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Eravamo in cucina, la sorellina sdraiata sul divano e annoiata chiede di giocare a nascondino. Lei mi guarda con un sorrisetto da monella e dice perché no, a condizione che noi ci nascondiamo per primi e tu ci devi trovare. Sapevo cosa voleva e in casa non c’era nessun posto abbastanza coperto e comodo per due. Quindi rimaneva la cantinetta sotto casa. Lei prese le chiavi di nascosto e iniziammo a giocare. Ci precipitammo in sala e senza farci sentire uscimmo dalla porta che da sul retro della casa dove c’è un giardinetto e la cantinetta. La porta era dietro una catasta di legna per il camino, aprimmo il lucchetto entrammo e ci chiudemmo dentro. C’era solo una finestrella coperta con una rete metallica a maglie fini che rendeva difficile da fuori vedere l’interno della cantina. Diana mi sbattè subito la mano sul pacco strusciandosi la coscia sul mio bacino e il ginocchio in mezzo alle mie gambe. Come un’assatanata tiro fuori il cazzo dai pantaloncini e si piegò sulle ginocchia per metterselo in bocca spompinandomi forsennatamente. Di colpo mi disse: abbiamo poco tempo, nel culo o nella figa? Sbrigati lo voglio. Un bel dilemma, ma data la fretta scelsi subito. Il suo culetto stretto, prenderlo con furia, ‘stavolta sbattendoglielo dentro tutto fino alle palle con un solo colpo. Prima di sfondargli il buchetto del culo, le presi la mano sinistra la portai sul cazzo e le dissi: guidami tu. Quando sentii che la mia cappella gonfia era sul bersaglio, le misi una mano davanti alla bocca e senza il tempo di un respiro, infilai di colpo tutto il cazzo dentro il suo retto. Emise un urlo di dolore acuto, ma la mia mano sulla sua bocca attutì molto l’intensità del’urlo. Mentre la sbattevo con foga velocemente le dissi: tranquilla ci metteremo poco. L’ambiente sporco e fatiscente della cantina insieme al senso del proibito mi face sentire porco come non mai. Pochi minuti di estremo dolore e piacere e si ritrovò il retto pieno di sborra bollente. Sfilato il cazzo perdeva sborra dal buco del culo che colava sulla coscia destra. Affannata ancora con le chiappe allargate, vide la sorellina fuori vicino alla finestrella della cantina che ridendo diceva: trovati! Si lei ci aveva trovati, e io e Diana avevamo trovato l’inculata più eccitante che potessimo desiderare.

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