Giornata di ferie, sinceramente non voluta in questo momento ma si sa a volte i recuperi bisogna prenderli per forza. Stamattina mi sono svegliato di soprassalto grazie al gatto che si è lanciato sulla pancia con tutte e quattro le zampe. Odio svegliarmi cosi ma penso altresi’ che svegliarsi con un gatto sul letto sia la cosa più bella del mondo.
Mi rendo conto di essere comunque completamente sveglio nel momento in cui l’aroma del caffè irrompe nelle mie narici come un cowboy in un saloon, le papille olfattive si girano verso l’intruso come gli avventori, giusto come nei film di Sergio Leone.
Sorseggio il caffè distrattamente cercando di dare un senso alla giornata, rendendomi conto che non voglio dargli un senso, se non quel casino che mi attende nello studio. Apro la porta come se dall’altra parte ci fosse un mostro ed ecco li il risultato della mia follia serale, ovvero scatole, scatoline sparse ovunque in un caos ordinato, i cassetti aperti.
Accendo il PC, non ho voglia di ripercorrere la mia vita adesso, voglio qualcosa di nuovo, qualcosa di particolare e volutamente diverso. Ti trovo on-line, nonostante l’ora. Scambio di battute sui nostri discorsi di ieri, mi dici che hai la febbre e segretamente dentro di me cerco di fare il simpatico pensando che però sei proprio una stakanovista. Che ci fai in ufficio! Vattene a casa!
Il ricordo delle nostre conversazioni è ancora vivo, inutile negarlo. Sappiamo entrambi che ci abbiamo ripensato. Gli accenni alle parole che sono scorse sullo schermo sono continui, una complicità crescente che scopre nuove frontiere ogni parola aggiunta, ogni pensiero. Oggi sei più assente di ieri, ma stai lavorando, non posso farci nulla, anzi quasi segretamente rispetto questa condizione di imparità: mi da modo di pensare, di creare ancora una volta nella mia mente una storia da scrivere. Ecco il senso che cercavo prima e che mi era stato celato dal sonno!
Le parole continuano a scorrere, stuzzicanti come al solito, mi piace questa situazione, fino a quando non proponi un incontro di sfuggita per pranzo: in fondo lavori vicino a dove vivo, perché no? Me la sono cercata sta cosa diversa, nuova… e poi sinceramente mi stuzzichi abbastanza da voler cercare di capire come sei, che odore hai.
Scendo giù in garage, prendo la macchina e mi soffermo sul cambio automatico, sorridendo ad un episodio che mi hai raccontato ieri nel quale una persona aveva problemi a cambiare la marcia alla macchina sulla Cristoforo Colombo. Esco e mi dirigo verso il laghetto, luogo del nostro appuntamento.
Ti scorgo tra la gente, ti riconosco subito, un cenno e il primo sguardo, un sorriso. Sta per aprirsi un mondo lo sento. Ti avvicini, e il tuo odore mi punge. L’analogia con il cowboy che ritorna, stavolta però l’effetto è quello di risvegliare completamente i sensi. Noto le tue pupille che si allargano, chissà se anche per te è cosi. Sali in macchina accanto a me e partiamo. Dove? Mi indichi la strada, sembri conoscerla molto bene. Mi prendi la mano e ci giochi, polpastrello contro polpastrello, in una carezza dolce ma allo stesso tempo sensuale. Fai poi una cosa inaspettata: prendi la tua mano e a porti alla tua bocca, comincia a leccarmi le dita a succhiarle, ti avvicini al mio orecchio e mi sussurri
‘Buone….’
La mia reazione è immediata, più per quelle tue parole che per il gesto in se che mi aveva sorpreso. Allenti la cintura quanto basta a permetterti di muoverti, appoggi la mano sulle mie gambe e avvicini al viso al mio collo. Mi annusi, mi lecchi il collo e succhi il lobo dell’orecchio. Ci fermiamo ad un semaforo, mi giro verso di te e la tua lingua lambisce le mie labbra, le socchiudo e quel piccolo assaggio si trasforma in un bacio dolcissimo. Rimango senza fiato perso nelle sensazioni che mi da la tua lingua di seta, sentendo che ansimi, il tuo respiro si accorcio, trovo il tutto irresistibile, sentendo il tuo seno schiacciato contro il mio braccio e la tua mano che mi accarezza la gamba.
Arriviamo finalmente in un luogo sperduto, in mezzo ai campi. Non c’è nessuno. Slacciamo la cintura e mi avvicino a te, ti accarezzo il viso, affondo il naso nel tuo collo, voglio annusarti, voglio inebriarmi del tuo odore. Un altro bacio, irresistibile, ancora più profondo, voglioso, incredibilmente sexy. I baci si susseguono senza soluzione di continuità. Le mie mani scendono lungo il tuo collo, slacciano la camicetta e i polpastrelli scorrono lungo la tua scollatura. Ti stacchi da me. ‘Leccamele, baciamele….’ cosi succede, accolgo quell’implicito invito e la mia bocca scorre lungo il tuo collo e scende, la punta della mia lingua disegna i contorni della tua scollatura fino a quando non libero un seno e continuo a disegnare i contorni del tuo capezzolo che sento crescere nella mia bocca. Il tuo respiro è corto e pieno di desiderio, stringi la mia testa verso il tuo seno e liberi anche quell’altro in una chiara richiesta. La mia bocca si sposta e anche l’altro capezzolo ormai turgido e caldo viene accolto tra le mie labbra.
La tua mano si è fatta più audace sulla mia gamba, mi stai accarezzando lungo tutta la mia erezione stringendo ritmicamente. La senti crescere ancora di più tra le tue dita. Ti slaccio ancora di più la camicetta, sei li, baciata dal sole che filtra attraverso i vetri. I tuoi capelli sono ancora più biondi, i tuoi occhi ancora più chiari, i tuoi seni sobbalzano ad ogni respiro. Le mie dita scorrono lungo i pantaloni, li slaccio, tu muovi il bacino per rendermi il tutto più facile. Sento l’odore del tuo sesso, scorgo l’elastico delle tue mutandine, mi chino e lo bacio.
‘Non qui….’, mi dici, con la voce spezzata dal desiderio. Mi prendi il viso e lo avvicini al tuo, mi baci, la mia mano si infila nelle tue mutandine e quando sento le labbra bagnate hai un sussulto e apri le gambe per facilitarmi l’accesso. Le mie dita si fanno più birichine, con un polpastrello apro quei petali e salgo verso su fino a quel bottoncino. Un’altra scossa ti pervade, chiudi gli occhi e apri la bocca, la bacio, ti lecco le labbra e la lingua, rispondi voluttuosamente. Muovo il mio dito sulla clitoride dolcemente, ritmicamente e tu comincia a muovere il bacino. Ormai la tua mano mi stringe, mi accarezza. Ti stacchi e cominci ad armeggiare con i miei pantaloni fino a quando la mia erezione è libera. Fai scorrere i polpastrelli lungo l’asta e poi lo stringi, la tua mano come seta lo stringe e tiri indietro la pelle, lasci scorrere le dita lungo la punta. Sono in estasi, accelero il mio movimento e tu il tuo. Ci guardiamo, le nostre mani ormai intrinse dei nostri umori. Tolgo le mani dal tuo sesso e le avvicino alla mia bocca e le assaggio, le succhio, le annuso, le avvicino alla tua di bocca e le mie dita si trovano in mezzo ad un nostro bacio. Le lecchiamo e succhiamo insieme, dividendoci il tuo sapore. Fai lo stesso anche tu, cominci a leccarti le dita e poi le avvicini alla mia bocca. Un altro bacio.. un altro condividere sapori, guardandoci negli occhi.
‘Non voglio ora….’ mi dici, sentenziando la dolce tortura che ci apprestiamo a vivere. Non concluderemo qui la nostra ricerca di piacere, non cosi. Accetto mio malgrado questa tua decisione, trovando la cosa stuzzicante.
Mi accarezzi di nuovo il membro lentamente mentre le mie dita ti regalano ancora brividi di piacere. Ci stacchiamo, un altro bacio lungo, setoso e ci rivestiamo.
Ti riaccompagno al laghetto dell’eur, la tua mano nella mia per tutto il tragitto.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…