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Racconti Erotici Lesbo

La venditrice

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Maggie aprì la porta e vide una donna forse un po’ più vecchia di lei, probabilmente sui quarant’anni. Era molto elegante in una giacca blu scuro, in tinta con la gonna al ginocchio, e fece subito sentire Maggie mal vestita. Forse era ora che anche Maggie si decidesse a vestirsi in modo adeguato per una trentacinquenne. Sapeva che l’appuntamento era fissato subito dopo pranzo, ma non si era preoccupata di mettersi qualcosa di decente.

La signora sorrise dolcemente, e si presentò come Jan, anche se si erano già parlate al telefono. Maggie la fece entrare, e le chiese di mettersi a suo agio nel divano accanto a lei. Jan aveva con sé una grande borsa nera, e la appoggiò a terra con cura accanto a sé, sempre con lo stesso dolce sorriso.

“Bene, quindi una sua amica mi ha detto che lei era interessata ai nostri prodotti, vero?” cominciò.

“Sì, è vero,” disse Maggie. Era stata Angela che l’aveva convinta ad invitare Jan per una visita.

“Per iniziare, le dirò una cosa: ogni volta che mostro i miei oggetti le signore li trovano un po’ ridicoli, ma non si preoccupi. Ormai ci sono abituata.”

Maggie sorrise appena. Era già nervosa e voleva quasi ritirare la richiesta telefonica di visita fatta alla venditrice.

“Ecco, ora le mostro il nostro catalogo, lo guardi e se c’è qualcosa che la affascina posso farglielo vedere, dato che porto con me la maggior parte dei prodotti.”

Passò a Maggie un catalogo patinato intitolato “Oggetti per Coppie”. Maggie lo prese con le mani che tremavano in po’, e lo sfogliò nervosamente. Sentiva su di sé lo sguardo di Jan, e non sapeva bene dove o cosa guardare.

Tutto quello che voleva era un vibratore ma Angela, una sua vecchia amica, insisteva a dire che se l’avesse acquistato per posta probabilmente non sarebbe stata soddisfatta della qualità. D’altra parte Maggie non aveva alcuna intenzione di entrare in un sex shop, e così Angela aveva suggerito questa sua amica, che era una rappresentante di una società che produceva questi oggetti. Maggie aveva pensato di acquistare un vibratore per molte ragioni, ma la principale era la mancanza di soddisfazione della sua vita sessuale. Amava molto suo marito, ma era spesso in giro per lavoro e quando c’era non era abbastanza “attivo”.

Sfogliando il catalogo, notò che non c’erano solo vibratori, ma anche un sacco di strani oggetti, come biancheria di pelle e metallo, e persino manette! Provò a concentrarsi sui vibratori. Sembravano classificabili in due categorie: quelli realistici e quelli non realistici. Maggie pensò che fosse preferibile qualcosa di liscio e semplice, invece di quelli simili a “peni venosi”.

“Mmmhh, forse questo potrebbe andare” disse, puntando il dito su un aggeggio bianco a forma di rossetto.

“Ok, che misura?” chiese Jan.

Questo spiazzò completamente Maggie. “Misura? Ummm, credo vada bene media.”

“Ok, allora sarà quello da 18 cm,” disse Jan mentre rovistava nella sua borsa.

Tirò fuori un oggetto che somigliava a quello del catalogo, e lo passò a Maggie. Maggie lo soppesò con cautela, ne sentì il peso, colpì con un’unghia la superficie di plastica dura, e poi guardò Jan smarrita.

“Mi sembra vada bene, ” disse vagamente, non sapendo bene quali caratteristiche avrebbe dovuto valutare.

“Oh, certo, questo non è niente male, ” disse Jan. “Provi ad accenderlo, e vedrà cosa voglio dire.”

Maggie armeggiò senza risultato, e così Jan si allungò, girò la base e improvvisamente l’oggetto prese vita nelle mani di Maggie, creando delle potenti vibrazioni in tutto il suo braccio. Maggie rise.

“Oohh! Adesso capisco cosa vuol dire!”

Jan sorrise dolce.

“Naturalmente, non potrà essere sicura che è quello giusto finché non lo prova,” disse.

Maggie ci pensò per un attimo. “No, suppongo di no!”

“E allora, vuole farlo qui o da qualche altra parte dove si trova più a suo agio, come su un letto?”

“Cosa vuol dire?” chiese Maggie, confusa.

“Beh, non considero mai conclusa la vendita finché il cliente non è completamente soddisfatto del prodotto.”

Maggie non era sicura di aver capito cosa intendeva Jan.

“Naturalmente, ” disse Maggie, di nuovo smarrita.

“E allora, se lei mette le gambe sul divano e si toglie le mutandine, non è necessario che si tolga la gonna, vedrò se è il prodotto adatto a lei.”

Maggie deglutì.

“Sta dicendo’ che vuole che io lo provi’ ORA?”

“Certo,” disse Jan senza alcuna preoccupazione. Stava già tirando fuori dalla borsa un paio di guanti da chirurgo. Maggie guardava attonita, mentre prendeva anche un tubetto di gel lubrificante e lo spalmava sulla punta del vibratore. Voleva proprio che lo provasse ora!

Maggie si sentì messa in mostra come dal ginecologo. Perché Angela non l’aveva avvisata? Almeno si sarebbe messa un paio di mutandine pulite.

Maggie si alzò in piedi e si tolse le mutande. Jan la guardò appena e batté con la mano sul divano per indicarle di sedersi. Maggie si sedette sul divano, alzando i piedi e appoggiandoli sui cuscini. Aprì leggermente le gambe e si sollevò la gonna sopra i fianchi. Jan sorrise, vedendo i riccioli biondi della sua figa e poi con le mani guantate spalmò un altro po’ di gel lubrificante sulle labbra della figa di Maggie.

“E’ sempre meglio abbondare con questo,” disse consapevole. “Almeno finché non trova la lingua di qualcuno per fare la stessa cosa!”

Sorrise ancora verso Maggie, che stava però stringendo i denti per il contatto inaspettato ed invasivo.

“Dio mio,” pensò, “lasciamo che finisca in fretta; le dirò che mi piace, qualunque cosa si provi, e almeno poi sarà finita!”

“Apra le gambe un po’ di più, cara,” disse Jan. “Alcune signore preferiscono tenersi le ginocchia con le mani mentre eseguo la prova, per lasciarmi un accesso più facile!”

Maggie mise un piede a terra, e agganciò l’altro dietro lo schienale del divano. Si sentiva completamente esposta e vulnerabile.

“Adesso deve solo rilassarsi,” disse Jan mentre, molto lentamente, infilava la punta liscia del vibratore nella figa di Maggie. Mentre spingeva con dolcezza guardava in faccia Maggie, per vederne le reazioni. Maggie si stava morsicando il labbro e si aggrappava con le mani al bordo del divano.

Quando fu infilato a metà, Jan si fermò.

“Ecco. Aspetto un attimo perché si abitui alla sensazione prima di accenderlo. Come lo sente?”

Maggi annuì senza alcuna espressione nel viso. “Ok,” disse, non osando muovere un muscolo.

Jan sorrise, si chinò e con l’altra mano accese il vibratore a bassa intensità.

Maggie non aveva mai avuto un vibratore infilato dentro di lei, ed era completamente impreparata alla fortissima sensazione che sentiva nel suo ventre. La sensazione era bellissima, e chiuse gli occhi con voluttà.

“Mmmhh, penso che le piaccia,” sorrise Jan. “Proviamo con un’intensità maggiore.”

Ora il piacere era ancora più intenso, con ondate che prendevano tutto il suo corpo. Maggie gemette appena e mosse i fianchi, spingendo il pube verso l’alto per infilarsi il vibratore un po’ più dentro. Jan tenne ferma la base per lasciare che Maggie si impalasse da sola.

“Eccolo qui, cara,” la incoraggiò.

“Mmmmhh, questo mi piace,” disse Maggie. “Lo prendo.”

Improvvisamente Jan spense le piacevoli vibrazioni e tolse il giocattolo, lasciando Maggie svuotata.

“Oh!” disse Maggie.

“Ne è sicura?” chiese Jan, guardandola con dubbio.

Maggie si rannicchiò in posizione seduta, tirandosi la gonna sulle ginocchia, tentando di riguadagnare un contegno.

“Credo’ credo di sì,” disse, osservando Jan per un’approvazione.

“Non credo. E’ solo che molte ragazze fanno lo stesso suo errore, e cioè quello di innamorarsi del primo che provano. Come fa a giudicare realmente se non ne prova degli altri? Non è possibile, no?”

“Credo’ credo di no,” concesse Maggie.

“E allora, perché non provarne qualcun altro che può piacerle, e vedere cosa ne pensa?”

Jan frugò ancora nella sua borsa e prese un vibratore leggermente più grosso, cromato. La testa era leggermente a forma di fungo.

“Ecco, QUESTO è adatto per l’utente più esigente,” disse Jan. “Proviamo, si metta comoda di nuovo.”

Maggie fece quello che le era chiesto, e Jan sollevò la sua gonna e mise le gambe ben allargate, come aveva fatto prima.

Questa volta fu meno delicata nell’infilarlo. Non ce n’era bisogno, dato che Maggie era già abbondantemente bagnata. Lo accese, e in poco tempo Maggie iniziò a dimenarsi sul divano.

“Oh, sìì,” disse Maggie, ansimando. “Questo è fantastico.”

“Vede,” disse Jan. “Gliel’avevo detto!”

Jan spinse il vibratore un po’ di volte dentro e fuori, per dare tutte le sensazioni possibili. Il vibratore cromato costava quasi il doppio del primo.

Quando vide che Maggie stava iniziando ad andarsene con la testa, lo tirò fuori di nuovo improvvisamente.

“Oh! Oh! DEVO prendere questo!” disse Maggie, con gli occhi che scintillavano.

“Hmmm,” disse Jan. “Ne proviamo ancora uno, ok?”

“Ok,” disse Maggie, e si distese ancora in posizione, lasciando che Jan armeggiasse ancora nella borsa.

Jan tirò fuori un fallo finto enorme. Era lungo 25 cm, ed era coperto di bozzi. Maggie deglutì, ma Jan la rassicurò.

“Ho visto finora un sacco di donne, e so perfettamente cosa desidera la sua figa, signora!”

“Ne è sicura?” disse Maggie. “Sembra mostruosamente grande!”

“Non si preoccupi,” disse Jan, “Sarò più dolce che posso. Comunque lei mi sembra già ben allargata e lubrificata!”

Maggie fu un po’ imbarazzata per questi spudorati riferimenti alla sua figa, che ora stava lasciando sul divano i suoi succhi.

Jan appoggiò la testa del cazzone sulle grandi labbra di Maggie. Con le dita, sia Maggie che Jan aprirono le labbra della figa, per permettere alla bestia di entrare.

Maggie respirò profondamente, mentre l’oggetto la riempiva lentamente.

“Oh Dio, oh Dio!” gemette mentre Jan spingeva inesorabilmente dentro di lei l’oggetto. Non si era mai sentita così riempita in vita sua.

Jan sorrise, “Mi fermo per un attimo, vero? Così si abitua alla dimensione!”

Maggie annuì, incapace di parlare.

Jan continuò, “Naturalmente quest’oggetto è un po’ costoso, me nel prezzo è compreso anche il suo fratellino, una versione anale del fratello più grande.”

Tirò fuori dalla borsa una versione più piccola del fallo finto, un po’ più grande di un dito.

“Ecco. Questo va qui!” disse Jan, appoggiandone la punta sul buchino di Maggie, tutto bagnato dai succhi che uscivano dalla figa.

Senza chiedere nulla, infilò la punta nel buchino di Maggie.

Maggie lì era vergine; non aveva mai nemmeno pensato di infilarsi oggetti nel sedere, ma ora Jan con la massima calma stava violando la sua cosa più intima. Deglutì mentre la punta entrava dentro di lei. Sentiva che premeva contro l’altro fallo finto, e quando Jan cominciò a muoverli entrambi, sentì che strusciavano uno contro l’altro, lanciando vampate e contrazioni in tutto il corpo.

Ancora una volta Jan li ritirò giusto prima che Maggie avesse un orgasmo. Maggie rimase sul divano, distesa, ansimante e tutta sudata, con la gonna sollevata e la camicetta tutta arricciata. Si sentiva completamente svuotata, dopo che Jan aveva sfilato i due falli finti.

Jan le sorrise: “Allora vuole questi?”

“Sì, sì, questi vanno bene,” disse Maggie.

“Questo grosso può avere come extra anche una cinghia di aggancio.”

“Cinghia?” disse Maggie. “A cosa serve la cinghia?”

“Oh, se per caso lei ed il suo partner volete giocare, uno può legarselo addosso ed usarlo sull’altro.”

“Ma come funziona?” chiese Maggie, eccitata dall’idea di suo marito con quell’aggeggio.

Jan si fermò a pensare per qualche istante.

“E va bene, le mostro come si fa,” disse. “Ma dovrò togliermi la gonna.”

“No, la prego, non si disturbi,” disse Maggie.

“Non si preoccupi,” disse Jan. “Ma è un bel po’ che non lo faccio, e se sarò un po’ arrugginita dovrà perdonarmi!”

Jan si girò la gonna e abbassò le cerniera sul fianco. Lasciò cadere la gonna a terra, tolse i piedi e poi con cura la raccolse, la piegò e la appoggiò sullo schienale di una sedia. Maggie fu un tantino sorpresa e vedere che indossava un bellissimo paio di calze nere, con la giarrettiera, accompagnate da un perizoma di raso nero. Jan sorrise per rassicurarla e poi si legò addosso il fallo finto, mettendolo in posizione finché sembrò avere una mostruosa erezione.

“Oohh, adesso capisco!” disse Maggie.

“Ecco. Adesso se crede può avvicinarsi,” disse Jan.

Maggie si avvicinò.

“Ora, vuole per favore piegarsi sul tavolo e alzare la gonna sui fianchi?”

Maggie lo fece, in silenzio.

“Ora, normalmente il suo partner si dovrebbe avvicinare da dietro in questo modo,” disse, mettendosi in posizione dietro Maggie. “Poi dovrebbe penetrarla’ così!”

Spinse la punta dell’enorme fallo finto contro le grandi labbra della figa di Maggie, completamente esposta e bagnata.

Jan si aggrappò ai fianchi di Maggie e spinse dentro per un po’. Maggie deglutì con voluttà.

Jan sorrise a se stessa. Spinse avanti completamente, fino in fondo, e poi iniziò un movimento avanti ed indietro con perizia. Maggie si aggrappava al tavolo disperatamente.

“Ecco’vede’è proprio’come’quello vero’forse però’.è’.più grosso!” disse ansimando Jan, mentre pompava con foga, spingendo ogni volta fino in fondo nella figa di Maggie.

Maggie assecondava le spinte di Jan con i fianchi. Un attimo prima che Maggie avesse l’orgasmo, Jan si ritirò, lasciando Maggie svuotata e disperatamente desiderosa di soddisfazione.

“Se le piace questo tipo di cose, c’è ancora qualcosa d’altro che vorrei mostrarle,” disse, togliendosi le cinghie e riponendo il fallo finto.

Maggie, completamente abbandonata e distesa sul tavolo, chiese: “Cosa c’è adesso?”

“Questo!” disse Jan, brandendo un fallo finto con due punte lungo 40 cm.

“Oh mio Dio!” disse Maggie. “A cosa serve?”

Jan rise. “Vuole VERAMENTE che le mostri come si usa?”

“Uh uh,” annuì Maggie.

Ancora con il fiatone, Jan si tolse le mutande da sopra le giarrettiere. Poi si distese sul divano, e invitò Maggie a mettersi accanto.

“Ecco, questa estremità deve essere infilata qui,” disse, spingendo una delle due punte dentro la figa di Maggie, completamente allargata e bagnata. “E l’altra va’qui.”

A questo punto aprì completamente la gambe, mostrando la sua figa già tutta bagnata, infilandosi in un colpo solo tutta l’altra metà dell’oggetto.

Maggie deglutì. Ora erano attaccate assieme, come due gemelli siamesi. Le due donne cominciarono a muovere i fianchi per impalarsi nel fallo finto. Ogni movimento mandava vibrazioni all’altra attraverso l’oggetto, e così le ondate di piacere derivanti dai propri movimenti fluivano una verso l’altra.

Le donne si agitavano e mugolavano, spingendo con forza e dimenandosi tutte, chiavando ed essendo chiavate. Si abbracciarono per coordinarsi meglio, tutte sudate per lo sforzo e con il viso trasformato dalle smorfie di piacere. Jan sorrise, guardando negli occhi Maggie: questa sarebbe stata una buona vendita, oltre che molto piacevole’

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