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Il Nipote Perfetto – Parte Prima (Timido e riservato ma con un grande segreto)

By 27 Settembre 2024No Comments

Sono sempre stato timido e riservato, soprattutto da piccolo. Purtroppo queste de cose mi hanno spesso frenato e causato problemi nel socializzare e creare legami con i miei compagni di scuola o coetanei ma per fortuna crescendo le cose sono migliorate, anche se non proprio velocemente. Quando arrivai intorno ai quattordici anni, finite le scuole medie e iniziate le superiori, cominciai a fare le rime vere amicizie (alcune delle quali durano tuttora) e sembrava che finalmente mi stessi sbloccando dalla timidezza e dalla riservatezza. Non avevo molti amici, pochi ma buoni direbbero in tanti, però mi bastavano e soprattutto il rapporto che c’era tra di noi era molto limpido, anche in linea con la nostra età e tutto ciò che comporta l’inizio della pubertà. Facevamo tutti affidamento l’uno sull’altro, c’era onestà e supporto reciproco (anche se ogni tanto capitava di litigare per qualche sciocchezza ma alla fine tutto si risolveva per il meglio) ma purtroppo da parte mia non era del tutto così. Non riuscivo a confessare ai miei amici che in segreto, nei momenti in cui mi capitava di restare da solo a casa dopo la scuola, amavo saccheggiare l’armadio di mia mamma oppure la cesta dei panni sporchi per trovare qualcosa di suo da indossare. Travestirsi era una cosa che mi piaceva ed eccitava molto (soprattutto perché a quell’età gli ormoni iniziano a muoversi pesantemente) ma nonostante questo non credevo di essere omosessuale. Non che la cosa non mi sia passata di mente; insomma mi eccitavo nel vestirmi da donna e nel vedermi in quel modo allo specchio, il mio pisellino all’epoca produceva delle sborrate copiose quando mi trovavo a indossare un paio di collant oppure un body di mia mamma. La sensazione del nylon o del pizzo sulla pelle mi piaceva molto e di conseguenza mi masturbavo per godere di questa cosa, ma alla fine come tutti i miei amici, su internet guardavo i classici porno etero per la maggioranza. Avevo guardato ogni tanto qualche scena trans per curiosità e mi ero eccitato molto, ma nonostante questo continuavo a guardare le donne insomma. Nonostante considerassi tutto questo solo e unicamente come una mia perversione particolare, mi sentivo in colpa ogni tanto quando rimettevo a posto le cose di mamma dopo aver fatto una bella sborrata e quindi vedevo la cosa un po’ come un tabù, insomma era un motivo più che valido per non dirlo a nessuno. Avevo paura della reazione dei miei amici, magari avrebbero pensato che fossi un “frocio” e quindi non parlavo.
Andando avanti con gli anni iniziai a diventare sempre più pratico nel travestirmi, il caso ha voluto che io e mia madre avessimo quasi la stessa fisicità. La mia mamma Luana all’epoca era una donna quasi vicina alla mezza età, aveva iniziato a ingrassare, da giovane era stata una ragazza splendida, anche se un po’ minuta, continuava a essere e a sentirsi bella anche con i chili in più e non rinunciava per nessun motivo al mondo a sentirsi bella e femminile, a prendersi cura di sé. Io invece ero un adolescente un pò sovrappeso, introverso, non prorio “Mister Popolarità” e il caso ha voluto che con i miei chili in più riuscissi a riempire i vestiti di mamma lì dove lo facevano le sue curve. Oltretutto i miei piedi smisero di crescere un solo numero dopo il suo, lei portava un delizioso trentotto ed io un trentanove, quindi anche le sue scarpe mi stavano abbastanza bene e tutto questo mi rendeva felice e appagato. Gli anni passavano ed io imparavo a camminare sui tacchi (mamma aveva molte scarpe, sandali e decolletè, con tacco dieci o dodici, anche un paio di stupendi tacchi quattordici…), una cosa che mi è sempre piaciuta. Imparavo ad abbinare i vestiti con le scarpe, i vari capi intimi, ecc. Tutto quello che mi entrava lo indossavo senza esclusioni e mi ammiravo allo specchio per poter sborrare il più possibile. Arrivato alla maggiore età e finite le scuole, i miei iniziarono a lasciarmi un po’ più libero, soprattutto in estate. Non avevo voglia di andare in vacanza con loro e annoiarmi, preferivo restare in città e improvvisare giornate al mare con i miei amici anche se nessuno di noi aveva ancora la patente e i soldi erano pochi. Per questo spesso restavo a casa da solo al riparo dal caldo, aspettando che facesse sera per uscire con gli amici e quale occasione migliore per poter dare sfogo alla mia passione? Passavo giornate intere con addosso mutandine e reggiseno, camminando su un paio di sandali o zeppe, provando anche smalti e trucchi a volte, sentendomi quasi come mia mamma Luana. Ogni giorno ero sempre più femminile e sempre più eccitato. Finita l’estate inizia a anche a farmi crescere i capelli e a depilarmi di nascosto il corpo, spinto sempre di più dalla mia passione. I miei non fecero storie per i capelli pensando fosse una scelta spinta da qualche stile o moda giovanile, essendo autunno e poi inverno, il mio corpo era coperto e non notavano l’assenza dei peli dal corpo. Anche con meno occasioni a disposizione non rinunciavo mai a travestirmi appena potevo, avevo anche trovato qualche lavoretto per guadagnare qualcosa e fare un po’ di esperienza. Con l’arrivo della nuova estate mi ritrovai di nuovo come l’anno precedente: avevo pochi soldi e non volendo andare in vacanza con i miei genitori rimasi a casa da solo. Fu mia zia Maddalena però a trovarmi qualcosa da fare quando mi chiese se potevo guardarle i gatti in vista della vacanza di due settimane che lei e mio zio Domenico dovevano fare.
“Ovviamente per il disturbo zia ti darà qualcosa, ci mancherebbe…” mi disse. Accettai felice sapendo che avrei messo qualcosa in tasca e quando gli zii partirono, iniziai a fare visita ai gatti per accudirli. Zia si era raccomandata di farli mangiare e di giocare un po’ con loro per tenerli attivi, quindi spesso mi capitava di passare diverse ore a casa loro (abitavano proprio nel palazzo accanto al mio). Una sera mentre stavo facendo cenare i gatti, andai in bagno per controllare la lettiera e cambiarla, mentre cercavo il sacchetto con la sabbia trovai dietro la porta del bagno un paio di mutande. Era un paio di slip in pizzo nero di zia Maddalena, i gatti dovevano averle prese da qualche parte e dovevano averci giocato un po’, erano abbastanza stropicciate. Le raccolsi da terra, le aprì per guardarle meglio e notai che il pizzo lasciava in bella vista gran parte del pube. Immaginai zia mentre le indossa davanti a zio e lui che intravede benissimo quella figa che conosce a memoria oramai… Il retro era tutto in seta e pizzo a sembrava andare a sparire nel mezzo, chissà zio che bello spettacolo vedeva ogni volta. Zia Maddalena era più giovane di mamma di qualche anno, ma fisicamente era più alta di lei, non aveva avuto figli e si teneva in forma ma dalle mutande capivo che forse anche lei iniziava a mettere su qualche chilo. Guardai l’interno delle mutande e intravidi un alone bianco molto marcato nella zona dove zia poggiava la patatina. Subito mi chiesi cosa potesse essere e senza pensarci due volte avvicinai le mutande al naso e inspirai. L’odore acre mi arrivò fino al cervello, un odore salato, pungente… Subito pensai che forse potesse essere sperma. Non avendo figli pensai che forse gli zii avessero ancora una vita sessuale molto intensa e che si divertissero parecchio. Diedi una nuova annusata e sentì l’odore più intenso di prima, subito mi eccitai al pensiero che avevo appena fatto. Avevo visto diversi video porno che iniziavano con un nipote o un figliastro che come me stava annusando delle mutandine usate. Mi toccai subito il cazzo e lo sentì duro. Abbassai i pantaloni e lo tirai fuori, mentre con una mano tenevo le mutandine sotto il naso con l’altra mi masturbavo scappellandomi velocemente. L’idea di annusare la figa di mia zia mi stava mandando ai matti. Guardai meglio le mutandine e non persi tempo, mi spogliai completamente e feci scivolare lo slip lungo le gambe, calzò perfettamente. Sentì per qualche secondo il pizzo sulla pelle, mi resi conto che non avevo mai indossato nulla di mia zia. Andai in camera da letto e mi guardai allo specchio, le mutandine mi stavano bene e il mio culetto veniva messo in risalto dalle strisce in pizzo che sparivano nel mezzo. Davanti c’era un bel bozzo e la mia cappella usciva per metà di fuori ma mi sentivo perfetto con addosso quegli slip. Andai a vedere sotto il letto, dal lato della zia c’erano alcune scarpe e trovai un paio di sandali rossi con un leggero tacco a spillo di dieci centimetri, provai ad indossarli e anche stavolta ebbi fortuna. Mi guardavo allo specchio con le mutandine nere e le scarpe rosse, i miei piedini fasciati nella pelle color rosso mi eccitarono ancora di più. Iniziai a toccarmi, feci scivolare il mio cazzo oramai duro fuori dagli slip e lo scappellai. Mi sedetti sul letto mentre mi masturbavo, la cappella iniziava a diventare rossa ed umida, con una mano raccolsi un po’ di saliva e la usai per bagnarmi la cappella. Mi sdraiai comodo mentre mi masturbavo e mi vedevo nello specchio, mi sentivo come una ragazza trans dei video porno che guardavo ogni tanto. Mi toccai i capezzoli (essendo sovrappeso e non facendo sport avevo un lieve accenno di seno possiamo dire) e mi strinsi un seno fingendo di essere più sensuale e provocante mentre il cazzo diventava sempre più duro e all’improvviso iniziai a sentire le contrazioni nei testicoli e in pochi secondi tre fortissimi getti di sperma caldo partirono in alto e caddero sulla mia pancia… Sentivo il calore forte e l’odore acre della mia sborra, guardandomi soddisfatto allo specchio mi alzai e mentre lo sperma stava iniziando a colare, ne raccolsi qualche goccia con le dita e le leccai ancora in preda alla lussuria. Avevo già assaggiato il mio stesso sperma diverse volte e quel sapore forte e salato non mi era dispiaciuto. Quella volta cercai di recuperarne il più possibile con le dita per poi ripulirle con la lingua. L’eccitazione era alle stelle… Mi tolsi i sandali e li rimisi al loro posto, mentre il cazzo iniziava a tornare a riposo mi rivestì con calma. Il cuore mi batteva fortissimo e decisi di lasciarmi addosso le mutandine per ricordo, probabilmente zia avrebbe dato la colpa ai gatti se non le avesse più trovate. Salutai i gatti e tornai a casa come se niente fosse con le mutandine di zia sotto i pantaloncini e le mie in tasca, mi preparai un panino al volo e lo mangia di fretta. Non riuscivo a smettere di pensare a ciò che avevo appena fatto e passai il resto della serata a masturbarmi mentre provavo le varie scarpe di mamma che secondo me si abbinavano alle mutandine della zia. Passai i giorni successivi quasi tutti nello stesso modo: quando potevo andavo a casa degli zii con la scusa dei gatti, tenendo addosso le mutandine e cercando nel suo armadio qualcosa che indossare facendo attenzione a rimettere tutto a posto come era prima (certe volte fotografavo con il telefono gli indumenti per capire come erano stati riposti). Una sera la passai con addosso un paio di collant a rete che avevo trovato in un cassetto e delle decolletè nere con la punta aperta e il tacco alto. Il cazzo spuntava in bella vista attraverso la rete delle calze, misi un reggiseno rosso con il push up che avevo trovato in un cassetto, mi faceva un seno decisamente più grande anche se dovetti imbottirlo ancora con dei calzini per riempirlo tutto (zia aveva più seno della mamma), mi sciolsi i capelli e arruffai un po’ per dargli quell’aspetto quasi spettinato e un po’ “selvaggio” e in bagno mi diedi una passata di rossetto rosso fuoco sulle labbra. Tornai davanti allo specchio. “Ora si che sei perfetta cazzo!” pensai. Iniziai a muovermi per sembrare più sensuale, muovendo la testa per far ondeggiare i capelli, toccandomi le cosce e tirando leggermente fuori i miei seni. Il cazzo era sempre più dritto e duro. Mi girai verso il letto, immaginando ci fosse qualcuno,non so perché ma mi venne in mente lo zio Domenico (visto che indossavo le cose di zia mi sembrò logico immedesimarmi in lei) e improvvisai una specie di balletto sexy, come per sedurlo e alzai poggia una gamba sul letto per mettere in evidenza la mia “sorpresa” in mezzo gambe.
“Guarda cosa ho qui per te tesoro…” dissi tra me e me “ti piace la mia sorpresa vero? Lo so che sei un bel porco mi vuoi scopare…” come se fossi una trans pronta a farsi mettere la mani addosso dal bel maschione di turno voglioso di scoparla. Mi resi conto di averlo detto ad alta voce come se davvero ci fosse qualcuno davanti a me. Dovevo essere veramente eccitato, più del solito visto che mi bastarono pochi secondi per vedere uscire le rime gocce di pre-sperma dalla mia cappella. La toccai e il liquido trasparente e denso mi si attaccò alle dita. Inizia a masturbarmi, mi girai verso lo specchio, mi avvicinai e guardandomi mentre mi chiamavo “troia” da sola sparai dei potentissimi getti si sperma sullo specchio. Lo sperma rimanente colò dalla mia cappella sul pavimento, il cazzo era ancora duro nonostante l’orgasmo intenso che avevo appena avuto. Guardai come la sborra colava lungo lo specchio, subito senza esitare mi inginocchiai e iniziai a leccare tutto, ripulì completamente lo specchio e poi subito dopo il pavimento. Mi guardai soddisfatto e lasciai stampato un bel bacio rosso fuoco sullo specchio. Dopo pochi secondi mi alzai e mi sdraiai un momento per riprendere fiato, il cuore batteva a mille. Passai qualche minuto così, immobile sul letto mentre il cazzo tornava floscio al suo posto. Lentamente mi alzai, tolsi scarpe, reggiseno e calze per rimetterle al loro posto facendo molta attenzione e poi andai in bagno per togliere il rossetto e darmi una rinfrescata. Presi della carta igienica bagnata e andai a ripulire con cura lo specchio, il segno del rossetto aveva iniziato a seccarsi e gli aloni della mia lingua erano diventati evidenti, di certo non potevo lasciare tutto così. Finito di sistemare tutto, me ne tornai a casa e andai a dormire, il giorno dopo sarei dovuto andare al mare con i miei amici e avrei passato l’intera giornata fuori. Mentre ero in spiaggia sdraiato sotto al sole per asciugarmi, squillò il cellulare, era zia Maddalena.
“Ciao tesoro! Come stai? Come vanno le cose con i gatti?” mi chiese.
“Ciao zia, va tutto bene sono al mare con gli amici, anche i gatti stanno bene. Li tratto come dei principi!” risposi.
“Oh mi fa molto piacere! Ascoltami volevo dirti una cosa, purtroppo tuo zio ha avuto un problema al lavoro e dovrà tornare a casa prima del previsto, volevo avvisarti perché partirà tra poco. Da stasera ci sarà lui con i gatti quindi non preoccuparti, non serve più che vai da loro per farli mangiare…” ci rimasi un po’ male appena lo disse, sapevo che avrei più potuto divertirmi come il giorno prima. “Ovviamente anche se zio torna a casa prima io mantengo la promessa che ti ho fatto eh, tranquillo tesoro mio. Te lo meriti!” mi disse. Io la ringraziai e lei tagliò corto salutandomi e dicendomi che non voleva disturbarmi, ci saremmo rivisti al rientro dalle ferie. Attaccai e tornai a riprendere il sole, un po’ triste perché mi sembrava che i giochi fossero finiti. Mi consolai pensando che avrei potuto continuare a giocare come avevo sempre fatto con le cose di mamma. Poco dopo andammo a fare un altro bagno e lasciammo scorrere la giornata in totale relax.
Tornai a casa tardi, l’autobus che avevamo preso aveva trovato il solito traffico sul litorale. Andai a farmi una doccia e quando uscì notai una chiamata persa sul cellulare, era di zio Domenico, lo richiamai e lui rispose subito.
“Pronto zio, ho visto la chiamata adesso, scusa ma ero in doccia…”.
“Ciao bello di zio, va tutto bene? Ascolta, ti chiamavo per chiederti se per caso domani ti andava di pranzare insieme. Zia mi ha detto che sei a casa da solo, so che mamma e papà torneranno verso la fine del mese e visto che io domani dovrei liberarmi dal lavoro abbastanza presto volevo chiederti se vuoi farmi compagnia. Certo sempre se non hai impegni eh, non voglio costringerti.” disse zio.
“Ma certo zio, mi fa molto piacere! Non ho impegni tranquillo, domani ho la giornata libera figurati!” risposi.
“Perfetto! Allora domani ti avviso appena arrivo a casa così mi raggiungi, ti preparo un bel piatto di pasta va bene?”.
“Va benissimo Zio! Allora a domani, buonanotte!” zio mi augurò la buonanotte e attaccai.
Mi asciugai i capelli e mi quando ebbi finito mi guardai allo specchio, presi la spazzola e provai a farmi la riga da un lato, buttando i capelli dalla parte opposta. In quasi un anno i miei capelli erano cresciuti arrivano quasi alle spalle, avevo un bel caschetto mosso diciamo. Decisi di lasciare la riga da un lato. Notai anche che i peli sul pube iniziavano ad essere abbastanza lunghi, quasi in contrasto con tutto il resto del corpo. Presi la macchinetta regola barba e iniziai a sfoltirli, indeciso se toglierli del tutto o no alla fine scelsi di modellare un bel triangolo classico. Quando ebbi finito andai a guardami allo specchio, il pisellino era molto più in vista cosi, provai a tirarlo in dentro tra le cosce e con il pelo che avevo lasciato sembrava proprio che avessi una figa, pelosa ma curata come molte donne. Presi al volo le mutandine di zia e le indossai cercando di sistemare il mio pisellino ancora stranamente a riposo in mezzo alle gambe per farlo sparire. Adesso sembrava che avessi davvero una figa come quella di zia. Accarezzai il pube sentendo il ruvido del pizzo e i peli uscivano facendo un po’ di attrito, la sensazione mi piacque tanto. Riuscì appena a sentire la curva piatta che faceva il mio nuovo pube che in un secondo il bel pisellino scattò sull’attenti e scivolò fuori, tutto contento per via di ciò che probabilmente aveva capito fosse appena successo…
“Pazienza, vorrà dire che piano piano cercherò di sistemarlo e tenerlo a bada…” dissi. Ovviamente oramai si era svegliato e io di certo con tutta quell’adrenalina ed eccitazione non sarei mai riuscito a dormire, quindi mi buttai sul letto e lentamente prendendolo in mano iniziai a masturbarmi fino a farlo spruzzare completamente. Avevo la pancia piena di sperma e con il dito lo raccolsi un po’ per volta per poi ingoiare tutto. Iniziava a piacermi sempre di più il mio sperma, sentivo come se ripulirlo con un fazzoletto fosse uno spreco, era più soddisfacente ripulirlo con la proprio bocca e ingoiare il tutto. Finito il mio spuntino rimisi il cazzo nelle mutandine a riposo e mi lasciai prendere dal sonno.

(Racconto tratto da una storia vera. I nomi dei personaggi e alcune vicende sono stati modificati per proteggere la privacy dei diretti interessati. Per qualsiasi informazione, suggerimento o domanda potete scrivere a: forbidden.fantasy@outlook.com )

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