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Trio

*THE INVISIBLE LOVER**

By 28 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Apro gli occhi, la luce del sole che filtra attraverso le persiane mi ha svegliato.
Cerco di riprendermi il braccio imprigionato sotto di te, che ancora dormi, con il viso nell’incavo del mio collo sul cuscino degli arruffati capelli.
Sbadiglio e mi ‘stiro’, come fanno i gatti: mi accorgo di essere dolorante per tutto il corpo.
In bocca ho il tuo sapore; ti accarezzo il viso, piano, per non svegliarti.
Mi piace la sua nervosa magrezza, tocco d’artista ai lineamenti.
In fondo al letto e per terra giacciono mescolati alla rinfusa i nostri vestiti.
E’ stata una notte speciale: abbiamo esplorato davvero in lungo e in largo la terra del Piacere, alla ricerca dei suoi più nascosti e misteriosi angoli …

E’ cominciato tutto nel pomeriggio di ieri, quando sono tornata a casa con l’odore della morte addosso, un odore che sento solo io- e che non scompare con una doccia- perché conosco molto bene Madame, lavoriamo gomito a gomito, noi due; ogni volta che ci incontriamo Lei mi ruba un poco di anima e il mio equilibrio psico-fisico traballa.
Per far sparire dalla pelle il suo profumo e ritrovarmi conosco un solo mezzo: il piacere, il calore di un altro corpo che possa ridarmi il frammento di vita che mi è stata sottratta cancellando il ricordo di altri occhi che si sono portati via per sempre la mia immagine come ultimo flash di questo mondo.
Nel piacere del gioco erotico ritrovo l’equilibrio perduto e non ho più paura….

Così ho deciso di indossare per te l’abito rosso magenta, quello aderente come una guaina, corto, scollato, con due sottili spalline che non hanno alcuna funzione se non quella di abbellire il vestito.
Al pensiero del tuo corpo forte ed elastico che parteciperà al gioco che ho in mente- riuscirò a convertirti alla mia fantasia, ne sono sicura-mi sento diventar le gambe di pezza.
Ma è necessario che mi vesta nel modo adatto, con molta attenzione ai particolari.
L’abito è talmente aderente che l’intimo, anche se minimo, stonerebbe.
Così, nuda sotto tutto quel rosso, indossati i sandali dal tacco alto, mi avvicino al grande specchio : sono veramente soddisfatta del mio aspetto, il trucco multicolore mette in risalto gli occhi, mentre i capelli raccolti in un disordinato ciuffo da cui escono ciocche sparse mi conferiscono un’aria volutamente trasandata .
Niente gioielli, solo la catena d’oro alla caviglia, un tuo regalo di questa calda estate e qualche goccia del solito aspro profumo.

Ti vengo incontro in cima alla grande scala, per spiare subito …l’effetto che fa, come da una vecchia canzone di Jannacci.
Mi guadi, resti per un attimo bloccato, poi sorridi e sali gli scalini due a due per abbracciarmi e baciarmi, premendomi forte il ventre contro il tuo grembo: hai recepito il messaggio del mio sguardo leggermente strabico, chiaro sintomo di inquietudine erotica, ora sai che dovrai solo aspettare, per scoprire la sorpresa che ti ho preparato, il gioco nuovo che come sempre ti intrigherà.
Complici noi….
Entriamo in casa , dove ho apparecchiato la tavola ‘delle grandi occasioni’.
La conversazione è vaga, ma le tue occhiate alla mia scollatura e al mio sedere ogni volta che mi alzo sono eloquenti.

Si sente odor di sesso nell’aria.
Anche la mia eccitazione sta aumentando, anzi ha un’impennata quando sento la tua mano infilarsi sotto la corta gonna e arrivare tra le cosce, quasi a sincerarsi che non porto mutandine.
Arrivato alla meta, ti tiri indietro di scatto, non prima di avermi passato velocemente le dita sulla fessura : ci guardiamo negli occhi ed è come se stessimo già scopando: adoro questi momenti, l’Attesa, il Pre-gustare…

Suona il telefono: è per te, lo sai.
Conversazione lunga, di lavoro.
Quando torni mi trovi lì, vicina al tavolo, le mani sui fianchi, le gambe aperte; ho sciolto i capelli, lo so che la posa fa tanto mignotta, ma è quello che voglio.
Infatti mi vieni addosso e mi rovesci sulla tavola ancora apparecchiata, spazzando con una mano piatti, bicchieri e posate; da una bottiglia cola sulla tovaglia del vino rosso.
Mi tiri su il vestito, arrotolandolo fin sopra i seni, mi accarezzi la micia umida e morbida , mi pare di vederla, un nido per il tuo sesso duro, una culla calda, un rifugio, che ti porterà diritto al mio ventre ingordo.
Poi mi penetri con violenza, io grido, mentre con le gambe ti attanaglio i fianchi e tu ti spingi sempre più a fondo, dentro di me.
E intanto mormori parole oscene, ingiuriose, quelle della passione senza limiti, quando tutto è permesso.
Cadono a terra bicchieri e posate, mentre con una mano artiglio la tovaglia.

Mi contorco intorno alla tua rigidità come un impalato sul suo supplizio, fino a che un orgasmo liberatorio non mi fa approdare finalmente in un mare di pace: ora la mia mente può di nuovo volare…
Con un gemito ti abbandoni su di me, liberandoti del seme troppo a lungo trattenuto.
Ma è solo l’inizio della serata, dall’apocalittica confusione del tavolo da pranzo ci trasferiamo in camera da letto.
Ci spogliamo a vicenda, febbrilmente, siamo di nuovo eccitati.
Ci buttiamo sul grande letto, abbracciati, leccandoci a vicenda e io ti chiedo, sulle labbra:
‘Facciamo un gioco, è una fantasia che ho da parecchio tempo…’
E intanto protendo verso di te il sedere, so quanto ti piace accarezzarlo, morderlo e prendermi lì, nel buchino stretto, che ti eccita da morire…
‘Dimmi…’ mormori, intrigato, con voce roca mentre la tua lingua mi sta già esplorando, blandendo, penetrando….

‘C’é lui, l’altro uomo, qui, con noi, sdraiato sotto di me, aspetta solo di entrarmi dentro, mentre tu mi prenderai di dietro, così vi avrò tutti e due insieme, ti prego, dimmi di sì’
Un attimo di indecisione, sai bene di chi parlo, poi:
‘Anche se ti dicessi di no …ci sarebbe lo stesso, c’è sempre tra di noi….’ e il tuo fallo, prepotente, spinge già contro il buchetto ‘ ma poi, farai tutto quello che voglio io? proprio tutto?’
La tua voce è bassa, un sussurro complice, è la voce della lussuria, come lo è la mia, quando ti rispondo:
‘Sì, tutto quello che vuoi….’
Poi chiudo gli occhi e sotto di me ti materializzi tu, amoremiogrande che non riesco a dimenticare , tu, con i tuoi occhi neri come le notti senza luna, i capelli folti e morbidi che adoro, il corpo forte e….
‘Si, dammelo… ‘mormoro e comincio ad accarezzarmi le labbra bagnate della micia in fiamme, il clitoride che sta nuovamente per scoppiare come un acino d’uva troppo maturo, mentre mi chino in avanti, come per baciare un amante invisibile.
Quando infilo le dita dentro di me è il sesso di un fantasma che mi penetra; gemo più forte e la mia voce suona come un ordine:
‘Ora, ora…’
Tu, da dietro, entri in me lentamente, per gustarti tutto il piacere che ti da percorrere questa stretta strada nel mio corpo, ma quando inizio ad agitare i fianchi scompostamente, la mente presa dall’altro, mi riempi in un colpo solo e meni colpi all’impazzata, stringendomi le natiche fino a farmi male, mentre io sto naufragando in un piacere che sta aumentando rapidamente, come l’allargarsi di cerchi concentrici in uno specchio d’acqua.
Il cerchio più largo mi fa volare in cielo, mentre bacio freneticamente il lenzuolo, come fossero le ‘sue’ labbra.
Tu continui a percuotere il mio ventre, sempre più forte, implacabile, fino a vuotarti dentro di me , con un gemito roco, quasi un rantolo.
Poi esci, mi rigiri e cominci a leccarmi con avidità, fino a farmi venire di nuovo e questa volta nel piacere si insinua un vago dolore.
‘Sono stato o no più bravo di lui, dai, dimmi la verità…’ pare quasi che nella tua voce ci sia un accenno di gelosia, sorrido tra me, si può essere gelosi di un fantasma?
Sì, credo proprio di sì e forse è la forma più torturante di gelosia.
Non ti rispondo, sono appagata, stanca, sfinita; ci addormentiamo, ma solo per un poco.

‘E ora, farai quello che voglio io?’ mormora la tua voce all’orecchio.
Annuisco.
Scendi dal letto, apri qualche cassetto, a caso, trovi dei foulard, e un paio di autoreggenti.
Capisco quello che vuoi, non l’ho mai accettato prima d’ora, ma una promessa è una promessa.
Mi vuoi schiava e io lo sarò, se questo per te pareggia i conti.
E il sesso estremo non mi fa di certo paura.
Così resto in silenzio quando mi bendi con il foulard più scuro, in modo che non possa vedere nulla, poi, con gentilezza, in qualche modo mi fissi i polsi al letto con le autoreggenti.
Una promessa è una promessa.

Ora devo proprio alzarmi, anche se ho dormito sì e no un’ora, ho voglia di un caffé e di una doccia, non so ancora in quale ordine.
Opto per il caffé, versione strong, bollente e denso.
Accompagnato da una tavoletta di cioccolato fondente.


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