Certo che ne erano successe di cose, mentre ero sommerso nei miei pensieri, Gianni mi fa:
– comunque la tua concittadina ha proprio il culetto stretto stretto….
-Come come – dico io, con gli occhi di fuori – hai provato a sver…….
-See magari – mi dice – gli ho solo messo un dito dentro, era strettissimo sembrava volesse inghiottirlo il dito, secondo me se trova uno che ci sa fare quella darà grandi soddisfazioni, peccato che io non ho tanto tempo da dedicarle….
Già peccato, pensai tra me e me, peccato per te certo, mica per me o per la mia povera Marina.
La giornata passò lentamente senza altre confessioni da parte sua, anche se confesso che mi dovetti fare un’altra sega pensando al suo dito medio in quel piccolo pertugio, infatti me la immaginavo con il cazzo in gola e il dito che le torturava il buchetto
All’ora di pranzo Gianni fu dimesso, tra saluti e promesse di rivederci se fosse passato a trovare la piccola succhiacazzi andò via, mentre lui andava alla porta della stanza si affacciò una bella sorpresa, era venuta a trovarmi accompagnata dai genitori ,Marina.
Forse si incrociarono nei corridoi, forse no, non era importante, l’importante che lei fosse qui da me, bella come sempre, dopo un saluto e i convenevoli con i genitori, io e lei riuscimmo a restare un po’ da soli, ancora quella sensazione che tutti la guardassero e guardassero solo lei, le dissi che con me in stanza c’era un ragazzo che aveva fatto un incidente con la moto, che se solo fosse arrivata qualche minuto prima glielo avrei presentato, la vidi imbarazzata cambiare colore, le chiesi se stesse bene, se fosse tutto ok? mi rispose che probabilmente era l’aria dell’ospedale che le dava fastidio e la cosa finì lì.
Finalmente dopo un paio di giorni toccò pure a me uscire e iniziare la rieducazione, andavo avanti a fare esercizi e seghe al pensiero di Marina con Gianni, la stessa Marina mi sembrava diversa, più solare e spigliata del solito, mi sembrava sempre di più che il genere maschile, specialmente quello con una fascia alta di età fosse attirato da lei, e notavo che la cosa a lei non dispiaceva, anzi la lusingava.
Finalmente potetti prendere l’auto e uscire con la mia musa, mi diressi subito al nostro posto isolato, la baciavo e la toccavo, lei diceva “ma che hai?”,
Che avevo? ero arrapato come non mai era un mese circa che non l’avevo tra le mani, e volevo godere con lei, mentre eravamo li, che cercavo di manometterla, dissi a freddo:
– oggi mi sono sentito con quel ragazzo dell’ospedale Gianni, ha detto che mi viene a trovare, quando viene te lo voglio presentare.
Scese un silenzio, io ero super eccitato avevo una mano tra le sue cosce e lei mi segava lentamente quando mi sussurrò all’orecchio:
– Ma io Gianni lo conosco molto bene
– Come lo conosci?
– Amore ti ricordi quando al telefono ti ho detto che c’era uno più grande che mi faceva la corte? Cosa mi hai risposto?
Dissi che non ricordavo l’episodio
lei disse: te lo ricordo io allora, hai detto “che vuoi che sia fallo fare” così l’ho fatto fare
– E che sarà successo mai – chiesi.
– Un giorno siamo andati a fare un servizio in moto, avevo il mio costumino giallo, quello che mi disegna la fighetta, te lo ricordi?
– Si, e poi?
-anche zoccoletti alti, quelli che mi slanciano, mentre stavamo per tornare mi porta in pineta inizia a baciarmi con la lingua
mi guarda, ha ancora il mio cazzo in mano e mi dice: – amore ma ti piace la mia storia allora devo continuare?
– Si continua ti prego
– Sai amore Gianni ci sa fare proprio mi baciava con la sua lingua calda, mentre le sue mani si muovevano su di me e dentro di me, non capivo nulla la patatina mi bruciava tutta, spingevo il bacino verso di lui, e poi lo ha tirato fuori, ma la tua fidanzatina non sapeva cosa fare con quel cazzone…
– Come cazzone? – chiesi mentre lei mi sussurrava il tutto all’orecchio con una voce da ragazzina inesperta, facendomi impazzire
– Si amore, un cazzone più grosso del tuo se vuoi te lo descrivo, vero che lo vuoi?
– Si Mary dimmelo come lo aveva? – chiesi con voce ansimante
– Amore aveva un bastone grosso grosso, senza la pelle, era largo come il mio polso. pensa che la mia manina non riusciva a stringerlo, dovevo usarle tutte e due per fare su è giù su e giù
– E poi, come era ancora, descrivilo bene, dai
– Era pieno di tante vene, delle vene grosse, e alla fine di questo bastone c’era un bel fungone rosso rosso
– lo hai toccato?
– si amore era caldissimo, facevo su e giù con le mie manine
– Ti piaceva?
– Si si, e dopo lo pure baciato
– E non pensavi a me?
– in quel momento proprio no, e dopo sai che ho fatto?
– che hai fatto?
– l’ ho preso in bocca, mmmmm che buono che era, vuoi sapere che mi diceva?
– Cosa ti diceva? -chiesi timidamente
– Diceva, “oh si che bello, ti scopo la bocca”, questo diceva al tuo amore
– che cattivo – dissi, stavo per morire, ma lei mi teneva in vita, chiesi: -e dopo? –
– sei sicuro di volerlo sapere?
– si sicuro
– me lo ha spinto tutto in gola 2 3 4 volte, e ho bevuto
– cosa hai bevuto? – chiesi istintivamente in maniera ingenua
-Ho bevuto la SBORRA, vuoi che te lo ripeto?
-Si ti prego ripetilo
-HO BEVUTO LA SBORRAAAAAA, LA SBORRAAA, MMMMM, sborrava e diceva che ero una troietta succhiacazzi
– E com’era?
– Oh amore, ERA CALDA DENSA BUONA TANTAAAA SBORRAAAA MMMMM Tutta sulla lingua della tua fidanzatina
E venni pure io sotto il tocco delle sue mani, venni cosi tanto che passai il giorno dopo a pulire l’auto……
Ma le sorprese non erano finite…… anzi eravamo ancora all’inizio
Un vero cuck, lei senza problemi gli racconta, d’altronde lui glielo aveva permesso al telefono