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Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 01

By 26 Maggio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Mia sorella Giuseppina 01

PROLOGO

Quando mia sorella ha raggiunto i 13 anni, ha incominciato a cambiare. Da sorellina viziata, è diventata una despota intransigente. I nostri genitori l’accontentavano in tutto anche perché da scuola portava sempre buoni voti e a casa aiutava nelle faccende con sua madre, al punto da sostituirla in tutto. Quando poi ha superato le selezioni per entrare nella squadra di volley del paese, la trasformazione è stata completa. è tornata a casa molto felice e mamma e papà erano più contenti di lei.
Le hanno fatto una promessa:
‘Se avrai buoni voti, e ti comporterai bene con la squadra, ti faremo lavorare al ristorante solo per un aiutino ogni tanto.’

Mia sorella è sempre stata una bella ragazza ma mai abbastanza intelligente o saggia..
I miei genitori avevano mantenuto un controllo piuttosto stretto su noi ragazzi ma con l’andare del tempo avevano allentato la vigilanza anche perché i suoi voti erano eccellenti come sempre e il suo comportamento a scuola o al ristorante, non lasciava adito a reclami di sorta. Diversamente da me, che ero un ‘trovatello’ ed ero lo scapestrato di famiglia. Adottato da piccolo era poi arrivata la figlia legittima e tutte le attenzioni si sono riversate su di lei.

Non era sufficiente che lavorassi ore e ore al ristorante o che studiassi fino all’alba. Avevo scelto anche una facoltà vicino a casa per non essere considerato troppo un peso. Durante la settimana seguivo le lezioni all’università e quando non ero in aula ero sempre al ristorante.
C’era sempre qualcosa che non andava o che facevo male, mentre la cocca di casa era la ‘signorina perfezione’.

Dopo molto tempo che non si vedeva, si è fatta viva al ristorante. Era sempre stato a conduzione familiare, ma dagli ultimi restauri, si aveva ampliato la zona veranda e il dehor, e si è dovuto provvedere ad assumere nuovo personale.
Per le poche volte che veniva, otteneva uno stipendio come gli altri anche se lavorava la metà. Veniva mal sopportata da tutto il personale visto che li trattava con altezzosità, come se avesse la puzza sotto il naso perenne.

Con la paga percepita, che giustamente si era sudata, andava all’ipermercato del paese a spenderli con le sue amiche. Ha capito che ci si può divertire tantissimo, ma ha compreso che i soldi non bastano mai.
Un giorno, aveva appuntamento con le amiche per fare un po’ di ‘vasche’ in centro, ma era senza soldi e anche se ha provato a chiederli a ‘pà o a mà’ non ha ottenuto il risultato sperato. La paghetta settimanale che le davano, non era sufficiente e così ha pensato di passare dal registratore di cassa e prelevare 20 euro.

La sua idea diabolica di avere soldi facili le ha fatto tremare le gambe e le mani, mentre li infilava in tasca. Il giorno dopo, visto che nulla era accaduto, si era dimenticata della brutta sensazione cui aveva sperimentato.
Questo nel tempo l’ha portata ad avere una brutta tendenza.
Ogni volta che Giuseppina aveva bisogno di soldi in più, passava dal ristorante e allungava una mano nella cassa per prendere i famosi 20 ‘.
Una notte i nostri genitori hanno parlato in salotto:
‘Sono già due settimane che dalla cassa mancano dei soldi.’

Stavamo ascoltando tutti perché eravamo appena rientrati a casa.

‘Caro, è impossibile scoprire chi stia prendendo i soldi. Tolti noi, rimangono altre quattro persone che lavorano nel ristorante.’

Mentre noi ragazzi ci stavano preparando per andare a letto nostro padre ha continuato a parlare arrabbiatissimo:
‘Se becco chi sta allungando le mani nella cassa, lo porto in prigione! Iddio mi è testimone, altrimenti lo strangolo con le mie mani.’

Giuseppina è andata a letto tranquilla ed ha deciso che non prenderà mai più i soldi dal ristorante.

Dopo circa tre settimane ha avuto bisogno di altri soldi. Le sue amiche le avevano chiesto di uscire per andare a vedere un film al cinema e poi a mangiare in pizzeria. Visto che la paghetta l’aveva già consumata tutta con le ricariche del cellulare, ha pensato di fare un piccolo prelievo dalla cassa. ‘è già passato molto tempo, da quando l’aveva fatto dall’ultima volta.’ Pensava.

Quando è arrivata davanti al bancone si è fermata restia, perché si è ricordata delle parole di suo padre. Ha controllato che non ci fosse nessuno in vista. Aperta la cassa, ha preso 20 ‘ e li ha messi velocemente nei jeans.

Poco più tardi, mentre andava all’appuntamento pensava di averla fatta franca anche questa volta e poi guardando una vetrina in cui erano comparsi nuovi vestiti per l’imminente stagione estiva: ‘Sicuramente mai penserebbero che io sia l’artefice del prelievo. Lo scandalo di casa è e resta sempre mio fratello.’

Ciò che ignorava, era il fatto che suo padre, aveva messo un sistema di video sorveglianza nascosto da tutti. Un giorno che il ristorante era chiuso, ha fatto entrare un amico e l’ha installato. Ogni due giorni bastava sostituire la cassetta e visionarla o rimandarla indietro. I genitori hanno pensato che fosse solo transitorio e che, se fosse accaduto nuovamente avrebbero avuto la prova per smascherare il ladro. Quella sera, chiuso il ristorante e fatto i conti, hanno scoperto l’ammanco.
‘Come sempre. Giusto 20 euri.’
‘Bene.- Le risponde il marito.- Ora vedremo se i soldi che abbiamo speso, sono serviti a qualcosa.’

Inserita la cassetta nel video registratore, hanno avuto una magra sorpresa. Il nastro si era deteriorato e la qualità delle immagini lasciavano molto a desiderare. Hanno chiamato il tecnico installatore della video sorveglianza e chiesto di poterla visionare.

Una volta presa la cassetta: ‘Guarderò cosa si può fare. Vi farò sapere.’

Visto che era molto occupato per via del lavoro, ha chiesto a suo figlio di poter vedere la cassetta dato che era a casa da scuola perché ‘ammalato’.

Lui, Tonino era prossimo al diploma e non vedeva l’ora di poter terminare la scuola per dedicarsi al lavoro con suo padre.
‘Basta con i professori. Solo lavoro e soldi per andare a divertirsi con gli amici.’ Era il suo motto.

è andato in camera e ha parlato con suo figlio chiedendogli se poteva fargli un favore e se volesse fare un po’ di soldi.

Suo padre gli ha raccontato tutto sul fatto della telecamera nascosta, del ristorante e dei soldi che mancavano.
Visto che sapeva come maneggiare il videoregistratore, non gli restava che visualizzare le 30 ore di registrazione per vedere chi stava prendendo i soldi.

La qualità del nastro era veramente pessima, ma messi alcuni filtri e passato il nastro sotto una certa lente e al computer, ecco che le immagini sono risultate sufficientemente pulite. Ora poteva visionare il nastro a velocità doppia, così poteva tornarsene a letto e giocare al computer.

Dopo circa 2 ore ha notato una faccia conosciuta, era la Giuse. Una delle ragazze della squadra di pallavolo. L’aveva vista spesso anche al campo di calcio e uscire con alcuni dei calciatori. ‘Bella e irraggiungibile come le sue amiche oche.’ Dice fra se.
Ogni volta che sul nastro compariva, lui la metteva a velocità normale per godersi la visione.

L’angolo della ripresa era in alto e anche se malamente, faceva vedere la scollatura di chi passava vicino alla cassa del ristorante. Stava guardando oramai dai più di cinque ore la cassetta quando la bocca gli è caduta a terra. La Giuse aveva appena osservato hai lati che nessuno ci fosse e aperto il registratore di cassa, aveva sottratto i soldi e li aveva messi nella tasca dei pantaloni. Non poteva crederci.

Ha riavvolto il nastro per riguardare la scena circa 20 volte. Infine dopo averlo visionato fino alla fine, è tornato indietro a rivedere la scena in cui lei rubava i soldi. Di tutta la gente che ha avuto a che fare attorno alla cassa, solo lei aveva allungato le mani per prendere i soldi. Ha spento tutto il sistema ed è andato in camera ad aspettare che tornasse a casa suo padre. Sarebbe stato fiero per aver trovato il ladro.

Dopo un paio d’ore che era davanti al pc a guardare foto di ragazze nude, gli è balenata un’idea per la testa. Anche se ha avuto un paio di ragazze, era ancora vergine e gli sarebbe piaciuto poter infilare il suo cazzo duro in qualche… ‘Ma perché no! -Esclama.- Chi in questo momento è in difficoltà?’ I pensieri giravano vorticosi nella sua testa.

Tornato nel laboratorio di suo padre ha riavvolta la cassetta. Dopo aver collegato tutti i cavi al computer, ha incominciato a copiare le 30 ore di filmato su una nuova cassetta.
Come il nastro è arrivato alla scena in cui compariva la Giuse, ha interrotto la registrazione.
Ha ripreso a copiare pochi minuti dopo portandola fino alla fine. Come ha terminato tutte le 30 ore di filmato ha scambiato le cassette.

Ha cercato di fare più in fretta possibile, temendo che suo padre potesse rincasare da un momento all’altro. Ha controllato la parte di cassetta interessata e non si notava la differenza del taglio e ricuci che aveva fatto.
Poi ha registrato su una nuova cassetta la sola parte mancante originaria e ora poteva dirsi soddisfatto.
Ha preso la copia del nastro in cui compariva solo la scena in cui lei rubava i soldi e la cassetta originale ed è andato a nasconderle in camera immediatamente.

Tornato in laboratorio, ha rimesso tutto in ordine ed è andato a letto ad attendere il ritorno di suo padre due ore più tardi.

Quando lui è arrivato, gli ha chiesto del risultato del nastro ma gli ha risposto che la vista tutta e lentamente, ma non ha notato nulla. Suo padre si è seduto alla consolle e dopo aver messo la cassetta a visionare, ha notato compiaciuto il lavoro di pulizia che ha fatto suo figlio. Dopo aver ‘lavato’ ulteriormente per qualche minuto il nastro ed aver migliorato ancora la qualità delle immagini, la mandata avanti a velocità doppia saltando di tanto in tanto e visionandola fino alla fine.

Tonino messosi alle sue spalle ha visto le immagini che scorrevano veloci guardando, con più attenzione il momento del suo lavoro senza notare la differenza in cui mancava il passaggio dove la Giuse rubava i soldi. Finito di guardare il filmato, suo padre ha preso il telefono e ha parlato con il titolare del ristorante comunicandogli che non si vedeva nulla.

In sottofondo si sentiva la delusione per la telefonata ricevuta perché sperava che il nastro potesse mostrare il colpevole.
Chiusa la comunicazione suo padre gli ha passato 15′ e lui è tornato nella sua stanza.

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CAPITOLO 1

Durante la notte Tonino ha letto molte storie su internet circa il ricatto e la dominazione.
Voleva sapere cosa hanno fatto e come, cosa prevedere, cosa preparare, ecc..
Uno dei problemi era che non conosceva bene la Giuseppina se non tramite il suo fratellastro.
‘Come poteva consegnarle la copia del video che aveva fatto senza che nessuno lo vedesse?’ Continuava a ripetere.

Infine ha trovato una soluzione. L’idea gli piaceva ed è andato a dormire con un largo sorriso che gli illuminava il volto.

Aspettata fuori dalla scuola con una coppia della cassetta nello zaino, l’ha seguita mentre si avviava verso la palestra ad allenarsi a pallavolo. Come tutte le ragazze della squadra sono uscite sul campo per allenarsi dopo essersi cambiate. Furtivamente, lui è entrato nello spogliatoio. Ha messo la cassetta nella sua borsa ed è uscito rapidamente.
Si è seduto sulle gradinate per osservarla durante l’allenamento intento solo a studiarla.

Terminato l’allenamento, le ragazze si sono dirette verso lo spogliatoio.
Come lei ha aperto la borsa, ha notato subito la video cassetta con una nota allegata. L’ha letta in 20 secondi per poi chiudere fortemente il foglio nel suo pugno.
Uscendo dallo spogliatoio si è messa a guardare intorno per vedere chi c’era, ma non ha notato nessuno in particolare. C’erano molti ragazzi sulle gradinate e altri della squadra di basket che entravano in campo.

Aprendo il pugno ha stirato il foglio e ha letto ancora:
‘Guardi la cassetta questa sera. Non la deve guardare nessun altro. Si accerti che nessuno possa osservarla mentre la guarda. Desidererà che nessun altro possa averla vista. La guardi appena tornerà a casa. è molto importante che la veda da sola. Nuovamente, non lasci che nessuno possa vedere questa cassetta se non è da sola. Saprete il motivo appena l’avrete vista!
Firmato, il SIG. X.’

Cosa contenesse il nastro non poteva minimamente saperlo, ma ora aveva un motivo di interesse particolare per andare a casa. Cambiatasi senza neppure fare la doccia come al suo solito, ha salutato le amiche ed è corsa a prendere il bus per tornare a casa. Ha pensato di dirlo a Sara la sua migliore amica, della questione del misterioso nastro, ma all’ultimo momento ha deciso di aspettare di averla vista.
Come è entrata nella sua camera, si è ricordata che in casa l’unico video registratore era in camera di suo fratello in quanto ora in casa si usava solo il dvd. Fortunatamente, lui non era ancora tornato dall’università quindi, entrata in camera si è subito diretta alla tv.

Accesa, ha messo la cassetta e si è seduta sul letto per vederla, incurante del caos che vi regnava.
Le immagini non erano perfette, ma si vedeva chiaramente che era lei che camminava dietro al bancone del ristorante e apriva la cassa di suo padre. Ha guardato mentre prendeva i 20 ‘ e li metteva in tasca e poi una volta chiusa, lei che si allontana. Le immagini sul nastro durano meno di un minuto, ma si vedeva bene come lei inseriva nei pantaloni i soldi. Ha riavvolto il nastro e l’ha riguardato per altre 4 volte, allora ha spento tutto ed è tornata nella sua camera.

‘Chi è questo mister X? E come ha fatto ad ottenere questa registrazione? Che cosa avrebbe dovuto fare adesso?’ Questi erano i pensieri che tormentavano Giuseppina che, in lacrime, per tutta la notte non è riuscita a dormire.
‘Cosa sarebbe successo se i suoi genitori avessero scoperto che era lei la ladra del ristorante? Sarebbe andata realmente in prigione?’

Tonino invece trascorse tutta quella notte a leggere e progettare il modo di ricattarla. Era perennemente eccitato all’idea di poter mettere le mani su di lei. All’una del mattino ha finito di scrivere il secondo messaggio da dare alla Giusy ed è poi entrato su un server libero per registrarsi col nuovo nome di SIG. X.
Questo sarebbe diventato il modo di comunicare con lui d’ora in poi. Si dice fra se.

Nel foglio scrive:
‘Carissima Giuseppina,
mi sono preso la libertà di mandarle una seconda copia della videocassetta che le sta tanto a cuore. Le propongo un accordo che, se accetterà, le garantirà di essere l’unica proprietaria della registrazione originale e di tutte le copie.
Nei prossimi 30 giorni lei resterà a mia completa disposizione. Dovrà fare ogni cosa che le verrà chiesta, anche la più piccola richiesta dovrà essere esaudita. Se dovesse decidere di non eseguire un qualsiasi ordine, anche solo parzialmente, invierò una copia del nastro al ristorante dei suoi genitori, informandoli che costituisce la prova che cercavano per smascherare la persona che li ha derubati.
Dovrà inviare oggi stesso un’email all’indirizzo – sig_x_sig_x@yahoo.it – in modo da poterle comunicare la lista delle cose che dovrà fare quotidianamente. Dovrà controllare la casella di posta elettronica due volte al giorno, non appena si alza dal letto al mattino e appena torna a casa da scuola. Per lei sarò sempre il SIG X e non conoscerà mai la mia identità, al primo rifiuto o lamentela il nastro verrà spedito. Dovrà eseguire alla lettera ogni ordine che le verrà impartito direttamente o tramite email. Alla fine dei 30 giorni avrà la cassetta originale e tutte le copie in modo da poterle distruggere.
Non avrà una seconda occasione, se non avrò una risposta entro mezzogiorno invierò il nastro.
SIG X’

Tonino ha messo la lettera in un libro insieme ad una copia del nastro registrato su dvd e ha impostato la sveglia un’ora prima del solito. Una volta giunto il mattino si è svegliato saltando sul letto, pur non avendo dormito molto e ha corso a scuola col preciso intento di vederla arrivare. Poco più tardi, quando l’ha vista giungere col bus, le è andato dietro senza mai perderla di vista confondendosi fra gli altri studenti. Come l’ha vista entrare in classe è ritornato all’ingresso e presentandosi come il fratello, ha chiesto al bidello di consegnare il libro a Giuseppina indicando il cognome e la classe.

Premuroso il bidello ancora prima che suonasse la campanella ha chiamato alla porta l’alunna, dicendole che il fratello gli aveva consegnato il libro. Incuriositi dall’insolito fatto, le sue amiche volevano sapere, ma lei ha sempre sviato le risposte.

Era curiosa lei stessa di sapere e sfogliando il libro trova fra le pagine, una busta incollata. Dentro c’è il foglio con le istruzioni e un dvd. Dopo aver finito di leggere il biglietto si è alzata per andare al bagno dove ha pianto per oltre 10 minuti.
Infine si è fatta coraggio ed è tornata in classe.

Per tutte le successive ore di lezione ha pensato a cosa avrebbe potuto fare senza trovare una pur minima soluzione e, non riusciva neppure a seguire le lezioni.
In testa le risuonavano sempre le parole di suo padre che minacciavano di mandarla in prigione. Dopo che ha suonato la campanella per annunciare l’ora del pranzo, lei si è diretta velocemente verso l’aula di informatica. Ha aperto la sessione al suo server di posta e preso il biglietto ha scritto al SIG. X un’unica parola: ACCETTO. Dicendosi fra se: ‘Come se avessi scelta.’

Una volta inviato il messaggio si è alzata per andare in mensa, ma non ha mangiato nulla.

Finita la scuola, Tonino si è diretto al computer prima ancora di mangiare e aperta la casella di posta elettronica legge: 1 NUOVO MESSAGGIO.
Sapeva che proveniva dalla Giusy e ha sorriso quando ha letto la risposta.
Ora aveva 3 ore di tempo per mettere in ordine le idee a cui aveva pensato fantasticando per tutto il giorno. Doveva solo trovare con quale iniziare e inviarle l’ordine del giorno.

Le mani di Tonino tremavano di eccitazione mentre scriveva la prima email da inviarle. Gli ci vollero due ore per pensare e rifinire le parole prima di spedirla. Naturalmente prima di chiuderla, ha scritto l’avvertimento ”se tutto non era fatto come lui voleva, avrebbe inviato la cassetta e ciao, ciao..’

Inviata la mail ora non doveva fare altro che aspettare.
Era venerdì e sapeva che le ragazze avrebbero avuto una partita a scuola la sera stessa e Giuseppina era una delle ragazze titolari. Le sue prime istruzioni erano dure, al punto giusto per incominciare.

Quando è arrivata a casa da scuola e ha incominciato a leggere la mail del SIG. X, come le era stato indicato, la faccia è sbiancata e non sapeva più cosa fare.

‘La pallavolo non mi ha mai entusiasmato molto, che ne direbbe di renderlo uno sport un po’ più eccitante? Dovrà entrare in campo con l’uniforme della scuola senza mutande e senza reggiseno. Per tutta la sera dovrà rimanere senza nulla sotto ai suoi vestiti.’
‘L’uniforme era molto aderente e non era fatta per non portare nulla.’ Pensava trattenendo le lacrime.
La mail prosegue. ‘Dopo che il gioco sarà iniziato, dovrà tenere un dito in modo da spostare di lato il cavallo dei pantaloncini e aprire e chiudere lentamente le gambe. Questo dovrà farlo per almeno 50 volte. Se proverà a nascondersi o eseguirà solo in parte, le copie del filmato saranno spedite’.

Il cuore batteva all’impazzata e respirava a fatica, non era ancora finita. La mail proseguiva.

‘Rimarrò seduto in tribuna, se non sarò sicuro di aver visto che si è tolta le mutande o non sarò soddisfatto di come esegue la mia richiesta dovrà incominciare a preoccuparsi. Tutto dipende da lei.’
Giuseppina aveva appena compiuto 18 anni e non era ancora esperta sui fatti della vita, dei diritti e dei doveri legati alla legge.

Le parole di suo padre che diceva che sarebbe andata in carcere, continuavano a girarle in testa e non le permettevano di essere lucida come avrebbe dovuto ed escludevano ogni possibile via d’uscita. Giuseppina ha capito che doveva accontentare qualunque richiesta che questo pervertito desiderava.
‘Non poteva andare in prigione e rovinare la sua vita.’
Quella notte è andata alla partita e fortunatamente i suoi genitori non sarebbero rimasti per via del lavoro al ristorante.

L’hanno accompagnata in macchina come spesso facevano e le hanno detto che sarebbero ripassati dopo tre ore per riprenderla.
Tolta la tuta è rimasta con l’uniforme addosso. Tremava quando è entrata nel bagno dello spogliatoio per togliersi reggiseno e mutandine. Il monte di venere aveva una piccola zona di peli neri non rasati che sperava non facessero capolino dalla divisa, cosa sciocca visto che avrebbe messo in mostra ben altro che i suoi peli. Rivestitasi, si guarda allo specchio e cerca di farsi coraggio con due respiri profondi; poteva camminare bene ugualmente, ma doveva mantenere le braccia ferme per non far vedere che le tette ballavano libere. Doveva pensare ad una giustificazione per non giocare con le altre.
‘Mister, ho male alla caviglia. Mi spiace ma non posso giocare.’

Le amiche, saputo del fatto, erano tutte dispiaciute per la storta e le hanno fatto coraggio per una pronta guarigione.
Mentre ha simulato la camminata claudicante ha detto che le avrebbe accompagnate in campo, ma non sarebbe riuscita a giocare con loro.

Passata più della metà della partita, non aveva ancora trovato il coraggio di fare un solo movimento. All’ultimo game, quando la sua squadra era in vantaggio, si è fatta coraggio e ha detto fra sé:
‘Ora o mai più.’

Si è spostata sedendo sul bordo della panchina e appoggiata la mano all’interno della gamba, non è riuscita più a muoversi. Aveva il cuore che batteva a mille e continuava a guardare il pubblico per cercare di riconoscere qualcuno, ma dopo più di cinque minuti ancora non aveva trovato il coraggio di divaricare le gambe.
Si sentiva come se avesse fatto una maratona, con il cuore battere impazzito e il fiato corto. Le guance stavano bruciando e pregava in cuor suo, che non si notasse troppo il rossore che sicuramente stava contagiando orecchie e collo.
Oramai non mancava molto alla fine della partita e sollevata la testa come per guardare in alto oltre le tribune, ha separato lentamente le ginocchia.
Le ha chiuse e le ha riaperte.
Stava contando nella sua testa 1.2.3.4.5′

Stava facendo esattamente quello che il SIG. X le aveva scritto per non andare in prigione. Ha capito che chiunque avesse avuto il nastro non aveva scrupoli e lei era preoccupata di essere denunciata. Peggio, aveva più paura di non essere più la preferita dei suoi genitori.

Dopo che ebbe aperto e chiuso le gambe per circa 7 o 8 volte, qualcuno dalla prima fila si è accorto di quello che Giuseppina stava facendo. Almeno 20 o 30 persone hanno notato l’esercizio che faceva, prima che fosse arrivata a 50.

Non voleva neppure vedere la folla. Come ha finito si è alzata lentamente, ed è uscita dal campo senza sollevare lo sguardo. Si è rifiutata di guardare la gente, mentre una parte di questi gli davano la loro giusta ovazione. Quelli che non hanno visto, pensavano che applaudivano e fischiavano per le ragazze in campo che avevano segnato l’ultimo punto della vittoria.

Tonino sapeva esattamente perché applaudivano. Aveva guardato per intero tutta la scena con la macchina da presa digitale e aveva registrato tutto. Con lo zoom è stato molto facile fare un primo piano della sua conchiglia. Poteva vedere facilmente i peli neri che aveva fra le gambe e parte delle labbra rosee della figa.

Dopo che è uscita dal campo, Giuseppina è andata negli spogliatoi e si è rivestita mettendosi per prima cosa le mutande. è rimasta nascosta fino a che i suoi genitori, chiuso il ristorante, non sono passati a prenderla per portarla a casa.

Ha pianto per buona parte della notte nella sua camera da letto sperando che nessuno l’avesse vista in palestra. Sapeva che al mattino avrebbe ricevuto una nuova mail dal SIG. X, ma non desiderava pensarci per qualsiasi motivo quella notte.

Tonino, una volta tornato a casa ha guardato il filmato circa 10 volte, mentre pensava a cosa scrivere per l’email dell’indomani. Prima di fare qualsiasi cosa, doveva finire di masturbarsi. Doveva svuotare le palle.

Maxtaxi

Un grazie particolare a Lisa, che ha saputo correggere e dare la sua impronta.

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

Ultima correzione 01-06-09

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