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Trio

Remember (Frugando tra i ricordi)

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Una lite allo stadio, sì voglio iniziare a raccontarvi da qui la storia di Nico, una persona comune in cui ci potremo identificare tanti di noi sarà (il nostro eroe),

Un imbecille gli aveva messo la mano sul culo e lui credendo fosse Elisa si era mosso sporgendolo indietro per far capire che gli piaceva, al che l’imbecille aveva cominciato a gridare richiamando l’attenzione a mo’ di sfottò:

— Ragazzi! qui ci sta una signorina che vuole fatte le coccole fatevi sotto —

Nico si era incacchiato di brutto ed erano volati paroloni, spintoni, poi si era arrivati alle mani e il tutto si era trasformata in una gigantesca rissa, sino all’arrivo della polizia, l’ultimo ricordo: un incontro ravvicinato con un manganello, un dolore fortissimo alla testa e poi il buio”””””””’..

Nico si passò la mano tra i capelli impiastricciati di sangue rappreso, la manganellata oltre che stordirlo aveva prodotto una piccola ferita, si guardò intorno e capì suo malgrado di essere in carcere, urlò, cercando di richiamare l’attenzione delle guardie, ma non ebbe alcuna risposta, bagnò il fazzoletto che aveva in tasca e lo mise sulla ferita,

Cercò riordinare le idee su quanto era accaduto;

La partita era appena finita, erano tutti pressati come sardine cercando di guadagnare l’uscita dello stadio, dove si era recato in compagnia della dolce Eloisa (come diceva lui la sua tutrice di lavoro),

Si era presentato quindici anni prima in quell’ufficio assicurativo fresco di laurea, lei lo aveva preso in simpatia e lo aveva raccomandato al direttore facendolo passare per un suo parente.

Quando Eloisa aveva manifestato l’intenzione di assistere ad un incontro di calcio, Nico cavallerescamente l’aveva invitata e si era recato in ufficio il giorno dopo con due biglietti della tribuna numerata, Con un po’ di rammarico per quell’occasione avrebbe abbandonato il ‘ Gruppo Ultras Curva Sud ‘

In mezzo a tutta quella folla sentì la mano sulla schiena scendere ad accarezzargli il culo, sorrise guardando Eloisa, il loro era un rapporto particolare, no, non erano amanti, non erano mai arrivati ad un rapporto completo, lei non voleva, diceva che la differenza di età era troppa, ma a modo suo si lasciava andare, come quando dopo un paio di mesi che era stato assunto Nico era salito su di una sedia per cambiare una lampadina e lei con la scusa di tenerlo lo aveva cominciato ad accarezzare di dietro dicendogli che aveva un bel culo e quando vide i pantaloni gonfiarsi per l’eccitazione gli tirò fuori il membro masturbandolo fino a farlo venire, pulendolo accuratamente con dei fazzolettini di carta, poi Eloisa si sedette sulla scrivania si sfilò le mutande e si masturbò davanti a lui, adorava essere guardata mentre lo faceva, ma non voleva essere toccata, a lei piaceva così,

Una volta capitò in ufficio una giovane cliente, molto carina, si era seduta sul divano attendendo di poter parlare con il direttore, Eloisa andò a sedersi accanto a Nico con la scusa di volere dei chiarimenti su una pratica cominciò a toccargli i genitali controllando la donna, eccitandosi al pensiero che la sconosciuta la potesse vedere, in quel momento uscì il direttore, fortunatamente non si accorse di quanto stava accadendo e la cosa finì lì.

Ecco spiegato il motivo, era per questo quello gli aveva messo la mano sul culo, evidentemente i movimenti di Eloisa non erano passati del tutto inosservati e l’imbecille aveva fatto lo spiritoso.

Si aprì la porta e un poliziotto gli disse di seguirlo, capì che non era in carcere, ma al commissariato, dopo aver percorso un lungo corridoio il poliziotto bussò ad una porta,

– Dottò ci sta l’ultimo, lo faccio entrare?

Entrato nella stanza vide il (Dottò) di spalle intento ad accendere il registratore, dai capelli castani lunghi e dalle tondità del fondoschiena intuì che si trattava di un’Ispettrice,

– Prego si accomodi, e mi esponga i fatti, mi raccomando dall’inizio,

– Ma, la voce, Dotto’ tu sei”, tu sei Giulia!

– Nico,! quanto tempo &egrave passato, e che cazzarola ci fai tu qui?

Allora cominciò a raccontare su quanto accaduto allo stadio, e intanto il pensiero volava a molti anni prima, quando l’aveva conosciuta, ”””””’..

Era tornato a casa prima quel giorno, per pagarsi gli studi lavorava saltuariamente in uno studio notarile.

Entrato in casa aveva sentito della musica, era pomeriggio e i genitori erano al lavoro, la musica proveniva dal salone, si avvicinò alla porta socchiusa.

– Dai!, ora metti l’altra, che in questa non si vedeva un cazzo, in quella con la copertina blu ci sta un negro che lo ha lungo e grosso da far paura.

Stava entrando nella stanza, ma si fermò appena riconobbe la voce di Giulia, sentirla parlare così lo aveva sconvolto, abitava sopra di noi ed era amica della sorella da una vita, era quello il modo di aiutarla a preparare la tesi universitaria, lei con quell’aria da santarellina.

Aprì la porta quel tanto che bastava per spiare senza essere visti, Sullo schermo apparve la figura di un negro che si faceva la doccia e a giudicare dalle dimensioni del coso enorme e scuro che gli penzolava tra le gambe doveva essere l’attore principale.

Vide sua sorella Tizzy seduta su di una poltrona che con una mano si toccava i capezzoli e con l’altra frugava sotto le mutandine, mentre Giulia sdraiata sul divano con le gambe oscenamente aperte si spingeva dentro una bottiglietta di coca-cola,

‘ Dicendo: ‘Che bello!, vorrei che fosse quel cazzo nero enorme ad allargarmela!,’

Alla vista di quella scena Nico era eccitatissimo, con la mano in tasca si toccava, lo sentiva scoppiare di quanto era duro, stava per sbottonarsi i pantaloni per masturbarsi,

Gli caddero le chiavi di casa dalla tasca, le ragazze sobbalzarono al rumore,

Non potendo fare altro prese, la palla al balzo ed entrò nella stanza, fingendo indignazione, mentre le ragazze cercavano di darsi contegno coprendosi alla meglio.

– Ma brave!, che bel modo di studiare, complimenti,

Mamma e papà si preoccupano perché studi troppo, se sapessero come ‘studiate’

– Nico!, – Non penserai mica di dirlo a mamma e papà?!,

– Tizzy ha ragione, d’altronde tu cosa ne guadagneresti spifferando tutto?,

– Perch&egrave, se sto zitto cosa né guadagno?

(non ci aveva pensato, ma la cosa si faceva interessante)

Giulia gli si accovacciò davanti accarezzandogli il pene in stato di semierezione,

– Non sembra che tu sia così indifferente verso il sesso e gli indicò lo schermo in cui due belle ficone da urlo stavano eseguendo un sessantanove.

Lestamente gli aveva slacciato la cintura e abbassato la cerniera dei pantaloni.

– Che stai facendo?,

– Non lo vedi cocchino?, ti sto tirando fuori il pisello, così vediamo se &egrave sostanzioso come sembra attraverso la stoffa dei pantaloni,

– Alla faccia!, non credevo tuo fratello fosse così attrezzato e mi dicevi che non avevi goduto masturbandoti, non ti aveva eccitata perché l’aveva piccolino!

– Che cosa!?, quando &egrave stato?, domandò Nico,

Qualche mese fa, ero entrata per svegliarti, ma il lenzuolo era scivolato e tu eri nudo con il coso eretto, lo ho guardato, lo ho sfiorato e poi sono andata in camera mia, avevo paura che ti svegliassi scoprendomi lì.

– Bell’amica, non sei salita su a chiamarmi, e mi hai pure mentito sulle misure.

Se non te l’ho detto e perché non volevo succedesse questo,

– Perch&egrave cos’&egrave che non và ?, disse Giulia mentre leccava il cazzo di Nico come fosse un cono gelato, soppesando i coglioni.

– A!,- Secondo te &egrave normale che tu ti ciucci mio fratello e io ti guardo con invidia?

– Non vedo dov’e che sta il problema, vieni ad aiutarmi dai!, se lui &egrave d’accordo né basta e avanza per entrambi.

– Tu che dici?,disse Tizzy,

Nico si diede una pacca sulla coscia invitandola a partecipare, lei gradì, s’inginocchiò davanti a Nico mentre Giulia gli prendeva la mano e se la portava tra le labbra della fica bagnate fradice di umori.

– NICO !!!! – NICOOO!!!!, – Oeh’ che &egrave ti senti male, era stata Giulia a ridestarlo,

– No!, e che sai la botta che ho preso, la testa mi fa male, poi rivederti dopo tutto questo tempo, i tempi andati, quanti bei ricordi,,,,,,,,,,,,,

– No!, non parliamo dei tempi passati, &egrave stato bello, ma mettiamoci una pietra sopra, ora mi metti una firmetta qui e te ne vai a casa, mi assumo io la responsabilità,

Ma’, per le partite di calcio che rimangono sei diffidato dall’avvicinarti allo stadio.

– Mah?’, sbottò Nico,

– Niente mah!, – E’ così, se non ti va torni in cella e domani parli con il giudice.

Trascorsero i giorni, e arrivò il giorno della partita, Nico era nervoso, aveva detto alla moglie che era meglio se andava con i bambini dai nonni per il week-end, decise allora di andare a correre per scacciare la tensione, arrivò ai Giardini Comunali poco prima dell’imbrunire, appena trovato uno spiazzo erboso fece qualche esercizio di stiramento per rilassare i muscoli, guardandosi intorno, cercando di scorgere qualche conoscente con cui scambiare quattro chiacchiere man mano che si corre in modo da non sentire la fatica, ma niente, tutto deserto, erano tutti incollati davanti al televisore dove davano il Big match che la squadra locale disputava in trasferta, in sintesi, la partita che sarebbe stata determinante per la promozione, tutta la città era mobilitata, per l’occasione erano stati montati dei megaschermi nelle principali piazze e dentro lo stadio, in cui l’ingresso era gratuito, ma aveva deciso di non seguirla optando appunto per il footing, però non aveva tralasciato di indossare i boxer rossi che gli avevano regalato a capodanno, avevano un effetto scaramantico e portavano bene, pazienza se erano un po’ scomodi.

Non vedendo nessuno iniziò a correre, fantasticando a tutto quello che avrebbe potuto realizzare nell’estate futura, dopo un pò incrociò una ragazza, con dei lunghi capelli neri che girava lentamente in senso contrario, molto carina con gli occhi nocciola e delle belle guanciotte paffute, teneva un Walkman in mano e le cuffiette in testa, indossava una tuta di colore grigio, il suo fisico non si poteva definire da fotomodella, malignamente si poteva dire che neanche se avesse corso tutta la notte le sarebbe servito a qualcosa visto che ad occhio e croce doveva pesare sui centotrenta chili.

I pensieri tornarono a quella coppia di romani conosciuta l’estate precedente e ai giochi erotici che avevamo fatto e a quelli che stavano progettando via e-mail per l’estate a venire.

Ricordava a quando e come si erano conosciuti, stava esplorando il fondale in un tratto di mare antistante una spiaggia appartata frequentata da nudisti, anche lui di conseguenza aveva tolto gli slip e nuotava attrezzato di pinne e maschera quando poco distante vide un’altro sub, notando però che il sub oltre che al paesaggio marino e ai pesciolini variopinti che popolano gli scogli lanciava delle occhiate ai gioielli di famiglia, che a detta delle sue amiche sono belli e di misura abbondante,l’uomo sorrise, ammiccando verso gli attributivi Nico, che lusingato contraccambiò il sorriso, e nuotando si allontanò lentamente, senza darlo a vedere, non che avesse qualcosa contro i gay, ma preferiva la compagnia di una bella ragazza.

Quando fu vicino la riva l’altro sub tornò alla carica, facendosi più audace ed avvicinandosi di più, la situazione cominciava ad irritarlo, ma (colpo di scena) non era più solo, era accompagnato da una bella donna che teneva per mano, indossava un minuscolo perizoma rosso ed era munita di occhialini da sub.

La cosa si faceva interessante, la donna avrà avuto sui quarant’anni, formosa al punto giusto con delle belle tettone che sembrava la volessero tirare verso il fondo di quanto erano, le unghie delle mani e dei piedi erano laccate color fucsia, che con i riflessi dell’acqua creavano dei strani effetti, mentre era impegnato a guardare questa specie di sirena, notò che l’uomo gli indicava i gioielli di Nico, che lusingato dall’interessamento della dolce visione si facevano più consistenti, la donna annuì compiaciuta, allora Nico finse di vedere qualcosa sotto uno scoglio, L’uomo arrivato in un punto in cui poteva appoggiare i piedi e poteva stare in equilibrio, si posizionò dietro la donna a cui sfilò il perizoma, per agevolarlo la donna alzò le gambe, la fica era completamente depilata e si intravedeva il rossore del suo interno, l’uomo si muoveva dietro di lei strofinandogli il cazzo sul culo mentre gli alzava i grossi seni offrendoli a Nico invitandolo ad avvicinarsi, quando fu abbastanza vicino la donna gli accarezzò il torace villoso facendo poi scivolare la mano sull’asta stringendola, come per assaporarne la consistenza,scappellandola e accarezzando col pollice il glande,

L’uomo passando il braccio tra le gambe della donna lo prese dolcemente dai coglioni tirandolo verso fessura lei favorì l’operazione aggrappandosi con le lunghe gambe ai fianchi di Nico e impalandosi, emettendo un gemito di dolore sentendo il cazzo toccargli il collo dell’utero, entrava e usciva da quell’accogliente tana sentendo l’acqua defluire fuori dalla vagina compressa dal suo cazzo, il ritmo delle pompate era scandito dall’uomo che non mollando la presa lo muoveva avanti ed indietro in un lento crescendo, la donna con abili colpi di bacino e afferrando Nico dai glutei raggiunse l’orgasmo allora Nico cominciò a muoversi nervosamente per l’eiaculazione imminente, l’uomo si immerse, e tolto il cazzo da dentro la donna lo mise in bocca succhiandolo avidamente fino a farlo venire, uscendo la testa per riprendere fiato baciò la donna dividendo con lei il dolce nettare.

Fuori dell’acqua si erano presentati,

Erano una coppia di fatto, sposati da dieci anni, lui Andrea e lei Gloria, gestivano un negozio d’abbigliamento e purtroppo quello era l’ultimo giorno di ferie, avevano il volo di ritorno la sera stessa, si erano scambiati i recapiti e da allora, gli mandavano delle e-mail con allegate delle foto in cui Gloria gli faceva vedere la dieta vegetariana che riservava alla sua fichetta, (entrando in particolare che la ritraevano mentre con una carota infilata nel culo si masturbava con un cetriolo gigante).

Andrea gli scriveva che non stava nella pelle pensando al momento in cui sua moglie avrebbe fatto uno spegnicandela sul cazzo di Nico mentre lui gli avrebbe leccato i coglioni.

Intanto aveva completato un altro giro e vide la ragazza di prima seduta su di un muretto che si massaggiava il polpaccio in una smorfia di dolore, le domandò cosa fosse accaduto,

– Salve, le serve aiuto.

– Non saprei, stavo correndo quando ho avuto delle dolorose fitte al polpaccio che mi hanno fatto perdere l’equilibrio e cadere per terra.

– Mentre lei parlava non riusciva a staccare gli occhi dal suo volto paffuto, quegli occhioni gli facevano lo sguardo era profondo e dolce allo stesso tempo.

– Uno stiramento, capita quando si fa attività sportiva e non si fanno gli opportuni esercizi di riscaldamento.

– E ora come faccio?, appena muovo il piede mi fa di nuovo male.

– Aspetti provi a stirare la gamba, il dolore si dovrebbe alleviare.

– Grazie, va già meglio, ma non so come fare per tornare a casa.

– Ho il telefonino, se vuole può chiamare qualcuno.

– Non saprei chi chiamare, abito da poco in città.

– Allora se mi permette l’accompagno io non mi potrei perdonare di lasciare una fanciulla in difficoltà.

– Lei &egrave molto gentile, grazie di cuore.

– In macchina ci furono le presentazioni e si passò ad un più confidenziale tu,

– Sofia, così si chiamava era molto vivace e parlava tanto, durante il breve tragitto raccontò della sua vita, che aveva studiato medicina e che si era trasferita da un paesino dell’entroterra solo da pochi giorni perché l’avevano assunta in una clinica privata.

– Ecco siamo arrivati puoi accostare dietro al mio fuoristrada &egrave quello rosso lì davanti.

– Non scendi?, che fai ancora li seduto? sali su da me che ti offro il caff&egrave, e il minimo che posso fare.

– Non vorrei disturbare.

– Ma quale disturbo, sono io che ti ho disturbato, ti ho visto prima mentre ti preparavi minuziosamente prima di correre e io ti ho scombussolato i piani.

– Ma no!, non devi dirlo quando si può aiutare il prossimo.

– Entrati in casa Nico rimase sbalordito!

– Era un casino, regnava il caos totale scatole e scatoloni erano sparsi in giro,

l’arredamento della casa era composto solo ed unicamente da un letto matrimoniale, persino il televisore era appoggiato su di uno scatolone,

– Scusa per il disordine ma al momento sono, come si suol dire accampata, questo letto, la tv e gli scatoloni sono quanto ho potuto trasportare con il fuoristrada, il resto lo portano quelli dei traslochi la prossima settimana, ma siediti pure sul letto, mentre preparo il caff&egrave, così facendo accese la tv e neanche a farlo apposta era sintonizzata sulla partita. (si vede che era destino) ””..

Stavano vincendo, ormai era fatta, la promozione era praticamente a portata di mano, tra una battuta ed un calcio di punizione il tempo passava cosi arrivammo ai minuti di recupero.

– Quanto zucchero? Sofia aveva appoggiato un vassoio con le tazzine e la zuccheriera sul letto,

Si era cambiata adesso indossava un elegante accappatoio rosa che insieme ai capelli legati gli conferiva un aspetto materno ed erotico, forse sarà stato per il seno giunonico e bianchissimo.

– Uno, grazie rispose Nico visibilmente impacciato non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla sua scollatura, nel frattempo il triplice fischio dell’arbitro mandava i giocatori negli spogliatoi decretando la vittoria alla squadra locale con conseguente promozione, esultò gioioso, nel farlo urtò con la tazzina che Sofia gli aveva avvicinato rovesciando il caff&egrave addosso e sul letto.

– Sono una frana, scusami combino sempre pasticci.

– Non ti preoccupare a tutto vi &egrave rimedio, guarda, di caff&egrave vi &egrave l’altro nella caffettiera e te lo vado a prendere, le lenzuola erano da cambiare, ti togli i pantaloni della tuta me li dai, così vi passo sopra una pezza bagnata poi li metto sul termosifone e in poco tempo li potrai rimettere.

– Il suo ragionamento non faceva una grinza, lei vedeva tutto con ottimismo,

– Nico era titubante, non mi sentiva a suo agio a rimanere con i boxer, sono comodi, ma hanno quell’apertura davanti e ogni tanto capita che esce l’attrezzatura.

– Lei lo intuì, lo guardò ridendo e disse,

– Non mi dire che non indossi niente sotto?

– No che dici, e che mmhh”’., sai com’&egrave.

– Vado a prendere il caff&egrave mentre ti spogli!

La sua sicurezza e l’ottimismo infondevano fiducia, quindi non esitò si sbarazzò dei pantaloni appoggiandoli sul letto, nel frattempo Sofia era tornata con un’altra tazzina di caff&egrave e un flacone.

– Quando hai finito con il caff&egrave guarda se va bene questo per lo stiramento, e presi i pantaloni si allontanò.

Nico ne approfittò per sentire i commenti a caldo della partita,

(quelli a bordo campo)

Erano tutti contenti, il tecnico, l’allenatore, i giocatori così i tifosi che avevano seguito la trasferta che cantavano gioiosi sugli spalti.

– Allora!, hai visto se va bene quel prodotto,

– Si!, &egrave olio canforato, bisogna fare dei massaggi,

– Ti spiace?,

Cosi dicendo Sofia si adagiò supina nel letto, nel farlo l’accappatoio salì scoprendo delle cosce bianche come il latte, in cui la cellulite era evidente.

Nico non era entusiasta della situazione, se fosse stata una bella ragazza l’avrebbe di già violentata, non vedeva l’ora di squagliarsela, visto che era libero poteva chiamare qualche ex.

Ma con i boxer non se ne poteva andare e non volendo sembrare scortese sparse un po’ di olio sul polpaccio e iniziò a massaggiarlo cercando di pensare altrove, ma al contrario di quanto potesse immaginare il tocco di quella pelle rosata, così tonda e tirata era piacevole, massaggiava in tondo, dalla caviglia fino a dietro il ginocchio dove vi erano due deliziose fossettine.

Nico si stava eccitando, sentì erigersi il suo pene nei boxer ormai era chiaro nonostante fosse grassa Sofia lo eccitava.

– Va meglio?

– Sembra di si!,

– Dovresti provare a sollevare la gamba e a stirare il piede,

– Cosi?,

– Sì perfetto, continua così,

Quando Sofia sollevò la gamba Nico constatò che sotto era nuda,

tra le cosce poteva vedere la fica, rimase turbato dalle dimensioni, tutta ricoperta di una riccioluta e folta peluria nera.

– Hai!, il polpaccio comincia a tirare di nuovo, andava meglio prima quando mi stavi massaggiando,

– Vuol dire che continuerò con i massaggi,

Con gli occhi fissi su quella donna dalle abbondanti forme, si versò dell’altro olio sulle mani e continuò a lavorare, ma stavolta il tocco era lieve, guardava la donna che aveva davanti con eccitazione, la sua mano si fece audace e risalì lungo la coscia, sentiva Sofia fremere sotto di lui, la sentiva ansimare, vedeva il luccicore degli umori colare da quella spacca enorme, avrebbe voluto leccarla, toccarla, aprire quei labbroni e infilarvi la mano brutalmente, era chiaro che anche lei lo desiderava, che ne sarebbe stata felice, lo si capiva pure dal fatto che quando le accarezzava l’interno cosce lei alzava il bacino offrendo alla sua vista il forellino grinzoso tra quei globi di carne, sentiva di non potersi più trattenere, ancora pochi attimi e l’avrebbe sodomizzata, infilando il cazzo nella fica per bagnarlo e poi glielo avrebbe schiaffato nel culo, fino alle palle, anche se lei si fosse opposta.

Squillò il telefonino,

– E ora chi &egrave che rompe?,

disse Sofia, mettendosi a sedere nel letto, chiudendo l’accappatoio che si era slacciato che aveva lasciato intravedere i grossi seni bianchi e marmorei che si appoggiavano sulla pancia.

– Pronto, si?, Ciao mammina!,

– Si va tutto bene, certo che mangio, lo stavo appunto facendo, no, non mi disturbi affatto.

– Nico si senti osservato, istintivamente si era alzato dal letto,

– Abbassò gli occhi e vide che il suo cazzo ormai rimpicciolito era fuori dei boxer,

– Stava per rimetterlo dentro quando lei ridendo sonoramente lo bloccò, e tirandolo per il cazzo lo attirò a se.

– No, non rido per te mammina cara, parla pure, te l’ ho gia detto non disturbi, stavo vedendo una candid camera in televisione.

Intanto che ascoltava la mammina usci la lingua e iniziò a leccare il cazzo di Nico, quando invece doveva parlare se lo strofinava sul volto e sul collo come fosse stato un piumino da cipria, intanto Nico aveva appoggiato il ginocchio sulle labbra della fica, e Sofia ci si masturbava movendo i fianchi e mordendosi le labbra per non urlare, ma mugolava, e come mugolava,

Vedendo che le cose stavano prendendo una brutta piega, e se continuava così, la mammina avrebbe intuito quello che stava succedendo Nico, si allontanò, togliendo il ginocchio.

Allora Sofia mise i piedi sul letto e aprendo oscenamente le gambe infilò tutte le dita dentro la fica mentre con il pollice si accarezzava il clitoride.

La situazione andava degenerando, doveva impedire che raggiungesse l’orgasmo in modo da evitare che la mammina capisse quello che stava succedendo, allora gli bloccò la mano, e gli fece capire che se ne sarebbe andato, solo così Sofia si calmò.

– Sai, mammina sono andata a correre, ho avuto uno stiramento, fortunatamente c’era un bel ragazzo che mi ha aiutata e mi ha riaccompagnato a casa,

– Come?, si, aspetta ora te lo passo,

– Nico la guardò allibito, era imbarazzato.

– Pronto, si!, – buonasera signora, mi chiamo Nico, ho conosciuto sua figlia e debbo dire che &egrave una creatura fantastica.

– Ciao, senti Nico, dammi pure del tu, io mi chiamo Lidia ho quarant’anni, sono vedova da dieci anni e so come vanno le cose, ho sentito i gridolini, e posso immaginare quello che stavate facendo,

– Tu Nico quanti anni hai?.

– Trentasette, Signora Lidia, perché?

– Ti parlerò francamente, conosco la mia bambina e sono sicura che mentre tu stai parlando con me lei ti sta toccando lì, lo puoi forse negare?,

Era vero, Sofia si era inginocchiata ai miei piedi e mi stava spompinando di brutto, voleva bere il mio succo .

– Ma che dice?, come parla, e’ poi, come fa a saperlo?,

– Perché ci assomigliamo, abbiamo gli stessi gusti, se io fossi al suo posto te lo consumerei leccandolo fino a farti venire sul mio seno,

– Solo al pensiero sento che sono bagnata fradicia.

– Infatti,

– Ma?,

– Mi scusi, Lidia che cosa dice?,

– Allora?,- raccontami, cosa sta facendo?

‘ Ti sta succhiando l’uccello?,

– Io mi sono tolta le mutande e mi sto toccando la fica pensando a voi, dai parla non fare lo stronzo egoista.

– Mah?, non saprei, sentirti parlare così mi imbarazza, aspetta, ne parlo con Sofia.

Intanto Sofia che aveva afferrato l’argomento, annuì sorridendo, e pompava con più foga, fermandosi di tanto in tanto per leccare i coglioni.

-I o,,, Ecco, Niente, Va bbene và, ora ti spiego.

– Sono seduto sul letto, con addosso la maglia della tuta ed i calzini, Sofia e inginocchiata per terra e mi sta succhiando il cazzo e leccando le palle, ora si sta strizzando i capezzoli, a messo le tette strette sul mio cazzo e sta facendo una ‘SegaSpagnola’, &egrave stupendo!,

– Sto venendoooo””’!!!!,si””’!!!! Cosiiii””!!!!, Godooooo””’.!!!

– E’ arrivata tutta la sborra sulla mia pancia e ora Sofia la sta leccando di gusto.

– E’ una vera porcellina, ha il sesso nel dna!

– Dimmi Nico, ti piacciono i seni grossi?

– Da morire, mi fanno andare fuori di testa.

– Vedi, io sono più magra di Sofia, ma ho le tette più grosse, ora ne ho alzata una e mi sto succhiando il capezzolo, vorrei che tu fossi qui a mettermi il tuo cazzone nel culo, dietro sono ancora vergine, ma sento che stasera farei di tutto,

– Mi &egrave venuta un’idea, perché non venite qua?, sono solo un centinaio di chilometri, rimanete qui anche domani, tanto e domenica, tu hai problemi?.

– No, domani sono libero, ora ti passo Sofia, parlane con lei.

– Dimmi mammina, che cosa stai architettando?

– Avevo telefonato perché mi sentivo sola, ora sentirvi mi ha fatto venire certi languori, quindi se volete venire qua da me, la cosa mi farebbe piacere.

– Venire in che senso?, fino adesso l’unico che &egrave venuto &egrave Nico!.

– Intanto preparo la cena per tutti e tre, poi si vedrà, o non ti và l’idea?

Nico fece cenno di si con la testa, la cosa lo eccitava e l’incuriosiva.

– D’accordo, sei riuscita ad incuriosirmi, ci vediamo più tardi, Ciao.

– Durante il tragitto autostradale Nico non parlava, era assorto nella guida,

– Ho visto il tuo sguardo, prima, mentre parlavi con la mia mammina.

– Perché che aveva di particolare?,

– Era carico di libidine, il mio sesto senso mi dice che sei più porcellino di m&egrave!

– Comunque, Lidia &egrave la mia matrigna,

– La mamma se ne andata quando io avevo cinque anni, poi mio padre si risposato con lei, debbo dire che andiamo d’accordo, vi &egrave un certo feeling.

– E’ successo qualcosa tra voi?,

– Qualcosa in che senso?,

– Riguardo a sesso, sei lesbica?, lo avete fatto insieme?.

– Sei curioso, No! Non lo abbiamo fatto, vi e stato solo un episodio pochi giorni fa’, prima che io lasciassi il paese;

– Lidia era andata a fare compere, ed io stavo cercando un libro erotico che avevo intravisto qualche giorno prima, non trovandolo in giro, ho guardato nel comodino accanto al suo letto e con grande sorpresa vi ho trovato un vibratore, ma non di quelli lisci, questo era in tutto e per tutto simile ad un cazzo vero, con le venuzze , la forma del glande, il colore, insomma uguale, sotto vi era un pulsante pigiandolo ha iniziato a vibrare, era bello soffice al tatto e cosi lo ho appoggiato ai capezzoli per vedere che effetto faceva e debbo confessarti che mi &egrave piaciuto, forse sarà stato che odorandolo sapeva degli umori di Lidia, evidentemente era stato usato di recente, lo ho appoggiato nella fica e lo stavo sentendo scivolare dentro di me, quando sulla porta e apparsa Lidia, non l’avevo sentita rientrare, temevo la sua reazione quando ho visto che si stava avvicinando, invece mi ha abbracciato baciandomi sulla guancia e manovrando lei il vibratore mi ha portato all’orgasmo, la sensazione più forte che fino ad oggi ho provato,

– Spero che tu sia capace di battere questo primato.

– Cercherò di essere all’altezza, mia regina!

Intanto che parlava si era accucciata su di Nico tirandogli l’elastico della tuta e infilando la mano per accarezzargli il sesso.

– Ma non ti stanchi mai?

– Caro mio, tu sei venuto!, ed io ancora no!, non pensi a come mi sento.

– Non &egrave certo colpa mia!, toccati la passera se ti fa piacere!,

– No!, non mi va, e poi tra poco siamo arrivati, preferisco stuzzicarti un po’,

Le luci del paesino si profilavano all’orizzonte, Nico fremeva, era impaziente di conoscere la sconosciuta che lo aveva fatto eccitare al telefono.

Arrivarono in una antica casa padronale, isolata in mezzo alla campagna tutt’intorno vi erano degli alberi di limoni ed uliveti,

Fermata la macchina davanti al cancello due grossi alani si misero a ringhiare digrignando i denti con aria minacciosa.

Sofia scese dalla macchina avvicinandosi.

– Ringo!!,.. Diana!!!’., i due miei cucciolini, che belli che siete,

Si accesero delle luci sotto il patio, mentre il cancello cigolando si aprì, Sofia si incamminò con i cani che gli scodinzolavano intorno, appena Nico scese dalla macchina i cani si avvicinarono a lui, che corse verso la porta di casa, appena questa si aprì si scaraventò dentro, inciampando nella guida della zanzariera finendo lungo, steso sul parquet.

– Quanta foga!, Ti devo aver incuriosito, La cosa mi fa molto piacere, bene.

dei piedi, aprendo gli occhi se li trovò a pochi centimetri dal volto,

‘era caduto letteralmente ai piedi di Lidia’,

Alzò lo sguardo e la vide, era scalza, indossava una corta gonna di jeans e un maglioncino nero di lana d’angora, guardandola da quell’ angolazione non poteva vederla in volto perché le grosse tette lo distraevano ostruendogli la visuale, in compenso ammirò le belle gambe e i riccioli della fichetta, lasciata libera senza mutandine.

– AIUTOOO!!!”I cavalli’!!, mi inseguono,’ chiudete la porta,’. presto!!!!!!!!

– Tranquillo!, Non ti fanno niente, poi, guarda sono rimasti di fuori con Sofia.

Si abbassò accovacciandosi accanto a lui, la gonna era risalita e poteva ammirare da vicino lo spacco imperlato di umori, sentirne il profumo acre.

Lei tossì, richiamando la sua attenzione, e finalmente la vide in viso, lunghi capelli incorniciavano profondi occhi neri, la bocca era carnosa, da mordere, molto sensuale, avrebbe potuto essere benissimo una di quelle modelle siliconate che pubblicizzano i telefoni erotici.

( tipo telefono erotico 144 dove ansimano tutte e cose del genere )

Si aprì la porta dietro di lui, Sofia lanciò un urlo vedendolo per terra.

– Che cosa e successo!,

– Nico ti sei fatto male?,

Entrambe le donne lo aiutarono a rialzarsi e a mettersi seduto sul divano con uno sgabello davanti per posizionare alto il piede.

– Sono inciampato nella guida, e sono caduto per terra fa un po’ male il ginocchio, ma non &egrave niente, però se ci metto del ghiaccio &egrave meglio.

– Complimenti tesoro! , &egrave un bel ragazzo, e se il resto &egrave come l’apparenza,”’.. disse Lidia, più tardi in cucina mentre armeggiava col freezer,

Sofia annusò l’aria,

– Che un buon odorino, si sente che hai preparato qualcosa di buono

Le donne tornarono con un tovagliolo legato in cui avevano messo il ghiaccio.

Sofia cercò di scoprire il ginocchio di Nico tirando su la tuta, ma era stretta e con il ginocchio indolenzito alzarla era praticamente impossibile.

– Mi sa che &egrave destino che tu debba rimanere in mutande!,

– Ma no!, lascia stare, non &egrave il caso, disse Nico guardando le due donne, la situazione lo stuzzicava, ma si sentiva come il pasto di due tigri affamate.

– Che fai, ricominci? a fare il timidone?

– Dai così con l’occasione fai vedere i boxer rossi anche alla mammina,.

Lidia gli slacciò le scarpe ginniche, sfilandogliele insieme ai calzini,

– Mi piacciono i tuoi piedi, disse Lidia sfiorando l’alluce con un bacio,

Intanto Sofia gli aveva tirato giù i pantaloni, d’istinto Nico parò entrambe le mani davanti come per coprirsi,

– Ti sembra mica che ti mangio?, disse Lidia ridendo.

– No, e che siccome i boxer sono aperti davanti ogni tanto esce di fuori.

– Si vede che vuole prendere aria, incalzò Sofia e poi come dice la pubblicità.

(Cara cummari, l’occhi pi invidia vata manciari, i cosi belli sanna taliari.)

La frase scatenò l’ilarità generale dopo di che Lidia disse, e meglio che vada a tirare il pollo fuori dal forno prima che si carbonizzi.

Sofia prese Nico tra le braccia disinvoltamente come fosse stato un bambino e lo mise a sedere appoggiandogli la gamba su di uno sgabello sotto il tavolo, mentre Lidia portava le cose in tavola, si sentiva coccolato, ma era esterrefatto, lui pesava ottantadue chili e lei lo aveva alzato come fosse un fuscello, quella donna non finiva mai di stupirlo.

A tavola si parlava del più e del meno sorseggiando vino rosso di loro produzione, la gradazione era abbastanza elevata e contribuiva a far alzare la” temperatura Lidia suggerì di mangiare alla maniera degli antichi romani, quindi mise la pietanza al centro della tavola e ne staccò una coscia senza l’ausilio di posate e la portò alla bocca, operazione che Nico seguì con molto interesse perché per banale che fosse era carica d’erotismo, la imitarono, Sofia mangiava con gusto, leccandosi le dita unte d’olio.

Nico trasalì sentendo che l’alluce veniva sfiorato, guardò Lidia che gli fece l’occhietto, era scivolata leggermente in avanti e con abili movimenti si massaggiava il clitoride, cosa che gli doveva provocare molto piacere, aveva perso ogni pudore e si mordeva le labbra visibilmente eccitata e prossima all’orgasmo,

La situazione non passò inosservata a Sofia, che con la scusa di raccogliere un tovagliolo si chinò a sbirciare, e vide l’alluce di Nico avviluppato dall’intimità della matrigna, girando la testa si ritrovò con il naso appoggiato sul cazzo ormai fuori dai boxer, l’erezione lo faceva sembrare un paracarro, lo prese come un invito e uscita la lingua la passò lungo tutta l’asta prendendolo in bocca fino a sentirselo nelle tonsille quasi a provocare un conato di vomito, Lidia si sbottonò la camicia e appoggiò le grosse mammelle sul tavolo,

I capezzoli erano scuri ed eretti, Nico si allungò sul tavolo e li prese tra le dita come fossero i pomelli di un’autoradio, Lidia accelerando i movimenti del bacino venne gemendo e sussultando mentre affondava le unghie nella tovaglia.

– Tra poco vengo pure io, ”’.. sussurrò Nico,

– Sofia si fermò e presa la ciotola del ghiaccio la vuotò sul cazzo di Nico,

– Che cazzo combini?, mi hai bagnato tutto,

– Tu sei venuto, Lidia &egrave venuta credo che ora sia giunto il mio turno,

– Ora mi vado a rinfrescare e poi mi sdraio sul letto,

– Ho potuto notare che voi siete in sintonia, quindi organizzate voi due come portarmi alle stelle, il tempo c’&egrave, vi dò carta bianca.

Si stava sciacquando il volto, quando in bagno entrò Lidia, che alzandosi la gonna si sedette sul water, lo scroscio della pipì giunse come una musica soave alle sue orecchie, sentì il pisello agitarsi dentro i boxer, alzo lo sguardo e la vide riflessa nello specchio, si era liberata degli abiti e si era seduta sul bid&egrave, si stava lavando la fica indugiando in profondità, aveva alzato i capelli fermandoli con un fiocco rosso, era attirato dal collo che era attraversato da una tenue peluria, si avvicinò dietro di lei, la baciò sul collo, guardò la sua mano titillare con maestria il clitoride, prese i grossi seni e li avvicinò tra di loro stringendo con il pollice e l’indice i capezzoli,

– Ohh, sì strizzali forte”’

– Fammi male””’..

– Mi fai impazzire” ”

Lidia presa il flacone del detergente intimo lo appoggiò alla sua intimità penetrandosi con disinvoltura pompandosi freneticamente,

– Ma allora il tuo &egrave un vizio che ti schiaffi tutto ciò che capita prima nella fica!,

– Lidia lo guardò con aria interrogativa, in che senso?

– Forse non dovrei dirlo, ma Sofia mi ha detto del cazzo finto che hai nel comodino, e che se lei non andava in città sareste finite a letto quanto prima.

– Sofia! ci siamo dimenticati di lei, ci starà aspettando, dobbiamo inventarci qualcosa, ma che cosa?, aspetta, tu gli potresti dare il cazzo da succhiare mentre io gliela lecco.

– Sei una porca!, non vedi l’ora di mettere la lingua in quella grande spacca succosa, ammettilo che non vedi l’ora di fartela, forse questa &egrave l’occasione che aspettavi.

– Lo spero, sono stata tentata molte volte, ma mi &egrave sempre mancato il coraggio.

– Dai!, andiamo, non la facciamo aspettare, qualcosa c’inventeremo.

Entrarono in camera, Sofia sdraiata sul letto, dormiva?, o fingeva di farlo.

Nico delicatamente tirò via il lenzuolo lei era lì nuda in tutta la sua straripante bellezza.

– Che facciamo?, sussurrò Nico mentre mordicchiava l’orecchio di Lidia.

– Potremmo andare di là e continuare tra noi, magari riusciamo a far entrare il tuo cazzo nel mio culetto, e se si sveglia?, ci rimarrebbe troppo male, lasciamo perdere.

Non indugiando ulteriormente Lidia si sdraiò facendosi strada con la lingua tra i riccioli del pube di Sofia mentre Nico gli leccava i capezzoli che non tardarono ad indurirsi.

Tra queste attenzioni Sofia si destò,

– Credevo che eravate rimasti di là a scopare dimenticandovi di me’,

– E’ stato un bel risveglio, grazie.

Nico si fermò a guardare Lidia che messa a quattro zampe leccava la succosa passera, tirando le labbra con le mani in modo da entrare con la lingua più a fondo, bisbigliò a Lidia di passare una gamba sopra a Sofia in modo da posizionargli la fica sul volto, come da copione dopo qualche timida leccata anche Sofia la contraccambiava con lo stesso trattamento,

Nico era eccitatissimo, scambiò la lingua con Sofia, le chiappe di Lidia erano invitanti, in quella posizione il buchino era bene in vista, inumidito il dito nella fica lo penetrò piano piano prima con un dito, poi con due e infine con tre, dando ai tessuti il tempo di abituarsi, si posizionò dietro ma appena avvicinato il cazzo, Sofia lestamente se ne impadronì, ci volle un po’ per convincerla a mollare l’osso, quando riuscì a liberarsi Nico puntò la fica di Lidia e la penetrò.

– Siiiiiiiii””’, Spingiiiiii””, Ancoraaa”’.Spaccami tuttaaaaaaaaa!””,

Nico non abbandonò i suoi progetti, uscito il cazzo bagnato di umori lo puntò all’orifizio spingendo mentre Lidia si tirava i glutei spingendo indietro, Sofia da sotto si godeva la scena e intanto gli succhiava i coglioni.

Passato il dolore iniziale Lidia si gustava le gioie della penetrazione anale.

– Dai!, rompimi il culo,

– E’ fantastico, che stupida a non farlo prima,

– Dai!, entrane ancora un po’,

– Veramente &egrave tutto dentro, precisò Sofia.

– Non credevo sarei riuscita a prenderlo tutto, dai continua, ti prego non ti fermare e tu leccami che poi &egrave il tuo turno.

– Turno un cazzo!,

– Non ho nessuna intenzione di farmi aprire il culo da quel palo di carne, se proprio ci tenete possiamo provare una cosa che ho visto fare in un giornale,

– Sarebbe?, Nico si fermò estraendo il cazzo, provocando un secco e sonoro (PLOP)

– Voglio essere penetrata con la mano, mentre spompino Nico,

-Così dicendo appoggiò la fica sul naso di Nico mentre imboccava il cazzo che odorava di Lidia, l’odore la faceva eccitare ulteriormente, Lidia si bagnava le dita nei suoi umori per lubrificarle e poi congiungendole le avvicinò alla fica di Sofia che nonostante la dimensione si rivelò stretta, e quindi ruotando la mano e con molta maestria riuscì a infilarla dentro, quando le grandi labbra sfiorarono il polso Lidia sentì che la sua mano veniva risucchiata all’interno, delicatamente la frugò nelle sue intimità e chiuse le dita a pugno in modo che la sua mano diventasse un grosso cazzo, provo a uscire la mano, ma quando la lasciava scivolava in avanti, Sofia dimenandosi come un’ossessa era al terzo orgasmo e l’implorava di non smettere, Nico che incuriosito osservava la scena da vicino con le dita prese un po’ di succo che colava dalle cosce di Sofia e glielo passò nel buchino infilandoci un dito dentro,

– Si, ora voglio che mi metti il tuo cazzone nel culo, e se io ti dirò di smettere, tu devi spingere di più, Nico era esterrefatto, non si aspettava questa reazione guardò Lidia che a sua volta si stava masturbando con il cazzo finto, questi rispose eloquentemente mettendo un po’ di saliva sul buchino per favorirne la penetrazione,

– Guarda che bel culone, &egrave tuo, che aspetti, prendila.

– Nico non si fece ripetere l’invito due volte e puntato il pene iniziò a spingere sentendo attraverso la sottile membrana i movimenti della mano di Lidia, si muoveva lentamente, gustandosi la scopata, allo stesso tempo non voleva causarle dolore, sapeva che Sofia non si sarebbe lamentata,

– Che cosa aspetti, spingi non fare lo stronzo, te lo ha detto lei.

– Così dicendo Lidia gli infilò un dito nel culo spingendolo in avanti. — Siiiii!!!,

– Mi sento piena da tutte le parti,

– Sto venendo,

– Godo!!!!!!!

– Anche io sto venendo,

-Lidia tolta la mano da dentro Sofia la portò alla bocca assaporando gli umori, mentre con l’altra manovrava il cazzo finto raggiungendo così l’orgasmo.

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