La festa d’inaugurazione del mio nuovo studio fu un successo, anche se per ragioni pratiche scelsi per l’evento il giardino della villa di Tommaso. Lo slogan ‘Dalla parte dei più deboli’ era un po’ ovunque, e per mia fortuna quasi nessuno degli invitati avrebbe mai messo piede in quello che più che uno studio di un’avvocatessa, era un incrocio fra un dungeon e un’alcova.
Consideravo infatti Patrizio poco più che un giocattolo umano, e sua moglie Marisa una troia disposta a tutto pur di farsi scopare, soprattutto se c’era più di un uomo in giro. Inoltre le mie nuove conoscenze Anna e Marta avevano entrambe un’anima da sottomessa, e dovevo solo scoprire i loro limiti.
Per quello che riguardava invece il sesso più tradizionale non avevo che l’imbarazzo della scelta, Stefano, Luigi e Thomas erano amanti di notevole caratura, Carla e Daniela due amiche sempre pronte a seguirmi nelle mie avventure.
Quasi alla fine della serata Tommaso mi presentò due rifugiati di guerra, Moha e Karim, chiedendomi se potevo fare qualcosa per loro.
‘Certamente.’ risposi con entusiasmo dopo aver notato che erano due uomini di notevole fascino ‘Perchè non passate domani pomeriggio da me, così ne discutiamo con tutta calma.’
I due profughi accettarono il mio invito, ed insieme fissammo l’orario per l’appuntamento.
Il giorno seguente indossai un tailleur scuro molto classico, abbellendolo però con una camicetta bianca forse un po’ troppo trasparente, che lasciava intravedere il bel reggiseno di pizzo che avevo scelto per l’occasione.
I due si presentarono in orario, e dopo averli fatti accomodare davanti a me, li lasciai esporre i loro problemi, mangiandomeli con gli occhi. Karim era certamente il più bello dei due, non solo per i lineamenti del viso, ma anche per un fisico che la maglietta che indossava metteva fin troppo in risalto. Moha invece era più basso, però con uno di quei sorrisi a cui è difficile resistere.
Iniziai ad accavallare le gambe passandomi allo stesso tempo le stanghette degli occhiali sulle labbra, finendo col guardare quello che dei due non parlava con degli sguardi a dir poco lascivi.
‘Lei sa che non vediamo le nostre donne da mesi ?’ mi chiese Karim alzandosi in piedi.
‘Lo posso immaginare, ma credo che si possa trovare una soluzione anche a questo problema, non pensi anche tu ?’ gli risposi accavallando nuovamente le gambe.
Lui si mise alla mia sinistra per allungare la mano sul mio seno, e anche se spinto dal mio atteggiamento provocante, notai un leggero tremolio delle sue dita.
‘Tu vuoi rimanere lì a parlare ?’ dissi a Moha accarezzando la mano di Karim con la mia.
Moha s’alzo quasi di scatto per sistemarsi alla mia destra, e poggiare anche lui una mano sulla mia camicetta.
‘Di voi uomini di colore si dicono tante cose…però non so se sono tutte vere.’ dissi succhiando un dito di Karim ‘Secondo te le vostre donne sono fortunate ad avervi come maschi ?’
‘Perchè non controlla di persona, così si toglie la curiosità.’ mi rispose Moha stringendomi un pochino la tetta.
Allungai le mani per poggiarle sui rigonfiamenti dei due uomini, poi con decisione gli abbassai la lampo facendo uscire i loro membri. Quello di Moha era leggermente più corto, ma fin troppo più largo, tanto che non riuscivi quasi a chiuderlo fra le dita.
‘Non hai paura che ti facciamo del male ?’ mi chiese Karim aprendomi la camicetta.
‘E perchè dovreste farlo ?’ gli risposi pensando a quanto avrei goduto con quei due bei cazzi ‘Se non siete due cretini farete ciò che voglio, cioè scoparmi sino a sfinirmi, sapendo che prima o poi vi chiamerò per un altro incontro. Se invece fate gli idioti non ci vedremo più, sempre che non vi denunci per stupro, e si sa quanto vale la mia parola e quanto la vostra.’
‘La signora ha ragione.’ concluse Moha ‘Perchè non pensi solo a divertirti e la finisci di dire cazzate.’
Per togliere ogni cattivo pensiero a Karim gli baciai la cappella, per poi lentamente far scivolare tutta la nerchia fra le labbra, e poter assaporare quel gusto un po’ forte, ma decisamente arrapante di vero maschio africano. Il membro dell’uomo si gonfiò leggermente, ma soprattutto divenne duro come l’acciaio, mentre quello di Moha non mostrava alcun cambiamento nonostante le mie carezze.
Mi girai e dedicai anche a quel bel pezzo di carne le attenzioni che avevo avuto con quello dell’amico, ritrovando così poco dopo con due cazzi duri e di notevoli dimensioni.
Karim mi fece alzare per spogliarmi, lasciandomi solo la lingerie, per poi afferrarmi per il seno mentre io strusciavo il culo contro il suo cazzo. Mentre Karim mi scopriva le tette, Moha mi fece passare una mano dietro la testa per poi baciarmi infilandomi la lingua in bocca, e per ricambiare tanta passione gli afferrai il cazzo per segarlo delicatamente.
I due mi spogliarono completamente facendomi girare più volte su me stessa, per toccarmi ogni punto sensibile, soffermandosi a lungo su seno e sedere. Quando andai a sedermi sul divano, non feci quasi in tempo a poggiare le chiappe su quella preziosa pelle, che mi ritrovai i loro cazzi davanti alla faccia.
Senza avere alcuna fretta, iniziai a spompinare e segare i due uomini, alternando bocca e mani sulle loro nerchie, facendoli eccitare ogni oltre immaginazione.
‘Chi vuole assaggiare la mia fica.’ dissi loro sdraiandomi sul divano
Moha fu il più veloce dei due, così mi ritrovai la sua lingua fra le gambe, mentre la mia leccava la mazza di Karim. Moha però aveva una gran voglia di scopare, così poco dopo fece scivolare il suo grosso cazzo dentro di me, riempiendomi del tutto la passera con pochi affondi.
Iniziai a godere senza alcun freno, cercando di soffocare i miei stessi gemiti, tenendo tutto il pene di Karim in bocca. Quando però Moha mi prese fra le dita il clito per massaggiarlo, esplosi tutto il mio piacere in faccia ai due uomini.
‘Si scopami così ! Fammi sentire tutto il tuo cazzo dentro, lo voglio ancora e ancora !’
‘Tranquilla bella signora che ti facciamo tornare da quel cornuto con cui stai con la fica bella rotta.’
mi rispose Karim mentre dava il cambio all’amico.
Karim mi prese per le caviglie per tenermi le gambe ancor più aperte di quanto avesse fatto Moha, poi m’infilò tutto il membro dentro con una spinta tanto poderosa da farmi quasi cadere dal divano.
Non ebbi però il tempo di dire nulla, che l’altro mi tappò la bocca col suo membro, però ancora più gustoso dai miei umori dai quali era ricoperto.
I due si dimostrarono dei veri tori da monta, non solo mi scoparono senza sosta dandosi il cambio ogni volta che uno stava per venire, ma prendendomi nelle più diverse posizioni, senza però esser mai violenti. Anche quando mi ritrovai carponi sul divano, Moha mi prese con foga si, ma senza mai far sì che provassi del dolore, e non so dire quanti orgasmi ebbi durante quella folle cavalcata.
Alla fine però anche i tori vengono, e così fu per Moha e Karim, che mi schizzarono il loro seme direttamente in gola, facendomi sentire un po’ troia, ma allo stesso tempo molto soddisfatta.
Tornai alla mia scrivania per sedermi e firmare un assegno come donazione per la loro organizzazione.
‘Pensandoci bene al momento non avete una tasca dove metterlo.’ dissi loro sorridendo.
‘Questo non è un problema, puoi anche lasciarlo lì e tornare fra noi.’ mi rispose Moha indicandomi il centro del divano.
‘In effetti la tua è una buon’idea.’ risposi a mia volta dirigendomi verso di loro ‘Inoltre se replicate voi posso farlo anch’io con quel blocchetto degli assegni.’
A quel punto non ci fu più bisogno di dire una sola parola, i due uomini s’alzarono e mi misero fra loro per riprendere a toccare tutto il mio corpo, con le mie mani che erano come calamitate dai loro cazzi. Il seguito fu quasi una replica di quanto avvenuto poco prima, con Karim e Moha che mi scopavano senza darmi un attimo di tregua, e donandomi così altri incredibili orgasmi.
I due avevano ben compreso cosa volevo, e cioè prendere del gran cazzo, ma senza andare oltre, facendo sì che avessi sempre la passera ben piena. Per me era anche un piacere tenere in bocca la mazza di chi non mi stava scopando, anche perchè era sempre ricoperta dei miei umori che sgorgavano in abbondanza. Karim fu sempre leggermente più brutale, ma mai violento, preferendo prendermi da dietro in modo d’essere sempre a dettare il ritmo. Per Moha invece le posizioni era del tutto irrilevanti, infatti voleva solo godere, come del resto io, sperando che li volessi rivedere per fare altro sesso.
L’unica differenza è che la seconda volta m’inondarono il volto col loro piacere, obbligandomi a masturbarmi davanti ai loro occhi, cosa che feci ben volentieri infilandomi due dita dentro la passera e venendo insieme con loro. Fu però un più che piacevole pegno da pagare per un pomeriggio di sesso sfrenato, ben sapendo che avevo acquisito due nuovi stalloni per la mia personale scuderia d’amanti.
Quando tornai alla villa Tommaso mi chiese com’era andato il mio incontro con i due rifugiati.
‘Molto bene, ma credo proprio che ci sarà il bisogno di vederci di nuovo, sai certe questioni è bene affrontarle sino in fondo.’ gli dissi ben sapendo che non avrebbe compreso il doppio senso della mia frase.
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Complimenti per la facile lettura e presa diretta
ciao cara,ho letto attentamente il tuo racconto ad alto contenuto erotico, e debbo dirti, per quanto possa sembrare raro, che…
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
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le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?