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Racconti Erotici Etero

Marisa, l’inizio

By 8 Dicembre 2024No Comments

Marisa tornava in treno; tornava da una visita obbligatoria ad una parente ammalata. Prese un treno lento, che impiegava tre ore, ma non aveva fretta di rientrare. Lei era una donna di 37 anni, non bellissima, anche se aveva un bel viso ed un bel seno; vestiva semplicemente, non si truccava, andava raramente dal parrucchiere. La sua non era una vita entusiasmante, viveva col marito, un uomo inerte alle pulsioni del sesso, indifferente a lei. Dormivano separati e lei aveva dubbi su di lui, sulla sua personalità sessuale. Lui spesso doveva viaggiare per contattare i clienti della Ditta per la quale lavorava, viaggi brevi di 2 – 5 giorni e lei restava da sola nella casa.
Di fronte a lei stava seduto un giovane, studente forse, dato che portava con sé anche una borsa di libri e carte. Era un bel ragazzo, stava seduto con le ginocchia divaricate ed ogni tanti le guardava il petto, dove la maglietta faceva intuire il bel seno che aveva. E lei notò qualcosa; il giovane spesso si toccava sulla patta mentre le guardava il petto. Poi fece una cosa singolare: diede alla stoffa dei suoi pantaloni la forma del cazzo che c’era sotto e lo accarezzava.
Quando lei scese dal treno ci ripensò, ripensò a quella tacita offerta che il ragazzo le aveva fatto coi gesti e ripensò alla forma della stoffa che lui aveva fatto aderire al cazzo che aveva sotto. Non si indignava, sentiva uno strano sentimento di piacere pensando che lei gli era piaciuta e sentì qualche impulso di eccitazione.
Il giorno dopo lo raccontò alla sua amica Rita.
– E’ molto bello, Marisa; ma tu non hai fatto niente, che so, una parola, l’inizio di un discorso, divaricare un pò le gambe e fargli vedere un po’ di cosce, o aggiustarti il reggiseno sulla maglietta o carezzarti sotto le ascelle ?
– Sotto troppo imbarazzata per queste cose. Ma se avessi fatto come tu dici non sarebbe servito. Troppo giovane e poi io non vado con gli uomini.
– E’ questo che ti rende infelice ! Tu marito non ti scopa mai, tu sei un donna matura ed hai bisogno di farlo. Di cosa vivi? Di ditalini? Vedi Marisa, una bella scopata clandestina ti darebbe un altro senso della vita. Provaci, ascoltami.
Lei ripensava a quello che le aveva detto Rita, voleva provarci, ma non aveva il coraggio per proporsi. Pensava a quelli che conosceva e desisteva.
Fu Rita a risolverle il problema.
– Marisa, tuo marito quando parte?
– Oggi pomeriggio verso le 5.
– Vieni da me, ti faccio conoscere amici. Promesso?
Il marito partì presto e Marisa ebbe il tempo di prepararsi. Indossò dei pantaloni di maglina, attillatissimi, che facevano veder la forma delle sue cosce e del suo culo; indosso una maglietta che faceva vedere il volume dei suoi seni. Si tirò i capelli indietro, con un elastico, che la facevano sembrare più giovane e meno triste, un tocco di profumo ed andò a piedi fino all’atra strada dove abitava Rita. Fu lei che le venne ad aprire.
– Vedi – le disse – così sei molto desiderabile- Sono di là, parla a bassa voce.
– Perché hai voluto che venissi?
– Voglio farti conoscere due persone. Uno è Giuseppe e fotte con me. L’altro si chiama Germano, è bello davvero. Se te lo chiede, fattelo, ascoltami; dagli la tua fica.
– Marisa si trattenne dal rispondere, entrarono nel salotto e li vide. Giuseppe era un omaccione, ma Marisa sapeva che a Rita piacevano così, L’altro, Germano , era davvero un bell’uomo: alto, un bel fisico sotto la giacca, un viso bello e maschile, ed elegante. Parlarono un po’, ma mentre parlavano, Germano non le toglieva gli occhi dalle tette e dalle cosce; presero caffè e poi Rita disse:
– -Non vi dispiace se io e Giuseppe ci allontaniamo un po’. Su, fatevi compagnia.
Germano si avvicinò a lei;
– Marisa sai che hai dei seni bellissimi, anche se li vedo vestiti. Sei davvero una bella donna, Rita aveva ragione ad insistere perché ti conoscessi.
– Non parlarmi così. Mi confondi.
– Non ti piace essere bella? Non ti piace che te lo dico?
– Non ho detto che non mi piace. E’ che non so quali sono le tue intenzioni.
– Vieni, ti faccio vedere. Non preoccuparti, quei due hanno molto da fare, sai cosa?
– Quello che vorresti fare tu, penso.
– E’ vero, Marisa, ma tu puoi dirmi di no.
– Perché dovrei dirti di no. Quando Rita mi ha chiamato, ho capito che si trattava di questo.
– Ed ora che lo sai, rispondi si o no?
– Non rispondo, ti lascio fare quello che vuoi.
Le prese i seni nella mani.
– Come sono belli. Lasciameli baciare, solleva la maglietta.
Lei se la tolse, rimase in reggiseno e lo slacciò.
– Sei contento così? – gli chiese – Ti basta?
Lui le stava succhiando e stimolando i capezzoli e lei sentiva una infrenabile eccitazione.
– Dai, Marisa, spogliati, fammi vedere tutto il tuo corpo.
– Tu non vuoi solo vederlo. Tu vuoi possederlo.
– E tu che mi rispondi?
– A questo punto non posso più tirarmi indietro, voglio farlo anch’io.
Si spogliarono velocemente, Stavano nudi in piedi, uno di fronte alla’altra.
– Che belle cosce che hai, Marisa.
– Toccamele.
Lui poi cominciò a passarle le dita tra i peletti del pube.
– Ti piace? – le chiese
– Che belle dita che hai, continua ancora un poco, sono quasi pronta, però baciami.
– Brava , Marisa. Sentiti libera fi fare e farti fare quello che desideri.
– Lo sai cosa desidero? Sto diventando impaziente.
Lo diceva mentre gli carezzava il grosso cazzo dritto e si spingeva verso di lui per farglielo mettere tra le sue cosce.
– Anche tu sei bello, è cos’ bello quello che stiamo facendo. Fottimi, lo desidero molto.

La mise sul letto lei aprì le cosce ma lui gliele fece piegare su petto.
– Così – disse lui, ti entra tutto dentro.
Coinciò a chiavarla, lentamente, tre colpi energici ed un attimo di pausa, e cos’ via.
– Come lo fai bene – disse lei – come mi piace così. Fammelo forte, voglio sentire la tua forza. Se mi sbatti forte mi fai venire.
– Hai una fica bellissima, molto stretta. Mi dà un piacer molto grande.
– Goditela ma pensa anche a me. Sono quattro anni che non vengo chiavata e prima ancora non venivo mai. Vienimi dentro, ho preso la pillola, per precauzione. Devi godere dentro di me.
– Ti piace il mi cazzo ? – chiese lui
– Tanto, che bello sentirlo. Te lo avrei baciato quando stavamo in piedi.
– Si, dimmi tutto quello che pensi e senti, senza vergogna.
– Fai oiù fore, forte, sto cominciando a sentire l’orgasmo, non mi lasciare adesso, finiscimi.
Lui le venne nella fica mentre lei lo abbracciava con le cosce.
– Che bello – disse lei – Ho sempre sognato di farlo così.
Andarono in bagno, lui si mise vicino al lavandino.
– No – disse lei – ti lavo io, così te lo tocco ancora. Aspetta che mi asciugo.

– Allora, Marisa – le chiese Rita – contenta?
– Non l’avevo mai fatto così, come è bello.
– Visto? Ti ha fatto venire, vero?
– Volevo farlo di nuovo, ma lui doveva andare via con Giuseppe.
– Non ti preoccupare. Domani te lo faccio fare di nuovo. Lo vuoi, vero?
– Si, Rita, ti prego. Prima che torni quello stronzo di mio marito lo voglio fare ancora.
Rita le venne ad aprire.
– Germano è venuto? – chiese lei.
– Marisa, lui è dovuto partire, mi dispiace. Però se lo vuoi fare, c’è un altro mio amico ed è anche lui bellissimo. Dai, che ti importa? A Germano non diciamo niente e tu ti fai un’altra bellissima scopata.
– Rita, ma così…..
– Fallo è basta, scema. Oramai sei qui e c’è anche il mio amico. Dai, non tirarti indietro. Io lo conosco, ha un cazzo bellissimo e ci mette molto tempo a venire. Vieni, ti porto nella stanza.

– Ha chiavato? – chiese Giuseppe
– E’ ancora così arrapata che ne chiaverebbe tre.
– Verrà il momento in cui glielo facciamo fare con due.
– Conte, no. Tu sei mio.
– Si, ma chiederò mille euro a quelli che verranno. Questo ti ha pagato?
– 300 euro. A lei devo dare qualcosa?
– No, non è ancora pronta,. Falla sfogare, falle godere il cazzo. Deve perdere ogni vergogna ed inibizione. Ho detto a quello di provare ad incularla e vediamo se è pronta a fare questo. Trova un’altra amica, Rita; con te e loro due faremo bei soldi.

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