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La Storia di Monica – Cap. 3.7 – Il ritorno della coppia cuckold 1a parte

By 15 Aprile 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Impiegai una settimana per organizzare l’incontro con Patrizio e Marisa, ma alla fine i miei sforzi furono premiati. Lui accettò di sottomettersi completamente ai miei desideri più perversi, lei d’essermi d’appoggio quando e se n’avrei avuto bisogno.
Quella sera lei avrebbe aspettato col suo stallone preferito, quel Thomas che era stato il primo vero bull della coppia e che aveva sancito in modo definitivo lo status di cornuto del marito, un mio segnale per raggiungermi e finire insieme di umiliare il coniuge.
Era mia precisa volontà non solo togliere ogni residuo di mascolinità a Patrizio, ma renderlo poco più di un pupazzo pronto a subire ogni qualunque forma di sadismo volessi infliggergli. L’uomo infatti non solo non era in grado di svolgere la sua funzione di ‘maschio’ in modo almeno accettabile, ma era anche chiaramente un masochista che doveva non solo scoprire la sua vera identità sessuale, ma anche i suoi limiti come sottomesso.
L’aspirante schiavo si presentò con qualche minuto d’anticipo portandomi una scatola di cioccolatini, e non seppi resistere dal prenderlo in giro.
“Sei proprio ridicolo, tu e il tuo tentativo di corteggiarmi.” gli dissi aprendo la scatola “Ora spogliati perch&egrave anch’io ho un bel regalo per te, e credimi non &egrave nulla di dolce.”
Mentre lui si denudava presi la scatola contenete la cintura di castità che avevo comprato qualche giorno prima, per fargliela indossare.
“Ma con questa non mi potrà neanche diventare duro…” protestò l’uomo sconsolato.
“Chi cazzo ti ha dato il permesso di protestare.” gli urlai dandogli un sonoro ceffone in pieno viso “Chiariamo subito che tu sei una nullità e che di conseguenza per te &egrave già un privilegio farmi da schiavo. Quindi se voglio non farti avere alcun’erezione, tu devi solo obbedire e rimanere con quel ridicolo cazzetto floscio. Se non ti va bene togliti dalle palle e mandami quella gran troia che hai sposato, sempre che non stia già scopando con qualche uomo degno di tal nome.”
Patrizio rimase sorpreso dalla mia aggressività, ma poi non poté che spogliarsi e mettersi quel pezzo di plastica al pene, studiato per impedire ogni forma d’erezione. Non appena fu nudo lo feci sedere al centro del divano, per poi legargli le mani facendo passare la corda dietro lo schienale.
“Sai avrei proprio voglia di un bel maschio.” gli dissi sedendomi su una sua coscia “Di quelli che ti sbattono tanto sino a farti perdere i sensi dal piacere. Peccato che tu sia un buono a nulla, con quel mezzo cazzo che hai fra le gambe puoi giusto scopare una gallina.”
Iniziai a spogliarmi dandogli sempre le spalle, e continuando a strusciarmi sulle sue gambe. La gonna cadde per prima, seguita poco dopo dal perizoma che l’infilai in bocca dopo avergli passato velocemente la lingua sui testicoli.
“Sai l’altro giorno leccavo le palle ad uno prima di farmi una bella scopata, ma tu come gode una donna lo sai solo da quando tua moglie si fa sbattere davanti a te. Sai mi ha detto che sei bravo a leccare la sborra che le lasciano dentro i maschi che se la fottono, per me sei un po’ frocio, solo non lo vuoi ammettere.”
Patrizio iniziò a mostrare i primi segnali di sofferenza, ma del resto gli era impossibile non eccitarsi pur non potendo avere alcun’erezione. Io non solo toccavo e baciavo i suoi punti più sensibili, ma non smettevo mai d’insultarlo mentre continuavo a spogliarmi.
Con tutta calma mi tolsi gli stivaletti e subito dopo le calze, usandone poi una per imbavagliare meglio l’uomo.
“Perch&egrave non sei un vero uomo e mi scopi come desidero tanto ?” gli dissi sedendomi nuovamente sulla sua coscia e poggiando lascivamente una mano sui testicoli “Scommetto che ti fai delle gran seghe pensando di sbattermelo dentro e urlare di piacere, magari sogni anche di mettermelo nel culo e sborrarmi poi in faccia. Peccato che i tuoi siano solo sogni e che a prenderlo nel culo sarai tu.”
Afferrai un flogger che avevo nascosto sotto un cuscino del divano, e colpii l’uomo in pieno petto, facendolo sobbalzare dal dolore. Senza badare ai suoi lamenti continuai a frustarlo mirando anche alla pancia e alle cosce, fermandomi solo per prendergli in mano i testicoli per fargli tenere alta l’eccitazione.
“Scommetto che stai godendo come non ti era mai successo prima, neanche quando credevi d’essere un uomo e scopavi qualcuna che ti mentiva per non ferirti. Io invece so che sei una merda e ti tratto per quello che sei, un pervertito masochista che gode nel dolore e nell’umiliazione, non &egrave vero ?”
Lui annuì proprio mentre avevo le sue palle in mano, e fu un piacere in più stringergliele quel tanto che bastava per farlo gemere dal dolore.
Presi un pesante plug in acciaio da un cassetto che leccai mentre m’inginocchiavo fra le sue gambe.
“Ora facciamo un bel gioco, ti apro un po’ questo bel culo da frocio così dopo te lo sfondo per bene, ma solo dopo averti fatto scoppiare le palle.”
Passai la lingua sul suo buchetto prima di riempirlo col cuneo metallico, che entrò con qualche sforzo. Presi poi in bocca il suo pene con tutto il guscio di plastica che lo circondava, simulando un pompino in piena regola, per alzarmi finalmente in piedi e afferrargli con una mano la caviglia mentre con l’altra riprendevo la corta frusta.
“Ti stai eccitando porco schifoso ?” gli urlai mentre gli colpivo i genitali “Devo proprio far capire a tua moglie quanto sei frocio dentro. Ti deve usare solo come zerbino e poco più, al limite per fare qualche pompino a chi poi la scopa. Invece se vuoi godere nel dolore dovrai implorarmi di usarti come schiavo per dar sfogo alle mie fantasie, come sto facendo adesso frustandoti.”
Continuai ad insultarlo e fustigarlo, scoprendo che tutto ciò non solo mi piaceva, ma m’eccitava. Il dominio che esercitavo su quell’uomo era una fonte inesauribile di puro piacere mentale, tanto che mi ritrovai in uno stato d’eccitazione che rasentava l’estasi. Per prendere un po’ di fiato mi fermai a bere del vino, ma solo dopo averlo sodomizzato con un grosso vibratore, che portai subito alla massima velocità.
“Secondo me in questo momento quella gran troia di tua moglie, si starà facendo scopare da Thomas, ma stai tranquillo che presto verranno qua e potrai sapere quanto cazzo ha preso.” gli dissi poggiando il bicchiere e mettendomi sopra di lui, dopo avergli tolto la benda dalla bocca, in modo che potesse leccarmi fra le gambe “Per ora puoi solo farmi godere usando la lingua, anche perch&egrave sai usare solo quella.”
Patrizio forse perch&egrave non si era mai trovato in una situazione così estrema, o forse per il dolore che aveva provato, non riuscì in alcun modo ad eccitarmi, e non mi rimase che punirlo per la sua incapacità.
Ripresi il flogger e lo colpii duramente sulle cosce e sulla pancia, cercando d’esser meno violenta quando miravo ai genitali. Mi fermai solo quando la sua pelle divenne di un rosso acceso, sperando che avesse compreso la lezione.
‘Hai capito cosa ti succede se non ubbidisci ai miei ordini ? Adesso se mi dici di sì, ti slego così ti sdrai per terra e mi fai godere, altrimenti t’inculo fino a renderti insensibile quel buco di merda che hai.’
Lui annuì con la testa, e come promesso lo liberai dalle corde, dandogli qualche attimo per riprendersi, prima di sdraiarsi sul tappeto. Non appena però fu per terra mi misi sopra di lui mettendogli la fica in faccia, e mentre lui me la leccava, io giocavo col vibratore che aveva sempre nel culo.
Godevo della sua abile lingua che passava in ogni anfratto del mio sesso per darmi il massimo del piacere, ma anche nel sentirlo soffrire dei colpi che gli davo con le mani sui testicoli, o di quelli usati per sodomizzarlo sempre di più battendo il fondo del vibratore.
‘Vedi di farmi venire in fretta così poi chiamo la troia e lo stallone e ci divertiamo tutti insieme.’ gli dissi quasi soffocandolo tanto gli tenevo la passera premuta contro il viso ‘Anzi noi facciamo sesso e tu ci guardi.’
Patrizio pensò che prima avrei avuto l’orgasmo, e prima avrei smesso di picchiarlo, e quindi la sua lingua diventò quasi una saetta dentro la mia fica. Da parte mia ero talmente eccitata che non seppi resistere alla tentazione d’infilarmi un paio di dita dentro e raggiungere un violento ed intenso orgasmo, che mi lasciò senza forza per tempo che mi sembrò lunghissimo.
Diedi quindi il segnale convenuto a Marisa, un paio d’accensioni e spegnimenti in rapida successione della luce da una camera che dava sulla strada, e aspettai la coppia seduta in poltrona avendo dato alla donna la chiave dell’appartamento.
Non dovetti aspettare molto, e la strana coppia arrivò ridacchiando, rimanendo però subito stupita nel vedere Patrizio carponi col vibratore ancora nel retto, intento a leccarmi i piedi. La donna indossava una camicetta molto trasparente che lasciava ben intravedere un reggiseno rosso, e una mini molto audace dello stesso colore dell’intimo.
Thomas, che sembrava fin troppo un bravo ragazzo dall’aria tranquilla, era invece vestito tutto di nero, quasi a volersi mimetizzare con quegli abiti.
‘Scommetto che non avete aspettato parlando del tempo.’ dissi a Marisa lasciandole il posto in poltrona.
‘In effetti non siamo stati con le mani in mano, ma a quanto vedo anche tu hai saputo ammazzare il tempo.’ mi rispose guardando con un certo disprezzo il marito.
‘Ho giocato un po’ coll’impotente, tanto che ora ho una gran voglia di cazzo, quindi mi prendo il tuo ragazzo e dopo ti racconto.’
Mi misi davanti a Thomas e lo baciai con foga animalesca, quasi strappandogli allo stesso tempo di dosso giacca e camicia. Lui mi mise subito le mani sul culo per palparmelo con vigore, facendo sentire subito non solo donna, ma anche e soprattutto desiderata da un vero uomo.
Lo denudai completamente in neanche un minuto, per poi poter apprezzare la mazza mentre la sentivo irrigidirsi prima fra le mie dita, e dopo nel solco delle chiappe.
‘Scopami.’ dissi infine a Thomas mettendomi carponi sopra un pouf e tenendo aperta la passera con le dita.
Lui non se lo fece ripetere due volte, infilandomi dentro mezzo cazzo senza incontrare alcun ostacolo, e finendo la penetrazione dopo avermi afferrato le tette per spingermi ancor di più contro il suo bacino.
Iniziai ad insultare Patrizio per la sua insulsa virilità, e allo stesso tempo incitare Thomas a farmi sentire femmina, il tutto sotto lo sguardo sempre più allibito di Marisa che quasi non credeva ai suoi occhi. Ero talmente eccitata d’avere quasi un orgasmo, ma volendo andare avanti il più possibile, mi girai per sedermi e prendere in bocca la mazza di Thomas.
‘Il cazzo che sa anche di fica &egrave proprio il massimo.’ dissi leccando quell’asta nera come l’ebano ‘Però anche col gusto di culo non &egrave male.’
‘Basta che ti giri e gli do tutto il sapore che vuoi.’ mi rispose Thomas chinandosi per darmi un lungo bacio in bocca.
Mi rimisi a pecora sul pouf, ma inaspettatamente il ragazzo prima di sodomizzarmi m’infilò il suo gran cazzo dentro la fica, facendomi gemere dal piacere. Non ebbi però il tempo di dire nulla che lui tirò fuori la mazza per far entrare la sola cappella nel mio ano.
‘La prossima volta t’inculo così.’ urlai a Patrizio ormai senza più alcun freno inibitore, mentre di fatto m’impalava spingendo il culo all’indietro, facendo sparire dentro di me buona parte dell’asta di Thomas.
‘Tu sei più troia della moglie.’ mi disse lo stallone finendo di penetrarmi dopo avermi afferrato per i fianchi.
Ripresi ad insultare Patrizio sotto le bordate sempre più violente di Thomas, godendo immensamente d’ogni affondo del mio nuovo amante, infilandomi tre dita nella fica ormai ridotta ad un fiume in piena.
Per poter provare ancora più piacere, mi girai sdraiandomi così sul pouf, chiedendo poi con voce lasciva a Thomas quale entrata preferisse.
‘Tutte e due.’ mi rispose sodomizzandomi quasi brutalmente.
Come prima non feci in tempo ad abituarmi a quella grossa presenza nel retto, che lui si tirò indietro per poi riempirmi la vagina.
‘Ah si scopami così !’ urlai in balia dell’estasi ‘Fica e culo, culo e fica. Tu mezzo cazzo guarda come si fa godere una donna anche se non sarai mai in grado di farlo.’
Thomas fece quello che senza alcun pudore gli avevo chiesto, scopandomi con forza e usando entrambe le porte di piacere, sino a farmi raggiungere l’orgasmo. Lui venne poco dopo schizzandomi il suo seme proprio sopra il pube, e non mi rimase che chiamare Patrizio per le ‘pulizie’. Non avendo forse capito che ormai era solo un buono a nulla, se non a soddisfare ogni mio desiderio, tentennò davanti al suo compito, così gli diedi uno schiaffo per riportarlo al suo ruolo di cornuto e contento.
‘Cos’aspetti ad ubbidire !’ gli gridai dandogli un secondo ceffone ‘O preferisci che cerchi degli amanti del culo maschile per farti violentare tutta la notte.’
La mia era fin troppo chiaramente una minaccia senza senso, ma servì a Patrizio per fargli abbassare la testa in tutti i sensi. Quando finì di leccare lo sperma di Thomas lo spinsi via con un piccolo calcio, per tornare dal ragazzo che si era già rivestito.
‘Domani devo alzarmi presto.’ disse quasi scusandosi per il dover andare via.
‘Non c’&egrave problema.’ gli risposi dandogli un mio biglietto col numero ‘privato’ ‘Credo proprio che ci rivedremo, e non &egrave detto che ci siano altre persone in giro.’ gli sussurrai infine all’orecchio.
Gli chiusi la porta dopo avergli dato un ultimo bacio, per tornare da Marisa e Patrizio.
‘Mentre io mi do una rinfrescata pensa a cosa vuoi fare dell’inutile.’ dissi allo donna prima d’entrare nel bagno ‘Per me possiamo anche chiuderlo nel ripostiglio, o se vuoi può guardarci mentre ti scopo.’
‘Che ne dici di liberagli il moncherino e legarlo in modo che non se lo possa toccare ? Magari possiamo anche bendarlo così ci sentirà senza vedere nulla, o infilargli un bel cuneo nel culo.’
‘Fai tutto quello che hai detto, quel che ti serve &egrave lì in giro.’ le risposi dal bagno pensando a cosa avrei potuto fare a quella donna così disponibile, mentre mi asciugavo con tutta calma.
Mi guardai allo specchio e per la prima volta vidi la ‘nuova’ Monica, una donna che usava uomini e donne al sol scopo di provare piacere, sfruttandoli per quello che erano, e poco importava se erano stalloni come Thomas o sottomessi come Patrizio.
Io volevo solo godere, e Marisa mi stava aspettando.

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