Sono ancora Lucrezia, di 36 anni e da sei sposata con Paolo che ha due anni più di me. Come narrato nel precedente racconto, dopo altre esperienze, Paolo ha escogitato una condizione che mi ha permesso di vivere una nuova esperienza: un carsex. Avevamo in programma di andare al cinema, ma lui, prima di uscire, mi ha fatto una particolare richiesta:
“Vestiti da troia”, mi ha detto. Gli ho rivolto uno sguardo interrogativo, cercando di capire quanto voleva fossi “troia” nel vestirmi e lui è stato molto esplicito.
«Indossa quel tubino bianco elasticizzato, un semplice paio di sandali dal tacco molto alto ed un trucco abbastanza marcato, che mettano in evidenza le labbra con un colore rosso acceso, da vera puttana.»
Convinta che avremmo fatto qualcosa di interessante al cinema, ho subito assecondato il suo desiderio. Appena mi ha visto, si è complimentato con me anche per il fatto che, seppur non richiesto, non avevo indossato nessun tipo di intimo e questo lo ha fatto sorridere, compiaciuto. Quando siamo saliti in auto, il mio vestito ha scoperto ancora di più le mie cosce e, mentre guidava la sua mano è spesso venuta ad accarezzare la mia fica, che già si era abbondantemente inumidita. Ho capito che doveva esserci qualcosa di strano, perché ha preso una direzione completamente opposta a quella che avremmo dovuto fare per andare al cinema. Siamo giunti al parcheggio della grande città mercato e lui si è fermato in un punto preciso, dove c’è l’immenso cartellone che funge da insegna. Dopo qualche istante, la nostra auto è stata affiancata da una grossa berlina scura e Paolo ha guardato verso il conducente di quell’auto; con un cenno d’intesa l’ha invitato a salire con noi, mentre ha chiesto a me di spostarmi dietro, con lui. L’ho guardato senza capire quello che stava succedendo, ma, appena seduta dietro, sono stata affiancata da un uomo sulla cinquantina, completamente calvo, che indossava solo una T-shirt e dei jeans.
«Ciao, Paolo, grazie per avermi invitato a partecipare a questo tuo carsex. Vedo che la troia che mi offri è ancora più bella di quanto lo sia nelle foto e spero di farla godere come merita.»
Poi si gira verso di me e, dopo avermi detto di chiamarsi Antonio, senza aggiungere altro mi ha fatto sdraiare sul sedile e subito ha infilato la sua testa fra le mie cosce, prendendo a leccarmi la fica. Ero stupefatta, stupita da questo gioco che, però, mi ha fatto eccitare tantissimo. Paolo ha subito ripreso a guidare l’auto in giro per la città. Ero sconvolta da questa incredibile esperienza, mai provata prima: era qualcosa di molto intrigante perché assolutamente insolita. Mi eccitava l’idea di poter godere, mentre lui percorreva tranquillamente le vie della città con il rischio che, ad ogni semaforo, qualcuno avesse potuto vedere noi due, dietro, far sesso. Antonio si è subito rivelato d’essere un bravissimo maschio, capace di farmi godere anche solo con la lingua. Ho avuto un orgasmo che ho urlato con tutta la voce che avevo in gola. Incurante del fatto che avrei potuto essere sentita. In quel grido ho espresso tutta la voglia che avevo, in quel momento. Lui è stato fantastico ed ha continuato a leccarmi la fica, raccogliendo tutti gli umori che da essa sgorgavano copiosi. Nello stesso tempo, mi eccitava il fatto che mio marito aveva sistemato l’inclinazione dello specchietto retrovisore e, pur continuando a guidare, poteva godersi lo spettacolo di sua moglie tutta presa a far la troia con un altro uomo alle sue spalle. Mi sono spostata un po’ ed ho slacciato i pantaloni di Antonio. Mi sono ritrovata fra le mani una splendida asta di ottime dimensioni, già bella dura e pronta per farmi godere. Senza nessuna esitazione, l‘ho spinto a sedere e sono salita su di lui, infilandomi immediatamente quello splendido palo tutto dentro la fica. È entrato molto facilmente, perché ero bagnata fradicia. Ero sconvolta nel sentirlo dentro di me e, nello stesso tempo, era meraviglioso farmi possedere da un maschio sconosciuto dal cazzo duro che ansimava ed urlava di piacere, sotto di me, mentre la macchina scivolava lentamente lungo le vie della città. Sono venuta all’istante. È stato un orgasmo forte, devastante, intenso che mi ha letteralmente stremata. Antonio è rimasto immobile, mentre Paolo, fermo ad un semaforo, ha allungato la sua mano dietro ed ha toccato il mio culo. Sentire quel contatto, mi ha provocato un ulteriore brivido. Poi è ripartito e, guidando sempre con calma, mentre io continuavo ad ondeggiare su quel cazzo, ad un certo punto ha fermato l’auto in un posto abbastanza appartato e, dopo esser sceso, ha aperto lo sportello laterale ed ha chiesto ad Antonio di sdraiarsi, mentre proseguiva a restare ben piantato dentro di me.
«Spostati un po’, perché, mentre tu le scopi la fica, io voglio inculare questa troia, qui adesso, all’istante.»
Antonio si è spostato scivolando un po’ sul sedile, in maniera che Paolo, restando semplicemente in ginocchio, avesse la possibilità di infilarmi il suo cazzo nel culo. È stata una sensazione incredibile: sentirmi penetrare in quella situazione così insolita e altamente erotica. Sono venuta all’istante, quando ho sentito entrambe le verghe riempire i miei buchi. Il mio piacere ha comunque provocato anche il loro, perché, prima Paolo e poi Antonio, in poco tempo, mi hanno riversato dentro tutto il loro piacere. Siamo rimasti ancora un po’ abbracciati, poi con dei fazzolettini di carta sono riuscita, in qualche modo, a ripulirmi. Antonio ha preso il posto di mio marito alla guida del veicolo ed ha ripreso a girare per la città, mentre io, dietro, scopavo con mio marito che ha subito ideato un nuovo gioco.
«Antonio, questa vacca di mia moglie è veramente una troia eccezionale! Mi sento davvero fortunato ad avere una puttana come questa in casa e, questa sera, voglio farla godere al massimo. Portaci in fondo a questo viale e prendi la sopraelevata che va verso lo stadio.»
Mentre parlava, continuava a leccare la mia fica ancora colma del piacere di Antonio. Sentire che avremmo raggiunto la zona dello stadio, mi ha provocato altri brividi, perché conosco il posto ed è sempre frequentato da prostitute o, quantomeno, da gente che vuole esibirsi. Quando siamo giunti in zona, Antonio ha abilmente manovrato l’auto e, ben presto, ci siam ritrovati all’estremità dell’immenso parcheggio, in una zona un po’ più buia e riservata. Stavo succhiando l’uccello di Paolo, quando i fari di un’auto ci hanno illuminato e, poco dopo, si è fermata a poca distanza da noi. Paolo ha aperto lo sportello dietro di me ed io, inginocchiata sul sedile intenta a succhiare il suo cazzo, ho messo in mostra a chi stava guardando il mio culo nudo, ancora umido del loro piacere. Ho cercato di capire se dietro di me vi fosse qualcuno, perché ho sentito rumore di passi, ma Paolo ha insistito a trattenermi la testa, facendomi continuare a succhiare il suo cazzo. Anche Antonio era sceso e l’ho sentito parlare con qualcuno; poi, subito dopo, una mano ha preso ad accarezzare il mio culo, mentre Paolo mi sborrava direttamente in bocca. Giusto il tempo di ingoiare il suo sperma, che lui si è spostato ed ha lasciato il suo posto ad Antonio, che mi ha presentato alla bocca di nuovo il suo cazzo, quasi perfettamente duro. Appena l’ho preso fra le labbra, ho sentito una lingua che mi leccava da dietro e, poco dopo, un cazzo, non troppo grosso, ha preso a scoparmi direttamente in fica. Ero così eccitata che è bastato poco a farmi godere e anche il tizio che mi stava scopando non è durato molto, perché si è sfilato di colpo e, con un mezzo grido soffocato, ha preso a schizzarmi sul culo e sul solco delle natiche. Paolo mi ha passato un fazzolettino con il quale mi sono un po’ pulita e, quando il tizio ha messo in moto per andarsene, i fari hanno inquadrato altre quattro persone, che stavano intorno alla vettura, in attesa del loro turno con il cazzo in mano. Subito Antonio mi ha fatto uscire dall’auto e, accovacciata mi sono ritrovata circondata da quattro cazzi, di cui uno era nero. Paolo guardava e scattava foto con il cellulare, mentre io, ora in preda ad un incontrollabile delirio erotico, ho preso a succhiare e segare quei cazzi come un’assatanata. Uno dei quattro, mi ha fatto sollevare e, dopo avermi appoggiato al cofano della vettura, si è posizionato dietro di me e, con un affondo deciso, me lo ha spinto tutto dentro la fica. Ho sentito una verga consistente che mi dilatava e poi il tipo, tenendomi per i fianchi, ha preso a pomparmi con forza. Urlava e godeva, mentre mi insultava.
«Che troia! Che puttana fantastica! Che fica bollente!»
Mentre mi stava pompando, mi sono ritrovata, davanti alla faccia, un bel manganello nero da succhiare. L’ho preso in bocca e questa era la prima volta che succhiavo un cazzo nero. Il suo sapore era un po’ più aspro, decisamente non molto pulito, ma subito lui ha preso a tenermi la testa bloccata per scoparmi la bocca con un movimento pelvico di avanti/indietro. Mi sentivo infilzata sia nella fica che nella bocca e, come risultato, ho avuto un orgasmo devastante. Le gambe mi hanno ceduto e sono stata costretta a farmi sostenere da quello che mi stava scopando. Lui, dopo avermi fatto godere ancora una volta, si è sfilato e, fattami abbassare all’altezza del suo pene, mi ha schizzato la sua sborra su collo e tette. Solo il tempo di succhiarlo ancora un po’, e subito il ragazzo di colore mi ha sollevato e, fattami sdraiare di nuovo, sul cofano dell’auto, mentre gli altri due mi reggevano le cosce in alto, si è posizionato con quel bastone nero fra le labbra della mia fica e, con un affondo deciso è entrato tutto dentro, fino in fondo. Come reazione a quell’improvvisa penetrazione, ho spalancato la bocca perché ho sentito quella verga scavare e dilatare la mia fica in un colpo solo. Ha poi preso a pomparmi con un ritmo sostenuto e questo è servito a farmi godere immediatamente. Sono venuta due volte, urlando a squarciagola il mio piacere, e lui, soddisfatto del risultato, si è sfilato, mi ha fatto girare ed appoggiare di nuovo all’auto. Pensavo che mi avrebbe scopato presa da dietro, invece ho sentito la sua cappella premere contro il mio buchetto e, in un attimo, prima che me ne rendessi conto, lui me ne aveva spinto più della metà, dentro il culo. Anche qui ho sentito i muscoli tendersi ed il buco dilatarsi con lui che, tenendomi ferma per i fianchi, continuava a spingermi quel bastone tutto nel culo. Antonio ha osservato la scena e, guardando Paolo, si è complimentato della facilità con cui mi stavo facendo sfondare il culo dal ragazzo di colore. Quest’ultimo ha preso a pomparmi sempre più in fretta e, ad un tratto, lo ha sfilato di colpo e, dopo avermi afferrato per i capelli, mi ha sborrato in faccia.
«Tieni maiala! Prendi anche tutta la mia sborra! Cagna!»
Ne aveva tanta, sembrava non finire mai. Quando l’ultimo schizzo ha coperto il mio viso, lui ha preso i miei capelli e con essi si è pulito il cazzo. Avvertivo di essere completamente impiastricciata di sborra e, quando gli altri due hanno voluto scoparmi ho guardato Paolo, supplicando di non farlo. Lui, allora, mi ha fatto accovacciare e ha detto agli altri due che potevano solo sborrarmi in faccia e sulle tette. Fortunatamente non ci hanno messo molto e, poco dopo, altri schizzi andavano ad aggiungersi a quelli che già coprivano il mio corpo. Sfinita, ricoperta di sborra, mi sono trascinata sul sedile della vettura e, mentre Paolo si sedeva alla guida, Antonio è venuto dietro con me e, sempre con dei fazzolettini, mi ha aiutato a ripulire almeno il volto. Quando ho riavuto un aspetto quasi normale, lui per niente sazio, anzi, ancor più eccitato, mi ha offerto da succhiare il suo cazzo.
«Succhiami il cazzo! Voglio sentire la tua bocca da troia che me lo succhia ancora.»
Sembra strano, ma, nonostante fossi davvero stremata, non ho saputo resistere alla tentazione di prendere in bocca ancora una volta il suo uccello. Ho preso a succhiarlo prima pian pianino, poi sempre più velocemente, fin quando lui ha appoggiato la mano sulla testa e mi ha costretto a rimanere con più della metà del cazzo piantato in gola. Un attimo dopo ha eruttato ancora la sua sborra.
«Vengo! Sborro! Bevi tutto troia! Bevilo, fino all’ultima goccia!»
Eccitata all’inverosimile, ho leccato e pulito tutto, poi, giunti nel parcheggio della Città Mercato, lui è sceso e ci ha salutato, mentre io ero ancora in preda ad una strana eccitazione: allora ho tirato Paolo vicino a me e, con il volto e la bocca ancora lordati dal seme dei maschi che mi avevano schizzato addosso, l’ho baciato con forza. Sarà stata l’eccitazione, il bacio o gli avvenimenti accaduti, ma ho sentito il suo cazzo duro come il ferro e, senza nessuna esitazione, l’ho estratto, ho aperto le cosce e chiesto a mio marito di scoparmi ancora, come una troia.
«Ti prego scopami! Voglio sentire il tuo cazzo dentro di me! Sono una zoccola, una puttana, una maiala che adesso vuole il cazzo del suo uomo tutto dentro, fino in fondo. Scopami e riempimi anche tu di sborra.»
Non ha avuto bisogno d’esser incitato, perché ha preso a pomparmi come un forsennato, urlando che ero la sua puttana.
«Ti fotto! Sei una troia! Una grandissima PUTTANA! Ti adoro! Ti adoro e ti amo, perché solo con te provo emozioni sconvolgenti.»
Era troppo eccitato e quando si è reso conto che anch’io stavo godendo, ha tentato di uscire da me, ma io ho serrato le gambe e l’ho tenuto stretto dentro di me, inebriandomi del calore del suo seme direttamente nel mio ventre. Siamo rimasti un lungo istante immobili e poi l’ho abbracciato e baciato e lui, soddisfatto dalle tante emozioni provate, mi ha portato a casa. Dopo una abbondante e profonda doccia, siamo crollati sul letto. Questa è la vita che amo condurre con mio marito che, ogni volta, riesce a regalarmi emozioni fortissime ed esperienze indimenticabili.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…