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Racconti di DominazioneRacconti Erotici EteroTrio

FUORI DALLA DISCOTECA

By 16 Febbraio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Eravamo andati una sera in discoteca, un sabato sera e ci eravamo imbattuti in un gruppo di ragazzini appena maggiorenni. Mia moglie vestita di tutto punto aveva attirato le attenzioni di tutti a tal punto che quando andammo fuori a fumare una sigaretta un ragazzo ci seguì senza che ce ne accorgessimo e quando arrivati all’auto lui con la scusa di scroccare una sigaretta attaccò bottone e noi non facemmo niente per bloccarlo.
Avevamo da bere e ridendo e scherzando si fece l’una.
Lei aveva i collant neri velati, le davano alle gambe quella bellezza, le risaltavano.
Lei era seduta e di conseguenza accavallando le gambe diventava molto più attraente, eccitante e la gonna, la minigonna si accorciava a tal punto da mostrarle pienamente nella loro bellezza.
Aveva quegli stivali col bel tacco , stivali aderenti e col laccetto dietro sopra il polpaccio e sotto il ginocchio, come alla fine della lampo, quella lampo da tirare giù, da aprire, da tirare tutta d’un colpo come per volerla spogliare tutta d’un fiato, per gustarsela.

Eravamo fuori dalla discoteca, avevamo bevuto tutti e tre, si proprio così, eravamo in tre, io lei e lui’
Io e mia mogle avevamo quasi 40 anni, lui invece era un ragazzo di 21 anni, carino, vestito bene, che come tutti i sabati sera usciva per cuccare, per cercare di farsi qualche ragazza.
Era un ragazzino abbastanza deciso, con tanta voglia, si veramente tanta voglia di farsi, di baciare una ragazza, di concludere qualcosa, sognando magari di portarsi a letto una ragazza, ma si sarebbe accontentato anche di qualche palpatina, qualche bella pomiciata, una bella slinguata, si, un bel bacio di lingua, alla francese con una ragazza e intanto almeno abbracciarla, ma molto meglio gustarle con la mano le tette, le gambe.
Una bella sega se la sarebbe fatta fare e avrebbe ricambiato con qualche bel ditalino.
Un bel pompino in auto’magari, una bella scopata sul sedile passeggeri’.tutto questo gli frullava per la testa e lei lo capiva, lo sentiva, si sentival’oggetto del desiderio e le piaceva.
Bastava che lei dicesse si e tutto sarebbe accaduto.
Sicuramente l’alcool stava aiutando il ragazzo, togliendogli la timidezza e annullando i freni inibitori di mia moglie., ma anche i miei ..
Eravamo fuori dalla nostra auto io e lui in piedi e lei seduta sul sedile davanti seduta con le belle gambe fuori, lui era affianco a lei ed io oltre la portiera aperta.
Lei : mi sento osservata’
Io: direi, le tue gambe sono stupende’
Stefano: sono bellissime, farei carte false per’
Io: per’
Lei guardandolo in modo smaliziata: per’
Stefano: per toccarle
Io: toccale no, sono li , non sono mica solo per esser guardate
Lei non disse nulla, fece quella emozionata ma ci guardò entrambi
Io allora diedi il buon esempio ed iniziai a palparle
Io: senti che belle’
Gli presi la mano e la misi sulle gambe movendogliela su e giù’
Io: dai mamma mia che sarà mai’
Lei: daiii’
Un dai timido, detto giusto appunto per dirlo
Io: senti che belle
Io: dai amore, non fare la monaca, non vorrai fare la suora per una stupidaggine simile’!!
Lei: n..no..(e sorrise)
Io: hai sentito Stefano, sentile bene
Stefano intanto prese confidenza ed aumento l’apertura della mano sulla coscia e la mise su e giù con più convinzione e frequenza.
Era bellissimo, per la prima volta nella mia vita vidi la mano di un altro uomo sul corpo della mia fighetta.
Lei appena ricevette la mano del ragazzo si rinvigorì’
Vidi che si irrigidì, anzi provò emozione ma al tempo stesso piacere.
Io: belle vero? Sono proprio da masturbazione ehehe
Lei: amore'( e arrossì)
Stefano: mamma mia che belle mi fanno venire’
Lei lo guardò in modo provocatorio’smaliziato
Lei: vieni allora, lasciati andare’.(detto con un tono accomodante e tentatore’)
Io: uhm, delle belle gambe coi collant neri sono perfette per venirci sopra ehehe
Stefano: infatti, cosa non darei per venirci sopra’
Lei: fallo’se ti piace fallo’
Stefano si aprì la cerniera e lo tirò fuori, era in tiro, durissimo e con una mano iniziò a masturbarsi e con l’altra continuò a palparle le gambe.
Lei: woww
Lei ed io eravamo eccitati, io la guardavo e lei si sentiva osservata ma al tempo stesso capendo che era quello che io volevo continuava’
Lei: amore’ti piace vedo’sei un porco’può darsi che quello che stai cercando questa sera lo trovi’
Stefano: siii, bella, belle gambe, mi fanno impazzire.
Lei essendo seduta aveva il cazzo del ragazzo non troppo distante dal suo viso.
Lei aveva delle belle mani e con rossetto rosso fiammante, come anche le unghie belle rosse’
Stefano: aaa, siii, bella’
Io: aiutalo’dai’
Lei era intimidita ma un po’ tentata
Stefano: vorrei venire sulle tue gambe’sui collant’si’daii’ti preggoo
Lei tirò su la sua manina e iniziò a toccarglielo guardandolo fisso negli occhi e ogni tanto guardandoglielo’
Lui spostò entrambe le mani sulle cosce, facendo cadere i suoi pantaloni e le sue mutande, lasciando così i suoi testicoli belli liberi all’aria aperta estiva.
Lui così facendo le guardò anche in mezzo alle tette, alla sua bella quarta abbondante.

Stefano raggiunse l’orgasmo ed iniziò a sborrarle sulle gambe.
Quella bella coscia sinistra accavallata sulla destra venne riempita partendo dal ginocchio.
Una bella striscia bianca, un bello schizzo corposo di densa e calda sborra andò sulla coscia, era stupenda’
Io: scavalla le gambe’
Lei ubbidì, mettendole una affianco all’altra, da ragazza timida, unitissime’per tenere le cosce unite piegò le gambe esternamente
Io: cambia la gamba’
Lei lo fece subito, era emozionata, non sapeva cosa fare con quelle gambe, colpevoli di quello che stava succedendo, lei le continuava a muovere su e giù, strisciavano tra di loro,
Riaccavallandole dall’altra parte ci fù una nuova coscia da riempire ed inoltre questa si appoggiò sulla crema calda bella densa.
Intanto lei continuò a segarlo, un po’ timidamente, ed un po’ decisa per fargli vedere che lei ci sapeva fare, che aveva esperienza, addirittura con l’altra mano gli massaggiò i testicoli e poi le gambe.
A quel punto gli ultimi schizzi battezzarono anche l’ultima coscia’
Vedendo che lui si era svuotato , guardai lei ed aveva un viso esausto, capì che la monella aveva provato un piacere, gli schizzi di crema calda bianca che aveva ricevuto sulla sua pelle pressocchè nuda, senza barriere alla vista dei maschi, anzi messa in risalto per noi, per mostrarcele, per farci vedere quello che piaceva a noi, per farci felici, contenti, per farci eccitare, arrapare, che porca, e questo l’aveva ottenuto, infatti avevamo perso la testa per lei e il ragazzo era venuto e lei oltre che sentire le sue attenzioni, a pelle le sentì anche masturbandolo e poi sentendo il suo piacere sulle sue gambe.
La sborra adesso si cospargeva sui collant, sulle gambe , era stupenda vederla, quella bella donna, bella ragazza con una minigonna accorciata a livello inguinale, le gambe accavallate e strettissime, con lo sperma bianco e denso che le colava verso la patata e verso i lati, lei con lo sguardo sconvolto, si capiva che era venuta, che aveva raggiunto l’orgasmo solo per le sensazioni che aveva provato.
A quel punto il mastello non voleva cedere’
Io: dai baciala
Io lo presi e lo spinsi verso di lei, il suo viso, lui prese coraggio e lei rimase impietrita.
Lui si mise a limonarla, lei senza aspettarselo lasciò fare.
Io: gustatela, senti che bocce’
Lui allungò la mano sulle tette per poi metterle dentro la maglietta scollata anche se aderente ed in iniziò a ravanare dentro, oltrepassando il reggiseno.
Lei aveva ancora il cazzo in mano e riprese a masturbarlo, e lui che ancora era duro, in tiro riprese la forma.
Stefano le palpò il bel culo e le tette fino a chè non si mise dritto e prendendola per i capelli le appoggiò il cazzo sul viso e lei masturbandolo lo fece venire ancora sul viso e dentro le tette.

Uno schizzo le entrò dentro e le colò in mezzo alle tette procurandole un ulteriore piacere.
La magliettina aderente nera era stata battezzata anche lei.

Io: alzati bella, dai bella figa’
Lei rimase semi impietrita, ancora sconvolta.
Mi feci avanti la presi per un braccio e la feci alzare in piedi e la feci girare verso l’auto.
Lei sconvolta ubbidì.
Io: Stefano guarda che bella, senti le tette da dietro e tu stai ferma.
Lei stette al gioco, come se fossimo noi ad approfittarci di lei e lei non capisse niente’era un modo per godere e stare al posto con la coscienza.
Io a quel punto la gonna la alzai tutta mostrando il bel culo anche se coperto dai collant.
A quel punto arrivò un altro ragazzo, Marco , un amico di Stefano’
Marco: uhmm, voglio partecipare anche io’
Mia moglie d’istinto tese a girarsi e a mettersi a posto ma io prontamente la tenni ferma ed indicai loro di aiutarmi.
Io: stai ferma e buona’
Sentivo che le batteva il cuore a mille.
Marco allungò le mani e le accarezzò le tette’
Eravamo in una zona buia, con poca luce data dai lampioni lontani.
A quel punto alzatale la minigonna e bloccata sui collant, aveva il bel culo pienamente in mostra e Marco si diede da fare a palparglielo fino a chè non entrò con la mano in mezzo alle gambe.
La luce mostrava il suo bel perizoma, da vera puttanella che era, altro che brava mammina.
Marco affondò le mani ovunque davanti e dietro sui collant, sulle gambe, sul culo sulla patata.
Marco: ma è tutta bagnata fino alle ginocchia’
Lei non disse nulla, vergognosa che ci eravamo accorti che aveva goduto più volte da venire tanto e inzuppare le mutandine da puttanella e i collant.
Le gambe continuava a muoverle avanti ed indietro.
A quel punto decisi di procedere
Io: come minimo lasciamo un ricordo ai ragazzi’
Mi chinai quasi in ginocchio e poi le tirai giù i collant di colpo portandoli fino alle ginocchia e lasciandole la pelle chiara, rosa esposta come mercanzia ai ragazzi.
Lei mise una mano dietro per coprirsi il sedere e cercò di divincolarsi da quella posizione ma Marco eccitatissimo prese anche lui l’iniziativa e le alzò la magliettina
A quel punto io dissi’
Io: Stefano , il perizoma è tuo prenditelo.
A quel punto lui tirò fuori un coltellino e tagliò i due lembi, i due filini a destra e a sinistra.
Lei cercò di girarsi ma io la tenni ferma in vita.
Io: daiii, stai buona, sei tra brava gente’
Lei continuava ad ondeggiare, a muovere il culetto a destra e poi a sinistra, si sentiva eccitatissima, emozionantissima, il cuore le batteva a mille, non era logicamente abituata, era invasa dalla paura del buoi, dalla paura che potesse venir violentata da un branco da brutte persone, che le potesse succedere cose pericolose, ma al tempo stesso l’alcool le dava quella spinta che unita alla mia sicurezza e determinazione, quindi di suo marito, nel dirigere il gioco, per un soffio continuava a starci.
Lei era l’unica donna, con tre maschi, in piedi, seminuda, rivolta verso la macchina e con dietro un uomo e due ragazzi che se la stavano gustando, i maschi uniti, coordinati da un maturo e lei sapeva che porco che ero, dato che tutta la vita le raccontavo i miei sogni erotici su di lei.
I ragazzi, i ragazzini eccitati, si, su di lei’questo la faceva impazzire.
Ancora un po’ e sveniva’
Lei , una bella donna di 40 anni , messa in piedi rivolta verso l’auto con le mani, le braccia appoggiate sul tetto dell’auto e con una magliettina aderente e semitrasparente, sbottonata , tirata su lasciandole la schiena nuda completamente e con in mostra il reggiseno, sulla schiena la cordicella, segno massimo di femminilità.
Dal reggiseno in giù completamente nuda, senza più neanche quel perizoma da troia, col culo bello nudo , al vento, libero, sotto assedio, sotto le continue attenzione di si occhi di più mani e sotto ancora le belle gambe nude fino alle ginocchia dove ci sono i collant e sotto gli stivali scamosciati lunghi su tutte le gambe e sotto un bel tacco deciso, non a spillo da mignotta, ma grosso da vogliosa,si vogliosa di averlo tra le gambe’
Che moglie troia che avevo, ci stava, alle mie provocazioni, si stava concedendo ‘
Lei ogni tanto metteva giù le mani per coprirsi il bel culo, le labbra’
Io: stai ferma!!
Marco allungò le mani scavando in mezzo alle gambe e sentendo le labbra lisce e bagnate.
Stefano si era preso il perizoma e mettendolo in mostra sul tettuccio tutti vedemmo il nettare bianco’
Stefano annusò bene il perizoma’
Stefano: uhmm, sii, sono inzuppate, che porca’ti è piaciuto tanto’
Lei: daiii’
Io: non offenderla’però ha ragione’
Marco: fammele annusare’
Lei: nooo, non voglio’
Marco: uhmm, sii, è bello sentire il tuo profumo, il profumo della tua figa’è tuo!! Anzi è tua!!
Lei arrossì’
Lei: datemele’
Stefano: ormai sono mie
Marco allora si chinò mettendosi in corrispondenza del suo bel culo.
A quel punto impugnò i glutei, li aprì e affondò tutto il viso dentro.
Lei strinse al massimo le cosce, le belle gambe nude’cercò di muovere il sedere, l’anca per non lasciarsi agguantare anche se voleva, perché sapeva che sarebbe venuta immediatamente.
Mise dietro la mano come per voler spostare , fermare la testa , la bocca di Marco, che era sempre più vorace, divoratore.

La mano di mia moglie, con quelle unghie rosse scarlatte che spingeva via la testa del 20enne, ma con una forza insufficiente, non abbastanza forte per un prestante giovane desideroso di gustarsi la femmina, la bella mammina, la fighetta sola.
Lei era già venuta più volte e la pelle era tutta bagnata, il ragazzo annusava quel buon profuma di figa, di donna, di ragazza.
Lei teneva le gambe strettissime e le labbra di figa erano ben premute tra le cosce , alla portata del ragazzo per poterle leccare bene, e piegando il viso riuscì pure a mordergliele, da farla saltare, e la lingua si allungava sempre più tirando a se quei fili di nettare.
Lei cercava di spingere via la testa e lui cercava di aprirle le labbra, i glutei, le gambe.
Stefano col coltellino le tagliò il reggiseno da dietro facendole saltare gli elastici ben tirati dalla sua quasi quinta di seno.
A quel punto’ Stefano infilò la mano da sotto la maglietta e riprese a ravanare, facendole uscire le tette dalla maglietta.
Io : allarga le gambe!!
Lei si lasciò allargare le gambe dalle mie mani , la forzai, con forza.
A quel punto Marco si trovò davanti a sé le labbra ben in vista, il filo di nettare iniziò a crearsi andando verso il basso.
Era stupendo, questo la umiliava, la rendeva una vogliosa alla faccia dei ragazzi.
Marco le aprì i glutei e poi le labbra, la figa era ben in vista, tutta nuda, le si vedeva dentro e questo le procurava un immenso piacere, si sentiva esposta, senza protezione, Marco le palpale gambe bene, da dentro verso fuori, fino a chè non immerse la bocca e le agguantò il clitoride imbevuto di piacere, e questo la fece ansimare a voce alta come una vera femmina, una vera vogliosa, una cagna in calore.
Si, si stava esponendo, si stava mostrando a degli sconosciuti come era in verità, come le piaceva fare certe cose, come apprezzava e concedendosi, come desiderava le attenzioni dei maschi.
Il suo corpo pian piano stava diventando di altri ed anzi i ragazzi stavano dimostrando la loro bravura nel procurarle piacere a tal punto che alla fine era scontato, era dichiarato, era il minimo che dovesse ammettere a loro, che dovesse trovare il coraggio guardandoli negli occhi di dire : grazie, siete stati stupendi, mi avete fatto godere come mai nella mia vita.
E loro come minimo avrebbero preteso che lei soddisfasse qualsiasi desiderio erotico e sicuramente di sottomissione, da porca, da schiava nei loro confronti.
Mia moglie era venuta ormai almeno per la terza volta, ma Marco invece non era ancora venuto’
A quel punto lui tirò fuori un profilattico , lei esausta’
Lei: come vuoi venire’
Lui: lo tirò fuori, era in tiro’la fece andare vicino al cofano, la spinse mettendola a 90, messo il goldone lo mise dentro quella figa inzuppata e così iniziò a scoparla ben bene.
Le agguantò le tette, tirandole la magliettina su e si mise a scoparla senza sosta’per diverso tempo.
Io mi misi affianco e lo misi nella sua bocca.
Marco la teneva per la coda e poi per le tette.
Stefano si inginocchiò e si mise sotto le gambe per vederle la figa depilata e riprendere a palparla e a sditalinara e ogni tanto si mise a succhiarle i capezzoli.
Dopo diverso tempo’
Lei: Marco ti prego’
Marco: si’non ti basta? Eee
Lei: ti prego vieni’
Lui spietato non ne volle sapere ma alla fine gridò di piacere sborrandole nel goldone e strizzandole le tette come una mucca.
Venuto la fece inginocchiare.
Marco: inginocchiati
Tirò via il goldone e lo svuotò nel reggiseno impregnadolo della sua sborra e la costrinse a indossarlo.
Mi feci dare i loro cellulari, pronti per una nuova serata, ci salutammo e le diedero l’ultima linguata e palpata e via.
Arrivati a casa io la presi e messa sul letto me la scopai ed entrambi ricordando la serata godemmo nuovamente’

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