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Racconti di DominazioneTradimento

Io, moglie e mamma, non me lo sarei mai aspettato

By 13 Dicembre 2021No Comments

Io, moglie e mamma, non me lo sarei mai aspettato
Real History
Sono di Milano, sono nata a Milano, sono cresciuta ed ho studiato a Milano; mi sono sposata a Milano e lavoro e vivo a Milano.
I miei genitori? Anche loro hanno trascorso la loro vita a Milano.
Cosa c’entra Milano nel racconto? Poco, ma da qualche parte bisogna cominciare.
Mi chiamo Mirella (nome falso e potete immaginare il perché)
Ho trentaquattro anni , due splendide figlie ed un marito che molte donne vorrebbero avere al posto del loro.
Non dimentica mai un anniversario o una festa che mi vede coinvolta ;è sempre pieno di attenzioni per me e mi porta spesso fiori , che io amo, e tante piacevoli sorprese.
Amiamo fare le stesse cose , per esempio ci piace viaggiare e conoscere nuove realtà.
Certo come tutti gli uomini è anche un rompipalle: le partite del suo Milan in tv, la partita a calcetto del mercoledì sera con gli amici, il venerdì sera che trascorre con gli amici di sempre, la sua attenzione che tutto sia pianificato e altro.
D’altra parte anche io non scherzo: le uscite con le amiche e la palestra ed il desiderio che in casa sia sempre tutto a posto e un po’ di cose mie.
Ma queste sono cavolate, siamo una bellissima coppia in tutti i sensi e lo sappiamo.
Lui è, ormai, un bell’uomo, ha tre anni più di me, alto e atletico, bel corpo e un viso discreto e ha il colore degli occhi fantastico.
Io come sono? Non ci giro intorno ,sono una bella ex ragazza ed ora donna .
Sono alta , porto i capelli lunghi, terza di seno e bel culo, gambe lunghe. Insomma sono quella che gli uomini chiamano bella figa.
Non mi sto vantando e la realtà. Sin da ragazza sono stata oggetto delle attenzioni maschili e ai miei sedici anni a Spotorno, dove i miei possiedono una casa, sono stata nominata miss muretto e non solo per la mia simpatia ,ma per la bellezza anche del mio culetto. Sino ai 20 anni ho giocato in una squadra di pallavolo semi professionistica poi gli studi non mi lasciavano il tempo per allenarmi seriamente e ho dovuto mollare. Ho sopperito con la palestra e la piscina ed il mio fisico oggi non differisce molto da quello di allora nonostante abbia avuto due figlie.
Sono stata tra le ragazze più corteggiate delle superiori e poi anche in università sino al matrimonio.
I rapporti familiari? Ottimo con i miei genitori e con il marito, un pò soffocante quello con i genitori di lui, ma tant’è.
La mia vita scorre tra figli, marito, lavoro e vacanze.
Spero di non aver dimenticato nulla in questa breve presentazione.
Il sesso con mio marito è sufficiente, non prendo la pillola, nei periodi pericolosi usiamo il preservativo ;solitamente si scopa il sabato sera e durante le vacanze. Vorrei che qualcuna sposata/o con figli e lavoro, oltre i 30 anni, mi dicesse che loro lo fanno più spesso, non ci crederei.
E’ a Spotorno che ho iniziato a sentire quei brividi, quel calore che a quell’ età non sai cosa sia e da grande capisci che è voglia di sesso che mi hanno portato a fare le prime conoscenze con il sesso maschile e il mio.
Fu in spiaggia che un primo ragazzo più grande di me a mettere il cazzo in una mia mano lasciandolo alla mercè delle mia dita. Dovetti comportarmi bene perché dopo poco la mia mano era intrisa del suo sperma; con lui mi specializzai in seghette mentre lui faceva poco per me: lunghe limonate e strettine sulle mie tette che erano ancora in crescita.
Dovettero passare un paio di filarini prima che mi trovassi a succhiare il primo cazzo. Il mio primo pompino fu in auto in una piazzola da cui si intravedeva il mare. Mi piacque quello che feci e mi piacque anche il sapore di quello che bevvi.
Già allora compresi quanto gli uomini fossero egoisti e scansafatiche. A loro tutto era dovuto e scontato e noi invece dobbiamo sperare nella loro bontà.
Però anch’io ebbi i primi ditalini da un ragazzo , ma per farmela leccare ho dovuto aspettare un lungo tempo .
Una lamentela: noi impariamo in fretta a fare i pompini ,voi, oltre a “dovervi quasi pregare” per leccarcela, spesso non sapete farlo nemmeno bene
Fosse per me introdurrei le lezioni di sesso pratico dal primo anno delle superiori, almeno voi uomini imparereste qualcosa sulle donne e come dare piacere, che non basta avere il pene e muoverlo per farci felici.
Iniziai a scopare da maggiorenne avanzata però tenni la verginità anale per il mio futuro marito, se ci sarebbe stato.
Comunque crescendo migliorarono anche i miei partners e nell’insieme posso dirmi soddisfatta del mio passato sessuale.
Anni dopo incontrai Mario mio marito; un bel ragazzo e innamorato di me. Furono subito scintille tra noi che dopo tempo si concretizzarono in un matrimonio e due bellissime figlie. Con lui feci l’amore già la sera del nostro primo incontro mentre con gli altri aspettavo prima di dare la mia disponibilità. All’inizio anche lui , anche se in misura inferiore ad altri , tendeva a pensare più a se stesso che a me, ma pian piano riuscii a fargli capire che il piacere reciproco da più soddisfazione ed oggi, tempo a disposizione permettendo, prima della penetrazione dedichiamo almeno un a mezzora a “ coccolarci” con fantastici 69 e carezze varie.
Sessualmente parlando la preparazione alla penetrazione era per me quasi più importante della penetrazione stessa che diventava la ciliegina sulla torta o almeno la pensavo così prima di incontrare Enzo.
La mia vita scorreva tranquillamente tra lavoro e casa in una felice serenità.
Andavo in palestra tutti i martedì sera, mio marito giocava al mercoledì e avevamo sempre le figlie “coperte”. In palestra nel giro di un paio di anni si era creato un gruppo coeso e simpatico di una quindicina di donne di età tra i venticinque e i trentacinque anni.
Da circa un anno avevamo preso l’abitudine di andare insieme una volta al mese a cena fuori, solitamente il venerdì sera.
Andavamo in luoghi simpatici senza calca di persone ed in un’unica tavolata tra donne ci divertivamo molto.
Parlavamo di vacanze , figli, mariti ,sogni e di incazzature e sparlavamo ; il tutto condito da buon mangiare e buon vino. Spesso al termine chi gradiva continuava la serata in discoteca ed ogni tanto andavo anch’io.
Cambiavamo spesso location sino a che un venerdì andammo in una trattoria che era in un vecchio cascinale.
In un semi grande locale circondato da mattoni e con un bellissimo camino c’erano due grandi tavoli apparecchiati.
In uno ci sedemmo noi ed iniziammo a cenare un po’ curiose di sapere di chi avrebbe occupato l’altro tavolo.
Una mezzora dopo giunse un gruppo di chiassosi ragazzi. Ad occhio e croce il più vecchio non arrivava a venticinque anni, ma quello che ci colpì fu il loro fisico.
Anche loro furono stupiti nel vederci, non si aspettavano una tavolata di sole donne.
Per farla breve, specialmente le più giovani di noi, guardavamo ed eravamo guardate e non passò tempo che si iniziasse a chiacchierare con loro.
Capimmo il perché dei lori bei fisici. Erano giocatori pallanuotisti di una squadra importante della città ed una volta al mese, come noi, cenavano insieme; solo che loro era da quasi un anno che si recavano in quel locale mentre per noi era la prima volta.
Quella sera nessuna di noi andò in discoteca. Rimanemmo li a chiacchierare in gruppetti misti allietandoci con prosecco e dolcetti della casa.
Per me era una situazione nuova: trascorrere del tempo con dei ragazzi molto più giovani di me. Mi colpì, certo era legato al loro sport, che avessero tutti i capelli corti, nessuno aveva la barba e non “portavano” piercing o tatuaggi. Avevano i visi puliti e l’aria di bravi ragazzi.
Fu una bella serata e ci lasciammo a tardi ora con il proposito di vederci un mese dopo.
Della serata trascorsa non raccontai nulla a Mario per evitare stupide gelosie. Gli dissi le solite cose.
Il mese trascorse e si avvicinava la data della cena; quasi all’unanimità votammo per tornare in quel locale.
La sera della cena notai come l’abbigliamento delle partecipanti fosse più femminile del solito.
Il mio? Io sono sempre femminile ed elegante.
C’era una sotterranea euforia che serpeggiava tra noi che si tramutò in una festosa gioia quando loro, come al solito in ritardo, arrivarono nel locale.
Non so chi ebbe l’idea , ma i tavoli furono messi in modo che tutti ci vedessimo e ci mischiammo uomini e donne.
Non so se ci furono delle scelte, io non ne feci, comunque mi trovai tra un’amica ed un ragazzo.
La mia amica si dedicò completamente al ragazzo al suo fianco ed io per non rimanere come una cucù chiacchierai con il ragazzo al mio fianco, Enzo.
Ci raccontammo . Aveva ventidue anni, studiava ingegneria ed amava lo sport . Io gli raccontai la mia di situazione.
Era un ragazzo simpatico, sveglio e pieno di interessi e pareva proprio un bravo ragazzo, di questo ebbi il modo di ricredermi. Notai come mi guardava . Non sono nata ieri e mi sentivo inorgoglita per aver attirato l’attenzione di quel ragazzo , sicuramente tra i più belli del gruppo. Alto un bel po’ più di me, spalle possenti in un fisico da nuotatore, occhi chiari e capelli ricci e scuri.
Era allegro e perspicace e fu un bel chiacchierare tra noi, e come tutte le volte che hai piacere nel fare qualcosa il tempo passò velocemente. Anche quella sera terminò e ci demmo appuntamento per il mese dopo.
Il mese passò e durante quel mese spesso quei ragazzi furono oggetto delle nostre conversazioni in palestra. Le più giovani erano scatenate e facevano discorsini piccanti, ma era un gioco.
Arrivò il venerdì dell’appuntamento, quella sera i tavoli, quando arrivammo, erano già disposti per unire le due compagnie e che caso questa volta anche i ragazzi arrivarono puntuali ed i posti a sedere furono quasi tutti occupati allo stesso modo della volta precedente.
Mi accorsi di essere contenta di ciò, al mio fianco avevo ancora Enzo. Tra frizzi e lazzi, tra cibo e vino le compagnie si “unirono” di più e a fine serata una parte di noi e di loro, sicuramente le nostre più giovani e senza famiglia , ma anche qualche sposata, andarono insieme in discoteca .
Io non ne avevo voglia e decisi di tornare a casa e qui la prima sorpresa. Enzo disse che anche lui si sentiva stanco e non andava in discoteca e sapendo che abitavo in una zona non lontana dalla sua si offri di darmi un passaggio con la sua auto.
Visto che le mie amiche o erano andate in discoteca o erano impegnate in chiacchiere mi sembrò una bella idea ed accettai. Andammo via insieme mentre Gloria, la mia amica prendendomi in giro: mi disse: lascia stare il ragazzo.
Le risposi a tono , non avevo nessuna intenzione…
Il tragitto fu di una mezzoretta e continuammo a chiacchierare piacevolmente. Arrivata a casa lo ringraziai , ma mentre stavo scendendo dall’auto mi disse: se non sei impegnata ti va prendere un panino o un caffe a pranzo con me?
Rimasi sorpresa e un po’ imbarazzata dalla richiesta , ma in fondo perché no?
Gli dissi: se ti fa piacere. Gli diedi il numero del mio cellulare e con un gran sorriso lo lasciai .
Sentivo il suo sguardo accompagnarmi al portone, Mi girai mentre stavo entrando era ancora li che mi stava guardando.
Il giorno successivo mi ero già dimenticata tutto e fui sorpresa quando mi arrivò la chiamata da un numero che non avevo in rubrica, era lui.
Mi proponeva un panino a mezzogiorno. Io non avevo ancora fissato impegni ed accettai , ma volevo evitare pettegolezzi da colleghe/i che avrebbero potuto vederci e lui mi anticipò dicendo: se ti passo a prendere in auto a….. ti va bene?
Il mio problema era risolto e gli dissi che andava bene.
Quando arrivai al luogo dell’incontro era già li che mi aspettava. Salii in auto e raggiungemmo un baretto carino fuori zona Fu un piacevole “panino” e poi mi riaccompagnò al lavoro.
Il giorno dopo eravamo ancora insieme ed il giorno successivo ancora.
Mi chiedevo se mi stessi comportando nel giusto modo, io donna sposata e mamma, ma non mi davo risposte o meglio mi dicevo: non faccio nulla di male, chiacchiero con un simpatico ragazzo al posto di passare quel tempo con le mie colleghe che vedo già tutto il giorno.
Però mi sentivo in colpa verso mio marito e non avevo il coraggio di dirgli dei miei “panini” con Enzo.
Fu la settimana successiva che avemmo un primo contatto fisico. La mia forchetta stava cadendo dal tavolino ed ambedue allungammo il braccio per prenderla. Non prendemmo la forchetta ma le nostre mani si sovrapposero; provai un brivido che mi scosse.
Anche lui doveva aver sentito qualcosa, me ne accorsi da come mi guardò. Ci fu un silenzioso impasse. Poi continuammo come nulla fosse successo, ma almeno io mi ero accorta che qualcosa fosse successo.
Tornata in ufficio continuavo a pensare a quel momento ed un piacevole calore mi invadeva ; mi sembrava d’essere tornata ragazzina.
La mattina dopo aspettavo una sua chiamata per il mezzogiorno, ma la chiamata non arrivò o meglio arrivò nel pomeriggio. Si scusò; per un improvviso impegno non aveva potuto chiamarmi e mi propose di passare a prendermi all’uscita di lavoro che mi avrebbe portata a casa lui.
Era una cosa nuova e incautamente gli dissi subito di si e ci accordammo per l’ora, il posto era sempre lo stesso.
All’ora prevista lo raggiunsi e salii in macchina, mi sentivo un’ ansia al petto come se potesse succedere qualcosa, ma no, non lo so spiegare, una ansia, punto.
Un sorriso e mi raccontò della sua giornata chiedendo della mia. Mentre manovrava il cambio la sua mano toccò la mia gamba che era a vista, ma coperta dalle calze di nylon. Sentii lo stesso brivido provato il giorno prima alla mano e la nota sensazione di calore mi pervase. Non so cosa sentì o provò lui, so che mi accorsi che aveva modificato il percorso addentrandosi in una vietta senza circolazione di auto dove accostò al marciapiede. Non disse nulla e si volse a me. Allungandosi la sua testa e la sua bocca raggiunsero la mia testa e la mia bocca e ci fu il primo bacio.
Fu un bacio intenso, lungo e possessivo. Ci scambiammo per lunghi minuti le nostre salive e non fermai la sua mano che si era addentrata sotto la gonna e da sopra le calze di nylon mi accarezzava l’interno coscia provocandomi brividi continui. Provò ad avanzare con la mano , ma le collant coprivano sopra le mutandine tutta la mie intime parti creando una barriera ai suoi intendimenti e tornò ad accarezzarmi l’interno coscia con brevi appoggi sulla mia “nascosta “ passera.; sotto sentivo un lago. Presa da suoi movimenti appoggiai la mano sui suoi jeans e toccai la sua eccitazione; sentii la presenza di una massa voluminosa che occupava buona parte del suo bacino . Poi fu come se improvvisamente ci risvegliassimo da un sogno e ci staccammo. La quiete dopo la tempesta.
Nessuno di noi parlò. Rimise in moto e mi accompagnò a casa. Disse solo: ciao. Io ? Nulla.
Immaginate quella sera cosa avevo nella testa: il subbuglio. Mi comportavo da perfetta moglie e mamma, ma dentro continuavo a ripensare a quel bacio.
A farmi inconsciamente perdonare da mio marito provai a “toccarlo” per fare l’amore, ma non colse il messaggio.
Mi svegliai più volte quella notte pensando a quanto avvenuto dicendomi :ragiona scema, è un ragazzo, te la fai con i bambini?
La notte passò ed il giorno dopo, giovedì, ero in ufficio quando più presto del solito Enzo mi chiamò.
Mi chiese scusa per quanto avvenuto, ma voleva parlarmi e mi chiese se quella sera potessi uscire un po’ prima dall’ufficio.
La sera lo raggiunsi al solito posto un’ora prima della solita uscita dall’ufficio. Lo guardai era in forma splendida e sentii, senza toccarlo, la solita sensazione di calore invadermi concentrandosi dove non avrebbe dovuto.
Mi disse ti porto dove possiamo parlare con tranquillità.
Non so esattamente come ci arrivai, come si dice navigavo a vista, mi ritrovai in un piccolo appartamento che mi disse fosse di un amico che in quel periodo giocava in un’altra città e lo utilizzava solo nei fine settimana.
Mi offrì da bere del prosecco che prese in frigo poi mi prese per mano e mi disse: scusa per ieri, ma tu mi piaci per davvero.
Io mi chiesi: ero andata con lui per risolvere i nostri incontri o ? Una vocina in testa mi diceva : calma , stai calma , non dire o fare cazzate. Mi sentivo eccitata ed ansiosa come ad uno dei primi appuntamenti da ragazzina.
Mi uscì un: sono grande per te, sei un ragazzo . In quel momento mi resi conto che non gli avevo detto: non voglio rapporti intimi con te, ma solo che ero più grande di lui e se a lui non importasse?
Ci fu il silenzio e poi improvvisamente Enzo si avvicinò a me , mi prese tra le braccia contenendomi tutta e guardandomi negli occhi mi disse :non è vero.
Calò il viso sul mio e sembrò che non attendessi altro perché corrisposi al suo bacio.
Mi sentii sollevare come una piuma tra le sue braccia e mi trovai distesa su un letto.
Non ebbi il tempo di pensare che si era tolto la camicia facendomi vedere i suoi splendidi pettorali.
In un barlume di lucidità gli dissi: fermo , non dobbiamo.
Per tutta risposta si slacciò i pantaloni, abbassò gli slip e vidi il suo pene in erezione . Rimasi sbalordita dalla sua forma, era di una larghezza mai vista. Lungo normalmente, ma con l’asta molto più larga del glande e sotto due grossi testicoli .
La sua vista mi mandò in tilt.
Cosa volete vi dica? La mia passera era zuppa d’umori, non capivo più nulla.
Mi tolse la camicia, il reggiseno, la gonna, le scarpe e le calze ed infine gli slip senza che facessi nulla per impedirlo e poi caddero le mie convinzioni.
Sentii che mi diceva: adesso ti faccio vedere il ragazzo
Altro che coccole, altro che petting, altro che sesso preparatorio. Aprì le mie gambe e sentii il glande appoggiarsi tra le grandi labbra, penetrare e poi provai una sensazione acuta quasi dolorosa
Chi ha partorito può capire cosa provai. Sentii un dolore similare al parto , solo che quello era solo dolore, questo si mischiava ad una sensazione di incredibile piacere. Questo riferimento mi fece ricordare che ero nel periodo pericoloso e glielo dissi o non glielo dissi oppure pensai d’averlo detto.
Durante il parto della seconda figlia il ginecologo vedendo la mia sofferenza faticando lei ad uscire mi fece un taglietto alla vagina per allargarla e favorire l’uscita del la nascitura, l’operazione si chiama episotomia, quando finalmente la bimba uscì quel dolore diventò sollievo e piacere. Ecco provai la stesa cosa alla rovescia. Spinse il glande per entrare e quando quella enorme asta iniziò ad addentrarsi nella vagina la sentii lallargarsi e aderire perfettamente al tronco. Le sue pareti e le zone erogene vennero sollecitate come mai ed ebbi un subitaneo primo orgasmo; non mi era mai successa una cosa del genere.
“Ribaltata” da quella situazione , avevo allargato il più possibile le gambe mettendole intorno al suo corpo e mugolavo di piacere con la bocca spalancata. Avvicinò la bocca alla mia e mi catturò la lingua succhiandola voracemente . In bocca sentivo dolore, in basso impazzivo di piacere .
Quel pene enorme e la sua bocca mi toglievano il respiro e potevo respirare solo con il naso. Ogni volta che il cazzo si muoveva in me era come se sentissi centinaia di spilli pungermi dandomi sensazioni incredibili.
Continuò a muoversi ed io venni ancora, non ero mai stata pluri orgasmica, ma quel cazzo mi stava facendo provare cosa significasse.
Affondava e si ritraeva ed io quasi piangevo dal piacere.
Enzo staccò la bocca dalla mia mi disse: allora ti piace il ragazzo?
Non connettevo: si , si e mi sentivo piena di lui.
Da quel momento iniziai ad avere le prove che quel bravo ragazzo non fosse proprio bravo come pensassi.
Disse: sei la mia cagna ?
Invece di sorprendermi o incazzarmi per questo modo di rivolgersi a me ; persa com’ero dissi: si ,si
E lui continuò in questo solco : allora ti scopo come una cagna. Lo sentii uscire dalla vagina e quella sensazione di vuoto mi fece quasi sentire male. La sua muscolatura gli permise di girarmi prona a pecora in pochi attimi e lo sentii di nuovo dentro in questa animalesca posizione. Ero felice.
Le sue lunghe braccia arrivarono senza difficoltà alle mie tette e le dita catturarono i capezzoli.
Li strinse che gridai dal dolore- Lui : zitta sei la mia cagna.
Il dolore che provocavano le dita stringendo i capezzoli venivano contrastati dal piacere del suo cazzo in vagina e questo mix di piacere e dolore mi accompagnò ad un nuovo “violento” orgasmo.
Ma sentivo piacere ed il mio cervello continuava ad essere in bambagia.
Mi chiese ancora mentre il suo cazzo continuava darmi un piacere infinito : sei la mia cagna?
Gli risposi come prima: si sono la tua cagna
E quasi notai ironia nella sua voce che diceva : allora ti faccio fare una cucciolata.
Non pensai nemmeno a cosa si riferisse perché sentii il suo cazzo ingrossarsi in me e la vagina allargarsi come a rompersi poi le sue contrazioni ed infine una lava invadermi.
Godetti come una cagna senza pensare che potessi rimanere incinta; ebbi un altro orgasmo e mi ripresi solo quando sentii una sorta di flop, era il cazzo che abbandonava la mia vagina.
Ero stravolta a pancia all’aria, non riuscivo a respirare. Sentii il suo corpo su me la sua lingua forzarmi le labbra impossessandosi della mia bocca. Lo baciai con passione. Ero sua.
Tutte le mie convinzioni su come doveva essere fatto sesso erano andate a rotoli
Limonavamo e sentivo il suo pacco strusciarmi tra le gambe e lo sentii crescere e ritornare duro.
Lo sentii mormorare tra le labbra: adesso cagnetta ti faccio il tuo bel culetto.
Dissi: no, mi distruggi ,mi rompi tutta , ma lui mi fece ruotare; ero succube della sua forza e virilità .
Stava diventando pian piano il mio padrone dandomi quel piacere sessuale, a me sconosciuto, che era nascosto in un angolo del mio cervello .Sentii le sue dita armeggiare sul mio buchetto e qualcosa appoggiarsi, scoprii dopo che mi aveva lubrificato il passaggio con un gel, poi disse: ecco cagnetta sei pronta a farti inculare. Lo sai che il tuo culo è una favola e adesso…Lo sentii entrare e divaricare l’ano, sembrava una supposta gigante, e mi sentivo allargare, ma era un sensazione sopportabile. Facevo, come avevo imparato le prime volte con mio marito, dei profondi respiri per rilassarmi e rilassare il corpo per favorire quell’ingombrante ingresso. Lo sentivo entrare un pò e poi ritrarsi come per abituare il passaggio conquistando spazio un pò alla volta.
Il sesso anale non era per me sconosciuto lo facevo con mio marito ogni tanto nei periodi pericolosi ed ero abituata a sopportare quel dolore che comportava l’atto. La dotazione di Enzo era però superiore e quel palo che entrava era molto più fastidioso, ma riuscivo, anche se con difficoltà, ad assorbirlo.
Quando il cazzo di Enzo cominciò a muoversi più agevolmente nella parte iniziale del retto iniziai a sentire quel piacere atipico; un dolore leggero unito ad un piacere psicologico per la perversa sottomissione al maschio. Come da insegnamenti avuti intanto avevo preso a masturbarmi e la mia clitoride rispondeva con piacere alle sollecitazioni delle dita
Enzo mi chiese: come va? Dissi: un po’ di dolore ,ma va.
Mi rispose: allora passiamo alla fase due:
lo tolse dal mio culo , mi fece scendere dal letto e lui si sedette sul bordo del letto. Vidi il suo mostruoso cazzo che svettava.
Mi disse : adesso che la prima parte è aperta lascio continuare a te. Ti siedi e lo prendi con il tempo che vuoi, così non sentirai male.
Dissi: devo sedermi io? E come?
Lui: come preferisci
Guardai ancora il suo palo, era davvero inquietante ed ero dubbiosa e preoccupata sul fatto che riuscissi a riceverlo tutto nel culo.
Mi misi di schiena e da lui sostenuta per i fianchi mi calai ; aiutandomi con la mano puntai il suo glande sull’ano e poi feci come per sedermi. Scesi lentamente, sentii il glande scivolare dentro facilmente per un pezzo poi sentii la resistenza della parte ancora inesplorata e si manifestò il primo dolore ,anche se lubrificato il passaggio faceva resistenza
Enzo intanto aveva spostato le mani sotto alle tette e sembrava che in quel modo mi sostenesse.
Lo sentivo nell’orecchio che mi spingeva a seguire la mia opera di auto impalamento: dai scendi, lasciati andare mi diceva
Mi feci coraggio scesi di più e lo sentii entrare di più; adesso era un dolore pesante e stringevo i denti per non gridare, ma la strada era tracciata e mi lasciai cadere del tutto. Fu una penetrazione unica , dolorosissima, ma il cazzo adesso occupava tutto il retto. Io ero immobile, sentivo quella dolorosa presenza e respiravo con frequenze lunghe cercando di cancellare il dolore che provavo. Per esperienza sapevo che dovevo attendere che il culo si assuefacesse alla nuova presenza, dopo sarebbe andata meglio.
Passarono dei lunghissimi secondi prima che il dolore si chetasse ed allora lentamente mi risollevai senza farlo uscire e poi mi risiedetti e feci questi movimenti un pò di volte finche sentii che il palo si muoveva bene in me e che il dolore era diventato una sorta di piacere. Mi sedetti a fine corsa godendo del fatto che fosse tutto dentro. Enzo mi disse: hai visto cagnetta che ce l’hai fatta. Dava spinte con il bacino verso l’alto facendomi sussultare. Mi disse: muovilo vai su e giù e muovilo anche in tondo. Parlava del mio culo.
Feci quanto mi aveva chiesto e quando una sua mano si dedicò alla mia clitoride ricavai solo piacere da quell’atto impuro che sino a quel momento avevo dedicato solo a mio marito.
Più il piacere aumentava più aumentava il ritmo con cui mi impalavo. Godevo nel ruotare il culo sentendo quel palo “sbucciarmi” le pareti del retto che si era abituato alla sua presenza e pur soffrendo godeva dei suoi movimenti. Ero sorpresa di essere riuscita a prenderlo tutto e mi mossi più velocemente per il mio piacere e quello di Enzo e iniziai a dichiarare il mio piacere : si, si, mi piace. Sentii lui che mi diceva: cagnetta ti ho rotto il culo; ma non mi interessava. Godevo di un malsano piacere e venni . Fu un orgasmo soprattutto clitorideo, ma venni e venne anche lui riempiendomi il retto di sperma. Terminata l’inculata mi appoggiai con la schiena al suo petto
Rimanemmo cosi per un po’ poi fu lui che gentilmente mi fece sollevare. Mi sentii svuotare di qualcosa e non riuscivo a tirarmi dritta. Mi sentivo “rotta”. Provai a camminare, ma facevo una grande fatica . Come si dice: mi aveva davvero rotto il culo tanto mi sentivo aperta. Arrivai a tentoni in bagno dove mi sedetti sul bidet. Mi pulii e rinfrescai le parti intime e solo dopo aver fatto scorrere l’ acqua fresca per lungo tempo sulla vagina e sull’ano mi asciugai raggiungendo Enzo che si era già rivestito.
Mi rivestii , facevo fatica a deambulare e mi sentivo a pezzi fisicamente, sentivo un pesante dolore al basso della schiena. Però confessai a me stessa che: si ero stravolta ma ero anche appagata dall’esperienza avuta. Lui sorrideva e carezzandomi il viso : è stato bello. Non dissi la mia a voce , ma il mio viso diceva altrettanto.
Ero pronta per tornare a casa. Visivamente ero inappuntabile e in ordine , pensare che pochi minuti prima avevo fatto indigestione di un maestoso cazzo diventando una moglie infedele era difficile.
Mi accompagnò a casa lasciandomi con un leggero bacio sulle labbra e un : domani ti chiamo. Entrai in casa sapendo che mio marito doveva ancora arrivare, passava lui dai nonni a prendere le bambine . Sentivo addosso l’odore del sesso ed adesso mi vergognavo do cosa avevo fatto. Mi infilai sotto la doccia dove mi strofinai con la spugna a fondo facendo un gran uso del sapone. Poi mi rivestii da “casa”. Avevo dolori al basso ventre, al culo e alle tette.
Poco dopo mi giunse un wats up era lui che diceva guarda, c’era una immagine. Come aveva fatto.? Era una foto, fatta di sicuro con il cellulare, dove si vedeva una parte il suo cazzo che con me alla pecorina era in figa. La parte del cazzo a vista faceva capire quanto fosse aperta la mia vagina
La notte non feci altro che ripensare a come mi aveva scopata ed inculata e a quanto avessi goduto.
Mio marito? In quei momenti era l’ultimo dei miei pensieri, avevo messo in stand by l’amore per lui e la mia famiglia.
Il giorno dopo Enzo mi chiamò mentre ero in ufficio. Mi disse : ci vediamo alle 17.30 solito posto, ti voglio senza mutandine e riattaccò
Ne fui sorpresa, ma come una malata senza cervello prima di uscire dal lavoro andai in bagno e mi tolsi collant e mutandine. Ero tornata ad essere la ragazzina vogliosa degli ultimi anni di liceo ai miei primi grandi innamoramenti.
Lo raggiunsi puntuale, lui mi diede un bacetto di benvenuto e partì subito raggiungendo una via defilata in cui parcheggiò. Mentre limonavo con quello che era diventato per la mia psiche il mio ragazzo riscontrai che in quella via decentrata ogni tanto passavano delle auto mentre i pedoni erano quasi assenti.
Non feci resistenza quando la sua mano si infilò sotto la gonna arrivando alla passerina . Lo volevo. Mi disse : brava te le sei tolte e prese a masturbarmi penetrandomi con le dita. Smaniavo , mi sentivo la figa bollente e avrei voluto più delle sue dita .
Era bravo e riuscì a farmi godere in quel modo.
Poi disse in modo esplicito: fammi un pompino e con la mano sul collo mi invitò a piegare il capo sul suo pacco. L’idea di rivedere e riprendere quel cazzo mi fece quasi venire nuovamente. Gli slacciai cintura e pantaloni e lo aiutai a farli cadere con gli slip alle ginocchia poi..
Non avevo ormai alcun controllo su di me , dimenticai mio marito, la mia famiglia, la mia età e il mio Io. Ora c’era solo il suo cazzo, il resto non contava.
Lo presi in mano era cosi largo che la mia mano non riusciva a cingerlo completamente, . Di pompini ne avevo fatti tanti, ma mai a un cazzo così. La mia lingua al contatto dell’ umido glande trasmise un messaggio al mio cervello che mi provocò un piacere quasi fisico.
Misi in atto la mia arte di pompinara appresa nel corso dei numerosi pompini fatti a “temporanei” compagni che avevano sempre apprezzato questa mia capacità.
Leccavo dall’alto a scendere per poi risalire e ridiscendere. Mi interrompevo per succhiare con delicati risucchi il tronco poi riprendevo a leccare . Risalivo al glande che succhiavo e risucchiavo mentre con la mano lo segavo alla base.
Con Enzo era più difficile. Il glande riuscivo a prenderlo in bocca mentre non riuscivo a prendere il resto e anche la sega, non potendo cingere tutto il cazzo ,era parziale, ma era tuttavia una piacevole sensazione per lui ed anche per me Non tralasciavo mai i testicoli e mai soprattutto avrei tralasciato quelli di Enzo; pensai fossero grossi come quelli di un toro e immaginai il loro contenuto li accarezzai stringendoli delicatamente con l’idea di sentirne lo sperma all’interno.
Utilizzai quello che era il colpo di grazia per i miei partners: leccando il glande facevo colare la mia saliva che scendeva sul tronco del cazzo fino alle palle.
Quello era il momento top. Succhiavo ed aspiravo la cappella mentre con la mano , favorita dalla saliva, segavo velocemente; con Enzo viste le dimensioni feci una variante , con una mano lo segai con l’ altra gli massaggiai le palle come per spingergli lo sperma verso l’alto
Lo sentii irrigidirsi, si stava ingrossando, pochi risucchi ancora e lui incapace di resistere all’orgasmo imminente poggia le mani sul mio capo come per obbligarmi a tenere il cazzo in bocca e bere tutto il suo sperma, non sa che non c’è ne bisogno.
Mi piace lo sperma, mi piace berlo
Ecco, sta venendo , pochi attimi e sento il suo sperma invadermi la bocca. Serro le labbra intorno la cappella e continuo a succhiare; non voglio perderne una stilla. Continuo sino a che mi accorgo che non esce più nulla dal meato e che in bocca ho solo la sua cappella. Non c’è nemmeno un piccolo residuo di sperma; è tutto nel mio stomaco.
Non ci crederete: ho goduto anch’io.
Sollevai il capo, era un po’ affannata, ma mi sentivo soddisfatta. Gentile mi passò un fazzoletto di carta per pulirmi le labbra.
Sorrideva : sei stata fantastica, nessuna mi aveva mai fatto un pompino così.
Sempre sorridendo disse: immagino che adesso hai voglia del mio cazzo nella fighetta?
Attese sino a che quasi tremando non dissi : si.
Mi “pugnalò” con la risposta : mi spiace , vorrei ma qui non posso. Sono troppo alto per farlo in auto e poi qui ci potrebbero vedere ,lo faccio per te Poi come nulla fosse mi dice organizzati per avere il pomeriggio libero martedì. lunedì ho un impegno con la squadra e non posso vederti.
Io dissi: ma non posso, sono al lavoro.
Lui: trova una scusa, inventati quello che vuoi. Voglio far l’amore bene con te e il posto migliore è l ‘appartamento del mio amico e metti sotto qualcosa di sfizioso solo per me. Si rivelava che fosse anche un maiale, ma la sua richiesta mi portò indietro nel tempo facendomi gioire ; ero giovane quando con lo scopo di “abbattere” il mio spasimante indossavo dell’intimo da urloEro basita dalle sue richieste , ma sentivo la vagina ardere di voglia
Calai il viso e non parlai avevo ceduto.
Dentro ero malinconica, ma stupida che ero non ero incazzata per come mi aveva trattata, anzi riconoscevo che non aveva tutti i torti. Stupida infatuata che ero.
Mi riaccompagnò a casa tenendomi una mano sotto la gonna con le dita a contatto della passera.
Sentivo che continuavo a “bagnarmi vogliosa” , ma lui sembrava concentrato sulla guida visto che usava una sola mano per guidare.
Mi disse che in quel weekend sarebbe andato con la squadra in pulman per una partita in un’altra città e sarebbero rientrati lunedì ecco perché fino a martedì non ci saremmo visti.
Non appena in casa andai in bagno e seduta sul water mi feci un ditalino sognando il suo cazzo. Ripensai alla sua richiesta di intimo hot, si rivelava che fosse anche un maiale, ma la sua richiesta mi portò indietro nel tempo ; ero giovane quando con lo scopo di “abbattere” il mio spasimante indossavo dell’intimo da urlo.
Tornare con la mente a quell’epoca mi fece infiammare la vagina che sentivo avesse una incredibile voglia di cazzo.
In cuor mio avevo già deciso che avrei esaudito il suo desiderio e sapevo già cosa mettere.
Sabato verso l’ora di pranzo guardai il mio cell c’erano diversi wats up , uno era il suo . C’era una foto fatta in pulman con i compagni di squadra ed era accompagnata da un cuoricino. Sentii gioia in me.
La sera tardi come d’abitudine guardai il cell prima di andare a dormire. Sorpresa c’era una foto pericolosissima, fortuna che mio marito non guarda ma il mio cell come io non guardo il suo e che non ho attivato le notifiche. Nella foto c’era il suo cazzo irto e circondato dalla sua mano.
Sotto c’è scritto : ti vuole e un cuoricino. Sentii le fitte alla vagina.
Quella notte non scopai con mio marito, mi era venuta una grande voglia ma lui stanco si era già addormentato; mi feci un silenzioso ditalino con la mente rivolta a Enzo e al suo corpo.
Domenica sera mi giunse un altro messaggio: abbiamo vinto , non vedo l’ora di incontrarti.
Quella sera feci sesso con mio marito,ma la mente era altrove.
Lunedì Enzo non mi telefonò, ma mi mandò una foto della squadra in pulman, stavano rientrando, con scritto: a domani, non vedo l’ora, sai cosa metterti e due cuoricini come sfondo.
In ufficio dissi che martedì pomeriggio avevo una visita medica di controllo e la stessa cosa dissi a mio marito nel rischio cercasse di contattarmi in ufficio. Mi chiese se avessi qualcosa di particolare e gli dissi che andavo a fare il pap test e facendolo in una struttura pubblica non sapevo quanto ci avrei messo; comunque nel caso avesse bisogno avevo il cell con me. Fu la prima grande bugia che dissi a Mario.
Il pomeriggio del martedì Enzo mi dimostrò che non era per nulla un bravo ragazzo.
Al mattino in bagno per non farmi vedere da mio marito avevo messo l’intimo che voleva lui. Sapevo dove avevo nel cassetto il mio intimo più hot, l’ultimo volta che avevo messo un reggicalze era stato oltre 10 anni prima per un capodanno. Al reggicalze nero aggiunsi un reggiseno straforato nere, degli slip orlati sempre neri e delle calze nero fumo. Preparai e nascosi il tutto per indossarlo il martedì mattina quando “nascosta” come una ladra li indossai. In un sacchetto avevo messo le scarpe con un tacco alto. Perché nessuno se ne avvedesse avevo messo una gonna in po’ più lunga che però mi fasciava il culo in modo divino che mi dava una fascino femminile ancor più accentuato . All’uscita d’ufficio mi sono fermata in un posto defilato per cambiare le scarpe che indossavo con quelle con il tacco più alto.
In quelle poche centinaia di metri percorsi per raggiungere Enzo all’auto più uomini mi guardarono ammirati; mi sentii eccitata ancor più.
Non appena entrai nell’auto vidi che non era affatto un bravo ragazzo, ma quasi me lo aspettavo. Nella mia incoscienza pensai che avesse per me lo stesso desiderio che avevo per lui.
Avevo passato le ore con la vagina fradicia di umori al pensiero del tempo che avrei trascorso nel letto con lui.
Entrai e ci demmo un veloce bacio e sorpresona mi accorsi che aveva il cazzo fuori dal pantalone , già in tiro, che sembrava mi aspettasse .
Mi sollevò leggermente la gonna vedendo l’attacco del reggicalze e mi disse: fantastica.
Mi fece un sorriso: ha voglia di te e si avviò. Mentre guidava portò la mia mano a cingere il cazzo . Avevo il suo uccello in mano e lo segavo lentamente mentre guidava verso la nostra alcova.
Guardando la strada avanti mi disse : cagnetta puoi fare qualcosa di più; non ebbi bisogno d’altri suggerimenti mi chinai sul suo uccello e cominciai a giocarci con bocca e lingua. Lo leccavo come fosse un buon gelato e di tanto in tanto lo guardavo per vedere che effetto gli faceva . Aveva il viso tirato ,concentrato alla guida, nel timore di perdere il controllo del mezzo. Era una guerra per me; lo volevo stravolgere, volevo portarlo al limite senza farlo venire. Nella mia “malata” mente il suo seme doveva entrare tutto dentro me a rinfrescare la mia infiammata vagina.
Più di una volta lo portai al limite fermandomi un attimo prima lasciandolo teso e insoddisfatto: eravamo quasi arrivati e sollevai il capo , mi guardò e disse : te la faccio pagare; non sapevo quanto avrei pagato.

Non appena entrati nell’appartamento andammo in camera da letto. Si buttò a pesce sul letto dicendomi: fatti vedere.
Sapevo cosa volesse e cosa si aspettava da me. L’essere” più grande” mi permetteva di capire le sue intenzioni .
Con un “vecchio” ragazzo avevo già fatto quel gioco , ma allora ero giovane ed incosciente adesso ero adulta e moglie di un altro, ma tra noi c’era una tensione sessuale che mi avrebbe fatto fare qualsiasi cosa.
Mi comportai come una modella porno e mi sono messa dove potesse vedermi bene.
Mi tolsi con i giusti tempi la giacchetta ed a seguire gonna, che fece scivolare ai piedi, poi apri e tolsi la camicetta e su suo silenzio invito anche il reggiseno e poi le mutandine che avevo indossato sul reggicalze . No sapevo se continuare a togliermi gli ultimi intimi ; mi disse: basta così. Mentre mi spogliavo lui aveva estratto il cazzo dalla patta e si stava masturbando “seguendo “ le mie movenze
Rimasi con reggicalze e calze.
Mi fece girare bene verso lui per vedere bene la figa incorniciata dal reggicalze.
Disse: sei stupenda e il tuo culo è fantastico.
Come una cagnetta in calore scodinzolai. Mi sentivo sexi e porca.
Si sedette sul bordo del letto e mi fece avvicinare, allungò una mano per carezzarmi tra le cosce. Disse: hai un morbido pelo e mi inserì un dito in figa. Mi fuggì un gemito di piacere pregustando il seguito, ma lui estrasse il dito dicendomi: cagnetta sei fradicia, ma quanto voglia hai?
Poi avvicino la testa alle mie tette che pendevano libere: ne prese una per mano dicendo sono bellissime, voglio fare come han fatto i tuoi figli.
Prese a poppare prima l’una e poi l’ altra attaccandosi ai capezzoli; era vorace sino a farmi male. Succhiava, tirava e mordeva , ma da buon bastardo mentre poppava mi aveva infilato le dita in figa scopandomi in quel modo. Avevo allargato le gambe per mantenere l’equilibrio e come con le mie figlie tenevo le mani sulla sua testa quasi per poter gestire, senza riuscirvi, il ritmo delle poppate.
Si staccò lasciando i capezzoli turgidi e doloranti e si alzò al mio fianco. Disse: spogliami .Ero in calore e come una cagna ubbidiente gli tolsi la camicia, poi le scarpe e mi piegai per calargli insieme pantaloni e slip. Mi trovai il suo cazzo all’ altezza del viso e le sue mani mi spinsero contro esso e ripresi quello che avevo interrotto in auto.
Mi disse brava; se fossi più grande potrei forse innamorarmi di te. Non lo percepii come un segnale di allarme, ma come un complimento.
Mi fece staccare dal suo uccello e stendere sul letto a gambe aperte chiedendo di masturbarmi. Avrei fatto tutto per lui , ma non volevo raggiungere l’orgasmo così, volevo il suo cazzo.
Mi sorprese vedere che con il cell mi stava facendo delle foto in quella posizione e tenuta osè, ma anticipò le mie proteste: sono per me, le cancelliamo prima di andare anzi e mise il cell sul mobile a fianco. Gli chiesi cosa fai? Riprendo il nostro amore poi lo vediamo insieme e cancelliamo tutto; lo disse con una sincerità tale che gli credetti . Non ne potevo più lo desideravo.
Pochi secondi dopo era su me e il suo palo era dentro me . Per quasi un ora , lo scoprii dopo, mi scopò figa e culo come sapeva fare lui e avevo sognato in quei giorni ed infine proprio come avevo desiderato il suo sperma rinfrescò la mia infiammata vagina. Il canale anale me lo rinfrescai in bagno sul bidet da sola.
Durante il sesso ero arrivata a contare tre orgasmi poi avevo perso il conto.
Ero tornata sul letto ed ero abbracciata a lui. Ci coccolavamo in modo erotico;, sapevamo che tra non molto avremmo ricominciato e lo stavo segando lentamente mentre limonavamo quando trillo il campanello d’ingresso. Nel mio sguardo la domanda: chi è?
Suonarono ancora. Disse: vado a vedere e si mise la camicia ed i pantaloni.
Io ero in attesa nuda sul letto. Sentii parlare a bassa voce poi improvvisamente sulla soglia della camera vidi Enzo con due ragazzi che riconobbi immediatamente. Erano due della sua squadra: Giulio e Paolo.
Entrarono portandosi vicino al letto.
Paolo ,con voce tranquilla, mi disse: ciao Mirella come va? Io non sapevo cosa fare o dire; ero paralizzata dallo shock.
Lui rivolgendosi agli altri: avevi ragione tra tutte è la figa più bella.
Mi accorsi che Giulio mi stava riprendendo con il cell. Feci per alzarmi, ma Enzo mi bloccò sedendosi al mio fianco.
Calma Mirella sono nostri amici ,non preoccuparti; sono belli e sani. Noi della squadra ci dividiamo tutto e tutte, ciò mi fece comprendere le loro intenzioni
Dissi: me ne vado. Giulio: non puoi se non vuoi che tutti sappiano e mostrò il cell in funzione.
La mano di Enzo mi fece ricadere sul letto.
Dai, sono amici , stiamo insieme un po’ nessuno saprà mai niente lo giuriamo, vero ragazzi?. Gli altri all’unisono , ma sorridevano: giuriamo. Enzo continuò : poi diamo a te i cell per cancellare tutto.
Intanto che Enzo parlava come in una moviola li vidi spogliarsi mostrandosi nudi già eccitati per l’idea di quello che avrebbero fatto.
Enzo carezzandomi le spalle : dai fagli vedere come ti apri la passera per me. Come un automa portai le dita alla passera e la aprii passandoci un dito tra grandi labbra.
Enzo si alzò dal letto. Ragazzi fate voi, mi raccomando ,io vi guardo un pò.
Non so cosa mi accadde, mi andò il cervello in tilt ero in uno stato catatonico all’dea di quello che sarebbe successo. Paolo e Giulio salirono sul letto e si attaccarono a me, vidi Enzo seduto alla fine del letto con quello che era un finto sorriso , un sogghigno. Bastardo pensai mi aveva imbrogliato per bene.
Mi presero in coppia. Sembrava una scena da film porno. Nudi si appoggiarono su me e mentre uno mi ciucciava le tette l’altro era in mezzo alle mie gambe che mi leccava la figa. Non capivo se il mio corpo sentisse o meno le loro sollecitazioni. Giocarono a lungo con le mie parti intime e poi mi fecero mettere alla pecorina. Non avevo mai fatto sesso con due persone e nemmeno mai ci avevo pensato e fu stranissimo quello che provai. Sentii il cazzo di Paolo penetrarmi da dietro in vagina e mi trovai quello di Giulio spingere contro la bocca per entrare. Aprii la bocca ed il cazzo entrò. Contemporaneamente mi scoparono bocca e figa.
Le loro mani di Giulio tenevano le tette e le palpavano mentre Paolo mi palpò il culo per un po’ poi infilo prima un dito poi due nell’ano.
Dovevano aver già fatto esperienze del genere perché senza dirsi nulla Giulio lascio libere le tette che vennero prese da Paolo e lui tolse il cazzo dalla bocca sostituendola con la sua bocca costringendomi a limonare con lui.
Poi si stese e Paolo mi lasciò libera, mi fece sedere su Giulio e prendere il cazzo in figa mentre lui forzò il mio ano col cazzo per mettermelo in culo. Sentii un po’ di male, sia per la mancanza di lubrificazione sia perché la penetrazione anale all’inizio mi dava sempre u po’ di dolore, comunque il suo pene non era largo come quello di Enzo e non sentii molto male; l’aveva però più lungo e quando spingeva in fondo qualche fastidio me lo dava.
Giulio mi volle baciare in bocca e mi fece piegare su lui, limonavamo mentre lui mi scopava e Paolo mi inculava. Dopo un po’ di quello” scopare fecero cambio posto”, che ambedue potessero dire di avermi scopato figa e culo, e Paolo si comportò nello stesso modo di Giulio. Riscontrai che il cazzo di Giulio fosse normale perché sentii solo un attimo di dolore quando il suo glande superò l’anello anale e poi null’altro mentre il cazzo di Paolo mi diede qualche fastidio ogni volte che penetrava in fondo andando a toccarmi la cervice, ma era un attimo e poi , un sussulto, un lamento e il dolore passava.
Non so quanto durò la loro “scopata”, non penso molto. Giulio disse a Paolo: insieme? L’altro : ci sono.
Intervenne Enzo : aspettate un attimo e si portò al mio fianco mettendomi il cazzo in bocca. Poi disse: adesso potete.
Adesso potevo dire di aver fatto sesso in quattro
Diedero gli ultimi colpi e mi riempirono figa e culo del loro seme con il loro orgasmo. Io non avevo goduto nulla e anche Enzo si era limitato a tenermelo in bocca. Enzo tornò a sedersi dove era prima mentre gli altri due si staccarono da me per ripresentarsi con i cazzi mosci davanti alla mia bocca. Paolo: fai questo ed abbiamo finiti. Era chiaro cosa volessero: mentre segavo l’uno facevo un pompino all’ altro e poi cambiavo il cazzo.
Paolo si rivolse a Enzo che filmava e guardava: avevi ragione , tra tutte è la più figa e quella con cui si scopa meglio ed anche il suo pompino è da cento e lode.
Mi impegnai per farli finire in fretta e portai prima Paolo a terminare il pompino nella mia bocca ingoiando il suo seme; stavo raggiungendo lo stesso risultato con Giulio. Sentivo il suo cazzo ingrossarsi prossimo a venire che me lo sottrasse mi spinse indietro e mi trovai sul letto a pancia in su , fece appena in tempo a mettermelo in figa che venne ; diede altre spinte per svuotarsi completamente. Sollevandosi mi disse: scusami anche io volevo venirti dentro così, perchè sei una grande figa e avrò sempre questo ricordo. A modo suo era un romantico.
Io però quel giorno sapevo di essere stata inseminata da tre diversi uomini.
Era finita. Si alzarono e si rivestirono senza nemmeno “passare” per il bagno
Racconto questi eventi sforzandomi di raccontare cosa fosse avvenuto e in che sequenza perché allora facevo ma non connettevo.
Sapevo solo che ero stato oggetto di sesso con tre uomini.
Giulio prese il cell dalle mani di Enzo e me lo diede dicendo : le promesse si mantengono. Cancellai la registrazione e glielo riconsegnai.
Poi i due mi salutarono educatamente, sembrava non fosse successo nulla di particolare. Giulio disse: se può farti piacere ti dico che è statala scopata più bella che abbia mai fatto; pensai : lo dicono a tutte dopo aver fatto i loro porci comodi.
Ciao Mirella dissero ed andarono.
Rimasi solo con Enzo. Il mio sguardo doveva parlare per me.
Lui: mi spiace, non potevo impedire la cosa sono le regole del gruppo , ma adesso mi faccio perdonare e mi “saltò “ addosso facendomi cadere di schiena sul letto. In un attimo il suo cazzo era nella mia figa e sentii quello che non avevo sentito con gli altri. Dopo poco stavo avendo un orgasmo e quando giratami me lo mise nel culo ebbi , aiutata dalle dita, un altro orgasmo.
Poi mi prese alla pecorina o come dice lui come una cagna e mi scopò in figa sino a riempirmi del suo sperma.
Poi crollammo sfiniti in quel momento non pensavo più a cosa fosse successo poco prima e quando mi mise il cazzo sotto la bocca lo presi con piacere sino a farlo diventare duro che potesse scoparmi ancora.
Mi disse: te lo metto nel culo, sarò un pò duro ma poi ti faccio godere, lo sai per un po’ non potremo vederci e voglio evitare che l’ano si chiuda del tutto poi dovremmo ricominciare tutto da capo Non capii cosa volesse dire , solo dopo compresi. Mi entrò nel culo da dietro facendomi stare prona, le braccia lungo i fianchi .
Il suo ingresso fu più doloroso rispetto gli altri due , ma sapevo già che sarebbe stato così.
Spinse subito a fondo ,sentii un dolore forte. Enzo era trasformato , lo sentivo cattivo , forse parlava a se stesso, quando udii che diceva : ti ridò a tuo marito divisa in due
Mi teneva schiacciata sul letto e spingeva forte; ad ogni spinta mi veniva da urlare ma avevo la bocca affondata nel materasso e ciò smorzava le mie grida, per fortuna altrimenti ci avrebbe sentito tutto il palazzo.
Sentivo il canale che mi bruciava ed un dolore intenso. Entrava ed usciva e a differenza delle altre volte lo estraeva del tutto dall’ano aspettava un attimo come attendesse che si richiudesse per poi rientrare ed aprirlo con violenza e poi sentivo come se rimestasse il cazzo dentro il culo come quando con la paletta fai girare la pasta nella pentola . Dopo i primi minuti il dolore era quasi scemato e sentivo come una sorta di massaggio dall’ano al canale anale.
E’ stato quasi mezzora a sbattermelo e lavorarmi il culo, non si fermava mai e continuava sempre allo stesso modo .
Solo quando si è reso conto che l’ano era completamente aperto e non accennava a richiudersi smise .Questo lo seppi perché lo disse lui: adesso non si chiude più ,per un mese sei a posto. Estrasse per l’ultimo volta il cazzo dal culo e lo spostò in basso
Il sentirlo in figa mi fece dimenticare il dolore provato sino a quel momento ; mi scopò a lungo dolcemente come piaceva a me . Mi accarezzava e mi baciava come fossimo due innamorati ebbi altri due orgasmi e d un terzo lo ebbi con il suo di orgasmo. Mi portò a godere contemporaneamente a lui dicendomi : voglio venire con te . Fu la sua ultima dose di sperma nella mia vagina.
Il nostro incontro di sesso in quella casa per quel pomeriggio era terminato.
Avevo sofferto di testa ma goduto, grazie a lui, molto di corpo
Lui andò in bagno prima di me e quando tornò ero ancora sul letto e mi consegnò il suo di cellulare. C’erano due video e volli vedere velocemente “saltando” cosa ci fosse ripreso.
Si vedeva bene come venivo chiavata ed inculata dai due e non so come avesse fatto era stata ripresa la scena in cui ero oggetto di tre cazzi. Poca gioia e sensualità in quelle scene era un crudo porno. Cancellai tutto.
Mi alzai e andai in bagno dove mi lavai e mi tolsi il reggicalze e le calze che avevo tenuto su per quel maledetto pomeriggio. Lasciai tutto per terra non volevo indossarli più..
Mi lavai a fondo la vagina da tutti i residui di sperma ancora presenti e poi mi lavai “ il culo” e qui feci la brutta scoperta che con quella pazzesca, dolorosa, inculata mi aveva provocato qualche lesione perché avevo la mano “sporca “ di sangue, per fortuna non c’erano più perdite di sangue. Mi sciacquai con attenzione .Mi toccai l’ano, avevo l’impressione di avere una voragine. Effettivamente al tatto mi sembrava che l’ano fosse aperto e non più chiuso come prima
Dopo il piacere mi era tornato un male pazzesco al culo.
Faticavo a camminare dritta, ma con orgoglio non dissi nulla e tornai da Enzo.
Tornai di là e mi rivestii senza mettere quell’intimo, volevo dimenticare. Sotto la gonna e la camicetta non avevo nulla.
Poi uscimmo lui ed io; in auto rimanemmo in un silenzio continuo fino vicino casa mia dove si fermò in un parcheggio defilato.
Mi disse: sei incazzata, lo so. Poi passa pensa che hai fatto una nuova esperienza . Mi dicevi che ero un ragazzo e che potevo darti poco, ti ho dimostrato il contrario ; ah e non preoccuparti , se per caso succedesse qualcosa, non disse cosa, ma lo sospettai, nessuno di noi parlerà di questo giorno e nessuno saprà nulla.
Mi prese il capo tra le mani “costringendomi” a baciarlo in realtà non mi aveva costretto perché lo accettai e lo baciai anch’ io. Poi mi disse: me lo saluti come solo tu sai fare, domani parto, e mi fece una carezza sul viso; mi piego la testa verso il cazzo che era già fuori. Aveva ragione bastarono quelle poche parole e quella carezza e gli fece un pompino dei miei; l’ultimo ma lui non lo sapeva e non lo sapevo nemmeno io. Sapevo di già che sarebbe partito il giorno dopo per una tournee con la squadra che doveva durare una decina di giorni e che poi invece si prolungò per quasi un mese ; ogni giorno mi teneva aggiornata via wats up di quello che aveva fatto quel giorno . Mi mandava un paio di wats up al giorno a cui non ho mai risposto, ma lui insisteva a scrivermi.
Dopo l ‘ultimo pompino scesi dall’auto e mi avviai verso casa. Rivedevo mentalmente quel pomeriggio e decisi di interrompere la relazione con Enzo.
Quel fine settimana feci l’amore con mio marito. Ero ancora sotto l’influsso del cazzo di Enzo e dovetti fingere il mio piacere e quando mio marito mi chiese se fosse un periodo pericoloso gli dissi di no esortandolo indirettamente a venirmi dentro. Una settimana dopo doveva arrivarmi il ciclo; non mi arrivò . Mi preoccupai , era sempre puntualissimo. Aspettai il giusto tempo per fare le classiche prove per verificare la maternità : ero incinta. Il sospetto si era verificato.
Non potevo sapere chi fosse il padre e le probabilità che non fosse di mio marito erano altissime. Decisi di non parlarne con lui e feci tutta da sola e come prima cosa bloccai il numero telefonico di Enzo.
Andai dal ginecologo e la settimana successiva mi fece lui stesso il raschiamento all’ utero. Inventai una scusa lavorativa credibile per mio marito per dirgli che quel giorno difficilmente sarei stata reperibile e che l’avrei chiamato io.Entrai in clinica la mattina presto , nel pomeriggio avanzato ero a casa; a mio marito che mi trovò a letto dissi che mi sentivo un po’ stanca . Si offri lui di pensare alle bimbe e al resto. Poverino come mi fece male vedere come fosse preoccupato per me, per la mia stupidità. Il giorno successivo mi diedi malata per l’ufficio e non andai a lavorare per tre giorni.
Era stato per me un gioco, un gioco pericoloso finito male in cui mi ero fatta stupidamente coinvolgere e che avrebbe potuto stravolgere e distruggere non solo la mia vita , ma soprattutto quella delle persona che amavo
Passarono i giorni e Enzo provò a contattarmi. Visto che non riusciva a parlarmi al telefono si presentò davanti l’ufficio. . Quando lo vidi mi allontanai con le colleghe. Il giorno dopo mi si avvicinò, ero con le colleghe, gli dissi a bassa voce ma con tono duro : se ti avvicini ancora a me o mi importuni in qualunque modo giuro che ti denuncio.
Se ne andò senza replicare.
Interruppi per qualche mese le uscite con le amiche delle palestre. Tornai ad uscire con loro quando seppi che da un paio di mesi avevano cambiati ristorante e non si vedevano più con i ragazzi.
Non lo vidi più.
Non posso negare che non ho dimenticato il suo cazzo ed il piacere che mi ha dato.

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