Due colleghi, Arturo più anziano e capo ed Enzo.
Oltre che colleghi, tra loro nasce anche amicizia e lo scapolo impenitente Enzo viene spesso invitato a frequentazioni anche con la famiglia dell’amico: la Moglie Ornella e la figlia Marica.
Enzo si rende conto della figlia di Arturo, che sta diventando col tempo, da una bimbetta scialba, una ragazzina davvero carina.
Poi un giorno si rende conto che la figlia del capo, del suo amico, ormai diventata una ragazza, lo attizza e a volte indugia a pensare a quanto le piacerebbe fottere quel corpo in ogni buco.
Con gli anni Marica si fidanza, si sposa ed Enzo a immaginarsi al posto del marito, che la chiava e incula per notti intere.
Poi la figlia del suo amico entra in crisi col marito e lui offre alla ragazza la sua spalla per piangere.
Abbracciandola si trova a osare, a palparla, per pentirsi subito dopo e cercare di resistere.
Poi Marica divorzia e dopo qualche tempo la giovane si accompagna con Luca, anche lui divorziato, fino ad arrivare a nuove nozze.
Marica lo presenta al marito come «Una specie di zio» e Luca, pensando di farle cosa gradita, disse sorridendo: «Dai! Perché qualche volta non lo invitiamo a cena da noi?» E così Enzo andò la prima volta a cena dagli sposini.
Era caldo, a luglio e La donna aveva un vestitino leggero e sandaletti col tacco basso.
Lui se la mangiava con gli occhi, ma con Luca, il marito, proprio lì, come si fa?
Dopo la cena, mentre Marica sparecchiava e lui se la mangiava con gli occhi (ma quanto era leggero quel vestitino che, se lei camminava, le aderiva addosso come una seconda, sottile pelle?) che Luca fece IL commento: «Ti piace proprio, eh, mia moglie? Te la stai mangiando con gli occhi…»
Sì girò verso l’uomo, allarmato e con l’idea di dover spiegare, sminuire, giurare che no…
Ma lo vide sorridente, amichevole e capì che la frase veniva dalla voglia di vantarsi di Marica, piuttosto che per fare una scenata di gelosia.
Allora Enzo sorrise e confermò: «Eh sì… Sai, la conosco da quando era alta tanto così… mi considerava una specie di zio, quando era bambina… e anche dopo… ed adesso, guardandola nella sua maturità di donna, è una sempre festa per gli occhi…» disse, concludendo la frase con un ammiccamento.
Luca sorridendo si alzò da tavola e andarono in salotto, mentre ancora si sentiva l’acciottolio di piatti e bicchieri messi in lavastoviglie.
«Notavo il tuo sguardo, su di lei… -continuò amabilmente- …scommetto che la desideri da un sacco di tempo…»
Per superare l’imbarazzo per la giusta deduzione di Luca, Enzo fece un risata: «Ma dai, cosa dici???
Sì, lo ammetto, l’ho sempre trovata molto graziosa, ma…» e lasciò cadere l’argomento.
Marica torno dalla cucina, con un delizioso sorriso birichino.
Fece per sedersi sul divano accanto a Enzo, ma Luca, ridendo : «Ma no, amore; perché non ti siedi sulle ginocchia dello zio, da brava nipotina?»
Lei lo guardò, monella: «Davvero posso? Zio Enzo, ti da fastidio se lo faccio?»
Enzo assicurò che «Ma no, figurati!», ma poi, quando la donna si fu seduta sulle sue ginocchia appoggiandogli un braccio su una spalla, non sapeva come fare, a parte sgranare dli occhi guardando l’abbondante porzione di cosce scoperta.
«Enzo, hai visto che bella pelle che ha, Marica?… -lui annuì- …sentila, sentila con la mano, sembra seta…» e lui che imbarazzatissimo appoggia la mano aperta sul ginocchio e poi resta lì, anche se i suoi polpastrelli percepiscono la setosità della pelle e la sensazione lo inebria.
«Ma lì sulle ginocchia la pelle è ruvida, di solito… Dai zio Enzo, risali pure con la mano lungo le cosce della tua nipotina…»
E lui convinto dall’espressione amabile e vagamente divertita di Luca, osò e risalì fino all’orlo del leggerissimo abitino, inebriandosi del contatto e sentendo -oddio!- che gli stava diventando duro sotto al delizioso sedere di Marica; lei sorrideva sempre e faceva finta di nulla, ma NON POTEVA averlo sentito!
«Dai, zio Enzo, non essere timido, risali ancora, che la pelle è ancora più delicata, più in su!» e lui, approfittando delle cosce ben allargate della donna, risalì accarezzandola lentamente fino ad arrivare al pube.
«Ma… ma non indossi intimo?» Chiese, stupito dalla scoperta-
«Sì, zietto: sono nuda, sotto il vestitino… vuoi vedere?» Si alzò in piedi e in un attimo fece cadere l’indumento a terra, mostrando i suoi seni appesantiti dall’età, i fianchi generosi, il culo burroso, le cosce solide ma appetitose, i bei polpacci e le caviglie ancora abbastanza sottili, le labbrine della fica che spuntavano da là sotto, bagnate di eccitazione, come aveva già sentito Enzo…
«Amore, perché non mostri a zio Enzo quanto la sua nipotina sia brava con la bocca?»
La donna si inginocchiò tra le ginocchia dell’uomo ed armeggiò con la cerniera lampo, per poi liberare il notevole cazzo e leccarne brevemente la cappella, prima di affondarselo iin gola.
Enzo stava impazzendo dal piacere: quello che aveva sognato per buona parte della sua vita da adulto stava accadendo… e senza che lui dovesse fare strane manovre!
Guardò verso la poltrona dov’era seduto Luca e lo vide col cazzo di fuori (non granché rispetto al suo) he si segava e finalmente capì!
Durò pochissimo, travolto dall’emozione della situazione e leiingoio
ò brava brava tutto, fino all’ultima goccia senza neanche chiederglielo o tenerle la testra, come lui a volte faceva con qualche troia che frequentava, ma anche il marito della sua nipotina venne quasi contemporaneamente con poche gocce in mano.
A quel punto voleva avere ben chiara la situazione e parlarono amabilmente.
Alla fine Enzo capì che la situazione era questa; Luca era un cuckold e amava vedere o sapere che sua moglie venisse scopata da altri maschi.
Anche il carattere mite di Marica faceva in modo che si lasciasse facilmente corteggiare, fino a prendersi dei cazzi, senza troppe complicazioni.
Enzo aveva sempre sognato di trovare (e poterne magari disporre!) una coppia così, ma la figlia di Arturo, poi, era un regalo insperato.
Era molto tardi, ormai, quando lui finì di sfogare le sue antiche fantasie sulla figlia del suo collega, avendole approfonditamente esplorato sia la fica che il culo, ancora un po’ strettino. Dopo che le era venuto nel culo, aveva voluto fare una prova: «Luca, vieni qui, che tua moglie è ancora alla pecorina e leccale per bene il culo, che ci ho sborrato dentro!»
E lui, tutto contento, aveva eseguito.
«Ecco bravo… ma adesso c’è da pulire anche il mio cazzo…» Vediamo se… Ma sì! Luca ha cominciato a leccarglielo e succhiarglielo, bravo come la moglie, con la bocca!
Alla fine, espose la sua idea: «Aver scoperto che la figlia del mio amico Arturo è così troia è stata una scoperta emozionante e bellissima; perso a quanti anni ho sprecato: mi fossi fatto sotto quando eri una ragazza, magari…»
Marica annuì, sorridendo «Sai zio: mi hai sempre intrigato, ma no ho mai osato… Oggi, con la deliziosa complicità di quel maialino di mio marito Luca, ho potuto finalmente…»
Decisi di parlar chiaro: «Io stavo cercando una coppia come voi: lei una appassionata di cazzi ed il marito cuck, guardone ed anche succhiacazzi.
Ho una proposta da farvi: da questo momento io divento il vostro padrone… Potrò disporre a mio capriccio di voi, entrambi!
Se accettate, ti assicuro Marica che non ti mancheranno i cazzi che ti affonderanno in bocca fica e culo…. e Luca, tu avrai da succhiare e leccare alla grande!
Adesso me ne vado al cesso, voi pensateci e magari parlatene tra voi: non mi avvicinerò finché non me lo dite»
Quando tornò, con comodo, in soggiorno, capì che avevo preso la decisione: «Sì, va bene… accettiamo di essere tuoi schiavi» disse Luca, mentre Marica annuiva sorridendo.
«Bene! Allora fissiamo le regole ben chiare: tu, Luca, d’ora in poi dovrai darmi sempre del lei e chiamarmi zio; tu invece potrai continuare a darmi del tu ma chiamarmi zio anche tu.
Io, oltre a godere di voi, porterò altri maschi da soddisfare… lì porterò anche qui, senza alcun preavviso e voi dovrete ogni mattina darmi una sorta di bozza dei vostri spostamenti nella giornata, ma troietta, sii pronta a raggiungermi dove potrei dirti di farlo, con una telefonata od un messaggio.
Ah, cosa importante: ho bisogno di avere adesso le chiavi di casa e del portone!
Tutto chiaro?»
I due sposi annuirono e Luca frugò in un cassetto per dare poi a Enzo una copia di riserva delle chiavi.
Enzo si alzò e, davanti alla porta prima di andare vi, disse: «Vedrete che ci divertiremo un sacco e quanti cazzi riuscirò a procurarvi…»
Mamma mia ruben, mamma mia... Ti prego, scrivimi a gioiliad1985[at]gmail.com , mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze…
ciao ruben, mi puoi scrivere a gioiliad1985[at]gmail.com ? mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze...
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?