Ci lasciammo quando la bella Paola si disarcionò dal figlio Fabio per l’improvviso arrivo della sorella Olga.
Il pomeriggio restarono a prendere il sole sulla grande terrazza ed al riparo da sguardi indiscreti.
Fabio con ancora negli occhi e nella mente la scena mattutina guardava ora la mamma e la zia Olga nei loro microscopici reggiseni e altrettanto micro perizomi tutto intento a nascondere la sua fin troppo manifesta erezione.
La Paola sorrideva ad ammirare quell’incontenibile gonfiore.
Fabio desiderava chiavarle entrambe. Quei costumini che invece di coprire mostravano
in maniera oscena alzavano la temperatura e con essa il suo uccello.
La bella Olga guardava con bramosia l’enorme rialzo del suo slippino e prese
a stuzzicarlo cercando di non farsi vedere dalla sorella, apriva le gambe
si carezzava le cosce, mostrando la vulva tagliata in due dal piccolo perizoma e fingendo
di sistemare il telo in ginocchio si piegava tutta per mostrare il sedere riparato da un
filino di stoffa che moriva in mezzo alle rotonde chiappe. Poi si girò e sorridendo gli
diede un affettuoso pizzicotto sulla guancia come a dire: sei un bel porcellino.
Lui avvampoò e lo slip si deformò ancora di più, lei lo noto e sorrise compiaciuta.
Dopo circa un’oretta la Paola si assentò per andare a preparare delle bibite e delle
spremute. Appena soli la Olga attirò l’attenzione del nipotino: guarda qui, disse, mi
sembra di sentire qualcosa che si muove sulle chiappe. Fabio si avvicinò le palpò per bene spingendo con discrezione un dito sul buchino: non vedo niente, le disse e lei più insistente: guarda bene dev’essere una formichina. Detto ciò apriì le gambe e mentre con una mano spostava il filo del perizoma con l’altra si apriva le chiappe mostrando il suo invitante buchino e la vulva aperta. Il ragazzo quasi non respirava, scioccato da quella visione. La figa era gonfia e tutta aperta, lucida di umori mentre l’ano sembrava gli sorridesse invitante.
Non resistette ed eccitato infilò due dita nella vagina e il pollice nel culo
muovendoli portando avanti ora il pollice ora le altre dita. La Olga gemeva muovendosi contro la mano che ormai bagnata la penetrava sempre più.
Fabio…Fabio…mi fai venire…, strinse le gambe inzuppandogli le dita di sborra.
Si sollevo per asciugarsi la vulva ma proprio in quel momento sentirono che la Paola che stava ritornando: allontanati, gli disse e si alzò per andare in bagno. Il ragazzo si stese a pancia in giù per nascondere l’erezione e quando la zia si girò le mostrò che si stava leccando le dita bagnate di sborra.
Le due donne si fermarono un attimo a parlare poi la Paola fece il suo eccitante ingresso e nel sistemare le bibite si era abbassata mettendo in bella mostra le sue fessure parzialmente coperte.
Fabio le andò dietro e le appoggiò il membro duro nel solco: mamma non mi controllo, mi eccitate troppo, ho bisogno di chiavare…
Amore, non è possibile…
O con te o lo chiedo alla zia, scegli…
Ma amore la zia tornerà tra un momento, gli si era avvicinato e stringeva eccitata il pene duro sotto lo slip. Ma lui non voleva perdere tempo ‘vieni’ le disse portandola in un angolo, ‘girati, mettiti alla pecorina’ lei ubbidì e Fabio spostato il perizoma con un secco colpo le affondò il cazzo nella figa. Pompava con forza e lei si dimenava come una serpe.
Amore che bell’uccellone che hai… così…si…si…dai che sto venendo…ora… è bollente il tuo sperma…bellooooooo. Si tappava la bocca per non urlare.
Si girò e in ginocchio gli ripuli il membro del succo dei loro sessi, poi lo invitò a rilassarsi per non lasciare insospettire la sorella. Lei si asciugò con dei fazzolettini di carta che nascose accuratamente, quindi si stese un pò distante dal ragazzo. Per fortuna la Olga arrivata eccitata in bagno si era tolto il perizoma e pensando alle dita e all’uccello del nipote si era abbandonata ad un interminabile ditalino in entrambi i lati.
Quando ritornò in terrazza i due rilassati sembrava dormissero. Bevve una aranciata e si stese accanto a loro.
Sul tardi uscirorno e dopo avere girato per tutte le vie del centro andarono a cena in un ristorante sul lungomare. Finito il primo la Paola vide una sua amica che stava cenando con il marito e scusandosi decise di andarli a salutare. Appena soli il ragazzo senti la mano della zia sulla sua patta. Fabio per paura d’essere visto era rosso per l’imbarazzo, lei gli sorrise e presa la mano del nipotino la fece scivolare tra le sue cosce mentre con l’altra mano teneva le mutande spostate tutte da una parte. Fabio la sentì nuda, aperta e bagnata, la penetrò.
Lei guidava la mano del ragazzo per farsi meglio masturbare e quando fu sull’orlo dell’orgasmo strinse forte le gambe, subito dopo lo lasciò, abbassò la gonna e con un sorriso malizioso : ‘ non lecchi le dita ‘gli disse ‘ pomeriggio sembrava ti piacesse parecchio la mia cremina ? ‘
Lui leccò le dita e lei ‘ ti piacerebbe leccarmi in mezzo alle cosce? ‘
Fabio eccitatissimo le spinse le dita nella vagina ‘ togli le mutande ‘ le disse.
Lei come se stesse aspettando quell’ordine si sfilò velocemente il minuscolo
indumento e mentre lo deponeva nella borsetta ‘ ti piace di più adesso? ‘ gli disse.
Il cameriere interruppe per un attimo quel clima peccaminoso per consigliare la prossima portata e nei pochi minuti che restarono ancora soli la masturbò sino all’orgasmo.
Fuori del ristorante un colpo di fuoco d’artificio seguito da un bengala avvisò segnalando il luogo della spiaggia dove pochi minuti dopo ci sarebbero stati i fuochi. Si portarono sulla spiaggia a un centinaio di metri dal posto per stare lontani dalla ressa e la Paola per vedere meglio salì su un tavolo, i due rimasero dietro avvolti da buio. Fabio ne approfittò subito infilando la mano nello spacco della gonna trovò le cosce aperte, il sesso bagnato che cominciò a masturbare mentre la zia Olga moveva la mano sulla patta gonfia del ragazzo. la donna ebbe subito un orgasmo.
Cominciarono i fuochi e la luce abbagliante e colorata li divise. Alla fine la accompagnarono al posteggio della macchina con l’accordo che appena a casa le avrebbero telefonato per accertarsi se il viaggio s’era concluso bene.
Rimasti soli la Paola suggerì di ritornare passando dalla spiaggia. Desiderava approfittare di quel buio ed il ragazzo infatti ne approfittava palpandole il sedere e poi frugando sotto la gonna mentre lei fingeva maliziosamente di non volere.
Si fermarono accanto a una catasta di sdraio che faceva da muro tra il mare e il lungomare e la Paola abbracciò il suo ragazzo: ‘ finalmente siamo soli ‘ gli disse. Le boche si trovarono baciandosi con bramosia mentre le mani della donna sbottonavano i pantaloni ed il ragazzo le tirava giù le mutandine solleticandola e penetrandola.
Lei eccitata mugolava e lui ‘ tieni su la gonna ‘ le disse e inginocchiato davanti a lei sfilò completamente lo slip cominciando a leccare in ogni angolo. La Paola eccitata apriva le cosce offrendo il sesso , il clito gonfio, la vagina fremente a quella lingua irruente. Muoveva il bacino tenendo stretta la testa tra le cosce finché l’orgasmo la travolse inondando di sborra il viso del ragazzo.
Scusami…non sono riuscita a trattenermi…ti ho sborrato in faccia senza neanche avvisarti…sei stato bravissimo…sapessi quanto ti amo…
Queste parole accompagnavano la lingua intenta a pulire il viso dalla sborra, poi accosciandosi davanti a lui abbassò i pantaloni e mentre si ficcava in bocca il membro durissimo gli disse: ‘ è bellissimo…amo il tuo bel cazzone grosso… è il più bello della mia vita…
Il pompino era aggressivo, caldo, desiderava morderlo, mangiarlo. Il ragazzo non si controllava e sgarbatamente la fece alzare, la strinse da dietro la mise alla pecorina e affondò il pene spaventosamente grosso e duro. Lo sentiva sbattere in fondo all’utero senza che la vagina bagnatissima facesse resistenza.
La Paola si sentiva slargare, riempire, sfondare. Quegli affondi furiosi le
procurarono inizialmente un dolorino sopraffato subito da un piacere intenso che
dalla vagina si allargava a tutto il corpo per finire in un travolgente orgasmo.
è bellissimo…non ho mai goduto tanto… ti amo.. amo il tuo bel cazzo…’
Lui si fermò. zitta,le disse, mi sembra di sentire delle voci.
accidenti possibile che dobbiamo smettere sempre sul più bello ?’ notarono che le voci erano relativamente lontane e lei prese a leccare il membro ancora bagnato.
Lui eccitatissimo la fece girare: voglio massaggiarti il culo, le disse e nel buio
che eccentuava i sensi sentì il ragazzo spingere l’uccello nella vagina che lo
accolse con gioia e subito dopo le scivolò in mezzo alle chiappe aggredendo il suo
buchino, lo sentiva grosso e duro e per agevolargli la penetrazione ed alleviare
il dolore rilassava i muscoli dell’ano. In quel momento desiderava essere violentta
La tensione acuiva il godimento e l’orgasmo che la travolse la aprì tutta e il cazzo affondò per intero nel culo. Le mancava il respiro, mentre l’abbondante calda sborra le bagnava le cosce.
Risentirono le voci nel buio: ti prego non ti fermare…, lo supplicava, mi piace…, continua…
Le voci erano sempre più vicine, si ricomposero e tornarono a casa.
Intanto che faccio la doccia telefona alla zia, a quest’ora sarà già arrivata.
Al pronto la Olga gli disse: dov’è tua mamma?
In bagno sta facendo la doccia.
Visto che non ti può sentire senti me…sei un porco…ti rendi conto con che indecensa mi hai palpato questa sera?
Era imbarazzatissimo perché era stata lei a spingere il gioco, era contrariato
… ma sembrava ti piacesse…e sei stata tu a portare la mia mano tra le tue cosce… per me è stato bello…hai una gran topa e un gran bel popò…
Che discorsi anche a me piceva…ma non si poteva fare più di tanto ed ora sono qui tutta nuda a sbavare di voglia, eccitatissima a bramare il tuo uccellone duro… trova una scusa e vienimi a trovare…
Si ho voglia di vederti nuda…di leccarti la gnocca cremosa…si..si…chiavarti.. soprattutto il tuo bel culo…
Sentì la porta del bagno e si accommiatò riattaccando il telefono.
La genitrice gli venne incontro tutta nuda, era uno schianto.
Lui in tiro per la telefonata e per quello spettacolo, eccitato la strinse mentre lei eccitata gli sussurrava: bacia la tua mami…toccala, violentala…
si..ho voglia…sei bellissima.
Le ficcò le dita in mezzo alle cosce e la senti fremere e da come era bagnata capì che si era masturbata, era sul punto di venire. ti amo…sei bellissima…voglio farti godere…
sto già venendo…ti amo…godo…godooooooooo
Ebbe un lungo orgasmo, tremava. Il ragazzo inginocchiatosi davanti a lei prese a
leccare la figa gocciolante, mentre lei si stringeva la sua testa tra le cosce
strusciandogli il sesso sulla bocca finché non ebbe un altro orgasmo e balbettando
gli diceva: amore…violentami…scopami…finisci di rompermi il culo…
La prese per mano e la portò in camera dove due applique diffondevano una calda luce soffusa, si spogliò e cominciò a leccare in mezzo alle sue cosce oscenamente aperte, lei si dimenava, si agitava come in preda alle convulsioni, gemeva.
si…mi fai impazzire…sei bravissimo…voglio essere penetrata…fammi sentire il tuo uccellone…dallo alla tua mami che ti ama tanto… Lui intanto che la leccava le penetrava con le dita entrambi gli orefizi. La sentì venire due volte ed entrambe le volte urlò la sua gioia mentre il ragazzo beveva la sua sborra.
Amore, sono eccitatissima è bellissimo quello che mi fai … adesso dammi il tuo uccellone… non resisto più…
Il ragazzo capì che non poteva rimandare oltre e senza aspettare altro puntò il glande
nella fessura begnata, sprofondando in essa. Si mosse con accanimento nel pompaggio tanto da provocare con l’abbondanza di sborra un eccitante cich-ciach. Lei non smetteva di parlare: è più grosso di prima…mi trafiggi…si…più forte… sfondami…perché non mi hai chiavato prima..? perché..? spingi più forte… è il più grosso… sono felice di prendere il tuo bel bananone…godo…godooooo….
Accendi la luce, voglio vederti bene nella tua lussuriosa voracità…
Accese la luce: guardami, tutta nuda per te… dammi ancora il tuo membro durissimo…
Il ragazzo voleva ora scaricarle dietro la sua prossima razione di sperma.
sei bellissima…così scatenata, così troia, e spinse il pene nella vagina, guarda come il mio pisellino sparisce nella tua carne…
sei un porco…e lo chiami anche pisellino… sembri un cavallo da monta… ma sono contenta d’averti fatto un uccellone enorme, intanto si apriva la vulva per farsi penetrare meglio e con l’altra mano inseriva due dita assieme al pene …guardami, gli diceva, ci stanno anche le mie dita…è bellissimo…
Lui con un leggero scarto lo fece uscire dalla vagina e lo spinse tra le natiche facendolo scivolare nell’ano lubrificato dalla tanta sborra dove si insinuò facilmente.
Le prese le gambe, le appoggiò sulle spalle e spinse con forza il cazzo nello sfintere, su e giù in un appagante pompaggio.
porco, mi stai inculando…mi hai sverginato il culo…com’è grosso… porco…mi fai male…si…si…dai che mi piace.., agitava velocemente le dita nella vagina, …sei il mio montone…ti amo, anche se mi hai rotto il culo…. così, continua…sto per venire… godo…godo… vengooooooooooo…!
Urlò, assaporando il più dolce piacere della sua vita. Mai, proprio mai, aveva goduto con tale intensità, e non pensava che le sarebbe capitato con il cazzo nel culo.
Mentre si gustava quei momenti di intensa lussuria il ragazzo le inondò il retto di calde spruzzate di sperma, che aumentarono il suono di trombe e di campane che percepiva dal nucleo di ogni cellula. Furono attimi lunghissimi come l’eternità, gli sembrarono durassero anni e per paura di sentirselo ammosciare nello sfintere si girò e lo spompinò, leccandolo con accanimento finché non fu sicura ch’era rimasto durissimo : amore, la tua mammina vuole godere ancora, ti prego sfodami ancora… riempimi la figa…
La mise alla pecorina e l’affondo del cazzo fu talmente possente che l’urto
contro l’utero la fece urlare dal dolore. Gemeva, mugolava in silenzio ascoltando
le vibrazioni del corpo per assaporarne ogni sfumatura.
Andarono avanti per un pò, i due buchi erano talmente bagnati che non facevano ostacolo per cui il ragazzo quando tirava l’uccello e successivamente lo affondava non badava più se andava davanti o dietro. Lui pompava e lei gemeva felice, rideva ed al culmine della ennesima sborrata esclamò: amore è bellissimo… mi fai felice…mi appaghi completmente…godo talmente da non capire se quando vengo ce l’ho nella figa o nel culo…godo in continuazione… basta ti prego… lasciami riporendere fiato…
si…ti do un’ultima spruzzata di sperma, poi ti lascio…
si spegnimi il fuoco che ho nella vagina col tuo caldo sperma…dai…siii…!
Il ragazzo si era costretto a resistere per prolungare i minuti di godimento che dava alla sua donna ed ora esausto la riempì di sperma come fosse un maremoto.
Esausti si stesero tenendosi per mano e così si addormentarono. Sognarono cosce spalangate e membri frementi. Fabio si svegliò che albeggiava, la luce era ancora accesa, il corpo della madre nudo era la realizzazione di un sogno e la carezzò, le aprì le gambe, la carezzò, le massaggiò il clito. Lei ancora nel sonno sorrideva, si offriva inarcando la schiena, aprendosi tutta bagnata alla lingua che la esplorava finché sull’orlo di un orgasmo si svegliò verificando che non stava sognando, gli trinse la testa tra le gambe strofinandogli la figa sulla bocca: mi fai impazzire…ho fatto sogni fandastici ed in tutti c’eri tu nudo con quel tuo bastone di carne che mi sfondava da tutte le parti… è bellissimo…dammelo, fammi cominciare il nuovo giorno con la gioiosa felicità che mi procura il tuo bell’uccellone…promettimi soprattutto che mi chiaverai tutti i giorni almeno finché siamo qui in vacanza mentre io ti prometto che sarò la tua schiava, la tua troia più calda, cercherò di scatenarmi come una puttana per appagarti in pieno e non spingerti a cercare altre fighe.
Si muovevano come selvaggi, si baciavano, si carezzavano, scopavano come assatanati ed alla fine di un altro orgasmo gli leccò il cazzo dei due nettari mescolati poi appagata gli sussurrò: sei uno stallone ingredibile… mi fai perdere ogni controllo…non pensavo potessi scatenarmi così tanto… Amore non giudicarmi male è la prima volta che mi comporto così…che mi sento così puttana e con te voglio sempre esserlo ma ti giuro solennemente che neppure con mio marito sarò così calda, così sensuale…
Lui la baciò sulla bocca e le sussurrò: mi raccomando non dimenticare la pillola…!
Lei sorrise lo abbracciò e si riaddormentarono.
Nei giorni successivi i giochi continuarono e tornati a casa nei momenti
che si trovavano soli si abbandonavano a sensuali amplessi. La storia durò per
parecchio tempo finché un pò per volta vuoi per la ragazza che Fabio si era fatta vuoi per il lavoro trovarono meno occasioni da sfruttare ma tutte le volte che ne sentiva il bisogno la Paola lo accoglieva a… gambe aperte !
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…