicendo Gianluca?”;

– “Ti sto dicendo che credo che come amante non mi basti…”.

Non avrei voluto dire quelle cose ma mi uscirono dal cuore, per la prima volta sentivo di provare qualcosa di più che del semplice affetto per lei, non l’avevo mai capito prima di quel momento, tutto ciò era assurdo, ne ero consapevole, sono sempre stato un istintivo, una di quelle persone che non riescono a tenersi dentro qualcosa senza dirla, a volte sputandola in faccia senza preavviso, sono così ancora adesso.

Roberta restò zitta qualche secondo, la luce era poca, ma i suoi occhi luccicavano come due fari nel buio, mi guardava con la bocca leggermente aperta, poi sussurrò nuovamente:

– “Cosa mi stai dicendo Gianluca?”;

– “Secondo te cosa ti sto dicendo?”;

– “Lo voglio sentir dire dalle tue labbra…”;

– “Non posso dire una cosa di cui non sono sicuro, fatti bastare quello che ho detto, non mi chiedere di sparare troppo in alto…”;

– “Ok, quindi? Cosa vorresti che facessi?”;

– “Non lo so cazzo, è una fottuta situazione di merda, poi ci abbiamo provato e sappiamo com’è finita, l’unica cosa che so è che non voglio che tu sia la mia amante…”;

– “E cosa vorresti che fossi? Dimmelo!”;

– “Non lo so Roberta, lasciami pensare…”;

– “Ok, ti lascerò riflettere, c’è solo una cosa che devi sapere, ti amo, non ho mai smesso di amarti, mio padre non sarà più un problema, non sono più sua succube, come ti ho già detto praticamente ci ignoriamo da quando ci siamo lasciati, valuta questo nei tuoi ragionamenti e se vorrai parlarmi ci sono, anche per altro ci sono, come e quando vuoi, ok?”;

– “Ok, Roberta, dammi tempo per riflettere, però non odiarmi per questo…”;

– “Anche se volessi non potrei mai odiarti…mai!!”.

Dopo avermi dato un bacio si allontanò rientrando nel bar, restai li come imbambolato per qualche minuto, ad un certo punto la porta si riaprì, era Simona:

– “Hai intenzioni di tornare di là oppure resti qui per il resto della serata?”;

– “Avevo bisogno di restare cinque minuti da solo…”;

– “Roberta è appena andata via, posso sapere di cosa avete parlato?”;

– “Cose nostre…”;

– “Come sei misterioso…”.

Si avvicinò strusciandosi come una gattina, i suoi seni spingevano contro il mio petto ed il cazzo contro il suo ventre, mi baciò il collo, sentivo il suo fiato diventare sempre più affannoso, restai in silenzio lasciandola fare, poi le sussurrai:

– “Ti va di fare la gattina?”;

– “Si, sono la tua gattina e tu il mio padroncino…”;

– “Le gattine stanno a quattro zampe di solito…”.

Sorrise maliziosamente, si abbassò accarezzandomi il cazzo da sopra ai jeans, li slacciò calandomeli fino ai piedi insieme agli slip e lo prese subito in bocca, cominciando a succhiarlo con foga, accompagnava il gesto con la mano in sincronismo perfetto, la sua lingua roteava attorno alla cappella scendendo fino alle palle, le prendeva in bocca succhiandole, il timore che qualcuno potesse aprire la porta e scoprirci rendeva tutto più eccitante. L’esperta bocca di Simona non ci mise molto a farmi raggiungere l’orgasmo, la avvisai ed appena cominciai a sborrare se lo piantò in gola fino in fondo aspettando che finisse, la vedevo in difficoltà, probabilmente era molta, la ingoiò per poi ripulirmelo, senza sprecarne una goccia, si alzò e mi baciò con passione, continuando a segarlo, poi sussurrò:

– “La tua amante scommetto che non è altrettanto brava…”;

– “Io non ho un amante…”;

– “Roberta non è la tua amante scusa?”;

– “Devo ancora decidere che ruolo avrà…”;

– “Ah, capisco, vorrà dire che al massimo sarò io l’amante e lei la tua ragazza, anche se preferirei avere il ruolo principale.”;

– “Vedremo, adesso torniamo dagli altri…”;

– “Ok, tanto ti sei sfogato quindi…”.

Il suo tono sarcastico mi fece capire quanto in realtà la cosa la infastidisse, il pensiero di passare in secondo piano proprio non le andava a genio, però non le risposi, volevo vedere come si sarebbe comportata.

Tornammo dagli altri, Roberta era andata via, rientrammo verso le due del mattino, tra viaggio e giornata eravamo entrambi stanchissimi, ci addormentammo quasi subito.

Fummo svegliati verso le 8,30 da Carla, era venuta a fare le pulizie, restammo assonnati nel letto, Simona era calda e vogliosa, dopo essere andata in bagno chiuse la porta della stanza e gattonò sul letto, spostò le lenzuola e mi tirò fuori il cazzo, la guardai e  dissi:

– “Che cazzo, fai? C’è Carla di la…”;

– “Questa gattina ieri sera è rimasta a bocca asciutta, voglio il tuo cazzo padroncino…”;

– “Dai Simona, ci sentirà, poi non è vero che sei rimasta a bocca asciutta…”;

– “Spiritoso…mi hai dissetato con in tuo sperma, questo è vero, ma i miei buchetti sono caldi, bagnati e vogliosi…ho avvisato Carla di non disturbarci, adesso accenderà l’aspirapolvere, così non sentirà i miei urli di piacere, mi farai urlare vero?”;

– “Ma dai, sei pazza?”.

Inutile insistere, voleva il cazzo, lo prese in bocca e si piazzò a “69” cominciando a succhiarlo con una foga impressionante, colava umori come una fontana e gemeva, impossibile resisterle, appena passai la lingua sul clitoride cominciò a rantolare come in preda ad un attacco epilettico, dopo pochi minuti ebbe il primo orgasmo, si spostò squirtandomi sulla pancia, si scusò asciugandomi con le lenzuola per poi leccarmi il petto e la pancia, ricominciando a succhiarlo immediatamente. Dopo essersi ripresa mi cavalcò con estrema decisione, saltando sul cazzo e gemendo ad alta voce, cercai di limitarla ma sembrava facesse apposta per farsi sentire da Carla, in sottofondo si sentiva il rumore dell’aspirapolvere, ma secondo me non copriva del tutto i suoi gemiti. Poco dopo la inculai e la situazione peggiorò, urlava invitandomi a farle male, era una furia, ebbe il secondo orgasmo in concomitanza con me, la girai a pancia in alto, mi piazzai in piedi ed abbassandomi le sborrai in faccia e sulle tette, restava a bocca aperta sorridendo divertita ingoiando con piacere quello che le entrava, il letto era un disastro, si alzò infine con la schiena per ripulirmelo,  la guardavo mentre leccava di gusto palle e cazzo. Non avrei trovato mai più una donna così, ne ero consapevole, il sesso con lei era il meglio che avessi mai sperimentato, però nella mia mente c’era sempre Roberta, anche il quel momento di massimo piacere, lei era lì, davanti ai miei occhi, mi sembra di poter vedere il suo dolce viso che mi guardava.

– “Mi sa che sarà il caso che andiamo a farci, una doccia, che ne dici?”;

La sua voce mi riportò alla realtà:

– “Direi che è un’ottima idea.”.

Mi infilai la maglietta e gli slip mentre Simona indossò semplicemente una maglietta lunga, senza intimo e si diresse verso il bagno incurante della presenza di Carla in casa, aveva i capelli tutti schizzati di sperma, le passò davanti agli occhi senza problemi, mentre la donna stava passando l’aspirapolvere nel corridoio, la seguii imbarazzato e la salutai, mi sorrise in maniera maliziosa.

Sotto la doccia volle, come era ormai consuetudine, farsi pisciare in faccia, non aveva nessun limite quella donna, però era troppo, non è che fossi stufo della situazione, come avrei potuto, però provavo quasi vergogna per quello che stavamo facendo, mi sembrava di rivivere le stesse sensazioni dei primi tempi, difficile spiegare il perché, ormai avrei dovuto essere abituato a queste perversioni, invece mi sentivo come fossi una cattiva persona, quasi imbarazzato.

Dopo esserci fatti la doccia andammo a far colazione, per fortuna Simona ebbe la decenza di dire a Carla di non pulire la camera da letto, ci avremmo pensato noi.

Uscimmo a farci una passeggiata verso le 11,00, la giornata era nuvolosa, quasi come se il tempo avesse voluto accoglierci con un dispetto. Il centro era poco popolato, le vacanze avevano svuotato la città nel mese di agosto e parecchi erano ancora fuori.

Pranzammo in un ristorante del centro, nel pomeriggio Simona sarebbe andata in palestra mentre io mi sarei recato al campo sportivo della mia squadra, per informarmi quando sarebbero ripresi gli allenamenti.

Arrivai al campo in moto verso le 17,00, si stava allenando la squadra degli juniores, anche la prima squadra aveva già ripreso gli allenamenti, martedì e giovedì quella settimana, per poi intensificarli da quella successiva, quando ormai tutti sarebbero tornati dalle ferie.

Parlai con l’allenatore che era in ufficio, avrebbero puntato parecchio su di me in quella stagione, me lo disse chiaramente, ero deciso a prendere maggiormente sul serio il calcio, nelle vacanze mi ero tenuto in allenamento, anche grazie a Simona ed avevo pure voglia di ricominciare.

Tornai a casa verso le 19,00, Simona era già rientrata e stava cucinando la cena. Quella sera andammo al bar, nonostante fosse lunedì c’era tanta gente, compresa Roberta, la guardavo trasmettendole tutto il mio desiderio di possederla, Simona se ne accorse:

– “Avete entrambi voglia di fare sesso, vai e scopatela, non sono gelosa.”;

– “Sono qui con te, non dire stronzate.”;

– “Fai come vuoi, ci tenevo solo a fartelo sapere, per me non ci sono problemi…”.

Le parole di Simona fecero aumentare il desiderio di fare l’amore con Roberta, cercai di evitarla per il resto della serata per non cedere alla tentazione.

Continua…

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