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Racconti CuckoldRacconti di DominazioneTrio

Schiavo deriso, padrona appagata

By 16 Luglio 2025No Comments

Oggi è il mio giorno da sottomesso. Non mi dispiace di certo, ormai Giada è una superba compagna di giochi e non vedo l’ora di donarmi totalmente a lei.
Sono disteso a letto e legato mani e piedi, totalmente nudo, per permetterle di far di me ciò che vuole e dominarmi a suo piacimento.

Lei indossa un completino nero in latex con chiusura zip davanti e gonna a balze, autoreggenti rigorosamente nere e non so se e cosa c’è sotto. Il rossetto è di un vistoso rosso che richiama i tacchi a spillo dello stesso colore. Inutile dire che solo al pensiero di vederla così, e con l’incognita di cosa farà, la mia eccitazione è già alle stelle.

Lei mi guarda con un sorrisetto beffardo mentre sfila avanti e indietro ai piedi del letto, mentre la divoro con gli occhi.

“Amore, cosa aspetti?” Le chiedo io.

“Hai fretta?” Risponde lei.

“Ti voglio… e voglio essere tuo. Anzi, voglio che mi usi, come un tuo giocattolo…” Replico io.

Lei si siede sul letto e, sporgendosi verso il mio viso, mi stuzzica: “Cosa vuoi?”

“Sottomettimi…” Rispondo io timidamente. “Sottomettimi, sono il tuo… il tuo… cuckold… schiavo, sono quello che ti pare…”.

Lei sorride: “Ripetilo di nuovo.”

“Schiavizzami, sono tuo… usami.” Replico io.

“Supplicami. Se lo vuoi davvero…” mi istiga lei…

“Sottomettimi. Totalmente… ti prego…”. La imploro impaziente.

“Sei già sottomesso a me, se mi supplichi così, legato sotto di me.” Incalza lei: “Sei già il mio amore cornuto mangiasborra, e anche un po’ succhiacazzi… a comando…”.

Mi sfiora il cazzo con le dita, molto delicatamente, facendomi indurire all’istante. Poi si apre un po’ la zip per farmi vedere meglio il suo seno, rivelando il reggiseno di pizzo nero indossato sotto il vestito.

“Chiudi gli occhi e apri la bocca” mi comanda.

Eseguo. Attendo a occhi chiusi e bocca aperta quando inizio a sentire un liquido tiepido colarmi sulla lingua. “Ingoia, da bravo…” dice lei. Mi sta sputando la sua saliva in gola. Riapro gli occhi e vedo il suo sorrisetto compiaciuto mentre si gira verso il mio cazzo, sedendosi col suo culo sulla mia faccia: è adesso che vedo le mutandine nere, di pizzo anch’esse, che indossa. Sento l’odore della sua fica che cerco di assaporare attraverso il tessuto, mentre lei me la strofina in faccia. Intanto sfiora appena le mie palle gonfie, con il dito sale sull’asta dritta del mio cazzo fino a sfiorare la cappella, poi di nuovo giù a farmi impazzire… quanto vorrei che iniziasse almeno a segarmi! E invece niente. Muovo il bacino verso l’alto, come ad offrirle il mio cazzo voglioso, nel disperato tentativo di ottenere qualcosa. Lei si china e mi dona un bacio fugace, sento le sue labbra quanto basta a farmi contorcere dal desiderio insoddisfatto. Intanto gli umori della sua fica hanno inzuppato le mutandine lasciandomi assaporare tutta la sua eccitazione.

“Succhiamelo dai… ti prego amore…” La imploro io parlando a fatica con la sua fica che quasi mi soffoca.

Lei si gira, liberandomi la faccia e, a cavalcioni su di me, mi accarezza la pancia e mi sfiora il cazzo, facendomi contorcere dal desiderio: “Succhiarti? Io ormai voglio solo cazzoni più grandi del tuo, amore… non mi basti più. Voglio quelle cappelle giganti che mi riempiono tutta la bocca, quei cazzoni troppo grossi da ingoiare. Lo sai, mi piace quando mi arrivano in gola fin quasi a soffocare. Mi piace far godere quei cazzoni che vogliono riempirmi con litri di sborra. E tu, piccolo cuckold, adori guardarmi succhiare gli altri in quel modo. Ti seghi come uno sfigato mentre io ciuccio i miei stalloni. Mentre mi riempiono la bocca di sperma tu impazzisci, mentre le loro palle si svuotano nella mia bocca, vorresti baciarmi e bere anche tu….” E mentre dice questo finalmente mi sega un pochino.

“Mi fai impazzire quando succhi i cazzi degli altri… adoro vederti con la bocca piena…” Confermo io ansimante.

Giada avanza un po’ in avanti, quanto basta affinché le sue mutandine accarezzino le mie palle e a malapena la base del mio cazzo, si china verso di me e io cerco di baciarle la scollatura, ma arrivo a malapena a leccare un piccolo lembo del suo vestito di pelle. Vorrei affogare la faccia fra le sue grosse tette ma mi concede solo uno rapido contatto tra le mie labbra disperate e il suo seno liscio, per quel poco che la scollatura permette di baciare.

“Sei tu che dovresti succhiare i cazzi, sai?” Mi incalza lei. “Dovresti succhiarli per me, così li prendo già duri e dritti. E capisci bene cosa mi scopa di volta in volta…”

Si toglie il vestito e rimane in intimo e autoreggenti. Si accovaccia tra le mie gambe larghe e continua: “Lo sai, lo vedi… lo vedi quanto adoro succhiare i cazzi più grossi del tuo, quanto adoro farmi sfondare la patatina da quei pali duri, sentirli spingere dentro, in fondo…” e mentre lo dice inizia a stuzzicarmi il buco del culo con il suo ditino. Io gemo e mi contorco un po. “Ti piace, vero?” Mi chiede lei, mentre si fa strada pian piano dentro il mio culo col suo sapiente dito. “Ti piace sentirlo nel culo…” insiste mentre, in quel momento, mi regala finalmente una breve ma meravigliosa succhiata. Spingo il bacino verso l’alto per affondare nella sua gola mentre il suo dito cerca la mia prostata. Lei però si ritrae presto lasciando la mia cappella in fiamme mentre col dito mi stimola dentro. Ho letteralmente il cazzo di marmo.

Prende il suo dildo e lo accosta alle mie labbra: “Succhialo, succhialo bene per la mia fica… non vorrai mica che entri asciutto? Deve scorrere bene, bello lubrificato. Dai…”

Ricomincia a massaggiarmi delicatamente il cazzo con una mano mentre con l’altra mi costringe a succhiare il suo dildo. Umiliante, eccitante, non mi va di farlo ma provo una strana eccitazione, intanto le sue dita affusolate scorrono sulle mie palle, titillano il mio buchino, salgono sulla cappella e mi costringono a seguirla in ogni suo desiderio e malsano ordine.

Finalmente Giada toglie il dildo dalla mia bocca e si toglie le mutandine zuppe di umori, me le infila in bocca come se volesse zittirmi e io non posso far altro che assaporarle. Adoro questo sapore. Lei si infila il dildo, ormai ben lubrificato dalla mia saliva, nella fica: “Vedi amore, sono questi i pali che devono sfondarmi la fica. Grossi e duri, bagnati, larghi e lunghi da far male… quando mi sbattono… e mi sbattono forte.”

Con la bocca tappata dalle sue mutandine emetto solo lamenti incomprensibili mentre la guardo che si penetra sola col suo grosso giocattolo. Quanto vorrei ci fosse il mio cazzo al posto del dildo. Ma ecco che si ferma, toglie il reggiseno e avanza di nuovo verso di me, avvicinando finalmente il suo seno alla mia faccia: ma non abbastanza vicino da permettermi di baciarle o succhiarle i capezzoli turgidi che sono a pochi centimetri dal mio viso. Mi libera la bocca e mi chiede: “Le vuoi le mie tette? Le vuoi baciare, vero?”

“Ti prego, certo che le voglio… fammi succhiare quei capezzoli meravigliosi… dai…” Imploro io.

“Oh… se li vuoi tanto devi meritarli… che mi dai in cambio?” Mi sollecita lei.

“Quello che vuoi… ti prego”. rispondo io.

“Bene, bene… mmm…” Mormora a bassa voce lei mentre si abbassa col seno sul mio cazzo iniziando a farmi una lenta spagnola: i morbidi seni avvolgono il mio cazzo duro, massaggiando anche un po’ le mie palle quando scendono laggiù. Ma ecco che dopo pochi secondi sento qualcos’altro fra le mie gambe, anzi, fra le mie natiche: una punta grossa e tonda inizia a spingere sul buchino del mio culo. Giada inizia a penetrarmi con il dildo mentre mi fa la spagnola, il mio cazzo diventa sempre più duro fra i suoi morbidi seni mentre il mio culo si allarga riempito dal grosso dildo che avanza inesorabilmente. Mi contorco in un misto sconvolgente di sensazioni.
Lei adesso scende con la bocca sul mio cazzo, iniziando a spompinarmi divinamente, come solo lei sa fare, ma contemporaneamente muove di più il dildo che mi scopa il culo, entra e esce con un ritmo più serrato.
Adesso smette di succhiarmi, si limita a massaggiarmi cazzo e palle con la mano sinistra mentre con la destra continua a sodomizzarmi con il grosso dildo.

“Ma come ti piace farti inculare, eh?” Mi provoca lei, mentre io non ci capisco più niente.
“Questo è ciò che mi entre in culo ogni volta, è quello che sento io, non vuoi condividerlo?” Mi provoca accarezzandomi la cappella con le dita, mentre io mi dimeno senza capire più cosa mi piaccia e cosa no, cosa mi stia eccitando e cosa torturando, col cazzo comunque duro da farmi quasi male. “Ti piace?” Insiste lei.

“Che… che… t… ah… mm…” mi lamento.

“Dillo. Dai, dimmi… ti piace eh?” Mi istiga lei.

“Che… tro… o… che troia… troia che sei…” riesco a fatica a pronunciare, facendola scoppiare in una divertita e soddisfatta risata.

“Insultami, amore, dai… tanto sei tu la mia troia legata al letto, oggi!” Insiste lei.

“Che puttana… dai… basta…” tento di replicare.

“Che vuoi, amore?”

“I tuoi capezzoli. Voglio succhiarti i capezzoli…”

“Oh, hanno un prezzo.” Dice lei togliendomi finalmente il dildo dal culo.

“Quale?” Chiedo io.

“Li vuoi?”

“Sì”

“Non fare domande. Paga.” Dice lei mentre si toglie le autoreggenti.

Mi porge il suo bel piedino sul viso, poggiandolo sulle mie labbra: “Se vuoi le mie tette, succhiami i piedi, un dito alla volta”.

Non fa in tempo a finire la frase che la mia bocca ha già iniziato ad assaporare ogni singolo ditino, la mia lingua, le mie labbra. Le succhio con cura ogni singolo dito, un piede alla volta, sperando di esser presto ricompensato.
Ma quando finisco il mio minuzioso lavoro ecco che lei mi benda.

Il buio.

Ma finalmente arriva qualcosa sulle mie labbra: i suoi capezzoli turgidi, finalmente nella mia bocca. Li succhio con un’avidità mai avuta prima.

“Voglio guardarti.” Supplico io.

“Hai chiesto solo di succhiare.” Replica lei.

Continuo a ciucciare i suoi adorabili capezzoli, finché lei non me li sottrae. Attendo qualche secondo mentre la sento muoversi su di me. Mi arriva di nuovo la sua fica bagnata in faccia, la succhio, la lecco e la penetro con la lingua, e finalmente lei inizia a segarmi a succhiarmi il cazzo. Lei agita il suo bacino sulla mia faccia con foga sempre maggiore, io la slinguo voracemente assaporandola tutta. Lei intanto mi penetra di nuovo il culo con un dito per stimolarmi la prostata mentre continua il suo fantastico pompino. Non resisto più, le vengo in bocca schizzando come un dannato, mentre lei mi spinge dentro il suo abile ditino.

Mi libera la faccia, si sposta, io ancora bendato aspetto la sua prossima mossa: sento le sue labbra sfiorare il mio collo, poi salire verso le mie: socchiudo la bocca, aspettandomi un bacio. Bacio che arriva, ma arriva insieme al mio sperma che non ha ingoiato, ma che riversa ora dalla sua bocca dentro la mia. Poi inizia a baciarmi, slinguiamo insieme col mio sperma nelle nostre bocche.
“Non sono ancora venuta, stronzo…” sussurra lei mentre, ancora a cavalcioni su di me, sfiora il mio cazzo con la mano. Prova a smanettarlo ma ce l’ho barzotto e indolenzito, sono appena venuto.

Mi toglie finalmente la benda, e la vedo a cavalcioni su di me, con i suoi meravigliosi seni in cui vorrei immergermi.

“Allora? Amore, che schiavo sei? Devi ancora farmi godere. Devo venire…” insiste mentre mi smanetta il cazzo indolenzito che vorrebbe un attimo di tregua.

“Allora? Che devo fare per godere? Devo prendermi i miei amichetti cazzoni? Quelli che mi scopano forte? Adoro i cazzi grandi che mi scopano più forte di te. E tu adori guardarmi… mmm? Quando mi prendono da dietro e mi sbattono come una cagna, quando mi fanno urlare e tu mi guardi. Mi fanno impazzire quando mi schizzano dentro e mi riempiono la patatina di sborra, tanta sborra che tu puoi solo sognare di leccare…”.

E mentre lo dice continua a massaggiarmi il cazzo e le palle, io inerte che la guardo tra lo sfinito e il voglioso.

“Lo so che ti piace, porcellino mio, lo so che ti ecciti a sentirmi dire quanto mi piace farmi sbattere dai cazzi degli altri, ti ecciti a vedere come godo…”.

Ha ragione, mi eccita, mi eccita da morire il solo pensiero e il mio cazzo torna man mano più duro mentre, ancora legato, mi dimeno sotto di lei, guardandola con una voglia di scoparla che non conosce freni.

“Dai, dillo, dillo che ti piace pure succhiare con me quelle cappelle gonfie che poi mi scopano e mi inculano.” Insiste.

“No!” ribatto io: “voglio scoparti, voglio scoparti quella fica aperta che…”

“Che cosa? Amore sono io che ti scopo, oggi, se proprio…” mi umilia e stuzzica lei.

“E allora cavalcami il cazzo, scopami, voglio infilartelo più in fondo possibile!” La supplico io.

E finalmente monta su di me, in un attimo si impala sul mio uccello nuovamente duro e inizia a cavalcarmi con foga, su e giù sulla mia asta dura come un’ossessa.

“Scopa! Scopa! Dai scopami! Cavalca… dai!” La incito, o forse imploro, io.

“Dai! Impalami stronzo! Fammi vedere…” Replica lei: “Dai, porco, schizzami dentro, fammi venire! Voglio sentirti, dai! Riempimi! Schizza, svuota per bene queste palle!”

E mentre lo dice me le strizza, io non resisto e vengo dentro di lei mentre anche lei raggiunge il suo orgasmo. Urliamo entrambi, uno sfogo liberatorio.
Soddisfatte le sue voglie, Giada libera il mio cazzo dalla presa della sua fica. Si avvicina a me, e mi dice:

“Vuoi che ti libero, adesso?”

“Ovvio, amore…” Rispondo io.

“Ma solo se, mentre mi rilasso, mi pulisci per bene.”

Inutile dire che accetto senza sé e senza ma.

Lei si sdraia, chiude gli occhi. Si gode il suo relax.
Io, finalmente libero, mi accomodo fra le sue gambe larghe a leccare dalla sua fica ogni goccia del mio sperma e dei suoi umori. Lo faccio con calma, con dedizione e delicatezza. La rilassa. E a me comunque piace.

Quando finisco, posso rilassarmi anche io, ma solo dopo averla servita come vuole lei.

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