Ci alzammo rapidamente, indossando i primi vestiti che trovammo. Il cuore ancora accelerato per l’intensità di quanto era appena accaduto, ci dirigemmo verso la cucina per scoprire l’origine del rumore. Quando arrivammo, scoprimmo che il forte vento aveva infranto la finestra, mandando in frantumi i vetri e creando un caos di schegge sparpagliate sul pavimento.
Senza perdere tempo, iniziammo a raccogliere i pezzi di vetro e a sistemare la finestra. Il vento entrava ancora
implacabile, ma ci concentrammo sul lavoro per evitare ulteriori danni. Dopo aver messo in sicurezza la finestra e aver pulito il disordine, era ormai notte fonda.
Ero esausto, e Francesca lo era altrettanto. Senza scambiarci molte parole, tornammo ciascuno nella propria stanza, il sonno e la fatica che finalmente prendevano il sopravvento. Crollammo sui letti, esausti ma con la mente turbata, entrambi consapevoli di quanto accaduto e di ciò che il futuro avrebbe potuto riservarci.
Il giorno dopo mi svegliai intorno a mezzogiorno. Scendendo in cucina, trovai nonna intenta a cucinare e zia Francesca rilassata sulla poltrona, con i piedi nudi appoggiati sul poggiapiedi. Non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi piedi, così perfetti e attraenti.
Mi preparai un caffè e nel mentre nonna uscì brevemente dalla cucina. Approfittai subito del momento per avvicinarmi a zia Francesca. Con un gesto lento e sensuale, accarezzai la sua gamba e le sussurrai all’orecchio: “Non ti sei dimenticata di me, vero?”
Poi, mi chinai verso di lei e iniziai a baciargli delicatamente la pianta del piede. Ogni bacio era una promessa di quello che avremmo fatto più tardi. Francesca si morse il labbro inferiore, il volto arrossito dall’eccitazione contenuta. Con un gesto elegante, poggiò la pianta del piede sul mio viso, spingendomi via con una delicatezza misurata.
“Non mi sono dimenticata di te,” disse con un sorriso seducente, “ma dovrai aspettare stanotte.”
Il pensiero di dover attendere ulteriormente mi infastidì, ma accettai la situazione con rassegnazione. Con un leggero senso di frustrazione, mi ritirai, deciso a rispettare il suo volere e a prepararmi per la sera che ci attendeva.
Mentre attendevo pazientemente l’arrivo della notte, un pensiero cominciava a farsi strada nella mia mente, tormentandomi. Secondo il nostro accordo, quella notte sarebbe stato il nostro ultimo incontro. L’idea mi lasciava un senso di malinconia.
Tutto il gioco tra di noi, fatto di sguardi, tocchi e momenti rubati, mi divertiva enormemente. Ogni istante passato con lei era carico di una tensione erotica che mi faceva sentire vivo come mai prima d’ora. La semplice visione del suo corpo mi inebriava, e l’eccitazione che provavo ogni volta che la guardavo era una sensazione così intensa, quasi paradisiaca, che non riuscivo a immaginare di farne a meno.
Dovevo fare in modo che quella serata fosse unica, qualcosa di speciale che avrebbe lasciato un segno indelebile nella mia memoria. Volevo creare un ricordo così intenso da accompagnarmi per tutta la vita, un momento che avrei rivissuto nella mente ogni volta che il pensiero di lei mi sarebbe tornato in mente.
Ogni dettaglio sarebbe stato perfetto: ogni sguardo, ogni tocco, ogni parola. Sapevo che non potevo lasciare nulla al caso, perché quella notte sarebbe stata l’ultima, e dovevo viverla appieno, senza alcun rimpianto.
Si fecero le 23, la casa era avvolta in un silenzio tombale, interrotto solo dal leggero russare della nonna al piano di sopra. Mi mossi con cautela verso la cucina, sapendo che mia zia era lì. Quando la trovai, era di spalle, immersa nel lavare i piatti, indossando un vestito da casa logoro e consumato, che aderiva al suo corpo in modo naturale e disinvolto.
Senza dire una parola, mi avvicinai lentamente. Il desiderio mi bruciava dentro, e quando fui abbastanza vicino, allungai le mani e afferrai con decisione il suo fondoschiena. Lei accennò un sussulto, sorpresa dal gesto improvviso, ma non si voltò subito. Il suo corpo si irrigidì per un istante, come se fosse in attesa di ciò che sarebbe successo dopo.
Con l’altra mano, cominciai ad accarezzarle dolcemente il collo, sentendo la sua pelle rispondere al mio tocco. Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai con un tono basso e deciso: “Questa notte sarai tutta mia.” Le parole sembravano vibrare nell’aria, cariche di promesse.
Lei si voltò lentamente verso di me, il suo sguardo profondo e seducente incontrò il mio, creando una tensione elettrica tra di noi. Senza bisogno di dire altro, le nostre labbra si incontrarono in un bacio appassionato. Le nostre lingue si intrecciavano, e ogni movimento era carico di desiderio, trasmettendo tutta la passione del momento. Era come se il mondo intorno a noi fosse svanito, lasciandoci soli in quell’attimo, persi l’uno nell’altro.
La situazione si infiammò rapidamente, il calore tra di noi era palpabile. Proprio quando stavo per strappare via il suo vestito con impeto, lei si staccò improvvisamente, lasciandomi senza fiato. Un sorriso malizioso comparve sulle sue labbra, seguito da una risata leggera e seducente. “Ho una sorpresa per te,” disse, il tono era provocante, “non andare di fretta, maialino. Vieni nella mia camera tra cinque minuti.”
Quel piccolo intervallo sembrò durare un’eternità. Il cuore mi batteva forte e l’attesa aumentava solo la mia eccitazione. Quando finalmente i cinque minuti passarono, mi diressi verso la sua stanza con il respiro accelerato.
Aprii la porta e quello che vidi mi lasciò senza fiato: mia zia era distesa sul letto, indossando una lingerie nera di pizzo che abbracciava perfettamente ogni curva del suo corpo. Le sue gambe erano già aperte, in una posa invitante, mentre mi guardava con uno sguardo che parlava da solo. Era chiaro che stava aspettando esattamente quello che sarebbe successo in quel momento, e l’atmosfera carica di tensione e desiderio rendeva la scena ancora più irresistibile.
Mi stesi accanto a lei, il letto accogliendo i nostri corpi vicini, e cominciai a baciare lentamente ogni singolo centimetro delle sue cosce. Ogni bacio era un tocco delicato, una carezza intensa che accendeva sempre di più la nostra intimità. Le sue gambe tremavano leggermente sotto i miei baci, la tensione e il desiderio si sentivano nell’aria.
Man mano che mi avvicinavo alla sua intimità, coperta ancora da quelle sottili mutandine di pizzo nero, sentii il suo respiro farsi più profondo, segno che anche lei non vedeva l’ora di quel momento. Con un gesto lento e seducente, infilai le dita nei lati delle mutandine, sfilandole con cura e lasciando che il tessuto scivolasse via delicatamente. Ora, completamente esposta, mi chinai verso di lei, e senza esitazione, iniziai a darle piacere con la mia bocca. Ogni movimento era studiato, ogni tocco una carezza decisa e piena di desiderio, mentre lei iniziava ad ansimare dolcemente, perdendosi sempre di più in quel momento di pura intimità.
I miei movimenti diventavano sempre più intensi, ogni gesto più deciso e profondo, mentre il suo corpo rispondeva a ogni stimolo con gemiti soffocati che cercava di trattenere con tutta sé stessa. Sentivo il suo respiro diventare irregolare, le mani stringere le lenzuola e le sue gambe, che mi avvolgevano sempre più strettamente, amplificavano ogni istante la nostra eccitazione.
Le sue cosce, tese e tremanti, mi tenevano saldo contro di lei, aumentando la sensazione di piacere che attraversava entrambi i nostri corpi. Ogni suo gemito soffocato era una conferma del piacere che provava, e il crescendo dei suoi ansimi mi spingeva a intensificare ancora di più i miei movimenti.
Poi, all’improvviso, il suo corpo si irrigidì completamente, un ultimo gemito sfuggì dalle sue labbra, e sentii il suo intero essere travolto da un intenso orgasmo. Le sue gambe tremavano mentre la morsa intorno a me si faceva più stretta, e lei si abbandonò completamente a quella scarica di piacere, lasciandosi andare senza più alcun freno.
A quel punto, mi alzai in piedi, il respiro ancora affannoso per l’intensità del momento, e iniziai a spogliarmi lentamente. Ogni capo di abbigliamento cadde a terra, uno dopo l’altro, fino a restare solo in mutande. L’atmosfera nella stanza era elettrica, carica di desiderio e tensione palpabile.
Zia, ancora distesa sul letto, con il corpo avvolto in un’aura di sensualità, allungò lentamente la sua seducente gamba verso di me. Con un movimento fluido, iniziò a massaggiare delicatamente la mia virilità attraverso le mutande, il contatto morbido del suo piede che premeva contro di me faceva crescere il mio desiderio, mentre sentivo la mia eccitazione aumentare.
Ogni suo tocco era un invito silenzioso, e il suo sguardo, pieno di malizia, mi teneva inchiodato in quel momento. I suoi movimenti lenti e studiati creavano una tensione crescente, rendendo ogni secondo più intenso e irresistibile.
Con una precisione incredibile e movimenti lenti e abili, il suo piede iniziò a sfilarmi le mutande, facendo scivolare il tessuto lungo le mie gambe, lasciandomi completamente esposto. Sentii l’aria calda toccare la mia pelle nuda mentre lei, senza smettere di guardarmi con quello sguardo provocante, iniziò a darmi piacere usando entrambi i piedi.
Il tocco dei suoi piedi sulla mia virilità era inaspettatamente eccitante. I suoi movimenti erano fluidi, alternava pressioni leggere a tocchi più decisi, lasciandomi completamente inerme di fronte a lei. Rimasi in piedi, immobile, con il respiro affannoso, incapace di distogliere lo sguardo da quella scena. Ogni suo movimento sembrava calcolato per intensificare il piacere e aumentare il desiderio, mentre il suo corpo disteso sul letto, avvolto nella lingerie nera, era una visione mozzafiato che rendeva tutto ancora più eccitante.
Era un gioco di potere e seduzione, e io ero completamente preso, godendo di ogni secondo e di ogni tocco.
A quel punto, l’eccitazione era arrivata al culmine, tanto che dovetti fermarla. Mi spostai velocemente sopra di lei, la mia voglia di prenderla completamente ormai incontenibile. Con movimenti decisi, iniziai a sfilarle quella lingerie sexy, lasciandola lentamente esposta al mio sguardo. Il contrasto tra la sua pelle e il pizzo nero che cadeva via era una visione che amplificava ogni mia sensazione.
Una volta liberato il suo seno nudo, lo afferrai con foga, stringendolo e palpandolo, sentendo la morbidezza sotto le mie dita. Ogni mio tocco sembrava accendere ancora di più il fuoco tra di noi. Intanto, il mio corpo si muoveva contro il suo, strofinando la mia virilità sulla sua intimità umida e calda. Il contatto era elettrizzante, ogni movimento più intenso del precedente, e le sue gambe, che si stringevano intorno a me, sembravano non volermi lasciare andare.
Il respiro di mia zia si faceva sempre più pesante, mentre i suoi gemiti riempivano la stanza.
Eravamo lì, esattamente dove ci eravamo fermati la sera prima, pronti a concludere ciò che avevamo lasciato in sospeso. L’eccitazione era alle stelle, il desiderio palpabile in ogni respiro. Finalmente, con un movimento deciso e dolce, la mia virilità scivolò dentro di lei. Il suo corpo si adattava perfettamente al mio, avvolgendomi con un calore che mi faceva perdere il controllo.
Iniziai a muovermi con delicatezza, cercando di assaporare ogni istante, ma presto i suoi gemiti e il modo in cui mi stringeva con le gambe, spingendomi ancora più dentro di lei, fecero crescere la mia intensità. Ogni spinta diventava più decisa, più profonda, e i suoi gemiti si facevano sempre più forti, quasi in sincronia con i miei movimenti. La passione sembrava ormai incontenibile, e ogni secondo trascorso a quel ritmo ci portava più vicini al culmine.
Era una sensazione indescrivibile, un piacere così profondo e travolgente che sembrava nuovo, diverso da tutto ciò che avevo provato prima. L’intensità del momento cresceva, e in un impulso irresistibile, le afferrai il collo con una mano.
La sua reazione fu immediata: i suoi occhi brillarono di eccitazione, e con un gemito strozzato, disse: “Sì… scopa quella
puttana di tua zia.”
Quelle parole incendiarono ulteriormente la nostra passione, aggiungendo una nuova dimensione a quel momento già carico di desiderio. Ogni movimento, ogni respiro sembrava amplificare il piacere. Ci baciammo con una foga disperata, i nostri gemiti si intrecciavano e ogni bacio soffocava un altro suono di piacere.
Lei raggiunse il culmine prima di me, il suo corpo tremava per il secondo orgasmo della serata. I gemiti erano incontrollabili, il piacere la travolgeva completamente, quasi come se perdesse il contatto con la realtà. Ancora immersa nell’estasi, senza esitazione, si mosse con sicurezza e si inginocchiò davanti a me.
Con un gesto fluido e seducente, prese la mia virilità e la posizionò tra i suoi seni, iniziando a muoversi lentamente, dandomi piacere in un modo nuovo. Ogni movimento era studiato, perfetto, e il contrasto tra la morbidezza del suo seno e la sua determinazione rendeva tutto ancora più intenso.
Mentre il piacere raggiungeva il suo apice, la sua bocca si aggiunse ai movimenti del suo seno, intensificando la sensazione in modo quasi indescrivibile. Ogni gesto, ogni sguardo di lei, era pieno di una passione che ci legava in quell’attimo. Il piacere crebbe a dismisura, fino a quando, incapace di resistere oltre, esplosi, inondandola con tutta la mia passione. Il suo viso e il suo seno ne furono ricoperti, concludendo così quella che sarebbe rimasta per sempre impressa nella mia mente come la notte migliore della mia vita.
Ero lì, steso sul letto, con mia zia nuda al mio fianco, il respiro ancora affannato. Il desiderio che avevo covato per così tanto tempo si era finalmente realizzato, eppure una sensazione di malinconia mi assalì. Con un’aria sconsolata, le dissi: “È stato fantastico, non posso credere che non farò mai più l’amore con te.”
Lei mi guardò, un sorriso leggermente triste dipinto sul volto, e rispose: “Sai, anche a me dispiace tanto. So che è sbagliato, ma devo ammettere che farlo con te mi eccita da morire.”
Mentre accarezzavo dolcemente il suo seno, le sussurrai all’orecchio: “Non dobbiamo fermarci qui, lo sai. Possiamo continuare, all’insaputa di tutti. Non è necessario che tutto finisca stasera.”
Lei mi guardò con occhi carichi di desiderio e incertezze. “Ma è così sbagliato… mentire a mio marito, nascondere tutto questo…”
Le strinsi la mano con dolcezza e la attirai più vicino. “E se ti dicessi che possiamo farlo senza che nessuno sappia nulla? Possiamo avere questo piacere segreto, solo per noi.”
Un brivido di eccitazione le attraversò il corpo mentre il suo sguardo si intensificava. “Lo vorrei tanto, ma è complicato. Non posso ignorare ciò che è giusto e sbagliato.”
Le baciavo il collo, e con voce calda e persuasiva dissi: “Immagina quanto potremmo divertirci, senza limiti, senza occhi indiscreti. Possiamo trovare un modo, solo tu e io.”
Lei chiuse gli occhi, i suoi respiri si fecero più affannosi, e un sorriso tentatore le increspò le labbra. “Mi stai tentando… ma devo pensarci.”
Con un ultimo bacio sul collo, la lasciai con una nota di suspense, sapendo che la decisione era ancora in bilico, ma il desiderio era palpabile.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…