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Racconti Erotici Lesbo

La storia di Anita – 2° capitolo di Serena e Laureen

By 17 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Il mio primo giorno da segretaria del Dottor Saveri fu abbastanza pesante, Cinzia mi riempi di lavoro e mi ritrovai sola, senza le mie amiche stagiste che non avevo avuto il tempo di salutare, ma soprattutto con lei, Cinzia, che oltre a ronzarmi sempre intorno, mi mandava da tutte le parti neanche fossi la pallina di un flipper. Feci una velocissima pausa pranzo, per non perdere tempo, facendomi portare un paio di tramezzini dal bar, mentre tutti andavano a mangiare fuori dall’ufficio. Mentre prendevo da sola un caff&egrave alla macchinetta mi chiesi se quella era veramente la vita che volevo fare, ma ero troppo testarda per mollare al primo giorno, anche consapevole delle mie scarse finanze. Passai tutto il pomeriggio fra le cartelle che mi avevano affidate per i controlli di routine e solo poco prima delle sette riuscii a finire il mio lavoro.
Poco prima d’andarmene Cinzia mi chiese se potevo fermarmi un’oretta per darle una mano e, pur a malincuore, le dissi di si. Così mi spostai dall’ufficio comune con quelle che erano chiamate come me ‘seconde segretarie’ per recarmi nel suo, dove la trovai in piedi vicino ad uno scaffale.
‘Anita accomodati mentre finisco di mettere in ordine questi raccoglitori.’ mi disse come mi vide ‘Qui sembra che nessuno metta a posto da anni anche se lo faccio in continuazione.’
‘Ma il dottore &egrave in ufficio ?’ le chiesi pensando che il mio straordinario non fosse proprio di tipo canonico.
‘No &egrave uscito un’ora fa per andare da un cliente che non può muoversi. Ecco così va meglio.’ mi rispose guardando tutti i raccoglitori messi come voleva lei.
Invece che andarsi a sedere dietro la scrivania, Cinzia si sedette su di essa proprio davanti a me, e la guardai con un pizzico d’invia. Pur non avendo un viso particolarmente grazioso, aveva un fisico che tante ragazzine si possono solo sognare. Il suo seno non poteva certo essere nascosto dalla camicetta, anzi sembrava quasi che i bottoni dovessero saltare da un momento all’altro. Ma furono le gambe a colpirmi, lunghe e muscolose senza un filo di grasso, quel giorno poi senza calze avevano una luce diversa, molto più luminosa.
‘Anita ti voglio subito dire che non c’&egrave nessun lavoro da fare, volevo solo fare quattro chiacchiere con te.’
Pensai velocemente alla nottata insonne passata a desiderarla, a come quella persona, che consideravo un’acida zitella, mi fosse entrata nel cervello.
Così senza esitare le dissi ciò che mi passava per la testa.
‘Tu non vuoi parlare. Tu vuoi me !’
Non le diedi il tempo di replicare che le mie mani le alzarono la gonna scoprendo la sua fica nuda. Il non portare le mutandine era quindi una sua abitudine e di certo ne volevo approfittare. Mi gettai con la faccia su quella piccola passera baciandola con passione, quasi con forza come se volessi succhiarle l’anima.
‘Ma che fai !’ esclamò Cinzia ‘Potrebbe entrare qualcheduno e vederci.’
‘Non dire cazzate, sai che siamo rimaste solo noi due.’ le risposi spingendo un dito nella sua passera ormai bagnata.
Ma la mia voglia di lei era irrefrenabile, così le aprii le gambe facendola quasi sdraiare sulla scrivania, e tornai a baciarle la fica. Come presa da una furia incontrollabile cominciai a leccarle la passera, percorrendo velocemente il suo piccolo spacco, mentre due dita (la) penetravano a folle velocità in quella che ormai era una pozza d’umori. Cinzia gemeva sempre più forte in preda agli spasmi del piacere, fino a quando non mi schiacciò la testa in mezzo alle sue cosce, implorandomi di farla venire.
Mentre avvicinavo la mia bocca alla sua figa con la coda dell’occhio vidi una busta della spesa dalla quale fuoriuscivano un paio di banane, e subito mi balenò in testa un’idea folle. Ne presi una, la più piccola ed acerba, che sbucciai velocemente per poi infilarla con tutta calma fra le gambe di Cinzia.
‘Sii sei proprio una porcella.’ mi disse gemendo ‘Ma sei anche fantastica !’
Per tutta risposta ripresi a leccarle il sesso che masturbavo con quel frutto, il cui sapore era sempre di più quello di donna calda e vogliosa. Cincia ebbe un orgasmo molto lungo ed alla fine la banana si ruppe, poi tirai fuori quella che era rimasta dentro e la mangiai dividendola con quella donna sempre meno misteriosa e sempre più intrigante.
‘Ora tocca a te.’ mi sussurrò all’orecchio ‘Voglio vederti godere senza alcuna inibizione.’
Non mi diede neanche modo di ragionare su quella frase che trovai un po’ assurda, che mi sfilò il vestito e slacciò il reggiseno spingendomi con la pancia contro la scrivania. La sua mano sinistra afferrò una mia tetta per stringerla senza farmi male, ed il capezzolo svettò come un monte isolato in una vallata. L’altra arrivò subito fra le mie gambe passando da dietro, scoprendo che le mie mutandine erano già zuppe.
‘Ma guarda la mia nuova collega ! Non t’ho neanche toccata che sei un lago.’
‘Come faccio a non eccitarmi vedendoti godere in quella maniera.’ le risposi cercando quasi una scusa.
Però quello che mi faceva impazzire era il suo mordermi i lobi, passava da un lato all’altro della mia testa per leccarli un poco prima di affondare con dolcezza i denti, mandandomi in visibilio.
Dopo pochi minuti di quelle così particolari attenzioni ero prossima all’orgasmo, ma Cinzia non mi fece venire, anzi mi diede un ordine che all’inizio non capii.
‘Prendi la banana e taglia la punta col tagliacarte.’ mi disse senza smettere quella dolce tortura.
Con qualche esitazione dovuta al fatto che stavo godendo riuscii nell’impresa e subito lei s’impadronì del frutto che, dopo che ebbe spostato di poco il mio perizoma, mi ritrovai nella fica.
‘Sii scopami … fammi goderee …’ quasi urlai come la sentii dentro di me
‘Non voglio altro piccola porcella.’ mi rispose sempre con la bocca vicina all’orecchio.
Cinzia mi scopò con furia quasi animale facendomi avere un orgasmo che mi sconquassò tutto il corpo e la mente. Solo dopo che mi fui ripresa mi fece girare per baciarmi a lungo.
‘Hai programmi per la serata ?’ mi chiese fra un bacio e l’altro.
‘Dipende da quello che mi proponi ?’ le risposi già sapendo che avrei detto di si a tutte le sue richieste.
‘Vuoi venire da me ? Ho alcune sorprese in serbo per la mia collega preferita.’
‘Mm fammi pensare …certo che vengo, non vedo l’ora !’
‘Però prima ci fermiamo a mangiare qualcosa, ma di leggero ti voglio in perfetta forma !’
Ci rivestimmo in fretta ed uscimmo dall’ufficio per recarci in una piccola tavola calda dove cenammo in silenzio. Poi con la sua macchina andammo quasi fuori città, dove Cinzia abitava in una piccola villetta quasi isolata. Mi sembrò strano che una semplice segretaria si potesse permettere una casa simile, ma non feci domande, le risposte li dentro, furono tutto tranne che normali.
Il primo particolare che mi stupì fu il fatto che la casa aveva due entrate, poste alle estremità della facciata, quasi come se si trattasse di due appartamenti, ma Cinzia m’aveva detto d’abitare da sola e quindi non sapevo che pensare.
Una volta entrate rimasi stupita dal gran spazio, l’ingresso era grande quasi come il mio piccolo monolocale, ma era in fondo tutto l’insieme a dare una sensazione di ampiezza alla quale non ero abituata.
Cinzia mi fece accomodare su un divano chiedendomi cosa volessi da bere.
‘Qualcosa di fresco e non alcolico.’ le risposi mentre spariva in cucina.
Tornò poco dopo con due flute ed una bottiglia di champagne.
‘Scusami ma in frigo ho solo questo, però penso che ti servirà dopo, devo spiegarti alcune cose.’
‘Vada per lo champagne però lo stappi tu.’ le risposi sorridendo.
Lei ricambiò il sorriso ed aprì la bottiglia riempiendo poi i flute fin quasi all’orlo.
‘Allora cosa mi vuoi dire.’ le chiesi dopo che avevo bevuto mezzo bicchiere.
‘Scommetto che ti stai chiedendo come possa permettermi una casa simile.’ cominciò a dire e, senza attendere la mia risposta continuò ‘Ebbene fare la segretaria per Matteo &egrave la mia attività di ‘facciata’. Da anni sono un’affermata Mistress che si fa ben pagare i propri servigi ed &egrave grazie a questa entrata secondaria che ho comprato questo loft. Devi sapere cara Anita che la mia vera indole &egrave saffica, ho sempre amato le donne, le uniche persone che sanno darmi le sensazioni che amo. Entrai nello studio di Matteo per caso, grazie ad un amico comune, e per diversi mesi i nostri rapporti furono esclusivamente di tipo lavorativo. Poi una sera andammo insieme ad una festa e siccome lui era un po’ sbronzo, decisi di riportarlo a casa. Li lui si fece audace, insomma ci provò, ed io che non ero del tutto sobria mi arresi alla sua corte così sfacciata. Solo che quando si calò i pantaloni, beh puoi ben capire cosa accadde, insomma ha una cazzetto ridicolo grande quanto un mio dito, così gli dissi che l’unica cosa che poteva fare era baciarmi i piedi. Devo confessarti che rimasi non poco stupita quando lui, invece di arrabbiarsi, s’inginocchio ed iniziò a baciarmi realmente i pedi dicendomi che era felice che lo dominassi con la mia femminilità. Per non fartela lunga accadde quello che hai visto l’altro giorno, a lui piace leccare, ed io non ci trovai nulla di male, in fondo era un modo come un altro per tenermi stretta il mio posto di lavoro. Col tempo mi confessò di conoscere altre persone attratte dalla dominazione di una donna, pensa mi diede anche dei libri in cui era spiegato il Bdsm in tutti i suoi particolari. Così iniziai a fare la Mistress creandomi presto un giro di clienti più che disposti a pagare per soddisfare le loro voglie nascoste. A lui non ho mai chiesto un soldo anche se non ho mai rifiutato i suoi ricchi regali, in fondo &egrave grazie alle sue amicizie se ho potuto guadagnare molto ed in poco tempo. A dire il vero dominare gli uomini mi diverte, ma non mi fa godere come andare con una bella donna, come te ad esempio.’
Lasciai il bicchiere sul tavolino per bere direttamente dalla bottiglia, ero sconvolta dalla confessione di Cinzia, ma continuavo a non capire il perché mi dicesse tutte quelle cose. Lei mi vide titubante a parlare e così continuò nel suo piccolo monologo.
‘Ora ti starai chiedendo il perché ti dica tutto ciò, ebbene ci sono due ragioni. La prima &egrave che fra poco lascerò l’ufficio, ho abbastanza per vivere di rendita e qualche buon cliente che non smetterà di venirmi a trovare. La seconda sei tu, ti voglio questa notte come mia schiava. Sia chiaro niente sadomaso estremo, solo un lungo e piacevole gioco che potrai interrompere quando vuoi tu.’
‘Perché io ?’ riuscii a balbettare guardandola fissa negli occhi.
‘Perché tu non sei una slave e voglio una donna normale non una schiava di qualche pseudo Master, ma una femmina calda come lo sei tu. Se vorrai accettare andremo nel mio piccolo Dungeon a divertirci, perché in fondo &egrave solo un gioco, in caso contrario non sarà un problema, amiche come prima anzi di più.’
Rimasi in silenzio cercando di far funzionare il cervello, Cinzia m’aveva stregata questo era certo, però non le bastava un rapporto come quello che avevamo avuto poco prima in ufficio, voleva dominarmi e questo mi metteva un po’ di paura.
‘Ma cosa vuoi farmi ?’ le chiesi per cercare di schiarirmi le idee.
‘Di certo non male o almeno non troppo. Il dolore se dato in piccole dose fa crescere l’eccitazione, ed io sono ormai una maestra in ciò.’
‘E posso fermarti quando voglio ?’ l’incalzai ormai quasi convinta d’accettare la sua proposta.
‘Qual’&egrave il tuo attore preferito ?’ mi chiese a bruciapelo.
‘Al Pacino perché ?’
‘Basterà che tu lo nomini ed io smetterò all’istante, sarà la tua parola di sicurezza.’
‘Va bene.’ dissi senza più esitare ‘Solo dimmi tu cosa devo fare.’
Cinzia mi diede un bacio sulla guancia sprizzando felicità da tutti i pori.
‘Per prima cosa ti faccio un regalo, una cosina che indosserai questa sera, poi basterà che tu obbedisca ai miei ordini e ti assicuro di farti provare un piacere unico.’
Cinzia s’alzò per prendere da dentro un armadio una scatola nera che mi diede in mano.
‘Aprilo &egrave tuo, il tuo ingresso nel mio mondo.’
Aprii il pacco ringraziandola per il regalo, dentro c’era uno strano miniabito in latex viola, quello che lo rendeva particolare erano due grossi fori all’altezza del seno ed un altro ancora più grande a quella del sedere.
‘Che aspetti a metterlo ?’ mi disse Cinzia vedendomi indecisa.
‘E che &egrave così strano.’
‘Spogliati che t’aiuto io, &egrave solo una questione di pratica.’
Mi denudai in tutta fretta dopodich&egrave lei mi fece come scivolare addosso l’abito, sistemandomi le tette nei fori.
‘Sei splendida.’ mi sussurrò all’orecchio prima di baciarmi ‘Ora aspetta qui qualche minuto, il tempo che mi prepari anch’io.’
Non le risposi rimanendo in piedi in attesa del suo ritorno, però mi guardai in uno specchio e trovandomi ‘porca’, neanche nel mio sogno più perverso avrei mai immaginato di vestirmi così oscenamente.
Quando tornò rimasi di stucco, indossava anche lei un miniabito, ma il suo era in pelle nera annodato sul collo con una grossa cinghia alla vita. Ma quello che più m’impressiono furono i capelli, non più legati a chignon, ma sciolti sul collo, che le davano la maestosità di una vera regina del fetish.
‘Sei pronta ?’ mi chiese con la semplicità come se dovessimo uscire a fare shopping.
‘Si.’
Cinzia mi prese per mano e mi condusse nel suo Dungeon che occupava metà del loft, dentro c’erano tutti gli strumenti di tortura possibili per renderlo realmente completo, alcuni macchinari mi erano sconosciuti, e per un attimo ebbi un fremito di paura.
‘Stai tranquilla.’ mi disse per rasserenarmi ‘Non li devi provare tutti, ti ho proposto una serata soft ed intendo mantenere fede alla mia parola.’
‘Scusami &egrave che qui &egrave così cupo, non ho mai visto un posto simile.’
‘Questo &egrave il frutto di anni di lavoro, ogni mio cliente trova ciò che vuole, ma per te &egrave diverso, &egrave solo l’ambiente giusto per le nostre voglie. Ora dammi le mani che te le lego.’
Allungai i polsi in avanti e la mia collega me li legò con pochi giri di corda, poi fece scendere un gancio dal soffitto tramite un comando elettrico e poco dopo mi ritrovai con le braccia in alto impossibilitata a muoverle.
Lei cominciò a baciarmi un seno ed accarezzarmi il culo, quando la sua bocca cercò la mia la trovò aperta e quelli che seguirono furono lunghi giochi di lingue che s’intrecciavano senza fine.
Senza dire nulla andò verso un muro per tornare con un frustino ed una frusta a più corde, che mi disse si chiamava flogger. Col primo mi diede dei piccoli colpi sui capezzoli facendoli diventare ancora più turgidi, che non mi facevano male, anzi mi davano un piacevole senso di calore che poi sentii sul culo quando prese a colpirlo col flogger. Ma quello che mi fece impazzire era l’alternare una grande passione a dei piccoli dolori. Cinzia non smetteva mai di baciarmi o toccarmi il seno o la fica mentre mi colpiva nelle zone più sensibili. Quando mi fece sentire con più decisione il flogger sulle natiche mi stava masturbando la passera con due dita che lentamente entravano ed uscivano senza sosta, senza però farmi mai venire. Anche quando s’abbasso dietro di me per sculacciarmi mi leccò il solco delle chiappe soffermandosi a lungo sul buchetto.
‘Cinzia ti prego fammi venire, non resisto più !’ le urlai ormai sfinita da tutti quei giochi così perversi.
Senza dire nulla s’alzò per mettersi davanti a me,dandomi dei piccoli calcetti mi fece spalancare al massimo le gambe. Con un gesto improvviso m’afferrò i capelli per spingermi la bocca contro la sua mentre mi spingeva quattro dita a cuneo nella fica. Stavo godendo e le riempii la mano del mio piacere, ma lei sadicamente la tolse per portarmela alla bocca.
‘Senti come sei bagnata cagnolina mia.’ mi disse sprezzante ‘Hai tanta voglia addosso che ti faresti sbattere da un branco di barboni ! Ma godrai appieno solo quando lo vorrò io o deciderei di lasciare il gioco e tu non lo vuoi vero ?’
‘No continua, mi stai facendo impazzire, ma non smettere.’ le risposi quasi implorante.
Cinzia fece scendere il gancio e mi liberò,ma solo per farmi mettere in ginocchio in mezzo a due pali d’acciaio ai quali legò di nuovo le mani. Afferrò dal muro una lunga striscia di cuoio nero che iniziò a farmi sentire sulla fica e sull’interno delle cosce. Come prima i suoi primi colpi non furono dolorosi, ma molto eccitanti, anche quelli sul seno che colpì poco dopo. Quando non mi prendeva a cinghiate mi toccava il sesso alternando piccole penetrazioni con degli schiaffetti che mi facevano sbrodolare sempre di più. Persi la cognizione del tempo ormai sempre più desiderosa di godere, Cinzia di certo si stava divertendo a vedermi in quello stato penoso, di certo aveva ragione quando diceva che mi sarei fatta scopare da chiunque pur d’avere un orgasmo.
Mi colse di sorpresa quando però smise le sue torture e s’alzò il vestito mostrandomi la fica, avendola particolarmente piccola il suo gonfiore risaltava ancora di più, lucida e liscia era irresistibile.
‘Leccami la fica cagna.’ m’ordinò mettendomi una gamba sulla spalla ‘Voglio godere, ora !’
Mi gettai su quel bocciolo baciandolo con tutta la passione di cui ero capace, leccai ogni suo anfratto mentre Cinzia si denudava il seno per toccarselo. Più la mia lingua lambiva quelle carni, più queste sprigionavano un dolce miele che ingoiavo avida. Smisi per un attimo solo quando si girò per mettersi a cavallo dell’altro mio braccio ed offrirmi anche il suo splendido culo, ficcai al lingua dentro quella rosellina quasi a prendermi una rivincita su di lei che si stava masturbando con sempre più foga fino a venire quasi schizzandomi in faccia il suo orgasmo.
Poi quasi si fosse pentita mi fece sedere per terra e allungare le gambe, come una tigre si buttò con la testa fra le mie gambe e, con un ditalino a dir poco furioso, mi fece raggiungere l’apice del piacere, che urlai a pieni polmoni.
Restammo immobili qualche minuto per riprendere fiato, ma basto che i nostri sguardi s’incrociassero per decidere che non era finita li.
Cinzia mi portò sul letto per legarmi i polsi alle caviglie con un paio di corde, poi mi fece mettere a carponi mentre si legava un grosso strap-on alla vita.
‘Ti piace fare l’uomo vero ?’ le chiesi con un tono che era sia di scherzo che di sfida.
‘Con le troiette come te si ! Scommetto che quando Mauro ti leccava speravi che ti sbattesse per bene.’
‘Hai ragione, ma con quella lingua &egrave un demonio ahh.’
Non mi fece finire che mi penetrò con tutto il fallo fino s battermi contro il culo. Iniziò a scoparmi in maniera selvaggia, quasi animalesca, tenendomi a volte per i fianchi, altre per le spalle. Ma quello che era più impressionante &egrave che teneva un ritmo incredibile, senza mai prender fiato, sbattendomi come un fuscello in mezzo ad una tempesta.
‘Vedo che ti piace il cazzo, sei proprio una puttanella in calore !’ mi disse sbeffeggiandomi.
‘Si anche se me la stai spaccando, sto godendo troppo.’
‘L’altro giorno ho rotto il culo ad una manager.’ continuò lei ‘Dovevi vederlo con le calze a rete che si faceva inculare come una troia da strada. L’avrò fottuto almeno un’ora e lui a chiedermi di non smettere, il frocione.’
‘Neanch’io ti dirò di smettere.’ le risposi gemendo ‘Sai scopare meglio di tanti uomini.’
Cinzia continuò a chiavarmi senza sosta facendomi avere numerosi orgasmi, poi s’abbassò dietro di me e iniziò a far cadere della saliva sul mio buchetto.
‘Cinzia ti prego li sono più stretta e non vorrei …’
Lei mi zittì mettendomi una mano davanti ala bocca.
‘Lo sai che non ti voglio far male, quindi taci e godi.’
Il fallo era talmente ricoperto delle mie secrezioni che scivolò dentro quasi senza che me accorgessi, la mia collega dimostrò un’altra volta, se ce ne fosse mai stato ancora bisogno, di come fosse brava ad usare tutti i suoi giochini. Solo che una volta dentro si ‘dimenticò’ delle mie raccomandazioni, e riprese il ritmo di prima.
‘Ahh non così ti prego …mi fai male !’
‘La tua fica dice cose ben diverse.’ mi disse allungando una mano sul mio sesso ‘E’ bagnata più di prima.’
In effetti stavo godendo e non potevo nasconderlo, il dolore era in fondo più che sopportabile e ancor più bilanciato da un piacere che mi stava avvolgendo la mente.
‘Almeno slegami.’ la supplicai.
Lei si fermò e sciolse i nodi, le mie mani corsero sulla mia fica ed una quasi c’entrò dentro tanta era la voglia di godere.
‘Ora voglio vederti godere piccola mia.’ quasi m’urlo contro riprendendo ad incularmi come prima.
Cinzia non sembrava conoscere la stanchezza ed io gemevo senza sosta fino ad avere l’orgasmo finale, quello che ti spegne il cervello e non ti fa capire nulla per non sai quanto tempo. Lei con calma prese la mano con la quale mi masturbavo, e se la portò alla bocca per leccare le dita, facendomi riprendere. Vidi una donna che nonostante tutto era di una tenerezza unica, le tolsi lo strap-on e cominciai a leccarle la passera con calma, volevo sentirla godere di ogni mia passata di lingua, fino a che non mi venne in bocca.
Tornammo quindi nella parte di casa più ‘normale’ per rivestirmi, e dopo qualche chiacchiera futile, la lasciai per tornare a casa.
Durante il viaggio non feci che ripensare a lei ed a quella serata così fuori dai canoni della normalità, sicura solo che da quel momento nulla poteva essere come prima.

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