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Cuckold: vergogna e dominazione

By 9 Settembre 2024No Comments

Questa volta non posso certo vantarmi. Nonostante la mia vita sessuale con mia moglie Giada sia rinata grazie a nuove esperienze, qualche intoppo può sempre capitare. Le nostre ultime volte, mi stanno trovando un po’ sottotono. Un po’ troppo.

La settimana scorsa, ad esempio, ci stavamo abbandonando a squisiti preliminari toccandoci e leccandoci a vicenda. Io ero fin troppo eccitato, così decido di indossare un profilattico ritardante prima di entrare nella sua fica bagnata: lei non gradisce, perché preferisce il contatto pelle a pelle, ma le ho detto che altrimenti sarei venuto all’istante e addio scopata.
Finalmente sicuro di me, allargo le gambe di Giada ed entro: la mia cappella scivola tra le sue labbra, quasi risucchiata da un vortice di desideri insaziabili, uno, due, tre… poche spinte… non riesco a trattenermi. È stato un’orgasmo repentino, improvviso, quasi sbrigativo… non so se più deludente per lei o per me. È arrivato troppo, troppo in fretta. Io ci sono rimasto malissimo. Giada, già infastidita dal profilattico, rimane più delusa di me.

“Dovresti vedere come mi scopa un vero uomo, forse”.

La sua frase è un misto di derisione vera e scherzosa provocazione, ambigua più del solito. Ma la serata finisce lì.

Dopo un paio di giorni Giada riprende l’argomento e inizia a provocarmi:

“Hai bisogno di un bel ripassino, hai bisogno di una lezione.”

“Volentieri…” replico io, non ancora cosciente del confine tra scherzo e realtà.

Me lo chiarisce lei, maliziosa e lievemente indispettita, pochi secondi dopo: visto che ho risposto affermativamente, a giorni organizzerà la mia lezione. Nel frattempo astinenza totale, neanche la masturbazione solitaria è permessa.
Ovviamente la cosa mi eccita, e accetto curioso.

Dopo pochi giorni, Giada ha organizzato la giornata con il nostro amico Mirko, che verrà a casa nostra per mostrarmi come un vero uomo debba soddisfare le esigenze della moglie.

È il giorno: mi attengo ai patti e mi faccio legare al letto a pancia in su, completamente nudo. Lei indossa il suo nuovo abitino turchese, un tubino dalla generosa scollatura che lascia buona parte della schiena scoperta. L’intimo è abbinato, i tacchi sono a spillo. Sul volto ha un trucco più marcato del solito, non saprei dire se più sensuale o più volgare del suo standard: generalmente la preferisco con un trucco più sobrio, ma in questa situazione di punizione e sottomissione, questo stile più deciso me la fa apparire più dominatrice. Inutile dire che sono già più che eccitato mentre la divoro con lo sguardo, non potendo fare altro.

Suona il campanello, lei esce dalla camera da letto per accogliere Mirko. Li sento salutarsi e parlottare, io sono in camera che li aspetto. Sento qualche risatina, leggeri sospiri. Poi il suono dei tacchi che si avvicina. Eccola che appare sulla soglia della porta, bellissima nel suo tubino sexy che ne evidenzia ogni curva, mentre conduce per mano Mirko dentro la stanza: si è già spogliato, indossa solo i boxer. Nessun saluto, nessun convenevole: sono solo uno spettatore, castigato, per di più.

Si abbracciano e si baciano, le loro bocche si spostano reciprocamente una sul collo dell’altra, le mani di entrambi scivolano fra glutei e inguine. Il mio uccello è già dritto, ma loro sembrano non badare a me. Giada si toglie il vestitino, tirandomelo addosso: atterra sul mio uccello duro e mi eccito ancor di più al solo contatto con quel sottile lembo di tessuto che fino a poco fa copriva le favolose curve della mia donna. Donna che adesso, davanti ai miei occhi, sta togliendo i boxer a un altro uomo, rivelando il suo cazzo duro e le palle gonfie. Lui le toglie il reggiseno e lei si sdraia sul letto, di fianco a me.

Non mi guarda nemmeno, con gli occhi puntati sul suo amante che scivola su di lei baciandola di nuovo. La bocca di lui scivola presto sui grossi seni: li palpa avidamente con le mani, stringe i capezzoli turgidi, li succhia, lei si contorce dal piacere e geme. Quel seno meraviglioso, soffice al tatto, quei capezzoli squisiti, divini sotto la lingua quando sono turgidi come ora. Ho già il cazzo in fiamme, ma non posso neanche toccarmi da solo.

Lui inizia stimolarla sul clitoride, il suo dito si muove sulle sue mutandine che si inumidiscono presto. Continua per un po’, fin quando lei non le toglie: è il primo momento in cui mi rivolge parola.

“Tieni, puoi assaporarmi un po’.”

Mi dice lei mentre mi infila in bocca le sue mutandine zuppe dei suoi umori. Le succhio per un po’, mentre Mirko la assapora direttamente tra le cosce, con la bocca immersa nella sua fica che assapora avidamente mentre lei gli tiene la testa tra le gambe. Quanto vorrei leccarla io!

Dopo un po’ lui monta finalmente su e la penetra in un solo, deciso e profondo colpo: lei lancia un piccolo grido di piacere, lui inizia a montarla con foga, mentre lei lo stringe a sé con forza e inizia a guardarmi negli occhi. Vuole farmi vedere il suo piacere, e vuole vedere il mio nella negazione di ogni soddisfazione fisica: io la guardo con un desiderio smisurato negli occhi, lei lo divora con i suoi mentre gode della focosa monta del suo amante. A me fa quasi male il cazzo per quanto è duro.

Cambiano posizione, lei si alza e si mette su di me a pecora, buttando a terra il vestitino e scoprendomi il cazzo duro e dritto come un palo: lo guarda ma non lo tocca.

“Ti piace lo spettacolo, eh? Impara.” Mi dice lei.

Nel frattempo Mirko la raggiunge e la penetra da dietro, mentre io vedo il viso di lei godere e urlare ad ogni vigorosa spinta, vedo le grandi tette ballare a pochissimi centimetri dal mio corpo e dal mio viso ma non riesco neanche a sfiorarle protendendo per quel che posso la testa. Credo voglia farmi venire senza sfiorarmi, sto impazzendo a questa vista. A un certo punto lui la spinge con più foga e lei mi cade addosso, schiacciando improvvisamente i suoi seni sul mio petto, e il suo bacino sul mio cazzo. Questo breve contatto mi sembra un dono inaspettato dopo tanto guardare senza poter toccare, il mio pene pulsa forte contro di lei che, come c’era da aspettarsi, cerca di tirarsi su il prima possibile per non darmi certe soddisfazioni, anche se Mirko la spinge di nuovo addosso a me per montarla con maggior dominazione. Il corpo di lei si muove sul mio, tento di baciarla ma lei non ricambia, gemendo soltanto a ogni spinta.

Cambiano di nuovo: lei si gira su di me e, sempre a quattro zampe, mi sbatte la fica in faccia: la lecco avidamente finché non sento il cazzo duro del nostro amico introdursi tra la mia lingua e la fica bagnata e larga di mia moglie. Continuano a scopare a pecora ma stavolta vedo la penetrazione a pochi centimetri dai miei occhi: il cazzo di Mirko, ricoperto dagli umori della mia Giada, entra e esce, le palle sbattono sulla fica, mia moglie gode, io ho una voglia di lei che mi sta facendo perdere la testa.

“Succhiamelo, ti prego! Non ce la faccio più!” La imploro io, cercando di muovere il mio bacino verso l’alto.

“Sshhh!!!” Mi zittisce lei, dandomi uno schiaffo sulle palle.

“Ti prego amore! Dai!” Ritento.

Lei allora si limita a una brevissima smanettata che mi manda ancor più su di giri. Quel breve contatto mi dona pochissimi secondi di soddisfazione, lasciandomi ancora più affamato di prima.

Dopo un po’ lei decide di cambiare posizione, invitando l’amante a seguirla. Lei si sdraia vicino a me, allarga le gambe mentre mi guarda, io la guardo. Lui arriva fra le sue cosce e la penetra in fica di nuovo. La penetra subito. Inizia presto a montarla con foga, sbattendola veloce, mentre lei lo stringe a sé con gambe e braccia.

“Dai, scopami forte! Sbatti veloce, dai! Spingi, spingi! Dai!” Lo incita lei.
Io li guardo ormai al limite, lei gode impazzita:

“Forza, schizza! Riempimi tutta! Schizza! Schizza!” Lo incita urlando.

Inutile dire che in pochi attimi lui la soddisfa con delle poderose spinte, urla anche lui, ormai altrettanto stanco e ansimante. Quando i due corpi smettono di contrarsi, capisco che l’amplesso è finito.

Attimi di silenzio, solo ansimi post orgasmo, respiri affannati che si placano a poco a poco. Rimangono così, avvinghiati e apparentemente stremati, stesi uno sull’altra.

Gli ansimi tornano ad essere normali respiri, io vorrei esplodere ma sono pietrificato al contempo, per il perverso piacere mentale, per lo spettacolo di cui ho goduto.
Ma ecco che lei monta su di me e mi spalma la fica in faccia:

“Puliscimi, amore. Puliscimi tutta, fino all’ultima goccia.”

Obbedisco: con il cazzo in fiamme e le palle gonfie da far male, inizio a ripulire ogni millimetro della sua fica rossa, bagnata e grondante di umori. La assaporo e la succhio avidamente, con tutta l’adorazione di cui sono capace, mentre rivoli di sperma iniziano a colare fuori. Pulisco tutto, la mia lingua è tutta per lei, le mie labbra la accompagnano. Voglio soddisfarla più che posso e ne sento i gemiti di piacere. Almeno questi, per quanto flebili, sono merito mio. Forse.

“Fammi venire, adesso… Ti prego…” La supplico stremato.

Lei mi ignora con un breve sorriso beffardo, si sposta vicino a me e richiama a sé il nostro amico. Lui si inginocchia vicino a me, lei si accovaccia di fronte a lui e abbassa la testa sul suo pene moscio: lo prende con una mano e inizia a segarlo per farlo riprendere, poi lo mette in bocca e inizia a succhiare con passione. Lei lecca e succhia, lui le poggia una mano sulla testa, un’altra sulle spalle, e si gode la magnifica pompa mentre riprende fiato dalla monta di poco prima.

Appena il cazzo di Mirko è di nuovo duro e pronto per un bis, Giada lo fa stendere, sdraiato a fianco a me col cazzo dritto: lei si impala sul suo membro nuovamente duro e inizia a cavalcarlo, trasalendo ad ogni spinta, per poi aumentare man mano il ritmo. Vedo le sue grandi tette dondolare su Mirko, a volte lei gliele struscia addosso e sul viso, a volte lui allunga le mani e le palpa per bene, giocando con i capezzoli. Come lo capisco, come vorrei essere io lì al suo posto! E invece sto qui, legato, a pochi centimetri dai loro corpi, dalle loro pulsioni di piacere, li sento ansimare, gemere, urlare. Lei si abbassa su di lui abbracciandolo e baciandolo, vedo i suoi seni schiacciati sul petto di lui, le braccia di Mirko che le stringono la schiena, il suo bacino che si protende verso l’alto per infilarglielo più a fondo che può mentre lei continua a muoversi.
Ed io non posso far altro che guardare, guardare ed eccitarmi all’inverosimile, il mio corpo si muove in preda agli spasmi di una stimolazione fisica che non c’è, e di un orgasmo tanto desiderato quanto negato.

Ma ecco che lei si sposta per cambiare posizione: torna da me, e muove il suo bacino verso il mio viso: credo voglia farsi leccare di nuovo la fica, e tento di raggiungerla con la lingua, ma lei si muove ancora, puntando il buchino del suo culo sulle mie labbra.

“Bagnami questo, tesoro. Dai, fa il bravo, lecca.”

Come dirle di no? Le lubrifico il buchino, è chiaro che vuole prenderlo anche dietro. Poi si gira, inaspettatamente, verso di me, avvicina il suo viso al mio, mi accarezza ma quando tento di baciarla mi blocca:

“Ti stai comportando bene, credevo ti venissi addosso… Potrei regalarti un’altra piccola toccatina, se…”

“Se?”

“Se… se, farai il bravo…”

“Qualunque cosa per sentire le tue dita lì sotto…”

“Allora, visto che adesso mi farò inculare e voglia essere sbattuta davvero forte, succhia questo e lubrificalo bene.” Dice lei mentre mi avvicina il cazzo di Mirko alla bocca.

Mi sta davvero spingendo al limite, si sta approfittando del mio stato di eccitazione e disperazione.

“Stronza.” È l’unica cosa che riesco miseramente a dirle mentre inizio a leccare quella cappella gonfia.

“Dai su, non sa di me? Questo cazzone è tutto sporco dei miei umori. Continua, dai…”. Replica lei.

E mentre continuo finalmente sento le sue dita scorrere leggere sul mio cazzo durissimo, per poi avvolgerlo, scorrere poi sulle palle e risalire sull’asta. A questo punto lecco meglio e lo prendo di più, sono sconvolto e perso in un caos emozionale unico.

“Dai, bravo tesoro, lubrifica tutta l’asta, non vorrai che mi si irriti il culetto, no?”

Mi sta deridendo, stimolando, portando oltre i limiti. Finalmente mi toglie il cazzo dalla bocca e lo dirige al suo buco, sempre a pochissimi centimetri dai miei occhi. Mirko inizia a spingerle dentro quella cappella gonfia e lubrificata mentre lei cerca di favorirlo il più possibile. In poco tempo lui è tutto dentro di lei e la monta con foga crescente, vedo le palle sbattere tra le sue natiche, il cazzo che entra e esce, il buco del culo dilatato. Lei lo incalza:

“Più veloce! Dai, veloce! Più forte! Dai! Dai! Inculami forte!”

Lei urla come un’ossessa, io vorrei spruzzare fiumi di sborra, lui la monta selvaggiamente, forse inizia anche a stancarsi, lei crolla su di me sfinita e ansimante. Il suo petto mi schiaccia il cazzo, cerco disperatamente di strusciarlo fra i suoi seni ma lei si alza subito per impedirmelo, sdraiandosi di fianco a me: Mirko arriva subito dietro di lei, la afferra per i fianchi e le alza il culo, rientra dentro di lei senza pietà né tregua, e le pompa il cazzo più in fondo che può, più forte e veloce di prima, chiaramente vicino all’orgasmo.

“Dai! Dai! Riempimi! Riempi… riempimi il culo! Daaai! Dai!”

Lei urla sfinita, fuori di sé dal piacere, lui fa altrettanto mentre infligge le ultime stoccate e viene dentro di lei, schizzando tutto il suo seme nel culo ormai spanato di Giada.
Lui esce, lei si sdraia su un fianco, girata verso di me, mi guarda finalmente sorridente e inizia ad accarezzarmi il viso e il petto con una mano.

“Hai imparato qualcosa? Ti è piaciuta la lezione?” Mi chiede lei.

“Mi hai fatto impazzire, sto impazzendo…” Replico io con un filo di voce. Non so più parlare, non so più supplicare oltre.

“È ora di venire, adesso te lo meriti.” Sorride.

Mi aspetto finalmente la fine di questo delizioso ed eccitantissimo supplizio. Lei invece fa un cenno a Mirko, gli afferra il cazzo ancora barzotto e lo richiama a sé: lui si avvicina, la bacia, lei gli sussurra qualcosa di incomprensibile all’orecchio. Lei rivolge di nuovo il suo sguardo a me, con lo stesso sorriso di prima, ma Mirko si mette a cavalcioni sopra di me, e con delicatezza fa scorrere la punta del suo cazzo ormai moscio sul mio uccello durissimo.

“Ma che… no! Dai… no, ti prego!” Supplico Giada che conduce i giochi.

Lei sorride e basta, rilassata mentre mi accarezza il corpo, mentre lui mi stimola il cazzo con il suo membro ormai moscio, dalla cui cappella ancora fuoriesce qualche piccola goccia di sperma. Me lo fa scorrere piano su e giù sull’asta, la sua cappella arriva sulla mia, scende fino alle mie palle e poi risale. Cerco di resistere, sono deluso, contrariato, non vorrei ma…

Ma… sono così fisicamente al limite dell’eccitazione che… sì, anche questa stimolazione indesiderata mi porta all’orgasmo in pochi secondi. E così, mentre la mano vellutata di mia moglie si limita ad accarezzarmi tra collo e torace, quando io la vorrei altrove, un cazzo moscio e umido che scorre sulla mia cappella mi provoca un’eruzione di una forza anomala. Finalmente mi libero, schizzandomi addosso litri di sborra bollente che non potevano più stare dentro le mie palle. Qualche spruzzo mi arriva anche in faccia, e sporco la mano e il braccio di Giada. Lei, ovviamente, mi fa pulire con la bocca.

Tutto questo desiderio di lei per poi sborrare sulle poche carezze di un cazzo moscio. Umiliato e dominato fino all’ultimo secondo.

Non contenta, Giada decide di ringraziare Mirko per il servizietto finale: si china su di lui e inizia a spompinarlo con quella grazia che solo lei ha tra le labbra e la lingua. Non ci mette molto a farlo venire, ingoiando fino all’ultima goccia il suo sperma.

Mentre lui si prepara per andarsene, Giada mi libera dalle corde e si diverte a deridermi ancora un po’. Io sono troppo frastornato per dire o fare qualcosa. Anche se vorrei venire di nuovo, mi sento troppo carico. Lei ovviamente non mi darà nulla, stasera, quindi mi prendo l’unica cosa che mi concede: segarmi con le sue mutandine usate. Mentre lei si stende a letto al mio fianco, scivolando nel sonno, io la guardo e mi sego freneticamente, rimpiendo le sue mutandine di sperma e placandomi subito dopo.

Non so se riuscirò a dormire, stanotte.

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