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La mia dolce fidanzatina svezzata (non da me) Capitolo 2

By 1 Ottobre 2023One Comment

ll pensiero andò subito al mio amore, pensai che strano caso di omonimia, quando lui fece la sua descrizione, pensai non può essere lei, non deve essere lei.
Prese il telefono andò nella galleria e selezionò una foto, e me la mostrò, era lui seduto su un muretto, in pantaloncini e maglietta con una ragazza biondina dagli occhi verdi che era seduto su di lui, era la mia Marina.
La scena era questa, lui seduto che abbracciava sui fianchi il mio amore, che nel suo costumino giallo a due pezzi era seduta sulla coscia di lui mentre l’altra mano era appoggiata sull’altra gamba, praticamente era seduta sul suo cazzo.
I miei sentimenti erano contrastanti ebbi una fitta allo stomaco, come un senso di paura, e un fremito nel mio pigiama, ma in quel momento la gelosia prendeva il sopravvento su tutto il resto.

Passai una brutta notte tra pensieri sconci e visioni di loro due insieme, la cosa mi eccitava e mi faceva arrabbiare, presi sonno verso le 3 di mattina un sonno che dire agitato, e dire poco.
La mattina seguente mi svegliai subito dopo la visita dei dottori, Gianni era molto contento il giorno dopo sarebbe andato a casa, e da li a poco avrebbe iniziato la riabilitazione, ma prima che andasse via dovevo sapere cosa era successo lo volevo sapere; sicuramente pensavo tra di me, “sentirò il racconto di un cazzaro, vuoi che io non conosca come è la mia Marina?”
Dimostrando sufficienza chiesi:
-Gianni com’è che si chiama quella della mi città con la quale sei stato insieme?
-Marina perché?
-No così, magari la incontro e te la saluto.
-Stai attento perché so che è fidanzata e il tipo è molto geloso, infatti quando il cornuto veniva a trovarla non mi facevo vedere, ma dopo che partiva la punivo per bene a quella puttanella.
Certo che sono geloso brutto scemo, pensai, ma proseguii nella mia recita:
– Cazzo sei stato insieme ad una fidanzata, racconta dai che cosa gli combinavi?

Si schernì un po’ e prese a raccontare, dicendo che la conosceva da un po’ di anni, ma solo quell’estate aveva attirato la sua attenzione, forse perché le sembrava diversa, quindi aveva deciso di perderci un po’ di tempo, a volte senza costrutto a volte provocandola trattandola come una ragazzina, ragazzina che rispondeva alle sue avance dicendo “Ma Gianni non lo so che dici, se non me lo insegni”, giocando con lui alla ragazzina ingenua facendolo andare fuori di testa.
Fu così che una mattina doveva andare a fare delle commissioni andò in spiaggia e le disse:
– dai Mary vieni con me, andiamo a fare un servizio insieme
Lei rispese che se aspettava un attimo, si metteva qualcosa sul costume. lui disse ” ma siamo al mare, vieni cosi come ti trovi”

Sulla moto lei si stingeva a lui, le sue tettine spingevano da sotto il costume sulla sua schiena, la cosa lo faceva eccitare e dopo aver fatto le commissioni che aveva detto deviò verso la pineta, fermando la moto in un posto appartato.
Appena scesi dalla moto, lui la baciò, lei fece un po’ di resistenza ma quando lui le mise una mano sul seno da sotto il costume, chiuse gli occhi e ricambiò bacio accogliendo la lingua di lui nella sua bocca.
Naturalmente l’aria era calda già di suo, una mano di lui si infilò nel nel suo costumino violando la sua intimità, Marina vece un balzo dicendo un poco convinto “no dai ti prego” ma sotto il suo tocco saliente girò gli occhi verso l’alto (espressione che imparai a conoscere bene) e con una mano scese timidamente verso i boxer di lui.
Visto il suo Impacciare nei movimenti, Gianni fu così gentile da tirarlo fuori e metterglielo in mano. era il primo cazzo che Marina stringeva tra le sue mani e da come lo stringeva doveva piacergli molto, anche lui era al limite, cercò di e qualcosa di più, ma lei lo fermò dicendo “Ti prego sono vergine, non lo fare”…

Allora lui la prese per le spalle e la invitò ad inginocchiarsi ,Marina si fece guidare volentieri da lui, ma si lamentava perché in quella posizione si faceva male le ginocchia, lui si tolse la maglia restando a dorso nudo e gliela appoggiò sotto alle gambe iniziando a strofinargli il cazzo sul viso fino ad appoggiarlo sulle labbra, labbra che si aprirono al suo passaggio, Gianni disse, testuali parole, “una bocca morbida sembrava di mettere il cazzo dentro la seta”; Uno, due, tre colpi e inondò di sborra il palato e la gola di Marina lasciandoli tutti e due sfiniti.
Dopo questo racconto da parte di lui ero cosi eccitato che mi dovetti fare una sega pensando al suo cazzo grosso e duro, e alla sua sborra sulla lingua della mia adorata fidanzatina, e mentre mi segavo mi ritrovai a dire “Oh si Gianni dai scopa in bocca la mia fidanzata ti prego, dai SBORRALAAAAAA IN BOCCAAAAAAA”, e venni come non mai, passai più tempo a pulirei il bagno dai miei fluidi che a venire.
Ma questo con GIANNI era solo l’inizio.

Fu una giornata strana, da una parte l’eccitazione del racconto, dall’altra la gelosia e la speranza che ciò che avevo sentito fosse la cazzata di uno che voleva farsi bello inventando cose su una ragazza che aveva conosciuto e che non poteva smentire.
Sta di fatto, che ogni volta che vedevo quel cazzo davanti ai miei occhi, immaginavo la scena di quello stesso cazzo violare la bocca della mia fidanzata, lo immaginavo che entrava trionfo e le deformava la bocca il viso, che la pompava fino alle tonsille per poi imbiancarle di una densa calda e cremosa SBORRA.
Era un immagine che cozzava con quella che avevo di lei, certo aveva avuto un flirt con un bagnino, che l’aveva sditalinata, ma era sempre la mia fidanzata, quella pudica con un educazione religiosa da parte della famiglia.
E comunque quell’immagine di lei con il cazzo di Gianni in bocca melo faceva diventare duro ma cosi duro che dissi:
– E poi con quella tipa solo quella volta?
– No – Fece lui, – Anche la sera e nei giorni successivi, le davo la sua razione di sborra almeno due volte al giorno.
– Dai racconta non essere avaro di particolari, dimmi tutto
– Sai la sera stessa, la portai in pineta, lei disse “subito solo baci, niente di niente, anzi questa mattina non è successo niente, è stato solo un bellissimo sogno”, acconsentii senza convinzione ma appena appartati le chiesi di parlarmi di questo sogno bellissimo della mattina.
Lei si scherniva, le chiesi se le fosse piaciuto, disse di si ma che non voleva rifarlo.
La baciai, baci che lei ricambiava, le misi una mano sotto la mini, lei non si ribellò, le presi la mano e me la portai sul cazzo, che avevo già tirato fuori con la scusa che nelle mutande stava stretto per colpa sua, la sua manina andava su e giù, era un tocco delicato, infatti mi diceva “ti faccio male?” Dicevo continua zoccoletta che sei bravissima …
Mi rispondeva dicendo “non si dicono queste cose alle bimbe piccole”, –

Lo incalzavo con delle domande, mentre da sotto le coperte mi toccavo nervosamente, lui proseguì il suo racconto:
– Aveva una gonnellina arrapante nera, corta, con degli zoccoletti alti, la girai e le levai le mutandine e la iniziai a leccarle quel culo da troietta che aveva, facendola mugolare coma una troia in calore, diceva “ancora ancora, che bello non ti fermare” dopo che era tutta così arrendevole al feci abbassare e le scopai la bocca, dicendole si ti scopo la bocca, sei la mia puttanella vero? tra i mugolii diceva “si si sono la tua puttanella, ma adesso dammi questo bel cazzo”-

Gli chiesi di descrivermi la scena nei particolari, mi disse :
– era accovacciata, con le mutandine abbassate, le tette di fuori e io in piedi con cazzo in gola che facevo su e giù scopandola in gola tenendo fermo la bocca, mentre lei si toccava la fica. Era una bocca morbida, mai io volevo punirla perché non mi faceva scopare, e le sborrai tutto in gola facendole bere tutta la mia sborra dicendole oohh siiii ti rimando dal cornuto con la pancia piena della mia SBORRAAAAAA-

Mi venne spontaneo chiedere perché non avesse provato a scoparla, mi disse che lei non voleva, allora gli dissi:
– perché non vai a trovarla qualche volta così te la sborri tutta e poi va dal fidanzato che sa di te?
Si fece una grossa risata dicendo – perché no? dopotutto una che ti spompina senza lamentarsi dove la Trovi?
E mentre lui pensava a quello che gli avevo consigliato, io dovetti farmi l’ennesima sega pensando a lui che mi inzozzava la fidanzatina.

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