Di nuovo punita.
Questa mattina, sono riuscita ad alzarmi dal letto solo più di un ora dopo che se n’è andato Salvatore. Ancora barcollante, vado subito a farmi un bidet freddo, lenendo almeno in parte il bruciore al culo. Dopodiché una doccia bollente, molto lunga, per lavare via dalla pelle tutto il sudicio che mi sento addosso. Purtroppo non posso lavare via la sporcizia che mi sento dentro. Cosa sono diventata? Mi lascio usare da chiunque ne abbia voglia, uomini e donne! Mi fanno del male e li ringrazio e ne chiedo ancora. Mi sento troia fino al midollo e non voglio, ma so che è così.
Rimango inginocchiata nella doccia, immersa in questi tetri pensieri. La nuvola di vapore mi rilassa: devo andare all’incontro con Vanessa, che sarà furiosa per come le ho disobbedito. Con quelle maledette telecamere avrà visto tutto, magari mi ha anche registrata per vederlo più volte. Avrà addirittura contato gli orgasmi! Sento il panico crescermi dentro, mi farà male, tanto. Ma contemporaneamente sento crescere anche l’eccitazione! Come diavolo faccio a essere così depravata? Devo chiudere questa storia, devo smettere di vederla! E poi adesso finalmente mio marito… certo è un sadico porco come tutti i maschi, ma tutto sommato….
Si, farò così, andrò da Vanessa e chiuderò una volta per tutte, non la vedrò più, adesso non voglio più averne bisogno, da ora in poi sarò la brava moglie che devo essere. E magari chissà, potrei anche convincere Jezabel a tornare.
Piena di fiducia, mi alzo, mi asciugo, un filo di trucco e i vestiti: gonna e camicetta su un intimo semplice, di cotone, niente pizzo. Chiamo Rosario e le domestiche e, un po’ imbarazzata, dò loro le istruzioni per sistemare la camera, poi prendo scarpe, borsa e soprabito e via di corsa. Percorro il tragitto fino all’ufficio di Vanessa ripassando nella testa quello che voglio dire, parcheggio, salgo velocemente al piano, mi faccio annunciare, apro la porta ed entro. Non è nell’ufficio, mi aspetta nella stanza dei giochi. Entro…. e la vedo… Vanessa è lì in piedi, davanti al tavolo, con il sedere e le mani appoggiate al piano. È bellissima, stivali neri lucidi fin sopra il ginocchio con tacco altissimo, calze fumè autoreggenti, un paio di mutandine di raso nero, semitrasparenti, che lasciano intravedere la vulva depilata, un corsetto di pelle nera, stretto, per mettere in risalto i seni perfetti.
Mi guarda, gli occhi stretti come due fessure:
《E così la stronzetta francese ha deciso di sfidarmi!》
Vanessa mi sputa questa frase in faccia con tutto il disprezzo e il veleno di cui è capace…. Per me è come un pugno nello stomaco, indietreggio, abbasso gli occhi tutta rossa in viso e per alcuni secondi non riesco ad aprire bocca. Mi sento tremendamente in colpa per aver disobbedito alla mia padrona, sto per buttarmi in ginocchio a baciarle la punta degli stivali e chiedere perdono, quando vedo una macchiolina di sangue tra i piedi di Vanessa. È ovviamente sangue mio, deve essere stata la settimana scorsa, quando Vanessa è stata particolarmente sadica.
Questo mi fa tornare lucida, ricordo come mi è piaciuta la notte e soprattutto la mattina con mio marito, ricordo soprattutto cosa è Vanessa e quello che le devo dire. Lo dico, tutto d’un fiato, guardandola negli occhi: 《Basta Vanessa, non se ne fa più niente! La nostra storia è finita, basta giochetti, basta umiliazioni, adesso ho un marito che mi fa godere e torno da lui, NON HO PIÙ BISOGNO DI TE!》 L’ultima frase l’ho praticamente urlata, e adesso ho il cuore che batte fortissimo e tremo leggermente. Vanessa rimane a bocca aperta, non se l’aspettava, ma si riprende subito. Ha capito di essere andata troppo oltre, e che rischia davvero di perdere la sua schiava. Ma ormai mi conosce, sa esattamente cosa fare per riprendere il controllo.
Si stacca dalla scrivania, fa un passo morbido per arrivare davanti a me, guardandomi negli occhi. Quando è a 10 centimetri dal mio viso inizia a sussurrare dolcemente 《così non hai più bisogno di me… torni da tuo marito…. basta giochetti…. benissimo. Ma dimmi, sei disposta a rinunciare a questo?》 Si sporge e mi bacia molto delicatamente sulle labbra. 《E a questo?》 Un altro bacio, più deciso. 《Non ti piacciono più i miei baci?》 E mi bacia per almeno un minuto, passandomi una mano dietro la schiena e appoggiandomi l’altra sui glutei. Sono come ipnotizzata, non rispondo né al bacio né all’abbraccio ma non oppongo resistenza. Allora Vanessa si stacca, e guardandomi negli occhi inizia a sbottonarmi la camicetta, lentamente, un bottone alla volta, e intanto mi fa indietreggiare fino alla parete. Quando ho la schiena appoggiata, la camicetta è ormai completamente aperta, e Vanessa mi sta già slacciando dal davanti il reggiseno. Adesso mi tira fuori i seni, molto delicatamente, li carezza, sfiora i capezzoli con le dita. Non riesco a muovermi, respiro a malapena. Adesso mi sta baciando i seni, parte dall’esterno fino ai capezzoli, dolcemente, poi si allarga di nuovo e di nuovo torna al centro. Mi ricordo di respirare, ma mi esce un ansito convulso; Vanessa si ferma, mi guarda da sotto in su e, sempre guardandomi, sorridendo, inizia a leccarmi e a succhiarmi… chiudo gli occhi, mi appoggio alla parete e inizio a gemere sotto i colpi di quella lingua indiavolata. Inizio a tremare mentre mugolo più forte, lei capisce che sto perdendo il controllo e si ferma. Spalanco gli occhi, mille domande nello sguardo ma ormai Vanessa sta già scendendo a baciarmi la pancia mentre la sfiora con le unghie. Di nuovo il contatto delle labbra della mia padrona sulla pelle, non resisto, ansimo forte, per calmarmi prendo ad accarezzarle i capelli, ma è all’ombelico, lo bacia, infila la lingua dentro, lo succhia. Apro le gambe sognando il paradiso 《Ti supplico, non resisto, fammi venire!》 Vanessa scende e appoggia le labbra alle mie mutandine che sono già bagnate. Appoggia il dito sulla fessura e lo muove piano, mi contorco, sto gorgogliando di piacere.
Ma lei si ferma. 《NO TI PREGO!》 《Non è ancora il momento piccola, impara ad aspettare…》 Si alza, è di nuovo di fronte a me, mi dà un lungo bacio e poi mi gira con la faccia contro la parete. Si appoggia a me e io, sentendo il suo seno premuto contro la schiena, ho un brivido. Vanessa mi mordicchia un orecchio e mi sussurra 《amore devo fare qualcosa per calmarti, ho ancora tanto da farti, non voglio che vieni troppo presto…》 Infila le mani sotto la camicetta e mi sfiora la schiena con le unghia, ho la pelle d’oca, tremo di piacere, appoggio le mani alla parete in alto e godo del suo tocco. Vanessa adesso preme più decisa, non da graffiarmi ma abbastanza da farmi un po’ male, e infine mi artiglia decisa, a due mani, dalle scapole ai reni. Mi inarco all’indietro, sono senza fiato per il dolore, le mani aggrappate al muro. 《Perché Cristo santo!》 《Volevo che ti calmassi porcellina》 Sento i graffi che pulsano sulla schiena, pulsano e bruciano dannatamente. 《Adesso stai ferma così, e allarga le gambe》 Con le lacrime agli occhi per il dolore, ubbidisco, chiudo gli occhi e appoggio la fronte al muro, da dietro sento la sua voce: 《sei bellissima Noelle》 Mi scalda dentro, ha questo potere immenso su di me, sono sua e lo sarò per sempre! Non mi giro, piano piano riprendo fiato. Sento che mi sto calmando, il battito e la respirazione rallentano. Adesso sento Vanessa che si avvicina, si abbassa, sento le sue mani sui miei fianchi, prende l’orlo della mia gonna con le dita e l’abbassa, giù fino alle caviglie, poi alzandomi i piedi, la sfila e la getta sul pavimento. Sono di nuovo super eccitata, la mia padrona inizia a baciarmi i glutei sopra gli slip ma insinua due dita tra le cosce. Appena sento le dita di Vanessa sulle mutandine bagnate, muovo il bacino avanti e indietro sulla sua mano. Aumenta la pressione, e inizio di nuovo a tremare. Allora lei toglie la mano, e mi abbassa le mutandine fino alle caviglie, lasciandomi una scia di umori all’interno delle cosce. E riprende a baciarmi i glutei, più decisa, e a leccarmi piano. Tremando sempre di più, spingo il culo in fuori, voglio che Vanessa mi lecchi il buco ma non oso chiederglielo. Vanessa si ferma 《NO! Non fermarti di nuovo, ti prego…. ho bisogno…》 si alza, mi si avvicina all’orecchio, lo mordicchia piano e mi sussurra 《stamattina il tuo maritino ti ha proprio sfondata nel culo vero? Scommetto che ti brucia ancora…. dovremmo rimediare che ne dici?》 《SI! SI! Mi brucia! Ti prego, un bacino, fammi passare la bua ti prego!》 Vanessa scende lentamente fino al sedere che spingo disperatamente in fuori, mi allarga bene i glutei con le mani e inizia a leccare bene tutto intorno all’ano, poi infila la lingua dentro e ricomincia. A questo punto non capisco più niente, tremo come una foglia mentre gemo ad alta voce, le gambe mi si piegano, lo sento salire, arriva…. e Vanessa, proprio all’ultimo si ferma e mi da un fortissimo schiaffo sui glutei. 《AAAAHIA NO TI PREGO, CONTINUA!》 Per la frustrazione cado in ginocchio ma sempre col culo esposto, Vanessa vede l’ano che ha degli spasmi sempre più veloci, e per fermare l’orgasmo mi schiaffeggia di nuovo le natiche, due, tre, quattro volte, sempre più forte. Mi calmo di nuovo ma adesso sto singhiozzando di dolore e di disperazione; voglio arrivare all’orgasmo, ne ho bisogno ma non so come fare, Vanessa mi tratta come un burattino.
Infine la mia padrona mi fa girare delicatamente, mi fa sedere per terra con le gambe larghe, si avvicina, mi bacia le lacrime che mi colano, poi mi guarda negli occhi e mi bisbiglia: 《adesso sei pronta. Voglio sentirti urlare piccola mia…》 e, mettendosi in ginocchio si abbassa fino alla mia passera. inizia baciando l’interno delle cosce, prima una poi l’altra senza fretta, poi passa a baciarmi sul pube, piccoli baci delicati che mi mandano in visibilio. Inizio ad ansimare, voglio di più, chiudo gli occhi e con le mani accarezzo i capelli di Vanessa. Intanto lei è passata a baciarmi le grandi labbra, alternando i baci a piccoli colpi di lingua, e passando la lingua sotto la fessura mi lecca i succhi che colano fuori, poi, in maniera incredibilmente delicata, con le dita mi allarga la figa, e dopo una serie di lunghi baci umidi sul clitoride, inizia a leccarmi. È la fine, perdo completamente la testa, mi stringo i seni con le mani e mi torco i capezzoli con forza, praticamente sto ululando ed esplodo in un orgasmo violento e lunghissimo. Prima che le convulsioni per l’orgasmo si calmino Vanessa riprende a leccarmi e in due secondi vengo di nuovo, ma stavolta non si ferma e mi fa venire ancora e ancora…. Non ho più forze, non riesco a parlare, non mi posso muovere. Godo e nient’altro, non ho più un pensiero lucido, gode e basta. Non mi accorgo neanche che finalmente Vanessa si ferma, continuo a venire anche parecchi secondi dopo. Dopodiché crollo esausta, lei mi sorregge e mi fa appoggiare sul suo seno, circondandomi con le braccia; mi tiene così, stretta a sè, anche quando mi lascio scappare la consueta pipì. Continua a tenermi per un tempo lunghissimo, sussurrando parole dolci e baciandomi le tempie, finché smetto completamente di tremare.
Quando sono piu tranquilla le chiedo 《sono stata brava oggi Vanessa?》 《sei stata molto brava amore mio, sembravi proprio una cagna in calore, non ho mai visto nessuna venire cosi tante volte》 Mi gonfio d’orgoglio e con un gran sorriso mi accomodo meglio. 《Poi mi hai anche pisciato addosso maialina che non sei altro!》 Non ne ne ero neanche resa conto, adesso sento che siamo entrambe bagnate, mi agito, divento rossa e sto per chiederle scusa quando: 《non preoccuparti amore, lo so che non è colpa tua… e poi, magari mi è anche piaciuto, chissà…》
《Ti amo Vanessa!》 《Però lo sai che ti devo punire vero?》 Mi si stringe il cuore, non voglio essere punita. 《Per favore, ti prego non farmi male… ho paura ti supplico! D’ora in poi mi comporterò bene!》 Ma Vanessa non cede: 《non posso perdonarti lo sai, sei andata ben oltre l’errore, mi hai proprio sfidata. Non posso fartela passare…. mi fidavo di te!》 In effetti mi sento tremendamente in colpa per aver tradito la fiducia della mia padrona, e so di meritare la punizione. 《Hai ragione, me lo merito. Ma poi torniamo come prima?》 Vanessa non risponde, continua a cullarmi in silenzio per alcuni minuti. Poi improvvisamente mi prende per i capelli e mi spinge via, finisco lunga distesa sul pavimento, a faccia in giù. Il cuore mi batte forte, so che la punizione inizia adesso e non oso muovere un muscolo. Vanessa si alza e mi guarda dall’alto: sono sdraiata scomposta, coi capelli sciolti, la camicia e il reggiseno aperti, senza la gonna e con le mutande alle caviglie. Le autoreggenti sono l’unica parte di me ancora a posto, oltre a una scarpa, l’altra chissà dove è finita….
《Alzati》 Una semplice parola detta a mezza voce ha il potere di annullare completamente la mia volontà: mi alzo, ancora piuttosto malferma sulle gambe. 《spogliati》 Mi affretto a ubbidire, mi tolgo camicetta e reggiseno, sfilo le mutande dalle caviglie e scalcio via la scarpa. 《Anche le calze》 Mi appoggio al muro e me le tolgo. Adesso sono completamente nuda, come piace a lei. Mi metto in posizione: dritta, piedi uniti e mani incrociate dietro la schiena. Guardo per terra e attendo, tremando leggermente. Vanessa mi fa un giro intorno, allungando una mano a sfiorarmi i glutei e poi i seni. 《Molto bene》 e mi da un lungo bacio che fa mi tornare i brividi. 《Questo è l’ultimo bacio che avrai da me per oggi, da adesso devi soffrire….》 Senza preavviso mi schiaffeggia forte sulla guancia 《Giuda!》 poi di nuovo 《puttana!》 Barcollo, sento sapore di sangue sul labbro inferiore, ma resto in piedi e continuo a guardare per terra, senza fiatare.
《Vai sotto l’anello e afferralo con entrambe le mani. Non dovrai staccarti finché non te lo dico capito?》 《Non mi leghi?》 《No, oggi niente catene né corde né manette. Sei libera di andare via in ogni momento. Oggi non avrai scuse, non potrai dire a te stessa che eri legata e non potevi scappare, oggi quello che ti farò sarai tu a volerlo》 e in fondo so che è proprio così, lo è sempre stato e lo desidero con tutto il cuore. Ed è mentre sto pensando questo che arriva la prima scudisciata sui glutei, strappandomi uno strillo. Non l’avevo vista muoversi, adesso è dietro di me e mi colpisce con forza ma lentamente, un colpo ogni 10 secondi circa. Fa un male d’inferno ma resisto, non piango. Oh si, so che tra poco cederò, ma voglio resistere il più possibile, so che questo piace a Vanessa. Quando sul culo non c’è più un centimetro di pelle che non sia stato colpito, si sposta sul dietro delle cosce. E infine prende di mira la schiena. Il frustino colpisce i graffi che mi aveva fatto Vanessa e cedo: urlo di dolore a ogni colpo, piango e dopo pochi colpi perdo la presa sull’anello e cado per terra. Vanessa mi prende per i capelli e mi trascina al tavolo, ci sono ancora delle foto di Jezabel che mi guarda da una di queste. Vanessa mi fa appoggiare con la pancia sul piano, dal lato corto, e mi intima di chiudere gli occhi e di aggrapparmi con le mani ai bordi. Non vedo ma la sento che fruga in un forziere vicino a me. Poi sento rumore di pelle o quoio strusciato, e Vanessa che si posiziona alle mie spalle. 《Allarga la gambe e tira su il culo》 Obbedisco, so già cosa sta per farmi e cerca in fretta di rilassare l’ano, ma dopo pochi secondi sento la punta di un fallo di plastica appoggiarsi al buco, e subito Vanessa spinge con tutta la forza che ha. Lo strapon fatica a entrare, è enorme e non è lubrificato, e Vanessa deve dare parecchi colpi molto forti per riuscire a entrare fino in fondo. Urlo a denti stretti, cerco di rilassare i muscoli in tutti i modi e in parte ci riesco, diminuendo il dolore.
Dura un eternità, lei stessa è esausta, sento il sudore della mia padrona che mi gocciola sulla schiena bruciandomi le ferite. Alla fine esce, sfinita, ma non mi dà tregua: 《alzati e girati》 Grido di sollievo quando si sfila dal mio culo. Cerco di ubbidire ma appena mi stacco dal tavolo le gambe mi cedono e cado per terra. Allora mi afferra per i capezzoli e mi tira su in piedi. 《se … ti … dico … di .. fare… una… cosa… devi …farla…capito …puttana?》 e ad ogni parola mi torce forte i capezzoli, strappandomi lacrime e gemiti di dolore. Non ce la faccio più, sto pregando che finisca ma non oso dirlo, alzo le mani per fermarla ma non mi azzardo a toccarla. Finalmente un pò di tregua: Vanessa si ferma, mi lascia, e cado in ginocchio. Subito mi infilo le mani in bocca e con le dita bagnate di saliva mi massaggio i capezzoli, mi fanno malissimo e sono enormi, viola e durissimi.
Mi guarda: ormai sono totalmente sconfitta, sottomessa. Con le lacrime agli occhi, mi sfioro gemendo le parti doloranti, sono totalmente concentrata sul mio dolore fisico. Questa vista inebria Vanessa: si siede sulla sedia vicina, con le dita scende a sfiorare gli slip, il raso che struscia sulla pelle della vulva. Ma non le basta, quindi infila le mani dentro e inizia a toccarsi, decisa. Sta ansimando, la guardo con la coda dell’occhio, mi accendo di speranza: 《padrona… ti prego…. posso?》 e faccio per avvicinarmi. Vanessa sta ansimando sempre piu forte e non risponde, chiudendo gli occhi aumenta il ritmo. Mi avvicino e le sposto gentilmente la mano con cui si sta masturbando, gliela appoggio sulle gambe. La mia padrona subito oppone resistenza ma poi si abbandona nelle mie mani. Le sfilo le mutande, e intanto la faccio sedere in fuori. Adesso ha la vulva completamente esposta. So esattamente di cosa ha bisogno in questo momento: con la sinistra le allargo bene la figa mentre inizio a leccarle velocemente il clitoride; intanto con la destra le inserisco due dita nella vagina, cercando il punto G. Eccolo, già gonfio di sangue, inizio a sfregarlo con forza, senza smettere di leccarla. Vanessa ansima e geme, si contorce, si afferra ai braccioli della sedia e dopo pochissimo si inarca ed esplode in un orgasmo che la lascia senza fiato. Appena finisce si abbandona sulla poltrona, ansimando, e guarda me, la sua schiava: 《Dio mio, sei fantastica, ti adoro!》 Mi prende per i capelli e sporgendosi mi dà un lungo bacio sulla bocca. Con gli occhi chiusi mi godo il bacio fino all’ultimo e poi la guardo e le dico 《non ho ancora finito padrona. Mi permetti?》 Vanessa è incredula ma mi fa cenno di proseguire, e adesso inizio a giocare con lei. Alterno leccate avide a piccoli bacini delicati, la porto vicino all’orgasmo per poi concentrarmi su parti del corpo meno sensibili. Questi alti e bassi la fanno impazzire, dimenandosi arriva a supplicarmi di farla venire, ma io resisto, continuo con questo gioco, finché mi accorgo che Vanessa non resiste più e la lascio arrivare all’agognato orgasmo. L’urlo, le convulsioni, il suo respiro sono il mio premio. 《Ti ho restituito quello che mi hai fatto prima, sono stata brava?》 Vanessa non riesce a parlare, si limita a carezzarmi la testa e sorridermi. Non voglio che finisca questo momento magico e mi metto a baciarle e leccarle gli stivali, da sopra il ginocchio fino giù al piede, e la mia padrona mi lascia fare, compiaciuta: 《brava schiavetta, puliscili bene….. si così…. bene la punta…. adesso il tacco…. sei proprio brava!》 Il complimento mi scalda il cuore, sono felice che la mia padrona sia contenta, ma improvvisamente Vanessa mi afferra i capelli, mi tira su in modo da avere la mia faccia a pochi centimetri dalla sua, mi guarda negli occhi e mi dà un lungo bacio profondo. Poi mi tira indietro la testa: 《questo era il bacio di giuda! Perché mi hai tradita?》 e lo dice con un tono di profonda tristezza e delusione. Riesce addirittura farsi spuntare due lacrime. Mi ritrovo all’improvviso in un abisso 《ti prego no, non volevo, ti supplico, sarò brava, ti prego non piangere》 baciandola freneticamente sulle ginocchia. Ho deluso la mia padrona, l’ho fatta piangere, sono un mostro! Vanessa si alza, indossa lo spolverino ed esce. Sulla porta mi dice in tono incolore 《vestiti e vattene, non voglio piu vederti》 Resto senza parole, mi crolla il mondo addosso! La mia padrona non mi vuole più, mai più! Mi lascia sola, e tutto per colpa mia! Appena Vanessa è uscita, mi dispero: sdraiata per terra singhiozzo senza riuscire a fermarmi, è un pianto disperato, spossante, piango per l’abbandono della mia padrona, per i sensi di colpa ma anche per il dolore fisico che adesso sento maggiormente. Piano piano mi calmo, ma sono distrutta, e alla fine mi assopisco sul pavimento.
Quando mi risveglio, ancora nuda, cerco il telefono e chiamo Vanessa, insisto più volte anche se lei mi butta giù. Alla fine capisco che è inutile, allora mi alzo per sistemare e pulire tutto, ma ho una fitta tremenda al culo. Ma devo farcela, quindi, un pò barcollando e un pò a carponi, riesco a pulire decentemente. Poi provo a chiamarla ancora, ma niente. Basta torno a casa, è inutile…
Quando arrivo alla villa non chiamo neanche Maruska per farmi rattoppare, tanto Salvatore anche oggi non ci sarà: è in Grecia o in Francia o in Belgio o dove diavolo è, non importa!
Mi butto sul letto, completamente svuotata con l’intenzione di non alzarmi per una settimana……
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…