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Racconti Erotici

Le pagine del cuore

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Li ho visti cadere. Li ho lasciati cadere io, sparsi, dispersi, fluttuanti i fogli del mio romanzo I fogli di uno dei tanti amori finiti, come carta sporca che nessuno se ne importa.

Li ho lanciati dalla finestra dello studio, guardandoli volteggiare nell’aria per atterrare in strada ed essere calpestati dalle auto, le parole sono diventate solo macchie sporche di colore; li ho visti cadere sui tavolini del bar all’angolo, finendo distrattamente sotto i tavoli, come distratte da mille pensieri sono le persone che frettolosamente bevono il caffe’, le parole sono state sbocconcellate dai piccioni insieme alle briciole. Si sono nutriti del mio cuore. Li ho visti rimanere sospesi in aria, volteggiando, seguendo la corrente del vento, per pochi attimi, come se le parole scritte potessero gridare, insieme al vento, la loro esistenza ed essere ascoltate da qualcuno. Li ho immaginati prendere forma dentro le nuvole restando incastrati insieme ai sogni nel soffice manto del cielo plumbeo. Alcuni fogli caduti sono stati raccolti per curiosita’ da una persona senza volto, ha letto alcuni passi soffermandosi sulle parole, forse ho incuriosito il suo cuore, ma erano solo brandelli di parole senza seguito.

Li ho abbandonati sul sedile dell’autobus, come un qualsiasi oggetto smarrito, la gente li avra’ scansati gettandoli in terra, li ho abbandonati su un prato lasciando che le gocce di pioggia confondessero le parole. Ho lasciato che le lacrime li bagnassero, lacrime salate che inaridiscono i sentimenti. Tracciano un solco sul viso e nel cuore. Lacrime che rigano i deserti.

Li ho lasciati aperti, smarriti sul suo letto, avrei voluto entrare nel suo corpo non solo nel suo cuore, avrei voluto penetrarlo con le parole, fargli capire che l’amavo.

I percorsi del cuore non si incontrano mai. Come i fogli smarriti e mai finiti di un romanzo. Cozzano con i sentimenti. Come le cancellature e i ripensamenti di una frase imbruttiscono le pagine di un racconto in bozza. Si scontrano con i sensi, seguono una molteplicita’ di sensazioni come una frase piena di virgole non conduce da nessuna parte senza un punto.

Quale identita’ assumero’ con il mio prossimo amore? Quale personaggio del romanzo della vita entrera’ in me?

Sono stati i suoi occhi scuri a colpirmi. Gli occhi tristi di Roberto. Gli stessi occhi che vedevo socchiudere la mattina presto quando il sole filtrava attraverso le tapparelle e gli stessi occhi che diventavano enormi, neri, luminosi quando mi sorrideva dicendomi che ero il suo ‘impalpabile zucchero a velo’. Per lui ero zucchero a velo, una piccola dolce polverina bianca che lo ricopriva d’amore. Un altro percorso del cuore. ‘Ai sentimenti non si comanda ma al corpo talvolta si.’ – e’ stata la frase che ha chiuso la nostra storia, lasciandomi addosso quell’impenetrabile odore di amarezza. E la voglia di non credere piu’ ad uomini con gli occhi dolci.

E’ stato il suo odore a farmi girare mentre ballavamo sudati tra decine di altri corpi euforici in discoteca. L’odore della sua maglietta nera mischiato con il suo profumo si e’ attaccato al mio corpo. L’odore di un nuovo amore. L’odore di Francesco. Solo il suo. Quel sottile pungente, pregnante odore che emana il corpo di un uomo quando e’ a caccia di desiderio. Lo puoi sentire alla base del collo. L’odore animale delle ghiandole, istintivo, l’odore dell’accoppiamento. Io riesco a sentirlo. Lo annuso nell’aria. Come un animale ci siamo riconosciuti. Sentire il suo membro scivolare dentro di me, unirsi ai miei umori e’ stato come trovare la soluzione alla filosofia dell’amore. Per lui sono stata come un gatto: gli ho graffiato per sempre il cuore.

E’ stata la sua tristezza ad incuriosirmi. Gli occhi piccoli, vicini, lucidi, un sorriso aperto in contrasto con la tristezza del suo cuore. Il suo silenzio di fronte alle parole. Come se non avesse piu’ nulla da dire all’amore, Diego non avrebbe piu’ amato. Non voleva piu’ amare. Ma addosso aveva l’odore agrodolce dell’orgasmo, il suo corpo trasudava sensazioni di desiderio. Un odore che macchia la pelle come l’inchiostro sbavato sulle dita. Lascia un segno su di te.

Mi lascio’ attaccato l’odore amaro del senso di colpa. Come i cespugli nei boschi con le rosse bacche di serpente, attrattive per gli animali, piccole lucide palline rosse. Amare e velenose. Sensuali.

Ma non potevo farne a meno. Con lui sono stata femmina. Nata per godere del suo corpo, marchiata con le sue carezze. Il titolo definitivo di un romanzo. Da quel momento tutti ti identificano con le tue parole. Non ho potuto rinnegare il desiderio. Entrambi non potevamo fare a meno di tradire i nostri amori con le sensazioni del corpo. Come la lettura di un libro appassionante, non ti rendi conto del trascorrere del tempo e godi delle parole lette, noi godevamo del tempo trascorso insieme, sapendo che ogni storia finita letta o vissuta lascia sempre aperta una strada nel cuore. Ho lasciato sul suo cuscino, con la mia sottoveste, le pagine iniziali del romanzo sperando che avrebbe scritto lui la fine. Ho lasciato interrotta l’ultima frase, volutamente abbandonata, con lo sguardo mi sembra ancora di vedere i puntini di sospensione dopo la parola amore.

L’ultimo foglio delle pagine del cuore e’ ancora nella mia borsa: bianco.

Scritto il: 22/7/2002

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