Autore: Erry Granduca del Cognac
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La Telefonata tra Clara e Mistress Elvira
Clara è seduta nel suo appartamento, il telefono in mano, con il battito del cuore che accelera mentre pensa a cosa sta per fare. L’idea di sfidare direttamente Mistress Elvira la fa sentire potente, in controllo, come se finalmente avesse preso il comando della sua vita, dopo aver sottratto la schiava alla Dea della dominazione. Ma c’è anche una certa eccitazione, una consapevolezza che, affrontando Elvira, sta giocando con il fuoco. Eppure, l’adrenalina la spinge a non fare un passo indietro.
Con un respiro profondo, Clara compone il numero di Elvira. Il suono del telefono che squilla sembra risuonare nell’aria pesante della stanza. Alla terza chiamata, una voce autorevole, carica di una potenza innegabile, risponde.
Mistress Elvira:
“Clara… immaginavo che avresti avuto il coraggio di fare una mossa come questa.”
La voce di Elvira è calma, ma c’è una sottile minaccia che traspare, come una lama che affonda nella carne. Clara sorride, il cuore che batte forte nel petto.
Clara:
“Non avevo scelta, Mistress. Tu pensi di essere la regina di questo mondo, ma io sono pronta a strapparti il trono, a mostrarti che anche tu hai dei punti deboli.”
Clara si sporge in avanti, parlando con una sicurezza che non sentiva da tempo, la sua lingua che scivola fluida, quasi provocatoria.
Mistress Elvira:
“Mi stai sfidando, Clara? Vuoi giocare con la tua padrona in un campo che non comprendi? Sappi che chi sfida la Dea, paga il prezzo. E tu… hai già perso.”
La tensione cresce, ma Clara non si lascia intimidire. Il suo tono è velenoso, ma anche carico di desiderio di umiliazione.
Clara:
“Non sono una bambina, Mistress. Ho rubato ciò che ti apparteneva, e ora… ti sfido a dimostrarmi che sei davvero quella che dici di essere. Ti aspetto al Night Club stasera, nella tua arena. Porta il tuo potere, se ne sei capace. Ma non ti illudere che la tua fama mi spaventi. Sarò io a dominare la serata.”
Mistress Elvira rimane in silenzio per un momento, la sua mente che calcola ogni possibile mossa. Non è una donna che si lascia sopraffare facilmente, e Clara lo sa. La sua sfida è un invito, ma anche una provocazione. La Dea della dominazione non può permettersi di soccombere.
Mistress Elvira:
“Molto bene, Clara. Se vuoi che la tua umiliazione sia totale, ti darò l’opportunità di vedermi in tutta la mia magnificenza. Sappi che ogni passo che fai verso di me, sarà l’ultimo passo che farai da libera. Preparati a essere abbattuta e riscoprire il vero significato della sottomissione.”
Clara sorride, certa della sua scelta, e sa che la sua audacia è ciò che la rende pericolosa. Non teme l’umiliazione, anzi, la desidera, perché sa che se riuscirà a umiliare Elvira davanti alla folla, si guadagnerà un potere che le è sempre sfuggito.
Clara:
“Non vedo l’ora, Mistress. Preparati a cadere dal tuo piedistallo. Ti aspetto, stasera.”
Con un clic secco, la telefonata termina. Clara si alza dal divano, il suo cuore che batte forte nel petto. Sa che la serata sarà cruciale. Non è solo una lotta per il controllo, ma per la sua identità, per il suo posto nel mondo della dominazione. La folla del Night Club sarà testimone della sua discesa e, se avrà successo, del suo trionfo. Ma se fallirà… lo sconforto potrebbe essere insostenibile.
Il Night Club: La Sfida
Quella sera, il Night Club è gremito di persone in cerca di piacere e di potere. L’atmosfera è carica di tensione e aspettativa, come se tutti stessero aspettando il momento in cui il potere cambierà mani.
Clara è arrivata prima, indossava un abito corto e provocante, che esalta la sua figura giovane e audace. Il vestito, di un tessuto scintillante, si adatta perfettamente al suo corpo, mettendo in risalto le curve. La scollatura alta e il taglio asimmetrico del vestito attirano l’attenzione, mentre la gonna, pur essendo corta, è abbastanza sofisticata da rimanere elegante.
Sotto il vestito, Clara indossa un reggiseno di pizzo nero e uno slip coordinato, entrambi che le conferiscono un’aria di seduzione e giocosità. I suoi collant sono trasparenti, rivelando le gambe perfette, che si concludono con scarpe col tacco che riflettono la luce e sembrano sfidare la gravità.
Clara ha i capelli sciolti, incorniciando il suo viso con onde morbide, e il trucco è fresco e luminoso, con labbra lucide e guance appena accennate. La sua espressione è di determinazione, ma anche di vulnerabilità, sapendo che sta per affrontare un potere molto più grande di lei.
Mistress Elvira entra poco dopo, con la sua aura di potere, è vestita in un abito attillato in pelle nera, che mette in risalto ogni curva del suo corpo. La scollatura profonda del vestito è accentuata da un corpetto che sostiene il seno, aggiungendo un tocco di sensualità e autorità. Le maniche lunghe sono trasparenti, rivelando la pelle nuda e creando un contrasto intrigante con il materiale robusto del vestito.
Sotto l’abito, indossa un body di pizzo nero che si adatta perfettamente alle forme del suo corpo, con dettagli che si intrecciano in modo audace. La giacca in pelle, leggermente aperta, svela la parte superiore del body, conferendo un’aria di sfida e dominanza. Le gambe sono coperte da collant a rete che mettono in evidenza la sua sensualità, e ai suoi piedi indossa scarpe con tacco altissimo in acciaio rosso, che slanciano la figura e catturano l’attenzione. La cintura, dello stesso rosso delle scarpe, è decorata con una fibbia in acciaio che brilla alla luce, mentre una sottile collana di perle aggiunge un tocco di eleganza al look provocante.
Il trucco di Mistress Elvira è audace e seducente: labbra rosse, occhi smokey che amplificano il suo sguardo penetrante, e ciglia lunghe che accentuano la sua espressione di malizia. Con una frusta in mano, il suo potere è palpabile, emanando una sensualità oscura e seducente, pronta a dominare.
Quando le due donne si trovano faccia a faccia, il silenzio diventa denso, come se l’intero ambiente trattenesse il fiato. Clara solleva lentamente lo sguardo, incontrando quello di Mistress Elvira con una sfida che non lascia spazio a incertezze. È lei a parlare per prima, con voce ferma, ma carica di un’inquietante sicurezza.
Clara: “Pensi davvero che possa essere sottomessa di nuovo? La tua schiava è mia ora, e tu non hai più alcun potere su di me.”
Mistress Elvira non reagisce immediatamente. Si muove lentamente, come se stesse assaporando ogni parola. Poi, con un sorriso che potrebbe essere letto come un segno di disprezzo o di ammirazione, risponde.
Mistress Elvira: “Ti sbagli, Clara. Il potere non è una questione di possedere un corpo, ma di dominare la mente. E tu non sei ancora pronta per questo. Vedremo chi tra noi due avrà il controllo stasera.”
Le parole di Mistress Elvira sono pesanti, ma non intimidiscono Clara. Anzi, la sua audacia sembra crescere, e il brivido che prova non è paura, ma la consapevolezza che sta entrando in un territorio pericoloso, ma irresistibile.
Il gioco di potere è iniziato, e nessuna delle due è disposta a cedere facilmente. L’intero club osserva in silenzio, come se sapessero che ciò che sta per accadere potrebbe cambiare le regole del gioco per sempre
L’Inizio del Combattimento
Mistress Elvira avanza con passo sicuro, la sua figura affusolata e sicura emana potere. Il suo sguardo penetrante scruta Clara, che, con determinazione, si prepara ad affrontarla. La musica pulsante del locale sembra accompagnare il battito dei loro cuori, creando un’atmosfera elettrica.
Clara, con il suo abito scintillante che si muove leggero attorno a lei, si posizione in modo strategico, cercando di mantenere la calma nonostante il timore che pervade il suo corpo. Sa che affrontare Mistress Elvira è una prova ardua, ma il suo spirito combattivo non le consente di tirarsi indietro.
Il Combattimento
Il combattimento inizia con un intenso scambio di sguardi, carico di tensione. Mistress Elvira, con la sua frusta in mano, si muove con grazia e sicurezza, mentre Clara, decisa a non farsi intimidire, si lancia in un attacco.
Mistress Elvira, agile e potente, schiva il primo attacco, sfruttando la sua esperienza e la sua padronanza del corpo. Con un movimento fluido, fa oscillare la frusta in modo audace, cercando di colpire Clara, ma la giovane donna riesce a scansarsi, sfuggendo al colpo. La folla applaude e incita, il rumore della musica si mescola ai loro applausi, rendendo il momento ancora più intenso.
Clara risponde con una serie di attacchi veloci, mostrando la sua determinazione. Con il suo corpo aggraziato, si muove come un felino, cercando di colpire Mistress Elvira con colpi rapidi e precisi. Tuttavia, Mistress Elvira si dimostra una combattente astuta; schiva e contrattacca con eleganza, i suoi movimenti sono fluidi e seducenti. Ogni colpo è calcolato, ogni movimento è carico di potere.
La Dominanza di Mistress Elvira
A un certo punto, Mistress Elvira afferrò Clara per il braccio, tirandola con forza verso di sé. Il gesto fu deciso, inesorabile, e il potere che emanava dalla padrona riempì l’aria come un’onda calda e soffocante. Clara, colta di sorpresa, percepì la propria resistenza svanire sotto la stretta schiacciante di Mistress Elvira.
Con un movimento fluido, quasi elegante nella sua brutalità, Mistress Elvira la spinse a terra, costringendola a inginocchiarsi. La sala, colma di spettatori, si riempì di un mormorio misto a stupore e desiderio, un coro sommesso che sembrava amplificare l’aura di dominio della padrona.
Elvira, senza mai perdere il controllo, posizionò con fermezza la testa di Clara tra le sue cosce, sigillando la sottomissione con un gesto tanto fisico quanto simbolico. Clara, umiliata e ansimante, sentì il cuore battere all’impazzata, mentre il calore della pelle di Mistress Elvira la avvolgeva. In quel momento, capì che la battaglia era duplice: non solo fisica, ma profondamente psicologica. Ogni fibra del suo essere veniva spinta oltre i limiti, e ogni atomo di volontà piegato sotto il peso del potere assoluto che Mistress Elvira esercitava su di lei.
L’umiliazione si mescolava a un senso di inevitabile abbandono, mentre la figura imponente della padrona dominava il suo mondo. Elvira incarnava il controllo totale, trasformando il corpo e la mente di Clara in un terreno su cui scolpire la sua supremazia.
Clara si abbandonò al momento, il respiro spezzato e il corpo teso sotto il giogo di Mistress Elvira. Ogni muscolo si rifiutava di opporre resistenza, come se il comando della padrona avesse intaccato la sua volontà stessa. Elvira si chinò leggermente, il suo respiro caldo sfiorò l’orecchio di Clara, sussurrando parole che erano una combinazione di seduzione e minaccia.
“Non combattere, mia cara. Qui, sei esattamente dove dovresti essere.”
Clara chiuse gli occhi, il mondo intorno a lei svaniva, lasciando spazio solo al suono della voce di Mistress Elvira e al ritmo pulsante del suo stesso cuore. La folla, fino a quel momento semplice spettatrice, sembrava ora una presenza tangibile, alimentando il gioco con la loro attenzione morbosa e i sussurri eccitati.
Mistress Elvira, con una calma che rasentava l’arroganza, iniziò a tracciare un’unghia lungo la guancia di Clara, scendendo lentamente fino al collo, dove la pressione aumentò. Non era solo un tocco; era un marchio, un simbolo del suo dominio.
Clara sentì un’ondata di terrore travolgerla, un misto di vergogna e disperazione che le fece perdere ogni residuo di controllo. Un calore improvviso si diffuse lungo le sue gambe, impregnando i collant trasparenti che fino a un attimo prima aderivano perfetti alla sua pelle liscia. Il liquido scivolò lungo le sue cosce, evidenziando in modo paradossale la perfezione delle gambe, mentre le scarpe col tacco, lucide e impeccabili, riflettevano la luce come gioielli perversi, immutabili nella loro eleganza.
Un mormorio incredulo attraversò la folla, trasformandosi presto in risatine soffocate. Mistress Elvira, impassibile, si limitò a piegare un angolo della bocca in un sorriso che trasudava potere.
“Ah, Clara…” sussurrò, la voce intrisa di una falsa dolcezza, “non c’è bisogno di avere così tanta paura. Eppure… guarda cosa hai fatto.”
Elvira fece un passo avanti, il tacco delle sue scarpe risuonò sul pavimento. Si chinò leggermente, portando una mano sotto il mento di Clara, costringendola a sollevare il viso umido di lacrime e sudore.
“Adesso sei perfetta,” dichiarò. “Fragile, umiliata… e completamente mia.
Mistress Elvira si mantenne immobile, osservando Clara con uno sguardo che combinava disprezzo e ammirazione. Il suo dominio era assoluto, ogni gesto calcolato per schiacciare l’orgoglio e la dignità della sottomessa. Clara, costretta a rimanere in ginocchio, cercò di ignorare la sensazione di umiliazione che cresceva in lei come un fuoco sotto la pelle, ma non ci riuscì. La padrona, con calma, prese un passo indietro e ammirò il contrasto tra la perfezione fisica della sua preda e la fragilità che si era appena manifestata.
“Non ti preoccupare,” disse Mistress Elvira, la voce dolce ma con un’intonazione che sapeva di comando. “Tutti abbiamo i nostri momenti di debolezza. Ma sai una cosa?” aggiunse, abbassandosi per posizionarsi di fronte a Clara, guardandola dritta negli occhi. “La tua vera forza risiede proprio in questo: nell’abilità di abbandonarti, di lasciarti andare completamente.”
Le scarpe di Elvira, alte e affusolate, scintillavano sotto la luce come se avessero una volontà propria. Ogni passo che faceva era accompagnato dal suono deciso dei tacchi, un richiamo costante alla sua presenza imponente.
Clara non poteva fare a meno di sentirsi schiacciata da quella pressione, ma al tempo stesso qualcosa di più profondo stava prendendo forma dentro di lei. La vergogna non sembrava più un peso insopportabile, ma un elemento necessario, un passaggio inevitabile verso la realizzazione del suo posto in quel gioco di potere.
Mistress Elvira la scrutò ancora, la sua mano sfiorò il volto di Clara, asciugando le lacrime che le bagnavano le guance. “Capisci ora, Clara? La bellezza di un corpo che cede non è nell’umiliazione stessa, ma nella sua trasformazione. Tu stai cambiando, e io sono qui per guidarti in questo processo. Perché solo quando ti arrendi completamente, scopri davvero chi sei.”
Clara rimase ferma, il respiro irregolare, mentre una parte di lei si preparava a piegarsi, accettando quel destino che, fino a poco prima, aveva cercato di combattere. Le gambe, nonostante la perdita di controllo, sembravano ancora perfette, esibite sotto la luce cruda che le rendeva quasi irreali. E le scarpe, così alte, così eleganti, sembravano quasi sfidare la gravità, un simbolo del potere che non avrebbe mai abbandonato la sua padrona.
Mistress Elvira, con un movimento fluido e preciso, fece un passo avanti, catturando Clara con uno sguardo che sembrava penetrare fin nel profondo della sua anima. Clara, già piegata dalla forza del suo dominio, non riusciva più a trattenere la paura che cresceva in lei, ma sentiva anche un’impellente sensazione di resa che l’avvolgeva come una nebbia densa.
“Sei mia, Clara,” disse Mistress Elvira con voce bassa, sicura, che non ammetteva repliche. Il potere che emanava da lei era palpabile, e Clara, pur lottando con la propria umiliazione, non riusciva a fare a meno di arrendersi. Non era più solo fisico: ogni parola di Mistress Elvira, ogni gesto, penetrava in lei come un incantesimo.
Poi, in un attimo di silenzio quasi mistico, Mistress Elvira fece un movimento rapido, tirando delicatamente le collant a rete, le sue mani esperte intrecciarono il tessuto intorno al collo di Clara. Era un simbolo di possesso, un tocco simbolico che segnava la fine di una battaglia e l’inizio di una nuova fase della loro interazione.
“Non c’è più nulla che tu possa fare per fuggire da me,” disse Elvira, la voce dolce ma autoritaria, “Sei già persa, e lo sai.”
Le gambe di Clara tremavano, ma il corpo non obbediva. La vergogna, l’umiliazione, il desiderio di arrendersi… tutto ciò si mescolava dentro di lei, come un vortice inarrestabile. Non c’era scampo.
Mistress Elvira, osservando il volto di Clara segnato dalla lotta interiore, sussurrò, “Ora cammina con me.”
Clara, le lacrime agli occhi, abbassò lo sguardo, il viso coperto da una maschera di sottomissione che la rendeva quasi irriconoscibile. Ma, a dispetto di tutto, fece un passo in avanti. Non per scelta, ma per destino, per quella forza che le rendeva impossibile resistere.
La scena si concluse con Mistress Elvira che tirava le collant a rete, utilizzandole come un collare, guidando Clara in silenzio, ogni passo della sottomessa un segno della sua arrendevolezza. La folla, che aveva assistito in silenzio, tratteneva il fiato.
Clara, con le spalle curve e il cuore pesante, seguiva senza più opposizione, senza speranza di fuga. La sua mente, incapace di trovare una via d’uscita, si affidava alla volontà della padrona. Il mondo fuori sembrava svanire, sostituito da una singola realtà: la sua completa e totale sottomissione a Mistress Elvira.
Erry Granduca del Cognac è uno scrittore devoto di Mistress Elvira, che ha sperimentato la sua dominazione sotto i suoi tacchi. Ha deciso di dedicare alla bellissima Mistress questo racconto, esprimendo la sua ammirazione e sottomissione. Accoglie con piacere consigli, critiche e qualsiasi feedback!
• Email: errygranduca@gmail.com
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…