CONFESSIONE DI UNA SWEET LADY
(Da moglie per bene, morigerata e fedele a divoratrice di uomini.)
Buongiorno, mi chiamo Anna, sono una signora quasi cinquantenne, con una vita famigliare, sociale e professionale normale e comune che mi soddisfa molto. Sono una moglie e mamma di due figli maschio e femmina ora studenti universitari. Mio marito Carlo, circa dieci anni fa si è manifestato cuckold, coinvolgendo mio malgrado anche a me in questo gioco e mondo erotico, facendomi partecipe fino arrivare ad accettarlo come filosofia di vita della mia nuova sessualità, diventando appunto come si dice una Sweet Lady (dolce signora), la moglie di un cuckold, come oggi sono.
Ringrazio Educatore di avermi concesso l’opportunità di descrivere la mia realtà ed esporre le
mie emozioni.
Mi sono informata molto in materia con mio marito e da sola e ho letto confessioni, storie, racconti e documenti sul cuckoldismo o aspiranti tali, di tutti i tipi, dove si descrivono tutte le loro qualità, i difetti, le emozioni, le aspirazioni, le umiliazioni e le paure che questi provano nel loro vivere quotidiano la loro condizione di cornuti contenti, nel godere a vedere la moglie posseduta da un altro uomo, provandone eccitazione e piacere nel farlo e nel sentirsi umiliati e sottomessi da questo comportamento
Pochi finora in rete, compresi i vari club di cuckolding che aumentano sempre più in Italia, si sono mai interessati oltre all’aspetto fisico e sessuale, a quello mentale e psicologico della moglie o compagna del cuckold, la così detta Sweet Wife o Hot Wife o come si vuole.
Lasciamo perdere gli stereotipi e i coppia incolla della storia del cucculo trita e ritrita e della sottomissione totale del marito verso il bull, che non sono assolutamente vere, forse nell’ottocento nell’Inghilterra Vittoriana dove si dice sia nato il cuckoldismo, non certamente adattabile all’Italia e agli italiani e latini in generale del duemila, che amano essere si cornuti, ma a modo loro, spesso senza sottomettersi fisicamente ma solo psicologicamente, almeno inizialmente o facendolo a loro modo con le loro peculiarità individuali e personali. E comunque il cuckolding e lo sweeting non sono statici, ma sono tendenze in evoluzione continua, si inizia in un modo e si finisce dopo anni in un altro, una trasformazione che avviene a cicli, a step del conscio e sub inconscio, dell’essere cuckold stesso, che si trasforma con la pratica e con il tempo.
Non è una depravazione o altra perversione tipo masochismo latente che spingono i nostri uomini a desiderare di essere cornuti, umiliati e sottomessi, come scrivono alcuni sessuologi e psicologi che sanno poco in proposito. Questa a mio avviso è una tendenza sessuale, e io la considero tale, né più né meno dell’omosessualità, dello scambismo e voyerismo.
Molti scrivono che la maggior parte degli uomini cuckold sono ossessionati dalla grandezza del loro pene e spesso pensano che non sia abbastanza grande per far godere la loro moglie, e fantasticano e psicologicamente accettano che un altro uomo soddisfi sessualmente la propria partner al loro posto in quanto sentono di non esserne all’altezza. In parte è vero, ma anche la donna si eccita e prova maggior piacere a sentirsi un pene in vagina che la riempie, ma bisogna anche saperlo usare se no averlo solo grosso non serve a niente.
Mio marito era normale e mi soddisfaceva prima di diventare cuckold, e chiaro che adesso ho altre esigenze e comunque le dimensioni contano relativamente, nel provare piacere si è influenzati anche dall’ambiente, dalla persona, il luogo, la posizione e altre cose.
Come dicevo sopra pochi parlano della moglie, di questa figura che è la protagonista in assoluto del triangolo Sweet -Cuckold-Bull, senza la quale non ci sarebbero né bull ne cuckold né tutti i vari siti specializzati e porno che comunicano tutto (in modo sbagliato spesso) su di loro.
Siccome ho letto molto a proposito per anni, anche in siti inglesi e francesi per capire come
potessi definirmi e considerarmi io nel mio cambiamento sessuale e soprattutto interiore, farò una breve introduzione dedicata alla “Sweet”, prima di confessare la mia storia.
La mia esposizione è molto personale e segue un percorso evolutivo di questa trasformazione
sessuale che ho avuto avendo vissuto e vivendo in prima persona quanto scrivo, e spero sia un contributo a conoscere meglio e a fondo questo microcosmo della Sweet o moglie del cuckold, caratterizzato non solo dalla passione e trasgressione sessuale ma anche da interiorità, emozioni e sensazioni.
Chi fosse una sweet , me lo chiesi anch’io, quando sentii per la prima volta pronunciare questa
parola da un uomo con cui avevo avuto un rapporto sessuale davanti a mio marito i primi tempi che lo cornificavo. Devo dire che il termine in inglese mi fece una bella impressione e mi
piacque, “la dolce” e non lo trovai volgare o “Sweet wife” la moglie dolce.
Essere Sweet o hotwife, per me ha significato abbracciare una vita sessuale nuova, diversa da
quella che avevo sempre vissuto tradizionalmente, costituita da un marito che ama guardare la propria moglie posseduta carnalmente da un altro uomo e lui nel vederlo desiderare, eccitarsi e chiedere al partner di chiavarmi e di farmi godere davanti a lui.
Questo ha implicato la formazione in me di una complicità particolare con mio marito e il dividere ogni tipo di passione trasgressiva con lui. Mi ha fatto divenire lussuriosa, viziosa e a lungo andare senza pudore nel momento della trasgressione, sottostando io carnalmente alla volontà di un uomo (il bull) che non era mio marito e spesso ci umiliava e sottometteva con nostro consenso, ma che ci soddisfaceva dandoci piacere e godimento sessuale.
Mi sono scoperta Sweet non per il rapporto sessuale in se stesso o nell’assecondare mio marito, ma quando inconsapevolmente ho liberato ed esteriorizzato quella parte di me assopita, celata dalla morale, dall’educazione cattolica ricevuta e dalla tradizione coniugale, avvertendo piacere e attrazione per quelle nuove emozioni che si presentavano, accettando di amare mio marito in modo differente, come desiderava lui e iniziava a piacere a me, mostrandogli il tradimento e l’infedeltà con il piacere fisico e mentale dell’essere osservata e ascoltata in quei momenti sessuali e intimi. Sentendomi appagata dai suoi sguardi, dalla sua eccitazione e dal piacere nel farlo, vivendo i suoi nuovi momenti sessuali come i miei. Apprezzando ogni attimo, assaporando ogni istante di passione e godimento, abbandonandomi a ogni orgasmo che vivevo con l’altro uomo.
Come scrivevo sopra il cambiamento sia a Sweet che a Cuckold di una coppia, non inizia in un
modo già predefinito, ma ci si diventa evolvendosi quasi senza rendersene conto, con discussioni, contrasti e scelte inconsce e impreviste (almeno questo è quello capitato a me).
Se si avverte la percezione o la propensione a diventare sweet o cuckold, non c’è niente da fare, lo si ci diventerà e basta e le cause i psicologi e sessuologi veri le conoscono bene, vanno ricercate nell’infanzia e nella famiglia e non nella dimensione se è piccolo o grosso.
L’essere sweet o Hotwife o cuckold è soggettivo e cambia da donna a donna e da uomo a uomo, si inizia nei modi più disparati e diversi ma dopo una evoluzione inavvertita più
o meno lunga o si smette subito o si finisce nel classicismo dello Sweeting e del cuckolding , che è quello di cedere completamente la moglie a un altro.
Personalmente ritengo che la sweet almeno nelle fasi iniziali, sia la creazione e lo specchio dei
desideri del marito cuckold e delle sue aspirazioni sessuali, anche se in seguito ne diventa complice.
Non si nasce Sweet , ma lo si diventa… in genere quando si ama tanto un uomo e lo si accetta e compiace nei suoi desideri più trasgressivi verso di noi . Oppure come scelta di filosofia di vivere con il proprio marito una nuova sessualità, diversa dagli schemi convenzionali.
Gli incontri dovrebbero essere solo di sesso, senza coinvolgimenti emotivi o sentimentali che
potrebbero minacciare il matrimonio, ma non sempre è così, e si dovrebbe continuare la propria vita sociale apparendo sempre moglie fedele e mamma attenta, vera signora in società, ma libertina nell’intimità con il nuovo partner e il marito.
Molti ritengono che una hotwife sia un oggetto sessuale, un giocattolo… ma non è così, si ha una propria personalità anche sessuale ed è una donna come le altre.
Io e mio marito non abbiamo mai frequentato club privé o locali simili, abbiamo sempre vissuto la nostra trasgressione da noi, in modo casalingo, discreto e riservato e solo in privato. Ma penso che i locali abbiano una propria utilità a disinibire, per chi piacciono.
Nelle mie ricerche e letture ho appreso che la Hotwife o sweet in genere è una donna sposata e sono d’accordo, perché questo tipo di trasgressione prevede una confidenza e una complicità molto intima e profonda che in genere solo il rapporto moglie/marito può dare.
Il presupposto di essere sposati, conoscersi bene, avere dei figli, porta ad avere una possessività, comprensione e accettazione uno dell’altro che in genere altri tipi di legami e relazioni non hanno.
Una distinzione che voglio fare, è spiegare la diversità che c’è tra essere la moglie o la compagna del culkold , che non sono la stessa cosa. Con la moglie se vogliamo esiste un contratto civile o religioso, si vantano dei diritti e si hanno dei doveri coniugali, ed è considerata parte integrante della vita del marito non solo contrattualmente e socialmente, ma anche concettualmente, si avverte come un qualcosa di appartenenza, come propria e offrirla o essere offerte ad un altro comporta una emozione più intensa e cerebrale, non solo fisica. Mi spiace dirlo, non per cercare le sottigliezze, ma sotto questo aspetto con la compagna non è così, e tra offrire la propria moglie o la compagna oltre che il piacere fisico c’è una differenza sociale, emotiva e mentale.
Certo qualcuno può dire… cornuto è uno e cornuto e l’altro, oppure intanto si fanno chiavare tutte e due, ma non è così… ripeto, ci sono delle differenze sia per il cuckold che per la moglie nel viverlo, se no non sarei qui a scrivere.
Un’altra distinzione e precisazione che voglio fare e che ho trovato poco nelle discussioni e nei siti specializzati di sweeting e cuckolding che ho letto, è la differenza che c’è tra … “l’offrire “la moglie e il … “cederla” a un altro uomo. Non credo che molti abbiano presente la diversità del significato.
Si “offre la moglie” a un altro, quando il marito la prepara e l’accompagna all’incontro e la dona fisicamente e momentaneamente al partner che consuma l’atto sessuale e fa quello che vuole di lei in sua presenza fisica.
Si “cede la moglie ” invece, quando il marito la lascia nelle mani dell’altro e si allontana
materialmente da lei concedendola al partner, rinunciando per un periodo di tempo ad avere diritti su di lei o regolamentandoli con un contratto bull-sweet-cuckold, lasciando a lui la completa proprietà della consorte e questo la può portare via per ore o giorni, facendone quello che vuole sessualmente, senza la sua presenza.
Riguardo ai partner, il termine inglese bull (toro) non sempre è appropriato, perchè non tutti lo sono anche se si presentano come tali nelle inserzioni, in cui la moglie per usare il linguaggio tipico degli annunci erotici, “viene messa al centro delle attenzioni”. A volte queste attenzioni mancano essendo loro solo dei gran leccatori di figa o massaggiatori del corpo, il che non guasta, ma delude le aspettative se non si è preparati e si è quello che una coppia si aspetta.
Alcuni bull sono veramente ben dotati, (il che non significa enorme, che è fastidioso riceverlo e fa anche male a volte), sono passionali e vigorosi amatori, sanno chiavare e far godere davvero bene una donna, giocare sessualmente con lei anche se si domina e umilia. Hanno un bel cazzo da vedere oltre che da provare e a seconda delle dimensioni, la visione di quei cazzi perfetti, potenti, virili, fanno venire subito il desiderio di baciarli, leccarli ed essere possedute da loro davanti o dietro e lasciarsi andare ad essi e al loro vigore. A me ora piacciono quelli depilati, nudi come il mio sesso, li trovo perfetti, belli e attraenti… estetici.
E’ il Bull a dominare la situazione, egli si impossessa della moglie davanti agli occhi accondiscendenti, impotenti ed eccitati del consorte Cuckold, e quelli accalorati e desiderosi della moglie, godendo della sua passione e voglia penetrandola, mentre il marito osserva la sua amata moglie chiavata, e gode della virilità del Bull, della sua potenza e dotazione sessuale, che lui a scelto per lei, trovando piacere nella sua Virilità e nella propria impotenza e umiliazione.
La letteratura inglese ci definisce Sweet wife dolce moglie o sweet lady dolce signora, quella
nord americana hotwife , moglie calda, allegra o disponibile, quella latina, italiana compresa ci
cataloga come moglie viziosa o depravata, che ha rapporti sessuali con uomini mentre il marito osserva o cede ad altri facendosi poi riportare tutto quello che è avvenuto.
Non parlerò di diritti e contratti della Sweet, perchè sono cose che non ci appartengono e non abbiamo mai fatto, esistono e fanno parte del gioco, ma secondo me sono più da paesi anglosassoni e nord europei e non del nostro. In genere si redigono quando si vuole giocare in un certo modo, con possessività, sottomissione e umiliazione forte, anche fisica, tipo sadomaso, ma non è la mia storia.
Io all’inizio, trovavo assurda la nostra situazione, non mi capacitavo che eravamo diventati così e dopo averne discusso con mio marito Carlo, come detto sopra feci varie ricerche individuali su internet per capire come potermi considerare e cos’ero diventata e approfondire e confrontare come vivevo io la condizione di moglie del cornuto contento, leggendo quello che scrivevano (pochissimo per il vero) i vari siti specializzati sulla loro moglie.
È stato compiendo ricerche in questo senso per scoprire e capire chi veramente eravamo io e mio marito che ho iniziato a navigare su internet anche da sola, ricercando siti specializzati,
scoprendo e leggendo poi mio malgrado anche confessioni e racconti erotici sul tema, fino a giungere a osservare, prima con curiosità e poi con convenienza anche i siti porno e i suoi video, cosa che non avevo mai fatto prima, ma sentendomi piacevolmente inquinata dall’erotismo e dalla pornografia che visionavo, creandomi una mia idea personale che
ora vi illustrerò.
Essere Sweet e Cuckold è scabroso, osceno, ma molto eccitante.
All’umiliazione del marito, corrisponde spesso anche l’umiliazione della moglie, a volte trattata come una prostituta, una donna-oggetto dal Bull, buona solo per godere e far godere.
In questo rapporto, la fedeltà svanisce nel desiderio e nel piacere che si prova nel trasgredire e tradire e diventa complementare al desiderio del marito che è quello di offrirla a un altro e quello della moglie ad essere offerta.
Lo sweeting e il cuckoldismo sono la tomba della fedeltà sessuale, ma non dell’amore sentimentale che è imprescindibile dalla sessualità.
Non c’è mancanza d’amore, nell’essere Sweet e Cuckold, ci si accetta e si entra a far parte
culturalmente di un modo nuovo e diverso dell’essere “noi “, non ritenendo entrambi più anomalo, lei il concedersi a un altro uomo e lui a offrirla e osservarla posseduta e dominata, ma anzi diventando fisiologico, integrante con la nuova sessualità.
La molla che coinvolge a questo la donna, è sempre la spinta dell’uomo, del suo uomo, dell’amore che ha per lui.
Come dicevo, i motivi possono essere i più disparati, fisici e/o psicologici,sessuali o sociali o per mille altre ragioni che non so.
Nel mio lungo leggere e approfondire anche su siti internazionali, mi ha rincuorato apprendere che lo sweeting , come il cuckolding non sono una devianza sessuale, una sintomatologia di perversione… ma sono una evoluzione del rapporto coniugale, di innovazione sessuale e dicono anche, il risultato della emancipazione della donna…. prova ne è, l’aumento vertiginoso di questa pratica, anche in Italia che più avanti spiegherò meglio.
Ognuno può giudicare una Sweet come vuole, purtroppo l’ignoranza e i pregiudizi sul sesso e in particolar modo sul ruolo della Sweet e del Cuckold conducono a opinioni e a giudizi non legittimi.
Ciascuno ha diritto a vivere il proprio erotismo come più ritiene opportuno senza essere considerata depravata o troia solo perchè non pratica sesso nel modo tradizionale. E nessuno può sentenziare sulla presenza o meno dell’amore in una coppia che vive la propria sessualità come noi, in modo diverso, promiscuo, ma nel rispetto degli altri e di sé stessi.
Non è giusto giudicare le persone e il loro sentimento basandosi su come praticano sesso, con chi, dove,come e quante volte lo fanno. Chi ha queste idee è intollerante.
Il mondo e i costumi sociali e sessuali sono in forte evoluzione anche da noi nella nostra società, oserei dire nella nostra civiltà occidentale, stanno mutando. Se ieri in Italia erano diecimila le coppie Sweet-.Cuckold –Bull, o aspiranti tale, chi più con una tendenza del cuckoldimo in un certo modo e chi di un altro, oggi siamo centomila e domani saremo un milione e più di mogli e mariti che praticano lo sweeting e cuckoldismo segretamente. Lo stesso modo esponenziale sarà con i partner e lasciatemi sorridere con un po’ di umorismo, la vedo dura per i bull nostrani che si spacciano tali e non lo sono, che cercano solo la chiavatina extraconiugale. Finirà che i nostri mariti per mancanza di veri Bull capaci, saranno costretti a offrirci o cederci secondo da che punto di vista si guarda, a partner di colore o a extracomunitari, mediorientali e nord africani come già avviene all’estero e negli Usa in particolare, dove tutti i Bull vengono rappresentati neri e dotati e il Cuckold sempre bianco, come la Sweet e poco dotato. Già adesso negli annunci nostrani si trovano molti giovani marocchini, algerini (soprattutto in Francia) egiziani, nigeriani e senegalesi, per non parlare di quelli dell’est, rumeni, ucraini ed est europei, e in totale tra tutti sono il 20-25 % degli annunci, credetemi sono tanti… ci stanno invadendo, tra qualche anno o decennio saranno la maggioranza, io stessa con mio marito siamo tentati di provare con loro e non è detto che non lo faremo.
Detto questo, che è un piccolo sfogo umano, voglio scrivere ancora due righe su come si ci sente dal punto di vista psicologico della moglie ad affrontare questa scelta a diventare quasi
inconsapevolmente Sweet o Hotwife.
Cercherò di spiegare le mie cause psicologiche che mi hanno indotta ad accettare di tradire la persona che amavo così tanto (amo…), da sceglierla come marito e compagno della mia vita al punto di desiderare di avere e fare dei figli assieme lui.
Una premessa indispensabile, parlando di questo argomento, è che l’essere infedele e offerta o
ceduta, prima la si vive mentalmente e poi con il corpo. Il tradimento se così vogliamo chiamarlo per semplificare, è dettato dal desiderio sessuale, dal piacere e dalla consensualità del marito e non dall’amore per un altro uomo.
Se vogliamo, il vivere la nuova sessualità rappresenta anche un’occasione di crescita, di
evoluzione, unione e di consapevolezza per la coppia, e per la donna esprime la possibilità di affermare il proprio erotismo.
A un certo punto sopraggiunge il crollo dei nostri ideali morali e sessuali precedenti, come la fedeltà, la gelosia, l’esaltazione del marito, la visione del vivere insieme e il far sesso in modo tradizionale, e lasciano spazio a un’altra realtà.
In questa fase particolare e personale, bisogna affrontare la delusione della realtà precedente, di chi come me aveva troppo enfatizzato il marito, il matrimonio e il ruolo di essere un certo tipo di moglie, classica e convenzionale e prendere atto di quella nuova, accettarla, assimilarla, costruirla e non subirla e viverla, modificando le nostre abitudini precedenti, il modo di pensare, valutare e percepire il sesso e il mondo attorno ad esso.
Non è facile creare una nuova vita di coppia, romantica, sentimentale, affettuosa e amorevole con il marito e sessuale, trasgressiva, viziosa e appagante verso il nuovo partner, fisso o provvisorio che sia.
Si arriverà alla scissione tra sessualità e sentimento, tra amore carnale e amore affettivo, che non saranno più in un sentimento unico e indivisibile, ma separandosi, origineranno verso il marito solo sentimento, d’amore e tenerezza, senza desiderio, erotismo e sessualità diretta.
Accadrà infatti che la moglie vivrà inconsciamente il proprio consorte non più come “maschio alfa o dominante e amante”, ma come amico, alleato e confidente, bisognoso in un certo modo di aiuto e protezione e non sarà più possibile in noi stesse provare nei suoi confronti sessualità e libidine, esaltazione e passione, ma solo amore sentimentale, dolcezza e tenerezza coniugale… la sessualità, l’erotismo, la libidine sarà rivolta a un altro …e non più a lui.
Così, mentre i comportamenti della nuova sessualità per il marito Cuckold e la moglie Hotwife
saranno differenti ma complementari nella nuova realtà, l’obiettivo finale sarà lo stesso, il piacere, il godimento, l’orgasmo fisico e mentale. Anche sotto il profilo della moralità avverranno in modo non convenzionale …non tradizionale per la nostra società.
La mia infedeltà come tale non esisteva visto che mio marito era non solo consenziente, ma anche proponente e guardone dei miei adulteri.
Che si provi piacere nel vedere il marito masturbarsi mentre si è possedute da un altro…in parte è vero, forse non le prime volte che si ci vergogna di noi stesse di quello che si fa e dell’atto del marito, dispiacendosi nel vederlo in quello stato umiliante e si è smarrite e confuse dalla situazione. Ma poi nel proseguimento e nel tempo subentra una sorta di godimento e assimilazione.
In me con mio marito esisteva un romanticismo anche nel tradimento sessuale che era frutto
dell’immenso e profondo amore che provavo per lui, lo stesso amore che mi spinse ad
assecondarlo nel suo desiderio di vedermi posseduta da un altro pur di renderlo felice e soddisfatto.
Come dicevo sopra, non esiste uno stereotipo della Sweet o del Cuckold in cui tutti si ci possono rispecchiare, se tra voi lettrici e lettori c’è qualche aspirante tale, state tranquilli, tutto è molto soggettivo, la trasgressione, la passione, il piacere, come anche l’umiliazione, la sottomissione, la gelosia, il voyeurismo e la paura si manifestano e si vivono differentemente da Sweet a Sweet e da Cukold a Cuckold.
Purtroppo il tipo di Hotwife e Cuckold che viene sempre rappresentato è lo quello stereotipo anglosassone, in cui a lui piace farsi umiliare, offendere, sottomettere mentalmente e corporalmente dalla moglie e dal Bull, farsi dire cornuto e a lei farlo. Come dicevo quello era lo stereotipo di sweeting e cuckolding nell’Inghilterra dell’ottocento, ma negli anni si è evoluto e il ruolo di ciascuno differenziato nel tempo e ogni popolazione e persona in base alla propria indole, etnia o società in cui vive la diversificato e adattato a sé stesso, fermo restando il principio basilare del marito cornuto contento che si eccita e gode a offrire o cedere la propria moglie sessualmente a un altro uomo.
Vi sono differenti tipi di Sweet, c’è quella passiva, docile e remissiva nell’amplesso, quella
passionale ed esuberante con il marito o sboccata che ama il turpiloquio dirlo e sentirselo dire. Quella dominatrice a cui piace assieme al Bull offendere, umiliare e sottomettere il marito e lui goderne a esserlo.
E tante altre varianti personalizzate con la propria personalità.
Come ci sono vari tipi Sweet lo stesso è di Cuckold: quello contemplativo soltanto detto il guardone, il partecipante assieme al Bull, il bisex, il sottomesso che gode ad esserlo, il regista a cui piace organizzare tutto e scegliere i partner della moglie. C’è chi preferisce cedere la moglie e che lei e il bull si incontrino da soli, o il tipico cornuto contento che sa che lei lo cornifica, magari con l’amico o il collega, ma fa credere alla moglie di non sapere, salvo poi masturbarsi da solo in bagno o pensare mentre la chiava che dove ha il cazzo lui in quel momento, poche ore prima c’era quello del suo amico o dell’amante della moglie e ne gode in silenzio. E tanti altri tipi personalizzati al carattere, alla cultura e al ruolo che hanno in famiglia e in società.
Mio marito, Carlo è sempre stato un Cuckold contemplativo, gli piaceva guardarmi e masturbarsi e al termine baciarmela e leccarmela e per lui è sempre stato il massimo, una umiliazione psicologica e silenziosa, senza parole, leccare la figa di sua moglie appena chiavata, naturalmente senza lo sperma del partner.
A noi piacciono le umiliazioni e sottomissioni soft psicologiche, senza parole e volgarità, anche a casa in intimità. Io scherzando quando siamo soli io e lui, a volte lo chiamo cornuto … o cervo, o accarezzandolo affettuosamente in fronte e sulla testa sorridendo gli dico:
” Ti stanno crescendo sempre più!” Lui sorride, a volte ride:
“Merito tuo mia signora!” Risponde.
A lui negli incontri piace sedersi vicino o di fronte a me e osservare e ascoltare, e a volte
accarezzarmi mentre vengo chiavata con vigore e godo, vive così la sua umiliazione,
interiormente, ma questa è la sua natura.
Ora prima di narrarvi la mia storia vi do qualche numero che ho appreso nelle mie ricerche sperando di non annoiarvi, sono dati interessanti, ma capisco che ad alcuni non possono piacere, quindi può saltare la pagina, ma non sa cosa si perde.
Fermo restando e non mi stanco di ripeterlo che Sweet e Cuckold non si nasce, ma lo si diventa, iniziando per gioco o per curiosità o altro, evolvendosi fino a modificare la propria sessualità.
Inizierò con il dire che la maggioranza dei cuckold italiani il 74% non amano essere umiliati e
sottomessi, ma preferiscono contemplare e anche se non spesso, partecipare con il bull.
Altri preferiscono che lei si incontri da sola senza di lui … il 10% circa. Il passivo che non chiava più la moglie e la porta da altri 7 %. Il bisex che la chiava o no assieme al bull sono il 5% e compie atti anche sul bull, come la preparazione manuale o orale prima del rapporto, gli piace preparare lui il partner della moglie. Colui che sa e fa finta di non sapere il 2%.
Poi ci sono altri sondaggi che non riporto se no farei un romanzo, ma se vi interessano le
statistiche e le percentuali, chiedetele a Educatore, a lui ho mandato l’elenco di uno studio fatto esclusivamente sulle Hotwife italiane da parte dell’istituto e centro studi e ricerca sui comportamenti sessuali… io mi limito a darvi qualche dato.
Per quanto riguarda la Sweet in Italia l’età varia dai 25 ai 55 anni con prevalenza in percentuale tra i 40 e 50-55 anni, con titolo di studio delle superiori il 50%, universitario 30% e licenza media o non terminato le superiori il 20%.
Sono mamme 80%, anche questa è una caratteristica italiana inversamente proporzionale ai paesi anglosassoni.
Preferisce un bull passionale e vigoroso il 72%, che sia brutale e possessivo il 18%, il 10%
preferisce altro.
Il 50% delle Sweet nostrane, preferiscono l’abbigliamento casual leggermente sexy ma seducente a fronte dell’elegante e provocante il 46% e l’osceno e indecente 1%. Come vedete noi donne Italiane siamo signore anche in queste situazioni, certi modi d’essere e d’apparire li abbiamo dentro e non è facile farci vestire con abbigliamento da sexy shop anche se si è Sweet per andare a passeggio o al ristorante, forse solo nei film e nei racconti erotici.
Il 23% preferiscono dominare ‘uomo, il 77 % essere dominate e sottomesse durante il rapporto sessuale.
Entrando nell’intimo vi posso dare un dato nazionale che ci riguarda come donne e dice che, oltre che curare molto l’aspetto e la pulizia, il 60% di noi donne italiane ha la figa pelosa, il 26% depilata, il 6% ha la strisciolina e il 4 % il rettangolino o triangolino brasiliano. Per le Sweet è inversamente proporzionale, sono più le depilate oltre 75% che la praticano per igiene o comodità o per le ultra quarantenni non far vedere la radità dei peli e per le ultra cinquantenne qualche filo grigio o il sesso spelacchiato come me, meglio senza. Il resto, 20 % sono pelose e 5% l’altro.
Tra la popolazione femminile italiana, le Sweet dichiarate sono 16 %, desiderano esserlo o lo sono ma non vogliono dirselo il 30%, desiderio di provare 20%, non le interessano queste pratiche depravate 34%.
Il 30% delle donne vorrebbero assecondare il marito, lo desiderano, ma temono che una trasgressione simile possa rovinare il rapporto coniugale invece di rafforzarlo. Un altro 65%, si preoccupano per tutto quello che può succedere dall’incontro con persone sconosciute, dai luoghi al rapporto sessuale e tra questo 65% così suddiviso; 40%, timorose dell’igiene e delle malattie del partner, 10% di possibili ricatti da parte del Bull, 5% di essere aggredita. Più o
meno sono le percentuali di emozioni che vissero in me quando me lo propose mio marito.
Alla domanda, dopo che sei diventata una Sweet, ami ancora il tuo compagno /marito? Hanno risposto:
Gli voglio bene 7%. Si lo amo ancora 26%, molto di più di prima il 39% (compresa me). Lo amo più di chiunque altro al mondo 25%. Non lo amo più come lo amavo prima il 7%.
Riguardo agli uomini, sono molti i Cuckold latenti o virtuali o desiderano esserlo 80%, dichiarati che lo praticano con la moglie in modo riservato. Tramite annunci, club privé o altro, il 20%.
Ora vi narrerò la mia confessione che educatore certamente saprà sceneggiare, naturalmente
saranno solo i momenti rilevanti del mio cambiamento e della mia nuova vita, quelli particolari delle mie prime esperienza sessuali che mi hanno segnata internamente e fatto provare emozioni inedite, rendendomi oggi un’altra donna … una Sweet .
Come scrivevo sopra, ogni storia è a sé e la mia probabilmente è diversa da tante altre che si
leggono, ma è vera e sincera. Io non sono arrivata ad essere una Hotwife per scelta, ma per gioco e per amore, per conseguenza di reazioni inaspettate che io credevo controllabili e invece non lo sono state e mi hanno travolta, ma sono certa che molte donne si ritroveranno in essa, se non completamente almeno in parte.
Ma prima di iniziare a narrare la mia storia, scusatemi ma voglio fare alcune precisazione a cui tengo.
Io amo mio marito, lo amo ancora molto e non riesco a immaginare la mia vita senza di lui, anche se è un cuckold, e non solo perché è il padre dei miei figli, ma perché è l’uomo della mia vita, ci tengo a puntualizzarlo, anche se ora ho rapporti sessuali con un altro.
Non entro nella psicologia del Cuckold che senz’altro conoscerete meglio di me e potrete leggere di tutto e di più solo digitando questa parola sulla ricerca di Google, mi limiterò ad accennare qualcosa che ho letto riguardo me e quello vissuto con mio marito.
Come scrivevo sopra, ci sono vari tipi di Sweet e Cuckold e l’esserlo o diventarle è tutta una
evoluzione interiore e mentale, non si parte già con il piacere dell’umiliarsi e sottomettersi, ma lo si scopre strada facendo, questo almeno è quello capitato a noi. Carlo all’inizio, dopo gli incontri che avevo con altri, continuava ad avere rapporti sessuali normali con me e sessualmente per entrambi erano ancora soddisfacenti ed eccitanti, anche se molto meno di quelli che praticavo con i Bull e si finiva sempre per parlare di loro mentre lo facevamo.
Ora sono quasi una cinquantenne, quarantanove anni per la precisione, una donna normalissima, con il suo lavoro e due figli, maschio e femmina che sono la mia vita e con un marito che dodici anni fa circa, ha iniziato a manifestare comportamenti sessuali particolari, cioè il desiderio di vedermi sessualmente con un altro uomo, coinvolgendo anche me in questo gioco erotico, fino a diventarne partecipe e accettarlo come filosofia di vita della mia sessualità Divenendo una Sweet lady.
Quando Carlo manifestò le sue prime tendenze, eravamo sposati da dieci anni, avevo 35 anni, ero una bellissima donna e vivace, lui ne aveva 38 di anni, un bell’uomo con un carattere passionale e possessivo, sportivo, alto, prestante e sessualmente attivo (due volte alla settimana), che piaceva alle donne e questo era spesso motivo di gelosia da parte mia, ricambiata da lui nei miei confronti, essendo io una bella donna, e i nostri figli avevano nove e sette anni. Eravamo una bella famiglia e una bellissima coppia. Mai avrei pensato che mio marito diventasse un Cuckod… mai, mai, mai…poi invece cambiò.
Cominciò in modo vago e graduale a propormi nei momenti intimi alcune fantasie erotiche che mi infastidivano ma accettai seppur con perplessità. Vari giochini a letto che fanno un po’ tutte le coppie dopo molti anni di matrimonio, tra il quale fingere un tradimento, dove mi esortava a pensare al suo posto nel momento che facevamo sesso, a un altro uomo che mi piacesse e lui un’altra donna, poi dicendocelo. Cosa che ho fatto godendone anche a sua insaputa. Erano fantasie innocue e piacevoli anche se immorali.
All’improvviso una sera a letto fece comparire un dildo che aveva acquistato in qualche sexy shop e che io non avevo mai toccato né usato prima di allora. All’inizio fui contraria all’ingresso del terzo incomodo artificiale tra noi. Vista la mia indignazione si giustificò dicendo che tutte le coppie con un certo numero di anni di matrimonio ce l’hanno. E per curiosità, passato lo stupore della sorpresa iniziale, su sua sollecitazione provai, prima solo esternamente, tenendolo lui in mano, poi nel momento del piacere lo spinse e mi penetrò con esso, e qualche sera giocammo anche se non mi andava molto godere in quel modo, con il dildo vibrante nella vagina, soprattutto facendomi pensare a un altro uomo che mi chiavava.
Devo dire che era molto bello godere così, intenso, e mi spaventava perché mi piaceva e ne godevo di quelle vibrazioni interne e sul clitoride.
Cominciai ad eccitarmi anch’io praticandolo era bello e soddisfacente sotto il profilo sessuale, più grosso del suo e sembrava vero e lo accettai nella nostra intimità come un segreto coniugale, come hanno migliaia di coppie. Difatti che possedeva un vibratore me lo aveva confidato anche una mia amica sposata, ma averlo noi mi turbava.
Anche se era nascosto nell’armadio, c’erano i ragazzi, in casa, così quell’uso durò molto poco rifiutandolo dopo qualche giorno perché mi sentivo troppo coinvolta mentalmente oltre fisicamente in quelle fantasie con un altro, fino a preoccuparmi ed averne inquietudine.
Lui non si dispiacque molto, continuò solo con le fantasie, che finché rimasero tali mi eccitavano moltissimo, anche pensare ad un altro, qualche suo amico o mio collega al suo posto, ma quando lui iniziò ad accennare realmente a un incontro con un altro uomo mi chiusi a riccio.
Per me andava tutto bene finché si trattava di un gioco a due, io e lui e un terzo virtuale nella fantasia, ma quando Carlo accennò che gli piaceva davvero vedermi con un altro uomo, non mi andò più giocare in quel modo e gli espressi non solo la mia contrarietà, ma anche il mio disgusto per tale pratica e lo stupore di avere accanto un marito che fosse non solo disposto a concedermi ad un altro, ma che fosse proprio lui a spingermi a tradirlo.
Dissi di no chiaro e tondo, ci amavamo e avevamo due figli, ed ero indignata e offesa della sua richiesta e mai avrei pensato di diventare quella che sono oggi …una Hotwife.
Rimasi sconvolta da quella richiesta umiliante di mio marito, dal fatto che volesse vedermi davvero fare sesso con un altro uomo, la consideravo una schifezza e come era logico tra le sue insistenze e i miei no, andammo in crisi.
Lui giustificava le mie resistenze e il mio comportamento con l’educazione cattolica che avevo ricevuto e che mi bloccava, forse era vero, ma io trovavo riprovevole fare un’azione del genere.
Noi non avevamo mai avuto problemi particolari nella nostra decennale vita coniugale a parte
qualche discussione per delle futilità o per i ragazzi e nemmeno della sfera intima e fino a quei
momenti, non avevo mai pensato di tradire mio marito davvero.
In quel periodo ero convinta che non sarei mai e poi mai andata a letto con qualcun altro che non fosse stato lui. È proprio vero… mai dire mai….
Quando mi confidò e spiegò cosa voleva che facessi, il mondo mi crollò addosso.
Non potevo credere che mio marito, l’uomo che amavo volesse concedermi sul serio ad un altro e non potevo credevo che lui desiderasse poi guardare mentre lo facevo, era qualcosa di sporco, indecente e indecoroso, erano concezioni fuori dal mio mondo, dal mio modo di essere donna, moglie, di amare e concepire la coppia e la vita coniugale.
Il nostro matrimonio, in quel periodo fu messo a dura prova e poco mancò nei suoi continui
proponimenti che entrassimo in crisi seriamente e irreversibile.
Non era da me fare quelle porcate, ero stata educata al principio stesso del matrimonio, al rispetto reciproco del coniuge, alla fedeltà, la famiglia e l’amore, e ci credevo.
Fin da ragazza crebbi con il concetto del matrimonio come promessa di fedeltà e come donna facevo fatica ad accettare una condizione diametralmente opposta, dove i principi erano l’oscenità, ‘immoralità e il tradimento sessuale di mio marito e soprattutto mi sconfortava che fosse lui a chiedermi di farlo.
Oltre i valori morali, era anche l’atto di dovermi concedere a uno sconosciuto che mi indignava, un conto era giocare e fantasticare, un altro doverlo fare davvero.
Come poteva pensare quelle cose di me? …Mi chiedevo pure se leggesse i giornali, e pensavo subito alle cose brutte, malattie e maniaci, anche se lui mi rassicurava sulle persone che avrebbe scelto e che lo avrei fatto solo con il preservativo.
Ai miei non rispondeva con ripetute insistenze e discorsi specifici, dicendomi che erano migliaia le coppie che praticavano il sesso in quel modo, trasgredendo dalle convenzioni e citava gli scambisti e simili, volendo farmi vedere anche su internet che era vero.
Insistette per anni prima che acconsentissi di fare sesso con un altro uomo.
Finché dopo tre anni e molte discussioni, contrasti e divergenze, acconsentii e non so neppure io perché Tra le motivazioni che mi spinsero ad accettare e compiacerlo, oltre l’amore che avevo per lui e la sua insistenza continua, fu soprattutto per ricucire un rapporto coniugale che si era deteriorato, incrinato, i ragazzi crescevano e vedevano le freddure tra di noi, i musi e i silenzi. I rapporti affettivi eravamo diventati superficiali e quelli sessuali si erano diradati e quando lo facevamo non era più come prima, eravamo distratti e il suo vigore era calato di intensità, giustificandolo io con un calo fisiologico dovuto all’età, al lavoro e alla famiglia e pensai anche a me stessa, che forse non le piacevo più come prima e che forse esageravo, ero troppo rigida. Un po’ anche perché ero diventata curiosa di provare un altro e non potevo nasconderlo a me stessa, visto che lo decantava quasi tutti i giorni come una cosa bellissima e un piacere con emozioni particolari, e la mia sessualità era sempre stata ristretta nel campo coniugale.
Avevo 38 anni allora, ed ero nel pieno dell’età adulta e della bellezza femminile e fui solleticata dall’idea di provare con un altro uomo.
Non fu una scelta facile, tutt’altro, ma dopo tutti i lavaggi di cervello che mi aveva fatto
quotidianamente o quasi, di provare un’esperienza nuova, di sperimentare emozioni diverse facendo sesso con un altro uomo, mi dissi:
” Proviamo!”
E inconsciamente prima e consapevolmente poi, mi sentii attratta dalla trasgressione, pensando di sospendere momentaneamente tutti i miei valori morali per un breve periodo per poi “convinta “di riprenderli.
“Quale donna non ha mai fatto un cornino al marito? “Mi dicevo per incoraggiarmi e
giustificarmi…
Allora non sapevo ancora che quello che desiderava lui fosse chiamato cuckoldismo e lui fosse un cuckold, per l’esattezza non conoscevo nemmeno cosa significasse.
Una volta che accettai, e glielo comunicai con sua infinità felicità, si presentò un’altra difficoltà non facile da superare, ovvero l’incontro e il tradimento vero e proprio, mentale prima che fisico . Dentro di me amavo sinceramente mio marito e mi veniva difficoltoso anche se consenziente accettare e condividere la sua richiesta, che io mi accoppiassi sessualmente con un altro uomo e mi appariva ancora più incredibile che lui volesse che facessi mie queste sue scelte, che partecipassi.
“E la sua gelosia?!” Mi chiedevo:” Dov’è finita?”
Quella accettazione in me si è attuata lentamente e non fu frutto di una decisione affrettata.
La prima volta avvenne una sera di metà giugno, eravamo in vacanza al mare con tutta la
Famiglia, i ragazzi che allora avevano 10 e 12 anni e mia madre che era restata vedova da poco e l’avevamo portata con noi.
Avevamo affittato un appartamentino a Pietra Ligure e prenotato le sdraio e l’ombrellone in uno stabilimento balneare vicino.
“Guarda che mi sono messo in contatto con il maschio!”
Mi disse ridendo dopo due giorni che eravamo lì.
“Oh no!” Risposi io:” Dai… per favore!!”
Ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento, ne avevamo parlato e riparlato e ci sentivamo pronti anche psicologicamente, ma non si è mai pronte quando deve accadere un fatto del genere.
Aveva preparato tutto lui, gli piacevano i preparativi, lo eccitavano tanto quanto vedere il rapporto sessuale in sé stesso e forse più, era la sua fase psicologica di prepararmi e offrirmi ad eccitarlo.
“Ma dove lo faremo Carlo?!” Domandai ansiosa e inquieta.
“Non so!… “Rispose lui evasivo, non immaginando in quei momenti che lui aveva già preparato e concordato tutto.
“Per ora lo incontreremo… poi vedremo!”
“Non so se ci riuscirò Carlo!” Gli dissi: “Sono agitata bloccata!”
“Proviamo amore!” Rispose.
Ricordo ancora che disse amore avvicinandosi e accarezzandomi sul viso:” …Vediamo cosa succede, dove si arriva, è un primo passo e la prima volta è normale essere agitati, lo sono anch’io. Ci incontriamo, beviamo qualcosa e se poi le cose evolvono bene si arriva fino in fondo, se no significa che i tempi non sono ancora maturi e vuol dire che riproveremo un’altra volta. “
Mi tranquillizzò.
Quel suo modo di fare calmo e sicuro mi confortava, non mi imponeva mai niente anche se poi
capii che per lui era ormai una esigenza psicologica e fisica il suo comportamento e in certo senso mi sentivo obbligata ad assecondare.
Quella sera sarebbe stata solo una prova, una conoscenza preliminare tra noi, con mio marito non avevamo nemmeno parlato del luogo dove farlo, né come né dove, solo vagamente, mentre altre volte si colloquiava di farlo in luogo riservato e sicuro, in appartamento, in una camera e in un letto. Quindi quella sera secondo me e le nostre conversazioni precedenti non c’erano le condizioni che avvenisse il rapporto sessuale.
Uscii su suo sollecito, ma senza entusiasmo e la certezza di farlo … ed è con quello spirito che affrontai la serata e quell’uomo.
Quella sera ero agitatissima, avevo scarpe a sandalo coperte di strass sul cuoio bianco, un reggiseno bianco decorato e lo slip coordinato, con decori e pizzo. Allora non portavo ancora tanga e perizoma, ma lingerie classica, da signora, il tutto coperto da un vestitino leggero a fiori, quasi trasparente, ma il gioco dei colori e il movimento dei decori floreali, nascondevano la biancheria intima alla trasparenza dell’abito.
Lasciammo i ragazzi con la nonna quella sera, che dopo la tv li mettesse a letto, sapendo che io e Carlo saremmo andati a ballare.
Dopo una passeggiata nel centro storico e poi sul lungo mare tra la gente lo vidi affaccendarsi con il telefonino, parlare con qualcuno, e poco dopo sentii Carlo dirmi:
” Aspettami qui un attimo!”
Si allontanò qualche metro e si incontrò con un uomo ben vestito, si strinsero la mano e
chiacchierarono. Capii che era lui la persona che dovevamo incontrare.
Dialogarono un po’, io ero in disparte che fingevo di osservare la spiaggia e gli ombrelloni dal lungomare, quando mi sentii chiamare con il nome convenzionale che avevamo adottato:
” Anna!!”
Mi girai e vidi che tutte e due mi venivano incontro. Ebbi un tuffo al cuore.
“Ti presento il nostro amico! “Esclamò:” Angelo!”
“Piacere Angelo!” Disse lui.
“Piacere Anna!” Risposi io stringendoci la mano.
Lui mi guardava con insistenza e desiderio, io imbarazzata morivo di vergogna e osservavo in
basso o in giro, non lo guardavo mai negli occhi, gli sfuggivo. Mi sentivo turbata da quello sguardo e quella situazione, io lui e mio marito.
Era un tipo normale, sulla quarantina, ben vestito, non bello ma un tipo attraente, piacente, educato e sorridente. Non pensavo che quella sera avremmo fatto qualcosa.
Ci sedemmo in un dehors a bere qualcosa, parlarono quasi sempre loro di cose futili, mai del
motivo dell’incontro, del perché eravamo li tutti e tre, io rispondevo solo alle domando di Angelo sul tempo e le vacanze con un si o un no e qualche sorriso convenzionale.
Poi ci alzammo. Carlo andò a pagare e io e lui restammo soli un attimo.
“Sei molto bella e attraente!” Mi disse.
Sorrisi imbarazzata e lo ringraziai.
Poi iniziammo come vecchi conoscenti a passeggiare lentamente tutti e tre sul lungomare, verso il confine della città, la zona più isolata che c’era, parlando loro del governo, auto e altre cose e io a guardarmi in giro con l’impressione e il disagio che tutti sapessero chi fosse lui e il motivo perché era con noi.
All’inizio Carlo, mio marito era tra noi, mentre chiacchieravano del più e del meno e alla fine del lungomare, senza quasi accorgermene mi ritrovai io tra loro due.
Erano le 23.30 passate e non c’era quasi nessuno in giro da quelle parti, il lungomare era terminato con uno scivolo di cemento che portava alla spiaggia, una spiaggia libera dove c’erano anche degli scogli.
“Facciamo due passi in riva al mare?!” Chiese a tutte e due mio marito.
“Volentieri!” Rispose Angelo. Io non dissi nulla, avevo il cuore che mi iniziava a battere fortissimo e lo sentivo in gola e iniziavo a sentirmi strana, agitata, turbata.
A fatica camminai sulla sabbia fino alla riva, sprofondando e appoggiandomi a mio marito che non avendo tacchi era più stabile.
Giunti in fondo ci fermammo tra la sabbia e i sassi in riva al mare, al riparo degli scogli.
Era una bella serata, con il mare calmo e il riverbero della luna su di esso, con qualche lucina di barca di pescatori lontano. C’era buio nel punto dove eravamo noi, solo il chiarore della luna illuminava.
Da dove eravamo noi si vedeva il lungomare illuminato dai lampioni e qualche auto passare sulla statale.
Vidi Carlo che si guardava in giro, in spiaggia non c’era nessuno e nemmeno sulla passeggiata
rialzata del lungomare. Qualche figura lontana che andava veloce e scompariva.
“Sedetevi pure!” Ci invitò all’improvviso mio marito.
Angelo non se lo fece ripetere e si sedette sulla sabbia, con i piedi che arrivavano sui sassi.
Ero eccitata anch’io da quella situazione inutile non dirlo, improvvisamente mi sentivo eccitata, il cuore battere forte ed ero accaldata. Sapevo che se mi sedevo vicino a lui sarebbe successo… avrei tradito Carlo e quell’uomo fisicamente mi piaceva.
“Dai siediti!” Ripeté mio marito e mi sedetti anch’io sulla sabbia, con il golfino sulle spalle, le
gambe piegate e le ginocchia al torace e le braccia sotto loro a tenere su la gonna che mi coprisse le cosce anche inferiormente.
All’improvviso ci fu silenzio, nessuno parlava più.
Carlo si girò verso il mare a lanciare delle pietre in acqua, dandoci le spalle. Come se fosse un
segnale convenuto, Angelo mi posò il braccio sulle spalle e tirandomi a se e indietro mi fece
sdraiare sulla sabbia assieme a lui.
Sentii accarezzarmi il seno e l’addome intanto che mi baciava il collo.
Avvertii una sensazione di calore fortissimo in vagina, piacevole e gradevole e vidi mio marito che si era rigirato verso noi e ci guardava.
Ero confusa, smarrita e il cuore mi batteva all’impazzata.
Sentivo il sesso durissimo di Angelo strusciarsi sul mio fianco e sulla coscia.
Avvertii la sua mano sulle gambe che lentamente accarezzandole tirava su assieme ad essa il vestito, fino ad arrivare al mio sesso e scoprirmi completamente le cosce, esponendo al suo sguardo le mutandine con pizzo …ero piena di vergogna e di eccitazione, come paralizzata, incapace di intervenire e non facevo niente per impedirlo.
Prese ad accarezzarmi l’interno delle cosce, con capacità, cercando di baciarmi in bocca. Ma io non volli essere baciata da lui, uno sconosciuto e voltai il capo, mettendosi lui a baciarmi il collo, e tutto questo sotto lo sguardo attento ed eccitato di mio marito.
Infilò la mano dentro lo slip e mi accarezzò i peli facendomi avere fremiti e contrazioni vaginali e provare un intenso piacere, e nel contempo si mise a tirare giù lo slip fino alle ginocchia, ritornando con a mano ad accarezzarmi la figa delicatamente. Io chiudevo e aprivo gli occhi guardando il cielo scuro e stellato. Erano belle ed elettrizzanti quelle sensazioni che mi davano le sue dita sulla vulva, come se accendessero il fuoco dentro me, e mentre lui mi accarezzava, sentii prendere lo slip dalle ginocchia e tirarlo fino ai piedi, far cadere gli zoccoli sulla sabbia e sfilarlo, lasciandomi senza.
D’istinto tirai su il capo e guardai curiosa verso il basso visto che le mani di Angelo erano sul mio corpo e mi stavano accarezzando, e restai sorpresa, provai smarrimento ed emozione nel vedere che, era stato mio marito a togliermele, e che con quell’atto praticamente mi
offriva a lui, facendole capire che mi poteva prendere e possedere sessualmente.
Angelo con la mano mi accarezzo ancora la figa e mi piaceva sentirla accarezzata, poi mi allargò le gambe e slacciandosi la cintura e sbottonandosi i pantaloni li tirò giù a mezza coscia. Solo in quel momento sentii la voce di mio marito che diceva:
“Il preservativo!”
E gli tendeva la mano passandoglielo.
Si portò di fianco e se lo mise velocemente, con praticità e si rigirò sopra me, mettendosi tra le mie cosce.
Avvertii il suo corpo contro il mio, le dita della sua mano frugare sotto i peli, lungo la fessura ormai dischiusa e umida di piacere, sentii il suo glande strusciare sopra i peli e tra le grandi labbra, fermarsi, appoggiarsi al centro e premere forte tra loro divaricandole ed entrare prepotentemente e inesorabilmente in me penetrandomi. Ebbi un sussulto quando lo sentii
Introdurre, d’istinto mi uscì un:” Nooohh!!” dalle labbra, che morì li e non ripetei più. Era una
reazione inconscia, un tentativo di difesa… per la prima volta ero posseduta da un altro uomo che non era mio marito, e pur essendo preparata era accaduto proprio quando non me lo aspettavo e non lo credevo possibile, in un luogo pubblico anche se isolato e deserto in quel momento vista l’ora; in una spiaggia, mentre ero certa che la prima volta sarebbe accaduto su un letto o in auto come avevamo parlato spesso.
Sentirlo introdursi in vagina e avvertirlo spingere dentro di me, fu una sensazione inimmaginabile, piacevole ma strana, diversa da come ero abituata con mio marito, in quel momento ero incredula che avvenisse davvero, che mi fossi lasciata penetrare da un altro uomo, uno sconosciuto. A quella spinta sobbalzai, e trasalendo involontariamente mi
inarcai verso lui provando piacere, staccando la schiena dalla sabbia e portando il tronco vicino al suo. Lui mi coprì interamente con il suo corpo, era più grande e alto di mio marito e anche più pesante, ma si appoggiava con i gomiti sulla sabbia, non gravando su di me.
In quel momento ero combattuta interiormente, volevo e non volevo….
Prima che mi penetrasse non vidi il suo cazzo in quella semioscurità illuminata dalla luna e dal
riverbero sul mare, ma percepii subito la differenza anatomica con mio marito quando me lo
introdusse, essendo probabilmente più dotato (seppi poi che lo aveva scelto di proposito).
Quell’uomo iniziò a muoversi avanti e indietro incominciando a chiavarmi. Intravvidi mio marito in piedi li vicino che ci osservava e questo mi dispiaceva e mi eccitava di più.
D’istinto non so nemmeno io perché, forse perché mi sentivo spersa e volevo tenerezza, o perché l’amavo e lo chiamai:
” Vieni!… Vieni vicino!”
Gli dissi facendogli anche un gesto con la mano. Lo volevo accanto in quel momento.
Lui si sedette affianco a me, allungai il braccio verso lui che amorevolmente mi prese la mano, Il suo contatto mi dava sicurezza e tranquillità e come una ragazzina impaurita me la tenne stretta nella sua mentre quell’uomo continuava a chiavarmi.
Era bello, mi sentivo piena della sua carne dura, lo sentivo scorrere dentro fino in fondo e toccarmi l’utero e mi piaceva, era una sensazione nuova che non avevo mai provata con Carlo. Lo sentivo battere contro e muoverlo e mi dava un piacere immenso, cercai di spostarmi per attenuare i colpi, puntai i talloni sulla sabbia e spinsi per fare leva e tirarmi più in su, ma non ci riuscii sprofondavano, impedendomi di farlo, lasciandomi piacevolmente obbligata a sentire quel meraviglioso martellio sull’utero.
Avvertivo un forte calore in vagina e vampate sul viso e la sentivo contrarsi creandomi degli
spasmi stupendi al movimento del suo cazzo, che mi davano godimento, stringendo forte per
reazione al piacere la mano di mio marito, che in base alla stretta e all’espressione del volto,
capiva che stavo godendo.
Nei momenti di lucidità aprendo gli occhi e vedendo il viso congesto di quell’uomo su di me mi dicevo:
” Dio mio! …Ma che stiamo facendo?… Che sto facendo? Sono con un altro uomo”
Lasciandomi subito dopo andare al piacere che provavo stringendo la mano di mio marito che con tenerezza prese anche ad accarezzarmi sul capo e in fronte e a baciarmi dolcemente sul viso.
Nel piacere, percepivo Carlo e la sua mano delicata che mi accarezzava sui capelli, mentre mi baciava sulle labbra e sugli occhi chiusi, e si… i suoi baci li volevo, erano i miei baci, quelli di mio marito e non quelli di Angelo che avevo allontanato poco prima dalla mia bocca ai suoi tentativi di baciarmi.
Inaspettatamente iniziai a godere di un piacere mai provato prima, non capii più niente, gemevo e ansimavo strusciando il sedere sul vestito sotto di me nella sabbia, muovendo il bacino verso il suo; togliendo con uno scatto di fastidio e spostamento laterale del capo la mano di mio marito dalla fronte, come se all’improvviso dessero disturbo al mio piacere le sue carezze, smettendo inconsciamente di stringere anche la sua mano, per lasciarla e portare la mia sulla schiena di Angelo, abbracciarlo e stringermi forte a lui godendo.
Sentii dentro all’improvviso una scarica di piacere e godimento enormi e il corpo tremarmi tutto incontrollatamente, spandendo fremiti e calore nelle gambe, sulla schiena fino ai capelli. Stavo avendo l’orgasmo.
Non connettevo in quel momento, gemevo e lo stringevo, avvertendo un suo nuovo tentativo di baciarmi in bocca. Sentivo il suo fiato caldo e ansimante sulla pelle del viso e
passivamente lo accettai lasciandomi baciare in bocca, avvertendo le sue labbra contro le mie, la lingua ruvida entrare e intrecciarsi con la mia e le nostre salive calde mescolarsi e godere …godere… di più e tanto….
Mi sentivo sconvolta e travolta.
Sconvolta da quello che facevo, tradire mio marito davanti a lui e con il suo consenso, e vederlo al mio fianco che mi osservava. È travolta dalla situazione e da Angelo, dal mio godere con lui, un altro uomo davanti a Carlo… che mi faceva godere di più.
Muovevo le gambe cercando di puntare i piedi, ma scivolavano sulla sabbia con il sedere verso di lui, permettendogli di penetrami più a fondo, appoggiarsi con il glande sull’utero e spingerlo spostando lentamente l’utero.
All’improvviso lo sentii dare spinte vigorose e profonde, accarezzarmi i capelli al posto di mio marito baciandomi sempre in bocca, e mi avvinghiai a lui godendo e sentendolo dire…
“Ahh!! Vengoo! …Vengooo!”
Mentre mio marito restato seduto sempre vicino a me si toccava i pantaloni guardandoci.
Esplosi in un orgasmo violento, iniziai a muovere il bacino verso lui e mi dimenai come non avevo mai fatto:
” Aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!”
Urlai scuotendomi tutta abbracciandolo e baciandolo incurante di mio marito.
Avendo il preservativo non interruppe il coito e non lo tirò fuori come faceva Carlo per eiaculare sulla mia pancia, ma restò fermo dentro a me sborrando e svuotandosi in quel sottile involucro di lattice che divideva il mio utero dal suo glande, e quindi l’orgasmo fu più intenso e profondo e d’istinto godendo l’abbraccia di più, per poi lasciarmi andare spossata e sudata sulla sabbia.
Quando terminò si fermò, resto ancora un po’ sopra me con il cazzo dentro che sentivo pulsare in vagina, baciandomi, solo che i suoi baci iniziavano a darmi fastidio.
Poi lo sfilò, aveva l’apice del preservativo pieno di sperma. Lo tolse e lo gettò tra gli scogli.
Si asciugò con qualcosa mentre io ero ancora sdraiata a gambe larghe, lo sentii parlare con mio marito e poi avvicinarsi mentre seduta mi riordinavo, chinandosi e salutandomi con un bacio sulle labbra:
“Sei meravigliosa! È stato bellissimo!… Spero di rincontrarti ancora!” Mormorò andando via.
Si era accordato così con mio marito, che per nostra privacy finito tutto andasse via subito.
Restammo soli senza parlare, Carlo mi aiutò ad alzarmi, ero piena di sabbia dappertutto, presi un fazzolettino di carta dalla mia borsetta e me l’asciugai un poco, era bagnata fradicia d’umori. Ero sudata e accaldata. Cercai lo slip tra le pietre, lo trovò lui che me lo passò, lo sbattei forte per togliere eventuali granelli di sabbia e lo misi.
Tirai giù la gonna a coprirmi scuotendola, mettendola in ordine e passandole sopra la mano per pulirla anch’essa dalla sabbia e stirarla dalle stropicciature, mentre lui lo faceva sulla schiena e nei capelli dietro…. In quel momento non mi pareva vero che avessi fatto sesso con un altro uomo.
Mi passò i sandali. Sbattei il golfino e lo appoggiai sulle spalle, riordinandomi i capelli e la pettinatura.
Poi appoggiata a lui, quasi a braccetto come due innamorati, senza dire una parola camminammo dalla riva al mare fino allo scivolo di cemento dove si risaliva sul lungomare, ci fermammo e mi misi a posto di nuovo alla luce del lampione, scuotendo nuovamente
l’abito e sbattendo i piedi per terra, per togliere gli ultimi residui si sabbia dai sandali.
Facemmo la salita di cemento a ritroso e quando fummo sulla passeggiata, lui in silenzio mi passò la mano sulle spalle stringendomi e baciandomi sulla guancia come se non fosse successo nulla o meglio a farmi capire che quello che era avvenuto non incideva sul nostro amore, e rifacemmo la passeggiata in senso inverso, da soli, tornando a casa.
“Ti è piaciuto!” Mi chiese all’improvviso camminando.
Non sapevo cosa rispondere, ero imbarazzata, incredula, mi vergognavo di me e di lui, ma era stato bello e dissi la verità:
“Si mi è piaciuto!” Mormorai impacciata con un filo di voce:” Ma mi sento così strana, come se
ti avessi tradito e fatto una cosa sporca!”
“Sciocchezze!” Rispose lui stringendomi a sé per la spalla. Si fermò e mi baciò in bocca lingua a lingua come se fossimo due ragazzini, dopo che avevo limonato con quell’uomo nemmeno mezz’ora prima.
Sentivo che era eccitato anche lui, eravamo entrambi tesi elettrizzati.
“Vieni andiamo subito a casa!” Mi esortò sorridendo, pensando che voleva continuare lui.
Camminando verso il centro iniziammo a incontrare qualche coppia di ragazzi, era mezzanotte passata. In poco tempo fummo nel nostro appartamento.
Entrammo piano per non svegliare i ragazzi che dormivano nella stanza con mia madre, prendendomi per mano mio marito mi tirò subito in camera.
“Son piena di sabbia Carlo!” Bisbigliai:” Aspetta che vado in bagno a lavarmi. Lo appena fatto con lui!” Dissi.
“Non mi importa vieni!” Insistette.
Lo segui nella sua foga. In camera chiusa la porta lentamente tirò giù la tapparella accendendo la luce, mettendoci uno di fronte all’altro e quando fummo così ci abbracciammo, prima mi
baciò in bocca, poi sul collo e infine con mia sorpresa si inginocchiò davanti a me, mi tirò su la
gonna e giù lo slip a mezza coscia mettendo in mostra il mio sesso con i peli arruffati e bagnanti dal precedente amplesso e iniziò a guardarlo e accarezzarlo per poi improvvisamente a baciarmela con gusto e passione, ancora calda, umida, sudata e aperta
del rapporto sessuale avuto con quell’uomo.
“No ma che fai Carlo?!” Sussurrai imbarazzata di quell’atteggiamento cercando di tirarlo su per il braccio.” Non fare queste cose, sono umilianti. Tirati su, mi lavo prima!”
“No! Non lavarti! Ti voglio così, con ancora il piacere e il gusto del suo cazzo. “Ripeté eccitato mentre me la baciava e leccava e sentivo le sue labbra e la sua lingua sui miei peli.
Io provavo imbarazzo, dispiacere e piacere per quello che stava facendo, era un atto umiliante per lui che la baciasse dopo poco che ‘c’era stato dentro il cazzo di quell’uomo, e appoggiavo d’istinto la mano sulla sua testa come a volerlo allontanare da quella umiliazione.
Ma quella situazione improvvisa eccitava anche a me nel vederlo inginocchiato a baciarmi e leccarmi con amore e passione la figa che aveva appena chiavato con il mio amante occasionale, bagnata d’umore e dal piacere procuratomi da quell’uomo e dalla saliva di Carlo che incurante del mio diniego e del mio tentativo di allontanarlo la leccava e succhiava e tutto questo mi scombussolò di più.
Capii che c’era qualcosa di profondo in Carlo per quello che faceva, non era un semplice piacere o una trasgressione sessuale quello che cercava e provava lui, ma era la sua sessualità, la sua nuova sessualità, che trascinava anche a me oltre la morale e la decenza.
Mi spogliò nuda e lo stesso fece lui con me sdraiandoci nel letto. Spense la luce del lampadario e accese l’abatjour del comodino restando alla penombra.
Mi penetrò come sempre senza preservativo e avendocela già lubrificata entrò facilmente,
iniziando a muoversi e a parlarmi mentre mi chiavava. Avvertii subito di nuovo la differenza tra il suo pene e quello di Angelo, il suo era meno voluminoso, ma eccitata com’ero da quello che era accaduto e dal modo in cui si comportava mio marito, sarebbe bastato anche un dito.
Mentre si muoveva dentro di me chiese esitante:
“Ti è piaciuto allora!?”
“Si!” Risposi sottovoce, quasi sussurrando per la vergogna al chiarore dell’abatjour. Vidi il suo viso illuminarsi e muoversi più forte dentro di me, con una serie di domande:
“C’è lo aveva grosso?”
Capii che era il gioco di fantasia che avevamo fatto altre volte e che a lui serviva per eccitarsi ed avere l’erezione.
“Sii!” Risposi
“Più di me !?” Domandò.
“Siii !” Replicai eccitata e sfrontata calandomi in quel gioco, stupendomi da sola:
“Siii!! Più di te… bello grosso e lungo…” Dissi con una punta di malizia per umiliarlo un poco visto che gli piaceva sentirselo dire.
“Ti ha chiavato meglio di me …ti ha fatta godere?” Mi chiese ansimante….
“Si! …Sii!! È più bravo di te a chiavare…Mi ha fatta godere!” Risposi.
“Tanto o poco?!” Aggiunse facendo morire le parole in gola.
“Tanto! Tantissimooo!!!…È stato bravo!!”
“Più di me?” Domandò ancora. Esitai un attimo, ma lui proseguì: “Devi dirmi la verità! Non mi offendo, mi piace sentirlo dire! “Mi esortò.
“Si! Si…! Mi ha fatto godere più di te! Molto, molto di più!” Aggiunsi maliziosa e godente anch’io nel fargli apertamente quelle ammissioni che erano vere.
“Si! Si! …Sii!!” Esclamò lui contento e baciandomi:” E ‘così che dobbiamo essere! …” Aggiungendo stringendomi:” Ti amo Anna! Ti amo davvero tanto anche se ti ha chiavata un altro!” Sentii che era sincero quando diceva quelle parole. Lo abbracciai e baciai anch’io partecipando, ed ebbi ancora un piccolo orgasmo, anche se insignificante in confronto ai precedenti con Angelo. Anche lui felice ….
Pochi colpi e godente lo tirò fuori venendomi come al solito sull’addome, restando poi abbracciati e sdraiati nudi sul letto, alla penombra in quella sorta di depravazione e peccato.
Dopo qualche minuto mi alzai e in silenzio andai in bagno a lavarmi, lo stesso fece lui e ci
rimettemmo a letto, dandoci la buona notte e addormentandoci.
Il mattino seguente al risveglio mi sentivo strana, come intontita e avessi bevuto la sera prima, al pensiero di quello fatto provavo un senso di malessere. Non riuscivo quasi a realizzare se fosse vero quello fatto la sera precedente, rifiutandolo mentalmente.
Mi alzai e mi guardai allo specchio e attorno nella camera, osservando mio marito dormire tranquillo e mi sembrava impossibile che avessimo fatto una cosa del genere e quello che mi stupiva di più era il fatto che non ero arrabbiata dell’accaduto, ma come assente, distaccata, estraniata, ,come se fosse successo ad un’altra donna e quello che mi confondeva era il fatto che mi era piaciuto; ricordavo che era stato bello e avevo provato piacere con quell’uomo che nemmeno conoscevo, un perfetto sconosciuto.
Andai in bagno, subito seguita dai ragazzi già in piedi con la nonna, al ritorno in cucina
anche Carlo era lì vicino a mia madre e ai ragazzi che facevano colazione.
Non parlammo di quello che era successo la sera prima, sembrava tutto normale, come se non fosse accaduto nulla. Ci preparammo e andammo al mare, lui a braccetto a mia madre e io con il mio pareo e il mio cappello tenendo per mano mia figlia.
Era premuroso con me, come sempre, forse di più, mi riempiva di attenzioni al punto da volermi regalare anche un vestito che vedevamo in una vetrina e che osservavo sempre passando ogni giorno, ma costava caro.
Mi sembrò quasi che lo facesse come premio per avere la sera precedente assecondato le sue voglie, rovinando irrimediabilmente le mie che non furono mai più le stesse nei suoi confronti.
Angelo non lo rivedemmo più, Carlo non volle, mi disse che aveva riscritto e telefonato parecchie volte, ma era dell’idea di non avere rapporti con la stessa persona… forse aveva visto che godevo ed ero stata troppo passionale con lui e mi ero lasciata trascinare dai sensi andare oltre… o forse come precauzione …non so!
Comunque per me non era facile accettare quello che era accaduto, di essermi concessa a un altro e vedere mio marito, un buon marito, buon padre e professionista, assistere al nostro amplesso, e poi a casa inginocchiarsi e umiliarsi baciandomela e leccandomela dopo che quell’uomo mi aveva chiavato.
Mi sembrava tutto così incredibile, assurdo, impossibile che non fosse più geloso di me da spingermi a tradirlo e ad esserne felice che io godessi con l’altro, chiedendomelo ed eccitandosi alle mie risposte affermative. Credo che una situazione simile sia fuori della portata mentale di qualsiasi donna che ama suo marito, nello scoprirselo in quel modo.
Già biasimavo e mi disturbava il fatto che si eccitasse a vedermi con un altro, in più non concepivo il suo atteggiamento dopo, nel vedere un uomo come lui, affermato, affascinante, anche bello e piacente umiliarsi leccandomela. Era avvilente
Purtroppo il mondo è pieno di stranezze o uomini che cambiano, ma scoprirlo così e in quel
modo, all’inizio fu sconcertatane.
I giorni seguenti ci pensavo seppur con un certo distacco, con una forma di piacevolezza mista a dispiacere e pentimento per aver gioito con l’altro uomo.
Con Carlo ne parlammo il giorno dopo mentre eravamo soli sulla sdraio a prendere il sole e i
ragazzi in riva al mare con la nonna.
“Allora!?” Mi chiese.
“Allora cosa?” Risposi dietro i miei grossi occhiali scuri.
“Ti è piaciuto l’altra sera?” Restai in un lungo silenzio guardandomi in giro, ma lui sapeva di si, che mi era piaciuto, mi aveva vista godere con quell’uomo, abbracciarlo e tirarlo a me e glielo avevo già detto.
“Lo rifaresti?!” Mi chiese all’improvviso visto il mio silenzio.
Subito dissi la verità, che non mi andava: “No! Meglio di no! L’ho fatto per te! Ora basta Carlo!!”
Ma lui mi corresse: “Lo hai fatto per me, ma ti è piaciuto!”
“Si mi è piaciuto!” Risposi infastidita dalla sua precisazione: “Ma questo non significa che voglia rifarlo. Ti ho detto… l’ho fatto per te ma anche per curiosità, ed è vero che mi è piaciuto, non lo nascondo, d’altronde lo hai visto, ma preferisco non farlo più!” Ripetei guardandomi
sempre attorno con il mio grosso cappello a falde larghe in testa.
Si, era vero, mi era piaciuto e avevo goduto con quell’uomo, come a lui era piaciuto guardarmi e questo mi faceva rabbia e mi creava disagio.
Lui insisteva:” Forse potremmo rifarlo qualche altra volta!”
“No!” Risposi subito.
“Ma non dico mica adesso, intendo tra qualche mese…” Io scuotevo la testa senza guardarlo ma lui aggiunse:” Mah! …Vedremo a fine settembre dai! …Organizzeremo un nuovo incontro … “Esclamò alzandosi, e togliendomi il cappello mi diede un bacio affettuoso in fronte per poi dirigersi in riva al mare da mia madre a giocare con i ragazzi.
Io restai seduta a guardarli e a pensare, mi sembrava tutto così assurdo, impossibile, non avevo nemmeno avuto la forza di impormi di dirgli di no fermamente.
Avvertivo in me quella sensazione di tradimento che avevo consumato, non ero più la sua fedele moglie, solo sua, ma percepivo il malessere per aver fatto qualcosa che non faceva parte della mia mentalità, educazione e moralità, specialmente nel vedere lui in casa inginocchiarsi a baciarmela e leccarmela dopo essere stata di quell’uomo, ancora umida e calda del mio piacere per lui. Quel suo atteggiamento mi sconcertava tanto quanto il mio di concedermi, era impressionante, un’azione umiliante di sottomissione e sentivo che c’era qualcosa in quell’atto, ma non capivo cosa… e lo trovavo sconvolgente.
Finita la vacanza tornammo a casa e la nostra vita si svolse normalmente, il lavoro, la casa, la
famiglia e anche noi…. sì anche il nostro rapporto si svolgeva in una sorta di “normalità” tra virgolette, anche se nelle sere intime, come già avveniva prima del fatto, prima, durante e dopo il rapporto sessuale, mio marito eccitato non mancava di parlare di quella sera, facendo a volte eccitare anche a me al ricordo.
Non riuscivo a capire …era assurdo, mi chiedevo come potesse provare felicità ad essere cornuto….
Aveva una bella moglie, fedele, era invidiato per questo dagli altri uomini, suoi colleghi, amici, conoscenti e…. e lui si eccitava ad offrirmi ad altri.
Io mi sentivo in colpa più che per l’atto in se stesso di averlo fatto, perché mi era piaciuto e avevo goduto con quel tizio, Angelo e questo mi confondeva, perché non avevo un brutto ricordo dell’accaduto, ma piacevole. Quello che avevo fatto, mi attraeva e spaventava interiormente.
Mi dispiaceva e inquietava, il fatto che mio marito avesse assistito e fosse felice e gioioso di
quello che avevo fatto, di averlo tradito e che provasse piacere a vedermi tra le braccia di un
altro, quello, non lo capivo.
Mi sentivo parte di una coppia anomala e non sapevo come affrontare e gestire questa nuova
situazione e tutte le emozioni e sensazioni che portava con se e mi frullavano in testa
demoralizzandomi ed eccitandomi e avevo l’impressione che mi volesse più bene, che mi amasse di più dopo quel fatto.
A casa e sul lavoro in alcuni momenti mi ritrovavo a pensare a quello… e mi sentivo a disagio anche come mamma e in un certo modo in colpa anche verso i figli, perché non eravamo più una famiglia tradizionale e una coppia convenzionale.
Mi sentivo smarrita e c’è voluto del tempo per accettarmi, ma lentamente mi sono ricreduta e sono cambiata, semplicemente scindendo appunto l’amore, la famiglia e il rapporto coniugale dal sesso.
Inizialmente non affrontai mai il discorso seriamente e approfonditamente con Carlo, pensando che fosse una sua mania passeggera e tutto sarebbe passato.
I due mesi estivi passarono tranquilli nella nostra quotidianità famigliare, lavorativa e nelle nostre fantasie sessuali, iniziando lui a parlare durante i nostri rapporti intimi di come avrebbe voluto fare il prossimo incontro, un car sex diceva. Per me parola nuova, ma che capii dopo le sue spiegazioni che era farlo in auto.
Vi dico perché alla fine cedetti e lo rifeci un’altra volta.
Seppur non mi entusiasmava tradire, l’idea mi attirava, ero curiosa.
La prima volta in spiaggia anche se improvvisa fu galeotta, perché la trovai bella e piacevole, oserei dire meravigliosa, godetti davvero più che con mio marito con quell’uomo e visto che era bello e piacevole fisicamente mi indusse a rifarlo, seguendo le insistenze mio marito e sospendendo i miei valori morali.
È facile ripetere un qualcosa che si sa è stata piacevole, forse se l’avessi vissuta in altro modo, con paura e ripugnanza probabilmente non lo avrei mai più rifatto, invece….
Come la prima volta avvenne di sera, accettai di fare del carsex su suo consiglio e dopo averne
discusso con lui. Non ero molto favorevole, avevo timore ad essere in auto e all’aperto con uno sconosciuto, anche se lui mi era sempre vicino, ma mi spiegò come tutto sarebbe avvenuto, sarebbe stato qualcosa di intenso e breve, senza baci, ma solo carezze. Accettai e Carlo organizzò tutto come gli piaceva fare a lui, come dicevo lo eccitavano i preparativi, cercarmi il partner, discutere con lui e poi sottoporlo al mio giudizio per la conferma finale, e ancora adesso è così.
Quella volta come la prima fu diverso, ebbi modo di vedere il partner solo all’ultimo momento, ma sempre con la possibilità di tirarmi indietro e non farlo se non mi fosse piaciuto d’aspetto.
Dopo cena mi vestii come mi consigliò lui, scarpe con tacchi, gonna, maglietta a top in modo da
essere elegante, attraente e soprattutto comoda e pronta, visto che non avrei dovuto spogliarmi, un po’ come avvenne la prima volta, ma solo tirare su la gonna.
Per comodità non misi le calze, faceva ancora caldo e mi davano fastidio.
Verso le 22.00 dopo aver cenato in pizzeria, salimmo in auto e ci avviammo al posto concordato, un piazzale fuori provincia.
Arrivati restammo fermi in auto, poi ci segnalammo con i fari con un’altra auto, come avevano concordato loro.
Ricordo che quella volta nell’attesa in auto, con un pizzico di gelosia chiesi a mio marito come mai lui sapesse tutte quelle cose …e mi rispose sorridendo:
” Le leggo su internet, è pieno di spiegazioni per gli incontri sessuali trasgressivi.”
Come dicevo ci lampeggiammo e lo seguimmo con la nostra auto, ma non so di preciso dove andammo. Vidi la sua lasciare l’asfalto e dirigersi in una stradina stretta in mezzo alla boscaglia, quasi sotto un ponte autostradale.
Il percorso fu breve e arrivammo in una radura circondata da piante e posteggiò l’auto.
Ero molto emozionata e preoccupata, il luogo scelto era una stradina secondaria che scendeva verso degli orti coltivati, vicino ad un torrente e la folta vegetazione ci riparava da possibili sguardi indiscreti e indesiderati.
Quando ci fermammo, il partner scese e venne dalla mia parte chinandosi dal finestrino e nonostante il buio mi guardava le gambe che erano strette, chiuse nella gonna e girate verso mio marito. Non era un bell’uomo come il primo.
Alzò gli occhi libidinosi su di me, ma io evitai il suo sguardo. Scambiò qualche parola convenevole con Carlo, ma non ci fu nessuna confidenza particolare, solo i saluti.
“Io sono Ernesto!” Disse allungandomi la mano dentro l’abitacolo.
“Io Anna!” Risposi con un filo di voce alzando la mia mano senza stringere la sua.
“Venite! Scendete anche voi! “Ci invitò:” Qui non c’è nessuno, è un posto tranquillo, siamo solo noi e si sta bene!”
“Io non scendo!” Mormorai a mio marito: “Qui è tutto buio, ho paura!”
E poi come dicevo, non mi piaceva fisicamente anche se ero eccitata dall’idea di farlo in auto, ma ero anche agitata e preoccupata dalla situazione. In quel momento mi ero pentita di avere detto di sì, ma non volevo innescare una discussione con Carlo, che per quanto
civile o animata che fosse stata, avrebbe portato ad un’unica conclusione, che se non volevo farlo avrei dovuto pensarci e dirlo prima e non ora che eravamo tutti lì.
Certo, in base ai nostri accordi avrei potuto dire no e tornare indietro, ma sapevo che poi io e lui avremmo litigato e in fondo mi sentivo eccitata dalla situazione, anche se lui non mi piaceva e così restai in silenzio all’interno dell’abitacolo.
Carlo scese, girò intorno all’auto e venne dalla mia parte dove c’era quell’uomo e restò fermo nella semioscurità a parlare sottovoce con lui. Si sentiva solo il silenzio rotto dal sottofondo musicale dello stereo della sua auto e da lontano si intravvedeva il chiarore della città, e la luce gialla dei lampioni autostradali.
Ernesto dal mio lato, appoggiando il gomito sul tettuccio aprì la portiera e si accucciò sull’erba al mio fianco vicino al montante della pedana a chiacchierare con me.
“Non scendi!” Domandò.
“Non mi va! “Risposi con uno sguardo preoccupato osservando attorno. Carlo era in piedi dietro lui.
Allungò la mano accarezzandomi sull’avambraccio, iniziando a darmi del tu, esclamando:
” Sei una bella donna! …Che belle gambe che hai!” Posando le dita sulla gonna.
Mi dava fastidio il suo modo di fare, era diverso dalla volta precedente che era stata più romantica se vogliamo, in quel contesto quel tipo mi trattava più come una prostituta con cui contrattare che avere l’incontro con una donna, anche se avvertivo un misto di eccitazione e timore in quella situazione, e avvertii una miscela elettrizzante pervadermi. Quell’uomo era così diverso socialmente da noi che si notava subito.
Spostai le gambe verso il lato opposto, ma lui le seguì con la mano sulla coscia e poi sul
Ginocchio, ripetendo accarezzandole:
“Sono belle, affusolate e lunghe!” Mentre Carlo in piedi dietro a lui silenziosamente osservava.
Il suo toccare mi dava fastidio e mi piaceva contemporaneamente, deciso, allungò la mano tra
esse, senza che ne io ne mio marito dicessimo che eravamo d’accordo per iniziare, facendola scorrere di sua iniziativa all’interno tra le cosce tirando su con il polso mentre le accarezzava la gonna di cotone.
Non mi piaceva il modo di fare irrispettoso e padronale di quella persona, subito per reazione con la mia mano gli bloccai l’avambraccio e guardai fuori mio marito, che in silenzio osservava senza dire nulla. Al mio bloccarlo quell’uomo con l’altra mano guardandomi in viso, prese e tolse la mia e riprese ad accarezzarmi le cosce.
A vedere l’accondiscendenza e passività di mio marito a quegli atti e all’irriverenza di quell’uomo non riuscivo a muovermi, restavo ferma, e avvertivo che mi piaceva sentirmele toccare dalle sue dita volgari e insolenti, e accarezzando l’interno delle cosce senza che io lo rifermassi ancora, arrivò con la mano fin sulla figa, sfiorando e premendo le mutandine sopra di essa.
Premette forte con le dita sulla vulva, facendomi d’istinto gemere e stringere di più le gambe, portando per reazione il busto leggermente in avanti verso lui, che allungando l’altra mano prese il seno e lo strinse. E seppur disgustata dal suo comportamento, mi piaceva come mi palpava.
Ero eccitata e non avevo la forza di reagire, mentalmente non volevo che mi toccasse, ma non
riuscivo a manifestarlo con il corpo, non sapevo fermarlo restando piacevolmente passiva ai suoi atti; così lui infilando la mano sotto la maglietta, tirandola su davanti, mi scoprì il reggiseno nero, traforato e ricamato, mentre con l’altra tra le gambe premeva e accarezzava con il dito le mutandine sulla figa.
All’improvviso infilando la mano dentro mi tirò fuori le mammelle dal reggiseno, una alla volta, con mio imbarazzo e vergogna, lasciandole sopra di esso pendenti, facendole in questo modo esporre di più perché sostenute da sotto dalla fascia del tessuto, e chinandosi con il capo iniziò a baciarmi, leccarmi e succhiarmi i capezzoli già turgidi, dritti ed eccitati, senza che nessuno di noi dicesse niente.
Fu in quel momento che capii che era iniziato l’amplesso tra noi, in quel modo, senza tante cerimonie e permessi, il tutto ancora probabilmente già concordato con mio marito.
Era una scena incredibile, inverosimile, io seduta in un’auto con vicino uno sconosciuto, scosciata e il seno fuori, con mio marito fuori, che mi osservava e passiva mi lasciavo praticare atti di libidine sul corpo e mi piacevano.
I l cuore mi batteva fortissimo, tra desiderio, paura e vergogna ero sudata e accaldata.
È pronta!” Disse all’improvviso quel tipo, Ernesto a mio marito alzandosi, mentre io stupita li guardavo. E rivolgendosi mi invitò:
” Vieni su! Girati e inginocchiati sul sedile.” E prendendomi per mano mi tirò fuori dall’abitacolo e assurdamente lo segui, lasciandomi aiutare a uscire.
Ripetendo lui appena fui fuori: “Inginocchiati sul sedile su!”
Ero eccitata e forse per questo arrendevole, guardai ancora mio marito che mi sorrise e feci come eravamo d’accordo e come mi sollecitava quell’uomo, mi girai su me stessa, entrai in auto con il tronco e infilando una gamba alla volta mi inginocchia sul mio sedile e mi misi come avevamo convenuto con mio marito nelle sue preparazioni, a carponi su di esso, con la testa e le spalle in giù, lasciando la portiera aperta in modo da trovarmi con il sedere all’altezza di Ernesto, che si posizionò dietro me, avvertendo la sua presenza e sentendo il suo sguardo libidinoso sul mio sedere.
Voltandomi leggermente con il capo, con la coda dell’occhio vidi e avvertii mio marito prendere con tutte e due le mani per i lati, il margine inferiore della gonna che mi copriva dietro le cosce, e con movimenti leggeri come in un rito lo senti tirarmela su lentamente più che poté fino alla schiena, scoprendomi e lasciandomi con le cosce e il sedere esposto e con le mutandine in mostra a quell’uomo; e lo sentii ancora prendere lo slip sui fianchi e abbassarlo lentamente oltre a mezza coscia, quasi alle ginocchia, denudandomi dietro, lasciandomi con il culo sporgente verso di loro, sentendomi eccitata in quella esibizione involontaria.
Sentii mio marito dirgli accarezzandomelo dolcemente con la mano:
” Guarda!… Non è meraviglioso?”
“Si splendido! Bello, pallido e rotondo, ha il colore della luna che si riflette sopra …” Rispose
quell’Ernesto, aggiungendo con voce tremante ed eccitata: “Vuoi che le faccia anche il culo!?”
A sentire quella frase mi irrigidii, non volevo assolutamente, e un brivido di paura mi percorse la schiena, stavo per voltarmi e dire no, ma sentii la voce di mio
marito dirgli:
“No!! Niente sodomia, solo chiavare! Come siamo d’accordo.”
“Va bene… peccato!” Esclamò lui sorridendo dispiaciuto:” Quando deciderete chiamatemi, sono bravo a sodomizzare e glielo faccio volentieri!”
Mi tranquillizzai dall’intervento di mio marito e dalle sue parole. Mi fidavo molto di Carlo, era di parola su quello che concordavamo, a modo suo mi rispettava.
Era una scena eccitantissima, ero in un atteggiamento che elettrizzava anche me, sentivo quell’uomo dietro me che mi osservava le nudità, il mio culo, la vulva vista da dietro, quello che fino ad allora solo Carlo aveva visto.
Mi resi subito conto di trovarmi in una posizione sottomissiva e di offerta totale delle mie parti più intime, e l’eccitazione cominciò a prendere il sopravvento, ero eccitata, bagnata e sentivo la vagina calda.
Ernesto si avvicinò iniziando ad accarezzarmelo, avvertivo la sua mano diversa da mio marito ruvida sulla pelle sensibile.
Il primo tocco fu leggero, una mano rude ma delicata che si appoggiò sulle mie natiche, mentre
l’altra mi carezzava la pelle delicata dell’interno della coscia salendo dall’altezza dello slip alle ginocchia, fermandosi arrivando al contatto diretto dei peli della figa, accarezzandomeli.
In un attimo fui così eccitata che lo volevo, desideravo che mi prendesse, mi penetrasse.
Immaginavo il piacere di mio marito che osservava.
“Stupendo!” Esclamò Ernesto:” Beato chi lo coglie.” Ripetendo:” Quando lo vorrai offrire
tienimi presente!”
Si chinò e me lo baciò, sentendo io le sue labbra sulle natiche e lo schiocchio del bacio. Avevo il viso caldo e probabilmente arrossato dal desiderio e dalla vergogna di essere esibita e manipolata da quell’uomo.
Non potevo incontrare i suoi occhi, ma sapevo che erano fissi sulle natiche, il solco gluteo e il retro delle cosce. Mi sentivo strana, sconvolta, non volevo ammetterlo a me stessa, ma mi piaceva essere trattata così ed ero eccitata da quel luogo, da quella posizione dal sapere di essere in auto e avere il culo scoperto e lo slip a metà cosce. Ero pervasa da un desiderio nuovo e insolito, un misto di paura e piacere e non riuscivo a scacciare dalla mente e dal corpo le sensazioni che provavo, di quell’uomo che mi dava piacere ad accarezzarmi, baciarmi il sedere, sapendo che mio marito era lì, di fianco a lui che mi guardava ….
Era una posizione inusuale, ma almeno non dovevo baciarlo in bocca visto che non mi piaceva esteticamente, stringerlo a me come capitò la volta prima in spiaggia che presa dai sensi non capii più nulla e mi lasciai andare:
“In questa posizione sono tranquilla.” Pensavo, ma non fu così.
Inaspettatamente sentii che mi allargava un po’ le gambe prendendole dalle caviglie e mi tirava giù ancora un poco lo slip fino alle ginocchia, alzando ancora più su la gonna sulla schiena con l’altra mano, mettendo bene in mostra il mio culo. Avvicinò ancora la mano accarezzandolo, portò le dita da dietro sulla figa e lo sentii frugare tra i peli, quella volta non per accarezzarli, ma per spostarli, cercare la fessura e introdurre il dito. Ero già bagnata di piacere, non avrei mai pensato che fare carsex in quel modo mi piacesse ed eccitasse così tanto.
Dopo un attimo mi infilò dentro il dito medio, tra le labbra vaginali, penetrandomi lentamente e spingendolo fino in fondo, frugando all’interno della vagina come un ginecologo, facendomi sussultare e adagiare di più sul sedile davanti a me che era quello del guidatore. Non riuscii a trattenermi e lanciai un gemito di piacere.
Lo tirò fuori e passò i polpastrelli bagnati di piacere e desiderio sulle grandi labbra gonfie e sul tessuto prominente del monte di Venere, poi ripassò piano con il dorso della mano sulla figa, con un movimento quasi rotatorio, avvertendo il suo indice e medio sfiorarmi il clitoride ed esclamare probabilmente rivolto a mio marito, ma a voce alta che io sentissi:
” Bella!! …Ce là bella calda e pelosa come piace a me! Come le donne per bene, le mamme!”
Umiliandomi, ma facendomi eccitare ancora di più.
Ci sapeva davvero fare, mi aveva messa in uno stato di esaltazione che non sapevo controllare. In piedi dietro me a fianco di mio marito, rintrodusse il dito ditalinandomi come una ragazzina, avanti e indietro.
Non vedevo cosa succedesse dietro di me, ma cercavo di immaginarlo, probabilmente lo tirò fuori dai pantaloni perché sentii mio marito dirgli:” Il preservativo.”
Passò ancora qualche attimo e sentii qualcosa di duro appoggiarsi sulla mia fessura. Capi che era la sua cappella e dalle proporzioni intuii che anche lui era dotato e forse più del primo, visto che Carlo li sceglieva così. Ma per la sorpresa e il desiderio di essere penetrata il mio stato di eccitazione aumentò.
La dotazione sessuale la ricercava Carlo era una sua fissazione che con il tempo imparai ad
apprezzare, era uno dei requisiti che dovevano avere i candidati per essere scelti.
L’aveva perché nei nostri momenti intimi a letto, fantasticava, immaginandomi di vedermi
penetrata da un cazzo rilevante e non da uno come il suo che era normale.
Come dicevo sopra dicono che le dimensioni non contano, ma non è vero, contarono eccome! … Assieme al saperlo usare naturalmente, allora sì che si “vola” davvero….
Tornando alla mia confessione, lo avvertii strusciare il cazzo su e giù sulla fessura, tra le grandi labbra, in quella posizione a carponi, volgarmente detta pecorina.
Certamente era una scena molto erotica, mi dispiaceva per Carlo ma ero eccitata e gemevo
quando mi palpava e ai suoi strusciamenti.
C’era solo il chiarore della luna che illuminava tutto nella radura verde, alterando i colori reali.
A un certo punto lo sentii spingere ed entrare in me duro, lungo e inesorabile fino in fondo
avvertendo la cappella fermarsi contro la cervice uterina iniziando a spingerla e ad accarezzarla, ripetendo nei movimenti la percussione del glande su di essa. Alla penetrazione inarcai la schiena sentendo uno schiaffone sul gluteo… era la prima volta che qualcuno mi maltrattava. Carlo non lo aveva mai fatto e ne provavo piacere e lui non diceva nulla.
Iniziò a chiavarmi in quella posizione, lui in piedi dietro me fuori dall’auto e io inginocchiata sul sedile con il sedere verso l’esterno e le cosce divaricate fin dove l’estensione delle mutandine alle ginocchia lo permetteva.
Godevo avvertivo gli spasmi delle pareti vaginali stringersi su quel cazzo duro. Era bello, tutto
molto bello, una miscela di piacere ed emozioni, timore e gioia. All’improvviso nel godere, mi
sentii afferrare e tirare indietro e da una parte per i capelli, fino a costringermi e voltare la testa di lato, vedendo lui che alzandosi in punta di piedi entrato con il tronco nell’abitacolo si sporgeva in avanti con il capo verso me, strusciando il torace sulla mia schiena, arrivando con le sue alle mie labbra, baciandomi e infilandomi spingendola lussuriosamente la lingua in bocca, alternandosi con il succhiarmi le labbra e iniziando a leccarle oscenamente assieme alla parte di viso che le mostravo.
Sembrava invitare la mia lingua a seguire la sua, la sfiorò leccandomela, facendomi sentire i brividi e il sapore, di quella bocca da cui non volevo neanche essere sfiorata. Esitai poi un’esplosione di sensazioni straordinarie mi avvolsero e girando di più la testa verso lui, mi lasciai baciare ricambiando l’intreccio di lingua fuori dalle labbra.
Carlo non più a un metro da noi osservava sfacciatamente.
Io non capii più niente e inizia a godere, gemendo, sospirando e ansimando, spingendo e muovendo il sedere verso lui, lasciandomi leccare le labbra, la lingua e il viso come una cagna in calore, incurante della presenza di mio marito.
Mi voltai di più e lo vidi affianco a lui, appoggiato al montante del parabrezza che mi osservava con gli occhi lucidi.
In quel momento non mi importava mio marito, desideravo Ernesto da morire, lo sentivo dentro me e quella situazione mi aveva creato un godimento nuovo, ingestibile, mi piaceva sentirmi abbracciare, baciare e toccare da dietro da quello sconosciuto.
Sembravo una donna diversa, un’altra, non più la moglie e la mamma che ero, e mi immaginavo scandalosa in quella posizione e a quel pensiero fui percorsa da una scossa violentissima di piacere…
“Aaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!”
Gemetti a bocca aperta, spingendo il sedere contro di lui assecondando i suoi colpi, e mentre mi chiavava allungò le mani sul seno, con le dita prese i capezzoli tra di esse iniziando a
rotearli leggermente, poi sempre più forte… impazzendo dal piacere alle sue dita.
Incominciando a tremare forte, non avevo mai goduto così tanto, sarà stata anche la situazione, la condizione, lo sentivo tutto dentro contro l’utero….
“Così, brava, continua così!” Mormorava Ernesto incitandomi a muove il culo verso di lui e io stordita dal piacere, godendo, ubbidivo sottomettendomi alle sue richieste, muovendo il sedere indietro verso lui, avvertendo la sua asta di carne dura e lunga fino in fondo, riempirmi la vagina e mi sentivo vicino all’orgasmo, essendo scossa da tremiti violenti come non avevo mai avuto prima e urlai di piacere dentro quell’abitacolo caldo e diventato afoso:
”Siiiiiiiiiiii!!!!…Ahhhhhhhhhh!!!!”
Con compiacimento di mio marito che non più a un metro da me, mi guardava sfacciatamente e sorridendo sentendomi godere. Non riuscivo a pensare.
Dal godere mi contorcevo con il culo, spostandolo di lato e indietro, muovendo le ginocchia
sprofondate nel sedile e inconsciamente, senza volerlo con la mano toccavo il cambio e il freno a mano … e aumentava il mio piacere.
Quel tipo, Ernesto, mi sollevo il sedere quasi di peso e tirandolo verso se mi spostò il decubito delle ginocchia, mettendomi il culo quasi fuori dall’auto. Le sue mani mi frugavano dappertutto e quando si abbassava su di me avvertivo il suo fiato e la sua bocca
vicino alla mia.
Ero confusa, stravolta, sentivo in sottofondo da fuori i rumori naturali dell’ambiente e lo stereo della sua auto suonare quasi impercettibile, e tutti i miei valori e certezze
annullate in un secondo.
Iniziò a muoversi con più vigore, colpendo ogni tanto con la sua grossa mano il gluteo, che non mi faceva male, ma anzi mi piaceva. Poi avvertii contrazioni e spasmi piacevoli in vagina e un calore enorme, come fiamme propagarsi da essa per il corpo, iniziai a tremare in quella posizione vergognosa, scuotendomi tutta e non solo il culo, ma anche le mammelle, la testa e i capelli. Come una deflagrazione arrivò l’orgasmo che si diffuse assieme ai fremiti e al calore per tutto il corpo. Urlai di piacere venendo assieme a lui:
“Aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Godendo…mi cedettero le braccia, e mi accasciai in avanti, con il viso sul sedile del guidatore, sfinita e sudata, provavo piacere e vergogna, ma ero innegabilmente estasiata. Lui lo sfilò dalla figa e sentii subito la vagina vuota, e per la dilatazione entrare aria, dandomi una sensazione di freschezza.
Poco dopo tirai sul capo e mi voltai guardando dietro me, vedendo il loro profilo scuro stagliato nel riflesso del chiarore del cielo stellato e colsi il bagliore rosso di una fiammata che accendeva una sigaretta e per un attimo illumino il viso di Ernesto, dell’uomo brutto che mi aveva posseduta e che stava commentando con mio marito eccitato il mio comportamento.
Mi tolsi subito ma a fatica da quella posizione scandalosa e fastidiosa, scesi con ancora la gonna su all’ombelico e lo slip alle ginocchia, avevo le gambe anchilosate dalla posizione, feci per rimettermi in ordine, ma Carlo mi fermò, mi spinse verso l’auto in piedi e
mi appoggiò con la schiena alla fiancata e si inginocchiò volendomela baciare:
“No….no… no!!… Ma che fai Carlo? …C’è lui! Ci guarda!!” Esclamai infastidita e dispiaciuta in quell’aspetto da prostituta tenendogli le mani sul capo per allontanarlo.
“Non fa niente se ce lui, lo sa che mi piace. Glielo detto e anche se guarda non importa!”
Cercai di allontanarlo:” Nooo!! Mi vergogno!”
Ma non ne volle sapere e iniziò a baciarmela, mentre Ernesto di fianco a noi togliendosi il preservativo mi guardava trionfante e mi sorrideva.
“Diooo…Diooooo … no Carlo… che vergogna, perché fai così!! Ci sta guardando lui…! “Che continuava a guardarmi negli occhi e io distoglievo lo sguardo da lui. Che umiliazione provai in quel momento….
Sentivo che in ginocchio me la leccava davanti a quell’uomo, dopo che lui mi aveva appena chiavata, ancora dilatata, calda e bagnata del piacere che mi aveva dato.
Mi vergognavo da morire, ma mi sentivo anche perversamente eccitata … Mi baciava i peli umidi della figa, li leccava e spingeva la lingua dentro la dilatazione della vagina….
“No! Che fai Carlo! Non fare Così ti prego!” Esclamai scandalizzata e umiliata dalla presenza di Ernesto, che oltre ad avermi chiavata in quel momento fumando continuava a osservarci sorridendo e dondolando la testa.
“Lascialo fare! … . “Mi redarguì all’improvviso quasi sgridandomi:” Non capisci che lui gode così! Tu hai goduto?… E allora adesso lascia godere anche lui…! E poi piace anche a te… dai!” Sbottò,
E venendomi vicino mi prese le mammelle in mano stringendomele e baciandomi di nuovo in bocca, mentre mio marito inginocchiato davanti me la leccava…. Era una scena perversa, ma ad avvertire la sua lingua umida e calda in bocca, con la saliva al gusto di tabacco, sentii ancora una vampata di calore dentro la vagina, piacere e godimento seguito da un piccolo orgasmo e contrazione impetuosa del mio corpo.
Quando Carlo si staccò dal mio sesso, io rimasi ancora un attimo aderente alla fiancata dell’auto oscenamente sconvolta dal piacere, con la gonna all’ombelico, le mutandine alle ginocchia e la vulva tutta bagnata… di piacere e saliva di mio marito.
“Dioo !!…Diooo che vergogna!” … Pensai:” Quell’uomo ci ha visti…” Allora ero ancora molto moralista e perbenista.
Poi stravolta, senza asciugarmela, tirai su lo slip e giù la gonna ed entrai subito in auto mentre lui parlava con quell’uomo che si allontanò.
“Perché fai così Carlo?” Gli chiesi quando entrò in auto.” È umiliante per tutte e due! Per me e per te baciarla e leccarla dopo che lui mi ha avuta. E poi con lui che ci guardava…”
“Si! …Ma è eccitante!” Rispose.” E poi quella gente lì c’è abituata a queste cose, stai tranquilla che non si scandalizza. Lo sanno che se un marito fa chiavare la moglie è perché gli piace vederla godere e lui umiliarsi.”
Restai in silenzio.
Deglutii a fatica la saliva. Accese il motore e assieme si avviò la radio e l’auto partì, la musica dello stereo dava fastidio ai miei pensieri. Avvertivo una stretta allo stomaco per quello che avevamo fatto, soprattutto quello che faceva lui dopo. Sentivo che la nostra vita stava cambiando, che non era come prima, avvertivo e mi venivano in mente i nostri momenti romantici, il primo bacio che c’eravamo dati proprio in un’auto, la sua timidezza, correttezza e gelosia nei miei confronti che tanto mi piaceva. I nostri progetti sul futuro, i figli… mentre ora facevamo cose piacevoli ma immorali ad un passo dalla perversione e non era quello che desideravo quando mi innamorai di lui e lo sposai.
Non capivo la trasgressione ma l’accettavo, ma non fino a quel punto, con lui che si umiliava in quel modo, non riuscivo nemmeno a immaginarla.
Avevo un sentimento di delusione, mentre intravvedevo nell’abitacolo la sua espressione soddisfatta e serena.
Ero combattuta in me. Pensavo a noi due, ma quel “noi “lo sentivo come un qualcosa lontano che apparteneva al nostro passato e non credevo di essere pronta ad accettare il nuovo futuro.
“Stai bene?” Mi chiese all’improvviso vedendomi pensierosa.
“Si! Certo! Solo delusa.”
“Delusa da cosa?” Mi chiese stupito.
“Da quello che facciamo e come lo facciamo!” Risposi
“Non c’è niente di anormale, sono migliaia le coppie che lo praticano in segreto come noi…” Rispose.
Ma anche con le sue giustificazioni non mi abbandonava la stretta allo stomaco.
Arrivammo sotto casa, aprii lo sportello e feci per scendere, ma lui prendendomi per un braccio mi tirò a sé, mi strinse forte baciandomi sulle labbra:
” Ti amo! Lo sai che ti amo e ti amerò sempre qualsiasi cosa accada!” Lo guardai fisso negli
occhi, era sincero, ma il suo e il mio amore stonavano con quello appena fatto. D’istinto lo baciai anch’io, poi scesi, andai a casa di corsa e lui a posteggiare.
I giorni e le settimane seguenti, si svolsero in una normalità e in un idillio indescrivibile, era un marito meraviglioso, le sue attenzioni e il rispetto su di me, mi confondevano.
Le prime volte il giorno dopo per me era psicologicamente triste, avvertivo un malessere anche fisico che mi prendeva lo stomaco quando pensavo a quello che era successo, l’aver goduto concedendomi sessualmente davanti a mio marito tra le braccia di un altro uomo e mi sentivo come se avessi avuto una duplice identità e probabilmente quella fu la ragione che mi diede la forza di andare avanti. Da una parte c’era una donna nuova che stava nascendo in me, la Sweet, la moglie del Cuckold, che si concedeva a un altro uomo che la faceva godere davanti al marito e dall’altra c’era Anna, la mamma, la moglie per bene e signora seria, il suo mondo, la sua famiglia e il suo modo di vivere, che cancellava dalla mia mente il malessere che avvertivo pensandomi sessualmente trasgressiva.
In me in quel periodo esistevano due personalità distinte, due situazioni in contrasto l’una con
l’altra. E mi sentivo come in transizione da una all’altra, dalla moglie per bene a quella infedele.
Ma il salto di qualità, sessualmente parlando, ci fu mesi dopo quel carsex, quando mio marito mi propose un nuovo incontro.
Non ero contraria sinceramente, ma nemmeno entusiasta e volevo chiarire alcune cose… sperando dentro di me sempre che fosse l’ultima volta. Gli dissi chiaramente che non mi piaceva che me la leccasse appena finito di chiavare, come l’ultima volta e soprattutto davanti al partner, era troppo umiliante per lui e anche per me, la posi come condizione. Subito acconsentì a non farlo più, anche se durò poco, era più forte di lui leccarmela davanti a chi mi aveva appena chiavato per lui era eccitante e dopo un paio di incontri riprese e io lo lasciai fare … “Contento lui!” … Mi dissi.
La terza volta pensando che avesse ancora intenzione di farlo all’aperto come la precedente, alla sua richiesta visto che oramai eravamo all’inizio di novembre, gli dissi prima che lui lo proponesse:
“Ma farlo all’aperto, fuori fa freddo!”
“Lo faremo in un appartamento!” Rispose.
“Come in un appartamento?” Domandai sorpresa.
“Si! Ho contattato una persona che vive sola, un single e ci ha invitato nel suo appartamento.”
“Ma vuoi andare a casa di uno sconosciuto?… Non è pericoloso? No dai! …Ho paura Carlo!” Esclamai.
“Paura di cosa?” Chiese.
“Ma non sappiamo chi è, potrebbe essere un maniaco! Potrebbe avere le telecamere e poi
ricattarci. Io ho paura!”
“Stai tranquilla che non è un maniaco e non ci saranno telecamere nascoste, è solo un Bull a cui piace chiavare!”
“Un che?? “Domandai sentendo per la prima volta quel termine che fraintesi con bullo.
“Un Bull! …Si dice così! È in inglese significa toro, ma, in italiano si interpreta come un
chiavatore, un amante, un partner sessuale.” Restai sorpresa dalla risposta e da quel termine.
Avevo curiosità e timore a dover andare a casa di un altro e fare sesso sul suo letto, se da una parte il pensiero mi attraeva ed eccitava, dall’altra mi spaventava per i motivi detti sopra.
Mi convinse ed accettai.
Era un pomeriggio e non più di sera, ci preparammo, non sapevo cosa indossare.
“Metti il reggiseno e le mutandine più sexy che hai e poi quello che indossi di solito, la maglietta a top e la gonna.” Mi disse.
Già nei preparativi eravamo eccitati, lui mi seguiva nel vestire, mi accorsi che gli piaceva farlo,
preparami, dirmi cosa indossare prima di offrirmi.
“Metti questo! … E poi fatti vedere!” Diceva.
Mi indicò e aiutò a indossare l’intimo, la gonna e la maglietta, poi gli accessori e mi suggerì del
trucco, sobrio, da signora. E così feci, mi vestii dietro i suoi consigli e mi piaceva ed eccitava anche a me farlo, giocare con lui. Misi anche qualche collana e bracciale, tutto sommato, mi piaceva piacere. Mi profumai e lasciai i capelli sciolti sulle spalle.
Non nascondo che ero eccitata anch’io delle sue attenzioni, che ancora non erano servilismo verso me, ma interesse a che fossi bella.
“Vedrai è un bell’uomo ti piacerà!” Mi disse sorridendo. “Sai che per te scelgo sempre il meglio…”
Ci incontrammo davanti a un bar convenuto, ero tesa ed agitata anche se cercavo di apparire calma, ma dentro di me e dietro gli occhiali scuri ero inquieta, avrei dovuto accoppiarmi con un altro uomo e … nel suo letto quella volta.
Dopo i convenevoli e le presentazioni (si chiamava Aldo e non era male come persona, scuro di capelli più o meno della mia età, sulla quarantina d’anni, probabilmente meridionale) notai che mi guardava con insistenza, evidentemente le piacevo.
“Sei più bella che nella foto che mi ha mandato tuo marito! “Mi disse con un sorriso.
Sorrisi anch’io e lo ringraziai.
Andammo a casa sua poco distante. L’appartamento era un bilocale, pulito e in ordine, niente di particolare, ma arredato con gusto.
Ci fece accomodare e subito mise un cd con della musica lenta, probabilmente per creare l’atmosfera e ci chiese cosa volevamo da bere. Ci sedemmo in soggiorno io sul divanetto e mio marito Carlo in poltroncina di fronte a noi che ci osservava.
Su suggerimento di mio marito presi un liquore, mi avrebbe dato più coraggio e disinibita, anche se non ero abituata e avrei preferito una bibita. Ero nervosa, agitata, non sapevo come e dove mettere le mani, le muovevo in continuazione guardandomi in giro e cercando di non guardare mai lui negli occhi, come tipo mi piaceva, ma mi imbarazzava e faceva soggezione.
Ero impensierita e turbata da quello che stava per avvenire, ma anche inspiegabilmente eccitata da quel contesto casalingo, nel pensare che mi avrebbe offerta a quell’uomo nel suo letto… e lo ammetto, mi elettrizzava.
Con il suo bicchiere venne a sedersi nel divanetto al mio fianco. Parlammo subito del più e del
meno e lui iniziò a corteggiarmi con misura, a decantare il mio fascino, a sfiorarmi il braccio con il suo e toccare la mia gamba con la sua. Si stava bene, c’era caldo in quella casa.
Sentivo il viso in fiamme oltre al calore nel corpo, farlo in un appartamento era diverso che farlo sulla spiaggia o in auto, certamente sarebbe stato più comodo, ma implicava anche una maggiore intimità, partecipazione e coinvolgimento non solo sessuale.
D’improvviso allungò il braccio, lo passò sulle mie spalle e mi guardò negli occhi. Io restai ferma e silenziosa come ad acconsentire che lo facesse e lui mi tirò forte a sé e mi baciò sul collo, iniziando a toccarmi il seno. Ero imbarazzata e rigida.
Mi infilò la mano tra le cosce, sussultai avvertendo eccitazione e una forte sensazione di calore
spandersi in vagina assieme alla vergogna e l’imbarazzo che lo facesse così spudoratamente
davanti a mio marito seduto di fronte a noi. Le strinsi per reazione e lui mi guardò negli occhi, ma restai in silenzio, reagì e ne approfittò per spingerla più su in alto sulle mutandine e ci arrivò nonostante le gambe chiuse. Premette e mi accarezzo la figa, mentre Carlo in silenzio seduto comodo davanti a noi guardava.
Sentivo il suo profumo, era buono e gradevole.
Improvvisamente tolse la mano tra le cosce e mi disse deciso:” Alzati!”
Mi tirò su prendendomi per le braccia aiutandomi e in piedi davanti a lui e a mio marito iniziò a spogliarmi. Ero impacciata e mi vergognavo, mi voltai a guardare Carlo e lo vedi eccitato sorridermi.
Mi posò le mani sui fianchi e con esperienza mi sganciò la chiusura della gonna, facendomela
cadere ai piedi, sospinta dalla sua mano.
Sentirmi spogliare da lui era eccitante, mi piaceva, restai davanti a lui solo con gli slip.
“Hai delle belle gambe!” Mormorò allontanandosi un poco per guardarle meglio nell’insieme, osservandomi anche dietro, facendomi provare piacere e vergogna a quell’atto come se dovessi passare un esame estetico per piacere a lui.
” Che culo meraviglioso!” Pronunciò palpandolo: “Alto e pieno, ancora sodo!”
Ero eccitatissima e ascoltavo le sue parole con soddisfazione tutta femminile.
Mi tirò su la maglietta facendomi alzare le braccia e me la sfilò lasciandomi in reggiseno, poi con la mano gentilmente mi aiutò a mettere a posto i capelli. Ormai eccitato anche lui proseguì, mi strinse facendomi sentire il suo cazzo duro contro la pancia:
“Ti piace?” Disse trattandomi con decisione.
Lui era diverso dagli altri, più volgare e risoluto, quasi considerasse la donna solo come oggetto di piacere.
Ero stordita da quella situazione, avevo il suo cazzo eretto contro gli slip e mi piaceva sentirmelo sfregare sopra, era bello e duro e dotato, e lo apprezzavo visto che i rapporti con mio marito erano iniziati a diradarsi e sentirlo rigido e forte premere su di me, mi accalorava.
Iniziai a sentirmi coinvolta, il cuore iniziò a battermi forte e il calore dentro il ventre aumentò
assieme alla tensione vaginale che avvertivo negli spasmi. Sentivo il seno gonfio e i capezzoli
puntare forte e rigidi contro il tessuto del reggiseno. La preoccupazione e il timore iniziale avevano lasciato il posto a una sensazione di benessere e attrazione verso quell’uomo per me sconosciuto e i suoi gesti.
Capii che era pratico e aveva esperienza come i precedenti partner, Carlo anche con lui aveva
scelto bene. Mi toccava e accarezzava con padronanza, come se fossi sua e non di mio marito o meglio mia.
Poi abbracciandomi portò le mani sulla mia schiena e sganciando il reggiseno lo tolse sfilandomelo dalle braccia, soffermandosi quando lo ebbe in mano a guardare le mammelle dondolanti, pallide, superbe ed eccitate e chinandosi come se fosse alla loro bellezza, si portò su una di essa, prese tra le labbra il capezzolo e iniziò a leccarlo e a succhiarlo come se si allattasse, ricordandomi l’allattamento dei miei figli, donandomi quella suzione un enorme piacere al limite dell’orgasmo mentale, facendomi avere i brividi sulla schiena e le contrazioni vaginali.
Lentamente accarezzandomi i fianchi mi spinse con il suo cazzo duro appoggiato sul mio ventre indietro, sempre più, verso la camera, tenendomi e seguendo la musica.
Vidi Carlo visibilmente eccitato seguirci ed entrare nella stanza dietro noi.
Notai che Aldo fece cenno a Carlo una poltroncina a lato del letto, dove avrebbe potuto sedersi
e fare da spettatore e vedermi chiavare con lui.
Oramai ero eccitata non sapevo controllarmi e lo accarezzai sui capelli, iniziando a sudare.
Con abilità si spogliò anche lui, tolse la camicia e slacciò la cintura dei pantaloni facendoli
cadere ai suoi piedi assieme allo slip, come aveva fatto con la mia gonna, facendo uscire un’asta di carne, eretta e dura, oscillante. Era senza peli, tutto rasato e ricordo che lo ammirai con turbamento in tutta la sua bellezza e potenza sessuale e all’improvviso mi baciò in bocca e mentre le sue labbra erano appoggiate alle mie con gli indici e i pollici prese l’elastico del mio slip e staccandosi da me, abbassandosi, lo tirò giù fino alle ginocchia, soffermandosi davanti alla mia figa pelosa, ormai calda e vogliosa ad annusare e baciare i peli. Se in quel momento Carlo mi avesse fermato, avrei detto no!… Voglio continuare tanto era il desiderio di averlo.
Spinse lo slip alle caviglie e lo tolse lasciandomi completamente nuda con qualche bracciale e la collana su il mio corpo pallido ed eccitato. Mi osservò girandomi attorno, come se fossi una
schiava in vendita e dovesse acquistarmi.
Con padronanza mi toccò, accarezzò e palpò dicendomi:
” Che bel sedere hai!”
E massaggiandomi le mammelle le soppesò nelle mani sorridendo. Guardandomi fissa negli occhi e sfiorandomi il ventre arrivò fino a posare la mano sulla figa e far scorrere il dito tra i peli sulla fessura, sussurrando:” Sei bagnata!”
Mi vergognavo ammetterlo a me stessa, ma …lo volevo, lo desideravo e cercavo di non far capire a mio marito che mi piaceva quell’uomo e volevo fare sesso con lui.
Avevo davanti il suo cazzo oscillante, bello, attraente come lui, sensuale e sessuale. Era esaltante, al punto che come un automa, iniziai a sfiorarlo con le dita, era perfetto, mi piaceva toccarlo tenerlo in mano, sentirne la durezza e la potenza tra le dita, e provavo gioia a quello che facevo.
Con un gesto staccatosi da me mi spinse indietro, facendomi cadere seduta sul letto. Mi guardò e io lo guardai alto in piedi davanti a me, avvertivo un senso di inferiorità nei suoi confronti, non solo fisica. Lui si sedette al mio fianco, eravamo tutte e due nudi e io eccitata iniziai ad ansimare.
Era la prima volta che mi trovavo nel letto di un altro uomo e incomprensibilmente più che
imbarazzata mi sentivo eccitata, lo desideravo, volevo la sua asta di carne dura oscillante che
osservavo, dentro me e capii in quel momento che qualcosa era cambiato in me, che non ero più la Anna di prima.
Mi spinse facendomi sdraiare con la schiena sul lenzuolo e iniziò ad accarezzarmi la figa e passare un dito sulla fessura già bagnata e palpitante, per inserirlo dentro e masturbarmi davanti a mio marito, a gambe larghe.
Era elettrizzante avvertire il suo corpo nudo affianco al mio e il suo profumo particolare e buono diverso da quello di mio marito.
Sdraiata non potevo vedere il suo cazzo, ma lo sentivo duro ed eccitato premere contro l’addome, la coscia e la figa… allungai la mano d’istinto e lo toccai di nuovo, lo accarezzai delicatamente constatando tutta la sua virilità e diversità da quello di mio marito, non solo era più bello e duro, ma anche più lungo e grosso, lui in accordo con me li sceglieva di proposito…dotati e con esperienza.
Non so cosa mi successe quel pomeriggio, lo ambivo dentro di me, lo desideravo, non lo chiedevo per pudore, ma lo volevo che mi chiavasse e mi domandavo cosa aspettasse a penetrarmi, manifestando la mia brama con tutto il corpo, con i fremiti, sguardi,
capezzoli turgidi, la pelle increspata, la figa umida e l’espressione del viso quasi supplicante.
Come mi ero ridotta!!…Non mi riconoscevo più, erano i primi albori della Sweet che stavano formandosi in me.
Girando il capo vidi mio marito osservarci, al suo sguardo eccitato ebbi una sensazione di piacere e umiliazione nel vederlo in quella situazione.
Vidi Aldo allungare il braccio e prendere dal cassetto del comodino un preservativo, se lo mise
con capacità, segno che era pratico.
Si insalivò il preservativo chiaro e trasparente della sua asta eretta e allargandomi di più le gambe si mise e inginocchiò tra esse incominciando a strofinare la sua grossa cappella ricoperta di lattice, sopra il mio cespuglio. La sentii puntare e premere al centro della mia fessura e lentamente e inesorabilmente aprirla e finalmente penetrarmi. Non avevo mai desiderato in quel modo di essere penetrata, nemmeno da giovane da mio marito.
Ebbi un sussulto di piacere e di godimento ad avvertire quell’asta sfiorare le pareti vaginali che si contraevano e dilatavano dal piacere al suo passaggio, ricordo che mi avvinghiai a lui e lo strinsi a me con un gemito che mi morì in gola… e iniziò a chiavarmi con me partecipe.
Ebbi uno strano effetto, ero pervasa oltre che dal piacere e dal godimento, dal tremore e batticuore che mi annullarono mentalmente. Avevo paura che non le piacessi, che il mio alito le desse fastidio e lo trovasse sgradevole, preoccupazioni che con gli altri due non avevo avuto.
Era tremendo e sconvolgente quello che vivevo, quell’uomo mi stava chiavando facendomi godere nel suo letto matrimoniale e mio marito assisteva masturbandosi. Solo allora mi accorsi della sua condizione, le volte precedenti alla spiaggia e in auto, non colsi appieno il suo stato emotivo e il suo piacere nell’osservarmi.
Godente abbracciai Aldo con passione e lo strinsi a me gemendo e gridando ad alta voce il mio piacere che sovrastò la musica dolce che proveniva dal soggiorno, un:
” Ooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Lungo, dolce, liberatorio e voluto mi uscì dalle labbra, appoggiando per il piacere i miei talloni sui suoi glutei avvinghiandomi per accompagnarlo con più passione e godimento nei movimenti.
Con Carlo non lo avevo mai fatto.
Lo stringevo a me perversamente, gemendo e ansimando della sua asta di carne dura dentro me, mi ero lasciata andare incontrollata, come una donna lussuriosa.
Lui era bravo, mi penetrava a fondo come un amante appassionato, baciandomi anche sulla bocca succhiando la mia lingua ricambiato da me, stringendomi e infilandomi le dita tra i capelli.
Era davvero un Bull bravo e iniziavo ad apprezzare quella parola e mi stava facendo godere come non avevo mai fatto.
In un attimo, mentre godevo e lo stringevo guardai mio marito, ormai in piedi vicino a noi con i pantaloni ai piedi e il suo cazzo in mano che si masturbava osservandomi e ascoltandomi. Chiusi gli occhi, non potevo credere che quell’uomo fosse lui, Carlo, il mio Carlo, mio marito, il padre dei miei figli che gioiva a vedermi gemere e ansimare con uno sconosciuto.
Aldo era davvero un toro, sopra di me dava colpi vigorosi e profondi, facendomi gocciolare il sudore del suo corpo assieme al suo profumo sulla mia pelle.
Ebbi un orgasmo fortissimo, violento, simultaneo con lui, che mi spiace dirlo per Carlo non avevo mai provato prima nemmeno con gli altri due. Godevo a gambe larghe e bocca aperta urlando quel piacere peccaminoso.
“Ooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!”
Aldo dandomi gli ultimi colpi, inarcandosi sborro anche lui dentro me ma nel preservativo e fu un piacere intenso e bellissimo e nel frattempo vidi che anche Carlo era venuto sul pavimento.
Sudato Aldo si girò sulla schiena e tirandomi a lui ancora inebriata dal piacere mi baciò sulle labbra, come un vero amante.
“Sei stata brava! …bravissima!” Mi sussurrò facendomi arrossire: “Spero di incontrarti ancora!” E dentro di me in quel momento era quello che speravo anch’io.
Per lui era stata una semplice chiavata, per me no, io l’avevo vissuta come qualcosa di scandaloso, proibito e immorale, seppur con partecipazione fisica e trasgressiva.
Tirando sul capo, sudata, ancora fremente, imbarazzata con l’espressione sconvolta, osservai
Carlo con il suo cazzo ormai mollo e pendente che si puliva e tirava su i pantaloni. Mi guardava
sorridendo, come a dirmi:
” Hai visto che avevo ragione io e ti è piaciuto!… Hai goduto!!”
Aldo si tolse il preservativo con l’eiaculato dalla sua asta di carne semi rigida e lo posò a lato del letto sul pavimento e nel farlo lo vidi bianco, lungo e pendente con lo sperma in fondo.
Dopo le effusioni che mi fece complimentandosi con me e una breve chiacchierata tra noi dove
chiese a Carlo:
“Spero di rivedervi, io tutti i sabati sono libero. È stato davvero bello chiavare tua moglie. È proprio portata a diventare una Sweet!” Fu in quella situazione che sentii per la prima
volta quella parola Sweet, non dissi nulla, conoscevo il significato letterale inglese “dolce”, ma la memorizzai e in seguito glielo chiesi a Carlo e assieme alla parola cuckold feci mie ricerche su internet.
Accarezzandomi sulla coscia Aldo mi disse:” La c’è il bagno se vuoi… !”
Mi alzai in silenzio, quel silenzio timido e riservato che faceva parte del mio carattere e della mia personalità e coprendomi spontaneamente il pube in un atto di pudore istintivo, andai a
lavarmi, rinfrescarsi e risistemarsi.
Li sentivo mormorare e Carlo dirgli:
” Vedremo! Ho il numero del tuo cellulare.”
Capii di cosa parlavano, lui avrebbe voluto rivedermi….
Lo sentii ancora dire: “Ha ancora tutta la figa pelosa, se vuoi la prossima volta gliela raso io
prima di chiavarla, le Sweet ce l’hanno depilata, come noi Bull. Come hai visto anch’io mi
raso! “Disse ridendo.
“Ma non so! …Vedremo! “Rispose Carlo: “A me piace pelosa.” Disse sorridendo anche lui, sentendosi replicare:” Cosa te ne fai se ce là pelosa se intanto tu non la chiavi!”
“Be no! Qualche volta la chiavo ancora!” Rispose impacciato.
E ancora avevo sentito quella parola Sweet senza capirne il significato….
Ci rivestimmo e ci mettemmo in ordine, salutammo e uscimmo.
“Ti è piaciuto? Hai visto che non te l’ho leccata davanti a lui! …” Disse quando fummo in auto:
” Però a casa lo faccio, te la lecco!… Lasciamela leccare per favore!” Chiese quasi supplicandomi.
Lo guardai senza rispondere ero imbarazzata e annuì con il capo. Era più forte di lui, faceva parte del suo piacere.
“Ho visto come godevi!… Godevi tanto, più delle altre volte!” Arrossii, impacciata aprì
la bocca come per dire qualcosa, ma non mi uscì niente.
“L’ho scelto con il cazzo bello, più lungo e grosso del mio, proprio perché voglio che ti chiavi bene e che godi. Chiavava bene vero?” … Mi chiese subito dopo.
Ero imbarazzatissima di quelle domande oscene, avevo il viso in fiamme e risposi solo:
” Si! …Ma l’ho fatto perché hai voluto tu!” Aggiungendo:” Per te!… So che volevi, che ti piace
Vedermi che godo!” Mi giustificai.
“Certo!” Rispose lui:” È stato bello! Era quello che volevamo … godere ognuno a modo proprio! Ed abbiamo goduto. Tu in un modo e io in un altro.” Appoggiandomi la mano sulla coscia mentre guidava.
“Mi ha chiesto se lo rifacciamo! Tu vuoi?” Mi domandò. Restai in silenzio.
“Se vuoi possiamo rifarlo con lui!” Ripeté: “Scegli tu! Magari non subito, tra un mese…o due …quando vuoi!”.
Mi piaceva, avrei voluto, ma non volevo dirlo.
Poi non avendo mia risposta mi guardò impacciato, ripetendo: “Se vuoi tu naturalmente!”
Aggiungendo: “Ma tu vuoi rifarlo? Devi dire solo sì o no!”
“Non so!” Risposi infastidita.
Come avveniva sempre in quelle fasi, la sensazione di euforia stava scemando, lasciando il posto al dispiacere, rimorso e al pentimento. Non avevo ancora accettato appieno quel ruolo e speravo sempre di cambiarlo, ma invece era lui che lentamente cambiava me.
Non dicemmo più nulla, tornammo a casa, alle nostre cose, alla nostra vita normale, ai nostri
figli e alla cena.
Nei giorni seguenti ritornarono in me sentimenti vari e contrastanti per essere stata ancora con un altro, ma anche di benessere e appagamento per il piacere provato.
Riflettevo, non capivo come potevo essermi fatta trascinare dagli eventi. Eravamo una coppia
felice nella nostra tranquillità coniugale, appagati di quello che facevamo, anche in campo sessuale e non capivo come avevo potuto farmi prendere e sconvolgere da quei suoi desideri, fino a lasciarmi coinvolgere anch’io.
Quella fu la prima volta in un appartamento, ma ne seguirono altre anche negli alberghi, camper o bungalow e su una barca a vela.
Passato il momento clou dell’incontro, quella situazione diventava stressante, era un gioco ma non mi ci riconoscevo, soprattutto mi spaventava l’attrazione, il piacere e l’eccitazione che iniziavo a provare a quella condizione e situazione di darmi ad altri, soprattutto mentale non solo fisica. Così ci pensai e ripensai su e decisi di parlarne con Carlo, di affrontare il problema per mettere bene in chiaro le cose….
Un pomeriggio che eravamo soli, mi sedetti vicino a lui che leggeva sul divano.
“Senti Carlo…” Gli dissi:” Questa situazione non può andare avanti così.”
“Quale situazione?” Domandò fingendo di non capire.
“Lo sai benissimo!” Risposi:” …I nostri incontri!”
“Perché non ti piacciono?” Chiese.
“Non è questione di piacere o meno.” Ribattei io. “E’ che siamo sposati, da più di dieci anni,
abbiamo due figli, un lavoro, una famiglia. Io sono una mamma…” Lui mi guardò e io continuai: “…e non credo che quello che facciamo sia giusto! Abbiamo due figli adolescenti che stanno crescendo …”
“Ma dai! …Cosa c’entrano i ragazzi con queste cose?” Mi interruppe: “Non lo sa nessuno quello che facciamo! È un nostro segreto, giochiamo un po’ saltuariamente a modo nostro, in maniera non convenzionale.”
“Giochiamo? …” Risposi io: “Ma è un gioco immorale e osceno …non mi piace! “Ribattei
aggiungendo con un tono di sconforto e speranzoso: “Ma tu! …Non puoi tornare ad essere come prima!? Quello di prima!?”
Esitò e poi rispose: “Lo sai Anna che sono cambiato sessualmente …ma il nostro amore è sempre più grande. Più di prima!!” Esclamò affettuosamente.
“Anch’io Carlo ti amo…” Ribattei preoccupata:” …e sento che sto cambiando sessualmente come vuoi tu, che inizia a piacermi e non voglio cambiare, diventare la moglie di un cornuto consapevole e consenziente. Io voglio restare quella di prima e comunque anche in questa condizione, anche per me l’amore che provo nei tuoi riguardi è immenso. “Affermai.
Restò in silenzio, avvilito, come se si sentisse colpevole di qualcosa e mi dispiacque vederlo in quello stato.
Poi esitante sussurrò:
” Sono cambiato Anna, sono diventato un cuckold, ma ti amo sempre tanto e più di prima!”
“Che!?…Cosa sei diventato? “Chiesi curiosa e spaventata sentendo per la prima volta in vita mia quella parola inglese.
“Un cuckold!” Ripeté lui e mi spiegò in modo semplice il significato con sue parole.
“Il cuckold è un termine inglese che si dà a un marito a cui piace fare praticare alla moglie un
tradimento concordato…e assistere al rapporto sessuale, come è capitato a noi, una forma di
triangolo amoroso, dove però il marito è passivo, si limita a osservare la moglie posseduta da un altro. Il cuckold vive la propria condizione in una forma di gioia e umiliazione.” Poi restò in silenzio e mi guardò.
“Cosa vuoi che faccio Anna!? Purtroppo sono così ora … non so cosa farci, è più forte di me
desiderare e vederti posseduta da un altro, non credere che io provi solo piacere ed eccitazione. è un insieme di sentimenti, emozioni e sensazioni contrastanti. Sono anche geloso e invidioso e saperti o vederti con un altro che ti fa godere più di me, mi esalta e vorrei essere io lui e provo eccitazione, dispiacere e umiliazione a non esserlo e ho anche paura che tu mi lasci … di perderti.”
In silenzio ascoltavo il suo sfogo, la sua verità, la sua condizione.
“Lo so che non è giusto moralmente per come siamo stati educati noi, per come consideriamo il matrimonio…lo capisco…ma non so che farci, è più forte di me il piacere e l’eccitazione che provo a vederti con un altro, più forte della gelosia, della paura e dell’umiliazione.” Fece una pausa e continuò:
“Non ci riesco a essere diverso Anna, solo al pensiero di saperti o di vederti con un altro mi eccita.
Sono parecchi i mariti così come me non credere, che lo praticano o fanno lo scambio di coppia, non credere che siamo solo noi ripetei, c’è tutto un mondo così…”
Mi guardò ancora: “Il cuckoldismo è una pratica sessuale, un modo di fare sesso!” Affermò.
Ero sgomenta dalle sue parole e delusa che mio marito, quello che una volta era il mio maschio fosse diventato così.
“Mi chiedevo dove fosse finita la sua virilità, la sua gelosia per me.”
“Ma come ti è venuta questa mania? Forse andando da uno psicologo…” Pronunciai, ma mi
interruppe:
“Lo psicologo non serve… Non so come mi è venuta, me la sono trovata dentro. Forse è sempre
stata dentro di me. Forse no! Forse tra qualche anno svanisce. Te lo detto si chiama cuckoldismo e io sono un Cuckold … i siti internet ne sono pieni di uomini come me, prova a guardare!”
Ascoltai in silenzio, sconvolta e disorientata da quella confessione, per lui non era più un gioco, ma una esigenza, una necessità fisica e psicologica.
“Cosa facciamo allora?” Chiesi: “Non possiamo continuare in questa situazione, bisogna che
troviamo una soluzione!” Pronunciai.
“Oppure fare una scelta!” Rispose lui.
“Che scelta!?” Ribattei io.
“Di continuare così! Almeno per un periodo, saltuariamente.”
“Ma ti rendi conto che l’abbiamo fatto tre volte e tutte tre volte sono stata con uomini diversi!?”
“Lo so! Ma è gente pulita, seria, preparata, la scelgo io appositamente per te.”
“Si…ma non ti chiedi come mi senta io psicologicamente a cambiare uomo ogni volta che ho un rapporto sessuale? Come una puttana! …Cosa vuoi che divento? …Una prostituta!?”
Restò in silenzio e poi esclamò:” No! Saresti solo una Sweet, una Hotwife, la moglie di un cuckold e volendo puoi scegliere un partner fisso!” Continuando: “Io ti amo! …Sei tutta la mia vita, quello che viviamo tu interpretalo un gioco!”
“Si un gioco!!…Anch’io ti amo Carlo… ma faccio sesso con altri uomini con il tuo consenso e la tua presenza…” Risposi.
“A me non importa se hai rapporti sessuali con altri uomini. Io accetto la nostra nuova vita sessuale come parte del nostro matrimonio e del nostro amore, così com’è, e desidererei che lo facessi anche tu!” Ripeté.
Ero sconcertata, tornava sempre lì con il discorso, capii che non c’era niente da fare. Non sapevo come agire, cosa dire, fare e comportarmi. Da un lato mi piaceva quella situazione, fisicamente e mentalmente mi eccitava concedermi ad altri, dall’altra la trovavo immorale e sconcia e lui mi faceva compassione per quello che era diventato. Era un bell’uomo, alto, corteggiato dalle donne e con una bella moglie invidiata e desiderata… ed era diventato un cornuto consenziente che non mi chiavava quasi più, lo lasciava fare agli altri, ma era più forte di lui offrirmi ad altri uomini…
Accettai di continuare con l’intendo di rimediare e anche perché lo ammetto sessualmente mi
sentivo attratta. Mi vergognavo di me, di dover essere offerta ancora e di essere stata di altri, ma quando era successo mi era piaciuto e ci ripensavo spesso.
Venni a un compromesso con me stessa, avrei provato ancora con la speranza che si ritornasse alla nostra normalità coniugale visto che il problema era solo sessuale. Da un punto di vista sentimentale, era meraviglioso come marito, amorevole e affettuoso, attento ai miei bisogni di donna, moglie e madre, portato per la famiglia e i figli. Non potevo dire niente, era ineccepibile, solo che aveva quella tendenza a cui speravo di rimediare e invece…io stessa fui presa da quel vortice e quella passione trasgressiva di sesso e lussuria da esserne risucchiata dentro completamente.
Avevo 39 anni quando iniziai inconsapevolmente il cammino da Sweet e avevo già vissuto una
parte della mia vita come mamma e moglie fedele, iniziando la seconda come donna viziosa.
Mi resi conto con il tempo che non conoscevo affatto la parola godere… godere veramente, finché ebbi rapporti sessuali solo con mio marito, perché non conoscevo altro e quello che mi faceva provare lui mi bastava ed era il massimo per me, invece c’era altro fuori dalla nostra coppia.
Come dicevo altri aspetti di questa pratica li scoprii da sola leggendo su internet, anche siti inglesi, scoprendo il senso dato a Sweet o Hotwife, da moglie dolce e accondiscendente a calda, disponibile e pronta.
Nei nostri contatti sugli annunci, purtroppo abbiamo constatato che molti partner non conoscevano affatto il modo di vivere dei Cuck e quasi nessuno quello della Sweet.
Si vantavano di essere Bull, ma conoscevano poco o nulla. Per molti era semplicemente fare sesso e chiavare, ricoprendo di epiteti e volgarità la partner femminile e l’uomo cornuto. Persone che facevano del sesso la loro priorità nella vita e al posto del cervello avevano un pene….
Di qualcuno restammo sconvolti e senza parole!
Con il tempo e gli incontri, scoprii che piaceva anche a me l’accompagnarmi sessualmente con
uomini più virili e capaci di mio marito, anche se consideravo immorale e mi spaventava quello che facevo e provavo.
Lui mi rassicurava mostrandomi su internet i siti specializzati o quelli con gli annunci, dicendomi che erano migliaia le coppie come noi che cercavano un partner o si scambiavano le mogli, anche se allora non conoscevo la differenza fra una coppia scambista, un triangolo amoroso e il cucking e lo sweeting che praticavamo noi. In quel periodo mi sentivo sospesa tra moralità e passione, non capivo neppure chi fossi io, se una moglie seria o una donna libertina e non mi sentivo più né l’una né l’altra.
Con il tempo stavo prendendo atto e accettavo la nostra nuova realtà sessuale, la mia trasformazione, quella vita segreta e scoprivo che mi piaceva essere guardata, esibita, offerta e posseduta da altri.
All’inizio un tentativo di recupero di Carlo al ritorno a una vita normale lo feci, pensando e
ripensando mi dissi che forse la soluzione sarebbe stata una coppia, marito e moglie come noi, provare lui a far sesso con un’altra donna…che provando quell’esperienza in quattro forse qualcosa in lui sarebbe cambiato, gli avrebbe risvegliato il desiderio femminile. Non sarei stata gelosa se lui fosse andato con un’altra donna…anzi …magari…se l’avesse recuperato io sarei stata cornuta, ma felicissima e grata per tutta la vita.
Così un giorno gli chiesi:
“Senti Carlo, perché non proviamo a incontrarci con un’altra coppia!”
“Una coppia?” Domandò lui.
E prima che fraintendesse spiegai:” Una coppia marito e moglie e non due uomini. “Sorrise.
“Perché? … Vuoi provare a intercambiarci con un’altra coppia?” Chiese.
“Si!” Risposi sollecitandolo:” Guarda su internet se ne trovi qualcuna, ma che sia una coppia
seria, pulita e di bella presenza, non gente volgare.”
Dopo qualche giorno mi disse che l’aveva trovata, mi fece vedere anche le foto.
“L’ho già contattata, ci hanno invitati sabato sera a mangiare una pizza, se vuoi confermo! “
Riflettei, era un’occasione da provare e gli dissi: “Va bene conferma!”
Così quel sabato ci incontrammo in pizzeria, lui era un uomo normale ne bello ne brutto, ma molto prestante, lei era super truccata, giunonica, che sorrideva sempre e si vedeva che faceva di tutto per risultare simpatica non riuscendoci. A pelle lei non mi piaceva, ma cenammo… chiacchierando del più e del meno, poi andammo in un angolo riservato di un bar per il caffè e discorremmo di noi.
“E molto che praticate lo scambio?” Chiese lei.
“Un anno!” Risposi io facendole credere che eravamo scambisti.
“Noi molto di più, quasi dieci!” Disse sorridendo.
Programmammo un incontro a casa loro, ma finì che Carlo non fece nulla con lei come
prevedevo, nemmeno accarezzarla e io invece oltre che fare sesso con il marito, visto che mio marito non faceva nulla con la moglie, mi ritrovai a farlo anche con lei sentendomi leccata e baciata in bocca da una donna, ricambiando eccitata la gentilezza.
Ovviamente non sono stata né attratta né traumatizzata da quella circostanza femminile, però la cosa non mi piacque. Preferisco la dolcezza maschile, il sesso con un uomo, possibilmente capace e dotato, che mi fa provare sensazioni e piacere intenso da preferire alle carezze e i baci femminili.
Intanto il tempo passava, un anno, due, tre…. Dopo i primi incontri sessuali, in un certo senso mi liberalizzai interiormente, diventando più manifesto il piacere che provavo. Diminuì la vergogna verso mio marito che mi osserva godere e il dispiacere per la sua condizione, fino quasi a sparire del tutto e lui diventare parte integrante del nuovo rapporto sessuale, e più si mostrava umiliato e contemplativo, più aumenta il piacere che provavo.
Cambiai atteggiamento mentale verso lui, lo accettai come cuckold, comprendendo che il suo
piacere era nell’osservarmi, nel preoccuparsi di trovarmi il Bull migliore che mi facesse godere e leccarmi la figa post coitum, e tutto questo lo faceva con amore, pensando a me e per me.
C’eravamo dati delle regole nostre, ben definite, altrimenti si rischiava che tutto sfuggisse di mano con risultati disastrosi. Tra quelle fondamentali, anche se io per sicurezza avevo messo la spirale, c’era l’uso del preservativo per il partner, sempre, non solo per igiene, ma per prevenire anche potenziali gravidanze indesiderate.
Era mio marito su mia delega e con mia fiducia che sceglieva i partner o Bull come si preferisce chiamare e lo faceva con gli annunci, così aveva modo di valutarne i requisiti e la dotazione sessuale. Poi prima di farlo incontrare con me per offrirmi a lui, lo vedeva da solo, di persona per parlargli. Nell’incontro preliminare che aveva, valutava l’educazione e l’aspetto reale e poi se approvava, se era degno di chiavare sua moglie, allora c’era l’incontro sessuale sempre pieno di adrenalina. Ma l’ultima scelta era sempre la mia fino all’ultimo, se non mi andava per qualsiasi motivo come capitò qualche volta, saltava tutto anche se eravamo in procinto di consumare.
Mi raccontò poi Carlo, che la prima ricerca quella di Angelo, durò tre mesi prima che trovasse la persona giusta “degna di chiavare sua moglie” come diceva lui scherzando, e mi disse anche che i “pretendenti” furono molti. Non nego che le preparazioni e quelle attese turbarono anche me.
L’essere Sweet ed avere incontri sessuali promiscui, comportò non solo un mio cambiamento
psicologico, ma anche fisico. Iniziai a occuparmi in modo diverso del mio corpo, a tutelare il
mio sesso in modo preventivo, con una igiene intima differente, con creme germicide, protettive e anti irritanti, mettendo come dicevo sopra per sicurezza anche la spirale intrauterina (lo IUD). Pensate che fino a 40 anni non avevo mai preso un anticoncezionale e cominciai a praticare lavande vaginali al termine di ogni rapporto sessuale. All’inizio curavo e regolamentavo la peluria sul sesso, poi su consiglio e richiesta dei Bull decisi di rasarla completamente e a restare depilata, lo stesso feci sotto le ascelle e le gambe, senza un pelo a parte i capelli.
Curai anche il trucco e l’aspetto, a volte andavo dall’estetista, non che prima non lo facessi, ma da buona moglie era sobrio, mentre in seguito per gli incontri lo feci più vistoso e con spirito lussurioso, rossetto marcato sulle labbra e ombretto agli occhi che agli uomini piaceva. Amavo avere la pelle del corpo morbida, liscia, profumata da creme, essere ben pettinata e spesso cambiare colore e stile ai capelli …e mi piaceva essere maliziosa anche sul lavoro. Tutto questo con esortazione di mio marito, che quando si trattava di spendere soldi per me non badava a spese.
Quando andavamo agli incontri, per precauzione, come le prostitute portavo sempre l’indispensabile nella borsetta, preservativo, salviette, lubrificante.
Acconsentii negli incontri sessuali a mettere lingerie erotica e spesso hard, acquistata da Carlo nei sexy shop o classica e raffinata che preferivo, reggiseno burlesque e slip decorati con pizzo, reggicalze e calze nere o rosse e scarpe con tacchi alti. Indossando a volte le sere quando facevamo carsex parrucche e miniabiti sotto il soprabito burberry.
Questo solo rigorosamente nel gioco, nella vita di tutti i giorni eravamo irreprensibili, io
impiegata modello con il mio tailleur da signora per bene, ben vestita e truccata, mamma e moglie e lui un professionista serio e preparato nel suo campo.
Alla lingerie dedicavo un’attenzione particolare, in casa la nascondevo bene, anche quando la
lavavo e stendevo, Dio non avesse voluto mai che la vedessero per sbaglio i miei figli, soprattutto la ragazza….
Solitamente lasciavo che fosse mio marito a scegliere per me gli indumenti sexy, perché il
piacere della sua umiliazione iniziava da lì, nel prepararmi vestendomi per offrirmi a un altro, farmi bella e sensuale per un “Bull” per poi quando ero davanti lui, spogliarmi lentamente e donarmi.
Questa era una fase evolutiva dell’offrimi a cui Carlo teneva molto e lo eccitava tantissimo e devo dire che piaceva anche a me …essere spogliata e mostrata, prima in modo indecoroso e poi nuda e offerta al partner.
Per me il piacere era anche osservarlo gioioso nella sua eccitata umiliazione e sottomissione,
essere preparata in casa da lui lasciandogli scegliere gli indumenti che lui voleva o il Bull gli
richiedeva nelle email o ordinasse che io mettessi lingerie e accessori compresi, e indossarli.
Se eravamo in un appartamento o in un motel, dopo aver rotto il ghiaccio, iniziava togliendomi
lentamente e sensualmente il vestito che indossavo, aprendolo dietro sulla schiena e sfilandolo dalle braccia lo lasciava cadere ai miei piedi, mostrandogli le cosce e il mio ventre da signora e giovane mamma, con le intimità coperte dalla mia lingerie ricamata e colorata.
Sganciando, mi sfilava dalle braccia il reggiseno, lasciando comparire sorridendo, le mie
mammelle pallide, già gonfie ed eccitate, ferme sul torace che il Bull ammirava con desiderio.
Con gesti precisi e ripetitivi, schiudendo le pinze delle giarattelle del reggicalze, mi toglieva le
calze velate, una gamba per volta, inginocchiandosi davanti a me e arrotolandole fino ai piedi, togliendo anche le scarpe; facendole seguire tirandosi su dal reggicalze che sganciava alla vita. E subito dopo prendendo sui fianchi l’elastico delle mutandine, slip, culotte di pizzo traforato o perizoma e tanga che fossero in quell’incontro… le abbassava fino alle ginocchia e poi giù alle caviglie togliendole, esibendo la mia figa al suo sguardo; i primi tempi folta e pelosa e in seguito completamente depilata e liscia. Esponendomi nuda ai suoi occhi viziosi e ruotandomi gli mostrava il mio corpo, pallido quasi maturo e invitante, come a una sfilata di moda o a un mercato delle schiave, davanti a lui, seduto sulla sedia o in poltrona che mi osservava con libidine e padronanza. Fino a dirgli:
” È tua! Te la offro!”
Per poi accompagnarmi e sdraiarmi sul letto o nel divano, allargandomi le gambe ed esibendogli con vanto la figa, quella di sua moglie pronta per essere offerta a lui. Invitandolo ancora, quasi pregandolo di chiavarmi:
“E’ tua! Prendila!”
E proseguire poi gioioso e partecipe, e con gli anni arrivare fino a masturbare il bull per farglielo venire più duro per puro atto di sottomissione. Mettergli lui il preservativo, avvicinarlo a me prendendoglielo in mano e fare il porgitore appoggiandoglielo sopra il mio sesso dischiuso, tra le grandi labbra gonfie e già eccitate e spingerlo da dietro e introdurmelo in vagina, per far sì che iniziasse a chiavarmi.
Questa era la sua sottomissione e il piacere della nostra umiliazione, diversa da quella iniziale in cui osservava solo. Naturalmente ci vollero anni per giungere a questo e concordato preventivamente con il bull che accettava compiacente.
A lui prepararmi, fare il servo, preparare e fare il porgitore del bull che gli chiavava la moglie, gli dava un piacere enorme, ed era sempre eccitante e gioioso nell’offrirmi al suo completo dominio.
Nella evoluzione sessuale dei nostri ruoli, con il tempo lui non era più solo semplice spettatore dei preparativi, ma artefice dell’incontro e della mia svestizione che avveniva come un rito per la sua e mia eccitazione.
Il primo anno i rapporti sessuali con il bull furono trimestrali, poi aumentarono, soprattutto d’estate, fino a diventare quattro anni dopo uno ogni due settimane, non avendone in compenso quasi più con mio marito che per sua scelta e mancanza di erezione delegò il suo ruolo quasi esclusivamente al bull, diventando io e lui quasi come fratello e sorella. In alcuni periodi lo facevo spesso con partner diversi, in altri soprattutto quando erano incontri ravvicinati e bisettimanali, per mesi con lo stesso partner creando un rapporto anche pericoloso sul piano emotivo perché si entrava in sintonia anche mentale e non solo sessuale con lui.
Ho fatto un calcolo approssimativo di quanti uomini ho avuto … più di ottanta in dieci anni, tra i 40-50 anni e molti più giovani di me. Mi sembra incredibile, di uno mi ero anche innamorata ed è molto pericoloso, perché si sente il desiderio di vedersi spesso e di farlo anche da soli. Non sono mai stata con partner di colore, non per razzismo, ma perché non si sono mai create le condizioni, ma non è detto che non accada se pulito.
I luoghi degli incontri erano diversi, li cambiavamo per eccitarci, quello che abbiamo praticato di più è stato il carsex, facile, veloce ed eccitante.
Il gioco per noi incominciava prima dell’incontro, nel contattare o rispondere a una email di
qualche annuncio o a qualche richiesta al nostro, in quel momento psicologicamente scattava già la condizione mentale di sottomettersi. L’inizio avveniva per via e-mail, poi tramite sms e alla fine se si combinava, al telefono e poi si ci incontrava in un’altra città per un caffè.
Dal punto di vista psicologico, era piacevole, si preparava il nostro appuntamento con più
adrenalina e si creavano i presupposti per un momento di trasgressione che durava oltre il
rapporto carnale stesso.
Due parole le voglio spendere per il Bull, questo maschio meraviglioso in via di estinzione, in Italia in modo particolare e in occidente in generale, che molti imitano spacciandosi come tali
sugli annunci erotici senza esserlo. Come scrivevo sopra, la maggior parte sono solo dei
massaggiatori e gran leccatori di figa (il che non guasta), ma al momento giusto hanno difficoltà nell’erezione e nelle dimensioni e non hanno esperienza e vogliono usare dei sexy toy per completare le loro mancanze e alcuni nemmeno quelli. Sono in genere single separati o divorziati che si propongono come tali per chiavare un po’ e non dover sempre masturbarsi o andare a prostitute. Altri sono mariti maturi o giovani, che si credono belli e prestanti (come se fosse un requisito per far godere la donna essere belli), si spacciano per Bull, solo per fare la chiavatina extra, avendole fatto fino ad allora solo con la moglie.
Per fortuna ci sono anche quelli veri competenti ed esperti, i veri Bull, i tori come dico io, che ti capiscono e ti eccitano solo guardandoti negli occhi e che quando ti chiavano sanno farti “volare”, capiscono le tue esigenze e preoccupazioni e quelle del marito e ti mettono subito a tuo agio.
Non importa che siano belli o brutti o palestrati, possono avere anche la loro bella pancetta, le spalle curve ed essere avanti negli anni, l’importante è che siano capaci, vigorosi e che sappiano farti godere.
Ed in ultimo ci sono i Bull mercenari, soli o in coppia con la compagna, giovani, bellissimi e dotati sessualmente, sono capitati anche a noi, ma li abbiamo scartati subito, chiedono dai cento euro in su per chiavarti.
Con il tempo, l’eccitazione e il coinvolgimento, iniziai ad avere anche rapporti orali, prima con il preservativo per iniziare e poi anche senza, anche se la consideravo una pratica umiliante per me, che non effettuavo nemmeno con mio marito prima che diventasse cuckold.
Alcuni li facevo in auto o a letto, solo piegandomi su loro, altri invece praticarli era una vera forma di sottomissione. Su volontà del partner mi inginocchiavo davanti a lui guardandolo dal basso verso l’alto, con il viso all’altezza del suo cazzo, avvertendo e respirando l’odore tipico che aveva. Lo prendevo in mano e avvicinandolo alle labbra lo baciavo, poi allungando la lingua lo leccavo per poi aprire la bocca e riceverlo e succhiarlo, assaporandone il gusto caratteristico, pungente e aspro che avevano più o meno tutti. Sentivo le sue mani sui capelli spingermi la testa verso di lui per permettere alla bocca di accoglierlo di più… avvertendo al termine il sapore e il calore dello sperma in bocca o sul viso.
Sono esperienze intense e molto psicologiche, poche sensazioni trasgressive sono equiparabili ad un rapporto orale fatto con sottomissione e desiderio.
La prima volta che fui sodomizzata avevo 45 anni, avvenne con un partner particolare, si chiamava Giuseppe cinquantenne, con la passione specifica di sodomizzare le donne, ma non lo seppi prima se no certamente non lo avrei incontrato, probabilmente forse lo disse a Carlo, che probabilmente volutamente non mi informò.
Lui era un uomo magrissimo e nemmeno tanto alto, sembrava avesse concentrata tutta la sua
potenza nel sesso, non grosso, ma lungo potente e virile.
Eravamo a casa sua e durante il rapporto sessuale alla pecorina molto soddisfacente accarezzandomi il sedere e allargandomi le natiche, mi chiese volgarmente:
“L’hai mai preso in culo?” Come se l’avesse capito guardandomelo che era vergine.
“No!” Risposi.
“Lo facciamo!? “Esclamò subito.
Non restai sorpresa, non era la prima richiesta del genere che ricevevo direttamente, qualcuno aveva provato a chiedere fin dall’inizio e durante la corrispondenza o i rapporti sessuali, ma avevo sempre declinato l’invito e mio marito per essere sinceri non aveva mai voluto.
Vedendo la mia esitazione si rivolse a mio marito, dandomi una pacca nel sedere.
” Allora glielo facciamo il culo a tua moglie! … A questa bella signora !!?” Esclamò al plurale
osservando Carlo
Lui restò in silenzio, ma risposi io:” No! Non si fa nulla! Non voglio!”
“Guarda che sono bravo a farlo!” Mi disse Giuseppe avvicina dosi al mio orecchio:” È la mia passione sono veramente esperto in questo tipo di sessualità… è la mia specialità quella di fare il culo!” Ripeté e mi diede alcune spiegazioni sempre mentre mi chiavava, rallentando il ritmo, tenendo quasi una lezione sulla sodomia, facendomi comprendere da come parlava
che era veramente esperto.
Mio marito dichiarò che non era contrario, cercando di convincermi:
” Prova Anna!!” Mi esortò:” La praticano molte donne la sodomia!”
“Guarda che sono bravo davvero a farlo! “Ripeté il mio partner cercando di persuadermi:” È la mia passione!” Ripeté mentre me lo accarezzava.
Ci fu una piccola discussione tra noi, mentre io eccitata venivo chiavata con dolcezza, si
parlava e lui mi rassicurò che non avrei sentito male e se così fosse stato avrebbe desistito subito.
Carlo era favorevole e io eccitata e mi lasciai trascinare a provare e vidi una luce di contentezza negli occhi di mio marito. Era felice che quell’uomo mi facesse il culo, mi sverginasse analmente, lui che non lo aveva mai fatto per rispetto e moralità o forse incapacità e ora offriva quella parte inviolata di me, sua moglie a un altro uomo.
Non sto a mentire, la situazione era anche eccitante, l’idea mi stuzzicava, l’avevano richiesto in
molti, ma concesso a nessuno e qualche volta ci avevo pensato di provare e in quella circostanza mi rassicuravano le sue parole e l’esperienza che diceva d’avere…. Non conoscevo molto di quella pratica, preparazione, perette e roba varia da fare prima e acconsentii.
Fece alzare mio marito a prendere un nuovo preservativo e il lubrificante in un suo cassetto e glielo passò.
Mi sentii allargare i glutei e cospargere bene l’ano con una crema. Lo avvertii uscire dalla figa duro, vidi nello specchio di lato togliere il preservativo usato in vagina e metterne uno nuovo, spalmando bene il lattice in tutte le sue parti, cappella in primis, con quella sporgenza chiamata serbatoio. Sentii la sua cappella
appoggiare sull’ano e fu una strana sensazione, e un brivido mi corse sulla schiena. Avevo sentito parlare spesso di rapporti anali, una mia amica li praticava con il marito, ma ora che toccava a me, mi sentivo agitata e timorosa.
Iniziò a spingere e lo avvertii premere con forza e mi irrigidii com’era naturale.
Il quel momento mi sentii indifesa e pronta ad essere deflorata analmente.
“Rilassati!!” Mi diceva Giuseppe accarezzandomi dolcemente i glutei:
” Rilassati! E visto che sei ancora vergine accarezzati lentamente le mammelle con una mano e
vedrai che ti sentirai pronta e serena e l’ano rilassato.”
Lo ascoltai con batticuore in quella sua esposizione che poi mi ritornò davvero utile in seguito nei futuri rapporti anali che ebbi.
Lo sentivo appoggiato contro premere e le sue mani porsi sui fianchi.
“Respira con calma, inspira l’aria profondamente, ed espira con forza premendo insieme i muscoli addominali, come quando espelli le feci.” Mi diceva:” Fai le respirazioni come quelle che hai fatto prima e durante il parto… visto che hai dei figli le saprai fare.” Asserì ridendo.
Continuando:
“Ora vieni lentamente indietro con il tuo bellissimo culo, vedrai che te ne troverai dentro buona parte senza accorgertene e aver sentito male.”
Feci come mi disse lui, lentamente spostai indietro il sedere sentendolo forte e duro premere per entrare in me, non sentivo male in quel momento, ma avvertivo forte la pressione della cappella e mi dava fastidio, faceva fatica ad entrare nonostante il lubrificante e quello che mi diceva di fare.
Sentii la cappella aprirlo:” Sento male lo stesso!” Esclamai….
“Ssssshhh!! …Tranquilla, fai come ti dico e vedrai che non sentirai nulla.” Mi assicurò
accarezzandomi sulla schiena come se fossi una cagna da tenere buona.
Mi sentivo davvero come un animale, tenuta ferma sui fianchi dalle sue mani lunghe e ossute che mi impedivano di muovermi e fuggire se avessi voluto e se tentavo di andare avanti, mi bloccavano.
“Vieni indietro ancora un po’ dai! …. Inculati da sola!!” Ripeteva Giuseppe:” Sentirai meno male!”
Lo feci, mentre lui mi tirava dolcemente indietro per i fianchi sentii all’improvviso un forte spasmo di reazione e l’ano aprirsi e la cappella entrare, ma sentivo anche male:
“Ho male!… Ho male! …Sento male! Smettiamo!” Esclamai voltandomi con la testa verso loro.
“Ma no! È solo una sensazione. Ne è già entrato metà! “Rispose Giuseppe mentendomi.
Seppi poi da mio marito che era entrata solo la cappella dentro.
Si fermò sempre accarezzandomi le natiche, si sentiva solo la musica del cd che aveva messo per ravvivare l’atmosfera durante la chiavata.
“Su proviamo ancora!” Esclamò.
“No! No! “Ribattei io cercando di tirarmi su con il busto.
“L’ultima volta dai!” Disse spingendomi di nuovo giù il tronco con la mano: “Tentiamo ancora una volta!”
Provai, andai sofferente indietro con il sedere sentendo quel fastidio allargare di più l’ano, mentre lui spingeva avanti tenendomi forte per i fianchi. Non entrava c’era resistenza:
“Hai il sedere voluminoso ma ce l’hai stretto!!…Oltre che essere vergine … è anche piccolo l’ano!!” Esclamò.
Sentivo male … ma prima che dicessi qualcosa, mi sentii all’improvviso tirare indietro dai fianchi con forza, quasi sollevare, avvertii una fitta pungente fortissima e un dolore pazzesco e la resistenza anale venir meno e con un mio urlo di dolore.
“Aaaaaaaaaahhhhhhhhhhh!!!!!!”
Il suo cazzo lacerandomi gli sfinteri entrò facilmente affondando nel retto, non trovando più ostacoli.
“No no…noooo!!” Gridai sentendolo entrare e un dolore fortissimo.
È fatta, è tutto dentro!” Mi tranquillizzò Giuseppe accarezzandomi i capelli come a
confortarmi.
” Ora restiamo fermi per un momento che il retto si abitua ad averlo dentro poi ti inculo.” Aggiunse, mentre accarezzandomi la schiena sudata continuava a ripetermi trionfante:
” Rilassati!! Rilassati ora!”
Ma a me faceva male e lo sentivo pulsare dentro. Era molto diverso in culo che sentirlo in vagina.
Sentii anche mio marito accarezzarmi e dire: “Tutto a posto amore, oramai è dentro non sei più vergine.”
Non so quanto restammo in quella posizione animalesca, forse un minuto probabilmente anche meno, ma a me sembrò tantissimo. Poi iniziò a muoversi lentamente accarezzandomi, alternando il culo, la schiena e le mammelle e la sofferenza iniziale, divenne fastidio, per poi con la funzione e lo sfregamento trasformarsi in una forma di piacere, fino a quando facendomi dondolare avanti e indietro non incominciò a piacermi davvero e lui a incularmi realmente. Allora togliendo anche l’altra mano dal fianco, iniziò a battermi sulle natiche facendomi godere come se fossi stata una cavalla domata, mentre mio marito si masturbava osservandomi, felice di aver offerto anche analmente sua moglie a un Bull, felice che venisse inculata da un altro uomo. Quello che non aveva mai colto lui lo aveva offerto ad un altro.
Lo sentivo in pancia muovermi l’intestino.
Il rapporto fu intenso, all’inizio dolce e lento e sul termine con l’ano ormai dilatato e scorrevole, vigoroso. Lo sentivo scivolare dentro bene, senza attriti, resistenza, sofferenza o fastidio, la crema lubrificante faceva il suo effetto, diventando lui energico e a tratti brutale, alternando baci sulla schiena a sculaccioni forte, proferendomi volgarità di ogni
tipo sul mio culo.
“Oramai è fatto!! Sei sfondata!!…Da ora potrai prenderlo in culo tranquillamente troiaa!! Adesso potrai farti inculare da chi vuoi. Sei già pronta.!” Oppure:” Questo bel culo dovrai darlo a più persone possibili…” Il tutto con mio marito che eccitato ascoltava e guardava. Ebbi per la prima volta l’orgasmo anale, un:
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Meraviglioso e violento si sparse nella stanza, mentre io a carponi stringevo con forza il lenzuolo sotto di me tra le dita come volerlo strappare.
Inseguito ebbi altri rapporti anali.
Quelle prime esperienze, mi condussero nei meandri della mia psiche, che nemmeno sapevo di avere, mi aiutarono a sentirmi donna e non solo mamma e moglie e a provare sensazioni
decisamente nuove.
Ora l’ano si dilata facilmente …subito alla spinta della cappella per l’introduzione si apre e lo
lascia entrare e non è più fastidioso, naturalmente dipende dalle dimensioni e dalla lubrificazione.
Il modo in cui vengo sodomizzata dipende dal bull, dalla situazione e da cosa desidera lui. Il tutto accompagnato da parole forti, erotiche e volgari su di me e il mio sedere, da pacche sui glutei e dall’apertura volgare delle natiche.
In qualsiasi posizione si faccia mi sento afferrare forte per i fianchi o stringere le mammelle, e
avverto uno spasmo piacevole al ventre … e una contrazione della schiena mi fa capire che la
sodomia è iniziata. Poi inizio ad avvertire calore e piacere anale, che diventa tutt’uno con quello vaginale e godo… godo e l’orgasmo anale è indescrivibile.
Non sono una cultrice del rapporto anale, ma su richiesta del Bull, li ho avuti e personalmente
credo che la sottomissione sessuale che più soddisfa sia la sodomizzazione, perché ci si annulla in quell’atto e fa godere e soffrire nello stesso tempo. Perché lo senti entrare nel corpo e nella mente come se ti trafiggesse, facendoti sentire veramente domata e dominata, avvertendo gli spasmi anali prima, durante e dopo.
Io sono convinta che fare sesso anale è una specialità dell’arte amatoria, chi sa sodomizzare bene una donna, farla godere, provare l’orgasmo anale, si può dire che sia sessualmente completo.
Se il Bull sa inculare bene, la sodomia è qualcosa di meravigliosamente trasgressiva ed eccitante, che fa perdere letteralmente la testa e il controllo dei sensi e di se stessi.
Come dicevo sopra, in questo lungo periodo di Sweet mi capitò anche di infatuarmi di un Bull.
Carlo mi assecondò quando gli feci presente che un uomo (un partner di nome Vincenzo), mi piaceva più degli altri, lo capì anche lui perché facevo sesso in modo passionale. Sinceramente non è bello, perché cambia tutto, con lui facevo l’amore e non sesso. E quando per correttezza lo misi a conoscenza, non me lo disse, ma fui certa che dentro era contento.
Il fatto che io “mi infatuassi” di un altro uomo che mi chiavava, invece che ingelosirlo lo eccitava enormemente ed era un altro passo inconscio della nostra evoluzione trasgressiva, della sua umiliazione, sottomissione e paura. Anche a me eccitava e con lui ci furono altri incontri per mesi, era più giovane e chiavava da Dio, mi faceva godere anche se mi umiliava e sottometteva e facevo tutto quello che mi chiedeva.
La passione carnale con lui si trasformò presto e inspiegabilmente in sentimentale e non so il perché, nacque così, da sola, e mi ritrovai a pensare a lui anche in vari momenti della giornata e sul lavoro.
Carlo lo capì quando una sera a letto gli chiesi:
“Lo rifacciamo con Vincenzo la prossima volta!?” Era la prima volta che facevo una richiesta
simile.
“Vuoi rifarlo con lui?”
“Si!” Risposi.
“Ti piace?!”
“Mi piace come chiava!” Risposi imbarazzata dicendo una mezza bugia e una mezza verità.
“Va bene!” Rispose. E mi accorsi in quel momento di essere felice che avesse accettato, ma poi
ripensandoci fui presa dalla paura di quello che provavo e dal rimorso di mentirgli, visto che tra noi eravamo sempre stati onesti e sinceri ed ebbi la forza e l’onestà di dirgli la verità:
“Carlo!”
“Si dimmi!” Esclamò fingendo di guardare la tv a letto.
“Ti devo confessare una cosa!”
“Dimmi ti ascolto!”
“Ecco, a Vincenzo lo voglio rivedere, non solo perché chiava bene … “Feci una pausa e continuai:” …ma anche perché mi piace fisicamente, sento qualcosa per lui e ho paura!” Ci fu silenzio e poco dopo mi chiese:
“Paura di cosa? Di innamorarti?” Restai stupita dalla tranquillità di come poneva quella domanda.
“Non so! Forse si, a volte lo penso, lo desidero in modo diverso…” Risposi inquieta e preoccupata.
È normale tranquillizzati, vivi pure liberamente queste tue emozioni, non reprimerle. Fan parte del gioco, dell’attrazione sessuale e del tuo nuovo essere donna, l’importante è che tu non mi lasci, che restiamo sempre uniti io e te. Comunque lo rincontreremo ancora.” Affermò quasi con sfida.
Mi faceva rabbia, gli stavo confidando le mie preoccupazioni e i miei timori, che mi stavo
innamorando di un altro e lui invece di dire: Bè allora da domani non lo vediamo più!” Mi invitava a vivere le mie emozioni con lui liberamente, senza reprimerle, praticamente ad amarlo….
Lo trovavo assurdo, conosceva cosa rischiavamo, come lo sapevo io che mi stavo innamorando, anche se non avrei voluto.
Seppi solo dopo, che quell’atteggiamento era tipico del cuckoldismo e della sua evoluzione che in mio marito si manifestava a fasi crescenti e non subito nella sua oggettività letteraria come scrivono molti.
Così ci rincontrammo ancora con Vincenzo e fu bellissimo, passionale, ebbi quel rapporto sessuale con lui con entusiasmo e amore, eccitatissima di sapere che mio marito era a conoscenza del mio trasporto sentimentale per lui e io felice a vederlo masturbarsi di me e della mia passione per quell’uomo.
La prima volta che lo feci senza preservativo, fu con lui, Vincenzo, mio marito aveva sempre avuto questo desiderio inconscio, di vedermi possedere senza, me lo confessò dopo che lo facemmo. Ma sapeva che io non volevo assolutamente, era la regola e approfittò del fatto che mi piacesse ed ero invaghita di lui.
È proprio vero che le cose insolite accadono quando si è più sicuri di sé stessi e delle regole che ci si è imposti, e ci si crede ormai esperti in materia. Erano ormai quattro anni che praticavamo il cuckoldismo quando, mentre Vincenzo mi chiavava, un giorno si avvicinò e gli disse eccitato e sudato come in preda ad un impulso irrefrenabile:
“Toglilo!! Togli il preservativo chiavala senza e vienile dentro…sborrale nella figa.”
A quella frase sbarrai gli occhi incredula e sconcertata. Poi rivolgendosi a me aggiunse:
” Intanto hai la spirale, non resti incinta… e poi lui non è malato, sono mesi che lo fate e vi baciate con la lingua, e se vuoi puoi iniziare a farti venire in faccia o in bocca o dentro la figa… che differenza fa?”
Sul piano sanitario aveva ragione, ricevere la sua saliva in bocca o il suo liquido seminale era lo stesso, ma su quello morale … no!?
Comunque restai sbalordita e scioccata dalle sue parole, da quella richiesta. Risposi subito di no…. ma Vincenzo si voltò e lo guardò, poi osservò me che sudata e ansimante ero sotto di lui.
Io ero contraria a quell’atto, si avevo la spirale ma non volevo assolutamente e… ripetei .
” No! …Non mi va …così! …Senza!”
Ma Vincenzo sorridendo e indifferente al mio no, forse d’accordo già precedentemente con lui lo tirò fuori dalla figa, si tolse il preservativo e riappoggiò la cappella tra le labbra vaginali senza che io avessi la forza di oppormi, gli appoggiai solo la mano sul torace in segno di resistenza, ripetendo:
” No dai… così non voglio!”
Ma lui spinse e mi penetrò, lo rimise dentro senza protezione, iniziando a muoversi sempre più veloce con vigore e a baciarmi.
Ricordo che dissi:” Va bene senza, ma non venirmi dentro!”
“Perché? Io lo desidero, ti desidero!”
Non dissi più nulla, ero eccitata anch’io di quell’atto che si apprestava a compiere, lo abbracciai e baciai e lo sentii muoversi dentro me virile e passionale, fino a quando godendo lo sentii irrigidirsi, inarcarsi e quasi fermarsi dentro di me, avvertendo incredula e con gli occhi attoniti una esplosione di schizzi caldi di sperma sull’utero. Mi stava eiaculando in vagina davanti a mio marito.
Era bellissimo, incredibilmente stupenda quella sensazione calda che avvertivo, sia psicologica che fisica. Dioo… ebbi una sensazione stranissima tra la paura di un potenziale ingravidamento nonostante la spirale e il piacere fisico di sentire lo sperma caldo dentro, fu impressionante …mi stava sborrando in vagina, quell’atto lo avevo concesso solo a mio marito quando mi fecondò dei nostri due figli e ora, che un altro uomo lo facesse, mi inquinasse con il suo seme l’utero, mi sconvolgeva ed eccitava.
Gridai da piacere:” Aaaaahhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!” Intensamente, graffiandolo sulla schiena.
Godendo confusa lo strinsi a me forte, abbracciandolo e baciandolo in viso e sulle labbra,
permettendogli di riversare in me con il mio consenso la sua sborra calda e virile, mentre Carlo ci osservava eccitato e godente masturbandosi.
Quell’atto, era umiliante per tutti e due, era il massimo della trasgressione e dell’umiliazione, mai avremmo pensato di giungere a quello, addirittura di farmi eiaculare in vagina da un altro uomo.
Quando lo tolse, avevo la figa dilatata dal suo cazzo e piena del suo sperma e all’improvviso
chiamò Carlo:
“Vieni! “Gli fece segno con la mano:” Vieni!!…Baciala! Leccala!” Gli disse, mentre io ero a gambe larghe.
Carlo non se lo fece ripetere, lo faceva quasi sempre al termine, ma senza che mi eiaculassero dentro, invece quella volta salì sul letto con le ginocchia, chinando la testa tra le mie cosce divaricate.
Dentro mi sentivo mortificata, piena di vergogna, per essermi lasciata eiaculare in vagina e per quello che si accingeva a fare Carlo. Avrei voluto che non lo facesse, che non si umiliasse, così davanti all’uomo che mi aveva chiavato e sborrato dentro, sottomettendo e umiliando anche me. Ma ero eccitata dalla umiliazione che avvertivo. Tirai in alto il capo per non vederlo… ma lo sentii, la baciò più volte e lo sentii slinguare.
Diooo…fu una sensazione tremenda, degradante ma anche eccitante e cerebrale per tutti e due a sentire la sua lingua dentro … provai vergogna, come dicevo almeno le volte precedenti che me la baciava e leccava avevano il preservativo e non era sborrata.
Tirai giù la testa e lo vidi leccarmi la figa con quello che usciva da dentro. Era sconvolgente,
impressionante, non potevo crederci che eravamo arrivati a tanto…. Eppure era tutto vero e gli piaceva farlo e anche a me farmelo fare. E Vincenzo era lì in piedi a guardarci con un sorriso beffardo su quello che faceva.
Ma come si dice… si ci abitua a tutto e accettare anche quello.
La volta successiva cambiò il finale, dopo avermi chiavato senza preservativo, me lo mise in bocca anche se ero contraria volevo …ma si sa che la passione e l’amore fanno fare tutto… così fu il primo uomo da cui bevvi lo sperma e lo sentii caldo sul viso.
Con il tempo capii che quello che avevamo fatto, era una nuova evoluzione del nostro rapporto Sweet / Cuckold /Bull che non avevamo considerato all’inizio e negli anni prima, e farlo in quel modo rischiavamo molto, soprattutto farmi eiaculare in vagina, ma quel rischio psicologicamente e fisicamente eccitava di più entrambi, assieme alle oscenità e umiliazioni subite e in seguito lo rifacemmo ancora.
Carlo sembrava non preoccupato del rapporto che si stava instaurando con Vincenzo, ma lo era, me ne accorgevo dal suo modo di fare, a volte sembrava addirittura geloso di lui e il mese dopo ebbe una nuova evoluzione del suo cuckoldismo e mi sollecitò ad avere con lui una piccola relazione extra coniugale, arrivando fino a esortarmi di vederlo da sola o uscire una sera a cena con lui.
“Perché qualche volta non vi incontrati da soli? “Mi chiese sapendo che lo desideravo, provocandomi e umiliandosi non più a offrirmi a Vincenzo per un rapporto sessuale con lui che ci osservava, ma a cedermi completamente anche sentimentalmente e senza di lui.
Di qui la differenza che dicevo sopra tra offrire e cedere la propria moglie.
Era un’altra evoluzione che avveniva negli anni del nostro essere Sweet e Cuckold, avvicinandoci sempre più senza rendercene conto al profilo classico e letterario del suo significato.
“Come da soli!? “Chiesi stupita di quella sua disponibilità.
“Si da soli! Vi vedete senza di me e se volete fate sesso!” Lo guardai incredula e non dissi nulla,
anche se dentro di me era quello che desideravo, ma esclamai:
“Ma ti rendi conto di quello che dici! Non mi stai offrendo, mi stai cedendo a lui!” Ci fu silenzio.
“E non è quello che vuoi!?” Rispose.
Non dissi nulla e lui lo interpretò come un assenso, così al nuovo incontro, al termine mentre ci vestivamo esclamò:
” Vincenzo perché non inviti mia moglie a cena una sera?!”
Io mi voltai di scatto e lo guardai infastidita pensando:
” Che dici? Ma allora lo vuoi davvero!?”
Vincenzo sorrise e rispose:” Certo se è d’accordo Anna sabato sera la invito in pizzeria volentieri!”
Mi guardarono tutti e due mettendomi in imbarazzo, dovevo decidere e dissi esitando:
” Si!… Sono d’accordo va bene …” Dentro di me ero felice. Felice che mio marito mi amasse fino a quel punto, ma d’una parte mi dispiaceva per lui.
Quando fummo in auto che tornavamo a casa gli chiesi:
“Perché glielo hai chiesto? … Sai che provo qualcosa per lui e tu invece di allontanarmi mi ci
spingi!”
“Non sono geloso, ti ha già chiavata più di una volta con me davanti e anche se lo farete da soli
qualche volta non ho timori. Ma a due condizioni.” Disse.
“Quali?” Chiesi curiosa.
“La prima, che mi amerai sempre e non mi lascerai mai, anche se ti innamorassi veramente di lui!” Restai in silenzio e poi risposi decisa: “Va bene e la seconda?”
“La seconda che una volta che rientri a casa mi racconti tutto. “
Accettai, e meno male che non era né geloso né timoroso, perché la prima condizione che aveva posto lo smentiva.
“Ma come faccio ad uscire con lui la sera senza di te!” Gli chiesi:” C’è mia madre …e i ragazzi …
cosa direbbero se mi vedessero uscire sola e rientrare tardi !?”
“Diremo che vai a mangiare la pizza con le tue amiche e colleghe o a qualche riunione di lavoro, che siete tutte donne e che rientrerai tardi assieme a loro! Noi resteremo in contatto con lo smartphone. Ma mi raccomando, fatti portare come facciamo sempre noi fuori provincia, in luoghi dove non ci conoscono.
Così iniziai quella frequentazione con Vincenzo, incontrandomi con lui anche da sola.
Quella storia durò poco più di sei mesi, lo ebbi come amante tutte le settimane, il martedì o il giovedì sera e ci vedevamo da soli, il sabato a volte anche con mio marito, in tre, anche in auto o a casa sua.
Fu con Vincenzo, su sua sollecitazione che nel gioco iniziai scherzando a fare il segno delle corna con le dita della mano a Carlo, mentre chiavavamo o a dirgli cornuto. Eccitandoci di più entrambi. A me invece Vincenzo diceva, incitandomi e insultandomi:
” Sei la mia puttana del nord e lui il nostro cornuto! Su dillo …dillo che sei la mia puttana del
nord! E io ripetevo:” Si…sì …sono la tua puttana del nord!”
Cose impensabili per me, un gioco trasgressivo assurdo e strano. Ero innamorata di lui…e felice, perché mio marito lo sapeva e acconsentiva che vivessi apertamente quella storia fatta anche di abbracci e baci estemporanei dal contesto sessuale… e amavo di più anche lui.
Vincenzo di noi seppe molte più cose degli altri, il mio vero nome e alla fine anche il cognome e la mia professione. Il sapere chi fossimo in realtà e come ci comportavamo nel privato, eccitava sia me che mio marito, così un po’ alla volta ci scoprimmo, lui seppe chi eravamo noi davvero e noi lui, che era sposato con un figlio e che era …udite, udite …un poliziotto della Polizia di Stato che faceva un corso di qualifica a ruolo superiore del Ministero degli Interni vicino alla nostra città.
Dopo sei mesi lui partì, ritornò nella sua regione e tornò dalla sua famiglia, ci promise
che sarebbe tornato, che ci avrebbe scritto e telefonato, ma non lo fece mai, mi resi conto che io per lui ero stata davvero solo una puttana del nord come mi chiamava scherzando. In quel periodo andai in crisi e piansi anche, sembrerà strano, ma mi aiutò molto mio marito che mi fu vicino, con comprensione e amore … e anche se ogni tanto lo penso ancora non è più come prima… si è comportato male.
Con il tempo la situazione più umiliante ed eccitante per noi, fu chiedere al Bull di sborrarmi dentro la figa, naturalmente non con tutti, ma solo con determinati partner e oltre la spirale prendendo tutte le precauzioni del caso per non restare incinta, visto che ero ancora feconda in quel periodo. E quando avveniva e avevo un ritardo mestruale, seppur con la spirale, mi venivano i cappelli dritti e avvisavo subito mio marito, salvo poi scampato il pericolo se trovavamo la persona giusta e consenziente a questo tipo di gioco ricominciavamo.
Il termine dei rapporti sessuali era sempre lo stesso, con la figa ancora calda, dilatata e odorosa, la baciava e leccava e a Carlo piaceva.
Mettermi nella posizione che più aggradava al Bull ed essere presa come preferiva lui, con
dolcezza o brutalità, davanti, dietro o in bocca era un atto di sottomissione e umiliazione anche se piacevole, godente ed eccitante. Come il desiderarlo e amarlo davanti a mio marito e chiedergli su sua richiesta io (perché si eccitava di più se glielo chiedevo io), di chiavarmi o incularmi… e vedere Carlo masturbarsi e ascoltare i miei gemiti di godimento.
Mi umiliava e eccitava sentirmi un po’ prostituta ed essere trattata da puttana, oggetto nelle mani del Bull, a volte schiaffeggiata sulle natiche, in viso e sulle mammelle in una forma di sadomaso soft e piacevole.
Ci piaceva anche il turpiloquio, ma soft come detto da me: “Cornuto! Cervo! “Cervo o dal partner:” Hai una bella moglie e non riesci nemmeno a chiavarla …” O rivolti a me: “Bella troia! Puttana! …Ci penso io ad allargarti i buchi…” E roba di questo genere.
Sempre per gioco quando eravamo fuori, o in vacanza da soli, iniziai sempre d’accordo con mio marito a indossare i simboli e segni di riconoscimento delle Sweet, mostrando la cavigliera al piede destro o la catenina al collo o al polso con i ciondolino simbolo del hot wife, con il rischio che qualcuno li vedesse, conoscesse il significato e capisse… era molto rischioso ma tanto, tanto eccitante, addirittura adrenalinico.
Negli anni arrivammo a giungere a quello che non avremmo mai creduto possibile, a far cadere a uno a uno tutti i paletti che ci eravamo preposti, tutti, sempre con piacere e nuova enfasi alla scoperta di qualcosa di nuovo, di più spinto e trasgressivo.
Adesso il nostro legame si è evoluto in un modo in cui nessuno di noi due si sarebbe mai
immaginato, imprevedibilmente senza rendercene quasi conto ci siamo trovati a sperimentare
nuove situazioni che esulavano da nostro modo di vedere, vivere e pensare la sessualità.
Sono arrivata ad un livello di trasgressione che non avrei mai immaginato, facendo uscire da me quella parte che ha ogni donna e che ogni buona moglie e mamma sopprime con la cultura, la religione, l’educazione e la moralità.
Ora sono passati quasi dieci anni, abbiamo un partner fisso a completare il triangolo della nostra sessualità, Sweet-Cuckold- Bull, siamo diventati un trio classico, abbiamo deciso così visto che lui (il partner) si è proposto per una relazione duratura senza più promiscuità e a me piace come persona e mio marito non ha avuto nulla in contrario.
È un cinquantenne, si chiama Alberto, ha l’età di Carlo, ma è molto virile, attivo e vigoroso, con delle erezioni spettacolari e il nostro rapporto si è evoluto di più nel Cuckoldismo tradizionale.
Con lui siamo entrati in amicizia, sappiamo chi è e che lavoro fa, come lui ora conosce noi e
chi siamo realmente. E’ una bella persona, separata, a volte ci incontriamo tutte e tre anche solo per andare a cena , al cinema o a passeggiare e io sono sempre per mia scelta rigorosamente fra loro due, tra il mio amante e mio marito, il Bull e il Cuckold e viviamo questo aspetto oramai non solo come un complemento della nostra sessualità, ma come una normale relazione di coppia a tre, avendo creato con lui un legame di amicizia, affiatamento e complicità, in cui io a volte mi trattengo a casa sua anche senza Carlo, ma con il suo consenso. Loro sono diventati amici e sono anche andati allo stadio assieme….
I figli sono grandi ora, il maschio ha 24 anni e convive e la ragazza 22 e studia a Perugia.
Per noi è un po’ come se avessimo violato la consuetudine matrimoniale, annullando la monogamia tipica della nostra civiltà occidentale, avvicinandosi alla bigamia o poliamore sessuale come la chiamano in tanti.
Se la prima volta che ho tradito mio marito su quella spiaggia di Pietra Ligure, mi avessero detto che finiva così, non ci avrei mai creduto visto il tipo di donna seria che ero …leale, onesta e fedele. Invece è finita come avevo letto nei siti, diventando una Sweet, una Hotwife anche se a modo nostro, ceduta al Bull.
Ma sono soddisfatta e sono sempre e più di prima una mamma e una moglie che ama i suoi figli e suo marito, che vive con passione e appagamento il suo lavoro e la sua vita e tutto sommato mi sento realizzata. Sono sempre una donna stimata e rispettata nella vita sociale. Appagata in quella sessuale e felice in quella sentimentale.
Nessuno penserebbe mai chi sono se mi vedesse in ufficio, oppure a passeggio sottobraccio a mio marito o chiacchierare con il nostro nuovo amico Alberto e scherzare e giocare con i miei figli, anche se ormai adulti. Mi piace cucinare, portare i piatti a tavola, toglierli e lavarli, leggere, ascoltare musica, andare alle prime cinematografiche, viaggiare, anche brevi gite nei week end, con Carlo o con Alberto o con entrambi, ma soprattutto essere femmina, donna, signora e …Sweet.
Hotwife Anna.
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grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…