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TIZIANA 2

L’appuntamento è per le 15 in chat, non vedo l’ora che entri, per scambiarci le opinioni su questa mattina. Per lei è stata la prima volta, quando ci sentiremo avrà già affrontato il marito e i figli a tavola, sono curioso della sua reazione. Apro messanger, lei è già collegata. Iniziamo a parlare, mi racconta che pensava di sentirsi in colpa, invece no. Dice che si è sentita bene e che l’esperienza le ha giovato sicuramente, erano anni che covava dentro questa voglia di trasgressione che oggi in maniera leggera si è materializzata con un inizio inusuale in un parcheggio pubblico. Ci mettiamo d’accordo incontrarci la settimana prossima.
L’appuntamento di oggi è al parcheggio del casello dell’autostrada. Già quando sono nella rampa per uscire, individuo la sua auto, la raggiungo e parcheggio di fianco. Sono agitato ed eccitato come un ragazzino al primo appuntamento, salgo sulla sua auto, pure lei è ansiosa. La guardo. Diamo un’occhiata fuori dall’auto mi avvicino e la bacio, cerco le sue labbra e lei cerca le mie. Riesco a infilare una mano dietro la sua schiena l’avvicino di più a me e continuiamo il bacio appassionato, fatto d’intreccio di lingue succhiate di scambio di salive… ci stacchiamo un attimo, il posto non è dei migliori. Troppe auto che continuano a girare nel parcheggio, ora addirittura anche una pattuglia dei cc che controlla il territorio. Siamo troppo in vista e decidiamo di cercare un posto più tranquillo. Parte e io la seguo. Dopo qualche chilometro prende una stradina laterale con l’indicazione della stazione ferroviaria, che si trova in aperta campagna con un parcheggio in terra battuta che guarda i campi. Fermiamo le auto nel punto di sosta più distante da dove si vede tutta l’area non particolarmente affollata. Sembriamo dei quindicenni invece di due persone mature, ma la sensazione e quella. Salgo sulla sua auto, mi avvicino e cerco la sua bocca, le sue labbra turgide, la mia lingua cerca subito la sua, in un intreccio umido che eccita in breve tempo i nostri corpi e le nostre menti.
Oggi indossa un vestitino leggero. Con facilità infilo la mano in mezzo alle sue gambe, accarezzo le sue cosce fino in alto, arrivo al piccolo slip che indossa. Tocco il suo sesso attraverso il velo delle sue mutandine, infilando la seta nel suo spacco, mentre continuiamo a succhiarci con decisione la lingua e a scambiarci le nostre salive, con gli occhi controlliamo anche fuori, per non dimenticare che siamo in un parcheggio di una stazione nel mese di settembre.
Avendo scoperto molte cose di lei nelle discussioni in chat, tra cui il piacere di un linguaggio anche pesante in certi momenti gli dico: “ ti piace essere trattata cosi da porca con qualcuno che ci potrebbe vedere” lei risponde con la voce strozzata dal piacere: “ si, mi piace”. “ Ti piace essere porca e sentirti troia dentro” , “ si mi fa impazzire”, le scosto ora lo slip, è copiosamente bagnata, le mie dita percorrono il solco del suo sesso, mentre con la bocca le sto succhiando il lobo dell’orecchio. Gli dico di togliersi gli slip, li fa scivolare fino alle caviglie fino a sfilarli del tutto. Li prendo in mano e li porto alle mie narici. Ne assaporo il forte odore per me afrodisiaco del suo sesso, lei mi guarda compiaciuta. Torno alle sue labbra, la succhio e la mordo, mi approprio della sua lingua che aspiro nella mia bocca, mentre le mie dita sono ora in profondità nella sua figa umida. Lei spinge per sentirle di più. Fuori c’è del movimento. E’ appena arrivato un treno regionale, persone che vanno e vengono nel parcheggio mi stacco un poco, sembriamo una coppia che sta parlando, ma da fuori non possono immaginare che le sue smorfie sono dovute al piacere che le mie dita le stanno dando. Indice e medio nella figa e pollice a massaggiare il bottoncino. Le persone sono salite sulle loro auto e andati via, ora il parcheggio e di nuovo tranquillo. Faccio risalire la sua gonna sopra le ginocchia, lei sposta indietro il sedile e leggermente abbassa lo schienale e si lascia scivolare leggermente in avanti. Continuo a scoparla con le dita, ma abbasso la bocca sul suo sesso, e riesco con non poche difficoltà a mettere la mia lingua sul suo bottoncino, a lambire il suo spacco che emana un forte odore che mi sta facendo scoppiare il cazzo per l’eccitazione che mi fa provare. Sfilo le dita dalla figa, la mia lingua ora è nella sua fessura bollente, mentre il mio indice cerca il buco del suo culo. Lo bagno con gli umori che colano dalla sua figa, lo forzo un poco è il mio indice entra abbastanza facilmente dentro di lei. Ruoto un poco il dito, mentre continuo a succhiarla. Sento le contrazioni del suo piacere, che stringono il mio dito dentro lei. Cerco di raccogliere quanti più umori possibili dalla sua fonte con la lingua, mi alzo e la bacio in bocca facendogli sentire il sapore della sua figa dalla mia lingua. Per lei tutto questa intensità è quasi un nuova scoperta. Il marito come mi ha confidato, la lecca raramente. Lei dice che hanno una buona intesa sessuale, ma certe cose suo marito non le fa e non le propone nemmeno. Non sono riuscito a leccarla come avrei voluto, tuttavia dai suoi mugoli e sue smorfie noto che ha gradito molto.” Ti piace il sapore della tua figa” lei dice “si” mentre mi mette lei la mano dietro la nuca per baciarmi di nuovo e succhiarmi la lingua per sentire ancora il suo sapore. Ho infilato di nuovo due dita dentro la sua bernarda, continuo a baciarla e ora la sto fottendo con le dita in maniera forte tanto da sentire il palmo della mia mano che si scaglia con piccoli schiaffi sul suo pube. Vedo e sento che apprezza in trattamento, aumento il ritmo, ora la sto fottendo con forza con la mano, vedo che è prossima a venire, quando sento il mio indice e medio sempre più bagnati, le mie dita sono come in acquitrino, si sente uno sciacquettio, quando vedo e sento degli schizzi sulla mia mano. Martina mi guarda e vedendo la mia sorpresa ed eccitazione stampata sul mio viso, si lascia del tutto andare, godendo del piacere delle mie dita, i suoi schizzi di liquido ormai ripetuti oltre ha bagnare la mia mano hanno inondato tutto il sedile della sua Rav. Se ne viene rumorosamente, mandando la mia eccitazione a mille. Eccitato come non mai, mi abbasso con la bocca sulla sua figa per sentirne il sapore acre, è un misto di non so che cosa, c’è un odore forte ma inebriante almeno per me. Le lecco ancora lo spacco umido estremamente sensibile per l’orgasmo appena provato, per baciarla di nuovo in bocca e portarle il suo sapore, che lei succhia avidamente. Non contento le metto in bocca l’indice è il medio che fino a poco fa erano dentro la sua patata bollente che ciuccia con piacere spompinandomi le dita.
Ci riprendiamo un attimo mentre il mio cazzo ancora al chiuso dei pantaloni sta per scoppiare, i miei sensi hanno goduto, ma ora vuole godere pure lui. Lei mi racconta che quando è estremamente eccitata e si lascia andare se ne viene cosi perdendo liquidi, insomma una “squirting” dico io, lei mi dice che non sa cosa vuole dire. Glielo spiego. Ma ora ho voglia di godere mi slaccio i bottoni dei pantaloni e tiro fuori il cazzo, la mia cappella è paonazza lei lo afferra alla base, si abbassa e lo ingoia e fa cadere sopra tanta saliva. Gioca con la lingua sulla punta, ne aspira il liquido prespermatico che ho prodotto, inizia a segarmi alla base mentre tiene la capella in bocca. Dopo non molto visto la mia grande eccitazione raggiunta fino a quel momento le vengo in bocca, forse anche in maniera inaspettata, lunghi fiotti. Sento che li tiene in bocca, si sfila mi guarda e mi bacia con la bocca piena del mio piacere. Assaggio il mio sapore, ma nello stesso tempo sento la sua grande eccitazione nel fare ciò, finche dopo un turbinio di lingue ingoia tutto. Questo il prezzo da pagare per la sua bevuta, sapevo che non le piaceva farlo, ma sapeva dai discorsi fatti in chat quanto piaceva a me. È passato un’ora abbondante da quando ci siamo trovati, cerchiamo di ricomporci, pensiamo al fatto che siamo in un parcheggio… nell’ultima ora non ci abbiamo più fatto caso. Ma ci sono solo auto, senza nessuno, manca ancora qualche minuto all’arrivo dell’altro treno regionale. Parliamo ancora un poco, con l’auspicio che il prossimo incontro possa essere fatto al chiuso per dare sfogo a tutte le nostre fantasie e poterla finalmente fotterla. L’auto è troppo limitante.

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