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Trio

La storia di Anita – 1° capitolo di Serena e Laureen

By 7 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Mancavano ormai pochi giorni a quello strano periodo di prova a cui partecipavo insieme al altre tre aspiranti segretarie presso un importante studio legale. Strano perch&egrave a nessuna di noi era stato dato modo di mettere in luce le nostre capacità, relegandoci a lavoretti di basso profilo. Sembrava quasi che nessuno dei soci ci degnasse di uno sguardo quasi fossimo invisibili.
Quando la signorina Di Stefani mi comunicò di presentarmi alle sette nell’ufficio del principale socio dello studio ebbi un attimo di panico misto a stupore. Lei era la sua segretaria personale da quando era entrata li più di vent’anni fa, e le voci di una sua relazione col Dottor Saveri era iniziate a girare lo stesso giorno. Certo anche se non più giovane era sempre una donna piacente che si manteneva in forma con ore di dura palestra. Quello che però più spiccava in lei era un certo disprezzo nei nostri confronti e non perdeva occasione per lamentarsi ad alta voce della nostra inefficacia, umiliandoci in tutte le maniere.
Mi presentai alla segretaria del grande capo con cinque minuti d’anticipo che passai in piedi ad aspettare le sette in punto.
Quando la pendola scandì i suoi tocchi lei entrò nell’ufficio dell’avvocato annunciando la mia presenza, mi fece entrare e quindi si congedò dal suo principale dandogli il solito appuntamento per la mattina seguente.
‘Signorina Ruggero, o posso chiamarla Anita ?’ mi chiese da dietro la sua massiccia scrivania.
‘Anita va benissimo, anzi a dirla tutta lo preferisco.’ Risposi rendendomi subito conto che stavo usando un gergo invece che l’italiano al quale lui teneva tanto.
‘Bene Anita andrò subito al nocciolo della questione. Lei e le sue colleghe siete al termine del vostro periodo di prova ed in questi giorni devo decidere se e chi tenere, e le assicuro che non &egrave una scelta facile.’ Cominciò a dirmi fissandomi negli occhi e incutendomi un certo timore ‘Ho visto in lei certe qualità che devo ammettere mi piacciono, lei &egrave una persona educata e disponibile, che non si &egrave mai lamentata se doveva rimanere per qualche straordinario. Solo ora vorrei sapere a che punto arriva la sua dedizione al lavoro.’
Capii subito le sue intenzioni, voleva scoparmi !
Cercai di ragionare il più in fretta possibile, la mia situazione economica non era certo florida, anzi ero in bolletta da mesi e, anche se in quei mesi passati in quello studio avevo cercato un altro lavoro, non avevo trovato niente che mi garantisse almeno le stesse entrate. Certo il Dottor Saveri era tutto tranne che un uomo piacente, non sapevo di preciso la sua età ma aveva almeno sessant’anni e portati neanche bene. Era bassino, pelato e con la pancetta, insomma una mezza schifezza soprattutto se confrontato col mio ragazzo, Angelo, che era invece di una bellezza folgorante.
Decisi di fare l’ingenua per vedere fino a che punto si fosse spinto, già mettendo in conto che se fosse stato necessario mi sarei calata le mutandine. Di certo non mi sarei mostrata come una maiala vogliosa di sesso, quel ruolo l’aveva in esclusiva Angelo, ed a dirla tutta anche qualche amante saltuario.
‘Dottor Saveri io non capisco cosa intende per dedizione, lei stesso ha detto che ho delle capacità, e di certo restando qui non posso che migliorare.’ gli risposi rimando ben in piedi di fronte a lui.
Fu allora che s’alzò dirigendosi dietro di me per poi mettersi alle mie spalle e poggiare le mani sui miei fianchi.
‘Anita sa che lei &egrave una gran bella ragazza ?’ mi sussurrò all’orecchio.
‘Dottore che fa ! Non sono il tipo di persona che lei crede !’ dissi fingendomi irritata dal suo comportamento.
Ma non feci nulla quando le sue mani scesero fino al bordo della mia gonna per poi risalire lungo le cosce sino a scoprire le mutandine piuttosto sgambate che avevo indossato quella mattina. Mi ritrovai ben presto il loro lembo posteriore nel solco del mio culetto che fu accarezzato con una certa grazia dalle mani dell’avvocato. Lui continuava a mormorarmi parole dolci alternandole a piccoli morsi sui lobi che mi mettevano addosso un certo pepe. Di certo il Dottor Saveri non era uno sprovveduto in fatto di donne, sapeva bene come eccitarle prima di passare al sesso, quello vero. Pensai che magari dovesse avere anche un gran bel cazzo, di quelli che senti bene quando scorrono nella fica e che sanno dare quelle sensazioni che le donne come me sanno sempre apprezzare.
Quando una sua mano passò sulla parte di mutandine che mi copriva la passera la trovò già umida, chiaro segnale che ormai la resistenza era finita anche se continuava a livello verbale.
‘Dottore la prego non insista ! Sono una donna perbene e non vorrei perdere il controllo delle mie azioni.’
Per tutta risposta lui mi sfilò gonna e slip spingendomi poi verso il tavolo sul quale mi ritrovai piegata a novanta col fuoco fra le gambe. L’avvocato però era uomo da prendersela con calma, avvicinò una sedia dietro di me e cominciò a dare lunghe leccate sul solco del mio culo, fermandosi un po’ di più solo nelle vicinanze del mio buchetto.
Comincia a gemere dal piacere, non m’era mai successo di ricevere simili attenzioni anche se il mio fondoschiena era stata apprezzato da tutti gli uomini con cui ero stato a letto.
‘Bastardo che non sei altro.’ pensai fra me ‘Ti piace il mio culo vero ? Ma non sai quanto piace anche a me usarlo.’
Sentii le sue mani aprirmi le chiappe e la sua lingua fermarsi sempre di più intorno al mio fiorellino sino ad entrarci dentro neanche fosse un vero cazzo.
‘Mmm … ma com’&egrave bravo con quella lingua dottore ! Non vorrà mica farmi venire con quella ?’
Dentro di me l’immaginavo già col membro dentro il mio culetto ad incularmi come una cagna tanto m’aveva eccitata a furia di leccarmi. Ad un certo punto feci il gesto d’allungare la mano verso la mia passera, ma lui mi bloccò immediatamente.
‘Qui sono io a decidere come devi godere.’ mi disse perentorio ‘Tu puoi solo decidere se rimanere o andartene.’
E chi se ne andava !
Come potevo rinunciare a quella fantastica linguetta satanica che mi stava scopando il culo in maniera così favolosa.
Chiesi scusa e subito lui riprese a leccarmi portandomi alla soglia dell’orgasmo per poi fermarsi poco prima che venissi. Mi fece girare e sedere sulla scrivania cosa che feci volentieri facendo in modo di fargli trovare le gambe ben aperte.
‘Anita hai una fica splendida.’ mi disse mentre l’accarezzava quasi con stupore ‘Senza peli se non dove servono a renderla ancora più meravigliosa.’
In effetti m’ero depilata pochi giorni prima lasciando un ciuffetto a forma di triangolo proprio sopra l’inizio dello spacco come m’aveva chiesto Angelo. Il Dottor Saveri mi leccò prima gli umori che erano colati sull’inguine per poi arrivare alla fonte. Ebbi un orgasmo inaspettato ma estremamente piacevole, un piacere intenso e prolungato che sembrava quasi non finire mai anche perch&egrave lui non smetteva di farmi godere con la sua lingua così sapiente nel donare godimento sessuale.
Stavo quasi per implorarlo di scoparmi quando lui mise il pollice nella mia passera e l’indice nel buchetto senza forzarlo in alcuna maniera.
‘Sii continua … sto venendo di nuovo.’ gli urlai senza più alcun ritegno.
‘Sei bellissima quando godi.’ mi rispose ficcandomi due dita dell’altra mano ‘Non smetterei mai di vederti così !’
Venni di nuovo, ma questa volta gli schizzai dritto in faccia il mio orgasmo, ma il mio principale non si mosse di un centimetro, anzi leccò con ancor più avidità la mia fica colante. Ma proprio mentre mi stavo preparando a farmi scopare dopo tutto quel bellissimo preliminare, lui mi raggelò con poche e chiare parole.
‘Signorina può andare, ci vediamo domani per la firma del contratto.’
Rimasi letteralmente di sasso, come m’aveva eccitata come nessun altro ed ora finiva tutto li !
‘E no caro dottore.’ pensai fra me ‘Ora tiri fuori il cazzo e lo usi.’
Così invece di rivestirmi mi spogliai del tutto rimanendo nuda davanti a lui.
‘Ma che cosa fa ! Non ha capito che deve andarsene e di fretta !’ mi disse in preda ad un inizio di paranoia.
‘Se c’&egrave qualcheduno che non ha capito questo sei tu. Ora o fai quello che dico io o esco di qui nuda urlando che mi hai tentato di stuprarmi.’
Adesso era lui a rimanere immobile mentre m’abbassavo per aprirgli i pantaloni. Mi sembrò quasi che stesse piangendo quando feci cadere a terra i calzoni e gli guardai da vicino il pacco.
Pacco … che parola grossa.
Anche se dentro dei boxer si vedeva che non doveva essere un granch&egrave, ma mai mi sarei aspettata di trovare un moncherino quando lo scoprii del tutto.
‘Ma &egrave tutto qui ?’ domandai un po’ stupidamente alzando gli occhi in cerca dei suoi.
Lui annuì, era davvero un minidotato con per di più i boxer sporchi di sperma.
‘Stai tranquillo non dirò nulla, però fammici almeno provare.’ gli dissi cercando di tranquillizzarlo il più possibile.
Il mio capo annuì ed io iniziai a a leccargli il cazzetto, cominciai col pulirlo del suo seme che non aveva un cattivo sapore, forse era troppo intenso, un po’ troppo acidulo, ma mentre facevo ciò lui mi schizzo in faccia.
‘Scusami &egrave che non resisto molto.’ disse cercando di scusarsi.
Feci finta di nulla e presi a spompinarlo, ma dopo neanche un minuto mi ritrovai il suo sperma di nuovo in bocca, e a quel punto decisi di fermarmi.
‘Ok hai ragione tu.’ dissi cercando di nascondere la seccatura che sentivo ‘Facciamo così, domani m’assumi ed io te la faccio leccare ogni volta che vuoi.’
‘Si va bene anzi benissimo, mi raccomando solo la tua discrezione, ecco io …’
‘Stai tranquillo, anzi stia tranquillo Dottor Saveri, a me interessa solo lavorare e guadagnarmi uno stipendio, per il sesso vero ho già il mio ragazzo.’
Così mi rivestii e lo salutai dandogli un bacino sulla guancia prima di tornare a casa, avevo trovato un lavoro serio e duraturo ed un capo pervertito ma innocuo, ma nei giorni seguenti dopo avrei scoperto altre sue fantasie che m’avrebbero aperta a nuove vie del sesso.

La sera del mio primo incontro ‘ravvicinato’ col Dottor Saveri non ebbi modo d’incontrare Angelo, perché faceva il turno di notte, e me ne restai a casa a pensare all’accaduto.
Cominciai a cercare in rete informazione su quelli come lui trovando le storie più incredibili, molte delle quali sicuramente false riguardanti orge d’ogni tipo. Non sapevo con chi confidarmi, esclusi subito il mio ragazzo, che era sempre stato molto geloso, e non avevo amiche tali da poter raccontare quello che mi era successo.
Presi sonno più per la stanchezza che per volontà, ma passai una nottata tranquilla senza pensieri.
La mattina mi svegliai di buon umore e con un certo anticipo sui miei soliti tempi, così cercai con cura cosa indossare quel giorno, perché di certo l’avvocato avrebbe voluto assaggiare di nuovo la mia passera. Decisi così per un intimo estremamente sexy composto da un perizoma, decisamente minimo come dimensione, abbinato ad un reggiseno di pizzo molto trasparente. Misi poi delle autoreggenti che avevano sul dietro un ricamo molto raffinato per poi coprire il tutto con un classico e sobrio tailleur.
Appena arrivai in ufficio la signorina Di Stefani mi comunicò che il dottore mi aspettava alle 19.00 per la firma del contratto, ma per la prima volta mi guardò con uno sguardo diverso. Sembrava quasi che sapesse quello che era successo la sera prima, ma non voleva farmelo capire in maniera diretta.
Passai una giornata agitata, ogni volta che incontravo quella donna lei mi sorrideva in modo sempre più equivoco fino a quando non arrivò l’ora dell’appuntamento.
Mi presentai in perfetto orario e lei mi accompagnò dal mio futuro principale camminandomi davanti con un passo quasi da modella. Sbrigammo in fretta le poche formalità della mia assunzione e, subito dopo le firme, la signorina Di Stefani assunse un tono molto confidenziale nei miei confronti.
‘Anita ora che sei una dei nostri ti voglio augurare per prima una felice carriera in questo studio.’
‘Grazie signorina, non sa come sono contenta.’ le risposi in preda ad un certo imbarazzo.
‘Ma quale signorina chiamami Cinzia e diamoci del tu, in fondo abbiamo molte cose in comune non &egrave vero dottore ?’ disse rivolgendosi all’avvocato che nel frattempo si era alzato dalla sua poltrona.
‘Certo e vorrei proporre di festeggiare la nuova assunta, che ne pensi Cinzia.’
‘Non vedo l’ora.’ rispose lei mentre si sedeva al posto del dottor Saveri dopo essersi alzata la gonna mostrandoci le collant sotto le quali non portava intimo.
Lui si inginocchiò davanti alla sua segretaria e cominciò a leccare il nylon delle calze mettendo la testa tra sue gambe aperte.
‘Anita non fare la stupita, tanto &egrave inutile.’ mi disse lei mentre gli spingeva la testa contro la sua fica ‘So di ieri sera e sono contenta che non sei stata stupida come Angela che &egrave scappata via alle sue prime avances. Vedi al nostro caro avvocato, che in queste situazioni puoi tranquillamente chiamare Matteo, piace usare la lingua ed essere umiliato da noi donne. Col cazzetto che si ritrova, che poi non dura nulla, non può ceto soddisfarci, ma avrai già capito che non si gode solo con quello.’
‘Beh in effetti …’ le risposi senza riuscire a toglierle gli occhi di dosso ‘E’ un po’ diciamo diverso dal solito.’
‘Allora togliti la gonna e vieni qui.’ mi disse spostando l’avvocato quasi brutalmente ‘Voglio essere la tua insegnante di piacere.’
Mi sfilai la gonna mentre lui metteva la testa sulla seduta della poltrona sedendosi per terra.
‘Ma che belle mutandine !’ esclamò Cinzia mentre mi prendeva la mano ‘Non c’&egrave neanche bisogno di togliersele. Ora siediti sulla sua faccia schiacciandolo un pochino, a Matteo piace molto il facesitting.’
Non capii cosa intendesse con quel termine, ma andai a sistemarmi come lei voleva ed immediatamente sentii la lingua dell’uomo tra le pieghe del mio buchetto. Mi mossi quel tanto che bastava per farlo combaciare perfettamente con la sua bocca. Lui come aveva fatto la sera prima iniziò a penetrarmi con la lingua facendomi godere fin da subito, e quasi non resi conto che Cinzia mi aveva aperto sia la giacca che la camicetta. Solo quando la sua mano entrò nel mio reggiseno alzai gli occhi per guardarla, il suo volto era carico di lussuria allo stato puro e gli occhialini che portava le davano un tocco di perversione che la rendevano irresistibile. Allungai la mano e gliela misi dietro la testa per portagliela vicino alla mia, le nostre bocche rimasero qualche secondo a pochi millimetri di distanza prima che si unissero in un bacio pieno di desiderio.
Avevo avuta qualche piccola esperienza lesbo, ma sembrarono nulla al confronto di quel semplice bacio, ci succhiavamo la lingua a vicenda toccandoci i seni con passione anche se li sfioravamo solo con le dita. Poi la sua mano scese in mezzo alle mia gambe e cominciò a stringermi il clito quasi con forza facendomi impazzire di piacere.
Non so se il nostro principale ci potesse vedere, ma di certo vide un lungo fiume d’umori colarmi dalla fica e quando lei ci mise dentro due dita venni strozzando il mio urlo nella sua bocca.
Cinzia portò quelle dita pregne del mio orgasmo fra le nostre labbra e quasi le divorammo mentre mi alzavo dalla poltrona ancora un po’ sconvolta.
‘Matteo metti la testa contro la scrivania, non vorrai mica lasciarmi inappagata.’ disse Cinzia all’uomo che con fatica cercava d’alzarsi.
‘Non potrei mai non vederti godere mia signora.’ rispose lui inginocchiandosi davanti al suo tavolo da lavoro.
Lei si sfilò la gonna e abbassò le collant prima di schiacciare la testa di Matteo contro la scrivania spingendocela col sedere.
‘Piccola mia non vuoi sentire come sono bagnata ?’ mi chiese maliziosamente ‘O preferisci che faccia da me.’
Non le risposi ma mi abbassai all’altezza del suo pube, era completamente depilato con le piccole labbra appena sporgenti. Le baciai la fica più volte fino a quando questa non si dischiuse come un rosa mettendo in mostra un clito quasi sproporzionato per grandezza in quella che sembrava la passera d’una adolescente. Leccai con furia tutto quello che vedevo portandola presto sulla soglia dell’orgasmo, la sentivo gemere mentre quasi ondeggiava fra la mia faccia e quella di Matteo.
‘Mettimi due dita dentro ‘ non resisto più ‘ fammi venire ti prego.’ mi supplicò, ma io continuavo a farle sentire solo la mia lingua che scorreva sempre più veloce in mezzo allo spacco.
Poi mi alzai puntandole tre dita a cuneo contro la fica, le misi dentro mentre le chiudevo la bocca con la mia e Cinzia raggiunse l’apice del piacere aggrappandosi a me.
Una volta che si fu ripresa Matteo la ripulì dei suoi umori, dopo ci rivestimmo per salutarci in maniera formale come se non fosse successo nulla.
Quella sera dissi ad Angelo che non volevo uscire perché ero stanca e me ne andai a letto presto, ma il pensiero di Cinzia, quella donna che credevo quasi asessuata e che si era rivelata per quello che in realtà era, non mi lasciò dormire. Finii che mi ritrovai a masturbarmi col suo volto stampato nel cervello e mentre stavo godendo m’uscii un gemito che mai avrei pensato di dire.
‘Sii Cinzia leccami e fammi godere.’

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