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Valeria e Massimo capitolo 5: il trasferimento

By 9 Febbraio 20232 Comments

Il mattino successivo fummo svegliati dal profumo di caffè, ci alzammo e ci rivestimmo quindi andammo in cucina.
“Buongiorno” Gaspare ci accolse così e con un sorriso. Sul tavolo della cucina tre tazze per la colazione brioches fresche, fette biscottate, marmellata e biscotti di due tipi.
“Non farai sempre colazione così spero” disse ridendo Valeria.
“Certo che no ma gli ospiti vanno trattati bene poi fare colazione in compagnia è iniziare molto meglio la giornata rispetto ad essere soli, ho avuto un’idea ve ne voglio parlare”.
Gaspare ci disse che se volevamo avremmo potuto trasferirci da lui, il tutto senza nessuna implicazione, non voleva nulla e di pensarci. Finito di mangiare ci congedammo ed uscimmo. Arrivati al parco li vicino ci sedemmo su una panchina.
“Adesso gli argomenti sono due e sono molto intrecciati ma andiamo per ordine. Gaspare ha acceso in me una vena da troia che non pensavo avere ma tu sei molto più importante. Mi piacerebbe farmi scopare da lui ma solo se tu sei d’accordo, meglio ancora se partecipi. Vorrei l possibilità di lasciarmi andare senza pensare a cosa succederebbe con te se mi trovassi col culo occupato dal suo pisellone quando arrivi. Naturalmente questa mia libertà corrisponde anche a te, ti potrai scopare chiunque basta che tu me lo dica”
Dentro di me ero combattuto, vederla sbattuta come una attrice da film porno ed il pensiero che avrebbe potuto fare molto di più dell’assaggio avuto con Gaspare, mi eccitava da morire. Temevo però che se avesse preso quella strada sarebbe diventata una ninfomane senza più controllo. La parte in cui ero cornuto no mi disturbava, essere una coppia aperta ha sicuramente dei vantaggi, non doversi nascondere o reprimerti se ti piace una perché la tua ragazza è gelosa non è una cosa comune. Dentro di me la scelta era fatta. Le risposi di si che avremmo potuto provare dandoci una scadenza temporale. Tre mesi dopo di che avremmo anche potuto tornare indietro sulle nostre decisioni se ci fossero stati dubbi.
Valeria fu contenta un sorriso le illuminò il volto e mi disse: “non te ne pentirai, tu sarai sempre l’unico che voglio come compagno, non importa quanti mi scoperanno io avrò solo te nel cuore. Però voglio che anche tu sia così, ti potrai trombare tutte le donne che vuoi ma devi avere solo me nel cuore. Se hai qualche dubbio non se ne fa nulla, ringraziamo Gaspare e non ci andiamo più”.
“Ok è deciso, a questo punto dobbiamo valutare la proposta di trasferirci da Gaspare. Ha dei pregi ma anche dei difetti, vediamo di analizzarli. Fra i pregi sicuramente l’assenza di orari di rientro, una stanza insieme”. “Un bel cazzone aggiuntivo che mi tromba quando voglio” aggiunse Valeria ridendo.
“Di contro se dovessimo lasciare le stanze del collegio e poi ci lasciassimo sarebbe un casino, non potremmo più restare da Gaspare e credo che saresti tu quella che si ferma”.
“Beh teniamole fino alla fine dell’anno accademico, ormai mancano pochi mesi, per il prossimo avremo accumulato delle certezze e la decisione sarà più affidabile”.
La scelta era fatta, facemmo una passeggiata e poi tornammo da Gaspare che era ora di pranzo, suonammo il citofono e gli chiedemmo di scendere perché volevamo parlargli davanti ad un bel piatto di pasta in una trattoria che conoscevamo ma che necessitava dell’auto per essere raggiunta, sarebbe stato nostro ospite.
Gaspare scese con le chiavi della sua auto ed andammo, raggiungemmo la trattoria pochi chilometri fuori città, ci diedero un tavolo al coperto sotto il portico dell’antica corte e mangiammo bene. Condividemmo con Gaspare la nostra scelta chiedendogli di potere almeno fare qualche spesa per gli alimentari per non sentirci troppo a disagio. Accolse la risposta con un sorriso. Restammo nei dintorni facendo una passeggiata nel bosco. Valeria aveva bevuto un po’ più del solito ed era su di giri così quando fummo bene dentro nel bosco, si avvicinò a me e mi baciò con passione mettendomi le mani sulla patta passando poi a slacciarla accovacciandosi ed iniziando un pompino. Fra una boccata e l’altra fece cenno a Gasare di avvicinarsi. Gaspare non se lo fece dire due volte, si abbassò i pantaloni estraendo il suo randello ancora mezzo moscio ed iniziò a segarsi, Valeria gli fece cenno di non restare lì a guardare e quando fù a tiro cominciò una alternanza mano bocca fra i due uccelli. Quando entrambi furono bene dritti se li portò alla bocca strofinando le cappelle fra di loro con la lingua che saettava mentre le mani segavano i due cazzi.
Dopo cinque minuti di questo trattamento Valeria si fermò, si tolse jeans e mutandine e ci disse che voleva essere leccata. Lei si mise in piedi e noi ci inginocchiammo cominciando a leccarle figa e buco del culo e subito dopo infilandole un paio di dita per orifizio, Valeria cominciò a mugolare di piacere. Vi voglio dentro.
Prese un paio di preservativi dalla borsetta e ce li mise poi fece stendere Gaspare per terra e ci si calò sopra.
Appena fu bene dentro ed a cavalcata avviata mi fece cenno di passare dietro, si fermarono per un attimo ed infilai la cappella, Gaspare si ritrasse un pezzetto sollevando di peso Valeria ed io affondai il mio cazzo fino alle palle. Cominciammo una forsennata doppietta con Valeria che non si teneva più ed io che da dietro cercavo di limitare i suoi mugolii ma ero così preso che riuscivo a combinare ben poco mentre Gaspare sembrava un po’ più in controllo. Le venni nel culo dopo meno di 5 minuti mentre lei stava godendo e Gaspare le aveva sollevato la maglietta abbassato il reggiseno e le stava torturando i capezzoli con grande entusiasmo e piacere reciproco. Gli urletti di Valeria diventarono alternanza di mugolio di piacere e di dolore, ciò la portò un po’ più avanti nel godere ma venne con un orgasmo lungo ed intenso, almeno a gudicare dalla sua faccia. Io mi ero rimesso in ordine, mancava solo Gaspare. Valeria si sfilò, inginocchiandosi poi davanti al nostro anfitrione, gli tolse il preservativo e cominciò a segarlo, leccarlo e succhiarlo, nel giro di un paio di minuti Gaspare fu pronto ad eruttare sborra dal suo palo. Non furono schizzi ma un quantitativo notevole in rapporto all’età dell’uomo. Valeria in parte lo inghiottì ed in parte se lo fece colare sul mento e quindi sulle tette. Mentre Gaspare si riprendeva Valeria mi fece cenno di avvicinarmi e mi baciò passandomi parte dello sperma di Gaspare poi mi prese la testa guidandola prima sul seno e poi sul mento per farsi ripulire. Lo feci come un cagnolino obbediente sebbene l’arrapamento fosse un po’ scemato dopo essere venuto ma sentii un formicolio fra le gambe ed una nuova erezione. Valeria se ne accorse, mi mise una mano sull’uccello, si staccò e ridendo mi disse “mi sa che ti piace fare il cornuto, se è così preparati perché ho intenzione di farti mangiare tanta sborra”. La frase fini di farmi drizzare l’uccello, Valeria allora mi staccò da lei, mi riaprì i pantaloni e nel giro di pochi minuti mentre mi raccontava quanti cazzi avrebbe preso, mi fece venire nuovamente. Stavolta ingoiò tutto e si ripulì con un fazzolettino che aveva in borsetta, ci rassettammo e tornammo alla macchina per poi tornare in città.
Tornati passammo ai nostri collegi dove Gaspare ci lasciò con l’accordo che sarebbe passato dopo due ore a prenderci con una valigia per ciascuno per iniziare a trasferirci da lui.
Alle 18 passò da Valeria quindi da me ed andammo a casa sua dove scaricammo nella nostra camera e mettemmo nell’armadio i nostri vestiti pronti per quella che sarebbe stata la nostra residenza da li alla fine dell’anno accademico.

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