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L’affittuaria – Parte 6^ – Mara

By 20 Maggio 2024No Comments

La scoperta che Mara era una transgender mi aveva sconvolto non poco, ma soprattutto mi sconvolgeva il fatto di aver fatto sesso con lei… o lui.
Passarono i giorni ed io, quando la incontravo, non avevo il coraggio di parlarle, riuscivo solo a salutarla e lei non m’incoraggiava; evitavo perfino di andare all’università con lei.
Un pomeriggio ero in ditta per qualche lavoretto su di un camion, quando Elisa. passando, mi chiese di raggiungerla in ufficio.

Quando entro Elisa è seduta alla scrivania; alza lo sguardo e mi fissa dritto negli occhi.
-“Così ti sei fatto anche Mara” – mi dice freddamente.
La guardo sorpreso; le ha raccontato tutto!!!
-“Non mi guardare con quell’aria stupita; siamo madre e figlia, è normale che tra noi parliamo e ci confidiamo”.
Continuo a guardarla senza poter parlare.
-“E mi ha anche detto che le è piaciuto molto, come del resto, è piaciuto a te; vero?”
Ancora non riesco a rispondere.
-“Ok,” – continua – “siediti che ti racconto una storia”.
Mi siedo davanti a lei; sono molto imbarazzato.
-“Devi sapere che quando Mara è nata si chiamava Mario; era un bellissimo bambino ed io e suo padre ne eravamo orgogliosi. Tutto procedette a meraviglia fino a che raggiunse la pubertà”.
-“Sviluppando le sue fattezze cambiarono; il suo viso assunse lineamenti più dolci, cresceva in altezza, ma senza sviluppare la muscolatura tipica di un ragazzo; era comunque un bellissimo ragazzino”.
-“A quel tempo non abitavamo qui, ma in una villa dall’altra parte della città. Era al primo anno di liceo quando mi confessò la sua attrazione per gli altri ragazzi i quali, però, lo schernivano e lo deridevano a causa del suo aspetto femmineo; alcuni, anche, lo bullizzavano obbligandolo a soddisfarli con atti sessuali”.
La guardo intensamente; ha gli occhi lucidi come se stesse per piangere.
-“All’età di quindici anni mi disse che avrebbe voluto essere una donna, che aveva letto che questa trasformazione in certi paesi era possibile e legale e che lui era pronto a subirla”.
-“Ne parlai a mio marito il quale, però, non comprese il dramma interiore del ragazzo, anzi si arrabbiò sapendo che suo figlio aveva tendenze omosessuali e che, comunque, lui non lo avrebbe mai assecondato nel suo desiderio di cambiare sesso”.
L’ascoltavo rapito e sconcertato, cercando d’immaginarmi il dramma che il giovane ragazzo aveva subito.
-“Poi due anni e mezzo fa accadde l’incidente in cui mio marito morì ed io e Mario rimanemmo soli con i nostri problemi; l’unico problema che non avevamo era quello economico, considerata la situazione finanziaria che avevamo ereditato”.
-“Allora, decisi di assecondare il desiderio di Mario. Presi accordi con una clinica in Svizzera specializzata in questi trattamenti e ci trasferimmo lì per quattro mesi”.
-“Mario fu sottoposto ad una cura di ormoni che accentuò i suoi caratteri femminili, gli crebbe il seno, che è naturale non chirurgico, gli fecero un trattamento che fece scomparire la peluria, peraltro già rada, dal viso e dal corpo, qualche ritocchino alle labbra ed agli occhi e Mario divenne Mara”.
-“Quando tornammo in Italia feci cambiare il suo nome anagrafico, affittammo la villa e ci trasferimmo qui, dove nessuno ci conosceva. Mara cambiò scuola e nella nuova tutti la conobbero come Mara”.
Avevo ascoltato la lunga e drammatica storia in silenzio e ora mi rendevo conto del perché Mara ora cercava di evitarmi, ed anch’io lo facevo, avevo risvegliato in lei ricordi di un passato che non avrebbe mai più voluto rivivere.
-“Ora sai la verità, Marco. Ho voluto dirtela perché, credo che tu sia abbastanza maturo da capire. Puoi fare ciò che vuoi con la vostra amicizia, io non ti ostacolerò, ma ti chiedo solo una cosa, non farla soffrire ne ha già subite abbastanza nella sua pur breve esistenza”.
La guardo sconcertato, non so cosa dire.
-“Daccordo Elisa ho capito. Cercherò di parlare con Mara, se lei lo vorrà, per scusarmi del mio comportamento e vedremo come finirà”.
-“Sapevo che eri intelligente” – mi dice sorridendo.

Quel pomeriggio stesso telefonai a Mara, chiedendole se la sera le avrebbe fatto piacere cenare con me.
Lei accettò di buon grado.
Tornando a casa passai in una rosticceria siciliana, dove acquistai una quantità di prelibatezze per la cena ed anche due bottiglie di vino locale.
Verso le otto bussarono alla porta; andai ad aprire, era Mara.
-“Ciao.” – la salutai sorridendo – “Entra”.
Passammo una bellissima serata, mangiando, bevendo e parlando, soprattutto parlando.
Chi parlò di più fui io. Le dissi che Elisa mi aveva raccontato la sua triste storia, che io ero stato uno stupido e me ne scusavo e, se lei lo voleva, potevamo tornare ad essere amici come prima.
Lei mi ascoltò pensierosa per tutta la mia lunga tiritera, poi mi sorrise e disse:
-“Ok ci sto, amici come prima, anzi, ora, più di prima”.
Si alzò e a suggellare la nostra ritrovata amicizia, mi baciò sulla guancia.
Passarono i mesi e noi avevamo ripreso ad andare all’università assieme, a volte studiavamo assieme, lei le sue materie io le mie, prendendoci delle pause dove scherzavamo e ridevamo assieme.
Un’altra cosa era cambiata nella mia vita; da quando, con Elisa, avevamo avuto quella chiacchierata chiarificatrice, lei non mi cercava più per fare sesso, qualcosa era cambiato anche per lei.
Io mi sentivo come la guardia del corpo di Mara, sentivo che dovevo proteggerla per non farla più soffrire.
Fuori dalle lezioni all’università, ero sempre con lei e se la vedevo parlare con altri ragazzi, una punta di gelosia nasceva dentro di me.
Un venerdì tornando a casa mi disse:
-“Senti, tra dieci giorni ho l’esame di tecnica informatica ed io non ci capisco molto, verresti a spiegarmi alcune cose?”
-“Certamente,” – risposi – “quando vuoi”.
-“Bene, allora facciamo domattina verso le dieci. Ti va?”
-“Ok, a domattina. Ora vado in ditta, ho dei lavoretti da fare, ciao”.

L’indomani busso alla sua porta.
Lei mi apre con in dosso dei jeans e un top tutto scollato; il caldo è già arrivato.
-“Ciao, vieni che cominciamo subito”.
Ci sediamo davanti al suo libro e ad una montagna di dispense e appunti e cominciamo.
Passa il tempo e non ce ne accorgiamo.
-“Caspita!” – fa ad un certo punto – “Sono quasi le due, ecco perché ho un buco allo stomaco. Preparo qualcosa da mangiare”.
Mangiamo qualcosa e torniamo allo studio fino a sera.
-“Uuufff sono stanca.” – fa sospirando – Ma ora è tutto più chiaro. Come posso ringraziarti?”
-“Di cosa? Sono contento di poterti aiutare”.
-“Stasera ti offro una pizza; intanto prendi questo”.
E si sporge verso di me per darmi un bacio sulla guancia, casualmente io giro la testa per guardarla, ed il bacio finisce sulle mie labbra.
Nonostante la sorpresa lei resta con le labbra attaccate alle mie.
Qualche secondo e le nostre labbra si schiudono ed il bacio diventa da amichevole ad appassionato.
Le lingue danzano assieme, s’intrecciano, le salive si mescolano ed il mio cazzo reagisce subito indurendosi.
-“Mara fermiamoci” – dico con poca convinzione – “altrimenti non so dove andremo a finire”.
-“E ti dispiace?” – mi dice a fior di labbra.
Non rispondo ma riprendo a baciarla con passione.
Lei mi mette le braccia al collo, stringendomi come a non farmi scappare; le mie mani vanno ad accarezzarle i seni che sento turgidi con i capezzoli duri.
Poi scendono ad accarezzare le cosce lisce e lentamente una risale in alto al suo inguine, dove trova una dura protuberanza che non lascia dubbi sul suo eccitamento.
Li mi fermo incerto, anche se non ho più paura visto il forte legame che ci unisce, non so cosa fare.
-“Puoi toccarlo bene, non morde” – mi dice staccandosi un attimo dalle mie labbra ed accarezzandomi la guancia.
Stringo le dita attorno al gonfiore, poi lo accarezzo a mano aperta.
-“Finalmente…” – sospira.
Accarezzo ancora il suo ventre, poi risalgo e m’infilo sotto il top prendendole i seni.
Lei aggancia il bordo del top, lo solleva e se lo sfila mettendo a nudo i seni.
Abbasso la testa e comincio a baciarli ed a leccare i capezzoli.
Lei sospira di piacere e si lascia andare sulla sedia.
-“Sììì… Mi piace… Continua… Mi fai morire di desiderio…”
Nonostante le sue parole, mi prende la testa e con dolcezza la stacca dal suo seno.
-“Basta per ora, andiamo a mangiare, sono affamata”.
-“Daccordo” – le dico staccandomi a fatica da lei.
-“Vado a prepararmi” – dice alzandosi con i seni nudi.
-“Anch’io. Sei bellissima”.
-“Grazie, vai ora ci vediamo tra una mezzora”.
Dopo un ultimo bacio, vado alla porta e mi dirigo al mio appartamento.
Ci ritroviamo più tardi sul pianerottolo.
Ha messo un altro top che le lascia scoperte le spalle ed una gonnellina corta di jeans, ai piedi dei sandali aperti, neri.
-“Sei sempre più bella!!!”
-“Grazie, ma ora andiamo” – mi fa sorridendo.
È una bella serata, tiepida, ci dirigiamo a piedi alla pizzeria, il locale non è molto distante.
Camminando ci teniamo per mano come due fidanzatini.
Quando entriamo nella pizzeria molti ragazzi si girano a guardarla; sono felice ed orgoglioso.
Mangiamo con gusto e parliamo poco, ma ci guardiamo negli occhi.
Finito, lei paga il conto e torniamo a casa.
-“Vuoi entrare? Ci dividiamo un’ultima birra, ti va?” – m’invita.
-“Certo, con piacere”.
Entriamo e lei si dirige in cucina, tornando poco dopo con una bottiglia di birra.
-“Salute” – mi dice alzando la bottiglia e bevendone un lungo sorso, per poi porgermela.
-“Salute” – e ne bevo anch’io un sorso.
-“Vieni finiamola di sopra” – fa dirigendosi verso le scale.
La seguo e, da dietro, sulle scale, ammiro il suo culetto che ondeggia ad ogni gradino.
Arrivati lei salta sul letto e si mette in ginocchio.
-“Continuiamo?”
E guardandomi negli occhi si sfila il top restando a seni nudi, poi alza la gonnellina e lentamente prende i bordi dello slip e lo abbassa sulle cosce.
Per la prima volta posso vedere il suo membro; non è molto lungo, ma è bello carnoso e già, quasi in erezione.
Sono affascinato!!!
È la prima volta che vedo un membro maschile su una donna; e che donna!!!
-“Vieni?” – chiede sdraiandosi sul letto, tenendo il membro con una mano e accarezzandolo.
Mi avvicino al letto con fare incerto.
-“Spogliati e vieni vicino a me”.
È quasi un ordine il suo; con un po’ di esitazione lo faccio e mi sdraio accanto a lei.
Si gira di lato di fronte a me, mi guarda negli occhi, prende il mio viso tra le mani e mi bacia.
Quello che ci scambiamo è un bacio lungo, appassionato, liquido.
La circondo con le braccia e lei ci si accoccola dentro bisognosa di affetto.
Lentamente scivola tra le mie braccia fino a trovarsi col viso all’altezza del mio inguine.
Inizia a carezzarmi il cazzo, ancora barzotto, col palmo della mano e lui reagisce subito indurendosi.
Quando è bello duro mi sento avvolgere dal calore liquido della sua bocca.
La scarica di piacere che ne ricevo mi sale lungo la schiena fino al cervello e lì esplode come un fuoco d’artificio.
Abbasso lo sguardo e la posso ammirare nel suo lavoro di lingua e labbra, mentre mi guarda anche lei.
La sensazione erotica ed il piacere che provo da quella visione e fortissimo e mi travolge.
-“Oohh sììì cara… Sto godendo… Vengooo…”
Inarco la schiena, affondando di più in lei e le scarico una bordata di sperma in bocca e sul viso.
Continua ad accarezzarmi per un po’, poi scivola verso l’alto fino a che siamo viso contro viso ed avvicina le sue labbra alle mie; io mi ritraggo sorpreso.
-“Baciami” – mi dice con voce roca e suadente.
Con molta incertezza l’accontento.
Nel bacio lei mi passa la sua saliva che ha un sapore strano; quello della mia sborra!!!
È la prima volta che mi accade, ma il sapore non è sgradevole, mi lascio così andare a quel bacio travolgente.
-“Ed io?” – mi domanda staccandosi da me e guardando verso il basso, dove il suo membro svetta eretto.
Allungo timidamente una mano e lo avvolgo; è duro e caldo nel mio palmo.
Comincio lentamente ad andare su e giù e lei si lascia andare sulle lenzuola in preda al piacere.
-“Sì caro… Così masturbami…”
Aumento il ritmo e lei aumenta i gemiti.
Poi di scatto si alza e me lo mette davanti al viso.
-“Anche tu… Fallo anche tu” – mi fa strofinandomelo sulle labbra.
Come in trance apro le labbra ed accolgo il glande tra di esse.
Una leggera spinta e un bel pezzo mi entra in bocca.
Lei comincia ad agitare i fianchi mimando il coito ed io mi ritrovo, per la prima volta a fare un pompino ad un uomo, non un uomo, ma una bellissima ragazza con il cazzo!!!
-“Sììì… Cosììì… Dai amore… Tra poco vengo anch’iooo…”
AMORE!!!
È la prima volta che usa questa parola, che mi chiama amore!!!
Sono perso nel piacere, passo una mano sotto la sua coscia e spingo, accogliendola nel profondo della mia bocca.
-“Ooohhh…” – geme ed inaspettatamente gode, riversando il suo sperma nella mia bocca.
In verità non ne emette una grande quantità, ma quanto basta a riempire la mia lingua ed a farmi gustare il suo sapore intimo.
Si adagia di schiena ed io mi ridistendo accanto a lei.
Anche questa volta ci scambiamo un bacio appassionato, intimo e liquido.
-“Ti amo” – mi dice a fior di labbra staccandosi da me.
Sono stordito e non rispondo e lei non insiste.
Siamo entrambi stanchi ed appagati, così in poco tempo il sonno ci coglie abbracciati.
Mi sveglio e realizzo che siamo ancora abbracciati, di sotto le tende non chiuse lasciano entrare la luce del mattino.
Mara dorme placidamente accanto a me.
Lentamente, per non svegliarla, scivolo fuori dal letto e scendo di sotto in bagno.
Quando ho fatto, risalgo e mi distendo accanto a lei.
Forse disturbata dai miei movimenti lei si agita ed io per calmarla l’abbraccio; mugolando si raggomitola a cucchiaio tra le mie braccia.
Il tepore del suo corpo contro il mio e la morbidezza delle sue chiappette contro il mio cazzo, che semirigido si è accomodato tra di esse, mi eccitano e lui finisce per indurirsi completamente.
La mia erezione deve averla svegliata perché comincia a muoversi, strofinando il culetto contro il mio inguine.
-“Uummhh sei di nuovo pronto?” – mi fa con voce assonnata.
Non rispondo, ma passo una mano sotto il suo braccio e l’avvolgo sul suo seno, cominciando a carezzare il capezzolo turgido.
-“Uummhh sì, questo è un bel risveglio; buongiorno”.
-“Buongiorno” – rispondo baciandole la nuca e continuando ad accarezzarla.
Lei continua a strofinare le sue chiappette morbide e lisce contro il mio cazzo accrescendo la mia eccitazione.
Senza staccarsi da me, allunga un braccio sul comodino e prende qualcosa; passa una mano tra le sue gambe e percepisco che armeggia di dietro.
Con la stessa mano mi prende il cazzo e lo massaggia; nella mano ha qualcosa di liquido che mi spalma per tutta la lunghezza.
Poi lo prende bene e lo rimette in mezzo alle chiappette; sento la punta che carezza il suo buchetto.
Dopo un paio di passaggi lo posiziona bene e spinge indietro il bacino.
Il suo sfintere cede e la cappella viene risucchiata dentro di lei.
-“Ah sìì.” – sospira – “Dai fammi godere così” – un’altra spinta e se ne fa entrare dentro un bel pezzo; il calore del suo intestino mi avvolge.
Comincio a muovermi dentro e fuori il suo culo, tenendola sempre abbracciata stretta e carezzandole il seno.
Dopo un po’ con un movimento fluido, senza far uscire il cazzo, si gira e si mette sopra di me in posizione rovesciata, facendoselo entrare fino in fondo.
Mi prende una mano e se la porta davanti a carezzare il suo membro rigido, poi, usando le gambe, inizia una cavalcata sublime.
-“Dai ora.” – mi incita – “Inculami e fammi godere”.
In realtà prende ad incularsi da sola ed io inizio a masturbarla.
Non duriamo molto, il piacere è troppo grande per entrambi.
-“Dai amoreee…” – grida – “Sto per godereee…”
-“Anch’iooo…” – le faccio eco.
-“Sìììììì… Oraaaaa… Vengooooo…” – urla.
-“Anch’ioooo… Ti riempioooo…”
E entrambi ci lasciamo andare, io scaricandomi nel suo retto e lei sul suo ventre e sulla mia mano.
Quando, poi, ci accasciamo sulle lenzuola, stremati ma felici, ci baciamo con passione.
-“Ti amo” – mi fa lei.
-“Anch’io” – rispondo.
Eh sì, anch’io!!!
-“Vado a preparare qualcosa per colazione” – dice sfilandosi da me e scendendo dal letto.
-Intanto posso fare una doccia?” – le chiedo.
-“Fai pure, gli asciugamani sono nell’armadio in bagno”.
Mi alzo e scendo in bagno per lavarmi.

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miromarco

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