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Racconti Erotici Etero

Cosa può fare un racconto.

By 15 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Dopo aver scritto questo breve racconto, le mail non sono mancate. Alcuni si complimentavano richiedendone un seguito ed altri si lamentavano di come fosse un racconto probabilmente troppo impossibile che fosse vero.

 

Una mail però mi colpì.

 

<<.. Mi piacerebbe parlare con te. Ho letto il collezionista e sembrano le scene di un film porno.

Non ti offendi vero?

Ho letto anche altri racconti che hai scritto e non capisco perchè in alcuni sembra scrivere un maschio e in altri una femmina come nella storia del pompino.

 

Ciao

 

Carla ..>>

 

 

Carla, questo il suo nome.

Finchè non mi ha detto di avere 37 anni, pensavo ne avesse 10 in meno.

Lo scambio di mail è durato parecchi giorni.

 

<<.. Sei proprio strano. Oltre a non capire come tu puoi scrivere certi racconti come una donna biologica, vivi pure al contrario. Io dormo e tu lavori, tu lavori e io dormo! e devo aspettare domani per avere una risposta... non va bene!!!

Ma ti piacciono tanto i perizomi? Io ne ho una dozzina sai ..>>

 

Allegato a questo messaggio ho ricevuto una foto.

 

Al centro di un pavimento scuro e lucido, vicino ad un reggiseno nero, un perizoma era lì in terra.

Il pezzettino di stoffa aveva bordi in pizzo e il colore azzurrino lo facevano risaltare sul pavimento scuro.

 

Il nome della foto era : usato-oggi

 

Per il resto della notte, quella foto mi è rimasta impressa nella mente e piu di una volta, sono andato a rivederla.

La mia risposta ho voluto fosse molto breve.

 

<<.. E gli altri ? ..>>

 

La sera dopo pensai di svenire quando lessi il messaggio che mi aveva spedito.

 

<<.. Se vuoi vedere gli altri 11, devi continuare il racconto del collezionista!

Luana la faccio io.

Nelle foto che ci siamo scambiati l’altro giorno non sei male.

Io ho delle fantasie da realizzare, non ho piu 20 anni e voglio farlo almeno una volta questo gioco.

Se ti va, vediamoci per un caffè e se poi ti va sali da me.

Spero che mi rispondi ancora. Non ti spaventare dai ..>>

 

Non mi spaventai tanto del fatto che una di 37 anni avesse qualche voglia strana, anzi penso sia normale. Ma quanto del fatto che fosse possibile ricevere realmente certe proposte.

 

Non sapevo bene cosa dire o fare, le mie dita viaggiarono automatiche sulla tastiera del telefono.

Non dissi tante parole, per non sbagliare cosa dire e per non fare qualche brutta figura.

 

<<.. Non so bene cosa dire.

Senti, va bene. Io abito in città, dimmi per dove devo prendere il treno e vengo questo weekend…>>

 

Era un venerdì notte quando le scrissi questo messaggio.

La risposta arrivò in pochi minuti.

 

<<.. Oggi mi trovi ancora sveglia. Aspettavo la tua risposta.

Milano centro. Domani mattina, quando sei quasi arrivato in stazione, mi chiami e ti vengo a prendere.

Non importa che ora sia, vieni quando vuoi.

Ti aspetto.

Il mio numero di telefono 349xxxxxx. ..>>

 

Le mandai subito un sms: Carla? sono io. Ciao.

La risposta arrivo in meno di un minuto : Si. Ti aspetto. Ciao

Mi sembrava carino farlo e le mandai ancora un messaggio : Buona notte

 

Finito di lavorare, prendo la macchina e come un razzo mi fiondo a casa.

Dopo una doccia rigenerante, mangio qualcosa alla svelta e corro sotto casa a prendere il pullman per la stazione.

Il sonno si fa sentire, ma l’eccitazione e la curiosità mi fanno stare sveglio.

Mentre sono nel pullman mi ricordo di una frase che ripeteva spesso un mio collega : Per dormire c’è tempo! Quando poi saremo nella tomba, ne avremo tutto il tempo!

Oggi in effetti non ho tempo per dormire.

 

Arrivato in stazione punto ai tabelloni delle partenze e trovo un milano centrale tra 20 minuti.

Mentre faccio il biglietto alla macchinetta penso ancora a quel perizoma ed il reggiseno. Ciò significa che quando ha fatto la foto era nuda? Chissà che taglia era quel reggiseno e pensa a quel filo quando lo indossa, va a incastrarsi in mezzo alle natiche.. Chissà come…..

– Cazzo!

Esclamo.

Per poco. Stavo per prenotare Torino!

 

Quando il treno arriva me ne accorgo a malapena, appoggiato ad un pilastro stavo per addormentarmi in piedi.

Entrato nel vagone, quando il treno riparte, il mio pensiero torna qualche attimo sul perizoma e sul reggiseno della foto, prima di crollare inesorabilmente in un sonno profondo.

 

– Scusi, scusi! Guardi che siamo a Milano. Signore!

Una signora della squadra di pulizie mi squote fino a svegliarmi.

– Oh Cazzo mi sono addormentato a Genova e non mi sono più accorto di niente.

– Non si preoccupi, il treno è fermo da circa mezzora! Spero non sia in ritardo per qualche appuntamento. Ma ora la prego di scendere che devo pulire il vagone.

– La ringrazio. Arrivederci.

 

In ritardo non lo sono. Ma, appuntamento. Si, appuntamento. Cazzo! Appuntamento! Carla! Devo chiamarla subito!

 

– Pronto?

– Ciao, sono io. Sono arrivato ora in stazione.

– Ma…. Ti avevo detto di chiamarmi un po prima!

– Scusa ma mi sono addormentato in treno!

– Nessun problema, ma ora ti tocca aspettare un po. Mi vesto e arrivo.

– Ok, ti aspetto.

 

Succedono sempre a me ste cose!

In effetti l’attesa è stata lunga.

Dopo un’ora circa il telefono squilla.

 

– Pronto. Ciao Carla.

– Ciao, sono arrivata ma non trovo parcheggio. Sbrigati, esci fuori, Audi bianca con le quattro frecce accese.

Corro fuori dalla stazione e trovo l’audi che mi aspetta.

Sta diluviando in un modo assurdo e il vento freddo mi sta congelando e come se non bastasse i miei occhiali si appannano e si riempiono d’acqua.

Vorrei vedere il conducente ma i vetri scuri me lo impediscono.

Vado avanti quasi alla cieca e quando sono di fronte, il finestrino si abbassa.

Da dentro la macchina una voce femminile mi urla di entrare.

Apro la portiera e salto dentro.

Finalmente al caldo e all’asciutto.

– Ma buon giorno! Sei fradicio, guardati. Andiamo a casa così ti asciughi e stai al caldo.

Non saprei se era casualità o un modo studiato all’ultimo secondo per saltare il caffè e passare subito a casa.

Mi tolgo la giacca zuppa d’acqua e mentre asciugo gli occhiali inizio a squadrare la mia “salvatrice”.

Le cosce devo dire che sono degne di nota e da quel poco che posso vedere, anche i seni non sono per niente da sottovalutare.

Salendo poi al viso, mi sarebbe piaciuto trovare delle labbra un po più carnose, ma i lineamenti che trovo sono molto belli, occhi piccoli e nasino a punta completano il tutto.

I capelli che arrivano sciolti fino sulle spalle sono riccioli e di un marrone scuro molto vicino al nero.

– Incominci già a squadrarmi adesso? Non guardare cortesemente come sono vestita! Ho tenuto quello che avevo a letto per non perdere ulteriore tempo!

Sorrido e penso che in effetti i pantaloni grigi ed aderenti della tuta e una canotta grigia, non siano il massimo per il clima attuale.

– Ma almeno una giacca l’hai presa per uscire dalla macchina? – Domando sorridendo.

– Ma va, avevo parcheggiato davanti la porta di casa. Ora spero che il posto sia ancora libero o saranno tutti guai tuoi!

– Ma io cosa centro? Perchè dai la colpa a me? Mica l’ho preso io il tuo parcheggio! Sorrido ma una leggera preoccupazione mi pervade.

– Semplice. Non mi hai avvertito per tempo. – Sorride magnificamente ma altrettanto maleficamente.

Nell’auto devo però ammettere che si stà bene. Oltre la comodità, anche il clima è ottimo, tanto che posso levarmi la maglia di lana.

Carla vedendo che mi spoglio mi domanda.

– Caldo? O sei ancora bagnato.

– No, ammetto che ora fa caldo. Ma posso capire, vedendo come sei vestita.

Iniziamo a parlare del più e del meno e tra una battuta e l’altra il tempo vola. Sembra essere molto simpatica oltre che carina.

Poi cerco di entrare nel discorso riguardante il motivo percui sono venuto fino a Milano.

– E quindi tu vorresti per un giorno chiamarti Luana?

Vedo le sue guance arrossire appena e poi la sua testa muoversi in senso di assenso. Nessuna parola però esce dalla sua bocca.

– Ti ho colta impreparata con questa domanda?

Sorride e mi risponde quasi sottovoce.

– Un pochino, ma d’altronde sei qui per questo. Solamente che adesso, seduto vicino a me, è diverso rispetto che parlare tramite un computer.

Ridacchio cercando di sfatare il momento di tensione.

– Su dai non ci pensare come faccio io. Cerca di prendere tutto alla leggera. Pensa come fosse un gioco no?

Sorride ed annuisce. Poi noto che si concentra maggiormente sulla strada e dopo una volta a sinistra punta alle macchine parcheggiate.

– Ecco. Mi hanno fottuto il parcheggio. Merda. Diluvia.

Mi spiega qual’è il suo portone di casa e dove aveva la macchina in precedenza, dopodichè ripartiamo alla ricerca di un parcheggio.

Dopo vari giri nelle vie adiacenti, troviamo parcheggio a circa 500 metri da casa.

– Lo sai vero che ci laviamo completamente adesso? – Mi domanda con preoccupazione.

– Ma un ombrello ? Un mantellino per la pioggia? niente? – Domando cercando di trovare una soluzione.

– Non ho niente, ho cambiato auto pochi giorni fà e non ho ancora messo dentro niente. – Mi risponde con sguardo rattristato e vagante per l’automobile.

– Sticazzi – Concludo.

– Dai al mio 3 corriamo. Mi raccomando seguimi che io non mi fermo fino a casa. –

– Ok. Ma sempre dritto vero? –

– Si, sempre dritto, corri sul marciapiede e non ti puoi sbagliare –

Parte il conto alla rovescia. Prendo le mie cose e le stringo in una mano, mentre con l’altra prendo possesso della maniglia.

Al “3” apriamo le porte. L’acqua ci accoglie a secchiate, nel giro di pochi secondi sono fradicio fino nei boxer.

Vedo la macchina lampeggiare per la chiusura delle porte e poco dopo, uno scatto felino e la folta chioma scura inizia a viaggiare a velocità elevata verso casa.

Scatto anche io nella stessa direzione, per riuscire a vedere tolgo gli occhiali e inizio a correre al massimo.

Faccio fatica a starle dietro, ma in lontananza, quei vestiti che indossa, iniziano ad appiccicarsi al suo corpo risultando quasi trasparenti. Mentre si muove, posso vedere il suo culo perfettamente, le sue gambe ora appaiono maggiormente ed un erezione improvvisa colpisce il mio cazzo che cerca di alzarsi in mezzo ai vestiti bagnati ed alla corsa frenetica.

Ad un certo punto quel magnifico culo, ferma la sua pazza corsa e dopo poco, scompare in un portone alla mia sinistra.

Come un fulmine mi butto anche io all’interno di esso e finalmente il diluvio cessa.

 

La porta si chiude alle nostre spalle e la luce neon illumina il corridoio che porta alle scale del condominio.

Davanti a me, Carla respira affannosamente. Il petto si alza e abbassa vistosamente, mettendo in mostra un seno maestoso e sopratutto privo di reggiseno.

Poi la vedo piegare il busto e con le mani andarsi ad appoggiare sulle cosce per prendere maggiormente fiato.

In quel preciso istante la sua maglietta si alza lasciando scoperto il bordo posteriore dei pantaloni e portando alla luce un perizoma anch’esso grigio che sbuca dal solco delle natiche.

A questo punto il mio cazzo è in piena erezione ed a causa dei vestiti bagnati e si può notare palesemente l’eccitazione del momento.

 

Il suo sguardo non manca di apprezzamento nel vedere il risultato di questa “doccia” improvvisa ed una volta tornata in posizione eretta, sorridendo esclama :

– Complimenti allora. Se quello che vedo è tutto tuo, devo ammettere che hai “doti” nascoste.

Entriamo in ascensore, ed ora che le sono più vicino, posso ammirare il seno dalla scollatura della maglietta. Devo però distogliere lo sguardo se non voglio già venirmi nei pantaloni.

– Non hai freddo? vuoi la mia giacca?

Mi guarda e comincia a ridere.

– Per prendere la tua giacca bagnata fradicia preferisco stare senza. Ma grazie del pensiero. – Finendo la frase mi carezza una guancia.

L’ascensore si ferma, le porte si aprono e la vedo incamminarsi decisa verso una porta poco distante.

Il suo culo, ora che non diluvia ed è possibile vederlo meglio, è ancora più eccitante nei vestiti bagnati.

In più noto pure che porta le infradito!

– Ma sei pazza a venire con le infradito… con tutto sto freddo!!

– Te l’ho detto prima che l’ho fatto solo per fare prima. Intanto ora mi butto subito sotto la doccia.

Entrati in casa, non ho il tempo di focalizzare niente che mi ha trascinato in cucina.

– Ora siediti, accenditi la tv ed aspetta. Ti porto un’asciugamano e qualcosa da metterti, così sta roba proviamo ad asciugarla, altrimenti come te ne torni a casa?

 

Non passano più di due minuti che torna con una tuta rosa in mano e un’asciugamano viola nell’altra.

– Questo è tutto quello che posso offrirti. Mi spiace, ma questa casa non vede uomini da qualche anno.

Posa tutto sul tavolo e dopo essersi scrollata i capelli all’indietro, appoggia le mani sul tavolo piegando un po il busto.

Dopodichè mi fissa e mi sorride.

– Spero ti senta a tuo agio. Ora ti lascio solo, così puoi cambiarti. Io intanto faccio una doccia, poi se vuoi, puoi andare a farla anche tu.

Mentre dice questa frase però inarca maggiormente la schiena ed ancheggiando leggermente mostra ancora una volta quel culo stupendo.

– Tu sei malato. Ahahahah!

La sua risata mi distrae e tornando a guardarla in viso, torna a parlare.

– Basta muovere un po il culo che già ti perdi ?

Scuoto la testa e dopo ancora una breve occhiata, affermo.

– Scusami ma….è bellissimo. Fai palestra vero?

– No, corro tutte le mattine 5 km prima di andare a lavoro.

– Bello veramente. E non solo quello.

Mi stringe rapidamente una mano che avevo appoggiata sul tavolo, dopodichè si dirige verso il bagno sculettando vistosamente.

 

Inizio a spogliarmi pensando a quella fantastica visione. Lo ammetto, mi piace! Mi piace da matti!

Quando tolgo i boxer posso notare l’effetto di quel culo. La mia erezione è completa e la cappella è leggermente bagnata.

L’eccitazione è alle stelle e non voglio immaginare cosa possa capitare dopo.

Prendo l’asciugamano ed inizio ad asciugarmi alla svelta, sento l’acqua scorrere nella doccia ed immagino il suo corpo nudo su cui scorre l’acqua calda.. Mi soffermo un po troppo su questi pensieri e mi ritrovo a massaggiarmi il cazzo tramite l’asciugamano.

Indossata la tuta rosa, mi trovo un pò a disagio, non tanto per il colore, quanto per le dimensioni.

Sia la maglia che i pantaloni sono aderenti ed il cazzo in erezione, fatica a stare dentro l’elastico. Come se non bastasse, la maglia è corta e lascia scoperta parte della vita, così facendo se l’erezione dovesse aumentare, sbucherebbe inesorabilmente dai pantaloni strettissimi.

 

A questo punto, torno a sedere incrociando le gambe e cerco di distrarmi guardando la televisione.

 

Passano circa 15 minuti quando sento la sua voce.

– Ho finito. Se vuoi vai a lavarti così ho il tempo di prepararmi e poi fare un caffè.

Sento i suoi passi scalzi e poi una porta chiudersi. Immagino sia andata in camera a vestirsi.

Nel frattempo faccio come mi ha detto, lascio i vestiti bagnati sul pavimento e mi dirigo in bagno.

 

Chiudo la porta e quando mi volto, trovo a terra i vestiti che indossava prima. Il perizoma è li in terra, stropicciato e completamente bagnato.

Mi avvicino, lo prendo e lo porto al naso. Quello che sento però non è per niente odore di sudore e nemmeno bagnato di pioggia. L’odore è troppo intenso, forte e penetrante.

Ammetto che mi viene voglia di metterlo in bocca e succhiare gli umori prodotti da quella donna così “normale” quanto arrapante.

Mi butto sotto la doccia, prima calda, tanto calda, quasi ustionante e poi, finito di sciacquare via il sapone, giro la manopola sul freddo.

Tremo mentre esco dalla doccia, completamente ghiacciato ma finalmente la mia erezione è scemata e dopo essermi asciugato, posso indossare quella tuta striminzita senza troppi problemi.

 

Finalmente apro la porta del bagno e preso fiato metto piede fuori da esso dirigendomi verso la cucina.

Poco prima di entrare in cucina sento già l’inconfondibile profumo di caffè.

– Dai muoviti che si fredda, è già pronto da 5 minuti.

Mi accoglie con i capelli stretti in una coda di cavallo che lascia maggiormente in vista quel viso a me sempre più carino.

Cammina scalza, con parte dei piedi coperti da un lungo e largo pantalone di tuta sta volta rosa. Alzando lo sguardo maggiormente il suo culo continua a risaltare anche con i pantaloni larghi ed ancora più in alto, dopo una brevissima visione del suo addome, una felpa nera con la zip centrale completa il tutto.

 

– Visto? ho messo anche io qualcosa di rosa. Così non ti senti troppo a disagio. Ahahahah!

Mentre mi siedo a tavola mi versa il caffè nella tazzina e poi mi porge lo zucchero.

Nel farlo si appoggia con i gomiti al tavolo e con il viso vicino al mio, attende che mi serva.

La zip della maglia credo sia appositamente lasciata leggermente aperta e ciò che vedo sotto, sembra essere un corpetto rosso con rifiniture nere e bordi delle coppe in pizzo anch’esso nero.

Il mio cazzo ha un impennata e per poco non butto fuori lo zucchero.

– Fai attenzione. Altrimenti dopo devi… lecca..re…

Non dico niente ma penso di essere diventato di tutti i colori, peggio di un camaleonte.

A fatica, cercando di non ustionarmi e di non mandarlo di traverso, cerco di bere il caffè offertomi con “tanta” gentilezza.

 

Appoggio la tazzina nel piattino, con la lingua mi pulisco le labbra, prendo fiato e cercando di guardare quella cavalla messa a 90° sul tavolo con la faccia a pochi centimetri dal mio viso, cerco di parlare. Ci provo, cercando di non balbettare per l’emozione.

 

– Ammetto che ho qualche problema a contenere le mie emozioni.

– Ed io ammetto che sto facendo di tutto per non fartele contenere. Un’altro, al tuo posto, penso che appena entrato da quella porta, sapendo per cosa siamo qui, mi sarebbe già saltato addosso. Non capisco perchè tu non l’abbia ancora fatto.

Deglutisco a fatica, il cazzo inizia ad uscire dall’elastico dei pantaloni. Inizio a sentire anche il bagnato dell’eccitazione sgorgare dalla cappella. Sto per scoppiare senza che mi abbia ancora toccato con un dito.

– Voglio che nel racconto, descrivi nel dettaglio tutto quanto e che tu sia sincero nel descrivere le tue emozioni. Se lo farai e ti andrà di continuare, potrai venire dinuovo da me.

Annuisco fissando la sua scollatura e poi il mio sguardo si sposta sul suo culo coperto dai pantaloni.

Scuote leggermente il culo e poi cinge il mio collo, da dietro, con tutte e due le mani.

– Perchè non dici niente? Perchè stai qui fermo ? Sei rosso come un peperone. Per caso non ti piaccio o ti serve solo una spintarella?

La fisso negli occhi, con i miei quasi lacrimanti dall’eccitazione e sottovoce le rispondo :

– Non sono poi così duro come può sembrare e vorrei sto momento non finisse mai. Mi ecciti come un pazzo e sono rimasto incantato a guardarti.

– Allora se non sei tu ad essere duro, devo esserlo io. No? Altrimenti qui non concludiamo niente.

Così dicendo tira giù la zip della mia maglia e dopo essere passata rapidamente alle mie spalle, prende la maglia dal colletto e l’abbassa fino ai miei polsi bloccando così le mani dietro la schiena.

– Non ti muovere altrimenti il gioco finisce quì. Da adesso fai cosa ti dico io. Ti piace l’idea?

Annuisco senza fiatare con il cuore che batte a mille.

– Adesso che dici. Vuoi vedere cosa c’è qui sotto? – Mi dice indicando i suoi vestiti.

Annuisco ancora una volta senza fiatare.

Toglie prima i pantaloni, quasi di fretta, rudemente, quasi come fosse un’impiccio che volesse togliere da tempo.

Non mi da il tempo di vedere bene che mi ha buttato in faccia la sua maglia che indossava fino a qualche secondo fà.

Una mano si intrufola velocemente nei miei pantaloni e prende possesso del mio cazzo.

Lo stringe alla base e muove lentamente la mano su e giù.

– Ragazzo, però non pensavo avessi un coso simile.

Mi chiede di alzare poco il culo di modo da abbassarmi i pantaloni alle caviglie.

Continuo a non vedere niente a causa della giacca sul mio viso, ma sento nitidamente il contatto della sua mano con il mio cazzo. Questa volta però scende a tastare le palle, le tira leggermente, mi forza ad aprire le cosce, dopodichè tira leggermente le palle per poterle raccogliere in una mano. Ora stringe leggermente la presa e dopo aver ruotato la mano tira ulteriormente.

Dalla mia bocca esce un leggero lamento e la giacca mi viene subito tolta dal viso.

Finalmente posso vedere la mia dea stretta in un corpetto come ho intravisto prima, rosso con rifiniture nere e bordi in pizzo anch’essi neri che regge e stringe un seno stupendo, credo sia una quinta. Per concludere un perizoma veramente minuscolo e nero attorno al quale si nota come la patata sia completamente depilata e… bagnata.

Tutt’ora, ripensando e narrando quegli avvenimenti il cazzo mi scoppia nei pantaloni.

Per alcuni potrà sembrare una donna qualunque, senza niente di particolare.

 

In effetti è una donna come tante altre, ma che senza volerlo ha risvegliato in me la parte più porca, stimolando inconsciamente (forse), nel modo giusto ogni mio punto sensibile per portarmi ad avere la bava alla bocca, come un cane che aspetta il suo boccone preferito.

Ed il mio boccone preferito era lì, a pochi centimetri dal mio viso, profumato e bagnato, coperto da un pezzettino insignificante di stoffa nera.

 

Eppure coperto, sembrava ancora più invitante.

– Dimmi cosa vuoi. Dimmi la verità… Non aver paura.

Aspettando la mia risposta, la mano stretta intorno alle mie palle inizia a muoversi in un lento massaggio.

– Voglio leccarti la figa.

Con la mano libera prende il pezzo di stoffa che copre la sua patata e finalmente lo sposta.

Posso finalmente vedere quel frutto stupendo, bagnato e aperto, quasi a volermi dire : penetrami.

– Questa vorresti leccare?

Appena annuisco la mano sposta nuovamente il perizoma sulla patata.

– Dovrai meritarti di poterla leccare. Ora però posso dirti io la verità?

– Si dimmi. – Rispondo continuando a guardare in direzione della patata ora nuovamente coperta.

– Ho sempre avuto esperienze con gente più grande di me. L’ultimo con cui l’ho fatto, aveva 48 anni ed era un toro quando mi montava. A volte mi faceva pure male per quanto mi sbatteva forte, ma aveva il cazzo grosso la metà del tuo. Dopo aver letto i tuoi racconti e parlato con te, mi è venuta voglia di provare con un ragazzo con 10 anni meno di me per la prima volta. Ma ora che vedo quanto è grosso il tuo amico, ho un pò paura. Non mi vuoi far male vero? – Nel dire questo, con la mano libera è andata a stringere l’asta del mio cazzo, mentre l’altra continua a massaggiare e tirare le palle.

– No, mai. Voglio fare solo quello che vuoi tu. Sei troppo bella e poi vestita così sto per venire.

Mi guarda negli occhi e con sguardo interrogativo domanda :

– Di già? ma poi hai ancora forza di scoparmi se vieni?

Chiudo gli occhi mentre inizia a segarmi ed apro la bocca per pronunciare una frase che per me era più un desiderio rispetto che un’affermazione.

– Usami finchè vuoi, fammi venire tutte le volte che vuoi, basta che tu sia soddisfatta. – Era la verità.

Apro gli occhi e la vedo sorridermi.

Tirandomi poi per il cazzo e le palle mi dice di alzarmi. Successivamente mi fa appoggiare con il culo al tavolo.

Non molla la presa sulle mie palle e si abbassa, si inginocchia a terra con le gambe larghe, inarca il culo sporgendolo all’indietro e poi avvicinando il viso al mio cazzo domanda :

– Lo vedi il mio culetto?

– Si, è stupendo.

– Se lo vuoi montare, dopo dovrai fare un gioco con me e se arrivi alla fine è tutto tuo. Adesso però ti faccio venire ma non ti devi muovere. Chiaro?

Annuisco senza rispondere.

– Parla ogni tanto, ti prego. Ahahahah.

– Si, scusami. Si ti prego.. fammi… ve..

– Dai non essere timido ahahahah

– Si… fammi venire.

 

Mentre finisco la frase la sua bocca, come una ventosa si è attaccata al mio cazzo.

Mentre succhia, le labbra scorrono lungo parte dell’asta mentre la lingua la sento leccare la cappella come fosse un gelato.

Finalmente molla la stretta sulle palle che però viene subito sostituita dalla bocca che dopo una breve leccata dell’asta va a prenderle entrambe in bocca per succhiarle e leccarle, dopodichè la bocca, assaporando ogni centimetro dell’asta torna fino alla cappella, dove si ferma e inizia a dare brevi e dolcissimi baci.

 

– Ora provo a prenderlo tutto in bocca, ma così grosso è la prima volta.

Eccitato al massimo domando:

– Ma sapevo di averlo grosso, ma lo è così tanto per davvero?

– Si, parecchio. Devo farti i complimenti.

Ed ecco che la bocca torna a possedere il mio cazzo. Sempre piu giù sempre più a fondo sino a quando sento la cappella toccare qualcosa di duro.

Vedo la sua faccia fare smorfie strane, qualche colpo di tosse e qualche conato trattenuto e poi le sue mani prendono possesso del mio culo e sento il mio cazzo comprimersi nella sua gola.

La sua faccia diventa rossa, apre la bocca con il cazzo piantato all’interno e tirando fuori la lingua cerca di respirare tra un colpo di tosse e l’altro. Poi spinge, spinge ancora, sento leggermente male alla cappella e poi sento il cazzo sprofondare ancora.

La sua bocca fa rumori strani, quasi voglia vomitare e poi il naso tocca il mio pube.

La bocca si chiude sul mio cazzo, sento risucchiare nuovamente e adesso sento che piano piano torna indietro.

Quando è finalmente uscito dalla sua bocca incomincia a tossire e respirare affannosamente.

– Ci sono riuscita per la prima volta. Che fatica. – Mi dice tra un colpo di tosse e l’altro.

Abbasso lo sguardo sui suoi seni e posso vedere come ad ogni respiro vengano compressi in quel corpetto tanto stretto.

L’eccitazione sale ulteriormente, ed ancora di più sale quando torna ad inarcare la schiena per mostrarmi il suo perizomino che si perde tra le sue chiappe e con la bocca torna a succhiare il mio cazzo.

Ora lo succhia come fosse un “ciupa ciupa”. Prende in bocca solo la cappella : la lecca, la insaliva, la succhia. Poi tutto di un colpo torna a succhiare ed andare su e giu per tutta l’asta, su e giù freneticamente. Sto per scoppiare, non resisto più, sto per venire. Con le mani faccio per muovermi per andare a prendere la sua testa, ma la maglia me lo impedisce e solo in quel momento ricordo di cosa mi aveva detto. – Non ti devi muovere -.

Realizzo che dipendo solo ed esclusivamente da lei, dalle sue mani e dalla sua bocca. Tutto il mio piacere è controllato da lei, inesorabilmente da lei. Solo lei potrà farmi venire e lo farà solo quando vorrà e se continua così, succederà molto presto.

In effetti sto per venire, il mio respiro inizia ad essere affannato e la sua bocca è come una ventosa che scivola sul mio cazzo.

Lo insaliva di continuo e la sua testa va su e giù all’impazzata.

Le sue tette ballonzolano strette bel corpetto e la visione di quel culo in cui scompare il perizoma sono troppo.

Mi sta succhiando l’anima e lo fa con tutta se stessa, succhia succhia succhia, lecca, bacia e poi una mano va a segarmi la base dell’asta mentre l’altra massaggia le palle. La bocca si ferma a ciucciare la cappella mentre la lingua saetta sul frenulo.

Si stacca con la bocca per dirmi due parole.

– Vieni. Adesso.

Torna a succhiare, succhiare a piu non posso. La mano sull’asta sega all’impazzata e la mano sulle palle inizia a stringere, a stringere e quando tira le palle verso il basso è il colpo di grazia.

Vengo. Vengo come un vulcano.

– Aaaaaaahhhhh

Riesco solo a dire questo mentre le vengo in bocca.

Ma lei non si ferma, prosegue ed io in preda a spasmi vengo ancora, ed ancora. Tutto nella sua bocca.

Le mie gambe cedono, quasi le cado addosso ma lei con una mano mi ferma. Mi riappoggia al tavolo e succhiando ancora ripulisce tutto il cazzo. La vedo mentre deglutisce. Deglutisce il mio sperma, appena spruzzato nel suo palato.

La sega ora è lenta e delicata, il mio cazzo continua a essere grosso, ma non più duro come prima.

Succhia ancora due o tre volte e poi, dopo averlo leccato tutto, con una mano richiude la pelle sulla cappella.

 

Finalmente si alza e mi sorride leccandosi le labbra. Ora che siamo entrami in posizione eretta mi accorgo che è alta come me. I nostri sguardi sono alla stessa altezza ed alla stessa altezza sono le nostre bocche.

In un raptus mi fiondo con la mia bocca sulla sua, spingo a forza la mia lingua tra le sue labbra. Sento i suoi denti aprirsi e la sua lingua fiondarsi contro la mia.

Le sue mani tornano a cingermi. Una in vita e l’altra dietro la mia testa, obbligandomi a continuare il bacio.

 

Ci siamo baciati a lungo, tanto a lungo.

Il mio cazzo nel frattempo è tornato in forze e spingendo sul ventre della donna si è tornato a fare sentire.

A questo punto, sentendo l’intruso, Carla torna ad impugnarlo e sorridendomi domanda :

– Vuoi ancora fare il gioco che ti ho accennato?

– Si facciamolo.

 

Sorride, si accovaccia nuovamente, scappella il cazzo e lo bacia dolcemente.

– Sei buono sai? Ora ti spiego il gioco.

 

Tornata in posizione eretta mi fa sedere sul tavolo e mi aiuta a spogliarmi completamente, dopodichè, impugnato nuovamente il cazzo, inizia a parlare.

 

– Il mio gioco è semplice. Ogni perizoma che cambierò, quello precedente sarà tuo. Inoltre, dovrai fare una serie di foto…-

 

Parlò ancora a lungo.

Il gioco consisteva nel resistere e non venire prima che avesse provato uno per uno tutti i perizomi.

Io dovevo stare immobile, appoggiato contro il tavolo, avrei solamente dovuto sporgere il cazzo.

Lei avrebbe indossato il perizoma, l’avrei poi fotografata davanti e dietro, dopodichè posizionata a 90° avrebbe scostato il perizoma e si sarebbe impalata sul mio cazzo.

In quel momento, quando solo la cappella era penetrata nella sua figa, avrei dovuto scattare un’altra foto.

Poi ancora… si sarebbe voltata, allargate le gambe e spostato nuovamente il perizoma si sarebbe nuovamente piantata sul mio cazzo.

A quel punto avrei scattato un’altra foto e lei successivamente si sarebbe divertita facendo un po di su e giù.

Ma non era ancora finita. Ad ogni cambio perizoma avrebbe cambiato anche corpetto, calze autoreggenti e scarpe con il tacco.

In poche parole era una tortura non poter venire.

 

Poi continua.

– Per concludere, tutti i perizomi che dovrò ancora provare, rimarranno appesi al tuo cazzo mentre quelli usati li metterò nella tua bocca per ripulirli. –

Parlava in preda all’eccitazione più pura, stringendo il mio cazzo e guardandomi con occhi pieni di desiderio.

Poi concluse.

– Se riuscirai ad arrivare alla fine, senza essere ancora venuto. Potrai scoparmi il culo, ma fai piano perchè l’ho preso solo due volte. –

– Posso dirti una cosa ? –

Mi guarda, piega la testa da un lato e sottovoce mi dice :

– Dimmi –

– Però adesso sei tu che parli come in un film porno. Ma accetto. Mi piacciono ste cose strane. Ma non so se resisterò. –

Ride e poi mi risponde.

– Se non resisti sarebbe un peccato. – Mi dice rattristando il viso nel pronunciare la frase. Quasi come se non volesse che accada.

 

Si china ancora e dopo avermi baciato il cazzo e dato una leccata mi domanda :

– Allora giochiamo?

Annuisco senza parlare.

Scendo dal tavolo, appoggio il culo e le mani al bordo di esso e come ordinatomi, sporgo il cazzo.

Saltella allegra in direzione della sua camera.

Poco dopo torna con in mano quelli che presumo essere i famosi perizomi.

Li allarga e li appende uno ad uno al mio cazzo.

Sono uno più bello dell’altro, di tutti i colori e di tutti i tessuti.

Poi si allontana nuovamente.

La vedo sgattare in un cassetto e poco dopo, torna con una macchina fotografica digitale.

– Ecco. Ora inizia a scattare.

Ed inizio a scattare eccome. Prima una foto davanti, completa e stupenda, poi una foto da dietro in cui risalta quel culo maestosamente stupendo e poi ecco che si avvicina, si mette a 90°, scosta il perizoma con una mano e con l’altra, impugnato il cazzo, lo direziona nella sua figa.

– Ora aspetta a scattare, prima facciamolo entrare. Non muoverti mai. Fai solo cosa ti dico.

Sento il cazzo appoggiarsi tra le sue labbra soffici, lo sento penetrare piano piano e poi un pò di fatica.

Sento che struscia faticosamente, ma è solo un’attimo e tutto di un colpo viene risucchiato all’interno di quelle dolci carni.

Sento che è caldissima ed oltre che soffice è anche inesorabilmente fradicia.

Il cazzo continua a sprofondare, poi si ferma.

Fa su e giu. Ancora su e giu, poi esce completamente e rientra, piano rientra, piano prosegue.

Sento la sua patata avvolgere il mio cazzo in una dolce e caldissima stretta bagnata e poi una spinta decisa.

Un sospiro soffocato.

– Aaahhhhh!

Il mio bacino va a contatto con il suo, divisi solo dalla mole di perizomi appesi al mio cazzo, rimane ferma in quella posizione.

– Ahhh! mi riempi tutta, che bello. Così mi piace un mondo.

Dopodichè esce nuovamente, ma non del tutto.

La cappella rimane tra le sue labbra larghe e bagnate.

– Scatta la foto adesso.

E così scatto.

 

Ora si stacca nuovamente da me per voltarsi.

Prende nuovamente il cazzo e avvicinatasi a me, scosta il perizoma e guardandomi negli occhi si lascia cadere su di esso.

Sento le sue carni aprirsi e farmi spazio ancora.

Mi sento sprofondare in lei, sempre più a fondo, fino a quando sento che più di così non può andare.

Faccio un mezzo movimento come per penetrarla ancora di più e subito la sento chiamarmi :

– Ehi! Chi ti ha detto di muoverti? O stai alle mie regole o non si gioca più!

Un piccolo lamento mi esce spontaneo :

– Aaahhh. Scusa ma è bellissimo.

Ridacchia sempre piantata su di me.

– Eheh. Ed è proprio per questo che mi piace quando stai immobile. Voglio farti impazzire.

– Si ma io no resisto per 11 volte così.

Mi fa scattare l’altra foto da davanti con il cazzo appena appena inserito nella figa e poi staccandosi si avvicina all’orecchio e mi dice.

– Pensa che sono solo più 10. Ma ora inizia a sentire se ti piace il mio sapore. Non eri tu che volevi leccarmela tutta? –

Così dicendo, si leva il perizoma, lo passa nel solco della figa e dopo avermi preso il cazzo con una mano, con l’altra mette il perizoma nella mia bocca.

 

Il suo sapore invade subito la mia bocca e come un fulmine arriva al mio cervello aumentando a dismisura la voglia che ho dentro.

 

Ridendo si spoglia completamente davanti ai miei occhi.

Per la prima volta posso vederla completamente nuda, ed è più bella di ciò che immaginavo.

Ventre quasi piatto, una leggera pancetta la rende ancora più invitante, quel culo maestoso mi manda l’adrenalina a mille e poi finalmente vedo il suo seno. Bello e anche se grande rimane abbastanza su.

Aureole ne grandi ne tantomeno piccole, scure, con due capezzoli dritti e gonfi che sembra dicano “succhiami”.

– Cosa ti guardi? vorrai mica venire di già?

Si avvicina e prende uno dei perizomi appesi al mio cazzo, dopodichè scompare nuovamente in camera da letto.

 

Ciò che si sussegue lascio all’immaginazione.

Contro però ciò che immaginavo, tra un cambio e l’altro, fà battute, scherza, cerca di distrarmi, quasi a non volere che io venga.

Dal canto mio, per durare maggiormente, cerco di distrarmi, di non pensare troppo, di guardare la casa, i mobili.

Ma poi al sesto perizoma che prova, dopo aver fatto la foto a 90° si volta, si appende al mio collo con entrambe le mani e avvicinata all’orecchio mi dice:

– Voglio venire.

Con il bacino si avvicina al mio cazzo, cerca di indirizzarlo senza toccarlo con le mani e quando trova l’entrata, si lascia cadere.

Inizia ad andare su e giù come una pazza. Sento la sua figa contrarsi e rilassarsi, sento gli umori colare lungo le palle, lungo le gambe.

Faccio fatica a resistere, chiudo gli occhi, stringo i denti.

 

Sto per venire.

 

Uno schiaffo forte mi prende in pieno viso, sulla guancia destra.

Lei continua a saltare sul mio cazzo.

– Non venire. Guai a te! – Quasi mi urla.

Una mano si stacca dal mio collo e dopo aver fermato la cavalcata ricevo un’unghiata pazzesca sulle palle.

– Almeno pensi ad altro.

Il dolore è forte, tanto che quasi mi si ammoscia il cazzo.

Ma il suo riprendere a impalarsi su di esso, me lo mantiene duro.

E poi eccola.

– AAaaaaaahhhh Siiiiiii!!! Ti adorooo…!!!

Gli umori invadono le palle, le gambe, il ventre e poi con il cazzo piantato in profondità, mi bacia.

Mi bacia scavando con la lingua nella mia bocca.

 

Dopodichè si stacca.

 

– Devo fare pipì.- Annuncio.

– Anche io, vieni. Andiamo in bagno. –

Mentre faccio pipì da seduto, per non spruzzarne ovunque, per via dell’erezione, si siede nel bidet e la fa con me.

Vedendo che per fare pipì tengo il cazzo ferso il basso, leva la mia mano e mette la sua.

– Non vorrei mai che ti fai una sega e vieni. Così non sarebbe valido! –

 

Sono passate quattro ore da quando sono entrato in questa casa.

Avevo programmato di prendere il treno di circa 10 minuti fà, credendo che fosse stata una cosa veloce, ed invece alle 19:30 sono ancora qui.

Inizio a preoccuparmi per trovare un treno per il ritorno e l’avverto della mia preoccupazione.

– Dobbiamo sbrigarci allora. Prenderai il treno delle 9. Così abbiamo ancora tempo.

 

In effetti gli altri 5 perizomi con i relativi indumenti furono un po frettolosi ma sempre molto eccitanti.

Appunto la fretta e la preoccupazione di non riuscire a prendere il treno di ritorno, mi fecero resistere alla perfezione fino all’ultimo perizoma.

 

– Dai ancora questo e abbiamo finito. Così poi il treno sai a che ora puoi prenderlo?

– No. Dimmi – Domando io

– Lo prendi poi domani quando ci alziamo. Ma fai attenzione che se sbagli tu la mia patata e il mio culo non li tocchi comunque –

 

Solo in quel momento capisco che il treno l’ha usato solo come trabocchetto per farmi resistere maggiormente.

 

In quel preciso istante in cui realizzo tutto e mentre si sta impalando sul mio cazzo ho un sussulto. Credo di essere al limite e di dover venire.

Penso se ne sia accorta perchè si ferma subito.

– Ehi. Non adesso! Proprio all’ultimo solo perchè ti ho svelato il mio tranello. –

Così dicendo ricevo nuovamente un’unghiata nelle palle e sta volta aggiunge una vigorosa strizzata, tanto da farmi quasi urlare.

– Aaahhhh.. Mi fai male però! –

– Zitto che dopo mi ringrazierai. –

E così facendo anche l’ultimo perizoma mi viene consegnato per essere succhiato.

 

Mi fa sputare anche questo perizoma, mi prende per mano e mi allontana dal tavolo.

– Che dire. Non avrei immaginato che avresti resistito. –

Si allontana da me per tornare al tavolo.

Allarga le gambe, piega il busto a 90°, sporge il culo e appoggiando i gomiti al tavolo. Il suo sguardo si direziona verso il mio.

– Dai tesoro. Ora è tutto tuo. Fai piano… Ti prego. –

 

Finalmente sono libero di fare ciò che voglio, di muovermi come voglio.

Mi avvicino, le sfioro le natiche con una mano, quelle due mezze lune che tanto ho sognato fino a poco fà.

Soffici e morbide, una mano per natica e forzando poco le allargo. Alla mia vista compare, piccolo e chiuso il buchino quasi inviolato.

Di istinto mi abbasso, mi inginocchio e come segno di gratitudine affondo il mio viso tra le sue gambe, in corrispondenza con la sua patata.

La mia lingua sprofonda impetuosa prima tra le grandi labbra e poi tra quelle interne, piu piccole e soffici.

Sento il suo respiro, sento i suoi lamenti ed io continuo come a voler rendere grazie.

Vago all’interno di quella splendida intimità, ne seguo i contorni, succhio le labbra, cerco il clitoride da leccare e picchiettare con la lingua.

Impetuoso come uno tsunami ricevo direttamente in viso il suo orgasmo, vedo le sue gambe cedere poco, succhio e continuo a leccare.

Il suo profumo è forte, intenso, ed il suo gusto mi invade la bocca fino a riuscire a sentirlo nel naso.

Si lamenta e continua a dire frasi sconnesse mentre continuo a leccare fino a quando una sua mano mi spinge via.

– Ti prego, basta, altrimenti non ho più forza.

 

Ecco che in quel momento, alzo di poco il viso e la mia bocca va a baciare il secondo forellino, quello più inviolato.

L’odore misto al sudore è forte eppure buono. La mia lingua parte ancora all’impazzata, leccando e cercando questa volta di insalivare il più possibile quel forellino.

Poi ancora una volta la sua mano mi spinge.

– Scopamelo.

 

E così faccio.

Mi alzo, prendo il cazzo in mano e dopo averci sputato abbondantemente sopra, miro, appoggio e spingo.

Spingo piano, ma senza fermarmi continuo.

– Ahhhh… Dai continua… Ahhh..

Piano entro in lei continuando a sputare sulla parte di cazzo che rimane ancora fuori.

– Dai continua a entrare ma fai piano.. Ahhh si.. Dai…

E così continuo…

– Sono quasi tutto dentro.

Quando l’avverto di questo, è lei a venirmi incontro.

– Dai spingi!!! cazzo..

E così faccio.

Sento il cazzo sprofondare e stridere dentro di lei.

– Aaahhhh!!!

Ed è tutto dentro. Mi fermo.

– Sono tutto dentro.

– Bravo tesoro. Ora scopami come vuoi. Te lo sei meritato.

– Come voglio giusto? – Le domando.

– Si.

 

Alla sua affermazione vado ad afferrare i seni e stringendo con gentilezza i capezzoli inizio ad entrare e uscire quasi completamente dal suo culo, ma sempre con gentilezza.

Ogni tanto mi alzo per sputare ancora sul cazzo e poi, mi abbasso verso la sua figa.

Con una mano massaggio l’esterno, mentre con l’altra, inizio un frenetico ditalino a due dita.

In quel momento inizio a scoparla freneticamente.

 

Ad ogni colpo, in quella cucina si sente rimbombare il rumore delle sue chiappe contro il mio bacino.

Rumore sempre piu rapido, piu frenetico e più forte..

 

I suoi gemiti si trasformano in urla.

Subito temevo di farle male, ma poi le sue parole mi fecero letteralmente esplodere.

– Siiii.. scopami così….

Non ho più resistito. Non le ho chiesto se potevo. L’ho fatto e basta.

Come un toro ho iniziato ad assestarle sonori e profondi affondi, fino a quando non vedevo il cazzo tutto dentro non mi fermavo.

Frenetico e rapido ho iniziato a scoparle selvaggiamente il culo fino a quando non ho più resistito e urlando tutto il mio godimento mi sono scaricato nel suo culo.

Sono venuto come una fontana. Non credo di essere mai venuto così tanto.

– Aaaaaahhhhhh… Siiiii…. Che culo spettacolare… Ahhhhhhhhh ti spaccooo… Ahhhh

 

Mi accascio sulla sua schiana.

– Bravo il mio tesoro. Ora però esci dal mio culo e riprenditi. Non credere sia finita qui. Una scopata adesso me la devi.

Spalanco gli occhi. Il mio cazzo fa quasi male se viene toccato. Il culo era veramente stretto.

 

– Mi vuoi uccidere?

– Ahahah No tesoro, no muori. Te lo assicuro.

 

Ci siamo presi una pausa in cui abbiamo avuto il tempo di farci una doccia, cucinare e cenare sempre nudi.

Al dolce però qualcosa è cambiato.

Dopo aver sparecchiato il tavolo mi domanda :

– Lo vuoi un dolce speciale?….. Tutto mio?

Annuisco sorridendo e la vedo andare verso il tavolo ancora una volta.

Si piega a 90 su di esso.

– Voglio vedere fino a che punto ti piaccio.

Indirizza la bomboletta prima dentro la figa, poi dentro al culo farcendoli abbondantemente. Riempie poi tutto il solco delle natiche e la striscia della figa. Conclude aprendo la bocca e riempiendola, dopodichè con una mano mi fa cenno di avvicinarmi mentre con l’altra lascia cadere a terra la bomboletta.

 

Sorrido e mi avvicino a lei.

Prima mangio quella nella bocca e dopo un breve bacio con la lingua, mi metto alle sue spalle.

Dopo aver ripulito perfettamente tutto l’esterno dei suoi buchi, mi dedico all’interno. Di tutti e due, fino a quando trovo ancora panna, fino a farla venire ancora una volta.

 

Finito di mangiare il “dolce” abbiamo preso il caffè e finalmente ho visto anche camera sua.

 

Abbiamo scopato a lungo, ma questo non sto più a raccontarlo.

 

Dal momento che mi ha accompagnato al treno, non ho più saputo niente di lei.

Il numero che mi aveva dato era sbagliato e alla mai non ha più risposto.

Sarà un bellissimo ricordo.

 

<<.. Se non ti avessi modificato il numero di cellulare mentre eri in bagno da me e ti avessi ancora risposto alle mail, non avrei mai saputo se tu fossi realmente eccitato nel vedermi un'altra volta, oppure se mi avresti usato solo come svuotatoio.

E poi tenterti sulle spine…. mi piace…

 

Sei stato proprio sincero nel racconto e hai pure trascritto le mie mail…

 

Non sono stata troppo cattiva con te… vero?

Mi piacerebbe giocare ancora.

Quando vieni a trovarmi?

 

Ciao.

 

Carla. ..>>

 

Allegata alla mail c’erano due foto.

Nella prima, riconoscevo il suo corpo, fotografato da dietro. Fantastico, arrapante, invitante.

Gambe leggermente aperte, busto piegato a novanta, autoreggenti, perizoma abbassato all’altezza delle ginocchia e le sue mani che allargavano il piu possibile le chiappe.

Si mostravano a me, in tutta la loro magnificenza entrambi i suoi buchi.

 

Nella seconda, riconoscevo invece il suo perizoma. Era un’invito.

Si vedeva la sua bocca, le sue labbra e i suoi denti che tenevano stretto quel pezzetto di stoffa tenuto in tensione con due dita, splendide e con unghie curate e smaltate di rosso.

Oltre alla sua bocca, si notava un poco sfuocato anche parte del suo corpo e come sfondo potevo vedere le sue tette, strette in uno dei corpetti usati con me l’ultima volta.

 

Mi dovetti sfogare..

Mi dovetti “svuotare” a quella visione.

Allegato alla mail c’era anche il suo numero di telefono.

Era notte inoltrata, ero in pausa a lavoro di un mercoledì come tanti altri.

Prendo il telefono, compongo il numero e premo la cornetta verde.

 

– Pronto.

La voce sembrava arrivare dall’oltretomba.

– Ciao. Ho letto ora la tua mail e non ho resistito oltre.

– Ah ma sei tu. Ma che ore sono?

– Sono le 2 di notte. Vengo sabato, come l’ultima volta.

Dall’altra parte del telefono sento ridacchiare.

– Diretto eh? Va bene. Ti aspetto, ma non chiamarmi più di notte. Chiaro?

Ora sono io a ridacchiare.

– Va bene. Ma cosa mi farai sta volta?

– Hmm. Vediamo.. Non lo so. Lo scoprirai. Ciao caro. Un bacio.

 

Non mi viene dato il tempo di replicare e la chiamata viene interrotta.

 

Non l’ho piu sentita fino a venerdì notte, quando, verso le 9 di sera, ricevo un messaggio sul cellulare.

<<.. Domani, chiamami prima di partire! Altrimenti mi tocca fare dinuovo le corse! Ciao! ..>>

Non le rispondo per farla rodere un pochino e verso le 3 di notte mi fa uno squillo al quale non rispondo nuovamente.

 

Questa volta, in treno, durante il viaggio per Milano, riesco a non addormentarmi e verso metà percorso la chiamo.

 

– Buon giorno! Sono in treno, tra un’ora sono a Milano.

Sento un risveglio brusco, strusciamenti sul telefono ed infine la sua voce.

– Oh cazzo. Ma ti avevo detto di avvertirmi prima e poi perchè ieri non mi hai risposto? Pensavo non venissi più.

 

Ridacchio e le spiego che era per vendicarmi di aver modificato il suo numero sul mio telefono.

– Questa me la paghi. Ora mi tocca correre ancora una volta.

 

Da quel momento la mia testa è partita immaginando quella fantastica donna.

Il resto del viaggio è volato ed in un’attimo ero già in stazione.

Uscendo dal treno l’ho chiamata ancora.

– Ciao, sono arrivato ora in stazione.

– Ciao, ed io sono davanti a te.

La chiamata viene chiusa.

Con lo sguardo vado in cerca della sua folta chioma, delle sue forme.

Niente.

La gente che affolla la stazione è tanta.

Poi guardando bene, cappello di lana scuro, occhiali da sole, sorriso smagliante, rossetto rosso fuoco, giaccone lungo fino alle caviglie e scarpe nere, aperte, con tacco massiccio.

Mentre si avvicina, toglie gli occhiali e finalmente la riconosco.

– Se non mi fossi fatta notare, non mi avresti riconosciuto.

Si avvicina ancora, con una mano cinge la mia vita e con l’altra stringe la mia spalla.

I visi si avvicinano, le labbra si aprono, le carni si sfiorano, si toccano.

Ci baciamo e sembra che tutto attorno si fermi per un momento.

Quando ci stacchiamo dalla mia bocca esce solo un :

– Uaho…

Sorride, prende la mia mano e mi precede dirigendoci verso l’uscita.

Usciti fuori dalla stazione si ferma e voltandosi verso di me ammette rattristando il viso :

– Quando mi tocca avere a che fare con te, il parcheggio è sempre impossibile da trovare.

Ridacchio ed aggiungo:

– Almeno sta volta non piove. Ahahahah

In effetti la “passeggiata” per arrivare alla sua macchina è abbastanza lunga e quando ci siamo di fronte, la vedo guardarsi intorno.

Apre la sicura delle portiere, la guardo, mi guardo intorno e non vedo niente di strano.

Al che le domando :

– Ma cosa fai?

Sorride e mi fa cenno di entrare.

Mi siedo all’interno e chiudo la portiera.

Dal finestrino al vedo armeggiare con i bottoni della giacca.

La portiera si apre ed anche il suo giaccone.

– Oh cazzo.

Riesco solo a dire questo, mentre il mio fiato inizia ad accorciarsi e il cuore battere all’impazzata.

Autoreggenti nere ben in vista e sopra di esse un tubino attillato e rosso che finisce poco sopra metà seno.

Toglie il giaccone di fretta e furia, me lo lancia addosso e poi salta in macchina chiudendo la portiera di scatto.

– Non riesco ad essere esibizionista! Che vergogna. Forse ho esagerato.

Butto la giacca nei sedili posteriori e mi fisso a guardarla.

È splendida ed il mio basso ventre ne risente.

 

Mi sorride con il viso tutto rosso e poi appoggia una mano sul mio pacco.

– Prima di andare da me, voglio fare un gioco. Però… – prende fiato – lo facciamo solo se adesso te lo tiri fuori.

Ora penso di essere io quello che diventa di tutti i colori.

La vedo prendere l’iniziativa e abbassare la zip dei miei jeans.

La guardo a bocca aperta, mentre lei, fissandomi, infila una mano all’interno, sorpassa l’orlo dei boxer e dopo aver afferrato il cazzo in piena erezione, lo estrae sorridendomi.

Provo a dirle che mi devo ancora lavare, ho lavorato tutta la notte e ho viaggiato in treno per arrivare da lei, ma sembra non ascoltarmi.

Con la mano che impugna il cazzo stringe la presa e abbassa la pelle scappellandomelo, l’altra va a massaggiarmi le palle mentre vedo la sua testa abbassarsi su di me.

Prima mi bacia sulle labbra con delicatezza e poi scende più in basso con la testa, fino al mio cazzo.

Sento le sue labbra posarsi sulla cappella, sento il contatto della sua lingua e poi le sue labbra scendere lungo l’asta.

Alzo gli occhi verso il vetro dell’auto e mentre ricevo uno dei più bei pompini della mia vita, mi rendo conto dove siamo. La gente cammina sul marciapiede, le macchine intasano la via e lei…

Lei, ancorata al mio cazzo che lo succhia come un ciupaciupa.

Poi guardo le sue gambe, fasciate nelle autoreggenti bene in vista e poi quel tubino cortissimo che finisce poco sotto le sue chiappe.

Non resisto oltre, senza nemmeno avere il tempo di toccarla vengo nella sua bocca.

– Aaaahhh.

Ingoia tutto il mio sperma, lecca e succhia fino a ripulirlo completamente dopodichè si rialza leccandosi le labbra.

– Ora però dovresti ricambiare, non trovi giusto?

Annuisco con il capo, immaginando cosa intende.

La vedo togliersi le scarpe, alzare un piede e portarlo sul freno a mano. Con la schiena si appoggia alla portiera e l’altra gamba la porta vicino al cambio.

Si apre così alla mia vista il suo frutto proibito, nascosto da un perizomino nero che scosta subito frettolosamente.

– Ma quanto è bella e non solo quella.

Dico riferendomi anche al buco del culo così invitante.

– Ma proprio qui? In mezzo alla gente? E se ci vedono?

Mi fa cenno di stare zitto con il dito davanti alla bocca, mentre con l’altra mano prende possesso dei miei capelli e mi spinge la testa tra le sue gambe.

Non resisto oltre e mi tuffo sul suo frutto già umidiccio.

Voglio il suo sapore in bocca, voglio bere il suo frutto e per farlo affondo la lingua in lei, cercando di andare più in profondità possibile.La faccio roteare all’interno, entro ed esco, lecco con forza e poi esco e parto a leccare dal suo culo fino al clitoride.

Mi soffermo anche a leccare il buco del culo qualche secondo ma una sua mano torna ad afferrare i capelli e mi riporta sul suo clitoride. Lo succhio, lo mordicchio, lo tiro con i denti, lo lecco e torno a leccare con foga tra le labbra e poi dinuovo in profondità ed eccola arrivare.

– Aaaaaaahhhhh siiii…… vengo…. e bevi tutto cazzo…

Non serviva dirmelo, l’avrei fatto comunque. Bevo tutto il suo succo, fino a quando non è lei a levarmi ancora una volta tirandomi per i capelli.

 

Ritorna a sedersi composta mentre io mi godo i suoi umori nella mia bocca.

Mentre fisso fuori, immaginandomi in quanti possano averci visto, sento una sua mano tornare ad impugnare il mio cazzo.

– Ma è sempre duro così sto coso?

– Ahahah. Con una come te, come fa a non esserlo?

 

Le allontano la mano e provo a rimettere il cazzo nei pantaloni ma vengo fermato ancora.

– No caro! Ieri non mi hai risposto.. Ed ora per punizione lo tieni fuori tutto il tempo.

– Dai no, dai ti prego, faccio tutto quello che vuoi in cambio.

– Non ci casco, perchè farai tutto quello che voglio comunque, anche se non te lo rimetti nei pantaloni. Ahahahah

 

In effetti mi ha fregato perchè ha ragione.

La macchina si accende e partiamo.

 

Durante il viaggio parliamo un po, io con il cazzo di fuori e lei il vestitino tutto alzato ed il perizoma che non copre affatto la sua figa.

Dopo un po però, noto che la strada non è la stessa della volta scorsa.

– Ma non hai girato a destra.

Mi guarda stupita.

– Ma ti ricordi già dove abito venendo solo una volta?

– Memoria fotografica.

Sorride e ancora con faccia stupita continua:

– Non riesco nemmeno a fregarti allora. Ahahah

– Comunque non stiamo andando a casa. Voglio fare un’altro giochetto. Non sono cattiva vero?

Mi dice portandosi una mano su una tetta e sorridendomi.

Prendo fiato e mentre il mio cazzo torna duro come il marmo, rispondo:

– Ma tu vuoi farmi scoppiare il pisello?

Scoppiamo entrambi a ridere.

Continua a guidare verso la periferia e poi ancora fuori città, superiamo qualche paesino e poi la vedo prendere una strada sterrata.

– Questo è il posto dove i miei genitori ci portavano a me e mia sorella da piccoline. Qui non ci disturberà nessuno.

La vedo svoltare in un boschetto e poi svoltare ancora verso un piccolo prato.

– Che bello che è qui.

Affermo guardandomi intorno mentre la macchina ferma la sua corsa.

– Ma sopratutto tranquillo.

Sento dire mentre una mano torna ad afferrare il mio cazzo.

Mi volto verso di lei e la vedo abbassarsi il vestito scoprendo le tette prive di reggiseno.

Non le domando se posso e mi fiondo deciso a succhiare il capezzolo destro.

Succhio con forza, nessuna gentilezza anche quando la mia mano si dirige sulla sua figa fradicia e neanche quando spingo due dita in lei.

La sento ansimare, si contorce sul sedile, mi stringe la testa con le mani e inizia a miagolare quando le dita iniziano a muoversi con forza dentro di lei.

Mi stringe i capelli con le mani, mi schiacchia contro il seno che sto succhiando e poi mi stacca di colpo e mi spinge via.

Mentre cerco di capire cosa capita, la vedo riprendere fiato e poi sorridendo si mette a parlare sottovoce:

– Fuori fa un freddo cane, vedi di scaldarmi a dovere capito?

– Va bene.

Anche se non sappia ancora bene le sue intenzioni.

Si infila dinuovo le scarpe con quel tacco maestoso e con il vestitino arrotolato in vita esce fuori dalla macchina.

La seguo ed anche io esco fuori al gelo di questo sabato mattina.

Prima di richiudere la porta, la vedo togliersi il perizoma e buttarlo sul sedile dell’auto, dopodichè si dirige al cofano.

Mi avvicino mentre si piega a 90 su di esso e appoggia le mani e i gomiti sulla fredda lamiera.

– Sbattimi forte che fa freddoooo!

Corro alle sue spalle e dopo aver preso la mira, affondo in lei, fino alle palle.

La sento stretta ma bagnata fradicia, la sento lamentarsi rumorosamente e poi :

– Dai sbattimi, dai scopami che ho una voglia assurda.

– Adesso ti monto.

Così dicendo inizio a scoparla selvaggiamente. Mi calo pantaloni e boxer alle caviglie per aggevolare la cavalcata.

Il freddo si fa sentire, ho le chiappe gelate e non oso immaginare il suo corpo completamente nudo.

– Ma quanto sei troia? Sei proprio una vacca da monta. Ma dove la trovo un’altra vacca affamata di cazzo come te???

Mi piego leggermente su di lei, per trasmetterle un po di caldo, mi aggrappo ai suoi seni e strizzo con forza i suoi capezzoli…

– Aaaaah!! I capezzoli erano congelati!!!

Affondo con forza in lei, ad ogni affondo i nostri corpi si colpiscono rumorosamente. Poi oltre ad affondare con forza aggiungo la velocità e strizzo ancora una volta i capezzoli.

– Aaaahhh!! Cazzoo… Scopamiii…

– Ti monto troionaaa!

La prendo per i seni avvolgendoli con le mie mani e strizzandoli alzo il suo busto fino a portarla in posizione eretta.

In questa posizione inizio a sbatterla con forza, cerca di sporgere il culo per poter affondare maggiormente in lei ed intando le giro con forza la testa fino a portare la sua bocca sulla mia.

La bacio con tanta lingua mentre torno a strizzarle i capezzoli e a montarla con forza.

Abbiamo il fiato corto entrambi, la vedo faticare a respirare mentre mi bacia, la obbligo a continuare a baciarmi mentre una mano va a schiacciare il clitoride.

Dopodichè mi appendo ai suoi fianchi e continuo a montarla con forza.

Il cappellino di lana non regge piu il peso dei capelli e cade a terra liberando la folta chioma che ora va a coprire le spalle e parte di quel viso magnifico.

– Si dai, sbattimi, sto per venire..

Le sue mani vanno a stringere le mie chiappe.

– Si dai ti prego, continua…

Il freddo è terribile ma l’eccitazione è tanta e dopo un po avverto che sto per venire.

– Vienimi dento ma sbattimi forte dai, sto per venire anche io.

– Che zoccola, ora ti fai pure farcire la patata.

– Sono la tua zoccola, farcisci la tua patata preferita…

 

Dopo questa non resisto oltre e mentre le assesto selvaggiamente gli ultimi colpi la sento venire.

Anche io sono sul punto di non ritorno e lamentandomi ad alta voce la schiaccio sul cofano gelato e affondo con forza in lei mentre vengo e vengo e vengo ancora.

Mentre il mio cazzo emette gli ultimi spruzzi sento già gli umori colare sulle mie palle e sulle mie gambe.

 

Mi stacco da lei e di corsa torniamo in auto, al caldo.

Respiriamo entrambi affannosamente, ci guardiamo, sorridiamo, ci baciamo.

– Tieni. Qualche fazzoletto, altrimenti mi imbratti la macchina nuova.

Entrambi ci asciughiamo alla meglio e poi ci ricomponiamo.

– Non pensarci nemmeno. Il cazzo tienilo in vista. Vedi? Io mica le ho rimesse le mutandine.

In effetti le mutandine sono appese al cambio ed il vestitino è ancora alzato in vita. Si è solo coperta il seno, per poter guidare inosservata.

 

– Ora credo che possiamo andare a casa mia. Mi sono divertita abbastanza e tu?

– Sei stata stupenda.

Rispondo mentre ancora riprendo fiato.

 

Mentre andiamo verso casa però si ferma ad un’autogrill in tangenziale.

– Dai copriamoci ed entriamo. Voglio prendere qualcosa da bere a casa. Non ho nemmeno una bottiglia di vino.

Così ci copriamo entrambi, ma il perizoma rimane attaccato al cambio.

Quando entriamo in autogrill, penso al fatto che nessuno potrebbe immaginare che sotto quel lungo giaccone, ci sia un corpo così bello, fasciato solo da un tubino striminzito e autoreggenti nere.

La vedo avvicinarsi alla cassa e chiedere qualcosa al cassiere, dopodichè vedo che le indica verso sinistra. Le sento solo dire :

– Grazie mille.

Poi rivolgendosi a me, quasi urlato mi dice :

– Caro, vieni un secondo che mi devi aiutare.

Nessuno si volta, il cassiere non sembra farci caso. Solo io credo di diventare di tutti i colori e guardare tutti i presenti credendo di essere osservato dal mondo intero.

Mi metto a seguirla e finalmente capisco la sua destinazione : WC

Entrati nella prima porta, ci troviamo davanti alle porte divisorie per “sesso”.

– ..Ma..

Non mi lascia il tempo di dire altro che mi ha trascinato nel bagno delle donne e poi nel primo wc libero.

Almeno posso dire che i wc delle donne sono abbastanza puliti e non luridi come quelli dei maschi e starci all’interno non da il voltastomaco. Ma ho poco tempo per pensare. Si toglie il giaccone e dopo averlo appeso alla porta si china e apre frettolosamente i miei pantaloni.

Mi abbassa jeans e boxer in un colpo solo e sempre freneticamente prende il mio cazzo in bocca.

Lo succhia con poco vigore, sembra, piu che altro, lo voglia bagnare.

In effetti lo sta insalivando e quando tirandolo fuori dalla bocca è pieno di saliva, si rimette in posizione eretta, mi da le spalle, si alza il vestitino e aprendosi le chiappe mi sussurra :

– Ora farcisci anche il mio culo.

 

Non riesco a crederci.. Non riesco a capacitarmene che sia tutto vero.

Eppure quando la cappella tocca il suo forellino posteriore è tutto piu che vero…

Mi sembra di sentire il cuore uscire dal petto.

Tutti e due abbiamo il respiro affannato.

La cappella inizia a spingere sul forellino, vedo il cazzo iniziare a pressare su di esso, lo vedo piano piano spingere sempre piu, vedo il culetto cedere piano piano e poi la sua voce mi risveglia :

– Dai cazzo siamo all’autogrill… Spingilo dentro…

Non resisto oltre e inizio a spingere. Mi voglio appendere alle sue tette, abbasso il vestitino e inizio a strizzarle mentre spingo il cazzo sempre piu in profondità.

La vedo stringere i denti e fare smorfie mentre sento il cazzo stridere in quel buco così stretto.

Poi eccolo arrivare alla fine della sua corsa. Ora è tutto dentro di lei.

– Montami porco maiale. A te serve solamente spronarti per farti diventare un porco. Dai montami, dai scopami il culo maiale.

Ancora una volta ammetto che ha ragione e appunto come mi consiglia, eseguo.

La sbatto con forza, il suo culo è stretto e stupendo e quando le mie palle vanno a battere contro la sua figa sento tutto bagnato.

Gli umori misti alla mia sborra di prima stanno uscendo dalla sua patata.

Non resisto alla tentazione ed uscendo dal suo culo affondo con forza nella sua figa piena di umori.

Si lamenta e un urletto per la penetrazione improvvisa le scappa dalla bocca.

Ora esco nuovamente e con il cazzo tutto bagnato riaffondo con forza nel suo culo.

Ancora una volta le scappa un lamento.

Non le do il tempo di riprendersi che parto a muovermi con foga in lei.

La tengo stretta per i fianchi mentre la monto. Lei si tiene alla maniglia e con l’altra mano cerca appiglio nel suo giaccone. Io invece mi godo la visione delle sue chiappe che si deformano a ogni contatto con il mio bacino.

Adoro il suo culo e penso siano passati più di 10 minuti da quando ho cominciato a montarla.

Ma ora, ricordandomi dove siamo, cerco di concentrarmi maggiormente per venire al piu presto.

Il modo migliore è stato guardarla bene, il suo tubino arrotolato in vita, le sue smorfie in viso, il suo seno maestoso che saltella all’impazzata, quelle sue gambe aperte con la figa piena dei nostri umori e poi ancora più in basso autoreggenti e tacchi alti.

E poi quel suo culo, quel culo che parla da solo, quel culo che sto montando da 10 minuti abbondanti.

Porto una mano alla sua figa, raccolgo i nostri umori il piu possibile e poi li porto alla sua bocca.

Apre le labbra, accoglie le mie dita e poi le ordino di leccare il palmo della mia mano.

I nostri umori mischiati, tutti raccolti su quella lingua che poco fa roteava sul mio cazzo.

Non ho più resistito.

Grugnendo sono venuto come un fiume.

– Aaaaahhh… stupendo… che… culo….stupendo…

Mi accascio sulla sua schiena prendendo fiato con ancora il cazzo in lei.

Si sfila il cazzo dal culo e girandosi mi bacia.

Non mi da il tempo di ripulirmi che mi ha già alzato boxer e pantaloni.

Mentre li richiudo, la vedo rivestirsi in fretta e furia.

– Vieni, prendi il vino che ti ispira di più mentre io vado a fare la fila in cassa.

Esce per prima e quando vede che non ci sono altre persone mi fa segno di uscire dal bagno delle donne.

Intanto che scelgo i vini, la vedo andare alla cassa con calma, con le gambe leggermente aperte ma tutto ben coperto dal giaccone.

Sorrido e torno a cercare i vini.

Una volta trovati, la raggiungo e subito si avvicina al mio orecchio.

– Mi sta colando tutto per le gambe.

Ridacchio e le do una pacca sul culo sapendone le conseguenze.

Infatti trattiene a stento una smorfia.

– Come sei malefico.

Dopo avermi detto ciò, facendo attenzione a non essere visti, mi strizza con forza il cazzo da sopra i pantaloni mentre mi bacia in bocca.

La strizzata è stata in effetti un po dolorosa, vista la scopata appena conclusa.

Quando torniamo in macchina, non si toglie più il giaccone, si limita solo ad aprirlo e poi conclude :

– Se lo tolgo, guarda che casino, imbratto tutto il sedile.

Era in effetti piena di umori lungo entrambe le gambe.

 

– Sei contenta adesso? Maialona!

Mi guarda sorridendo.

– Per ora si. Ma ti darò conferma a casa mia.

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