Tanti anni a fare prospezioni geologiche in giro per il mondo e alla fine son tornato in Italia.
Ormai ultraquarantenne, stanco, disilluso; qualche troia ogni tanto, ma nessun legame fisso.
Poi incontro Ambra: bella come il sole, fresca ed entusiasta coi sui 25 anni, facciamo spessissimo l’amore e mi innamoro come lei dice di essere innamoratissima di me.
Decidiamo di sposarci, anche se io non ho parenti e solo un paio di amici ed un collega da invitare, mentre lei invita oltre ai parenti anche amici vari, un mare di gente.
Arriva alla cerimonia sul macchinone di un suo amico, tutta accaldata, ma col suo bell’abito bianco: un figurone! Non faccio commenti né per la sua scarmigliatura né per quel vago odore che mi sembra di sentire quando la bacio.
Poi il pranzo e tutti gli amici che vogliono baciare la sposa e brindare con me ed io, per gentilezza, brindo, bevo e sorrido a tutti loro, anche se i baci sono lunghissimi, e non sono tutti bacetti sulle guance, ma non dico nulla.
Ambra dice che deve andare in bagno e un suo amico mi si appiccica addosso a raccontarmi un qualcosa che neanche ricordo, ma di articolato, da seguire con una certa attenzione ed io, perso nel suo blablabla, mi rendo conto che Ambra è in bagno da un sacco di tempo, ma mi sembra scortese piantare lì il suo amico chiacchierone.
Poi finalmente torna, aria un po’ sfatta, labbra gonfie ed arrossate e di nuovo, ma più forte, quell’odore col quale è arrivata.
Stiamo lì ancora un poco e poi mi dice «Dai, andiamo a casetta nostra!» e allora salutiamo tutti e ce ne andiamo a casa (avevamo programmato di andarci a dormire in attesa di partire l’indomani per il viaggio di nozze).
Quando siamo davanti alla porta, la prendo in braccio per l’entrata rituale e vedo un gocciolina biancastra sui suoi capelli, sulla tempia. Ha “quell’odore”, ma decido di far finta di nulla.
Poi serata di nozze, ma abbiamo fatto poco perché eravamo entrambi stravolti dalla giornata e, il mattino dopo, subito in aeroporto e poi in volo verso Tenerife, dove lei teneva ad andare.
Una settimana di mare, gite, sesso (finalmente stabile, con mia moglie! Basta farlo a pagamento!) e poi a tornare a casa.
Lì, la nostra vita normale: io che parto la mattina per andare nella grande azienda che aveva deciso di farmi tornare dalle prospezioni in giro per gli angoli più aridi ed inospitali della terra e lei che andava a fare la segretaria da un avvocato.
Lei lavorava a poca distanza da casa, io invece dovevo fare diversi chilometri ogni giorno per raggiungere un’altra cittadina, o muovendomi in auto o, molto più spesso, usando autobus metro e treno, ma sempre contento del fatto che, anziché una baracca in cantiere o una tenda sperso nel mondo, alla fine della giornata mi aspetta una casa, la MIA casa e con una donna, la MIA donna.
Poi venne il giorno che mi sentii male sul lavoro: un bicchiere di acqua fredda mentre ero accalcato e son stato da cani, come un fesso…
Ho deciso di andarmene a casa, senza avvertire Ambra per non farla preoccupare pensando a chissaccosa, tanto sarei arrivato a casa durante il suo orario d’ufficio, ammesso che non dovesse fermarsi come a volte capitava.
Così, sceso dal treno, sono andato a prendere la metro e, proprio mentre stava arrivando il mio convoglio, ho visto mia moglie Ambra sul marciapiedi di fronte per la direzione oposta, molto abbracciata da un tizio. Come si è fermato il vagone davanti, sono salito ed ho battagliato per arrivare alla porta di fronte per poter essere certo che fosse lei, vedendola di nuovo un momento, che si baciava appassionatamente col tizio, mentre il mio convoglio ripartiva.
Restai pensieroso: sapevo di non essere un adone (altezza media, fisico magrolino, dotazione nella media, stempiato) e quindi forse, intimamente, ero già… come dire? Ecco: predisposto a pensare che Ambra andasse con altri ben più prestanti uomini, anche se un po’ mi deprimeva.
Ho immaginato Ambra coi giochetti che aveva mostrato saper fare con quel bel giovanottone visto alla stazione metro e, inaspettatamente, mi son sentito indurire il cazzo.
Quando è tornata è rimasta sorpresa di trovarmi a casa; le ho spiegato del mio malessere e poi le ho detto che volevo leccarle subito la fica.
«Ma è tutto il giorno che sono in giro… sono sudata… Lasciami andare a darmi una sciacquata…»
«No, ho troppa voglia, ti voglio leccare subito!»
L’ho rovesciata sul divano, alzato la minigonna e scostato il peri, intriso di secrezioni e sborra, a giudicare dall’odore ed ho cominciato a leccarla, spingendole bene la lingua dentro e sentendola gonfia, dilatata e ancora piena di densa sborra.
«Bravo, amore mio, dai mangiamela tutta!» E io annuivo e insistevo nel leccarla, sentendo con due dita che anche il culetto era stato visitato recentemente ed anche lì era scivolosa. La immaginavo chiavata ed inculata da quel giovanottone della metro e mi eccitavo.
Mi staccai un attimo:«Mi piace da impazzire la tua fica oggi: sei bagnatissima e rilassata e il tuo sapore mi piace particolarmente!»
Mi afferrò per i capelli e mi spinse di nuovo la bocca sulla sua fica, manovrandomi la testa per farsi leccare come voleva di più.
«Ti piace la fica della tua mogliettina? -annuii, convinto- E ti piace, amore mio, sentirla così larga e scivolosa? -annuii di nuovo, con vigore, mentre le infilavo la lingua nel culetto- Scommetto che, porcellino come sei, stai pensando che il sapore che senti è lo sperma di qualche maschio che mi ha chiavata prima che tornassi a casa… -Oddio!!! -Oh, ma il mio porcellino si sta eccitando, a sentire queste cose? Fa sentire… uh, com’è diventato duro il cazzetto… ti eccita pensare la Tua mogliettina montata da un vero maschio? Eh??? Rispondi, porcellino!!! Rispondi!!!»
Anche se avessi negato, il mio uccello mi avrebbe smentito: «Sì…»
«Sì, cosa? Dillo, dillo bene…» «Che… che mi eccita pensarti con un altro…»
«Uhm… -intanto mi segava lentamente- …con un altro a fare cosa?» «A… fare l’amore…»
Lei fa un sorriso perverso: «L’amore o… o farmi fottere come una troia???» Oddio, sudavo! «Beh…» Beh, cosa? Dai dillo, porcellino mio!»
«Beh…. Fo… fottuta come una troia… amore mio!»
«Mhhh… te lo sento durissimo, il pisellino… Ma dimmi: ti piacerebbe vedermi con un altro, con altri, che montano la tua mogliettina?»
Non riuscii a rispondere, perché venni all’istante con uno schizzo acquoso.
«Ma che porcellino schifoso e sborrone che sei, pisellino… Però ti amo e vedrò di farti felice, contento?»
E mentre me lo diceva mi stringeva le guance con le dita, facendomi annuire con la testa bloccata nella sua mano.
Due sere dopo, tornato a casa, la trovai vestita elegante, con un tubino nero e tacco 12; mi accolse con un bacio e poi mi disse sorridente: «Una piccola sorpresa: abbiamo un ospite a cena»
Sorrisi anche io, mentre sfogliavo mentalmente le nostre conoscenze per cercare di indovinare chi potesse essere: «Ah, bene. Chi è?»
«Oh, non lo conosci, è un mio caro amico… Però ti prego: non farmi fare brutta figura e non contraddirmi mai, me lo prometti?»
Mi guardava con occhi imploranti ed io accettai; mi ringraziò con un bacio e poi ci spostammo in sala, dove aveva apparecchiato usando “il servizio buono”.
Dopo una decina di minuti suonarono alla porta: feci per alzarmi ma… «Lascia, vado io -disse schizzando in piedi- e mi raccomando: lasciami fare e non contraddirmi mai»
Annuii e poi la sentii nell’ingresso: «Ma ciao, che bello averti qui… sì, c’è anche lui… ah, tranquillo, te l’ho già detto… vieni… mmmhh vieni dai, che ti presento…»
Entrarono in sala abbracciati, lei col braccio intorno alla vita e lui con la mano che… sotto l’abito di mia moglie Ambra???
«Maritino, questo è Gregor, un mio carissimo amico… -ridacchiarono, complici- e questo è Luigi, il mio affettuoso e innamoratissimo maritino»
Gregor mi strinse la mano, avvolgendola nella sua manona: era un cristone di un metro e novanta almeno e grosso come un camion, muscoloso e roccioso.
Ci sedemmo sul divano, Ambra tra noi, per bere del vino bianco deliziosamente freddo e facendo un po’ di conversazione, anche se lui teneva il braccio intorno alle spalle di Ambra.
Mi disse che veniva da un villaggio moldavo, che faceva il ponteggiatore edile e che trovava mia moglie molto simpatica. Poi loro due ridacchiarono complici ed io sorrisi annuendo cortesemente.
Mamma mia ruben, mamma mia... Ti prego, scrivimi a gioiliad1985[at]gmail.com , mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze…
ciao ruben, mi puoi scrivere a gioiliad1985[at]gmail.com ? mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze...
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?