Sembravo un imbecille e forse lo ero,
per quanto ti avessi desiderata non mi sembrava ancora vero.
Tu per me eri la prima, non avevo mai pagato nessuna,
I soldi sul comodino, preservativi e lubrificante, ed io senza parola alcuna.
Bellissima, biondissima, piccola ma determinata.
Eri bella come la mattina di natale, come una poesia appena creata.
Un seno sodo che non aspettava altro d’esser toccato.
Un sedere rotondo, pieno, che voleva solo essere baciato.
Per te doveva essere un incontro normale,
chi poteva immaginare che ci dovevamo innamorare.
Non m’importava quanti prima di me fossero passati,
ringraziavo il destino per esserci incontrati.
“Mi chiedo che ci fa qui uno come te” mi dicesti,
Ma ancora primna di ricevere risposta la mano mi prendesti.
Fermamente le mutande mi spostasti,
il pene, tosto mi tastasti.
Nei tuoi occhi e nella lussuria mi persi,
non son più tornato indietro sui miei passi.
Sei stata la mia donna, il mio amore, la mia schiava
ho vissuto emozioni profonde come il mare di Giava.
Fino ad oggi dopo tanti anni ancora,
se ti penso il cazzo mi si irrigidisce tuttora.
Ed ogni tanto quando arriva la sera e sono solo,
me lo prendo in mano e ti dedico, del mio seme, l’ultimo volo.
Stupendo
Ciao purtroppo non sono brava nello scritto, Se vuoi scrivermi in privato . delo.susanna@gmail.com
Per un bohemienne come me, che ama l’abbandono completo al piacere e alle trasgressioni senza limiti, questa è forse la…
Ho temuto che non continuassi… sarebbe stato un vero peccato, il racconto è davvero interessante
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…