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Mi trovavo in un vortice di sottomissione e desiderio, un ciclo senza fine che mi spingeva sempre più in profondità nella mia devozione al padrone. Ogni nuovo comando, ogni nuova prova mi legava sempre di più a lui, come se ogni parte di me fosse stata riscritta per adattarsi alla sua volontà.
Una sera, dopo giorni di silenzio, il mio telefono vibrò nuovamente, e il cuore mi balzò in gola. Era lui, il padrone, come sempre, e sapevo che ogni suo messaggio portava con sé un nuovo capitolo della mia sottomissione. Aprii il messaggio, e lessi con il cuore che batteva furiosamente.
“Questa sera, cagna, varcherai una nuova soglia. Sarai portato oltre i tuoi limiti, e scoprirai un nuovo modo di adorarmi. Preparati come sempre, ma sappi che questa volta non sarà come le altre. Ciò che stai per vivere cambierà per sempre il modo in cui mi servi. Non dimenticarlo.”
Le sue parole avevano sempre il potere di elettrizzare ogni fibra del mio corpo, ma questa volta sentii un brivido più profondo, un misto di paura ed eccitazione che mi faceva sentire in bilico su un precipizio.
Seguii le sue istruzioni alla lettera, come sempre. Mi spogliai lentamente, lasciando che l’aria fredda della stanza accarezzasse la mia pelle nuda, aumentando la mia vulnerabilità. Indossai il collare che mi aveva dato tempo prima, e mi inginocchiai al centro della stanza, in attesa del suo prossimo comando.
La chiamata arrivò, e risposi subito, cercando di controllare il respiro affannoso. La sua voce, calma e autoritaria, mi avvolse immediatamente, facendomi sentire al sicuro e allo stesso tempo completamente esposto.
“Cagna, sei pronto per quello che sto per farti?” chiese, e io annuii istintivamente, anche se la paura mi serrava la gola.
“Sì, padrone,” risposi, cercando di infondere la mia voce con la certezza che sapevo di dover dimostrare.
“Bene. Questa sera voglio che tu senta cosa significa essere completamente mio. Ogni parte di te mi appartiene, e questa notte ti farò sentire cosa vuol dire essere davvero un oggetto nelle mie mani. Voglio che tu prenda un lubrificante e lo metta vicino. Poi inginocchiati e aspettami. Non muoverti.”
Ogni comando del padrone era sacro, e sapevo che dovevo obbedire, anche se non sapevo esattamente cosa sarebbe successo.
Mi alzai solo per un attimo, abbastanza per prendere il lubrificante dal cassetto, e poi tornai immediatamente in ginocchio. Sentivo la tensione accumularsi nel mio corpo, una sorta di anticipazione che mi faceva battere il cuore ancora più forte.
“Bene, cagna. Ora voglio che tu apra il lubrificante e lo metta sulle tue dita. Non essere timido, usane abbastanza. Voglio che tu sia completamente pronto.”
Seguii il suo comando, aprendo il flacone e spremendo una generosa quantità di lubrificante sulle dita. Il freddo gel scivolava tra le mie mani, e il mio respiro si fece più pesante. Il mio corpo sapeva cosa stava per succedere, ma la mia mente cercava ancora di assimilare ogni dettaglio, di accettare ciò che stavo per fare.
“Ora, cagna, voglio che tu inizi a prepararti. Spalma il lubrificante sul tuo buco. Fallo con calma, voglio che tu senta ogni singolo istante, ogni millimetro. Questa è la prima volta, e deve essere fatta con cura.”
Le sue parole erano dolci ma cariche di un’autorità che non potevo ignorare. Posizionai una mano dietro di me, e lentamente iniziai a massaggiare il lubrificante intorno al mio buco. La sensazione era strana, un misto di freddo e calore che mi fece rabbrividire.
“Bravissimo,” disse il padrone, la sua voce che mi avvolgeva e mi rassicurava. “Ora, inserisci un dito. Piano. Voglio che tu senta ogni singola sensazione, ogni piccola resistenza. Fai in modo che il tuo corpo si abitui alla mia volontà.”
La mia mano tremava leggermente mentre mi spingevo a fare ciò che mi era stato ordinato. Inserii un dito lentamente, sentendo il mio corpo che si apriva per la prima volta in un modo che non aveva mai fatto. Era una sensazione strana, un misto di dolore e piacere, di vulnerabilità e potere.
“Non fermarti, cagna. Continua. Voglio che tu metta anche il secondo dito. Fallo con calma, ma non fermarti. Ogni volta che lo fai, stai dimostrando la tua devozione a me.”
Seguii le sue istruzioni, inserendo anche il secondo dito, e sentii il mio respiro diventare più affannoso. Il mio corpo si apriva sempre di più, e con ogni movimento, il senso di appartenenza al padrone cresceva. Mi sentivo completamente sotto il suo controllo, e questo pensiero mi eccitava in un modo che non avevo mai sperimentato prima.
“Bene, cagna. Ora sei pronto per me,” disse, e sentii un brivido lungo la schiena. Non sapevo esattamente cosa intendesse, ma ero pronto a tutto.
“Ora, voglio che tu prenda un oggetto, qualcosa di lungo e liscio. Qualcosa che possa simulare il mio cazzo. Trovalo e mostramelo.”
Mi alzai di nuovo, il corpo che tremava leggermente per l’anticipazione. Cercai freneticamente un oggetto che potesse soddisfare la richiesta del padrone, e alla fine trovai un dildo, qualcosa che avevo comprato molto tempo prima ma che non avevo mai avuto il coraggio di usare. Tornai davanti alla videocamera, mostrando l’oggetto al mio padrone.
“Perfetto,” disse con un sorriso che mi fece sciogliere. “Ora, cagna, voglio che tu lo inserisca dentro di te. Lentamente, con attenzione. Voglio che tu senta ogni singolo istante mentre il mio cazzo prende possesso del tuo culo.”
Posizionai il dildo dietro di me, e con un respiro profondo, iniziai a spingerlo dentro. Il mio corpo si tese immediatamente, il dolore che si mescolava al piacere in un modo che non avevo mai sperimentato. Ogni millimetro che entrava dentro di me era un passo verso una nuova forma di sottomissione, una che mi faceva sentire completamente vulnerabile e, allo stesso tempo, incredibilmente vivo.
“Brava, cagna. Continua. Fallo entrare tutto. Voglio che tu senta ogni singolo centimetro, voglio che tu lo accolga completamente dentro di te.”
Il mio respiro era irregolare, il corpo tremante, ma continuai a seguire il suo comando. Il dildo entrava sempre più in profondità, e con esso, il senso di appartenenza al padrone cresceva, fino a riempire ogni angolo della mia mente.
Quando finalmente il dildo fu completamente dentro di me, mi fermai, il corpo teso e il respiro affannoso. Il padrone mi guardava con un sorriso soddisfatto, e io sentii un’ondata di piacere e gratitudine travolgermi.
“Ora, cagna, inizia a muoverlo. Lentamente. Voglio che tu senta ogni spinta, ogni movimento. Questo è solo l’inizio, ma già puoi capire cosa significa essere davvero mio.”
Iniziai a muovere il dildo dentro e fuori, il mio corpo che reagiva in modi che non avrei mai immaginato. Il dolore iniziale si stava trasformando in un piacere oscuro e profondo, una sensazione che mi faceva sentire completamente vulnerabile e al contempo potente nella mia sottomissione.
“Sei una cagna perfetta,” disse il padrone, e quelle parole furono come una scarica elettrica per me. Ogni movimento, ogni spinta del dildo dentro di me era un tributo a lui, alla sua volontà che mi aveva completamente preso.
Continuai a muovermi, il mio respiro che diventava sempre più pesante, il mio corpo che si perdeva in quella nuova sensazione. Sentivo il cazzo che cercava di indurirsi contro la cintura di castità, ma sapevo che non c’era possibilità di liberazione. Ogni mio desiderio, ogni mio piacere era nelle mani del padrone.
Alla fine, il padrone mi fermò. “Ora basta, cagna. Toglilo.”
Obbedii immediatamente, il corpo che si contorceva dal desiderio ma che rimase fedele alla sua volontà mentre il mio cazzo premeva invano contro alla gabbia.
Ancora poche spinte e sicuramente sarei venuto.
Mamma mia ruben, mamma mia... Ti prego, scrivimi a gioiliad1985[at]gmail.com , mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze…
ciao ruben, mi puoi scrivere a gioiliad1985[at]gmail.com ? mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze...
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?