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Scandalo nel paesino (8 – Devo scoparmi Angelica)

By 19 Settembre 2024No Comments

“Angelica? Vuoi che mi scopi Angelica?” chiesi a Rita. Non capivo. “Rita – continuai – piuttosto Barbara… con tutte le volte che mi ha quasi fatto venire, vorrei proprio fargliela pagare, trombarla come un animale, metterglielo…”
Rita non mi fece finire. Scoppiò in una risata che sapeva di presa per il culo.
“Cosa?? Io ti offro una più giovane e più magra di me… e tu ti vuoi scopare una più vecchia e più grassa?? Ahaha ma come sei messo?”
Non aveva tutti i torti. Tutti i miei amici avrebbero fatto carte false per Angelica e disprezzato Barbara. Ma i miei amici non erano stati segati e pompati da Barbara senza venire… non avevano visto la loro donna fare sesso con Barbara senza poterci fare niente… quindi sì, dovevo farmi Barbara in tutti i buchi e lasciarla in una pozza di sborra, come minimo.
Rita mi risvegliò da questi pensieri: “Se vuoi farti Barbara, fai pure. Me l’ha detto…  se vai a trovarla ti porta a letto volentieri. Ma stai attento: potrebbe essere lei a scoparsi te. Le piace usare lo strap on, di solito. Hai presente? Sai cos’è uno strap on? Bravo, le piace usare un cazzo finto per inculare i ragazzi e le ragazze come te. Ti piacerà, alla fine, ma non mi sembri pronto. Angelica, invece, è la nostra priorità.”
Rita, a quanto pare, era fissata con Angelica.
“Va bene, Rita, come sempre, farò come dici tu. Mi farò Angelica. Però arriverà anche il giorno di Barbara… mi aiuterai vero?”
“Certo che ti aiuterò… iniziamo subito”.
Da esperta dominatrice, Rita sfruttò il mio punto debole, i suoi incantevoli piedi, per accarezzarmi viso e cazzo, che diventò duro in un attimo. Due secondi dopo eravamo nudi. Rita, la mia amante BBW e più grande di me, aveva iniziato un footjob, una sega coi piedi, che mi stava già portando in estasi.
“Ah Rita… quanto cazzo mi fai godere così!!”
“E se intanto gioco con le tette in questo modo?”
Rita iniziò a pizzicarsi i capezzoli, a stringere le tettone, per farle sembrare ancora più grandi, a farle saltare a ritmo delle sega.
“Così mi fai venire…”
“No… non venire ancora, guarda che mi tocco mentre ti sego… mi eccita il tuo cazzo tra i piedi, non resisto…”
Rita si masturbava e gemeva, io ero sul punto di venire.
“Rita, vengo….” e Rita interruppe tutto.
“Ehehe e no che non vieni, mio caro. Quella sborrata è per Angelica. Vai a dargliela subito!”
“Rita cosa??? Sei completamente uscita di testa??”
“Finiscila! Vestiti ed esci! Quando torni, fai in modo che Angelica abbia perso la verginità!”
Quasi avevo paura. Presi Rita per i capelli, senza sapere il perché. Per un secondo, pensai di darle uno schiaffo per riportarla su questo mondo, ma non lo feci. La baciai, invece. E le dissi: “Rita, non capisco che cazzo ti passa per la testa, ma so che devo fidarmi di te. Vado a cercare Angelica. Ciao!”
Mi vestii e uscii in trance. E ovviamente col cazzo che mi scoppiava tra le gambe. Mi sarei fatto ogni donna che incontravo in strada, letteralmente. Feci pensieri porno su ogni femmina che vedevo. In che stato mi aveva ridotto Rita!
Bazzicai in paese. Era troppo piccolo per non incontrare Angelica da qualche parte e infatti la incontrai con una borsa della spesa in mano.
“Ciao Angelica! Che fai? Ti aiuto!” senza darle il tempo di declinare l’offerta, le presi la borsa e attaccai bottone. Fortuna volle che passassimo in una zona molto isolata, con una bella vista, e delle panchine.
“Angelica, ci fermiamo un secondo, per favore? Hai mica una bottiglietta d’acqua?”. Ce l’aveva, in borsa, e me la offrì.
Parlammo un po’. Mi chiese, a un certo punto: “Rita non è tua zia, vero?”.
“No Angelica, non è mia zia.”
“E allora cos’è per te?”
“Perché me lo chiedi? Vuoi spettegolare come fa tutto il resto del paese?”
“No… ma se non è tua zia, cosa ci fai qui con lei? È la tua ragazza?”
“È un pezzo che Rita non è una ragazza… signora, direi.”
“Te lo chiedo ancora…”
“Angelica, sei molto sfacciata. E anche bellissima. Ho voglia di baciarti. Vuoi continuare a farmi domande, mandarmi via, oppure…”
Ci baciammo. Baciava bene. Forse non era verginissima. Di istinto cercai le sue tette, che praticamente non aveva. Si lasciò toccare, era una sensazione così diversa dal toccare Rita, ma aveva il suo perché. Angelica però non mi stava toccando. Era ora di accelerare le cose, scesi fino alla sua fighetta, pregustandomela liscia e vellutata… ma mi fermò.
“Smettila, dai… che fai…”
“Voglio farti godere, Angelica, qui, sotto il sole, davanti a questa bella vista…”
“No, dai… no…”
“È la tua prima volta?” le chiesi e, distrattamente, mi misi una sua mano sul cazzo che, grazie al trattamento di Rita, era diventato di roccia e pronto all’azione.
“No… ma non qui…” e intanto la manina di Angelica mi accarezzava da sopra i pantaloncini, leggeri, sportivi, che non lasciavano niente all’immaginazione.
“Sei vergine?” le chiesi, baciandole il collo, accarezzandole le tettine, e lasciandola esplorare il mio cazzo in tiro.
“Sì…”
“Ma qualcosa hai già fatto…”
“Mi sono lasciata fare – e intanto con la manina entrava sotto i pantaloni – ma non ne ho mai preso in mano uno” e, detto fatto, me lo tirò fuori. Io la aiutai cavandomi boxer e pantaloncini in un colpo solo. Con quel sole, per almeno un paio d’ore, potevamo rimanere su quella panchina senza che passasse manco un cane.
Angelica iniziò una sega. Era inesperta, esitava, ma quella sua inesperienza era eccitante.
“E ti sta piacendo – le chiesi – tirarmi fuori il cazzo in pieno giorno?”
Angelica non rispose. Disse, invece: “È durissimo. Vuol dire che ti piaccio.”
Era incredibile che dopo aver goduto con Rita e Barbara, due scopatrici così navigate, mi eccitasse così tanto l’inesperienza di Angelica. Ma cosa potevo farci?
“Sì, Angelica. Spogliati anche tu, salimi sopra, facciamolo qui abbracciati…”
“No…” diceva, e intanto continuava coi suoi movimenti incerti ma spontanei, non perfetti, ma fatti con la voglia di una che si sta godendo ogni momento.
“Ma io sto godendo, Angelica, godi anche tu…”
“No… davvero… non così.”
“Almeno prendilo in bocca.”
“Eh?! No!!”
“Perché?? Ti faccio schifo?”
“Non mi fai schifo… non ti toccherei se no… puoi avere questo” disse Angelica, togliendosi le infradito, e sedendosi accovacciata sulla panchina. Aveva una gonna, quindi, messa così, aveva messo mutandine e piedini in bella vista. E che vista! Ma non aveva finito. Spostandosi le mutandine, mi aveva regalato la vista di una figa… liscia e vellutata, proprio come la immaginavo.
“Angelica, se fai così… te la mangio, davvero, sei irresistibile.”
“Grazie…”
Mi avvicinai, ma mi allontanò con una mano – con l’altra continuava a segarmi.
“Vieni qui” mi disse, indicandomi il posto al suo fianco. Tornò a baciarmi. Baci sul collo. Richiuse le gambe – che peccato! – e continuò la sega, più forte.
“Voglio farti godere” mi disse.
“Allora fai così – le presi la mano, le insegnai a farmi venire – guarda…”
Feci partire una grande sborrata, che andò tutta sprecata per terra… sarebbe stata molto meglio sul bel faccino di Angelica, o dentro Rita, o sulle tettone lampadate di Barbara, ma pensavo anche ad Angelica e sì, stavo sborrando per lei.
Si appoggiò sulla mia spalla con tenerezza.
“Sei venuto” disse.
“Sei stata bravissima”.
“Mi prendi un fazzoletto? È nella borsa.”
Ah, Angelica… Rita si sarebbe pulita con la lingua. Barbara l’avrebbe fatta pulire a me.
Angelica si pulì e rimase in silenzio. Mi stavo chiedendo perché non volesse venire, era la stesse mania che veniva ogni tanto anche a Rita.
Altri baci e saluti, ma niente altro.
Tornai da Rita, le raccontai cosa era successo, fu dolce anche lei.
“Allora non sei incazzata? Non abbiamo scopato.”
“Ma guarda che prima scherzavo!”
“Non sembrava, Rita.”
“Sì sì scherzavo… ma voglio aiutarti. La porteremo qui. Ci penso io!”
“Rita… ma posso scoparmi anche te nel frattempo o abbiamo chiuso? Una mezza sega di Angelica non basta, hai visto che sberla di cazzo mi è rimasta?” e senza troppi complimenti lo tirai fuori.
Anche Rita era già eccitata. Lo capivo da come mi si era seduta sopra, già bagnatissima. Durai un casino e mentre Rita mi cavalcava pensavo ad Angelica.
“Rita… ma le faccio male ad Angelica se la scopo?”
“Uno… – rispose Angelica – non è ‘se’, ma ‘quando’… cazzo quanto mi fai godere… pompa anche tu però che mi sto muovendo solo io… Due… ha una figa come tutte, si adegua… Tre… sei troppo bravo a far godere le donne… vengo”.
Venimmo insieme. Di solito facevamo un 69, per ripulirci, ma Rita non voleva. “Niente porcate… una scopata normale, abituati per Angelica”.
“Tu e questa Angelica, Rita…”
“Ci tengo, tutto qui, e se la scopi tu sono contenta. Ogni tanto c’è brutta gente in paese.”
“Come sei generosa Rita…”
La mattina dopo, Rita uscì. Io rimasi a casa a fare un po’ di edging in solitaria, per farle trovare un bel serbatoio di sborra al suo ritorno. Ero molto soddisfatto, le palle erano pienissime, il cazzo non sarebbe tornato giù neanche a morire. Mi mettevo a 90 per sentire le palle penzolare bene e toccarmi il cazzo in una posizione nuova.
Rita tornò e mi trovò in quella oscena posizione.
“Ma che cazzo… stai facendo così?!”
“Problemi, Rita?”
Ma Rita problemi non se ne faceva. Si mise dietro. Lingua in culo, una leccata esplosiva, poi una succhiata alle palle, e al cazzo, tirato indietro, e via di nuovo, a dedicarsi completamente a farmi godere.
“Vienimi in faccia – mi disse Rita – e poi parliamo”.
“Contenta tu Rita…”
La sborrata fu potente, ma Rita non era una ragazzina. Accolse tutto con il sorriso. Un po’ se la leccò via, ingoiando, e un po’ si ripulì alla buona.
“Allora… prima che mi facessi una doccia di sborra, ti stavo dicendo che ho parlato con i genitori di Angelica. Mi sono offerta di darle ancora ripetizioni. Tre ore al giorno, un paio di giorni a settimana. Tu starai via le prime due ore. Poi arriverai alla terza e vi lascerò la casa libera”.
Beh… detto fatto. Due giorni dopo, le cose andarono esattamente come previsto da Rita. Rimasi solo con Angelica. Un minuto dopo era nuda. Zero tette, niente culone. Eppure era sexy, era eccitante.
Lo tirai fuori, per farglielo vedere duro e gonfio. “È tutto tuo Angelica”.
Lo guardava e lo desiderava.
“Cosa vuoi fare?” mi chiese.
“Voglio leccartela. Me la fai leccare?”
Non disse niente. Ma aprì le gambe. Barbara e Rita si abbronzavano total body. Angelica invece aveva il segno dell’abbronzatura.
“Angelica, dimmelo che lo vuoi.”
“Fallo.” e lo feci. Aveva un sapore fortissimo, che mi ubriacava.
“Oddio, sto già godendo… oddio!”
“Ma Angelica… sei già venuta?”
Rimase per un po’ ad occhi chiusi. Volevo baciarla, ma figuriamoci, non voleva. Però non poteva impedirmi di avvicinarle il cazzo, durissimo, alla figa aperta. Avevo già la cappella appoggiata.
“Ehi… le protezioni…”
“Angelica, ti giuro su dio che ci sto attento.” Stavo entrando. Dovevo sforzare. Angelica guardava in alto, forse le faceva male. Ma se mi fossi fermato sarebbe stato peggio. Le baciai i capezzoli, glieli succhiai forte, le leccai tutto… “Ti piace così?”
“Sì…” disse sospirando. Ed entrai, duro, deciso.
Le davo dei colpi ritmati, mi muovevo dentro, era strettissima. Le faceva ancora male, ma doveva venire prima di me. Pian piano si stava abituando.
“Ah… ah… ah… ” ansimava senza dire niente. “Ah…ah…ah…” gemeva.
“Godi Angelica? Ora ti faccio godere” due, tre, quattro colpi…e un meraviglioso orgasmo gridato da Angelica, molto bagnato. Guardai giù. C’era un po’ di sangue, il più erano i dolci umori di Angelica. “Allora?” le chiesi.
“Bellissimo…”
“Ma ora tocca a me. Non mi farai venire a vuoto, come la volta scorsa, vero?”
Mi misi in ginocchio in fianco a lei, per sborrare sulla pancia. Si coprì la faccia. “Dai Angelica, guardami, non ti vengo in faccia se non vuoi” e come incrociai il suo sguardo venni con una sborrata di gusto.
Ci facemmo una doccia veloce. Rita ci trovò in cucina, a parlare tranquillo. Feci finta di essere appena entrato. Salutammo Angelica.
Rita quasi mi saltò addosso. “L’avete fatto?”
“Sì…” non ebbi tempo di aggiungere altro. Rita mi saltò addosso e mi baciò. “Cazzo, quanto sai di figa!”
“Davvero? Mi sono anche lavato…”
“Eh ma queste fighe vergini… ex vergini.”
Mi portò a letto. “L’avete fatto qui?”
Annusò le lenzuola e parlò prima che le rispondessi: “Sì, l’avete fatto qui. È… stupendo. Ma scommetto che non te l’ha preso in bocca.”
“Zero. Gliel’ho leccata e poi abbiamo scopato subito.”
“Adesso ti scopi me, vero?” chiese Rita.
Avevo ancora un bel po’ di sborra che avrei riversato su Angelica, quindi sì, per Rita ero pronto.

Continua

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