Fine della storia!
Quel weekend da single mi lascio un po’ di tristezza, sentivo la mancanza del mio ragazzo, anche se nutrivo rancore per il suo comportamento. La domenica seguente la festa rimasi in casa, pensai e lessi qualche pagina, mi cercò Walter, che come da accordi doveva chiamarmi per vederci, ma non mi fregava niente, non volevo avere altro stress e preferii un pomeriggio di relax e di riflessione.
Iniziò la settimana lavorativa, fortunatamente abbastanza impegnativa da distrarre la mente da pensieri negativi, sarei anche dovuta passare in negozio da Luigi, quel sabato sera alla festa mi aveva chiesto, ma qualcosa mi frenava, mi sentivo tradita e non ancora pronta a perdonare il suo comportamento. Passarono i primi giorni della settimana seguente senza grandi novità, fino a quando, il giovedì dopo cena Marco mi cercò… come al solito mia sorella corse a rispondere al telefono e con mio grande stupore, mi disse che era per me… Marco!
Ebbi un sussulto, raggiunsi con calma il telefono in corridoio, afferrai la cornetta e risposi in modo più naturale possibile, in casa nessuno sapeva di quell’ipotetico allontanamento tra me e lui, nemmeno mia sorella:
“Ciao Marco, si ho appena finito di cenare, va bene, solita ora…”
Misi giù il telefono ed andai in bagno, non ci fu nemmeno un tentativo di chiarimento, come se nulla fosse… ma qualcosa dovevamo dirci, perché qualcosa era successo. Nonostante certi pensieri mi sentivo leggera, contenta, elettrizzata, tolsi pantaloncini e maglietta, mi legai i capelli sopra la testa e mi infilai sotto la doccia, alzai la leva del miscelatore e l’acqua inizio a fuoriuscire avvolgendo il mio corpo, ma un po’ troppo fredda, forse la contemporanea richiesta di acqua anche dal lavello della cucina stava sballando la temperatura, mi venne la pelle ruvida, i capezzoli si indurirono e sporgenti raggrinzirono… Per finire fui aggredita da brividi incontrollabili:
Dopo un minuto ero già fuori dalla doccia con l’asciugamano legato sopra il seno, sciolsi i capelli, li pettinai e rimasi a guardarmi davanti allo specchio, ma quella sera
dovevo darmi un tocco di femminilità, così presi la matita e feci il contorno occhi. Si! Stavo decisamente bene, uscii dal bagno ancora con l’asciugamano indosso e raggiunsi camera mia, lo tolsi e rimasi nuda davanti al mio specchio preferito… La vista del mio corpo mi rese ancora una volta orgogliosa, la vagina depilata, i fianchi pronunciati, il seno disegnato con quei capezzoli ancora turgidi dal freddo e le spalle dritte, anch’esse pronunciate…quella sera dovevo essere desiderabile più del solito, Marco non mi disse cosa avremmo fatto, ma una mezza idea la avevo, nonostante l’incazzatura dei giorni precedenti, avevo voglia di lui e del suo sesso.
Aprii l’armadio e presi il tubetto della crema per il corpo, svitai il tappo e ne feci uscire una noce di quantità, la distribuii prima su entrambe le mani, poi sulle gambe e giù fino alle caviglie, quella crema aveva un profumo esotico, il mio ragazzo la adorava ed io sapevo come non farlo stancare, utilizzandola solo in poche occasioni… Le mani correvano sulla pelle velocemente, salirono dalle coscie, passarono ai glutei ed intorno alla vagina, una seconda quantità la utilizzai per la pancia, il seno, spalle e braccia, in poco tempo si assorbi completamente lasciandomi perfettamente idratata, morbida, vellutata..
Scelsi con cura l’abbigliamento, presi una camicia a maniche corte di lino bianco e la indossai senza reggiseno, infilai il perizoma che mi aveva regalato tempo prima e sopra una minigonna di jeans bianca, leggermente elasticizzata: salii sui sandali neri della festa e rimasi a guardarmi soddisfatta… Ero pronta, i capelli andavano bene sciolti, mi toccai i polsi con il tappo del flacone di chanel, infilai un giubbino di jeans, zainetto e salutai prima di uscire.
Scesi le scale, uscii dal portone e percorsi il vialetto che mi separava dalla strada con estrema calma, lasciando ai miei fianchi tutto il tempo per assecondare il sandalo con tacco dieci, arrivai in strada e dal marciapiede rimasi ad osservare le auto parcheggiate, di solito Marco era puntuale, ma non lo vedevo ancora ed erano già le 22 passate…
Si fermo’ un’auto proprio davanti a me, abbasso il finestrino e mi sentii chiamare, era Walter, mi abbassai per salutarlo e mi fece cenno di salire:
” Ciao Bea…”
” Ciao Walter! Sto aspettando Marco, dovrebbe essere già qui, che ci fai da queste parti?
“Con Marco ci siamo visti dal bar Leo e mi ha chiesto se potevo venirti a prendere a casa, lui ha avuto un contrattempo…”
Non era mai successo che il mio ragazzo chiedesse ad un amico di venirmi a prendere, combinazione Walter, proprio lui che ci aveva provato: dovevo assolutamente mettere in chiaro che quella situazione creatasi qualche giorno prima tra me e lui non poteva avere un seguito:
“Senti Walter, lo scorso sabato pomeriggio, quando mi hai accompagnata a casa, siamo andati un po’ oltre, non so cosa mi abbia preso e non ti faccio una colpa, ci siamo avvicinati ed ammetto che il mio comportamento può averti confuso… Però volevo dirti che dovremmo dimenticare l’accaduto e spero che tu capirai le ragioni.”
Walter non disse nulla, mise in moto e partimmo per raggiungere il luogo dell’appuntamento, la strada era breve, cinque minuti massimo, ma furono intensi, dopo quello che gli avevo detto, tra noi calo’ un silenzio assordante, il suo sguardo, per niente rassegnato, indugiava sulle mie gambe nude e quella mano, sopra la leva del cambio, sembrava pronta a toccarmi e riprendere un discorso lasciato in sospeso… La musica dello stereo si percepiva appena, lui guidava lentamente, come se volesse sfruttare più possibile quello spazio che ci separava dal resto degli amici, non riuscivo a dire nulla, completamente in imbarazzo e con tutti i sensi in allerta, ebbi la sensazione che stesse cercando un posto dove fermarsi… Mi ero vestita per vedermi con il mio ragazzo ed eccitata già dalla sua telefonata, non vedevo l’ora di stare con lui in qualche posto nascosto, a parlare di noi e fare l’amore, invece mi ritrovai seduta affianco a Walter, con una minigonna che faticava a coprirmi i fianchi ed una camicetta di lino che lasciava intendere quanto libero fosse il seno: Insomma… Davanti al suo sguardo mi sentivo nuda, troppo attraente per la situazione e preda del suo istinto di maschio, quel maschio che avevo provocato come una stupida qualche sera prima e che non aveva ancora dimenticato.
Abbassai lo sguardo sulle mie gambe, che serrate il più possibile, cercavano di celare il piccolo perizoma senza riuscirvi, poi quella dannata cintura di sicurezza, che di passaggio tra i seni, evidenziava ancora meglio le loro forme:
“Bea, sabato quando ti ho toccata, eri bagnata di eccitazione, è per quella ragione che ti sei seduta sulle mie gambe e ti sei fatta baciare, toccare, se non ci fosse stato il problema di essere visti da tua sorella o meglio, non se fossimo stati sotto casa tua, le cose sarebbero andate diversamente… L’ho sentito, avevi voglia! Quello che mi hai detto poco fa’, è quello che vuoi farmi credere, non quello che vuoi…Se stasera ti lasciassi andare, ritorneremmo a quei momenti…e…. Ti faccio impazzire!”
Quelle parole rimbombarono nella mia testa, quelle parole, che preferivo non sentire, mi fecero ritornare a quella realtà che imprudentemente gli avevo regalato: quella mano pelosa ed addorna di un sottile braccialetto d’oro, così sicura nei suoi movimenti, si stacco dalla leva del cambio e lentamente arrivò a sfiorare le mie coscie, scivolando tra esse, delicatamente, per poi raggiungere il tessuto del perizoma, stuzzicando quella voglia di sesso che da diversi giorni mi mancava..
Walter voleva approfittare del momento e ricreare quell’intimita’ che aveva preso vita tra noi qualche giorno prima… Walter mi voleva scopare!
Non c’era bisogno che dicessi nulla, bastava il mio silenzio, in pochi secondi mi avrebbe spostato il perizoma, allargato le labbra e cercato il clitoride… E riprendere da dove lo avevo fermato la volta prima: a quel punto, le coscie che tanto tenevo strette dall’imbarazzo, avrebbero tradito le mie parole, smascherando la mia natura, la mia voglia, il mio essere puttana.. Ormai avevo capito che non potevo più contare sul mio autocontrollo, con la vagina gonfia di eccitazione ed il clitoride tra le sue dita, avrei detto si! Si alle sue mani, si alla sua bocca, si al suo membro. Allora si che saremmo finiti sopra casa mia, proprio dove facevo l’amore con il mio ragazzo…
Ti faccio impazzire! Questo mi aveva detto… Chissà cosa aveva in mente, chissà di cosa era capace… La mia fantasia mi si rivoltò contro… In quel solito parcheggio vicino al bosco, ma dentro una macchina diversa e con addosso mani diverse, capaci e pronte a spogliarmi lentamente di quei pochi vestiti che mi coprivano, mi sarei lasciata andare senza opporre la minima resistenza, proprio come lui mi aveva chiesto, lasciandogli l’iniziativa su come arrivare a me, al mio intimo, alla mia pelle… gli avrei dato il mio corpo, avrei assaggiato la sua eccitazione, avremmo goduto di quei momenti, rubandoli ad una realtà controversa.
Ti faccio impazzire!
..impazzire!
..impazzire!
Quella parola continuava ad echeggiare dentro me…
Walter aveva ventisette anni, circa cinque più di me, non erano note tra gli amici le sue esperienze amorose, ma la sua sicurezza nel dirmi quella frase ” ti faccio impazzire” mi colpi, normalmente non parlava a vanvera, se mi aveva detto una cosa così forte e proprio in quel momento, forse sapeva veramente il fatto suo, di sicuro, fino a quel momento aveva dimostrato di saperci fare…
“Bea! Lo sento che hai voglia, andiamo!”
Aveva ragione, mi ero eccitata… quella condizione che temevo si verificasse, era prossima, ora sì che Walter era vicino al suo obbiettivo, stavo perdendo tempo utile per frenare la sua intraprendenza e tenere distante la mia natura trasgressiva, stavo giocando con il fuoco. Mi sentivo una stupida! Dopo aver speso parole nel tentativo di giustificare il mio comportamento in una situazione perfettamente chiara agli occhi del mondo, stavo lì con la sua mano tra le gambe: Si! Quella mano tra le gambe mi piaceva e se la testa mi urlava di farla smettere, il mio corpo aspettava solo di averne piacere:
Si fece più insistente, cercò il bordo del tessuto, lo sollevò e provo a spostarlo di lato, sentii una delle labbra fuoriuscire ed entrare in contatto con le sue dita, ma non si accontento! Fece scorrere l’indice completamente sotto il triangolo di stoffa riuscendo a spostarlo di lato… Oddio! Proprio quello che un attimo prima temevo, lo stavo vivendo: adesso le sue dita erano tra le labbra e non potevo più negargli la mia eccitazione… Non potevo più fare nulla!
Arrivò velocemente al clitoride, come quel pomeriggio, quando seduta sopra di lui mi allargò le gambe per stimolarmi, ma questa volta era diverso, non potevo più fermarlo, lo volevo! Walter non perse tempo, fermo l’auto su un marciapiede alto e stretto, spense il motore e si voltò verso di me:
Si avvicino con le labbra e mi bacio, leggero, delicato, morbido, mi lasciai andare, sapevo di non dovere, sapevo che mi sarei pentita, sapevo che sarebbe stata una frattura insanabile, ma lui ci seppe fare, in quel momento mi sentii talmente coinvolta da dimenticare tutto il resto. Allargai le labbra ed accolsi la sua lingua, ci scambiammo la saliva, i sapori, le sue labbra carnose avvolsero la mia bocca senza lasciare che nulla si perdesse , mi stava assaporando come mai mi era successo, ormai non avevo più il controllo della situazione: la sua mano che con abilità riuscì a toccarmi l’intimo, afferrò il perizoma, lo sfilò dalle coscie e fino alle caviglie, poi con l’irruenza di un toro in calore, mi allargo le gambe, mi fece scivolare in avanti sul sedile e si abbassò sopra di me, per limonare, si! Per limonare con la mia vagina: il mio amico Walter!
Quell’amico con il quale avevo giocato a biliardo, quell’amico che con atteggiamenti provocatori avevo spinto a toccarmi, quell’amico che mi aveva riaccompagnata a casa ubriaca e soprattutto quell’amico che per fare un favore al mio ragazzo era venuto a prendermi a casa… Quell’amico mi stava leccando la fica! Mentre io, seduta su quel sedile con le gambe spalancate e la sua testa in mezzo, godevo del piacere che mi stava regalando.
Avvertivo il suo fiato caldo sulle coscie, la lingua percorreva il solco tra le labbra asciugandole dalla voglia che colava tra esse, il clitoride, che segnava la strada da percorrere, gonfio e sensibile da farmi male…
Mi abbandonai con la testa allo schienale e afferrai i capelli di Walter tra le mani per comunicargli il mio coinvolgimento, iniziai ad ansimare, a fargli sentire la mia voce rotta dal piacere, invitandolo a non fermarsi…
Cazzo! Proprio adesso! Sul lato della strada dove eravamo, una persona stava camminando sul marciapiede verso di noi, or
,mai era a pochi metri e complice la poca luce, non lo avevo visto arrivare, il marciapiede era stretto e parte di esso occupato dalle ruote della macchina, infatti giunto al punto, dovette girarsi di fianco e passare in aderenza tra l’auto ed il muretto soprastante, ma arrivato in prossimità del finestrino aperto, si fermo! Ci guardammo negli occhi, era un uomo di mezza età, forse sceso di casa per la spazzatura e di ritorno a casa dalla moglie, quel momento così eccitante mi fece ripercorrere l’esperienza vissuta con il guardone…(Luigi)…quel brivido nel farmi guardare, spiare, toccare da qualcuno a caso, regalandogli la mia intimità in cambio di quell’emozione… Walter non si accorse di nulla ed io, ormai nel pieno del piacere, lo pregai solamente di non fermarsi:
Volevo godere e volevo rendere partecipe anche quello sconosciuto, ma non mi bastava la sua presenza, non mi bastava il suo sguardo sul mio volto sconvolto dal piacere, volevo che mi toccasse, volevo sentire anche il suo calore:
Tolsi una mano dai capelli di Walter e la appoggiai sul bordo della portiera, proprio davanti a quell’uomo… e quell’uomo, che fino a quel momento era rimasto impassibile a godere della mia eccitazione, capì immediatamente cosa cercavo, cosa volevo e senza la minima esitazione, la afferrò deciso per stringerla nella sua… In quel momento esplose qualcosa in me, un calore, un’energia indescrivibile, simile a quando con il mio ragazzo mi ero fatta spiare per la prima volta, dio quanto mi era mancata quella sensazione…
Gli strinsi la mano più forte che potevo, strinsi i capelli di Walter e…..
OOOOOOOOHHHHHHHHHHHHH………… OOOOOOOOHHHHHHHHHHHHH…………
OOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHH………..
SSSSSIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII…….. GOOOOODOOOOOOOO! GOOOOODOOOOOO! SSSSSIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII……………..
quel signore scappò via velocemente, Walter, che non si accorse di nulla, si alzo dalle mie gambe e mi guardò stranito, mi guardò per un tempo indefinito e mi disse:
” Non avevo mai sentito nessuna godere come te…”
“Ehmm scusami, dovevo controllarmi maa.. È la prima volta cheee… non capisco cosa mi sia preso…” Gli risposi…
Mi sentivo fradicia, sfilai del tutto il perizoma e lo infilai nello zainetto, mi asciugai con in clinex e mi sistemai la minigonna. Walter mise in moto e velocemente, come due amanti clandestini, raggiungemmo il bar Leo… Nel breve tragitto non una parola, non c’era niente da dire, avevamo fatto sesso e speravo che anche lui tenesse per se quello che era successo, rendendomi conto che da quel momento le cose tra di noi sarebbero cambiate…
Scesi dalla macchina e salutai qualche amico presente, Marco non c’era, mi voltai verso Walter che mi disse:
“Ti va una birretta? ”
Mi sembrava un’ottima idea, tanto più che mi sentivo particolarmente accaldata, entrammo nel piccolo bar frequentato dai soliti tre vecchietti con le carte in mano, lui prese due bottiglie dal frigo mentre io chiesi il permesso di andare in bagno, mi sentivo un disastro! Presi la chiave ed entrai nel gabinetto a turca di cento anni, lungo e stretto, all’inizio il lavandino con dispenser sapone e distributore di carta asciugamano, in fondo la turca, con una vistosa catenella per lo sciacquone e un rotolo di carta igienica appoggiato sul davanzale della finestrella. Raggiunsi la turca e mi abbassai per fare pipì, afferrai la carta igienica e dopo essermi asciugata, mi lavai con il sapone del dispenser… Presi il perizoma dallo zainetto e dopo essermi asciugata accuratamente la vagina con quella carta spessa e ruvida, lo indossai nuovamente…
Ora mi sentivo meglio, il sesso con Walter rimaneva, ma almeno potevo vedermi con Marco senza che notasse qualcosa di strano.
Uscii dal bagno e restituii la chiave, presi la birra sul bancone e raggiunsi Walter fuori dal locale:
Marco era arrivato insieme a Sandra e stava parlando proprio con lui, li raggiunsi e salutai Marco baciandolo, mi disse di scusarlo per l’attesa e per non essere passato a prendermi, mi disse che aveva dimenticato i documenti a casa e che nel ritornare aveva beccato Sandra per strada… Mi sembrò sincero…
Decidemmo di andare a ballare in una discoteca in centro, il giovedì sera era più per persone grandi, ma a me non importava, volevo stare con lui e parlare di noi, dopo una conta di chi voleva venire, organizziammo una macchinata, eravamo solo in quattro:
Walter propose di andare con la sua macchina, così io e Marco salimmo nei posti posteriori e Sandra sul sedile davanti…
Lasciammo la macchina nel percheggio l’edificio, poi con l’ausilio dell’ascensore arrivammo davanti all’ingresso, il solito buttafuori ci squadro dalla testa ai piedi, fece entrare prima Marco e Sandra, poi fece segno a me e Walter.
All’interno un corridoio poco illuminato separava l’ingresso dalla biglietteria, almeno una decina di persone in fila ci precedevano, eravamo in una sorta di fila indiana, davanti a me Sandra, che aggrappata alle spalle di Marco cercava di guardare oltre, dietro di me Walter… Che non perse occasione per farmi il solletico…
Mi fece saltare su, mi venne da ridere e lui divertito riprovo con più malizia, la camicetta di lino, che per tipologia vestiva meglio fuori dalla gonna, permise alle sue mani di passare sotto agevolmente accarezzandomi i fianchi sulla pelle nuda, poi passò sulla pancia e sali, sali, sali per l’ombelico e raggiunse il capezzolo… percepii un brivido, il mio amico Walter ci sapeva fare, mi fece eccitare ancora, ma senza attirare l’attenzione…
Arrivammo alla cassa e Walter pago per me, poi tutti e quattro ci avviciniamo al bar per iniziare con la prima consumazione, rallentai quel tanto da poter parlare senza farmi sentire da Marco e :
” Smettila! Che diavolo ti prende, se ci vede Marco che figura ci faccio ..? Cerca di controllarti…”
Walter per tutta risposta mi sorrise facendomi una linguaccia e nel darmi un bacio sulla guancia in segno di scuse, disse:
” Sei irresistibile!”
Mi voltai lasciandolo sul posto e raggiunsi Marco al bar, che nel frattempo stava ordinando per se e per Sandra, loro si rifugiarono nel classico gin tonic, mentre io volli riprovare il margarita, si! proprio quel cocktail alla festa di Luigi, dal sapore contrastante e dall’effetto disinibitorio…
Walter mi guardo incuriosito e mi segui nella scelta, poi tutti e quattro nel primo divanetto libero.
Finimmo presto di bere, avvertii subito quella strana sensazione che il sale sul bordo del bicchiere conferiva alle labbra, forse disidratandole ma lasciandole più carnose, sensibili…
Ci alzammo tutti e con Sandra per prima ragiungemmo la pista di ballo, la musica commerciale inizio a pompare, io con il tacco dieci non mi sentivo molto comoda, mentre gli altri si stavano divertendo: qualche minuto e la pista si gremi’ di persone, mi persi nel trambusto fino a non vedere più nessuno di loro: nel mentre due ragazzi si avvicinarono educatamente, sulla trentina, vestiti sportivi, sorridenti, mi girarono intorno per tutto il pezzo musicale e poi, il più estroverso, mi chiese se poteva offrirmi da bere: Non sapevo se accettare, quella sera dovevo chiarirmi con il mio ragazzo, ma di fatto lui stava ballando con Sandra ed oltre le scuse per non essermi venuto a prendere a casa, non era andato: alla fine mi convinsi che non c’era niente di male nell’accettare l’invito e trovammo la strada del bar tra una folla di persone, il primo dei due ragazzi, il più carino, davanti a me cercava di trovare lo spazio tra la gente per raggiungere il bancone del bar,il suo amico, quello che mi aveva avvicinata, dietro di me … Molto lentamente ci avvicinammo al bancone, il ragazzo dietro continuava a spingermi senza darmi il tempo di capire dove mettere i piedi ed io, di conseguenza spiaccicata contro il ragazzo davanti, che con difficoltà cercava la via da percorrere.. insomma, anche se non era il caso, dovetti afferrarlo per i fianchi e governare meglio lo spazio tra di noi..
Finalmente arrivammo al bancone del bar, il ragazzo davanti a me ordino’ da bere, mi chiese cosa preferivo e gli risposi “ancora un margarita”, poi mi girai verso il ragazzo dietro, capelli corti, alto poco più di me con i tacchi, magro e con un sorriso da bastardo:
ci guardammo negli occhi senza che arretrasse di un centimetro, praticamente naso contro naso…sicuro, sfacciato… Pensai volesse già provarci, aspettandomi da un momento all’altro la sua lingua in bocca… Invece mi afferrò per i fianchi ed iniziò a muoversi a tempo di musica, poi con una mano arrivo al sedere e mi tiro a se con vigore: Finalmente il suo amico intervenne e mi porse la coppa con dentro il margherita, decisamente un bel ragazzo, alto, bel fisico, capello abbastanza lungo, sguardo intelligente…
Finimmo per sorseggiare le consumazioni in piedi all’angolo del bar, mi raccontarono, mi chiesero, fu una piacevole conversazione, Andrea, il ragazzo più carino, educato ed un po’ timido, spesso abbassava lo sguardo, mi ricordava un cucciolo appena svezzato… Mentre Michele mi avrebbe spogliata davanti a tutti, cercava continuamente il contatto fisico, il suo sguardo costantemente rapito dalla mia scollatura mi trasmetteva erotismo, non era bello, ma faceva sangue…
Passò più di mezzora, la loro compagnia era gradevole ma non potevo dimenticarmi degli altri, così dissi loro che avrei fatto un giro per cercare qualcuno e proposi che ci saremmo rivisti dopo dieci minuti lì dove eravamo:
Mi allontanai lentamente tra le gente cercando di raggiungere Marco, Sandra e Walter, ma non li trovai, poi feci un giro per i divanetti e…:
“Walter, è da un po’ che cerco Marco, lo hai visto?”
” Guarda abbiamo scoperto la terrazza e Lui con Sandra sono rimasti li…”
” Mi fai vedere dov’è?”
“Vai verso i gabinetti e trovi un’apertura sulla destra, io non ti accompagno perché sto aspettando una persona…”
Chissà chi stava aspettando… E chissene pensai, andai a cercare la terrazza da sola, seguendo le indicazioni di Walter e la trovai, un posto davvero inaspettato per il tipo di ambiente, grande e bene arredato, tipo giardino, con tavoli e sedute divise tra loro da pergole e rampicanti… Intimo, accogliente, molto carino: e per finire ritrovai anche Marco e Sandra, si stavano baciando, stavano limonando come due pivelli:
Ritornai velocemente da Walter, che stava ancora aspettando qualcuno e gli dissi:
“Sei un pezzo di merda! Tu lo sapevi che tra loro c’era la tresca e non mi hai detto un cazzo… e sei venuto anche a prendermi a casa, per coprire il tuo amico Marco e quella troia di Sandra… per questo che ci hai provato con quella disinvoltura, sapevi già di non interferire con il tuo amico… ti odio!”
Lo lasciai lì sul posto e tornai dal bar, presi un altro margarita e ritornai in terrazza a farmi del male… Trovai un posto defilato che mi permettesse di osservare quei due bastardi e mi sedetti…
Mi crollò il mondo addosso, il mio ragazzo stava baciando un’altra ragazza pur sapendo che io ero nello stesso locale… Questo voleva dire solo una cosa: mi aveva lasciata per quella puttana!
E non potevo nemmeno fargli la morale, anzi… probabilmente lui neanche immaginava le porcate che avevo fatto con quei due sconosciuti alla festa, oppure con Luigi o peggio, con il suo amico Walter. Obbiettivamente mi meritavo tutto quello che stava avvenendo, ma sapere che la sua nuova relazione non dipendeva dal mio comportamento, mi faceva incazzare.
Bevvi di un sorso il cocktail, era il terzo e cominciava a fare qualcosa, nel mentre arrivò Michele, mi vide e si avvicino per sedersi… Rimasi pensierosa ed arrabbiata, continuando a guardare quei due bastardi, quasi incredula che stesse proprio capitando a me… In quel momento non avevo voglia di parlare e per togliermi dai coglioni Michele, gli chiesi di andarmi a prendere da bere, il solito bere…Forse la stavo prendendo troppo male, forse tra quei due c’era solo una semplice attrazione fisica e niente più, forse dopo un paio di scopate, lui si sarebbe ravveduto… Ma nel frattempo lei si era messa sopra di lui e muoveva un braccio, gli stava segando il cazzo, era evidente, mentre lui aveva entrambe le mani sotto la maglietta di lei, probabilmente alla ricerca di quelle sue tette striminzite…
Michele ritornò con due coppe dopo diversi minuti, poverino, chissà che casino dovette sopportare solo per me, gli chiesi di Andrea, pensando che lo avesse invitato a seguirlo, la sua compagnia mi avrebbe fatto molto piacere, carino, educato, chissà… mi rispose che stava parlando con una persona e che non lo voleva disturbare… Diciamo che non voleva interferenze… Presi il bicchiere dalle sue mani, passai la lingua intorno a tutto il bordo per raccogliere tanto più sale possibile e poi bevvi anche quello di un sorso… Cavolo che buono, fino a quel momento, decisamente la cosa migliore della serata…
Michele rimase sbalordito, fece un’esclamazione di stupore e mi disse che forse era meglio avvicinarsi al bar, vista la mia sete… Gli feci un sorriso, era simpatico e nonostante tutto mi sentivo in buona compagnia, così decisi di confidarmi con lui:
Se il mio ragazzo stava limonando un un’altra, perché io non potevo giocare con un ragazzo appena conosciuto? Così mi voltai verso di lui e mi avvicinai al suo corpo, posai una mano sulla sua spalla e l’altra mano sul jeans, proprio sopra ad una delle sue tasche e molto vicino a quel rigonfiamento:
“Senti, due delle tre persone che cercavo le ho trovate, sono di fronte a noi, quelli laggiù che si stanno baciando, il lui è il mio ragazzo, la lei è una puttana… Mi sta facendo le corna nonostante siamo venuti assieme… Dovrei esserci io al posto di quella stronza, invece sono qui con te ad ubriacarmi… Cos’ho che non va..? ”
” Mi dispiace che hai scoperto sta cosa in questo modo, non so cosa sia successo tra di voi, ma di sicuro tu non hai assolutamente niente che non va, sei bellissima, affascinante, intelligente, se quello laggiù fosse un mio amico, gli andrei a dire che solo un coglione può lasciarsi scappare una ragazza come te, ma considerato che non è un mio amico, non vorrei io passare per coglione…”
Lo guardai negli occhi e scoppiai a ridere come una scema, di sicuro la sincerità non gli mancava:
“Grazie per le tue parole, anche se la delusione che sto vivendo è grande, quello che mi hai detto mi è d’aiuto…”
Mi avvicinai al suo viso ed appoggiai le labbra sulla barba leggermente incolta, dura, ruvida come mai l’avevo sentita e mi staccai … Lui si volto verso di me e raggiunse le mie labbra con le sue in un attimo, non ebbi il tempo per evitarle, mi ritrovai appiccicata alla sua bocca…
” Certo che non si può dire che perdi tempo con le ragazze… Sei pericoloso!”
“Sei tu che mi fai questo effetto, di solito non faccio così…” Sorridendomi…
Ovviamente non era vero, ma il suo modo mi stava piacendo, lo sentivo complice, dalla mia parte e non avevo bisogno di fidarmi di lui:
“Guarda Bea, i tuoi amici si sono alzati, stanno rientrando…”
Mi girai di scatto, li vidi abbracciati dirigersi verso l’ingresso della sala, dovevo seguirli, ma da sola, non potevo farmi vedere con uno appena conosciuto, altrimenti che spiegazioni avrei potuto pretendere..
Dissi a Michele che sarei rientrata per capire cosa facevano e mi raccomandai di seguirmi da distante…
Mi alzai dal divanetto, la testa e le gambe non si riconoscevano piu, scavalcai Michele con difficoltà e caddi rovinosamente su di lui, la minigonna si sollevò lasciandomi con i fianchi ed il perizoma scoperti:
grazie al suo aiuto riuscii ad rialzarmi velocemente da quella figuraccia, mi diedi una sistemata e mi diressi verso l’interno, dovevo stare attenta a non perderli e non era facile vista la confusione…
Marco e Sandra si fermarono da Walter, che seduto su un divanetto stava parlando con qualcuno, diede loro qualcosa ed andarono via, verso l’uscita… Cosa stava succedendo..?
Continuai a seguirli facendo attenzione a non farmi vedere da Walter, non avevo proprio voglia di averlo tra i piedi… Uscirono dal locale con tanto di timbro e si fermarono davanti all’ascensore, attesi il loro ingresso all’interno e poi mi avvicinai a mia volta: mi resi conto velocemente che stavano andando dalla macchina, forse Sandra doveva ritornare presto e Marco si era offerto di riaccompagnarla per tempo, insomma… Arrivai davanti all’ascensore e prenotai la chiamata, qualche secondo e la porta si apri, entrai all’interno e premetti il tasto del parcheggio… Appena le porte provarono a chiudersi, arrivò Michele di corsa:
” Scusami, stavo per perderti, hai capito dove stanno andando?”
” Credo dalla macchina, spero di ricordarmi dove è parcheggiata”
L’ascensore arrivò al piano, le porte si aprirono e ci ritrovammo davanti a cento auto tutte parcheggiate nei posti prestabiliti, alcune in spazi più aperti altre aderenti a colonne dell’edificio… Poi mi ricordai che per scendere dovetti stare attenta a non colpire un muro con lo spigolo della portiera, lo dissi a Michele e lui, sicuramente più lucido, intui’ la direzione… L’unico punto con un muro come ricordavo erano la scale di sicurezza, ci avvicinammo passando tra le macchine e finalmente mi ritrovai davanti la macchina di Walter:
Mi nascosi dietro una colonna a qualche metro di distanza, riuscivo a vedere Marco, il suo volto rivolto verso l’alto e la chioma bionda di Sandra che ondeggiava sopra la sua patta… Si percepivano colpi di tosse, lentamente i vetri dell’auto si appannarono e dopo poco non vidi più nulla, ma qualcosa di diverso accadde, perché la macchina di Walter prese a molleggiare ed il cigolio di un sedile troppo stressato, tradi’ il loro rapporto sessuale: stavano scopando! Il mio ragazzo stava scopando con un’altra… Quella troia stava godendo con il cazzo che per mille volte aveva eiaculato nelle mie mani… Mi sentivo uno straccio.
Michele rimase dietro di me, mi abbraccio cercando di consolarmi, io mi voltai verso di lui mi aggrappai al suo collo stremata dagli eventi e restammo immobili ad ascoltare il nostro respiro… Lo sentivo vicino, forse era solo opportunismo, ma di certo quell’abbraccio, il calore del suo corpo, le sue mani aderenti alla mia schiena, mi stavano facendo bene… La vicinanza di qualcuno che non aveva responsabilità per quello che stava accadendo, mi era d’aiuto:
Mi diede un bacio! Si, mi accarezzo i capelli lungo le tempie ed accosto le labbra alle mie… Dolcemente, in quel momento ne avevo bisogno, lo ricambiai ed appena si rese conto di essere corrisposto, entrò con la lingua quasi soffocandomi… Sapeva di margarita, l’effetto residuo del sale sulle labbra le resero più sensibili, lentamente iniziammo a scambiarci la saliva, lentamente le sue mani cercarono il mio corpo… A pochi metri da me c’era il mio ragazzo, se potevo ancora chiamarlo così, che stava scopando con Sandra nella macchina di Walter, mentre io, mezza ubriaca e moralmente a pezzi, mi facevo toccare e baciare da un ragazzo appena conosciuto… Si, ci baciammo molto a lungo, le sue mani arrivarono sotto la camicetta ed afferrarono il seno nudo, con forza, con decisione, mi stava stritolando le tette… afferrò entrambi i capezzoli ormai duri come sassi e li iniziai a goderne… come Luigi, anche Michele inizio a stringerli tra le dita, tirandoli verso l’alto, come se volesse sollevare il mio corpo, iniziai a mugolare di dolore, di piacere, non riuscivo a fare niente, ero bloccata dalla sua fisicità, potevo solo assecondarlo…
” Mmmmmm …… sssiiiiiiiiiii..”
Quando Michele si rese conto del piacere che provavo, si stacco dalla mia bocca, mi spinse contro la colonna,
mi aprì completamente la camicetta e dopo avermi afferrato i seni tra le mani, inizio a succhiarli e morderli voracemente, credetti di non resistere, a tratti il dolore era insopportabile ma non potevo urlare, mi avrebbero sentita:
“Ti prego’! Fai più pianooo! Mi piace siii ma fai più pianooo” gli sussurrai sperando che mi desse ascolto.
Continuò ancora ed ancora, senza tener conto delle mie parole, poi finalmente il dolore si attenuo’, ora rimaneva solo il piacere della sua bocca e non volevo che smettesse più.
Quando si stacco dai capezzoli, abbassai lo sguardo e rimasi incredula nel vedere le dimensioni che avevano assunto, almeno tre volte più grossi del normale:
“Sei un animale” gli sussurrai…
Lui mi sorrise, si abbasso a terra, infilo il naso tra le mie gambe e mi annusò profondamente, poi afferrò con entrambe le mani l’elastico del perizoma e lo abbasso fino alle caviglie, mi fece alzare i sandali, lo raccolse e dopo essersi rialzò da terra per continuare a baciarmi, mi disse:
” Usalo per legarti i capelli, ti voglio vedere con la coda!”
Rimasi senza parole, tanta era la sua perversione… Osservai quell’indumento striminzito lo girai tra le dita per accorciarlo e poi diedi due giri intorno ai capelli, riuscendo a legarli perfettamente… Lui si abbassò nuovamente a terra, sollevo la minigonna sui fianchi e rimase a guardarmi:
“Che bella che sei !”
Si avvicinò con la bocca e sentii la punta della sua lingua farsi strada tra le labbra della vagina, tra gli umori, la volle assaggiare, poi si rialzò, si avvicinò alla mia bocca e mi disse:
“Senti che buon sapore che hai!”
Ci unimmo ancora in un bacio lungo e profondo, mi lasciai andare a quella sensazione anche se non seppi distinguere altro che ancora il salato del margarita, ma l’emozione che quel ragazzo provo’ a trasmettermi mi fece eccitare ancora di più, tanto che mi avvicinai al suo orecchio, lo leccai delicatamente e con voce rotta dall’emozione, gli sussurrai:
“Metti il preservativo…”
Mai e poi mai avrei creduto di arrivare chiedere ad un ragazzo appena conosciuto di scoparmi, ma in quel momento esistevamo solo noi e la voglia di unirmi a lui fu più forte di qualsiasi altro pensiero.
Michele si allontanò di qualche centimetro, mi guardò con sguardo incredulo e come immaginavo, estrasse dalla tasca una confezione quadrata, di colore rosso e mi disse:
“Voltati contro la colonna e resta ferma!”
Ubbidii al mio amante senza esitare, rimasi ferma con la faccia contro quella dannata colonna di cemento in attesa di sentirmi femmina, in attesa che quel membro sconosciuto mi facesse volare…
A quel rumore metallico della zip, segui il fruscio della confezione appena rotta del profilattico, era il segnale che quello che gli avevo chiesto stava per succedere e nell’attesa che ciò avvenisse, il desiderio di essere presa si fece ancora più forte.
Il corso degli eventi avevano cambiato la serata… a pochi metri da me c’era il mio ragazzo insieme a un’altra, stavano scopando dentro la macchina di Walter, a pochi metri da lui, io… Con la faccia contro una colonna del garage, senza mutandine e in attesa di sentire il pene di un ragazzo appena conosciuto appoggiarsi alla vagina:
Ero uscita di casa per parlare con Marco, dovevamo chiarirci, capire cosa stava succedendo tra di noi, invece, niente di tutto questo, anche se ormai le cose erano fin troppo chiar….
” Aaauuuuggghhhhh!!!!! Gnihhhhh….. PIAAANNNOOO….. UUUUGGGGHHHHH….AIIIIIAAAAAHHHHH!!!”
Cazzo! Entrò dentro di colpo! Prima di entrare mi fece venire indietro con il sedere, si appoggio con il glande alla vagina e mi diede un colpo forte… Quel pene duro come il marmo mi trovo eccitatissima e fradicia di umori vaginali, entrò per tutta la sua lunghezza, velocemente e senza nessun riguardo arrivò a toccarmi il fondo di colpo… Fu come un pugno nello stomaco: incurvai la schiena e cercai di allontanarmi da lui, ma non potevo, ero bloccata dalle sue mani che mi trattennero ed inizio a scoparmi forte, fino a sbattere i suoi fianchi contro le natiche e la mia faccia contro la colonna…
“Ti prego fai più piano, ti pregooo!” Ma lui sembrava godere di quel momento, forse gli piaceva sottomettere la donna sessualmente, mi resi conto che tanto più lo avessi pregato e tanto peggio sarebbe stato..
” Ti piace essere scopata da dietro eh..? Puttana!”
Non gli risposi, fortunatamente dopo poco mi addattai alla penetrazione ed iniziai a sentire piacere, ad avvertire tutti gli stimoli che poteva trasmettermi… lo sentivo correre dentro e fuori senza mai uscire, sentivo le pareti della vagina allargarsi e richiudersi ad una velocità mai provata. Iniziai a godere!
Si! Godere nonostante fossi scomoda su dieci centimetri di tacco, appoggiata ad una colonna di uno squallido parcheggio ed a pochi metri dal mio ragazzo Marco e da quella gatta morta di Sandra…
Prigioniera di quelle mani forti, ben salde sui fianchi e sottomessa a quelle spinte forti che mi trasmisero tutta l’energia di quel giovane maschio, arrivai all’orgasmo senza capire più nulla, riuscii solo a dire:
” SI! SPINGI! SPINGI! Non fermartiiiìiiii….
Ohhhhhhhhhhh…….ahhhhhhhhhh…… Gooooood…goooooodoooooo…..ohhhhhh…. Vengoooooo……. Sei fantaastic..ooo…
Siiiiiiiii……..”
Ebbi un orgasmo molto forte, forse quel modo violento di penetrarmi, come fossi una prostituta con il cliente, magari quella sensazione di sottomissione che mi trasmise, o semplicemente quel luogo inopportuno e ricco di trasgressione, mi fecero vivere quel momento con estrema eccitazione…
Mi libero’ dal suo membro e mi fece voltare verso di lui, ci baciammo con molto trasporto, mi sarei voluta spogliare nuda, prendermi tutta la libertà che desideravo, forse se non ci fosse stato il pericolo di essere scoperta dai miei amici, forse lo avrei fatto, invece non mi diede nemmeno il tempo per pensare che mi spinse sul cofano della macchina parcheggiata vicino a noi, mi fece piegare in avanti, mi allargo la natiche da farmi male con entrambe le mani e sputò copiosamente:
Dio no! Cosa ha in mente di fare, pensai… Sentii una quantità di saliva esagerata farsi strada tra i glutei e colare, colare, colare giù per il sedere e raccogliersi tra la labbra della vagina gonfia ed indolenzita…
Mi spinse la faccia sulla lamiera, mi fece piegare leggermente le ginocchia e poi niente altro:
Ebbi paura! Paura che volesse sfondarmi dietro, altrimenti perché tutta quella saliva, che bisogno c’era se ero fradicia di umori… Lo sentii muoversi, puntare il membro tra i glutei per farlo scorrere, su e giù, su e giù, su e giù tra loro… Duro come un pezzo di legno, viscido di tutta la saliva e pronto ad entrare:
Quando mi afferrò per i capelli legati, pensai che quel momento fosse arrivato, pensai che quella sera, quel ragazzo di cui sapevo solo il nome, avrebbe colto quel frutto al quale tenevo gelosamente, senza chiedere, ormai nessuna scusa o movimento avrebbe potuto salvarmi da quel doloroso capitolo.
Cazzo! Proprio con uno appena conosciuto, abile a mostrarsi simpatico e sensibile, tanto da convincermi a fare il primo passo, già! Fui io a chiedergli di fare ed ora, dopo avermi scopata alla grande, voleva prendersi anche il resto…
Il cuore inizio a battere come sulla soglia di una crisi di panico, non provai nemmeno a muovermi, sapevo che era questione di secondi, ogni attimo era buono, ogni respiro poteva essere interrotto da un urlo di dolore, quel pene che tanto piacere mi aveva dato poco prima, adesso stava per trafiggere l’ultimo orefizio intonso del mio corpo:
Poi con mio grande sollievo si fermo sulla vagina, ancora vestito di lattice e viscido di piacere, punto’ l’ingresso della vulva, attese il momento più inaspettato ed ancora un colpo secco! Dentro di forza come prima! Ancora una volta quella verga si faceva strada violentemente, senza chiedere permesso, senza suonare alla porta, ma quella seconda volta, l’ospite maleducato, lo accolsi con molto piacere e con meno disagio.
“Michele scopami! Scopami! Scopami forte!”
Dissi confortata dallo scampato pericolo…
Iniziò a scoparmi come prima, forte e profondo, sbattevo contro la lamiera di quell’auto sotto di me con il timore di fare troppo rumore, ma adesso il piacere della penetrazione non si fece attendere, dilatata e pronta a godere fin da subito, agevolai quel ragazzo intraprendente ed instancabile, abbassandomi per trovare la posizione migliore e muovendomi per sentire tutta la sua virilità.
Presto prese vita il secondo orgasmo, salì un calore da dentro e per tutto il corpo, arrivando a coinvolgere la testa… Aprii la bocca per respirare più veloce cercando di non urlare di piacere… Allargai i palmi delle mani su quella lamiera lucida, infame e rimasi in attesa di quell’ondata travolgente di sensazioni, che ad ogni occasione vivevo sempre in modo diverso:
” Ssssiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii…………………..
Haaahhhhhhhhhhhhhhhhh…………
Mmmmmmaaaaaaaaaahhhhhhh…….
gnnnhhhhhhhhaaaaaaaaaaaa. Hhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh………”
Poi anche lui!
Si irrigidì sulla gambe e rimase piantato dentro senza muoversi per numerosi secondi… Non manifestò nessun piacere, non disse nulla, ma quando si tolse e mi voltai, vidi che nel preservativo c’era mezzo bicchiere di sperma… Un cavallo!
Lo accarezzai dolcemente e gli diedi un bacio, quel ragazzo mi piaceva e soprattutto… Scopava da dio!
Una sistemata veloce ai vestiti e prendemmo l’ascensore, probabilmente era passata più di mezzora da quando eravamo scesi nel parcheggio, notai che nella macchina di Walter non c’era nessuno, se ne erano andati, chiusero le portiere e si incamminarono verso l’ascensore senza che io mi accorgessi … Ma forse…. loro si! E tutto sommato, sarebbe stata una bella vendetta.
Entrammo nell’ascensore e nell’attesa dell’arrivo al piano della discoteca, baciai Michele per tutto il tempo, mi sentivo ancora eccitata e bagnata del sesso appena fatto, soddisfatta ed emotivamente scarica da quella tensione che ormai da diversi giorni avevo accumulato… Anche se quella sera avevo appreso la verità tra Marco e Sandra, quei momenti di trasgressione con Michele, lasciarono la mia testa libera e niente avrebbe potuto rovinare quel momento di pace dei sensi dopo l’orgasmo…
“Sai che prima, quando lo abbiamo fatto per la seconda volta, ho creduto che volessi penetrarmi il sedere? Con tutta quella saliva, quel tuo tergiversare… Ho avuto paura! ”
“Ahahahahah davvero..? Non lo avrei mai fatto, non in quella situazione, un sedere vergine come il tuo va trattato con tutte le precauzioni del caso, ma non credere che non mi piacerebbe…”
Si apri la porta dell’ascensore e ci incamminammo verso l’ingresso mano nella mano, il buttafuori controllo’ il timbro e poi ci fece rientrare… avevamo appena finito di fare sesso e tra le gambe ancora la sensazione di avere dentro qualcosa, come se dopo quella penetrazione la vagina non riuscisse a dimenticare…e nonostante avessi conosciuto quel ragazzo solo un’ora prima, non ebbi il minimo pentimento per niente di quello che avevo fatto e forse, mi sarebbe piaciuto approfondire la conoscenza… forse…
Dissi a Michele che dovevo andare in bagno e di aspettarmi al bar, ciò che in quel momento desideravo di più era rinfrescarmi…
Entrai nei gabinetti e fortunatamente trovai libero un bagnetto con lavabo, mi chiusi dentro e dopo una lunga pipì, mi lavai abbondantemente con acqua e sapone per le mani, provando un piacere indescrivibile alla vagina ancora indolenzita e dopo essermi asciugata con l’ultimo rimasuglio di carta igienica, ritornai appagata verso il bar della sala. Michele mi stava aspettando dove gli avevo chiesto di farlo, aveva preso ancora da bere, anche per me, il solito margarita:
Mi sentii chiamare, era Walter, mi voltai e lo raggiunsi dal divanetto dove era seduto, sperando che fosse una cosa veloce…
“Bea, ma dove ti eri cacciata… Noi stiamo andando via, Sandra deve andare a casa… ”
Mi dispiaceva andarmene, mi sfioro l’idea di rimanere lì anche senza di loro, poi con Michele avremmo organizzato il ritorno a casa, ma presi tempo:
” Va bene, vado a salutare e ci vediamo dalla macchina…”
Ritornai da Michele che mi attendeva al bar, mi porse il cocktail e brindiamo alla bella serata:
“Sai una cosa..? I miei amici vanno via e sono in macchina con loro, mi dispiace davvero, ma credo che dovrò andare via anche io, se ti va ci vediamo giovedì prossimo qui, che ne dici..?”
“Bea che peccato, è ancora presto, perché non rimani, sono in macchina con Andrea ed altri due amici, ti accompagnamo noi…”
Per una attimo pensai di accettare, di Michele mi fidavo e Andrea mi sembrava un bravo ragazzo, ma gli altri due chi erano ? E se Michele avesse raccontato loro che mi aveva scopata nel parcheggio della discoteca e tra le macchine in parcheggio? E se avesse raccontato che ero stata io a volerlo? Questi cosa si sarebbero aspettati da me se fossi andata in macchina con loro?
” Senti, non per mancanza di fiducia nei tuoi confronti, ma i tuoi amici non li conosco ed un passaggio a casa c’è l’ho: forse è meglio che vado e noi due ci vediamo giovedì prossimo, dai… E cerca di esserci perche mi piaci!”
Finimmo di bere e mi accompagnò all’uscita senza insistere, ci baciammo più volte, mi dispiaceva lasciarlo lì, ma era la cosa migliore…
Presi l’ascensore e trovai tutti e tre ad aspettarmi già in macchina… Mi sedetti affianco Walter, mi scusai per il ritardo e pertimmo verso il bal Leo…
L’atmosfera tra noi era un po’ fredda, forse la stanchezza della serata appena vissuta, forse l’imbarazzo delle cose non dette, insomma che l’unico che spiaccicava qualche parola di poco conto era Walter, tra queste ci fu anche una sua osservazione in merito ai miei capelli… A cui non feci molto caso, ma ripensandoci mi fece cadere dal pero:
Cazzo! Pensai… avevo ancora i capelli legati con il perizoma! Che figura stavo facendo… Forse ancora nessuno si era accorto dell’indumento che avevo utilizzato per fare questo… Così rimasi con la testa più aderente possibile al sedile cercando di nascondere, in attesa di arrivare da Leo e rimediare… Infatti una volta arrivati, Marco e Sandra ci salutarono, mentre Walter mi disse che mi doveva parlare, propose di prenderci due birre e spostarci da lì… Lo assecondai, probabilmente mi voleva dire qualcosa riferito a Marco e non pensai più a rimediare a quella dimenticanza, forse generata dal fastidio che ancora avvertivo tra le gambe e che tanto stava per mettermi in imbarazzo.
Walter tornò dal baretto con due birre ancora da stappare, mise in moto l’auto e ci spostammo in posto più tranquillo, non distante da dove eravamo ma decisamente più imboscato:
“Prima in discoteca, dopo avermi ridato le chiavi della macchina, Marco mi ha detto di avverti vista con uno tra le auto parcheggiate, era sconvolto… Forse tu non ti sei accorta, ma sembrava un altro…”
“Mi ha vista con uno nel parcheggio? E cosa lo ha sconvolto così tanto?”
” Mi ha detto che quello lì era dietro di te e ti stava scopando come un animale…e tu godevi come mai ti aveva vista, tanto da stentare a credere che fossi tu… È vero?”
“Si Walter… È vero! Allora quello che lo ha sconvolto è stato vedermi godere come mai avevo fatto con lui, non vedermi con un’altro…
Forse il suo orgoglio di maschio è rimasto ferito?!
Comunque sono sempre incazzata con te, tu sapevi cosa c’era tra loro e non mi hai avvertita, ho dovuto scoprire tutto con le mie forze… Anche io sono rimasta sconvolta nel vedere il mio ragazzo scopare con Sandra nella tua macchina, stasera ero uscita di casa per parlare con lui, chiarire una situazione che speravo di recuperare e cercare di salvare quello che di buono c’era rimasto… Si! Lo volevo fare! Ammetto di essermi lasciata andare con te in certe situazioni, ma non volevo buttare tutto quello che di buono ho vissuto con lui, invece mi sono trovata davanti a quello spettacolo… Stasera non si è degnato nemmeno di parlarmi, come se tra noi non ci fosse stato mai nulla. Vaffanculo!”
“Bea, non sapevo come dirti e dopo che ci siamo baciati ed altro, mi ero convinto che sapessi ciò che stava accadendo e che ti considerassi già libera… ”
“Certo che mi sono accorta che tra loro c’era qualcosa, ma speravo che fosse un colpo di testa e che dopo una divagazione, le cose ritornassero come prima, in fondo credevo fosse solo sesso extra, sia per lui che per me… Non mi consideravo libera, un po’ confusa forse, ma credevo di recuperare il rapporto:
Ma dimmi una cosa, ti sei messo d’accordo con lui? Mi hai fatto telefonare in modo da venirmi a prendere e rimanere solo con me?
“Bea… Mi dispiace!
Si, gli ho chiesto di farmi il favore, lui non ti avrebbe chiamata per uscire ed io ti volevo vedere… ”
“Ma scusa, ma come è possibile che dopo più di un anno che stiamo assieme si comporti così..? Senza dirmi una parola, senza darmi una spiegazione… A te ha detto qualcosa?”
“Una sera mi ha un po’ raccontato, mi ha detto che c’è stato un episodio qualche mese fa che lo ha messo molto a disagio e da quel momento si è reso conto che tu non sei la persona giusta per lui: mi ha raccontato che una sera qualcuno vi ha spiati mentre facevate l’amore e che tu gli avresti confessato quanto trovavi eccitante la cosa… Nonostante il chiarimento tra voi, ha capito che quella differenza sarebbe stata incolmabile, è per questo che si è allontanato da te… Ma del perché non ti abbia ancora dato spiegazioni, non ho idea…”
Non potevo credere che quel coglione di Marco avesse raccontato le nostre cose intime a Walter, ma cosa diavolo voleva ottenere, sarebbe bastato dirgli che non gli piacevo più, ora la voce che io sono una esibizionista sarebbe circolata per tutta la compagnia di amici…
“Walter, non farti idee strane su quello che Marco ti ha raccontato, è successo una volta e casualmente, credevo che quell’episodio fosse chiarito e metabolizzato… Non volevo intraprendere e tantomeno convincerlo a…”
“Bea non devi giustificarti con me, so cosa hai vissuto quella volta, conosco quel brivido che ti ha attraversato la schiena, io stesso sono attratto da certe situazioni e se avessi una ragazza esibizionista, sarei l’uomo più felice del mondo.”
Adesso ero proprio fregata, questo chissà quale idea malsana si stava mettendo in testa, ci mancava solo l’amico esibizionista… Un clacson mi riportò al presente e Walter mise velocemente in moto per togliersi dall’ostruire il passo carrabile:
Guidò verso casa mia e senza proferire parola, si infilo nella via chiusa affianco al palazzo dove abitavo, la stessa via che qualche sera prima mi aveva vista insieme a Salvatore…
“Walter, non mi lasci sotto casa? Sono stanca e voglio andare a dormire.”
“Credevo volessi stare ancora un po’ a parlare, sei sicura di voler andare..? In fondo è ancora presto…”
In realtà non mi sentivo così stanca, mi girava un po’ la testa per i margarita che avevo bevuto, ma farmi ancora qualche risata non mi sarebbe dispiaciuto, solo che dopo i discorsi fatti, temevo che Walter si aspettasse qualcosa di più di quello che già c’era stato ed io per contro, me ne ero già pentita… Mi voltai verso la maniglia di apertura dello sportello, sapevo che la mossa migliore che potevo fare era quella di aprirlo e scendere dall’auto, ma esitai quel poco di troppo, forse per colpa dell’alcool o forse perché dentro di me la voglia di essere ancora preda, mi intrigava… E Walter, capace di cogliere l’attimo meglio di chiunque altro, si avvicinò, riuscì a farmi voltare verso di lui ed appoggio le labbra sulle mie:
Mi bacio’ ripetutamente, cercando di scaldare più possibile quel momento che fino a pochi attimi prima sembrava destinato alla buona notte, le sue labbra pizzicarono delicatamente le mie, cercando di socchiuderle ed unire le nostre lingue… Inizialmente rimasi impassibile, poi la sua insistenza mi portò a contraccambiarlo svogliatamente, ma lui non si arrese, si aggrappò al seno, prima sopra la camicetta, poi sotto ma senza sbottonarla, raggiunse i capezzoli ancora doloranti per Michele, delicatamente, limitandosi a massaggiarli e tenerli tra le dita… Poi scese sulle coscie, fece correre quella mano decisa più volte tra loro, con calma… cercando il contatto semplicemente sfiorando la pelle, per ogni volta che risaliva mi aspettavo arrivasse a toccarmi tra le gambe, invece rimase ad aspettare, mentre io, concentrata sul movimento di quella mano ed in attesa di quella sensazione, mi ero introdotta nella sua bocca e voracemente gli stavo dando quello che voleva.
“Bea, apri le gambe! fatti toccare! fammi sentire la tua eccitazione!”
Ad un tratto interruppe quel bacio passionale che tanto aveva cercato e che io, sedotta da quei modi cosi ricchi di imprevedibilità gli stavo dando, per entrare nella mia testa, mi voleva completamente, mi voleva complice della sua perversione… Ma come al mio solito mi bloccai e rimasi a guardarlo negli occhi, incapace di esprimere parola e in attesa di qualcosa…
Con un flash back ritornai a quando poco dopo essere uscita di casa mi sedusse nel breve tragitto, alla delicatezza con cui aveva stimolato i miei sensi, all’irruenza che uso’ per allargarmi le gambe ed a quel modo profondo di usare la lingua… Insomma, quei pensieri lasciati liberi di muovere i miei sensi, eccitarono il mio corpo, ma soprattutto, eccitarono la mia mente:
La voglia di essere toccata si manifestò ancora più forte, la vagina nuda si fece sempre più presente, più ingombrante, più bagnata:
Avvertii un calore proprio lì, qualcosa si stava muovendo…ignorai quella piacevole sensazione immaginando fosse frutto della mia fantasia, ma invece era tutto vero, abbassai lo sguardo per capire e vidi la mano di Walter che mi stava toccando!
Gli avevo dato il permesso! Le coscie aderenti tra loro avevano lasciato spazio a quei pensieri, a quei ricordi, assecondando la mia eccitazione, perché anche loro desiderose di rivivere quei momenti di estremo piacere:
Adesso le mie gambe erano completamente aperte e la mano di Walter, rimasta pazientemente ad aspettare, raggiunse le labbra, le toccò con la punta delle dita e dopo averle aperte, il dito medio penetrò la mia natura, completamente fino in fondo, per poi riuscire e ancora, poi di nuovo e poi ancora, sempre più profondo, ancora e ancora, trovandomi fradicia ed accogliente:
Le dita diventarono due, a quello medio si aggiunse l’anulare ed entrambi ancora dentro di me, sentii subito la differenza, le sue dita robuste si fecero strada tra gli umori allargando e forzando le pareti della vulva, sollevai il bacino per dare meglio possibile il mio corpo a quella mano esperta, fino a quando quelle dita meravigliose si fermarono dentro, iniziarono a vibrare, generando scosse mai sentite che mi attraversarono la testa, gli addominali si contrassero facendomi piegare su me stessa e lasciandomi in preda a delle vere e proprie contrazioni. Ebbii un orgasmo fortissimo ed in breve tempo, mi sembrò di ripercorrere le prime esperienze, quando curiosa mi toccavo la sera nel letto e scoprivo il mio corpo: fu straordinario! Scaricai completamente la tensione senza manifestare parola e senza un filo d’aria nel petto.
Guardai Walter che sorridente mi chiese come stavo, non gli risposi, come una bambina travolta da un’emozione incomprensibile, rimasi stranita su quel sedile affianco a lui e senza manifestare alcun pensiero, raccolsi le mie cose, aprii lo sportello e scappai verso casa senza salutarlo.
Scesi da quell’auto profumata di sesso ancora sbalordita per quello appena vissuto, camminai verso il portone di casa con le mani tra i capelli cercando di dare loro volume, nascosi il perizoma nello zainetto e raggiunsi velocemente il portone di ingresso:
Nuda nel letto e dopo essermi rinfrescata, pensai a quel ragazzo, che fino a qualche sera prima era uno dei migliori amici, ma solo ora potevo dire di iniziare a conoscerlo:
Non avevo mai pensato a lui come uomo, a sangue freddo non era il mio tipo, basso di statura, fisico con qualche chilo di troppo, e dai lineamenti un po’ sgraziati, ma quello che riusciva a trasmettermi in certe situazioni era unico e più cercavo di essere la Bea lavoro casa e chiesa, piu il mio essere puttana, emergeva:
Quel modo di fare, come mi toccava, i suoi tempi… Mi resi conto che per ogni sua richiesta, io ero disponibile, come se avesse trovato il modo di comunicare attraverso un canale privilegiato, come se sapesse dove trovare la cattiva ragazza nascosta in me.
Bea



Ciao e’ sempre bellissimo leggere questo racconto,sicuramente uno dei racconti piu’ coinvolgenti che si possono leggere in questo sito tanto che lo leggero’ di nuovo alcune volte nell’attesa del prossimo perche’ mi rimane dentro una emozione che non voglio perdere .Grazie per questo…….al prossimo