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L’incontro di Carla e Luca

By 12 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Carla decise all’ultimo momento di partecipare alla festa. Lorenzo, quell’uomo appiccicaticcio e mellifluo insistette tanto’poi nella mente di Carla si affacciò la possibilità di vedere dopo tanto tempo Stefano’ ed eccola li, davanti alla porta di quella suite all’ultimo piano dell’elegante palazzo in centro. Lorenzo in persona si presentò ad accoglierla, un pessimo vestito grigio da impiegatino ed una dose oscena di profumo addosso’un abbraccio stritolante, ed un bacio molto vicino alla bocca e poteva finalmente entrare: l’appartamento era grande, una musica soft accoglieva ed avvolgeva nelle sue spire tutti gli ospiti. Lorenzo prese a presentarla a tutti, quasi fosse la sua nuova amante’la cosa cominciava ad infastidire Carla quando scorse un volto conosciuto in fondo alla stanza. Quel viso le era noto, tuttavia non riusciva ad attribuirgli un nome ed un’identità’con fare deciso prese a colmare con veloci mosse la distanza che li separava e poi, quando gli fu vicino, improvvisamente lo riconobbe: era Luca, il fratellino di Stefano, il timido e misterioso Luca.

‘Ciao, come mai qui isolato?’

‘Mah, non mi pare una festa memorabile, questa’.’ Gli occhi verdi del fratello di Stefano si posarono su di lei, sul suo tubino color carta da zucchero e sulle sue mani curate ed eleganti.

‘Sai, ci conosciamo”

‘Certo, Carla, mio fratello mi ha parlato molto di te”

Carla provo un lieve turbamento dopo queste parole. Quel ragazzo era l’esatto opposto di Stefano, eppure c’era una notevole somiglianza, soprattutto nei dettagli. Improvvisa e forte si fece largo in lei l’immagine dell’ultima volta che aveva visto Stefano: una festa, vicino Roma, era d’estate. Tra di loro c’era sempre stata forte attrazione reciproca, aumentata dai racconti delle sue amiche che l’avevano ‘provato”parlavano di lui come di un animale, di un vero scopatore insaziabile, di una forza della natura. Carla quella sera lo provocò fino a farlo impazzire, aveva deciso dentro di se che era la sera giusta’ad un cero punto si diedero appuntamento al bagno, lei arrivò dopo un minuto, lui era già lì, fremente’la prese subito, abbassandole la gonna e scostando violentemente il tanga. La penetrò senza difficoltà, sollevandola da terra, e cominciò ad entrare in lei con una forza ed una velocità sconosciute fino ad allora’era quello che voleva, ma credette di non poter resistere’provò un orgasmo quasi subito, per la situazione coinvolgente più che per l’eccitazione’lui continuò imperterrito, la gonna oramai era uno straccio arrotolato sulla pancia’venne dopo molti minuti, uscendo da lei e spruzzando un fiotto tra il lavandino ed il pavimento.

‘Si, davvero, e cosa vi siete detti cari fratellini”

Il tono era scherzoso, ma dentro di lei si faceva largo una frenesia strana’non era eccitazione ma i modi di quel giovane signore la stavano coinvolgendo.

‘Sei veramente curiosa, mio fratello ha ragione”

Gli guardava muovere le mani, la camicia stirata e fresca, il viso con un velo di abbronzatura, la barba curatissima’avrà avuto circa trent’anni’si stava sciogliendo, ora nella sua mente era comparso il cazzo di suo fratello, era veramente grande, bello, luccicante’dopo che era uscito da lei ed era venuto, le parve quasi un obbligo pulirlo dello sperma rimasto sul glande’Carla si chinò e con piccole leccate tolse ogni traccia di quel nettare, assaporò il sapore salato di quello sperma e sorrise ringraziando Stefano. L’uomo tentò di ricomporsi, dovette premere per far rientrare il palo nel tessuto dei boxer’Carla fremette al ricordo, quindici minuti di scopata furiosa, un getto impressionante ed era ancora dritto’

‘Beh, fai il misterioso, &egrave l’unica tua qualità?’

‘Carla, ti va se usciamo, credo ci sia un tuo ammiratore che ”

Lorenzo si avvicinava a loro. Carla si alzò di scatto e si diresse verso la porta che dava sull’ampia terrazza. Luca con un movimento elegante si sovrappose tra l’accorrente Lorenzo e Carla, distraendolo con un breve discorso.

Poi si diresse verso quella donna di cui tanto aveva sentito parlare.

‘Ma sei veramente bravo, principino”

Carla lo guardò avvicinarsi, poi quando fu ad una spanna da lei fu naturale un casto bacio sulle guancie.

‘Mio salvatore, sai veramente tutto”

‘No, ti sbagli Carla, ho molto da imparare” Luca accompagnò l’ultima frase con una carezza lieve, cingendo i fianchi di Carla.

‘Interessante, veramente interessante, e cosa vorresti imparare?’ Carla sentiva salire in lei una sensazione di coinvolgimento, c’era in quell’uomo qualcosa di magnetico, di forte e dolce.

‘No, non qui, vieni” Luca le prese la mano e si diresse verso una scaletta metallica sul fondo della terrazza. Carla avvertiva un abbandono totale nel tenere quella mano, un senso di fiducia illimitata e di fremente desiderio.

‘Ecco, Carla, sali” La scaletta conduceva ad un soppalco non illuminato, Carla cominciò a salire movendo con grazia le gambe avvolte in calze velate nere. Il suo tubino lasciava in risalto due glutei torniti che faceva roteare con maestria nel salire i ripidi gradini. Luca non si perse un istante di quello spettacolo, era lì a pochi centimetri ed anche il rumore della stoffa contribuiva a fargli salire la temperatura.

‘Ma qui c’&egrave un cancelletto” La scaletta terminava con un piccolo cancelletto metallico. Luca avvicinandosi verso Carla la raccolse in braccio facendole scavalcare l’ostacolo, poi egli stesso saltò il piccolo cancelletto.

‘Però bello qui’e tu come facevi a sapere di questo posto?’

‘Carla, &egrave dall’inizio della sera che mi vuoi dire qualcosa, vero”

Questo fu il colpo decisivo, Carla sentì crollare tutte le sue difese, era come nuda di fronte a quel giovane sconosciuto, e la cosa le piaceva tantissimo. Decise di andare fino in fondo.

‘Si, Luca, hai ragione, sembra quasi che leggi nel mio pensiero”

‘Forza, una donna stupenda come te non deve aver paura di nulla”

Carla si sentiva molto eccitata, non era più coinvolgimento ora, era attrazione, doveva soddisfare la frenesia che la stava quasi divorando.

‘Da quando ti ho visto ho desiderato toccare il tuo”

‘Vuoi toccare il mio cazzo?’

‘Si, Luca, lo desidero”

‘Te lo farò toccare solo se mi dirai una cosa’

‘Certo, quello che vuoi”

‘Bene, ora tiralo fuori ed accarezzalo molto lentamente e raccontami della prima volta che hai fatto l’amore con un ragazzo”

Carla fu sorpresa dalla richiesta, tuttavia era come narcotizzata dalle parole di quell’uomo ed obbedì senza esitazione. Abbassò la cerniera, aprì il pantalone e lo fece scendere di qualche centimetro per aiutarsi ad estrarre il pene dell’uomo. In pochi secondi riuscì nell’impresa, il cazzo di Luca non era ancora teso, seppure già di buone dimensioni. Si aspettava che fosse più piccolo di quello del fratello ma rimase colpita dalla sua proporzione: era armonico, ben fatto, con un glande semiscoperto e vene piccole che salivano dalla base fino alla punta.

‘Forza, Carla, ora basta guardare, mantieni la promessa”

Quelle parole la svegliarono dall’osservazione di quello scettro di carne e prese una lenta masturbazione con la massima cura, cercando di avvertire tutte le sensazioni che il pene le trasmetteva.

‘La prima volta con un ragazzo’be, avevo sedici anni, in gita al Liceo’ero persa di un tipo che non era in classe mia: verso la fine dell’anno con tutte le terze andammo in gita a Napoli, tre giorni”

‘Mmm, piano, non accelerare, per cortesia muovi piano la mano’ma comunque prima di quello altri ci avevano provato, vero?’

‘Si, scusami, mi ero lasciata prendere, così ti piace?’

‘Fantastico, ora prosegui”

‘Certo, altri ci avevano provato, sai a sedici anni ero praticamente come adesso, un bocconcino delizioso per i ragazzi della mia età ma non solo”

‘Ti prego’racconta’

‘Altri avevano provato a toccarmi prima della gita a Napoli, anche un collega di lavoro di mio padre che veniva a casa nostra molto spesso’con la scusa di accarezzarmi la testa scendeva spesso verso le spalle ed una volta mi ha stretta da dietro, non mi mollava più e mi ha quasi incollato al suo corpo’scherzava e rideva ma intanto per la prima volta ho sentito il gonfiore di un cazzo in erezione”

‘E’ andato oltre’?’

‘Be diciamo che movendomi di quà e di là sicuramente i miei seni li ha sentiti molto bene e credo gli siano piaciuti”

‘Ora raccontami tutto del fusto del Liceo”

‘E’ stato un vero flash, una cosa forte che non dimenticherò mai’tutte le cose che ho fatto con lui’e tutte in quella sera’la seconda, quella dedicata alla discoteca. Io mi ero preparata con cura, una gonna corta ed una maglietta aderente, scarpe con il tacco alto rubate alla mamma’volevo far colpo, ma rimasi delusa, lui pensava solo a ballare ed a bere con i suoi compagni di classe. Verso l’una decisi di andare in bagno, per sbollire la rabbia: l’antibagno era in comune per i bagni degli uomini e delle donne’mi fermai un istante a guardarmi nello specchio quando vidi aprirsi la porta: era lui, che mi osservò sorpreso”

La mano di Carla non smetteva un istante quella lunga masturbazione: Luca godeva piano, era in uno stato di appagamento totale, fisico e intellettuale, ad un certo punto, quando la storia di Carla arrivò a parlare del ragazzo del liceo improvvisamente si lasciò andare’

‘Ora, dai Carla, finiscimi, non ne posso più”

Bastarono pochi colpi impresi con maggiore velocità ed un fiotto di bianca crema partì dal pene di Luca: Carla rimase meravigliata dalla somiglianza dell’odore dello sperma dei due fratelli, si chinò ed ovviamente ripulii il glande di Luca, come aveva fatto con Stefano:

‘Mmm, hai un sapore meraviglioso, starei ore a leccartelo”

Quelle parole, pronunciate con voluttà e misurata femminilità provocarono una immediata erezione del cazzo di Luca: Carla si abbassò e cominciò a baciarlo tutto intorno al glande per poi prenderlo a piccoli morsi ed infine succhiarlo. Luca la lasciò fare, era fantastica, sentiva un piacere immenso salirgli dentro, questa volta liberò ogni freno inibitore, Carla gli era sopra, ne sentiva il respiro, l’odore’venne di nuovo in pochi minuti, questa volta nella bocca della donna, che inghiotti tutto, ripulendosi le labbra sotto i suoi occhi.

‘Carla, piccola, sei straordinaria, vieni ora, sediamoci qui, parlami ancora della gita, ti prego” Si accomodarono nella panca vicina, immersa nell’oscurità.

‘Be, io fui meravigliata di vederlo dietro di me, credevo di essere in disordine, e mi lisciai la gonna, sistemandomi i capelli’lui mi fermò la mano dicendomi che ero bella così e si avvicinò a me’mi chiese se lui mi piaceva ed io cominciai a rispondere, ma lui mi afferrò e mi strinse a sé: sentii i suoi muscoli su di me ed il suo gonfiore in mezzo alle gambe’mi piaceva molto, non come quella volta con il collega di mio padre”

‘E poi cosa fece?’

‘Mi baciò in bocca, infilò subito la lingua fra le mie labbra, io non ero pronta, sapeva di tabacco e martini ma lo lasciai fare; dopo qualche istante cominciò a piacermi, proprio quel sapore amaro che prima mi turbava. Le sue mani risalivano la schiena, io non capivo quasi nulla, ero in trance, mi piaceva tutto ma non riuscivo a capire le sensazioni”

‘Ma tesoro, avevi sedici anni”

‘Già, &egrave vero, lui comunque ci sapeva fare, arrivò a toccarmi il seno senza che io me ne accorgessi: ora stringeva i capezzoli ed a me mancavano le gambe’dovetti appoggiarmi al muro per non rischiare di cadere per terra. Lui continuò a baciarmi il collo e poi scese a leccarmi tra i seni, lecco il sudore e la mia eccitazione saliva all’inverosimile’non stavo più nella pelle, avrei voluto correre, fare qualcosa ma non sapevo cosa”

‘Già, eri proprio partita, eh?’

‘Si, ero come sospesa ma per fortuna riuscii a sentire delle voci dietro alla porte; anche lui se ne accorse in tempo e aprì una delle porte dei bagni maschili, spingendomi dentro per poi rinchiuderla dietro sé’

‘Di chi erano le voci?’

‘Pensa, erano due mie compagne di classe’non si capiva molto perché avevano aperto l’acqua ma stavano parlando proprio di lui! Sentii Teresa dire chiaramente ”da uno così sì che mi farei scopare” poi la sua amica disse qualcosa in merito ed entrambe risero”

‘E voi due?’

‘Lui mi guardo un po’ preoccupato all’inizio, temeva per me e per lui di essere scoperti’poi quelle parole lo scatenarono, ricominciò a baciarmi e toccarmi con una foga da animale, ma in perfetto silenzio’io lo lasciavo fare tutto, preoccupata di non muovermi per non fare rumore’in breve ritornai ad eccitarmi come prima, forse di più perché ora capivo quello che mi stava facendo’prese ad accarezzarmi le gambe e risalì velocemente verso le mutandine”

‘Ma le due ragazze, si accorsero di qualcosa?’

‘No, faceva pianissimo ed io non fiatavo’comunque dopo poco uscirono, lui allora accellerò la risalita fino a toccarmi la vagina, aveva una mano caldissima…Mi piaceva, volevo toccare anch’io ora ma faceva tutto lui: mi abbassò gli slip fino alle ginocchia poi prese ad accarezzarmi la peluria: io respiravo a fatica, lui mi disse di rilassarmi e di sentirmi libera. Dopo quelle parole cominciai a lasciarmi andare senza controllo, emettevo dei gemiti e lui improvvisamente afferrò la clitoride tra due dita”

‘Cosa hai provato?’

‘All’inizio mi fece quasi male ma poi subito mi prese una frenesia incredibile’stavo godendo per la prima volta, sentii una contrazione allo stomaco, poi un’altra ed anche lui si accorse che stavo venendo’mise un dito dentro la vagina e con l’altro continuò a sfregarmi fino a farmi venire. Mi accasciai a terra senza forze, non capivo più nulla, sembrava senza fine: lui mi sorresse e mi abbracciò. Fu veramente dolce, mi lasciò riprendere ed intanto lo sentivo fare qualcosa con i suoi pantaloni; dopo qualche istante abbassai lo sguardo e vidi che aveva estratto dai pantaloni il suo cazzo e si stava masturbando. Mi prese la mano e la posò sopra la sua: per un po’ continuammo così, una sega a due mani, poi ritirò la sua mano e mi fece continuare. Il contatto con quella pelle morbida e liscia mi piaceva moltissimo, lui si agitava sotto i miei movimenti ritmici, lo sentivo sempre più eccitato e mi immaginavo che stesse provando le mie stesse sensazioni di poco prima”

‘Venne subito?’

‘Io ero inesperta e lui non resistette molto’prese un pezzo di carte igienica e mi allontanò improvvisamente la mano: vidi un getto di liquido schizzare a metà tra la carta igienica e la parete e subito fui investita di un odore acre, violento, forte: sentivo per la prima volta l’odore di sperma maschile. Lui si ripulì da solo, ma non lasciò sola me: mentre si toglieva il liquido dal glande mi baciò accarezzandomi i fianchi e poi girandosi verso di me mi chiese se ero vergine’

‘Come, così di brutto?’

‘Si, così, insomma dai, anche lui aveva sedici anni, non era un uomo’io gli risposi candidamente di si’sentivo di potermi fidare, di poter confidargli i miei segreti: lui si avvicinò a me, mi strinse forte a sé fino a farmi sentire il suo calore. Io tornai ad avvampare, mi sentivo senza forze ma tremendamente su di giri; lui tornò a toccarmi, oramai sapeva bene dove erano i miei punti sensibili. Poi sentii qualcosa premermi contro la pancia, sulle prime pensavo fosse la mano e lo lasciai fare: mi piaceva il suo contatto, anzi lo desideravo. Lui abbassò la lampo della gonna e me la sfilò, poi prese delicatamente il mio piedino e lo mise sopra la tazza del cesso’avevo così la figa scoperta, oscenamente all’aria’

‘Vuoi che ti tocchi? Non ti sei eccitata a questi ricordi?’

Luca accompagnò le sue parole con una carezza sulle gambe di Carla.

‘Certo, fai quello che vuoi, ma fallo con garbo”

‘Dai, tu continua”

Luca si muoveva sulla superficie di seta delle calze con leggerezza, trasmettendo brividi continui. A Carla mancò il respiro per qualche istante poi riprese.

‘Lo vidi abbassarsi, pensavo volesse vedermela da vicino ma lui prese a baciarmela, e poi a leccarla’io trasalii, non me l’aspettavo, ero un pò a disagio ma dopo pochi secondi sentii il calore della sua lingua che percorreva la mia fessura. Mi fece partire, era molto più bello di prima, istintivamente appoggiai le mani sulla sua testa, segnale che lui interpretò come totale assenso”

‘Aveva ragione?’

‘Be, non era un segnale, io non c’ero con la testa, comunque lui continuò come un forsennato a leccare e succhiare, io sentivo dentro un altro orgasmo salire quando improvvisamente si rialzò e prese a baciarmi in bocca. Avvertivo il sapore sgradevole dei miei umori ma prima di poter protestare sentii una pressione sulla vagina: credevo fosse la sua mano ma subito mi accorsi che quella cosa era più mordida. Sentii spingere e mi accorsi solo allora che stava entrando in me con il suo cazzone!’

‘Come hai reagito?’

‘Cominciai a supplicarlo di smettere, dissi che non volevo: lui mi sussurrò che non avrei sentito dolore e di ricordarmi le parole di Teresa. Quella frase ebbe l’effetto di un sedativo, rimasi zitta e lui continuò a spingere: in effetti non sentivo dolore, solo un disagio fino al momento in cui mi diede un colpo più forte. Il pene aveva rotto qualcosa, ora sentivo che entrava molto più in profondità nella mia pancia’mi faceva un po’ male, comunque un dolore sopportabile”

‘Ti rendevi conto di essere stata deflorata?’

‘No, assolutamente no! Pensavo a Teresa, alla sua faccia invidiosa ed ora cominciavo a risentire l’orgasmo salirmi dentro’cominciai a gemere e lui pure. Venimmo quasi insieme, per fortuna si controllò e schizzò fuori, in parte anche sulle mie gambe. Ora però fammi godere Luca, non ne posso più”

A quelle parole, Luca le afferrò il perizoma tirandolo verso il basso e senza esitazione entrò nella sua figa: la trovò umidificata dalle abbondanti secrezioni e cominciò a pistonarle dentro prima due poi tre dita. Carla ansimava forte, Luca la guardava godere: era bellissima, teneva gli occhi chiusi e le labbra strette’ruotava piano la testa assorta nel suo orgasmo. Luca decise di vederla godere ed accellerò i movimenti, ruotando le dita dentro la vagina come un piccolo vibratore. Lei si agitava sempre di più e Luca aggiunse un altro dito: ora erano quattro le dita e sembrava quasi non bastarle. All’improvviso sentì un violento colpo dentro di lei e una scarica di incontrollate contrazioni: era venuta, con una passione unica, femminile ed eroticamente coinvolgente come mai prima gli era capitato di vedere.

‘Carla, tesoro, tutto bene?’

Le gambe di Carla erano allungate verso il pavimento, la testa reclinata sulla sinistra, faticò un poco a riaprire gli occhi.

‘Si, che bello’mi hai fatto sognare”

‘Se &egrave per questo anche tu, ma ora torniamo sotto, manchiamo da troppo tempo ed i tuo boy Lorenzo”

‘Non nominare quello sfigato, dai, ti prego, piuttosto noi ci si rivede vero?’

‘Regolare, potrebbe essere domani, sai dove abito vero? L’appartamento sotto quello di mio fratello’

Solo al pensiero di andare nel palazzo abitato dai due fratelli, Carla si sentì mancare le gambe, si riprese subito e sistemandosi guardò Luca negli occhi.

‘Vengo solo se ne vale la pena, va bene?’

‘Lo sapevo, oramai ti conosco, non te ne pentirai, stanne certa’

Luca le afferrò i fianchi e le diede l’ultimo bacio di quella sera, mordicchiandole la lingua e succhiandogli il labbro inferiore. Poi scesero la scaletta e ritornarono due perfetti sconosciuti per il resto della serata.

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