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Mi chiamo Mario, ho 50 anni e sono vedovo da 20. Mi sono sposato a 25 anni terminata l’università, l’anno dopo mia moglie Gina ed io abbiamo avuto una splendida bambina, Francesca ma dopo 5 anni un tumore si è portato via mia moglie.
Sono così restato a 31 anni vedovo con una bambina. Mi ha aiutato molto mia suocera Carola, all’epoca 50nne, anche lei vedova. I primi anni ha fatto da mamma a Francesca aiutandomi in tutto e per tutto. Io ho dedicato la mia vita al lavoro ed a mia figlia dimenticandomi, nel ricordo di Gina, di avere una vita che prevedesse un’altra donna. Mia mamma era invece morta dandomi alla luce per cui ben sapevo cosa significasse crescere senza una mamma. Ancora di più in quanto mio padre, militare di carriera, appena ha potuto mi ha mandato in collegio e lo vedevo per le feste. Appena maggiorenne, mi sono trovato un lavoro ed ho iniziato l’università di fatto tagliando i già scarsi rapporti con mio padre che nel frattempo si era risposato.
Pochi anni dopo il tragico evento la società per cui lavoravo, ha lanciato un programma di lavoro da remoto e mi sono candidato così mi sono ritrovato a lavorare da casa 4 giorni su 5 alla settimana aumentando la possibilità di seguire mia figlia.
Questo evento, che mi ha evitato di andare a Milano in ufficio tutti i giorni con oltre due ore di viaggio, mi ha consentito di prendermi più cura di Francesca ed al tempo stesso ha un po’ allontanato mia suocera.
Tutto quello che vi ho raccontato è per inquadrare la situazione, vengo ora agli eventi che successero nell’estate del 2012 quando Francesca aveva 7 anni.
Viviamo in una villetta alla periferia di una città di medie dimensioni, la villetta ha un bel giardino ed avevo fatto mettere una piscina di 15×6 metri per consentire a mia figlia ed a mia suocera di stare un po’ più fresche, la sera quando tornavo dal lavoro era anche una occasione di giocare con Francesca e poi di farmi una bella nuotata mentre lei giocava con Carola e preparavano la cena insieme.
Quel giorno di luglio, aveva fatto veramente molto caldo ed al lavoro avevo avuto dei problemi per cui ero tornato molto tardi, intorno alle 22. Carola aveva già messo a dormire Francesca.
“Sei stanco Mario? Ho preparato una insalata di riso con questo caldo dovresti gradirla” mi disse Carola.
“Grazie, sei sempre un tesoro, mi dispiace averti costretto a restare oltre l’orario so che il giovedì di solito ti trovi con le tue amiche a giocare a carte”.
“Non ti preoccupare, per una volta faranno a meno di me, ti fa piacere se resto a farti compagnia?”
“Certo, mangiare da soli è una tristezza e tu sei sempre una compagnia piacevole ma ti spiace se prima nuoto un po’? Ho bisogno di levarmi caldo e tensione di dosso”
“Certo che no”.
Andai in camera a mettermi un costume quindi mi tuffai in piscina ed iniziai a nuotare, Carola si era messa su di una sdraio e mi guardava andare avanti ed indietro. Indossava un costume bianco e sopra un copricostume di garza leggerissimo.
“Perché non ti butti anche tu? Fa caldissimo dentro si sta una meraviglia” chiesi a Carola.
Mi stupì, si tolse il copricostume e si tuffò raggiungendomi.
“Facciamo una gara?” mi chiese mia suocera. “Però devi darmi un vantaggio, andata e ritorno e mi dai una vasca di vantaggio”.
“Va bene, che succede a chi vince?”
“Esprime un desiderio che l’altro dovrà esaudire subito, ad esempio un massaggio al collo dei tuoi mi farebbe molto piacere”.
“Aggiudicato”.
Partimmo dai lati opposti della vasca ma il vantaggio era troppo e Carola che era una buona nuotatrice, vinse senza fatica.
Uscendo dalla piscina notai che il costume di Carola era diventato trasparente.
Carola era un bella donna, soprattutto in rapporto alla sua età, all’epoca aveva meno di 60 anni ma ne dimostrava circa 40. Bionda con gli occhi verdi, fisico longilineo alta 1,70 ma io non la avevo mai vista sotto questo punto di vista, era mia suocera e faceva da mamma a mia figlia.
Quella volta però indugiai più del normale sui suoi seni rotondi e sui capezzoli che si erano rizzati rendendosi evidenti sotto il costume trasparente.
Carola se ne accorse e non disse nulla, semplicemente si avvicinò a me e, senza proferire una parola, mi abbracciò e baciò ficcandomi la lingua in bocca.
Già mi ero agitato un po’ per il costume trasparente, quel bacio mi prese di sorpresa. Era da troppo tempo che non frequentavo donne e ricambiai. Restammo con le lingue intrecciate per una ventina di secondi poi lei si staccò e mi disse. “Ho già riscosso la mia vincita, ora andiamo a mangiare”.
Io però ormai ero partito, avevo fame ma quella di sesso stava avendo il sopravvento.
La cinsi da dietro fra le braccia facendole sentire il mio sesso duro fra le natiche, intanto presi a baciarla sul collo e le infilai una mano dentro lo slip del costume mentre con l’altra le strofinavo i seni. Lei inclinò il collo all’indietro per farmi capire che gradiva e per favorire le manovre emettendo un leggero mugolio.
Quindi si girò di colpo svincolandosi, mi baciò nuovamente e mi mise la mano nel costume abbassandomi gli slip iniziando una lenta sega, dopo pochi secondi si inginocchiò ed iniziò a leccarmelo con maestria.
Erano da quando sua figlia aveva iniziato a stare male che non andavo con una donna. Mi facevo qualche sega ogni tanto per svuotare i coglioni ma una femmina era ben altra cosa.
Le misi la mano sulla testa per dare il ritmo alla pompata ed iniziai a mugolare.
Ci mise un paio di minuti a farmi venire, le rovesciai in gola un quantitativo di sborra notevole, ingoiò tutto perdendo solo qualche gocciolina dai bordi della bocca.
Mi prese per mano e mi portò in camera da letto chiuse la porta e si tolse il costume bagnato quindi si sdraiò sul letto. Mi inginocchiai davanti il bordo del letto ed iniziai a mordicchiarle l’interno coscia mentre col pollice destro le massaggiavo delicatamente il clitoride quindi risalii con la bocca e leccai e mordicchiai a lungo le sue labbra esterne.
Iniziò a mugolare poi però spinse via la mia testa.
“Scopami, ho voglia di cazzo”
Il mio amichetto sopra durante il tempo del cunnilingus aveva avuto modo di riprendersi completamente e mi sdraiai sopra di lei. Entrai senza fatica, la preparazione ma anche i sui umori vaginali favorirono l’entrata del mio uccello dentro di lei. Iniziai a pomparla con movimenti lunghi e lenti baciandola appassionatamente.
Ebbe un primo orgasmo mentre io che ero già venuto ero ancora ben lontano. Quando ebbe finito di godere mi fece uscire e mi disse di sdraiarmi sul letto quindi salì sopra di me ed iniziò a cavalcarmi dopo essersi calata ed avere inghiottito tutto il mio cazzo con la sua figa famelica.
Andammo avanti 10 minuti buoni, stavo per venire e lei se ne accorse e si spostò.
“Non ancora”
Si mise alla pecorina, si insalivò due dita ed iniziò ad allargarsi il buco del culo inumidendolo ed infilandoci le dita.
“Sono pronta, inculami” mi disse leccandosi le labbra con la lingua con fare da pornostar.
CI misi un lampo a mettermi dietro di lei. Appoggiai la cappella sul suo sfintere e in poco riuscii ad infilarla. Il resto non fu difficile, ogni colpo avanzavo di un centimetro fino a quando le mie palle iniziarono a sbatacchiare sul suo splendido culo.
Mi attaccai ai suoi fianchi ed iniziai a pomparla.
“Masturbami” mi disse con una voce roca e sensuale.
Passai la mano destra davanti e iniziai a sgrillettarla. La posizione non era comodissima per cui il calore dell’orgasmo che stava salendo dentro di me cominciò a rallentare.
Ma fu solo per poco, il suo mugolare ed il suo far andare avanti ed indietro il culo assecondando il mio movimento, mi portarono in breve al climax e venni scaricandole nelle viscere la seconda sborrata della giornata.
Venne anche lei con un orgasmo lungo e non rumoroso finendolo con il suo dito.
Crollammo entrambi sul letto esausti, ci girammo una verso l’altro e ci guardammo negli occhi.
Lei si alzò ed andò in bagno a fare la doccia, quando uscì entrai e la feci pure io.
Quando ebbi terminato la trovai vestita in cucina con la tavola apparecchiata per me.
Mi disse buon appetito e si chiuse la porta alle spalle.

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