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OrgiaRacconti di Dominazione

M’s story. Capitolo 27. Un nuovo centro educativo

By 14 Novembre 2022No Comments

I restanti quattro giorni alla SPA sono una pacchia, anche perché la mattina posso dormire un sacco: i primi trattamenti sono alle 09:30.
Il programma per ogni giorno della settimana consiste in 4 ore al mattino nel centro benessere: massaggi, maschere, trattamenti per la pelle, bagni tonificanti e rilassanti, ayurveda per le mie ansie e paure, bagni in acqua termale che mi provocano come tanti piccoli spilli nelle parti immerse del corpo: Romea mi spiega che quegli “spilli” sono formidabili per tener lontana la cellulite.

A mezzogiorno devo mangiare qualcosa e vengono a trovarmi Rodolfo (la guardia del corpo di Helio) ed Eugenio (il caposala, in realtà, pian piano capisco che è l’uomo di fiducia di Helio): dopo pranzo, mi portano con loro nel salone di villa Golombaia oppure nella piscina termale scoperta. Sono attenti e gentili, il loro capo deve aver insistito tanto sul mettermi a mio agio e non farmi piangere. Rodolfo è un bestione come Max, Eugenio è alto ma magro, entrambi tra i 40 e i 50. Apprezzo tanto che il primo da soli non mi saltano addosso, ma aspettano quasi due ore per usarmi nella bocca. I giorni successivi, con più confidenza mi faranno fare di tutto.

Attorno alle 16:30, quando i figli di Helio han finito i compiti, salgono in auto e vengono alla Golombaia sostituendo Eugenio e Rodolfo. Loro ed io abbiamo più o meno la stessa età, qualche mese di differenza al massimo: sono tutti delicati e attentissimi verso di me, ma tutti molto più alti di me. Ovviamente ho un po’ di imbarazzo (io in abito da schiava, loro vestiti) ma quasi subito si instaura l’allegria di una piccola combriccola e fanno di tutto per non ferirmi. Con la pratica, imparano a baciare, come coccolare una ragazza, come chiedere certe cose: io non ho certo il carattere per far da maestra… ma mi lascio fare tutto ridendo e giocando. Per non litigare tra loro hanno stabilito che sarò penetrata da un fratello nel pomeriggio e dormirò con un altro la notte: il primo rapporto nel salone, davanti agli altri tre fratelli; il secondo in camera e potrò dormire con chi mi possiede. L’unico problema è f4, che continua a bagnarsi nelle mutande senza che io nemmeno lo tocchi.

Helio arriva solo per le cene e a me dispiace un po’: come avete letto, mi sono presa una mezza cotta per lui. Certo, non gli dico niente, né una brava schiava chiede. Ma lui mi legge nel cuore e mi spiega: sta lavorando per me. E questa settimana con me è preziosa per i figli perché chissà se potranno conoscere un’altra ragazza pudica e ubbidiente quanto me.
Non sto a descrivere tutti i rapporti e l’amore di questi giorni, sarei ripetitiva e, come ormai avrete capito: mi emoziona molto di più quel che accade nel cuore.

Ne descrivo solo uno per accontentare i lettori maschi: F4 si sta prendendo una cotta (ricambiata solo con la mia amicizia) per me, ma non ha il coraggio di chiedere come risolvere il problema delle eiaculazioni appena mi è vicino. Quel che gli succede mi riempie di autostima e mi intenerisce; così, per aiutarlo, ho un piano: prima che arrivi il suo pomeriggio per possedermi davanti ai fratelli, approfitto della notte in cui gli spetta di avermi in camera sua. Con umiltà e dolcezza, faccio in modo che mi usi prima con la bocca: lui seduto sul letto matrimoniale a gambe larghe, io in mezzo, nuda e remissiva. Ho cominciato il bocchino, con affetto e sentimento e… lui dura pochissimi minuti. Faccio la schiava, come se fosse uno dei miei padroni, e lo prego: “Grazie signore per il suo seme… Il mio padrone darebbe alla sua schiava il permesso di pulirgli il sesso con tanti bacini?”. Dai bacini al secondo bocchino è automatico: questa volta glielo succhio con passione, accogliendolo tutto (non lo ha grande). La seconda volta dura molto di più. Mi ripeto, con – lo ammetto – un po’ di malizia: “Il mio signore mi onora con il suo seme: la sua serva vorrebbe ringraziare, ma ha paura di deluderlo… Padrone, la supplico di insegnarmi a farla divertire”. F4 prende coraggio ed è molto più sicuro di sé: mi aiuta a salire sul matrimoniale, mi fa mettere come una gattina… e mi sodomizza, riuscendo finalmente a durare oltre un quarto d’ora… trionfante, mi vede mentre ho un orgasmo anale.

Alla cena del giovedì, il giorno prima che mi riporti alla villa, Helio avvisa che al pranzo di domani saranno qui ospiti Giovanni, Ercole e Daniele, mentre per loro parteciperanno Eugenio, Rodolfo ed Helio stesso. Io dovrò esser presente ma ascoltare soltanto: capisco che è una cosa importante, quando c’è Daniele l’avvocato, sono sempre cose importanti. Come sempre vado in ansia. Cerco di pensare a tutti gli sbagli che potrei fare e, senza che altri sentano, faccio presente a Helio che di solito non mi fanno mangiare a tavola, ma per terra: ho paura che se mi vedranno a tavola sarò punita di brutto. Lui annuisce.
Il mio flusso mensile è quasi finito e quella notte dormo con F2: è tanto carino, e niente male fisicamente. Ma una cosa devo dirla, senza che nessuno si offenda: nell’amore, un 40-50 enne vale quattro diciottenni. Il numero e la qualità degli orgasmi che ho con Eugenio e Rodolfo è imbarazzante a confronto con quello dei figli di Helio.

Al pranzo Helio mi fa vestire quasi normalmente, da teenager birichina ma, quando Eugenio chiude le tende del solito salottino riservato, mi fanno spogliare e resto con la mise da schiava: vado a terra e aspetto che mi diano da mangiare.
Quando ci sono tutti e sei, Helio annuncia che mi ha intestato la villa al Lido delle Nazioni, quella dove mi ha presa la prima volta e dove abbiamo atteso l’alba abbracciati. Ha anche modificato al catasto il nome della villa, che ora si chiama “Villa M”: commossa, piango in silenzio e mi bagno come una maialina.

Spiega poi che ha fatto una associazione senza fini di lucro, alla quale ha affittato la mia nuova villa. Questa non profit avrà come scopo statutario l’aiuto alle ragazze insicure. Chiede, infine, di essere accettato come socio del gruppo che mi ha scelta e mi sta educando. Oltre a pagare l’affitto (per qualcosa che è suo!), è disposto a distaccare per la gestione della villa Eugenio e Rodolfo, a sue spese.
Giovanni sorride e dichiara: “Hai capito tutto, davvero tutto, anche lo scopo del nostro lavoro: aiutare ragazze con problemi relazionali, povere e bellissime. Penso di poterti anticipare che il Maestro approverà senz’altro il tuo progetto e la tua cooptazione nel nostro gruppo”. Si alzano, si abbracciano tutti, si danno la mano.

Poi passa le carte a Daniele perché controlli tutto prima che si firmino e, intanto ragiona con gli altri: “Adesso non abbiamo candidate adatte a venire educate e ci saranno dei lavori di adeguamento da fare. Quanto al personale, è bene che Eugenio e Rodolfo vedano come funziona la villa principale accanto a Ercole e Max. Poi serve anche una schiava con esperienza che accolga le future novizie e renda tutto più dolce e facile, perché non possiamo spostare Marta da dove è”. Io ascolto, non capisco tutto, ma capisco che stanno lavorando per aiutare più ragazze con un carattere di popò tipo il mio.

Daniele confessa che sua moglie è stata felice di partecipare alla festa del mio compimese e le piace come adesso funziona tutto: sta supplicandolo di trovare il modo per farla tornare in servizio. Giovanni scoppia a ridere e informa gli altri che anche sua moglie ha avuto la stessa reazione e chiede la stessa cosa. Tutto questo è merito del genio organizzativo di Ercole, con il quale tutti si congratulano.

Sono ormai le 15:30, hanno finito e tra poco arrivano i figli di Helio. Mi fanno firmare le carte e c’è ancora il tempo per umiliarmi un po’… mi invitano ad andare sotto la tavola e dare loro piacere con la bocca. Provo vergogna ma ubbidisco: sto conoscendomi sempre più e ho capito che mi è molto più facile sottomettermi a uomini che conosco che a sconosciuti (bella scoperta direte voi). Con una scusa Ercole esce, io vado sotto la tavola: faccio un bocchino a Daniele, Helio e Giovanni: ho dei dolci orgasmi quando mi spruzzano in gola. Eugenio, più birbante, preferisci sporcarmi tutto il viso davanti agli altri.
Ridono di me, mi dicono che sono bella anche così, mi aiutano a pulirmi. Prima di mandarmi dai figli di Helio, Giovanni si raccomanda di portarmi a casa non tardissimo che domenica ho una visita importante e che si potrebbe collegare alle attività di “Villa M.”.

È domenica mattina, ho passato il sabato a pulire i nuovi uffici e spettegolare con Marta e Claudio, che ormai cammina sculettando sensualissima, come una donna! Le mogli di Daniele e Giovanni saranno reintegrate presto a servire. Siccome non possiamo prendere un altro appartamento (in fondo siamo schiave!), ci dobbiamo stringere: la matrimoniale più piccola per le giovani (io e Claudio), una per le più grandi (Marta e le due mogli) e una matrimoniale libera. Abbiamo solo due bagni, vedremo come fare.
Marta mi porta davanti allo specchio, mi ricontrolla tutta e dice che le sembro riposata. Mi svela che l’ospite che aspettiamo non è altri che Nando, il senatore del mio cuore. Nando andrà direttamente alla mansarda per l’entrata nascosta: io dovrò aspettarlo nei garage e fargli strada. Le sue due guardie del corpo staranno, invece, nella stanza al piano garage, che Claudio sta pulendo di brutto. Nessuno dei tre deve vedere l’interno della villa, ma possono girare per il parco.

Marta mi vuole perfetta, ma totalmente vestita da schiava: Nando ormai sa abbastanza sul nostro gruppo ed è necessario che mi accetti per quel che davvero sono. Ho il permesso di indossare ori e pietre che mi hanno regalato in questi mesi: al collo metto subito il cuore di smeraldo che mi ha regalato Nando: deve impazzire.

Sono circa le 14:30 e aspetto di sentire il rumore della macchinona del senatore nel piano dei garage. Ho un cappottino lungo per non prendere freddo: lo tolgo appena sento l’auto entrare nei garage ed esco: sorrido felice di poter rivedere Nando, la mia cotta per lui non è passata. Quando l’auto si ferma, quasi gli corro incontro, ma… escono per prime le guardie! Strillo come una bambina, mi copro seno e passerina con le mani, volo a nascondermi dietro a una colonna. Loro ridono di me, poi educatamente i due si voltano, mentre Claudio viene da me mi bacia con tanta passione. Stretta tra le sue braccia gli sussurro: “Sei il senatore del mio cuore… ti voglio tanto bene, grazie per avermi voluta rivedere”. Mano nella mano andiamo all’ascensore che ci porta nella zona privata al terzo piano: Claudio ci sta aspettando, apre la porta e setta il sistema per funzionare anche con le impronte del senatore. Chiede istruzioni per il pranzo delle guardie e se può fare qualcosa: Nando lo squadra da capo a piedi e, malizioso, risponde: “Sei bella, potresti far loro compagnia… a tuo rischio e pericolo! Ah ah ah!”. Lui diventa rossa e se ne va, forse a chiedere a Marta cosa deve fare.

Quando si chiude la porta voliamo nelle braccia l’una dell’altro, ci baciamo con passione e dopo poco miagolo, come per chiamarlo. Lui mi conosce sempre più, sa cosa farmi, come farmelo e quando. Mi coccola la fessurina, il buchetto del sedere. Poi gioca a mettermi l’uccello in bocca e togliermelo: ride vedendomi che gli inseguo il pene come cercando di riprenderlo in bocca. Prova a fare il padrone, mi umilia facendomi strisciare verso di lui, sculacciandomi con amore e senza violenza… ho un attimo di panico, poi capisco che vuole giocare e ridiamo… anzi, gli offro le mie terga se per caso volesse punirmi nuovamente.
Siamo come due ragazzini innamorati, lui si è inventato anche una nuova umiliazione per me: quando fa pipì devo stargli inginocchiata accanto e scuotergli l’uccello dalle goccioline!
Non è alto, non è forte, non è bello, non è un padrone… ma è un politico e pure intelligentissimo… una stupidina come me se la mangia a colazione. Infatti, mi cuoce a fuoco lento, anche se è in erezione da quando mi ha abbracciata, giù nei garage.

Sono proprio cotta, ormai eccitatissima, miagolo, miagolo continuamente per chiamarlo, per essere usata. E lo fa… mi fa mettere un piedino sul tavolo e il peso sull’altra gamba: così sono aperta davanti e dietro, indifesa. Vede che ho l’interno coscia bagnato dei miei umori, mi sussurra “Che troietta sei” e, prima che io riesca dir qualcosa, mi penetra con forza, tutto dentro fino in fondo, in un colpo solo. Lo sento un po’ cambiato, meno dolce e più brigante: non mi sta penetrando…oggi mi scopa proprio. E diventa anche un po’ volgare: “Ora ti inculo! Sì! Ti rompo il culo, bellissima schiava!”. Sento le parolacce e ci resto un po’ male… ma lui subito sposta il membro verso l’altro buchino e mi sodomizza, senza prepararmi: uno due, tre… dieci colpi forti e profondi.

Subisco remissiva, non mi fa male, ma sfila l’uccello dal mio culetto e mi urla: “In ginocchio che ti sborro in faccia! Presto!”. Mi spruzza sul viso, sul seno… mira agli occhi (fortuna che non mi trucco). Capisco di dover essere umiliata, ma Nando oggi è proprio diverso… le parolacce non me le aveva mai dette. Mi si inumidiscono gli occhi, mentre il suo seme mi cola dal viso a tutto il corpo.
Abbasso la testa, non deve vedermi piangere, chiedo con la vocina che trema: “Nando, sei arrabbiato con me? Se sbaglio qualcosa basta dirmelo e faccio tutto quello che vuoi, lo sai. Come posso farmi perdonare?”, quindi faccio uno sbaglio: tiro su col naso. Lui subito capisce come sto, si ferma e ridiventa l’uomo dolce che conoscevo.

Nando: “Scusa, scusa, scusa… cazzo che idiota che sono! Perdonami, è che questa cosa di aver scoperto che sei una schiava di piacere per uomini mi intriga da matti… e più ci penso più mi eccita”. Mi prende tra le braccia, mi accoccolo in braccio a lui, mi calmo… ma mi lascia col viso coperto del suo seme… mi rassegno, è già tanto che sia tornato dolce.
Riprendiamo a scherzare, a ridere, mi prende in giro per la doccia di sperma che mi ha fatto. Sono di nuovo serena, credo di avere gli occhi verdissimi come quando sono nella gioia. E, naturalmente, mi bagno di nuovo… quando sto così finisce che lo desidero da matti. Ed è allora che sbaglio: faccio una cosa che una schiava perbene non dovrebbe mai fare: mi inginocchio nuda ai suoi piedi e… chiedo!
Io: “Nando, io credo di essermi presa una cotta forte per te… posso chiamarti padrone? Solo per oggi, solo per gioco, ti prego”.

Nando: “Quella è una cosa importante [ride, felice]… e cosa sei disposta a fare per avere quel permesso?”. Resto zitta, realizzo di essermi comportata in modo sfacciato… mi prostro ai suoi piedi, lunga distesa, il viso contro il pavimento. Non riesco più a parlare, parla lui:
Nando: “Ci sono due cose che so che ti fanno star male e vorrei fartele entrambe: farti piangere con il frustino e offrirti ad altri”.
Alla parola “frustino” tremo, ma tremo forte. Passa un interminabile minuto di silenzio. Poi mi alzo, vado nell’angolo, metto il viso contro il muro e con la mia vocina già rotta dal pianto dico soltanto: “Credo… credo che sia nel primo cassetto del comò”.

Sento i suoi passi, apre un cassetto, lo richiude: sono in piedi nuda, con solo la guepiere e i tacchi alti, in castigo con viso contro il muro. Piango in silenzio, ho il terrore delle punizioni… figuriamoci del frustino. Il primo colpo mi arriva senza preavviso sul sedere: strillo fortissimo, come se mi avessero sgozzata. Penso a Marta e a come lei riesce ad avere gli orgasmi quando Max la frusta… provo a dire a me stessa che devo riuscirci anche io quando… arriva il secondo colpo del frustino sulla patata! Strillo, urlo, mi metto piangere come una bambina… devo resistere, ce la devo fare, ci riescono tutte! Il terzo colpo e sul didietro delle cosce e impazzisco, grido come un’ossessa e mi faccio piccola e ricurva, riuscendo a restare col viso contro il muro. Mi colpisce di nuovo sul sedere e crollo a terra… ho bagnato tutto attorno con le lacrime… i singhiozzi fanno sussultare il mio corpo: “Cattivo!… padrone cattivo sei…”. Piango disperata, il mondo mi è crollato addosso.

Nando mi si avvicina, mi solleva il viso, lo guardo: ha gli occhi spiritati e da porco. “Sto… sto male… aiuto… mi son fatto di coca… ho preso il viagra… mezza bottiglia di grappa… volevo essere volevo come gli altri che ti scopano… invece sono solo un nerd… aiuto Lara… aiutami”. Cade a terra al mio fianco, chiude gli occhi.

Continua

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