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Racconti Erotici Etero

Un’altra maledetta volta

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Occhi chiusi i suoi, mostrano tutta la tranquillità del momento.

I suoi capezzoli ritti, perfetto finale di un seno maestoso e bellissimo, pungono il mio petto.

La mia mano sulla schiena ad accarezzarle la pelle, l’altra nella sua mano a guidarla in quei passi lenti e dolcissimi in un ballo molto speciale.

Questo eravamo noi due, due anime perse l’una nell’altra.

Stacca le sue mani e le unisce dietro la mia nuca mi trascina a se fin che le labbra non s’incontrano, le lingue iniziano il loro ballo, il ritmo mi va al cervello, diffonde le sue vibrazioni in tutto il corpo facendomi assaporare un piacere smarrito da tempo.

Il cd &egrave finito da qualche minuto, sorridendomi si avvicina all’hi-fi e si china mostrando il sedere bello tondo sfregiato solo dal perizoma bianco che ancora portava.

Si stende sul tappeto scuro a disegni classici orientali, la sua pelle chiara leggermente abbronzata dal sole di maggio rende il tutto un capolavoro ed io come di fronte ad un Rembrandt mi soffermo estasiato.

La sua mano mi chiama, mi chino su di lei e bacio la fronte, il naso e la bocca sfuggendo alla sua lingua, mento,collo, percorro i suoi seni centimetro per centimetro fino ad arrivare alla sommità e prendendoli tra le labbra gioco per alcuni attimi con i capezzoli.

Il mio cammino continua, percorro in lungo e in largo l’addome soffermandomi sull’ombelico ma sulla strada verso il paradiso incontro l’ultimo ostacolo, l’avrei dovuta far muovere rischiando di rovinare l’atmosfera ma a quanto pare aveva previsto tante cose.

Prendendomi per i capelli alza il mio viso dal suo corpo e mi porge un paio di forbici, le impugno faccio scorrere il metallo freddo sulla coscia, infilo la lama sotto il nastro del perizoma e taglio.

Faccio altrettanto dall’altra parte e prendendo entrambe i lembi tagliati scopro il pube quasi interamente depilato, continuo la mia marcia.

Il suo profumo nelle narici, come una droga, mi manda in estasi.

La sfioro leggermente con la lingua, la sento sussultare, assaporo i suoi umori che sento aumentare ad ogni tocco, la clitoride si mostra la solletico, inarca la schiena,geme.

Le sue mani nei miei capelli mi trattengono a lei, il respiro si fa affannoso, poi ad un tratto sento trascinare su fino alla bocca, mi bacia quasi violentandomi bramando e assaporando ciò che di lei ho sulla lingua.

Mi ritrovo spalle a terra e lei seduta sull’addome, con la lingua segue il profilo del mio viso, scende trastulla qualche attimo i miei capezzoli e poi giù imperterrita brandisce le forbici taglia i miei slip.

Il mio fallo si mostra ai suoi occhi, io chiudo i miei mi sento baciare, succhiare, leccare, &egrave troppo.

In fretta la prendo per il capo e la sollevo, mi guarda divertita, occhi pieni d’eccitazione mi fissano.

Poggia le mani al mio petto, si solleva dal mio addome e scendendo con lentezza sul mio sesso mi fa assaporare, gustare, ogni centimetro di se.

Sento le pareti della vagina adattarsi al mio fallo, si ferma per alcuni istanti poi un ritmo aumenta,le mie mani tastano il seno gioco con i capezzoli, sto per esplodere, cerco di dirglielo ma con la mano mi tappa la bocca.

Sono in lei, vengo in lei, si adagia sul mio petto rimaniamo abbracciati, ci addormentiamo.

Il mattino seguente mi sveglio la cerco accanto a me ma il letto &egrave vuoto, mi alzo vado in cucina, la cerco in bagno, torno in camera e sul comodino un biglietto, un altro maledetto biglietto.

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