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Erotici Racconti

Sono un escort

By 26 Febbraio 2023No Comments

Su quel letto matrimoniale extra large tra le lenzuola rosse di percalle il suo corpo umido di sudore si torce come una serpe, più cresce in lei l’eccitazione più perde il controllo di se stessa, i flebili sospiri di prima diventano ormai suoni gutturali quasi dei grugniti.
Si è avvinghiata al mio corpo con le braccia e le gambe, priva di qualsiasi inibizione mi provoca chiedendomi di più “ fottimi bastardo, dammi il tuo cazzo..si così fino in fondo,,,ahi…ahi…si spingilo….ora sento tutto il tuo cotechino …..” sfoga così volgarmente la sua eccitazione.
Percepisco che è prossima all’orgasmo e l’aiuto ad averlo nel modo più bestiale e soddisfacente possibile.
Le afferro tutte e due le mammelle e gliele stringo con vigore, affondo le dita per farla godere ma anche più per farle male, ficco il mio pene fino in fondo con rudi colpi di reni come se la volessi sventrare, le facevo male ma oramai anche il dolore l’eccitava magnificamente.
Ora è veramente pronta, faccio scivolare mano tra i nostri corpi animalescamente abbrancati, raggiungo il clitoride turgido e gonfio da sembrare un mini pene, lo tocco con dolcezza, lo titillo: il piacere esplode con un grido di soddisfazione.
L’orgasmo è pieno e acquietante.
Ormai distesa e appagata lascia il mio corpo così che dopo averla baciata posso alzarmi per una tonificante doccia, quando torno nella camera da letto è ancora distesa, guardandola mi rendo conto che nonostante i suoi quarant’anni da poco passati è una donna magnifica, con quel corpo ancora tonico e ben fatto e ancor più con quella sua allure attraente può soddisfarsi con tutti gli uomini che vuolea; ma lei vuole l’escort.
“Perché mi guardi?” “non ti sto guardando ti sto ammirando che è tutt’altra cosa” “sei uno splendido bugiardo..” “no! sei tu una donna diffidente..” “con gli uomini come te è il minimo di legge….scusa ma non volevo offenderti” “ma lo hai fatto…”rispondo piccato.
Si alza, sinuosamente si avvia verso il comò prende una busta rosa e si avvicina a me già vestito, poggia un braccio sulle mie spalle mentre mi da un leggero bacio sul collo, con mossa leggera e rapida fa scivolare la busta nella mia tasca: “a la prochaine mon cher”.
La mia prestazione è finita devo ecclissarmi rapidamente.
Nell’ascensore tolgo la busta dalla tasca passandola nel portafoglio senza nemmeno aprirla, so già l’importo del suo “cadeau”, non è la prima e non sarà stata l’ultima che ricevo almeno fin quando Beatrice vorrà continuare.
Sono appena salito in macchina quando squilla il mio cellulare guardo chi è, rispondo “ciao Piero” “Ciao Nanni mi confermi per questa sera l’appuntamento?” vorrei rifiutare ma Piero è diventato un incontro fisso quindicinale e poi non posso rifiutare per il prosaico motivo che – l’argent est aussi nécessaire que l’air – rispondo va bene”.
“A che ora Piero?” “devo necessariamente presenziare ad un evento perciò sarò libero solo dopo le 11 ci vediamo in hotel, so che ti sto chiedendo un grosso favore ma non posso non incontrarti, l’unica cosa è che sarà breve 1 ora o poco più per solo lo stretto necessario, grazie”, “va bene”
Il tono della mia risposta evidentemente fa trasparire il mio disappunto, “ti sarò particolarmente grato per questa disponibilità extra, a stasera Nanni”.
Mi fermo dinanzi alla cassa continua della mia banca ed allo sportello automatico faccio il versamento: Beatrice è stata particolarmente generosa questa sera ma Piero lo deve essere molto ma molto di più anche se per una sola ora, deve imparare che non sono a comando.
Ci sono tanti che a comando corrono subito perché valgono quello che valgono: in fondo sono prostituti di strada, anche io lo sono stato ma ora sono pur sempre un prostituto ma non a comando, lo faccio ma pretendo molto ma molto di più.
Tornato a casa mi lasco cadere sul letto e mi lascio andare ai ricordi.
Ho cominciato a prostituirmi a 19 anni ero al primo anno di università, avevo bisogno di un supporto ed un mio compagno mi diede un consiglio “vai da questa insegnante è l’assistente del professore non dovrebbe fare lezioni private ma le fa, seleziona attentamente gli allievi, se vuoi la telefono facendogli il tuo nome” “ohhh…ohhh calma io non molto da spendere…” “non hai capito il sottinteso vero?! allora ti parlo chiaro; un sabato ti ho visto in piazza alle due di notte che battevi a froci o mi sbaglio? a me non me ne frega di quello che fai perché anche io mi sono fatte le mie marchette senza però senza andare in piazza.
Alla professoressa piace la carne giovane fresca e soprattutto abbondante … tu vai, ci parli, e trova l’intesa, non ti sta bene saluti e te ne vai” risposi “OK!!”.
Cominciammo le ripetizioni e riconobbi che era brava professionalmente e non era niente male come donna sui quaranta anni passati , riuscii a pagare le prime cinque lezioni poi mi trovai in ristrettezze e lei mi mollò ma non mi chiuse la porta “quando hai bisogno e puoi pagare torna”.
Ci tornai dopo tre mesi, avevo fatto un poco di grana dando ripetizioni ai liceali, preparavo un esame importante perciò la telefonai così ripresero le lezioni.
Alcune settimane dopo ci fu una situazione imprevista sia per me che per lei che segnò la svolta tra noi due.
Quel pomeriggio andai per la lezione e trovai il portone aperto salii, fui ancora più stupito nel trovare la porta dell’abitazione socchiusa: entrai, rimasi nel corridoio immobile non vedendo nessuno, però poco dopo vidi lei che usciva dal bagno nuda sconcertato scappai sul pianerottolo veramente confuso.
Ero indeciso se bussare o andare via, bussai; in fondo la porta era socchiusa e prima di entrare avevo anche bussato.
Nella testa comunque mi frullava la visione di quella donna che trovavo arrapante e poi era da tempo che non toccavo figa.
Era una donna pratica e non si faceva problemi ” ti ho visto che eri nel corridoio e che sei scappato ma hai ragione, non è colpa tua, la studentessa prima di te ha lasciato l’uscio socchiuso, va bene è stato un incidente spiacevole” “NO!” “certo per te no ma per me lo è se un estraneo mi vede nuda” “bella vista glielo posso garantire”, lei si mise a ridere di gusto “se ti sentisse il mio uomo ti massacra” “lei non glielo dica”.
Fu un raptus la presi per un braccio attirandola a me, rapido l’abbracciai baciandola mentre il cazzo mi spaccava le mutande, glielo feci sentire, ”ma che hai nella patta?” “quello che ti piacerà” ripresi a limonarla mentre lei saliva di giri era una donna calda e svuota palle; di questo però me ne accorsi dopo.
Mi buttai su quella donna con una smania che mi fece sborrare quasi subito “Ahh..peccato sei un bel ragazzo con bel fisico più un cazzo notevole ma soffri di eiaculazione precoce” “una cazzo precoce sono arrapato, ora scopiamo sul serio e vedrai sono il mandrillo che non rifiuta i bis ma li concede” “non ora stasera”.
Tornai a casa sua la sera non c’era nessuno, il marito era fuori sede per il lavoro, lei indossava una di quelle vestaglie non vedi ma vedi tutto, una tensione spaventosa mi assalì, se non mi tira? se la deludo? che figura di merda faccio?.
Lei mi prese per mano e mi guidò lentamente verso la camera da letto “ Quanti anni hai?” “19” “l’età di mio figlio…mi eccita questa situazione come se fosse un incesto”; questa situazione stava diventando un incubo: l’incesto mi aveva fatto deragliare.
Nella camera c’era una pesante penombra lei si fece cadere la vestaglia restando nuda, “mi chiamo Elvira e tu?” “Leo”, mentre si adagiava sul letto mi spogliai rapido, accostandomi a lei sentii una fragranza leggera ma persistente, la sua mano lieve si posò sul torace “sei agitato Leo?” “Si Elvira ho paura” “paura? addirittura ti faccio paura?” non sei tu la mia paura ho paura di me stesso di deluderti”, in quella penombra sentii una risata appena abbozzata con un timbro gutturale caldo, fu come fossi stato colpito da un fulmine che invece di incenerirmi mi caricò a mille.
Mi girai verso di lei attirandola a me, la tenevo stretta mentre cercavo le sue labbra, baciai le sue labbra morbide, si schiusero così la mia lingua si insinuò in lei esplorando per trovare la sua la quale rispose ritrosamente, la sua testa tra le mie mani, le dita giocavano tra i suoi capelli scuri lunghi e morbidi: avevo il cazzo in stato di erezione stupefacente.
Volevo penetrarla ma non lo feci, sentivo che lei aveva il fiato corto allora feci scorrere la lingua lungo il collo ed il solco del seno poi leccavo il suo capezzolo grosso “Ahhh….Leo…”, anche io era arrapato ma non volevo chiudere senza che lei non provasse il piacere.
Continuammo a divertirci giocando con i nostri capezzoli con le dita con le lingue, la mia mano scivolò verso il basso e trovai la vagina umida con il suo clitoride tumido lo strinsi il suo rantolo profondo mi provocò un piacevole spasimo mentre lo scroto mi stringeva i testicoli.
Ancora le torturavo quel clitoride con le dita finché non lo accolsi tra le labbra e nella bocca, cominciai a suggerlo delicatamente ma in crescendo mentre il corpo di Elvira si lasciava andare alla sua libidine finché non esplose incontenibilmente il suo piacere: fu allora che entrai in lei con tutto il mio arrapamento così a lungo trattenuto che eiaculando non trattenni il mio animalesco sfogo vocale.
Le lezioni e gli incontri procedevano parimenti mentre le prime andavano a gonfie vele i secondi erano impacciati, in fondo
ero un maschio ancora naif e grezzo infilavo il cazzo duro tra le sue cosce puntandolo in figa per la solita chiavata ma lei non voleva la scopata ma il sesso.
In un incontro, nel quale ero particolarmente arrapato, affondai in due colpi il cazzo nella figa particolarmente calda e stretta e lei si mise a gridare “fermati mi fai male”, non ci furono santi me la ingroppai con impeto.
M i cinturò i fianchi con le sue cosce lunghe e magre, mi stringeva ai fianchi facendomi mancare il respiro, l’aveva in figa e voleva che glielo spingessi tutto e spinsi “mi fai male ma lo voglio tutto” quando sentii che stava in eccitazione per l’orgasmo mi lasciai andare e le sborrai dentro.
Credevo di aver fatto una prestazione da quattro stelle ma lei mi distrusse “Leo, te lo ripeto fisicamente sei top e tutta l’attrezzatura e magnifica hai misurato il cazzo? quanti colpi puoi sparare in una giornata?” la guardavo stranito non era la donna a parlare ma la professoressa che mi faceva l’esame “sono in tutto 25 cmt. larghi, due anche ravvicinati ogni giornata forse tre ma non tutti i giorni”.
Rimasi in silenzio mentre lei sorrideva: mi sentivo una merda.
“Tu non sai fare sesso, tu sai solo scopare, mi hai scopato mi sono arrapata ma non mi hai fatto godere come si deve, adesso che ti vedo su quel letto nudo con il cazzone moscio mi viene voglia di scopare ancora, invece tu mi dovevi lasciare soddisfatta annientata senza desideri perché mi hai svuotata. Questa è la differenza tra un maschio è un amante, l’amante è colui che lascia la donna senza più voglia di lui in quel momento salvo a volerlo tempo dopo.”
Non mi sentivo una merda ero nella merda e stavo affogando.
L’accordo è durato per tutto il periodo universitario, il training era stato duro, facevo una doppia scopata tre volte a settimana alla fine capii che ero pronto, potevo usare il mio cazzo come attrezzo da lavoro.
Salto giù dal letto ho l’appuntamento con Piero arrivo in anticipo all’albergo e aspetto, puntuale la voce Piero “Nanni io già
ci sono, nella solita camera.”
Salgo lo trovo già disteso sul letto che mi guarda con i suoi occhi un poco bovini “scusami per questa sera ma c’è stato un inconveniente” la sua voce lamentosa mi infastidisce, di questa persona non conosco nulla se non i suoi desideri sessuali; per principio sia degli uomini che delle donne che incontro non voglio sapere nulla, tutto comincia in una camera da letto e tutto finisce là, le mie sono solo prestazioni sessuali non di accompagnamento o altro.
Mi accomodo sul suo petto dopo aver ripiegato le gambe, il mio cazzo è dinanzi alla sua bocca, le labbra un po’ secche grattano sul mio glande, il fastidio che provo cerco di rigirarlo come un piacere, gli infilo il pene ancora moscio in gola e Piero si strafoca ma so che lui apprezza, lo spingo ancora più in fondo strabuzza gli occhi, faccio prendere aria a suoi polmoni e spingo ancora anzi gli tappo il naso, gli occhi si riempiono di lagrime e dalla bocca esce la bava, provo un certo piacere vederlo così stravolto.
Batte le mani sul letto ma io non gli tolgo il cazzo dalla bocca, ora le gambe e le cosce si muovono scoordinatamente
finché non cadono quasi inerti, tiro fuori il cazzo e come un mantice Piero comincia a respirare “cazzo…ma prima o poi mi farai morire…” “dai che ti piace vedi che stavi quasi eiaculando, dai ricominciamo…” “No Nanni no…no…”ma apre la bocca.
Questo giochino la facciamo per tre volte ed alla fine eiacula mentre gli stringo i testicoli.
“Piero ti basta o vogliamo giocare ancora? ti avvertoche tempo sta per scadere” “dai per favore facciamolo” “alloraprova a farmelo venire duro”.
Cominciamo, gira il suo corpo massiccio e si mette prono per essere schiaffeggiato con il guanto ruvido e peloso, sono svogliato questa sera quindi parto con colpi mirati secchi e subito forti, in pochi tempi i glutei diventano rossi, continuo a picchiare duro e a stringerli i coglioni.
Il mio cliente si sbatte con frenesia gode e si diverte io mi annoio e la noia è la parte peggiore del mio lavoro.
Piero si lamenta per il dolore gli stringo duro i testicoli mugola per il piacere, comincia ad eccitarsi e ronfa come un maiale, giù con i colpi e con strizzate improvvise e selvagge dei testicoli, il pene gli si eretto, decido che anche questo giochetto devo chiuderlo al più presto, uno perché non voglio stare con questo porco e due perché l’ora è passata da tempo.
Passo al guanto con le palline dure sul palmo e con la paletta granulosa bastano dargli colpi forti e ben assestati che Piero cede gli allargo le chiappe e metto a fuoco l’ano e faccio il clistere ma non è la solita misura, comincia a perdere il liquido gli urlo “stringi quel cazzo di buco di culo maiale” lo colpisco pesantemente r ripetutamente sulle spalle con la paletta, gli punto il mio rotolo di carne protetto bene da un doppio preservativo abbondantemente lubrificato: il colpo è secco e forte per non perdere l’erezione.
Piero muggisce per dolore della penetrazione e per la sofferenza dei colpi ricevuti sui glutei e sulle spalle, sento che sta arrivando per le contrazione dello sfintere quasi mi eccito e vorrei anche venire: decido di NO!.
C’è voluto più di un quarto d’ora perché il mio cliente si riprendesse e mettesse la mano al portafoglio alla fine mi porge la busta la guardo perché Piero non è Beatrice di lui non mi fido.
“Non è questo quello che mi aspettavo Piero! avevi promesso molto”” ma hai visto bene cosa c’è?” “SI! per questo sono deluso, bene caro mio allora questo è stato il nostro ultimo incontro trovati un altro”.
Sbatto sul letto la busta faccio per andare lui mi corre dietro in modo clownesco si attacca alle gambe “va bene ho sbagliato aspetta”.
Resto nella camera mentre lui corre nell’altra stanza torna con un nuova busta ci guardo dentro: la prendo.
“Nanni mi confermami il prossimo incontro” acconsento con un cenno del capo “grazie Nanni grazie”.

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