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Il percorso di Rebecca capitolo 3: : la serata danzante e la notte di fuoco

By 27 Marzo 2023No Comments

Alla cena e successivo ricevimento, oltre alle persone della sera precedente, c’erano un’altra dozzina di invitati. Si mangiò come al solito benissimo, stetti ancora molto attenta a quel che bevevo, era un bel mondo ma lo sentivo farlocco, non avrei resistito a mangiare sempre come in un ristorante di lusso. Una bella pastasciutta al pomodoro od una pizza al taglio mi sembravano qualcosa di molto desiderabile. Un po’ come quando si va in un villaggio turistico e pranzo e cena sono a buffet libero per gli antipasti e serviti per il resto. Puoi mangiare quanto vuoi ma ti accorgi dopo poco che è qualcosa di irreale.
Scherzando dissi a Bruno che mi sarebbe piaciuta una pasta al pomodoro invece dei tagliolini all’astice perfettamente cucinati che ci stavano servendo. Sorrise di nuovo e mi strizzò l’occhio. Con una scusa si alzò e mi fece cenno di seguirlo, con un largo giro arrivammo in cucina. Bruno conosceva il cuoco e molto del personale. Rivolgendosi allo chef disse “Maximilian i tuoi tagliolini all’astice sono fantastici come sempre ma questa mia amica è allergica ai crostacei, gradirebbe due spaghetti semplici al pomodoro”. Il cuoco sorrise e gli rispose: “te li faccio personalmente signorina” e mi strizzò un occhio. Dopo 15 minuti ero seduta ad un tavolo dell’immensa cucina che mangiavo una cofana di pasta al pomodoro tanto semplice quanto deliziosa.
Avevo osservato il cuoco mentre la preparava, subito in uno dei cestelli della cucina aveva calato la pasta, degli spaghetti del 3. Un attimo dopo un trito di scalogno soffritto per un minuto senza nemmeno farlo imbiondire poi passata, del pomodoro fresco a dadini piccolissimi, un dado vegetale e dei fiocchetti di concentrato. Il sugo bollì per due minuti poi la pasta fu scolata, condita e coperta con una abbondante spolverata di parmigiano. La divorai con una voluttà che il cuoco sorridendo disse che era un piacere far da mangiare a chi apprezzava così tanto ma che se lo avesse saputo non avrebbe studiato e testato tanto nella sua carriera. Anche Bruno si mise a ridere. Tornammo con gli altri ospiti dopo avere ringraziato. Erano arrivati al dessert un bunnet alla piemontese ed insieme dei cantucci fatti in casa il tutto accompagnato con un vino liquoroso siciliano. Gustammo il dessert e poi, insieme agli altri ospiti, ci spostammo in un grande salone dove una orchestra di diversi elementi suonava dal vivo pezzi famosi. Quando l’orchestra cominciò ad eseguire un tango Bruno mi chiese se ero capace di ballarlo, gli risposi di sì e ci lanciammo sulla pista. C’erano poche coppie e quindi chi ballava era al centro dell’attenzione. Bruno guidava benissimo movimenti lenti ma molto sensuali, sembrava mimasse un atto sessuale. Mi appiattii contro di lui e mi accorsi che il suo membro non era completamente a riposo. La cosa mi fece un grande piacere, mi schiacciai ancora di più contro di lui ed il tango che ballammo suscitò l’applauso finale a noi e ad un’altra coppia di signori di mezza età che non avevo visto la sera precedente. Ci ritirammo a bere qualcosa, declinai l’offerta dello champagne e presi del succo di frutta. Mi stavo riprendendo ma la mia mente aveva elaborato un finale in cui Bruno mi prendeva per mano e mi portava nella mia stanza e facevamo l’amore.
La serata stava volgendo al termine, Bruno conosceva tutti e mi presentava come la sua collaboratrice, qualcuno faceva un sorrisino ironico e Bruno lo guardava male calcando sul fatto che il mio lavoro era stato molto prezioso per la chiusura dell’affare. Arrivarono le 2 e mi si chiudevano gli occhi, le persone cominciarono ad andare nelle proprie stanze e così anche noi ci dirigemmo al piano dove c’erano le nostre. Bruno, con fare naturalissimo mi mise il braccio intorno ai fianchi e mi tirò a sé. “Ah se avessi 30 anni di meno non lavoreresti più per il nostro studio”. Mi disse mentre salivamo le scale. “Perché gli risposi ingenuamente?”. Avevo capito dove voleva arrivare ma mi faceva piacere che me lo dicesse.
“Ti avrei fatto una corte serrata sperando tu capitolassi. Se tu avessi accettato sarebbe stato poco opportuno che lavorassimo insieme, se non avessi accettato non mi sarei dato pace”.
Terminata questa frase la mia autostima era arrivata al culmine e sentivo fortissimo il desiderio di lui. Fu così che mentre ci salutavamo e lui mi stava per dare un bacio sulla guancia, girai di scatto il volto e le sue labbra incrociarono le mie. Non contenta gli misi anche la lingua in bocca. Non si ritrasse anzi mi baciò in modo profondo ma senza forzare, con entusiasmo ma senza la spinta dei baci degli adolescenti. Fu uno dei baci più belli della mia vita. Quando si staccò ero senza fiato. Mi sarei aspettato che mi tirasse nella sua stanza ed invece mi diede una carezza. “Grazie, è stato fantastico ma tu sei sia una donna sposata che una collaboratrice indispensabile e per quanto ti desideri non voglio farti fare qualcosa di cui poi ti potresti pentire”.
Mi sentii al tempo stesso lusingata ed umiliata. Ma come mi stavo offrendo vincendo la mia ritrosia e lui mi liquidava così? Aprii la mia stanza mi cambiai ed andai a letto. Non riuscii ad addormentarmi, sentii suonare le 3 e poi le 4. Mi alzai per bere un bicchiere d’acqua e sentii un rumore di passi provenire dalla stanza di Bruno. Mi avvicinai alla porta, aprii la mia e bussai. Lui aprì subito, uno sguardo e ci fiondammo una nelle braccia dell’altro per un bacio stavolta quasi violento per l’irruenza che ci mettemmo. Gli tolsi la maglietta ed i boxer che indossava e lui la corta camicia da notte trasparente. Eravamo nudi ed intrecciati. Mi sollevò di peso mi mise sul letto ed iniziò un cunnilingus delicato ed impetuoso al tempo stesso. Prima mi morse leggermente l’interno coscia mentre con un dito mi massaggiava il bottoncino che nel frattempo si era gonfiato a dismisura. Fremevo sotto i suoi tocchi e mi bagnai abbondantemente. Anche i miei capezzoli un po’ per il fresco ed un po’ per il desiderio divennero dritti come chiodi. Poi passò a leccare delicatamente quindi a mordicchiarmi il sesso introducendo la lingua cercando di penetrarmi sempre di più. Sentii salire l’orgasmo, mentre mi leccava mugolava e le sua mani erano passate a pizzicarmi i capezzoli facendomi godere ancora di più anche per la piccola tortura che stavano subendo. Lo desideravo. Appena il mio orgasmo mi lasciò fiato spostai la sua testa e gli feci cenno di sedersi sul bordo del letto. Fu docile come un cagnolino. Mi inginocchiai davanti a lui e mi trovai il suo sesso a poca distanza dal volto. Era come me lo aspettavo e come lo avevo sentito durante il tango. Di ottima misura e molto turgido. Presi il corpo cel pene con le due mani carezzandolo e quindi passai a leccargli i testicoli. Li mettevo in bocca mordicchiandoli poi li buttavo fuori e li leccavo per bene. Continuando con le carezze al corpo del pene spostavo pian piano la mano leccandolo tutto salendo con ritmo costante. Quando arrivai alla cappella non potei fare a meno di inghiottirla in un colpo solo. La tenni in bocca lavorandola con la lingua. Lui intanto gemeva per il trattamento tenendomi con le due mani la testa attaccata al membro.
Ad un certo punto mi staccò da lui. Mi fece alzare, si sdraiò sul letto e mi fece montare sopra. Il suo uccello scivolò dentro di me some una lama calda penetra nel burro. Era di dimensioni decisamente superiori a quelle di mio marito ma lo accolsi voracemente senza sentire alcun dolore o fastidio. Quando fui completamente piena cominciai un saliscendi lento ma incessante, presi le mani di Bruno e le misi sul mio seno implorandolo di fare di me quello che voleva. Dopo 10 minuti di questo spasmodico fare l’amore ero pronta per venire di nuovo. Lui si sfilò lasciandomi un po’ basita.
“Non voglio venirti dentro anche se non posso lasciarti incinta in quanto sono sterilizzato”. Non mi importava lo volevo dentro volevo sentire il suo seme irrorarmi l’interno. Mi misi a pecorina e gli risposi: “riempimi, sbattimi, ho fame di te e voglio che tu mi scopi più forte e selvaggiamente che puoi”. Non mi riconoscevo, non avevo mai fatto e detto così con mio marito ma non mi ci aveva nemmeno lontanamente portato a quei livelli.
Bruno non se lo fece dire due volte. L’essere uscito lo aveva leggermente rallentato ma mi prese per i fianchi e, dopo avere strofinato la cappella, la introdusse. Io feci un salto indietro prendendomi tutto il suo cazzo. Più lui spingeva più io mi aprivo, sentivo le palle di Bruno sbattere sul mio culo. La vampata di calore ricominciò a salire e l’orgasmo partì raggiungendo il massimo quando sentii il suo cazzo ingrossarsi per venire. Uno due tre fiotti di sborra mi riempirono mentre lui mi diceva che ero una grandissima vacca in risposta al mio invito mi montarmi come una scrofa. Gli insulti diedero ancora più sapore a quell’orgasmo che mi parve il più forte che avessi mai provato. Crollammo sul suo letto esausti e trafelati per come avevamo scopato. Dopo un paio di minuti mi fece una carezza, mi guardò negli occhi sorridendomi e dicendomi “non doveva finire così”. Gli risposi “lo so, non dovevo lasciarmi andare in questo modo, sono una donna sposata e quando tornerò a casa mi sentirò terribilmente in colpa ma ti desideravo per cui sono contenta che sia successo”. Il suo cazzo non si era ancora ammosciato, sentii il desiderio di succhiarlo di nuovo e mi ci buttai a capofitto.
“Piano piano non ho 30 anni come te” mi disse Bruno. Non riuscivo a staccarmi ed il suo membro la pensava come me, si eresse di nuovo anche se con minor turgore.
“Ti voglio anche nel culo, a mio marito lo ho dato un paio di volte ma non gli è piaciuto e mi ha fatto male. Sono sicuro che con la tua esperienza mi farai piacere anche questo”
Mi guardò perplesso poi prese un cuscino me lo mise sotto la pancia in modo che il sedere fosse sollevato ed iniziò.
Fu una cosa lunga almeno rispetto alle due volte che lo avevo fatto con mio marito. Prima cominciò a leccarmi l’ano dolcemente insalivandolo molto, poi iniziò ad inserire un dito continuando a far scendere saliva ed a baciarmi lungo la schiena. Poi quando il singolo dito scorreva senza problemi passò ad inserirne un altro e, quando anche con due dita non sentivo nemmeno il minimo fastidio, si mise in ginocchio dietro di me appoggiando la cappella sul mio orifizio aperto. Infilò la prima parte senza fatica e si fermò quando il mio buchetto la ebbe inghiottita. Stette in quella posizione per un paio di minuti quindi un centimetro alla volta guadagnò terreno. Era bagnato ed il suo liquido lubrificava pian piano il canale consentendogli ad ogni pezzetto guadagnato di ritirarsi e rientrare lubrificando un po’ di più. Nel giro di 10 minuti fu tutto dentro. Non avevo provato dolore, un leggero fastidio all’inizio ma nulla più. Cominciò ad andare avanti indietro, prima lentamente e poi incrementò la frequenza della pompata. Mi sentivo porca e non ebbi freni nel diro, “sfondami il culo che mi piace”. Non mi riconoscevo, facendo sesso con mio marito, probabilmente per rispetto reciproco, non ci eravamo praticamente mai lasciati andare al turpiloquio. Con Bruno invece non mi sentivo inibita e lui ricambiava e mi piaceva sentirmi dare della mignotta. Anzi mi eccitava il sesso era animalesco. In un primo tempo mi ero innamorata ed avevo ceduto a Bruno per i suoi modi, ora godevo appieno dall’essere appellata nei modi più turpi ed a ricambiare senza sentire vergogna anzi indugiando sempre di più.
L’inculata, dato che lui era venuto già una volta, durò quasi mezz’ora durante la quale Bruno mi disse di tutto, cambiammo posizione ma sempre con il suo bel cazzone piazzato nel culo. Ad un certo punto lui in piedi mi dondolava, l’escursione era minima ma sentirmi oscenamente impalata in piedi davanti allo specchio della camera mi eccitava da matti. Finimmo con me a pecorina che mi masturbavo e lui che mi pompava con lunghi colpi. Quando sentii che stava ingrossandosi la cappella per venire ero pronta e mi toccai più velocemente. Bruno un attimo prima di sborrare estrasse il cazzo dal mio culo, mi girò e lo sperma che spruzzò mi colpì sul volto e sul seno mentre lui mi diceva “ti riempio la faccia troia sfondata!”. L’insulto fece da booster e mentre lui finiva di venire cominciavo io. Mi sentivo una vacca da monta, una troia in calore e la cosa non la avevo mai provata ma mi piaceva.
Crollammo entrambi sul letto, dopo 5 minuti mi alzai, erano ormai quasi le 6, presi la mia camicia da notte e tornai nella mia stanza, mi chiusi la sua porta alle spalle ed anche la mia dando un giro di chiave quindi andai in doccia. Sotto il getto caldo ripensai a quello che era successo. Mi vergognai come una ladra, pensavo al fatto che avevo tradito mio marito e mi era piaciuto farlo e non escludevo che lo avrei rifatto con le giuste condizioni. E piansi. Restai piangente sotto la doccia per 10 minuti buoni. Ero stanca per la mancanza di sonno ed esausta per le due ore di sesso molto gratificante con Bruno. Uscii e mi asciugai. L’appuntamento con gli altri ospiti era per le 9:30 avevo un paio di ore e cercai di dormire, lo feci in modo molto agitato con incubi in cui mio marito, una volta arrivata a casa, mi buttava fuori con una piccola valigia dicendo che si vergognava di aver sposato una troia. Mi svegliai di colpo ed erano le 9. Mi alzai un po’ meno stanca ma ancora più scossa. Cercai di non piangere ma non ce la feci. Dovevo un poco riprendermi. La colazione l’essere in mezzo ad altri forse mi avrebbe aiutato così mi preparai truccandomi un po’ più del solito per mascherare le occhiaie da sesso mancanza di sonno ed incubi. Ed uscii, Bruno mi stava aspettando e come se nulla fosse successo, da vero gentiluomo, mi disse “Buongiorno, è una splendida giornata di sole, per stamattina è prevista una partita di golf quindi il pranzo e poi ripartiremo per casa. Vuoi seguirmi sul campo o restare in piscina con chi non gioca?”.
Pensai che sarebbe stato meglio non avere Bruno vicino per un po’, ci sarebbe stato il viaggio di ritorno per dare un senso a quello che era successo la notte precedente. Ringraziai Bruno e gli dissi che sarei andata in piscina. Facemmo colazione e poi ognuno si unì al gruppo che aveva scelto.
Ci ritrovammo per pranzo, questa volta uomini da una parte e donne dall’altra, fra piscina e pranzo sentii tante delle ragazze ridere per la nottata passata con gli uomini che le avevano portate li. Ognuna aveva fatto sesso adempiendo al “dovere morale” imperante nell’ambiente per il quale queste ragazze vanno a letto con uomini più vecchi e potenti in cambio di favori e o regali. Io ovviamente non dissi nulla di quello che era successo, Una delle ragazze che era sul nostro piano mi chiese esplicitamente come fosse andata la nottata con il tenebroso Bruno. Risposi che ognuno aveva riposato nella propria stanza ma la ragazza disse che era strano perché, avendo la camera confinante con Bruno, aveva sentito rumori e versi inequivocabili. Concluse ridendo che probabilmente Bruno aveva rimorchiato qualcuna delle hostess che avevano servito ai tavoli durante la cena precedente. Un’altra delle ragazze si unì dicendo che forse aveva concluso con una delle ragazze che avevano suonato, in particolare disse che quella che suonava il flauto traverso le sembrava il tipo di Bruno. Poi guardandomi mi disse ce in effetti non ero il tipo di donna che Bruno frequenta e che dovevo essere stata proprio brava nel mio lavoro per essere necessaria a Bruno per quel weekend.
Ero un po’ spaventata, mi avevano sentito ed anche se era altamente improbabile che mio marito o qualcuno che conoscevo avrebbero potuto incontrarle, temevo un po’ per il periodo dopo il ritorno a casa.
Venne l’ora della partenza e del viaggio di ritorno ma questo sarà oggetto del prossimo capitolo.

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